La Riviera n°26 del 24-06-2012

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È una musica dolce quella che raggiunge le nostre orecchie. Mario Monti ha dichiarato che la politica fiscale del Governo cambierà: sarà forte con i forti e debole con i deboli. Sincero, ma esagerato.

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È una musica dolce quella cheraggiunge le nostre orecchie.Mario Monti ha dichiarato che lapolitica fiscale del Governocambierà: sarà forte con i forti edebole con i deboli. Sincero, maesagerato.

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RRuggero Calvano avevatroppe cose contro perpoter vivere a lungo: era

nato nel 1850, faceva l’attore distrada, gli piacevano le donne edera anarchico. Ma quello che loperse veramente fu l’orgoglio, ilpeggiore dei suoi vizi. A recitarecommedie nelle strade non ciguadagnava poi tanto, così misesu una banda e prese a rapinarele case dei nobili. Assunse ilnome di brigante Galera e fecerazzie fra le aristocratiche magio-ni. Divenne famigerato e spaval-do e arrivò a derubare il piùpotente dei signori che per lavarel’affronto sborsò oro a fiumi alfine di individuare il colpevole.Ruggero finì in catene fra le filadei sospettati e sottoposto, comegli altri, all’interrogatorio digaranzia che si usava ai tempi.Una raffica di legnate e poi ladomanda: “sei tu il briganteGalera che ha fatto razzia nellacasa di sua signoria? Ti dichiaritu, servo di sua signoria?”.Ruggero, come i compagni disventura, negò la colpevolezza eassicurò la sua sottomissione.Poi, proprio quando i torturatorisi stavano per arrendere, il pettogli si gonfiò e l’orgoglio gli spinsefuori le parole di bocca. “Nonsono un servo di tua signoria.Sono il brigante Galera che incasa tua ha fatto razzia..”. Lelegnate, a queste parole cadderocon violenza maggiore e cessaro-no quando Ruggero era ormai inagonia. E ancora l’orgoglio vinseil dolore e tirò fuori l’ultimo fiatoprima della morte. “Sono il bri-gante Galera e il bene più prezio-so ho rubato in casa tua, il cuoredi tua figlia è roba mia..”. Il basto-ne spezzò la vita e le ultime paro-le di Ruggero, ma il nobile riuscìa sentirle. Mandò i servi in casa.Vittoria, la più giovane delle suefiglie non si trovò. La ragazzaricomparve a padre morto, dopolungo tempo, con un figlio ormaigrande al seguito. RuggeroCalvano in tutto uguale al padre,anche nell’orgoglio.

SIDERNO TRAOSTRICHE E COZZE

L’ORGOGLIODEL BRIGANTEGALERA

LE COLONNE DI ERCOLELE COLONNE DI ERCOLE

UNA STORIAUNA STORIA

CAPO SPARTIVENTO

CCARARTOLINE PER LA PTOLINE PER LA PADADANIAANIA * di Antonio Calabrò

Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com

1) CARLO CELADON, UN PECCATO ORIGINALE

Dati larivieraonline.com

Mimmo Gangemi al Calabria-WolfsburgMimmo Gangemi al Calabria-Wolfsburg

TTerre bianche arroventatedal sole. Paesaggi daFar-West all’italiana, con

piante spinose di capperi eulivi profumati e saggi, e poiancora canyon, e cimescoscese e dirupi e valloniinsidiosi. Terra selvaggia eforte, splendente di luce, apochi passi dal mare, pocooltre quel Capo che s’insinuanello Jonio e che provvede atener divisi i venti e aperti icuori.

2) SIDERNO: ARRIVA LA COMMISSIONE D’ACCESSO

3) LOMBARDO: UN’IMBROGLIONE POLITICO

4) “LEI NON SA CHI SONO IO”

5) FESTA DELLA MUSICA EUROPEA: SIDERNO C’È

6) UNA STORIA: L’ALITO DI CATERINA

7) ASSEMBLEA DEI SINDACI: IMPERITURA PRESIDENTE

A Wolfsburg è stato presentato il Premio lettera-rio Calabria-Wolfsburg. I promotori dell’evento,Maria Lia Ciconte, architetto, e Gilberto Floriani,direttore del Sistema bibliotecario Vibonese,hanno scelto la settimana dei festeggiamenti del50° anniversario dell’emigrazione italiana nellacittà della Volkswagen. Gli scrittori selezionatisono stati: Vito Teti con Pietre di Pane; MauroMinervino con Statale 18; Angelo Bubba conMaliNati; Francesca Viscone con Concerto aBerlino; Mimmo Gangemi con La signora diEllis Island. Tutti scrittori affermati, ma dallaprossima edizione questo premio mirerà a faremergere giovani autori calabresi che vivono inGermania.

IIn un periodo storico in cui lavita umana dei sidernesi èdisprezzata, le ostriche sono

già tornate sui tappeti rossi e coldoppio petto e gemelli si blinda-no nei loro G8. Da qualche setti-mana fanno finta di non conosce-re più quelle cozze che le hannoospitate nella fogna. «Riccardo Ritorto ha fallito…parlaalla pancia del popolo e non allatesta, a don Pepè e non più a donSimuni. Guarda i brocchi e nonvede le razze», bisbigliano ritiratinei loro circoli antiatomici. SeSiderno crolla, loro sanno comespostarsi di lato. Per ereditàhanno la via di fuga nel pedigreee l’Excelsior nel sangue. E oggi siaffrettano a pagare felici la tassadi successione: la tramanderannoai loro figli che vivranno puliti ilthe day after. La borghesia diprovincia vince sempre, perchégioca sul sicuro. Nelle bische enelle regge.I coloni questa volta si sono tiratida soli la zappa sui piedi e impo-tenti lasceranno spazio a quegliintoccabili che hanno già distri-buito gli inviti per il gran galà.Intanto qualcuno spera ancoranel gran finale.

Festa dell’emigrazione Calabro -Tedesca: I primi 50 anni nella città della Volswagen

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ATTUALITÀ

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L’arma migliore pergarantirsi la soprav-vivenza di un siste-

ma di potere corrotto è ilcostruirsi intorno unasocietà colpevole. Questoè avvenuto in generale inItalia, in particolar modosi è realizzato in Calabriadove l’assenza colpevoledi un potere statuale ingrado di dare pari oppor-tunità e condizioni di vitanormale ha infettato l’in-tero tessuto sociale. Perdecenni il “fare senza” èstato il principio guida deicalabresi. Trovarsi un lavo-ro, curarsi, studiare... anzi-ché un diritto lo si è inter-pretato come l’elargizionedi un potere, un favore enon una legittima aspira-zione. La gara fra la genteè stata quella a chi era piùfurbo, a chi aveva l’amicopiù importante. Anche l’a-vere giustizia è stata unalotta fra la propria forza equella di un amico abba-stanza forte da sanare itorti. L’assenza di un pote-re statuale che fosse padree non patrigno, di unpotere centrale debole hacontribuito alla creazionedi una società colpevole. Eun consesso sociale perva-so dal senso di colpa èdiventato il covo ideale diun groviglio di poteri,grandi e piccoli. Una casadalle mura solide che soloun terremoto potrebbe

spazzare via. Un edificiodi cemento armato chedovrebbe essere distruttoda chi comunque ha con-tribuito a costruirlo.Usciamo fuori dall’ipocri-sia dell’essere in maggiorparte onesti perché è,appunto, una finzione.Diciamo piuttosto che nonsiamo geneticamente incli-ni al malaffare, ma abbia-mo ceduto spesso allefacilitazioni che ci si pre-sentavano davanti. Nontutti, c’è gente che si èsempre sottoposta a ognigenere di sacrifici, che nonha mai chiesto col cappel-lo in mano. A questi ulti-mi altro non si potrebbefare se non costruirgli unpiedistallo e chinarsi aisuoi piedi. Ma tanti di noihanno chiesto, per se, peri figli, per gli amici. Tantidi noi davanti a ripetutischiaffi si sono stancati diporgere l’altra guancia.Parecchia gente le cara-melle da piccoli le ha fre-gate. Il sistema di poterecorrotto che regge laCalabria punta su questoper vivere, a ogni protestatira le orecchie ai più esa-gitati, ricordandogli ancheil più antico dei favori. Aquesto ricatto non bisognapiù soggiacere, non per sestessi ma per i propri figli,ai quali da subito bisognainsegnare che le caramellesi pagano.

Non vi sentite colpevoli se aveterubato le caramelle da bambini

NORDICI & SUDICIDI GIOACCHINO CRIACO

Il 21 Giugno Piazza Porto Salvo ha bal-lato dalle 19.00 fino alle 2 di notte. Lapassione, la vivacità e il calore dellatarantella nostrana hanno animato laprima delle tre serate della FestaEuropea della Musica. La manifestazio-ne si è aperta con un apericena con pro-dotti tipici offerti dalle Cantine Pichilli.Alle 20.30 è iniziato lo spettacolo. IGioia Popolare, Taran Quartet, iLisarusa, gli Etnosound, FrancescoLoccisano, Mimmo Cavallaro, CosimoPapandrea e i TaranProject hanno por-tato tutta la loro energia e il loro talentonella città di Siderno. E la città ha risposto con calore e affetto.La serata è stata presentata con ironia esimpatia da Alberto Gatto e MicheleMacrì. I due showman non si sonorisparmiati tra gags al rum e tagli dicapelli improvvisati sul palco. A fare daspalla allo spettacolo il salotto stampa de“la Riviera” ha intrattenuto il pubblicotra un’artista e l’altro. A condurre questo

spazio le nostre giornaliste, AntonellaItaliano e Eleonora Aragona. L’ospitepiù atteso e seguito è stato il sindacoRitorto accompagnato da OresteRomeo, coordinatore provinciale dellalista Scopelliti. La PiGreco Communication, organizza-trice delle serate, ha fatto delle sceltecoraggiose, ma è stata ripagata dalla par-tecipazione della gente e dal sostegnodegli imprenditori e della Cisl che hannosupportato la manifestazione. Il messag-gio della Festa è stato chiaro.

Nonostante tutte le difficoltà Sidernoc’è, vuole resistere e vuole riuscire asuperare questo momento. Lo vuolefare come comunità, unita e compatta.Anche la scelta di fare tre serate, e nonlimitarsi ad un’unica data, è stato unmodo per creare qualcosa per una cittàche se lo merita.L’evento è stato anche trasmesso indiretta su Telemia e su Studio 54Network.

Eleonora Aragona

Note Europee a SidernoDa giovedì a ieri sera la Locride ha ballato in piazza Portosalvo

Forse aveva ragione il discepolofedele di Lenin quando afferma-va che i comunisti sono fatti

d’una pasta speciale, uomini noncomuni, cioè. Ma è certo che il dr.Salvatore Maria Costarella, quaranta-settenne, primario del reparto di

Chirurgia d’urgenza degli OspedaliRiuniti di Reggio Calabria, è un chi-rurgo, fatto d’una pasta speciale, cioèun chirurgo così come nel campodegli studi Benedetto Croce è unmaestro. Gli uomini elevati nonhanno bisogno di aggettivi, che, lungidal qualificarli, piuttoso li delimitanoe li rendono confrontabili. Tale il gio-vane, già maestro, dr. SalvavoreMaria Costarella, che con il suo bistu-ri, sensibile alle sue dolci mani, comeun termometro, toglie tenebre alcorpo e gli restituisce la luce, scerpan-do il male oscuro dal bene intrappola-to. Così è avvenuto a me, con unpiede già nella fossa, essendo arrivatonel denso reparto del dr. SalvatoreMaria Costarella quando ormai l’o-

SALVATORECOSTARELLA,UN CHIRURGOPASQUINO CRUPI

Mentre le stelle nonstanno a guardare...

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POLAROID

CONFINDUSTRIA: CUZZOCREA NUOVO PRESIDENTE

DIAVOLO NERO

Fuori il curriculum«Sono orgoglioso di essere statoritenuto idoneo (alla nomina diPresidente del Parco), sulla basedel mio curriculum, dalMinistro Clini», così ha tentato

di tapparci la bocca l’avv. Sergio Laganà.Deve trattarsi - non c’è dubbio- d’un curri-culum formidabile e imbattibile, se un mini-stro tecnico, come Clini, ne è rimasto favo-revolmente impressionato. Siccome l’avv.Sergio Laganà è un uomo d’onore come loera Bruto, il Diavolo nero ha l’obbligo dicredergli sulla parola. E gli crede. E, tutta-via, la curiosità lomuove a volernesapere di più. Fuori ilcurriculum, che stra-namente è rimastonascosto come unamalattia vergognosa.Quali titoli culturali escientifici vi sonoelencati e squaderna-ti? Un’opera grandeche prolunga e con-clude la fatica storicadi Luigi Parpagliolo,primo ambientalista in Italia e costruttoredella “geografia estetica” della Calabria?Un monumentale lavoro, che rifà, comple-ta, oltrepassa il classico saggio di EmilioSereni, Storia del paesaggio agrario italiano?Un’antologia degli scritti di CorradoAlvaro, Francesco Perri, Saverio Strati eTotò Delfino sui luoghi e la gente inAspromonte? O anche, vista la sua profes-sione forense, un Codice per la difesa dellebellezze naturali dell’Aspromonte, secondo lelinee d’un romanticismo giuridico, di cuinon si ha più traccia? Noi così vorremmo che fosse. E, se così fosse, l’avv. Sergio Laganà riusci-rebbe a soddisfare finalmente il desiderio diGiustino Fortunato: morire senza più vede-re in Italia la scienza della raccomandazio-ne. Che bello pensare che il prestante gio-vane pervenga in cima per altezza d’inge-gno. Ma purtroppo la bomba atomica hameno segreti del curriculum dell’avv. SergioLaganà.

struzione del colon era quasi totale.Ora, grazie a lui, al suo coraggioscientifico, alla sua passione per lavita degli altri, sono ancora tra i

viventi. Ho sempre provato fastidio nei con-fronti della torma umana che ringra-zia i carabinieri per aver messo den-tro gli assassini, come se il loro com-pito volgesse al contrario.Ho sempre provato fastidio nei con-fronti di non pochi genitori che rin-graziano i docenti per avere bene

educato i loro figli, come se l’ufficioloro fosse quello di trasformarli dacavalli incipienti in asini compiuti. Edho sempre provato fastidio per quegli

ammalati guariti, che levano incensiai camici bianchi per il loro ritornoalla vita e alla salute, come se si addi-cesse loro d’aumentare gli introitidelle pompe funebri. Eppure, iodebbo e voglio ringraziare il dr.Salvatore Maria Costarella. Sul miocorpo egli non ha operato puramentee semplicemente un intervento chi-

rurgico, imponente e importante. Èstato capace d’un capolavoro, chenell’ordine mistico si chiama miraco-lo. Anche uno come me, che possie-

de solo la fede nella fededella sua vecchia madredefunta, alla fine è costret-to a crederci. Senza grandestridore, però. Poiché ilcapolavoro e il miracolosono sinonimi: dissomiglin-

ti nella parola, ma somiglianti nellarealtà della loro sfuggente compren-sione. Di fronte all’uno e all’altro siresta estasiati. Salvatore Maria Costarella, un chi-rurgo, il chirurgo. Un artista che sof-fia la vita dove la vita tende a nonpoter essere più.

Andrea Cuzzocrea è ilnuovo presidente diConfindustria ReggioCalabria.Vice presi-dente vicario è statoeletto Valerio Berti.Componenti elettivisono TommasoAquino, AntoninoBuonafede,Francesco Carnovalee Rosario Condarcuri.

Terrolivo duemila12trionfa laCalabria

IL PREMIO

Trenta assaggiatori professionisti prove-nienti da 11 differenti nazioni si sonocimentati, a Gerusalemme (Israele), pergiudicare gli oltre quattrocento oli parte-cipanti al concorso, che ha visto la parte-cipazione di sedici nazioni in gara percontendersi il Gran Prix di TerraOlivo2012. Non è casuale la scelta dei luoghi

del concorso, che si è svolto a pocadistanza dall’Orto degli Ulivi e dal SantoSepolcro. Ma la vera “sorpresa”, ampia-mente annunciata, è stata la grandeaffermazione delle aziende olivicolecalabresi. La Calabria puo’ vantare bendue aziende (Azienda Agricola LibrandiPasquale e Fattoria San Sebastiano) vin-

citrici della categoria “assoluta” GranPrestige Gold. L’affermazione continuacon altre 8 medaglie “Prestige Gold” adaltettante Aziende Calabresi. In definitiva, i numeri ottenuti convinco-no le aziende calabresi della qualita’ acontinuare nella strada intrapresa.

Il primario Salvatore Costarella toglie tenebre al corpo e glirestituisce la luce, scerpando il male oscuro dal bene intrappolato.Così è avvenuto a me, con un piede già nella fossa...

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ELEONORA ARAGONA

Il caldo estivo ha iniziato a farsi sentire. Imotorini sono stati recuperati dai gara-ge, ma a quanto pare i caschi sono statilasciati in soffitta. Per le vie della città gli

indomiti centauri sfidano la sorte e le pattu-glie della polizia e dei carabinieri.Quale potrebbe essere un buon motivo pernon rispettare la legge e rischiare, per essereottimisti, di rovinarsi l’estate? Per quantoriguarda il discorso cintura abbiamo i pigri.O quelli che non la mettono perché è sco-moda, gli impedisce di muoversi liberamen-te. Certo non è facile capire quali sposta-menti si debbano fare su un sedile di 60 cmmentre si è al volante di una macchina. Ilcasco sembra essere legato ad un problemad’immagine. Dopo aver passato delle oredavanti allo specchio per aggiustare al milli-metro il ciuffo, i ragazzi e le ragazze nonvogliono rischiare di rovinare tutto questoduro lavoro. Oppure ce chi lo porta come sefosse un bracciale. Effettivamente è unaccessorio molto elegante. Ma forse sarebbepiù utile metterselo in testa. C’è anche chinon lo mette per noia. Ci vorrebbe troppafatica a infilare il casco. Abbiamo chiesto algruppo “Giovani per la Locride” cosa pen-sano dell’uso di casco e perché lo usano omeno. Inaspettatamente ci hanno rispostoquasi all’unanimità che loro il casco lousano. Un commento che vogliamo condivi-dere con voi è quello di S.P.: «Certo! Masolo perché il 98% dei cittadini non rispettagli stop, i semafori e le varie precedenze. Inpoche parole: Il casco ti salva da un incredi-bile numero di idioti ;)».La sensazione di libertà che possono dareuna corsa in moto o in macchina sono purafantasia. Per dimostrarvi come anche i pro-fessionisti di questo sport, in cui la velocità eil pericolo sembrano farla da padrone, inrealtà rispettino tutte le norme di sicurezza,anzi forse anche qualcuna in più, abbiamointervistato Claudio Gullo. Claudio è unpilota di Lamezia Terme, classe 1980, pluri-campione nazionale di cronoscalate. Figliod’arte

Come è nata la passione per le auto e la velo-cità?Mi è stata trasmessa da mio papà Francesco,anche lui pilota di kart e auto, in pista e nellecronoscalate. Ho sempre respirato, da quan-do sono nato, l’aria delle competizioni... A 3anni mio papà mi comprò il mio primo quaddi appena 40cc di cilindrata. Ancora ricordoil colore, era giallo e aveva delle gomme lar-ghissime. In quel periodo non era come ora,non tutti avevano il motorino. Poi a 5 annimi ha comprato il mini cross con cui andavoa girare vicino casa mia, e nello stesso perio-do ho iniziato a guidare un go kart da 60cc.Col passare del tempo mi sono reso contoche la moto mi piaceva, ma che le quattroruote erano la mia vera passione. Ho parte-cipato alle gare di go kart, in Calabria e nelresto d’Italia, ho corso ed ho vinto moltevolte, battendo anche piloti che poi nel corsodella loro carriera sportiva sono arrivati inFormula uno, ad esempio Vitantonio Liuzzi.Ci siamo incontrati/scontrati nel 1992 quan-do me lo ritrovai come avversario al

Campionato italiano mini kart ai Giochidella gioventù a Savona. Nonostante i limitiche ho incontrato vivendo in Calabria,soprattutto la mancanza di sponsor, mi sonosempre tolto le mie soddisfazioni. Ho vintonelle cronoscalate 6 titoli nazionali nellevarie categorie in cui ho corso (2 CoppeItalia assolute, 2 Trofei d’Italia, 1Campionato italiano di categoria prototipi, 1Campionato italiano assoluto prototipiinternazionali e 2b). Nel 2009 il Coni mi haassegnato la “Stella dell Sport” al merito perle vittorie nelle cronoscalate.Un aneddoto? Nel 1988 in Calabria in un circuito cittadinoa Maida dovevo disputare una gara di gokart a cui tenevo tanto. Pochi giorni primasono caduto e mi sono spezzato un braccio,quindi fui ingessato. Avevo rinunciato all’i-dea di correre, però decisi di andare a vede-re comunque la gara. Quando arrivai lì, unamico mi disse che potevo correre anche inquelle condizioni. Mi prestarono un kartinsieme a tutto l’abbigliamento tecnico, corsi

con quel braccio ingessato e vinsi. Avevo 8anni e a fine gara ricordo che mi disseroridendo: «Se sapevamo che vincevi pure conun braccio solo non ti facevamo correre».Immagino non sia stato un problema daadolescente farsi comprare un motorino.Che tipo di pilota era?Non ho mai avuto problemi a farmene com-prare uno (sinceramente ne ho avuti parec-chi). Mio papà è un grande appassionato dimotori e quindi per me è stato facile. Magarisarebbe stato più difficile farmi comprare unpallone, visto che a lui non piace il calcio. Dapiccolo ero un pilota molto aggressivo inpista, ma l’esperienza fatta da giovane suicampi di gara ti permette di capire cosa faree cosa non fare. Su strada invece è giustoche un adolescente usi sempre il casco, datoche è l’unico accessorio che, in caso di cadu-ta o incidente, ti può salvare la vita. Di solitoinfatti quando sei in motorino, o su unamotocicletta, quando cadi la prima cosa che

sbatti è la testa. Quale consiglio si sente di dare agli adole-scenti imprudenti?Consiglio di utilizzare sempre caschi integra-li in materiali compositi, anche se costano unpo’ di più. È meglio spendere qualche euroin meno per comprare la moto, e qualcheeuro in più per un ottimo casco. Il casco e lecinture al 90% ti salvano la vita. Io in garaindosso un casco Suomy F1 con omologa-zione Fia, in linea con gli standard di sicurez-za di Formula uno, abbinato a un collareHans in fibra di carbonio, che protegge lacervicale in caso di impatto frontale. Usiamole cinture di sicurezza con 6 punti di attaccoe con sgancio rapido aeronautico.Quando vado in moto utilizzo un cascoArai che è tra i migliori in commercio. Sustrada in auto conviene sempre utilizzare lacintura e camminare a velocità adeguate.Perché il problema principale non siamonoi, ma gli imprevisti che possono succedereovunque.

RAGAZZI usate il cascosiete BELLIlo stessoCintura e casco sono stati lasciati in soffitta. I “Giovani per la Locride” ci hannodetto cosa pensano dell'argomento sicurezza. Abbiamo chiesto anche al campione dicronoscalate, Claudio Gullo, di darvi qualche consiglio sulla sicurezza in auto.

Il pilota l lametinoClaudio Gullo pluri campioneitaliano di cronoscalate

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PAGINAROSA

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LA COPERTINA

PASQUINO CRUPI

Nella Locride nes-suno sa stare alproprio posto.Ad ogni minimo

movimento di foglia tuttiscappano dalle lororesponsabilità. Senzadistinzione alcuna tra chigoverna e chi sta come inagguato all’opposizione.Siamo al suicidio dellapolitica, che finisce d’es-sere tale quando cancel-la dal suo modo d’essereil principio dell’autono-mia . Nella Locride- mapenso soprattutto lafatal Siderno- i politicinon sono autonomi, maautomi. Non c’è decisioneche non sia contrattatacon il Prefetto di fronte alcui ufficio sfilano piùprocessioni di quante necontempla il calendarioecclesiastico. Non c’èdecisione che non siainfluenzata e dettata dallamagistratura inquirente lecui iniziative vengonoaccolte, interiorizzandol’accusa che deve essereancora provata. Il 4 giugno il sindaco dr.Riccardo Ritorto vieneraggiunto da un avviso digaranzia, che non è né unrinvio a giudizio- e se lofosse?- né una sentenza dicondanna- e seppure? Evoglio subito aggiungereche l’avviso di garanzia-strumento giuridico tuttopendente da parte dell’in-dagato- a tale esagerazio-ne indecorosamente anti-giuridica è stato elevatodalla pattuglia impazientedegli aversari politici delsindaco Riccardo Ritorto.I quali, messi fuori dalComune dal voto popola-re, cercano ora di saltarvidentro per la via giudizia-ria. Anche questo a ripro-va ulteriore della fine del-l’autonomia della politica.Più che una vergogna,una colossale confessionedi impotenza politica. Maciò che scoccia e infastidi-sce di più è che lo stessosindaco dr. RiccardoRitorto abbia esagerato laportata dell’avviso digaranzia che lo ha rag-giunto, rassegnando sic etimmediate le dimissionidalla carica, destinate adessere confermate. E con-fermate, pur dopo dopo

il giusto appello delvescovo Morosini il qualesa bene quanto vale lagiustizia divina e quantoquella dei tribunali.Starò a vedere.Qualcosa d’orripilantel’ho già vista. Alla noti-zia dell’avviso di garanziadove si parla per il sinda-co Riccardo Ritorto delnon giuridicamente salda-to concorso esterno inassociazione mafiosa , iconsiglieri comunali delPD sidernese hannomanifestato l’intenzionedi dimettersi dalla carica,non esistendo le condizio-ni minime di agibiliàdemocratica. Ma, perdimettersi, hanno chiestoprima il permesso al pre-fetto Piscitelli che, in pre-senza di Marco Minniti edel sen. Luigi De Sena liha invitati a restare alloro posto. Ciò che hanfatto. Ne ho viste tante invita mia, ma un partito,come quello Pd, ridottosia succursale dellaPrefettura, questo è uninedito inaspettabile.Chissà se ci ha pensatol’ing. Domenico Panetta,cui poter falla e desiderioavanza, e che solo adessos’accorge che una caligi-ne molesta avvolgeSiderno, levandosi vaporiacquei da una lavanderiaonnivora , una sorta diIsola della Tortuga, granporto di mare doveapprodano uomini d’ono-re e politici senza onore.E prima perché no?

Perché, insomma, nelcorso della campagnaelettorale per le ammini-strative, vinte da RiccardoRitorto, la squadracapeggiatta da DomenicoPanetta non ha detto unasola parola sulla presenzadella ‘ndrangheta sullosvogimento dei ludi elet-torali? Forse perchéMimmo Panetta e i suoicompagni di viaggio sondei gattini ciechi chevedono solo con gli occhidei giudici? Ancora unavolta, a rimorchio, loro iliquidazionisti compassatidell’autonomia della poli-tica. I forcaioli restano for-caioli. Possono alzarepatiboli. Ma non posso-no spiantare Sidernocome faro di illuminatacultura demcratica cuiconcorsero con la lorointelligenza, con la loropassione, con il loro disin-teresse, con grande spiritodi sacrificio e di abnega-zione comunisti dellatempra di CecinoAlbanese, di GiuseppeGentile, di BenitoAmore, di GiuseppeFragomeni, di VirgilioCondarcuri, PeppinoReale , Giusepe Errigo,e socialisti della elevatez-za di Peppino Brugnano,Giovanino Riccio,Cosimo Iannopollo,Oreste Sorace, RoccoRitorto, Paolo Catalano eCesare Racco, dentro ilcosiddetto regno diAntonio Macrì. Ciò chedi alto, di elevato, diduraturo è stato costruitonel passato non crolladall’oggi al domani. Enon è crollato a Sidernola cui storia non può esse-re ridotta, contro ognivera storia, a storia giudi-ziaria.Volano i corvi a Sidernoe, purtroppo, con indicibi-le masochismo istituzio-nale, offre le carni ailoro becchi il dimissiona-rio Riccardo Ritorto.Avendo dimenticato lalezione garantista diGiacomo Mancii, cherimase al suo posto di sin-daco di Cosenza quandogli vene mossa limputa-zione di concorso esternoin associazione mafiosa equando addirittura fucondannato.

I forcaioli restanoforcaioli. Possonoalzare patiboli. Ma nonpossono spiantareSiderno come faro diilluminata culturademcratica cuiconcorsero con laloro intelligenza, conla loro passione, con illoro disinteresse, congrande spirito disacrificio e diabnegazionecomunisti elevati esocialisti elevati , nonfuori, ma dentro ilcosiddetto regno diAntonio Macrì.

IN EVIDENZA

I corvi volanoa Siderno

Per responsabilità verso la nostraterra abbiamo il dovere della com-postezza e della sobrietà. Gli insul-ti, la rozzezza, lo scontro persona-

le, sono sintomo di impotenza e di confu-sione mentale. Se dovessi tracciare unalinea di separazione tra la vecchia e logo-ra politica e la “bella Politica” di cui sisente un gran bisogno, non puntereiall’età dei protagonisti quanto piuttostoalla capacità di spersonalizzarelo scontro confrontandosi, inavanti. sui problemi.L’attacco di Vanity alla Locride non viene

dal nulla. Le insinuazioni riportatedall’Espresso sulla zona grigia, frutto di unaelucubrazione degna del museo dellandrangheta , non vanno prese come acqua

fresca. A Siderno si è insediata la commissione diaccesso. Siderno, paese più importantedel comprensorio Jonico, non avrà il sin-daco eletto.Non entro nel merito, ma non è fisiologi-ca questa sospensione della democrazianella Jonica ?E’ normale che su 40 comuni, sei venganosciolti per infiltrazioni della ndrangheta ?Noi non abbiamo poteri di assoluzione odi condanna. Possiamo al massimo tenta-re qualche pacata riflessione.Siamo sicuri che sospendendo la demo-crazia si sconfigge la ndrangheta ? Faccioun esempio classico di valenza storica .Ntoni Macrì inizia la sua carriera griffatanel 1929 in pieno regime fascista. . Infattila sua prima condanna risale proprio aquell’anno, ed è inflitta dal pretore diSiderno perché trovato in possesso di unapistola a tamburo e di un pugnale.

Nonostante la condanna vienemesso subito in libertà in segui-to alla amnistia del 1930 ( amni-

stia ed indulto non nascono con laRepubblica).Il 25 luglio del 1941, viene mandato a

Siderno in licenza “per lavori agricoli” inconsiderazione “all’ottima condotta edall’attaccamento al lavoro”.

Recupearela dignità

L’EDITORIALE

ILARIO AMMENDOLIA

Ciò che di alto, di elevato, di duraturo è stato costruitonel passato non crolla dall’oggi al domani. E non ècrollato a Siderno la cui storia non può essere ridotta,contro ogni vera storia, a storia giudiziaria

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GIOACCHINO CRIACO

Non sono di Siderno, quindinon ho votato per lui. Sono disinistra e in ogni caso non l’a-vrei votato. Ho letto delle

accuse che gli vengono mosse, mi sonofatto una mia idea e sarà un provvedi-mento giudiziario definitivo a chiude-re la vicenda. Intanto c’è una comunitàche ha scelto di essere amministratada lui, e se una parte di essanon lo ha fatto volontariamen-te andrà provato nelle sedicompetenti. Riccardo Ritorto farà lesue scelte, andarsene o no. Se si ritie-ne estraneo alle accuse che gli vengo-no mosse non deve mollare. Se è inno-cente deve restare al suo posto, per sestesso, per chi lo ha votato e anche pertutti i calabresi. Nessuno vede nel suoavviso di garanzia un complotto o unsopruso giudiziario, i magistrati legitti-mamente sono convinti della bontàdelle loro investigazioni. Ognuno svol-gerà il proprio compito nell’ambito deiruoli definiti dalla Legge e quando ilgiudice di ultima istanza si sarà pro-nunciato, la Legge e tutti noi trarremole conseguenze. Da qui ad allora nonci può essere un vuoto e non deveesserci nei casi analoghi. Non può per-durare la barbarie di una mafia che siinsinua nelle istituzioni ma nemmenosi può correre dietro all’inciviltà delsospetto, non si può soggiacere al con-dizionamento di un’accusa sino aquando non sia sentenza immodifica-bile. E, in Calabria, non si può più sog-giacere alla logica delle apparenze, lacolpevolezza è sostanza che diventadensa con azioni e omissioni che defi-niscono il reato. Chi sbaglia paga, con

prove alla mano. A chi non ha com-messo nulla non gli si debbono impu-tare reati ambientali e un popolo nonlo si può escludere dalla vita civile inbase al sospetto. Le abitudini calabre-si vengono, a volte in buona fede altremeno, scambiate per colpe come lefrequentazioni, le parentele. Questo èchiaramente un gioco al massacro, dalquale nessuno teoricamente può sot-trarsi. Un gioco che se portato in

fondo impedirebbe a molti, senon a tutti, di stare in divisa, intoga e in fascia tricolore. Una

logica che travolgerebbe ogni ammini-strazione locale. Una teoria che cela leeccezioni. A questa logica bisognaopporsi, il che non significa opporsi aigiudici, vuol dire resistere alle gognemediatiche, alle speculazioni politiche.Rappresenta la resistenza a una discri-minazione interessata che tende amarginalizzare ogni tipo di rappresen-tanza calabrese, sia politica che cultu-rale. Se, come afferma, lei è innocente.Sindaco Ritorno, resista a tutto. Lofaccia per noi più che per lei. E se èvero che nessuno può essere costrettoa fare l’eroe, ci sono tempi in cui biso-gna essere uomini. E di uomini, quelliveri e non pseudo tali, la Calabria hanecessità in questo momento per ritro-vare unione, identità e appartenenza.E, un appunto, quando noi abbiamocriticato la costituzione automatica diparte civile nei processi di mafia l’ab-biamo fatto nella convinzione che l’a-desione apodittica nella ragiona di unaparte significa abdicazione della sceltache persino Dio, puro spirito dogmati-co, ha rifiutato concedendo agli uomi-ni il libero arbitrio.

Sindaco Ritorto resista per tutti

L’APPELLO

Nessuno può essere costretto a fare l’eroe,ma ci sono tempi in cui bisogna essere uomini.E di uomini, quelli veri e non pseudo tali, laCalabria ha necessità in questo momento

Considerazioni analoghe faranno i carabi-nieri di Siderno che lo definiscono “irre-prensibile e laborioso” La democrazia non c’era, la libertà nean-che. La ndrangheta, e la sua connivenzacon il regime, però c’era tutta, e questoconsentì a Ntoni Macrì di presentarsicome punto di riferimento agli occhi deldottor Navarra, capo della mafia siciliana,nel 1946, appena usciti dal regime.Ho delineato questo lontano contesto sto-rico per dimostrare che la dittatura, non èincompatibile con la ndrangheta, anzi rap-presenta il naturale humus in cui questa sisviluppa e progredisce.Semmai v’è un rapporto concorrenzialetra la dittatura e le associazioni criminaliperché entrambe tendono all’oppressio-ne.Solo la politica, la buona politica, puòcambiare la società.Solo la libertà, una vera libertà, che nullaha a che fare né con quella reclamata daidelinquenti, né con i forcaioli di regime,può contrastare i fenomeni antisociali.C’è un tentativo evidente di far sprofon-dare la Calabria, e la Locride, nei fondalidel Mediterraneo, al pari dei disperati chescappano dalle guerre, dal terrore e dallafame.Noi dobbiamo sconfiggere questo tentati-

vo. Tanto più ci vogliono ndranghetisti,vili, rissosi, impauriti, tanto più dobbiamorecuperare la nostra dignità, il nostroorgoglio, la nostra fierezza, il nostrocoraggio, la nostra radicale e profondaavversione al sistema di potere di cui landrangheta è solo parte.Nel 1847 in uno dei nostri comuni, inseguito ad una rivolta popolare fu inse-diato un “consiglio comunale” che com-prendeva, per la prima volta nella nostrastoria, massari, capi mastri ed un inser-viente. Ho citato questo episodio perricordare che noi siamo un popolo matu-ro, democratico, ma sconfitto.Una sola cosa non si può e non si devefare: abbassare la testa e recitare, ancorauna volta, sul copione scritto da altri. Avolte andare controcorrente non è neces-sario ma fondamentale. Voltaire usò il“caso Calas” per una grande battaglia diciviltà. Analizzò le reazioni della folla, ilfanatismo, l’ondata colpevolista, l’impo-tenza dei pochi, l’opportunismo dei giudi-ci, la rabbia popolare. Denunciò come innome di tutto ciò furono sterminati degliinnocenti. Concluse poi con inno allarazionalità ed alla tolleranza. Una pre-ghiera laica di cui sentiamo, oggi più chemai, soprattutto nella nostra terra, ungrande bisogno.

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SOCIETÀ

PalioLa festa dei rioni

Il paese si è diviso in sei rioni, ma la “guerra” è solo un gioco di squadra.Feste, stendardi, canti e colori; cittadini finalmente uniti che si preparanoa vivere un’estate diversa. Tutto merito di padre Giuseppe Castelli. Persino il vescovo Morosini non vuole mancare al primo appuntamento!

Oggi l’antico e il passato ciattraggono in modo piùforte rispetto ad altreoccasioni e le rievoca-

zioni storiche sono il modo miglio-re per estraniarsi dal mondo e rivi-vere periodi che sono assoluta-mente affascinanti.Domenica 17 giugno la piazza cen-trale di Bovalino ci ha fatto riflette-re e immaginare come la rievoca-zione della storia e delle tradizionipopolari e culturali di un paesenon è un gioco, un ruolo da rico-prire e riscoprire per l’occasione oche ancora nulla ha a che fare conil mondo virtuale e della fantasia acui oggi siamo abituati.Così vedendo tanta partecipazio-ne, entusiasmo, orgoglio e sanarivalità abbiamo pensato che iltutto poteva e doveva essere diffe-rente e più reale. Abbiamo, in talsenso, immaginato che la suddivi-sione del territorio comunale nondovesse prescindere dalla storia edella realtà, ma proprio a questarifarsi. Sarebbe stato ancora più bello cheaccanto ai vari stendardi e coloriche rappresentavano i sei rioni ingara, ci fossero stati anche i rioni oborghi storici di Bovalino – nonsolo quelli territorialmente bendefiniti, quali Bosco S.Ippolito ePozzo – ma anche e soprattuttoBovalino Superiore, ossia la storiastessa del nostro paese!Lo spettacolo è stato straordinarioe toccante, la storia a braccetto conla goliardia. L’arrivo di tutti i rioni èstato un arcobaleno di ricordi cheha impregnano di luce le vie delpaese e i cuori e la mente della

gente e, per oltre quattro ore, haintriso tutto di un sapore antico,che si mescolava al sudore ed allapassione dei partecipanti e deglispettatori.Ogni rione ha interpretato a pro-prio modo la presentazione ufficia-le proponendosi in modo variega-to, così dagli eleganti e passionaliamici del Borgo si è passati agliallegri e nobili amici dellaCavalera, ancora dagli stravagantidi Malochia ai romantici diSant’Elena ed ai coloratissimi diRosa fino ai nostalgici del Centro. Momenti davvero da contemplaree custodire per il nostro paese, datroppo rassegnato al proprio desti-no che lo vuole lontano dalle pro-prie radici storiche e poco attentoalla propria immagine e pocoavvezzo a volersi bene.Per noi è stato un sogno, e puòcontinuare ad esserlo, se l’unicacosa che ci può far aprire gli occhie riportare alla moderna e apaticarealtà, ossia la gara e i vari giochi,non prenderanno il sopravventosulle emozioni ed i sentimenti.Infine, artefice di questo meravi-glioso momento storico perBovalino, non poteva che essere laParrocchia - unica realtà che, sem-pre, si è dimostrata attenta alle tra-dizioni ed alle radici storiche delpaese - e Padre Giuseppe Castelli,il quale ha presentato, elogiato emitigato la passione e il calore deipartecipanti e degli spettatori, consapienza, carattere e la bontà fran-cescana, dispensando consigli erimbrotti come solo un padre sa edeve fare.

ELPIDOS

Bovalino in piazza

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PAGINAROSA

Parlandodi...

di Domenico Logozzo

Il “Corriere Canadese” si confermauna voce essenziale per il rafforza-mento dei rapporti tra l’Italia ed ilCanada. Unita’ vincente. Da teneresalda e da irrobustire con iniziatie elinee operative molto importanti incampo economico,occupazionale,sociale e culturale.L’Istituto Italiano per la Cultura stafacendo apprezzabilissimeazioni,cosi’ come le validissimeassociazioni del volontariato,guidateda uomini umili e generosi,come ilcav.Giuseppe Simonetta,da sempreal fianco dei piu’ deboli,soprattuttodegli anziani,come ho potuto consta-re in questi giorni di permanenza aToronto.Ho avuto il piacere di cono-scere il cav.Simonetta ed anche l’atti-vissima Paola Bernardini,che dirige il“Corriere” . Un giornale voluto 58anni fa da Dan Iannuzzi,che ora sirivolge a tre generazioni di italiani,guidato da una giornalista che havarcato l’Oceano portando con se’un grande bagaglio umano e profes-sionale:l’esperienza,la cultura e lapassione per l’informazione di quali-ta’. Dall’Italia al Canada.PaolaBernardini, ha fatto alcuni anni fauna scelta molto importante per leie per la comunita’ italiana inCanada.Una conferma che l’apportodelle donne ha un ruolo determinan-

te nel mondo dell’informazione perl’integrazione,la pratica attuazionedella politica del multiculturalismo,la crescita moderna della societa’civile,lo sviluppo dell’economia edell’occupazione.Con quel tocco inpiu’ di sensibilta’ e intuito femminile

Viterbo sul prestigioso mensile GQItalia, diretto da GabrieleRomagnoli.Scriveva un anno fa:”Percambiare volto, e adeguarsi al mondocontemporaneo, l’editoria americanasi affida alle donne. Dopo i casi di TinaBrown - ex direttrice di Vanity Fair eNew Yorker, fondatrice del sito TheDaily Beast che ha acquisitoNewsweek - e Arianna Huffington - lablogger il cui sito, HuffingtonPost, èstato acquisito da AOL per 315 milio-ni di dollari - anche il New York Timesha al suo vertice una giornalista, JillAbramson. E’ la prima volta in 160anni di vita del quotidiano più presti-gioso del mondo”. Unbell’esempio.Che puo’ aprire nuovevie e riconscere la meritocrazia dellegiornaliste colte e capaci di costruireun modello informativodiverso,sgancIIiato dalle vecchie logi-che,senza rinnegare completanente ilpassato,ma guardano con piu’ atten-zione al presente per un futuromigliiore.Srive ancora VittorioViterbo:”Il caso della 57enneAbramson è certo il più eclatante diuna donna al vertice di un quotidiano.Ma anche in Italia non mancano i casidi direttori donna.RicordiamoConcita de Gregorio, gia’ direttore deL’Unità . Flavia Perina è stata direttri-ce del Secolo d’Italia , mentre tornan-do più indietro nel tempo si trovano icasi di Norma Rangeri, RossanaRossanda, Mariuccia Ciotta e RinaGagliardi (alla direzione de IlManifesto). Sandra Bonsanti è stata ladirettrice de Il Tirreno, ma le due pio-niere di una direzione al femminile diun quotidiano sono state MatildeSerao, fondatrice (nel 1892) e direttri-ce (fino al 1900) de Il Mattino, e PiaLuisa Bianco, che nel 1994 assunse ladirezione de L’Indipendente dopol’abbandono di Vittorio Feltri, diven-tando così la seconda donna italianadirettore di un quotidiano a diffusionenazionale”. Il giornale cesso’ poi lepubblicazioni.Ironia della sorte,oggi larotativa dell’Indipendente e’ di nuovoin funzione e stampa a Toronto ilCorriere Canadese con la RepubblicaAl comando una donna,appuntoPaola Bernardini.

che tanto hnno contribuito al rinno-vamento dell’ informazione,laddovesono state chiamate a ricoprire ruolidi vertice .Paola Bernardini e’ questoche sta facendo in maniera coraggio-sa da quando guida il CorriereCanadese. Guarda avanti in manieramoderna,nel rispetto delle radici econ il lodevole intento dipromuovere e rafforza-re iniziative editorialicome Tandem,l’insertodel sabato che si rivol-ge ai giovani.Per raffor-zare i legami tra italianie canadesi e per daresoprattutto alle nuovegenerazioni uno stru-mento culturale moltovalido per capire i puntiche uniscono le duecomunita’ e per allargare il confron-to costruttivo.”Un impegno moltoserio,come quello ben riuscito deicorsi di giornalismo all’universita’ diToronto che hanno ottenuto ungrande successo.Ripeterli e’ neces-sario ,si aprono nuove strade per

fare bene il mestieregiornalista”.Cosi’ parla con orgoglioPaola Bernardini, che ha iniziatotanti anni fa nelle Marche a scriveresul Corriere Adriatico e che oggi e’alla guida dell’unico quotidiano inlingua italiana del Canada. Donneal comando,nuovi spazi,riconosci-

mento della meritocrazia.In Italiaancora c’e’ molta strada da fare.InCanada l’editore del “CorriereCanadese”,molto radicato nellarealta’, ha fatto una scelta compiutaanche da grandi quotidiani mondiali,come viene ricordato da Vittorio

Il CorriereCanadese e Paola:una donna alcomando del famoso quotidiano

POLAROID

PREMIO “IO DONNA” A MIETTA CAMINITIMietta Caminiti è stata insigni-ta del premio Io donna. Lamanifestazione, giunta alla suaterza edizione, vuole essere unriconoscimento per le donneche si adoperano per lo svilup-po della Calabria.L’imprenditrice ha portatoavanti con impegno l’attivitàdel marito Renato ed è diven-tata direttrice della Casa dicura Caminiti, fondata quasicento anni fa. La manifestazio-ne è stata organizzata dalcomune di Campo Calabro edal Club Inner Wheel diReggio Calabria.

DALLATV ALDIGITALE

E’ nata, ed è FimminaSpegnete la tv, dice qualcu-no. E torto non ha, visti ipalinsesti esistenti. Dapochi giorni, peró, laCalabria è passata al digita-le terrestre, ampliando l'of-ferta. Si può sperare di tro-vare qualcosa di veramentenuovo? La risposta è: si! Edé un si che arriva propriodalla Calabria, dal nostroterritorio della Locride. Ènata qui Fimmina TV. Dalla prossima settimana,infatti, sará attivato lo swit-

ch on sul canale 684per dar concreta visibi-lità all'idea della gior-nalista RaffaellaRinaldis che, con ungruppo di giovani gior-naliste, under 40 al95%, vogliono mostra-re come proprio inCalabria la donna stiavivendo un momento diconsapevolezza piùforte del solito, legataalla propria identità edall'immagine di sè nel

mondo, nell'obietti-vo di appropriarsidella libera espres-sione di sè. Impresaardua se sei donnama, evidentemente,non impossibile.Sarà questoFimmina Tv, uno sti-molo alla coesionetra le donne calabre-si, per una visionecomune, nella batta-glia contro le discri-minazioni culturali,

soprattutto quelle che toc-cano le nuove generazioni.E se Fimmina è un termineusato in senso quasi dispre-giativo, Fimmina TV è ilprimo passo verso una ride-finizione culturale dellaFimmina, con l'esempiodella donna calabrese,forte, testarda, dura edeterminata. E allora,accendiamo la tv, chè final-mente è nata ed é Fimmina!

La Redazione

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Città di Locri

“Gruppo Consil iare Leali al la Cit tà”

Il consigliere comunale Giovanni Calabrese replica alla faziosa e fantasiosa ricostruzione dell’ultimo consiglio comunale fatta dal Circolo Locrinasce.

Ancora una volta mi sento obbligato a ribadire che il Sindaco Giuseppe Lombardo ha vinto le elezioni comunali ed è giusto che governi dimostran-do alla città capacità, competenza ed esperienza che sono stati gli slogan della campagna elettorale della propria coalizione, anche se dopo un anno sembrache tanta capacità, competenza ed esperienza non hanno portato niente di positivo e di utile per la città e per i cittadini locresi, anzi tutt’altro.

Però, nella qualità di consigliere di minoranza, non posso non esprimere le mie perplessità in merito alla affermazioni a mezzo stampa del CircoloLocrinasce intervenuto in relazione a quanto verificatosi durante i lavori dell’ultimo consiglio comunale e, pertanto, mi vedo costretto a replicare alle svaria-te inesattezze riportate dal comunicato a firma Francesco Mammì, Raffaele Ferraro e Pietro Parrotta al quale approfitto per formulare sinceri ed affettuosiauguri per aver brillantemente superato il concorso per legale dell’Ente dopo la lunga ed estenuante telenovela relativa a tale concorso che tra l’altro vedeoggi il legale di fiducia del Comune, Elisa Sansalone, sporgere formale reclamo contro lo stesso Ente che nei mesi scorsi lo aveva individuato quale legale difiducia dell’Ente.

Tornando alla difesa d’ufficio del Movimento Locrinasce in riferimento alle affermazioni del sottoscritto nei confronti del Sindaco Lombardo, mitocca evidenziare che nessuno dei tre firmatari del documento era presente in consiglio comunale al momento della discussione quindi, probabilmente, siriferiscono a cose loro riportate e quasi certamente riportate male.

L’educazione impartitami dai miei genitori, persone serie e perbene, ritengo essere stata una buona educazione dove, alla base di tutto vi è il rispet-to per gli altri e, soprattutto, il rispetto massimo per gli anziani e per le persone deboli. Proprio per questo non avrei mai potuto offendere il Prof. Lombardoe se in un momento di foga, nell’ambito sempre di un sano ed acceso confronto politico, lo avessi fatto, gli avrei chiesto pubblicamente scusa. Ma non essen-do ciò verificatosi non posso chiedere scusa.

Contrariamente a quanto riportato dal comunicato diffuso a mezzo stampa dai tre paladini del Circolo Locrinasce – movimento di evidente matricesettaria dove non si può ragionare ma si adula il “santone” indipendentemente da quello che afferma e da quello che fa – il sottoscritto non ha assolutamen-te definito “imbroglione” il Prof. Lombardo, ma lo ha definito “il più grande imbroglione politico della storia politica di Locri degli ultimi trent’anni”.

Tale affermazione è ben diversa da quella riportata dal definire semplicemente “imbroglione” – per come riportato dagli adepti del MovimentoLocrinasce – che altrimenti sarebbe stata offensiva e lesiva nei confronti di un qualunque soggetto e nel caso specifico del Prof. Lombardo.

Il Sindaco Lomberdo “imbroglione politico”, riferito tra l’altro ad un arco temporale, è cosa assolutamente ben diversa.Infatti, nel caso specifico, si può definire “imbroglione politico” chi abilmente cerca di scaricare su altri attori politici ed altri enti le proprie respon-

sabilità politiche omnicomprensive quando i fatti le evidenziano in modo chiaro ed incontrovertibile.E’ “imbroglione politico” , a mio modesto avviso, chi impone ripetutamente ad una assuefatta maggioranza un voto negativo, senza plausibile moti-

vazione, alle proposte concrete avanzate dai consiglieri di opposizione democraticamente eletti.E’ “imbroglione politico” , a mio modesto avviso, chi dichiara di volersi “costituire parte civile in tutti i processi contro la criminalità organizzata”

omettendo di dire che tutte le amministrazioni della città di Locri, indipendentemente dalla propria appartenenza politica, si sono sempre costituite partecivile nei procedimenti che hanno interessato la città, ed inoltre con la complicità del Presidente del Consiglio, alias “la volpe”, non ha dato seguito alla pro-posta dell’opposizione di prevedere la costituzione di parte civile in tali procedimenti nello Statuto Comunale pur essendoci stato, anche se con qualche maldi pancia, il voto unanime di tutto il consiglio comunale.

E’ “imbroglione politico” , a mio modesto avviso, chi sostiene che la bitumazione “gratuita” della via Cosmano derivi da una propria azione poli-tica, salvo non suffragarla con i giusti e fondamentali atti amministrativi e soprattutto farla dissestare dopo appena dieci giorni dell’avvenuta bitumazione.

E’ “imbroglione politico” , a mio modesto avviso, chi sostiene di aver eliminato le “spese superflue ed in alcuni casi quelle obbligatorie” salvo poiutilizzare risorse di bilancio per recarsi a Roma per “disbrigo pratiche”.

E’ “imbroglione politico” , a mio modesto avviso, chi critica gratuitamente il Presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, omettendo di dire ai cit-tadini che l’Ente guidato dal Presidente Raffa nel primo anno di mandato amministrativo ha rivolto grande attenzione nei confronti della Città di Locri rea-lizzando la riqualificazione della via Garibaldi che è una delle principale arterie della città e che collega il centro della stessa con l’Ospedale Civile allocatonella zona alta della città (50.000 euro), completato l’iter per l’appalto dell’Istituto Professionale, promosso il bando per la realizzazione dell’IstitutoAlberghiero, previsti i lavori per il completamento e ammodernamento del Palazzetto dello Sport, provveduto alla manutenzione di numerose strade e tor-renti delle contrade cittadine, dato la disponibilità per cofinanziare un centro di aggregazione giovanile per un importo di 210 mila euro, agevolato l’iter perla realizzazione del “piano spiagge”, dato disponibilità per facilitare l’iter burocratico per la realizzazione del “Porto Turistico di Locri” ed avviato un con-fronto con la Soprintendenza ai Beni Archeologici e Culturali per una maggiore fruizione dell’area archeologica della città di Locri e del Comune diPortigliola, aver garantito l’utilizzo gratuito del Palazzetto dello sport alle numerose Associazioni sportive cittadine ed infine l’impegno per garantire la set-tima edizione estiva del “Torneo Internazionale Femminile di Tennis Anno 2012” (unica tappa federale del centro sud) che rischiava di andare persa a causadei noti problemi economici del Comune di Locri.

E venendo all’ultimo consiglio comunale ed al contesto dove è stato definito il Sindaco Lombardo, “imbroglione politico” , e non “imbroglione”, siritiene inaccettabile ed offensivo nei confronti di un’intera comunità il voto contrario alla proposta dei gruppi di opposizione che prevedeva di rimodulare il“protocollo d’intesa” stornando 2.200.000,00 destinati alla realizzazione di una “piscina coperta e struttura polivalente”, i 2.000.000,00 destinato ad un CentroServizi per l’Artigianato artistico della Locride e 750.000,00 euro per la messa a norma della sede dell’Università destinando tali importanti risorse economi-che al completamento del Palazzo della Cultura e dell’Auditorium (ex area mattatoio), per la riqualificazione del lungomare cittadino che in una città a voca-zione turistica rappresenta il volano di un possibile sviluppo turistico, economico, culturale e sociale ed infine per la realizzazione di due campi di calcio aotto in contrada Licino traslando il previsto finanziamento di 500.000,00 allo stadio comunale dove sono necessari ed improcrastinabili importanti lavori diammodernamento con la reale possibilità di sostituire il manto erboso in con un terreno in erba sintetica con notevole risparmio per l’Ente in termini dimanutenzione.

Nella stessa richiesta dei gruppi di opposizione si richiedeva di modificare in tale direzione il protocollo di intesa “dando in ogni caso priorità allarealizzazione delle strutture scolastiche” e, soprattutto, “non andando assolutamente ad incidere sulle risorse economiche già destinate all’edilizia scolasti-ca”.Il sindaco Lombardo, al momento azionista unico della coalizione di maggioranza, nel rigettare le proposte dell’opposizione con voto contrario del consigliocomunale giustificava tale voto negativo “essendo a suo avviso opere non prioritarie rispetto alle strutture scolastiche. Nessuno dei gruppi di opposizioneperò aveva sostenuto il contrario.Strano però che il primo appalto del protocollo d’intesa, portato avanti dall’attuale maggioranza del Comune di Locri, non è una scuola ma il Teatro all’a-perto in contrada Moschetta, opera molto importante per la città, ma non sembra essere una scuola e quindi lo stesso sindaco si contraddice dimostrandoper l’ennesima volta di mistificare la realtà e di meritarsi l’appellativo del “più grande imbroglione della storia politica di Locri degli ultimi trent’anni.

Infine, in merito ad una maggiore richiesta di dialogo ed alla speranza che si abbassino i toni del confronto politico “rispettando le scelte dell’ammi-nistrazione” si evince che il Movimento Locrinasce, probabilmente impegnato nel nuovo e più confacente ruolo di organizzatore di eventi canori, non si èreso conto della grande disponibilità politica manifestata in tutte le sedi istituzionali nei confronti del Sindaco Lombardo e dei suoi supporters, disponibilitàad un confronto sulle problematiche della città che non può essere scambiata per una disponibilità a sottomettersi alle decisioni di un “uomo solo” che pre-tende di decidere per tutti. E’ chiaro, che dopo un anno, il sottoscritto e gli altri consiglieri comunali congiuntamente ad i rispettivi gruppi politici non essen-do riusciti ad avere il giusto dialogo e confronto politico e non essendo disponibili a subire il “Lombardo pensiero” continueranno ad esercitare il giusto ruolodi consiglieri comunali con proposte concrete per il rilancio della città e continuando a denunciare l’attuale pessima Amministrazione della città di Locridove, giorno dopo giorno, aumentano i problemi e la città, a causa di tale pessima amministrazione ed inconcludente amministrazione, sembra purtroppoessere caduta in una sorta di stato di abbandono con evidente disagio e preoccupazione da parte dei cittadini locresi

**************PS. Alla luce della recente difesa d’ufficio al Sindaco Lombardo, avanzata a mezzo stampa da tale Mammoliti Giuseppe (classe 1965), soggetto noto a tutti qualeprincipale corresponsabile del fallimento economico finanziario della città di Locri e per le folkloristiche e cabarettistiche iniziative politiche degli ultimi anni, devoaggiungere che l’unico imbroglio politico fatto dal Prof. Lombardo, che mi tocca condividere, è stato quello di aver sempre utilizzato elettoralmente il Mammolitipromettendogli che prima o poi avrebbe fatto il Sindaco di Locri. Il Mammoliti Giuseppe (classe1965), detto Pino, da trent’anni aspetta e…… spera!!!

Giovanni Calabrese

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Locride

LASTORIADI SAVERIO BARILLARO

Novembre era appena iniziato, ma il freddo,puntualmente, veniva attenuato dalloScirocco. Un vento umido, che soffiava dalmare, e che appesantiva l'aria di salsedine e diun insolito tepore. Un mese un po' triste, inrealtà, ma non per il giorno dei santi o perquello dei defunti che, al contrario, animava-no le strade, di Ardore e Bovalino, di genteaffaccendata tra chiese e cimiteri. Per la solitu-dine, piuttosto, che restava sospesa, attenden-do che la festa passasse. Ormai neanche il braciere riscaldava piùSaverio Barillaro, o Montalto che dir si voglia,e restava ore a fissarlo, ma quel gelo, cosìprofondo e latente, continuò a mangiargli l'a-nima. Saverio era un medico veterinario, lau-reatosi a Napoli al tempo della seconda guer-

ra mondiale, ed era tornato ad Ardore, nellasua cittadina, per esercitare la professione neipaesi calabresi. Onesto, lavoratore, dall'animomite e dai pensieri colti e raffinati. Il dottoregodeva della stima di tutti, godeva di salute, edi una situazione economica agiata. Neanchequesto, però, riuscì più a quietarlo.La sorella? la sentiva piangere ogni giorno,che destino strano. Un doppio legame con lafamiglia di suo cognato, due fratelli andatisposi ad altri due fratelli. Qualsiasi suo inter-vento avrebbe mandato a monte, non uno, madue matrimoni. Restò in silenzio mentre leurla gli gelavano il sangue. Si rifugiava così nelsuo lavoro di veterinario. Ma per quanto spin-gesse lontano i pensieri, le lacrime della sorel-la lo perseguitavano. La ricordava bambina,sulle strade di San Nicola d'Ardore, tra i loroterreni, la casa, i genitori. Lui e la sua carrierauniversitaria, lei e quel suo amore, poi marito.E divenne donna tra la biancheria di lino e laviolenza costante. Ma era la sua donna, primache di ogni altro. Era il suo sangue.L'impotenza lasciò spazio, una sera, ad unastrana consapevolezza, si svegliò dal torpore etutto, finalmente, gli apparve chiaro. Ora, chepercorreva il corridoio a passi lenti e si avvici-nava alla cucina, il gelo era sparito dal suocuore. Solo il freddo dell'acciaio del revolvergli restò impresso. E l'odore della polvere dasparo, subito dopo. Ma la sua amata sorella,finalmente, aveva smesso di soffrire. Fu unattimo, un raptus.

A.I.

Fu un attimo, un raptus

ANTONELLA ITALIANO

Le “buone intenzioni” hanno portato nellaLocride: darsene, eliporti, impianti didepurazione e aree per lo smaltimento deirifiuti ingombranti, e poi strade e infrastrut-ture, persino l'arteria di grande comunica-zione Bovalino-Bagnara, che sembrava unprogetto reale e non un miraggio, è rientra-ta oggi tra le “buone intenzioni” degliamministratori. La nostra atavica rassegna-zione ha messo poi il sigillo su tutto. E, dicampagna elettorale in campagna elettora-le, si è andato avanti così. Uomini colti ci hanno insegnato che persottomettere un popolo è necessario elimi-narne la cultura. Così un popolo, privato ditale linfa, senza teste pensanti (ma manivotanti) resterà impotente e incapace direagire ai soprusi. Per rinascere, quindi,necessita di conoscenza e di un coraggiosopensare; dal pensare all'agire sarà veloce ilpasso. L'informazione è fondamentale per la cre-scita delle nostre terre, ce lo insegna il con-sigliere provinciale, e presidente della com-missione Beni culturali e servizi sociali dellaProvincia di Reggio Calabria, AlessandraPolimeno. Una reale figura di collegamen-to tra i cittadini e gli organi decisionali algoverno, capace di creare occasioni di con-fronto concrete (e non passerelle) con lemassime autorità politiche della Calabria.Per questo sostiene, dall'inizio del suo man-dato, una campagna mediatica tesa a spie-gare il senso e la potenzialità delle infra-strutture in programma, l'iter proceduraleda seguire nella loro progettazione ed ese-cuzione, il modo in cui l'economia dellecoste e dell'entroterra potrebbe migliorare.Come ha fatto, del resto, nel suo ultimoconvegno, ospitato dal Parco commercialeCenter Gross di Bovalino. Un confronto apiù voci organizzato dal Movimento deiPopolari e Liberali nel Pdl, cui hanno par-tecipato anche il presidente della ProvinciaGiuseppe Raffa e il segretario-questoreconsigliere regionale Giovanni Nucera.E, finalmente, sulla darsena di Bovalino esul porto di Locri abbiamo iniziato a capir-ci qualcosa. Il primo, in particolare, sarà unporticciolo turistico da realizzare tra il tor-rente Malachia e il torrente Careri, nellazona sud della cittadina. Spiega Alessandra

Polimeno: «L'incontro sulla portualità hacome obiettivo la continuità con il percorsogià intrapreso negli anni scorsi per lo svi-luppo del turismo da diporto, attraverso larealizzazione di una darsena a Bovalino edi un porto a Locri. La localizzazione deiporti a Monasterace, Locri, Bovalino ePalizzi, sulla fascia ionica reggina, rappre-senta una proposta estremamente sensataed in grado di assecondare il più opportu-no orientamento di un territorio natural-mente votato al turismo, questo contribuiràad inserire definitivamente la Locride nelfiorente circuito internazionale della navi-gazione da diporto, con tutte le ricadutepositive connesse». Progetti confermati nel Piano regionale perle nuove strutture da diporto in Calabria,

come annunciato, qualche mese fa, dalgovernatore Giuseppe Scopelliti. Sarà unaconvenzione tra la Provincia e l'UniversitàMediterranea di Reggio Calabria a segna-re il primo passo della darsena bovalinese.Un passo che servirà a verificare, dopo piùdi trent'anni di congetture, le reali condizio-ni meteo marine dell'area che la andrà adospitare. «Gli approfondimenti relativi allafattibilità dell'opera - aggiunge il consiglie-re provinciale Polimeno - sono indispensa-bili per localizzare le zone naturalmentefavorevoli all'insediamento del piccoloporto, assieme alle valutazioni di impattoambientale e alla riqualificazione turisticaattraverso azioni sinergiche che realizzinouna rete che sia un vero attrattore per ilturismo da diporto. Così come sarà impor-tante avviare al più presto una procedurapiù decisa per la realizzazione della stradadi grande comunicazione Bovalino-Bagnara. Il potenziamento della portualità,oltre a garantire l'incremento dei postibarca, renderà la navigazione lungo lacosta ionica sicura, considerate le miglia didistanza tra il porto di Reggio Calabria equello di Roccella».Di fatto il progetto della darsena nascedalle richieste dei cittadini stessi. E la pre-senza di un pubblico numeroso e attento,nonostante il periodo denso di appunta-menti, lo dimostra. Una presenza che èrimasta costante fino alla fine del conve-gno. Conclude Alessandra Polimeno:«Tutte le volte che ci fermiamo a fare pole-miche sottraiamo tempo alla crescita delterritorio e alla costruzione di qualcosa dinuovo. Il convegno è stato un momento incui i cittadini hanno potuto conoscere lostato di fatto. Su tutte le iniziative ci dovreb-be essere il coinvolgimento della cittadi-nanza perché sia essa a portare nuove ideee suggerimenti».Perché un popolo istruito è quanto di piùprezioso possa esistere.

Darsena a Bovalino,e il porto? A Locri!

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DOMENICA 24 GIUGNO 2012 LA RIVIERA 15

Dalla parte della Locride lo è tutta la Regione. Nessun dubbio, quin-di, sulla proposta di legge avanzata dal consigliere regionaleGiovanni Nucera qualche tempo fa. Soddisfazione più che altro, pernoi che in queste terre ci viviamo, se verrà approvata, naturalmente.Così, senza veli, i 42 Comuni, dispersi tra lo Ionio e l'Aspromonte,saranno sottoposti al vaglio della Giunta regionale. E saran dolentinote. Ma non si scampa, perché solo accettando il grave stato dibisogno che affligge i cittadini si può operare nel modo più giusto. Un progetto ambizioso, dunque, quello redatto dal segretario-que-store Nucera, un progetto che riconosce, in primo luogo, il disagiosociale che vessa la Locride. Proprio per questo andrebbe trattatacome “area violentata”; con più riguardo e con più dedizioni dimolte altre. I media ci fanno, ogni giorno, fin troppo danno, ed è compito deinostri rappresentanti al governo, e della nostra caparbietà, fermareil vortice dannoso che ci vorrebbe abissati e servitori. Un abisso dacui sorgono stimati “anti qualcosa”, che difficilmente, comunque, sileveranno dalle loro comode poltrone e, ancor peggio, leveranno ilvolto dalle gratificanti telecamere dietro cui sentenziano. Piangono,ma con lacrime di coccodrillo. E poi ri-piangono, ma alla puntatasuccessiva. Dalla relazione che accompagna la proposta di legge riportiamo leparole dell'onorevole Nucera: “Questo progetto di legge si affianca,come iniziativa regionale, alle attività messe in atto dal GovernoCentrale nella programmazione delle Politiche per il Sud. Nella con-sapevolezza che la sicurezza è condizione necessaria ma non suffi-ciente per vincere la battaglia contro la 'ndrangheta e che la culturadella rassegnazione all'illegalità non si sconfigge con le leggi specia-

li, sono stati elaborati un piano operativo, fun-zionale allo sviluppo e all'occupazione, e unpiano straordinario, che contempla misureurgenti per rafforzare il controllo del territorio,una intensificazione dell'attività investigativa edei provvedimenti di sequestro e di confisca deipatrimoni delle organizzazioni criminali e inter-venti di più lungo termine, con il coinvolgimen-to delle istituzioni locali e delle associazioni deicittadini, per l'affermazione di una cultura dellalegalità”. Linea dura dunque contro il secolare cancro, manon solo. Gli interventi saranno rivolti soprattut-to al problema della disoccupazione giovanile,mentre i progetti ammessi al finanziamento siestenderanno a numerosi settori. Dalle opere diriqualificazione dell'area urbana degradata e deirioni attraverso la realizzazione di aree attrezza-te, ai centri di aggregazione, biblioteche, ludote-che, palestre, interventi alle scuole, alla realizzazione di aree verdi epercorsi pedonali e ciclabili. Gli interventi sui centri storici, con lacreazione o il ripristino di locali da adibire a laboratori di artigianiper il recupero dei vecchi mestieri, ci fa già pensare alle cittadinesuggestive dell'entroterra. Perché, a parte la 'ndrangheta, che ormai è chic, vantiamo di spetta-coli paesaggistici, beni culturali e coste da far invidia a chiunque. Avolte persino a noi stessi. Questo è il paradosso!

A.I.

Una giuria internazionale di 12 esperti assaggiatori provenien-ti da Germania, Italia, Spagna, Grecia, Stati Uniti, ha valutatogli oltre 700 campioni di olio d'oliva provenienti da tutto ilmondo, nella decima edizione del premio “Olio Award 2012”,organizzato dal celebre magazine tedesco Der Feinschmeker,un concorso che ogni anno si svolge ad Amburgo inGermania. La giuria, ancora una volta, ha premiato una dellenostre eccellenze regionali. Infatti, ad occupare una dellepiazze d'onore nella categoria fruttato leggero e l'olio extravergine d'oliva "l'Ottobratico” dell'Azienda Agricola Fazari, alquale è stato assegnato il premio “Award 2012”. Il prodotto, che si caratterizza per il suo fruttato molto piace-vole ed aggressivo, con odori e sapori che sanno di pomodoroverde, mandorle dolci e sentori di banana, mela gialla ed erbadi prato, esprime tutta la sua armonicità al gusto, completan-dosi con una equilibrata e persistente nota di amaro e piccan-

te. Soddisfatto l'amministratore delegato dell'AziendaDomenco Fazari il quale ha dichiarato: «Questa nuova affer-mazione consolida il percorso ormai portato avanti dallanostra azienda da moltissimo tempo, fatto di duro lavoro esacrifici continui. Per una famiglia come la nostra, che vive dasempre coltivando nel migliore dei modi la terra, questanuova affermazione ci rende immensamente felici per il risul-tato raggiunto, ma mai appagati. Ci fa piacere anche che inostri consumatori - ha concluso Fazari - si stiano abituandoad una cultura alimentare evoluta e sensibile che fa apprezza-re le nostre produzioni tipiche e di qualità. Per questo motivo,hanno sviluppato una grande capacità di comprendere lecaratteristiche organolettiche, salutistiche, di rispetto dell'am-biente e di valore storico culturale, che sono la base dei nostriprodotti e che noi da sempre esortiamo».

Rosario Franco

LAPROPOSTADI LEGGE DELCONSIGLIERE REGIONALE

SIDERNO: 5X1000

Nucera si batte per la Locride

L'Ottobratico dei Fazari conquista AmburgoX EDIZIONE DELPREMIO “OLIO AWARD 2012”

Sostieni laPro locoAncora un servizio in più per isoci della Pro Loco di Siderno.Dal 5 maggio, infatti, tutti i sociin possesso della Unplicard pos-sono usufruire di appositi scontinegli esercizi convenzionati dellacittà.Le aziende che, ad oggi, hannoaderito all’iniziativa sono 25, eoperano nei più svariati settori esono facilmente individuabili gra-zie a degli adesivi affissi in vetri-na. Anche se possiamo ritenercisoddisfatti per il numero e la qua-lità delle convenzioni fin qui sot-toscritte, stiamo ancora lavoran-do per offrire ai soci, nel piùbreve tempo possibile, un’offertaancora più completa.Sostenere la Pro Loco non costanulla: con la dichiarazione deiRedditi 2012, Cud, 730 e Unicopersone fisiche, sarà possibiledestinare il 5 per mille dell’Irpefalla Pro Loco di Siderno.Firmando nell’apposito spaziodella tua dichiarazione dei reddi-ti e indicando nei riquadri delcodice fiscale del beneficiario81004190807, puoi sostenereStoria, Cultura, Sapori eTradizioni della tua Città. I fondiraccolti saranno utilizzati perprogetti di promozione del terri-torio sidernese e di tutela delletradizioni e del patrimonio cultu-rale.Grazie per quello che riusciremoa fare insieme.

Il presidente Pro Loco Siderno,Agostino Santacroce

PENTEDATTILO

InaugurazioneMutrap

Venerdì 22 giugno è stato inaugurato ilMuseo delle tradizioni popolari, realiz-zato dall’Associazione Pro-Pentedattiloonlus, in sinergia con l'Agenzia deiBorghi Solidali. Attrezzi agricoli eoggetti d’uso domestico reperitinell’Area Grecanica e principalmenterealizzati in ferro o legno. Un pomerig-gio ricco di appuntamenti: seminario“Tradizioni Pop Folk” e promozionedella rete dei piccoli musei di ReggioCalabria, mostre fotografiche e tantamusica.

POLAROID

ASSEMBLEA DEI SINDACI DELLA LOCRIDEPassaggio di testimo-ne tra l’ex presidentedell’assemblea dei sin-daci, Ilario Amendolia,e il presidente neoeletto GiorgioImperitura, attuale sin-daco di Martone. 37Comuni (e altrettantiPrimi cittadini) per ilnuovo condottiero!Auguri di buon lavoro.

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SOCIETÀ: CALABRESI BRAVA GENTE

Nel convegno di Vicchio, dedicatoall’incontro fra Calabria e Toscana, c’erano croci da abbattere: gli stereotipi

Calabriain gitaToscanaROSARIO V. CONDARCURI

“Meridionali? Si. Emigranti? No, turisti”.Massimo Troisi, in Ricomincio da Tre,rispondeva imperterrito alla domanda sucosa ci facesse un napoletano a Firenze.Domanda scontata poiché la rispostadoveva essere obbligata: i meridionali sispostano solo per lavoro, non essendoconsentito loro il turismo di svago e dicultura. Uno stereotipo come tanti, checolpisce al nord al sud e al centro. Unluogo comunismo che non risparmia nes-suno, popolo o singolo. Tutti ne soffronoe ne portano la croce, nordici o sudici chesiano. Anche di questo si è parlato nelconvegno di Vicchio, dedicato all’incon-tro fra la Calabria e la Toscana. Il consi-gliere regionale toscano Enzo Brogi haesordito dicendo che non sa dire cocacola con la c aspirata, che anzi nemmenola beve e in più è vegetariano e di bistec-ca fiorentina non ne vuol sentire parlare.Poi ha continuato dicendo che quello èuno stereotipo, ma uno di quelli che sipuò portare con leggerezza. Si sono suc-ceduti quindi gli interventi degli ospiticalabresi: Mario Caligiuri, GiuseppeMagarò, Biagio Simonetta, PeppeVoltarelli, Florindo Rubbettino, RosarioCondarcuri, Gioacchino Criaco. Tuttihanno spiegato, seppur con accenti diver-si, che in Calabria esistono numerosi pro-

blemi che vanno affrontati e risolti, maun problema lo è diventato pure la rap-presentazione che si da della Calabria.Uno stereotipo che si è trasformato essostesso in dramma e che obbliga i calabre-si a una lotta per uscire dall’angolo visua-le nel quale sono stati costretti. Se si scri-ve si tratta di mafia, così se si discute se sifa musica, cucina arte. Tutto il mondo chegira intorno alla Calabria, ruota intornoalla ndrangheta. Francamente non se nepuò più. In Calabria c’è la mafia, la disoc-cupazione, la mala sanità. Ci sono cosenegative, come problemi ci sono in ognicontesto sociale e a qualunque latitudine.Ma i calabresi sono persone normali, nonfanno colazione con nduja e peperonci-no. Leggono, lavorano e sognano cometutti gli altri. Devono uscire dal guscio edebbono farlo senza sentirsi vittime di uncomplotto, anzi dovrebbero recitare unmea culpa per aver perso un elementoidentitario proprio, per aver rinunciato auna propria cultura ed essere diventatisub cultura. A Vicchio si è passata unagiornata a discutere fra gente normale. Siè mangiato, riso. A sera quando sul palco sono saliti PeppeVoltarelli e i Quarta Aumentata, sonovolate via in un soffio due ore. Le noteche hanno inondato la piazza di Giottoerano musica, di quella che non ha biso-gno di aggettivi.

Parlare bene della Calabria? Un miracoloBIAGIO SIMONETTA

Solitamente mi invitano per parlarmale della Calabria. Per raccontar-ne il suo volto più triste, quello lega-

to alle organizzazioni criminali. Ed èsempre una gran fatica far capire che ilmodello calabrese poco si differenzia(anzi, per niente) da quello emiliano,lombardo, o magari tedesco. Questa volta, invece, Peppe Voltarelli hafatto in modo che potessi parlare di“Calabresi brava gente”. Un miracolo.A Vicchio, appennino toscano che leva ilfiato, si è riusciti a portare l’immagine diuna Calabria terra difficile, che peròvuole farcela. Che vuole ripartire. A ini-ziare dalla partita di calcio fra i ragazzi

del posto e quelli di Mirto Crosia(Cosenza), fino al concerto di Peppe, alfilm di Giuseppe Gagliardi e al convegnoin teatro.L’equivoco di fondo che ci portiamo die-tro parte dalla considerazione svendutache “in Calabria ci sono anche brave per-sone”. Personalmente preferisco dire che“in Calabria ci sono anche i mafiosi”,perché la gente perbene, per fortuna, èmaggioranza. Dirlo a Vicchio ha avuto ilsapore intenso del primo gelato dell’an-no, quando arriva la primavera.Un’ottima esperienza, di là dai facili otti-mismi. La Calabria la conosciamo bene,coi suoi problemi, le sue difficoltà, i suoidisastri. Ma ripartire da una speranza ègià un buon punto di partenza.

L’equivoco: “In Calabria ci sono anche bravepersone”. Personalmente preferisco dire che “in Calabria ci sono anche i mafiosi”

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Cos’è la passionePEPPE VOLTARELLI

E'un viaggio di dodici ore in autobusper accompagnare undici adole-scenti ad una partita un allenatore

e due genitori fanno tre entusiasti oggil'entusiasmo è raro e chi lo possiede èricco si gioca a Vicchio nel Mugello la garatra la Us Vicchio e la Società SportivaMirto-Crosia categoria giovanissimi lachiusura della quindicesima edizione delFestival Etnica è dedicata alla Calabriacon un concerto un convegno e la proie-zione di un film prima di tutto questo allequattro di pomeriggio trentacinque gradiall'ombra c'è la partita la partità dellalegalità o della lealtà si suda da fermi glispalti sono semivuoti le casacche bianche eamaranto dei toscani e le maglie rosse deimirtesi spiccano sull'erba appena tagliatadello stadio come se fosse una vera finaleeuropea le formazioni entrano sul terrenodi gioco con orgoglioA che serve una partita oggi la domandaè legittima la risposta è semplice non sitratta semplicemente di una partita questaè un opportunità un pretesto per fare unviaggio per incontrarsi per conoscere altriragazzi e per condividere una giornataall'insegna dello sport senza trucchi unafuga dalla provincia una incursione in dire-zione nord un occasione per vedere inToscana una Calabria lontana dallo stereo-tipo con la faccia pulita di un dribbling sin-cero in palio non c'è nulla solo il gioco lacorsa e il palleggio il senso della squadraDopo venti minuti il Vicchio è avanti didue reti a zero i ragazzi toscani sembranopiù freschi e più abituati a questo tipo dicampo alla palla che schizza sull'erba enon la prendi i tecnici si sbracciano dallepanchine e chiedono acqua c'è troppocaldo. Il Mirto non demorde si difende mancanoalcuni uomini chiave del centrocampolunedi ci sono gli esami di terza media enon tutti sono potuti venire ci sono delledifficoltà nel palleggio forse il campo ètroppo liscio? fra me e me penso chequando una persona è abituata alla diffi-coltà ci mette un po ad orientarsi succedeanche alla guida se sei abituato nel trafficoa violenti stop and go alle voragini nell'a-

sfalto e a quelli che sbucano senza guarda-re quando arrivi nella tre corsie ti senti adisagio e per tutto il primo tempo ho pen-sato che stesse accadendo questo ai cala-bresi quegli attimi di sconforto misto arabbia che non ti raccapezzi....Ma nella ripresa la musica cambia dopol'intervallo il mister del Mirto urla ai ragaz-zi - state giocando in quattro solo quattroe vi dico anche i nomi...tizio caio e sem-pronio invece dobbiamo giocare tutti eimpegnarci tutti allo stesso modo sevogliamo recuperare - il monito all'unitàaveva cominciato a fare il suo effetto arri-vavano i primi tiri in porta le discese deiterzini un calcio di punizione dal limiteuna rete 2-1 Olè grida un tifoso isolatodalle tribune - Forza Mirto Forza - ma ilVicchio reagisce e si porta in avanti ripren-de il pallino e fa un altro gol 3-1 questanon ci voleva la compagine toscana sem-bra più organizzata ma i calabri riprendo-no a correre mischie a centrocampo con-trasti in area palloni di testa una volatasulla fascia e il Mirto ne fa un altro 3-2OlèLa partita diventa avvincente ci sono deifuorigioco un fallo entrano i soccorsi nien-te di grave affiora la stanchezza la corsa sirallenta sono le sei l'arbitro fischia la fineun applauso unanime saledalla tribuna i giocatori dientrambe le squadre siabbracciano e vanno a fare ladoccia Un giro al convegnopoi il film e alle dieci inizia ilconcerto i ragazzi sembra sisiano ambientati alla perfe-zione per le stradine delpaese Il Mister calabro si aggira peri tavoli con un occhio vigile acontrollare le mosse dei pic-coli sguardo disteso lo incon-tro alla transenna del palco egli chiedo - sei contento?distaccato come se fossimoalla Domenica Sportiva midice - la squadra ha giocatobene potevamo pareggiarema è lo stesso ... - la profes-sionalità prima di tutto....gra-zie Mister Riccardo

La partita:Della legalità e della lealtà? Trentacinque gradi all’ombra alle quattro delpomeriggio. Poi il festival dedicato alla Calabria

Nonteregghepiù

‘Ndrangheta? No, una giornata undimenticabile,insieme a grandi calabresi. Una rara lezione di cultura e di orgoglio di appartenenza

ENZO BROGI

Turi ha gli occhi azzurri e capelli bion-di arruffati. Turi suda e fuma, fuma esuda. Non sembra calabrese. Ma

anche lui quando viene al Nord spesso siscoccia. Se si siede ad un ristorante e sen-tono il suo accento calabro ecco che sicomincia con la ‘nduja e il peperoncinopiccante. Glielo dicono magari per corte-sia, oppure per fare un po’ i simpatici, macomprendo il suo disappunto. Accadepure a me appena apro bocca e la mia c,un po’ strascicata, mi identifica come tosca-no. Anche a me non piace sentirmi fare ilverso per la ‘ohahola ‘on la ‘annuccia ‘orta‘orta e coloraha. Io che la coca cola non lomai bevuta e che l’associavo sempre “adun proiettile americano al vietcong”. Oancor di più quando mi chiedono se vogliola fiorentina. Sono vegetariano e l’unicafiorentina che ho gradito è stata miamoglie, che appunto è nata a Firenze. E’così che accade, una specie di fisico delruolo che ci viene cucito addosso, anchecontro la nostra volontà, la nostra cultura.E’ l’identità percepita, quella che ci ha affi-dato la tradizione, le vicissitudini dellanostra terra, la storia. Diverse opportunità.Chi si porta dietro il Rinascimento e chi il

fardello, la zavorra dell’illegalità, insoppor-tabile come un cappotto di pelliccia d’ago-sto. Un fardello che non vorresti avere eche spesso non sai neppure perché seicostretto a portare. Certo per colpa dipochi. Allora sì che ti arrabbi, e vorrestiricordare a tutti, come hanno fatto i ragazzidi Locri, che sei la culla della MagnaGrecia. Vorresti raccontare come era raffi-nato Tommaso Campanella nel vedere ilpotere, quello temporale e quello divino.Ti piacerebbe leggere a voce alta CorradoAlvaro e far sognare ed incrudire per comedisegnava l’Aspromonte. Pretendi di inor-goglirti per il Nobel a Renato Dulbecco omagari gridare in faccia Rino Gaetano edil suo impareggiabile nonteregghepiù.Invece no, devi difenderti dalla ‘ndranghe-ta, da ciò che è accadduto a Duisburg,dalle famiglie, dai Nitto, dai Macrì. Devidifenderti da una politica che non si rinno-va, che occulta che corrompe e si fa cor-rompere. Aria, vento e mare puliti, che sidiffondano e si spalmino ovunque. Propriocome accadde domenica scorsa a Vicchiodel Mugello. Una giornata indimenticabile,almeno per me. Una rara lezione di cultu-ra e di orgoglio di appartenenza. Difficiledimenticare le parole di Gioacchino Criacoe Biagio Simonetta, e le loro opere. Il pre-

zioso lavoro editoriale diRubbettino ed il film diGagliardi. L’orgoglio di unarivista libera, ma libera vera-mente come quella sventola-ta da Vladimir Condarcuri.Ma ci faccia il piacere signorCetto La Qualunque, l’ondacalabra ce la facciamo canta-re da Peppe Voltarelli, perchéracconta una Calabria che cipiace di più “quella chedescrive le sofferenza di unaterra martoriata ma che safarlo in maniera sorridente,positiva allegra e giocosa conquel pizzico di ironia amara,che non si piange addosso.”Quella che vuole intrecciareparole forti come cultura,legalità, accoglienza e farledivenire azione di governocome ha promesso il prof.Mario Caligiuri. Grazie.

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La

Lettere, note e schermaglie

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la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

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Ritratti di Diego Cataldo,Brizzolato di Ruggero Brizzi, Loquie sproloqui di Filomena Cataldo,COLLABORATORIAnna Laura Tringali, MaraRechichi, Benjamin Boson, NikSpatari, Angelo Letizia, MarileneBonavita, Francesca Rappoccio,Mario Labate, Franco Crinò,Isabella Galimi ,Maria TeresaD’Agostino.

Direttore responsabile PASQUINO CRUPIDirettore EditorialeERCOLE MACRÌCoordinatrice di redazione: M ARIA ELENA FILIPPONE, In redazione: ANTONELLA ITALIANO, DOMENICO MACRÌ,MARIA GIOVANNA COGLIANDRO, ELEONORAARAGONA, NINO SIGILLI, ILARIO AMMENDOLIA.Editorialista: GIOACCHINO CRIACOArt Director: PAOLA D’ORSA

“[...] testimone della presenza di unaltro tempo all’interno del nostrotempo, ambasciatore d’un altromondo all’interno del nostromondo”

Quella mattina il mulo era nervo-so, infastidito dai due maiali neriche gli stavano intorno costrettidalle nostre verghe. Certamentenon gradiva sentire sulle sue spal-le lo strano movimento prove-niente dai due cesti, una con iconigli e l’altra con le galline. Eraagosto si partiva per la “mutazioned’aria”. Un viaggio, un lungoviaggio, nel tempo. Partivamo daun paese sonnolento nel suolungo medioevo, e andavamoverso l’antichità più remota.Su quel mulo c’era la nostrasopravvivenza per quasi duemesi. Le galline per le uova, iconigli per la carne. I maialisarebbero ingrassati mangiandoghiande e castagne. Noi avrem-mo mangiato loro durante l’in-verno. Poi tanta farina nei sacchibianchi, e infine un cugnetto diargilla smaltata pieno di sardesalate.Partivano le piccole tribù. La miaera la più numerosa, una quindi-cina di persone tra nonni, zia eduna nidiata di figlioli. Andavamoverso la nostra piccola casa dicreta e di pietre. Si arrivava attra-verso una mulattiera ripida che,in più punti, scivolava a picco sualti burroni che il torrente avevascavato nella pietra. Noi, l’acqual’avremmo trovata nella grotta, apoca distanza da casa, opera dimastri gruttari, con all’interno trefoglie di aloe incastrate nella roc-cia. Dalla foglia centrale scendevaun sottile, quanto prezioso, filod’acqua, dalle due foglie lateraliscivolavano le gocce che, neiperiodi secchi, cadevano semprepiù lente. La sera mettevamosotto quelle foglie delle grandibrocche di argilla, simili alle anfo-re greche, che avremmo ritiratepiene la mattina successiva, collo-candone altre da ritirare la sera.Tutto intorno il silenzio. Silenzioumano perchè parlava la natura:il belare delle capre, il ragliaredegli asini, il muggito dei buoi.Soprattutto il canto degli uccelli.Poi cadenzate, dolorosi, secchi icolpi di zappa colpivano la terra.Non la ferivano, la fecondavano!. Sparsi nella campagna, zappatoripastori, braccianti, agricoltori.Gente che pesava le parole, abi-tuata al lavoro duro ed ingratoma custodi di sapienza, di gesta,di ricordi, di leggende, di codici,di saggezza. Reduci di guerre san-guinose, custodivano una grandevolontà di pace. Accanto a lorodonne - matriarche , contadine,massare - espressione, spessoinconsapevole, di una grandeciviltà che volgeva alla fine.La mattina della partenza ci sve-gliavamo presto. Si partiva contanta allegria, lasciando alle spalleun paese che ad agosto diventavamaleodorante, inospitale, con l’a-ria stagnante, la case di pietrainfuocate. La siccità dell’estatenon consentiva alla pioggia di

pulire le strade. Noi andavamogioiosamente incontro ai fichi, ifichi d’India, alle mele calabresicon la faccia rossa, all’uva, allacastagne, alle mandorle,alle moredi rovo. Andavamo in un postodove l’orologio del campanilenon avrebbe segnalato lo scorreredelle ore. Il tempo era fermo. Noipassavamo dolcemente accantoal tempo, lo attraversavamocarezzandolo. La sera, la nostracasa, sperduta nel punto in cuicollina e montagna si stringevanola mano, era rischiarata dallalumera ad olio. Così era milleanni prima e così era per noi.Tutto intorno il buio e nella nottein cui le montagne assumevanostrane forme, e gli alberi sembra-vano giganti che si muovevanoma mano che la luna sfiorava leloro chiome.Verso sera il canto degli uccellicedeva il posto ai grilli nascostichissà dove, ed infine quandocalavano le tenebre la civetta ini-ziava il suo cchiù che raggiungevail picco intorno a mezzanotte perpoi diradarsi e spegnersi versol’alba. Quando qualcuno eraammalato quel cchiù ci facevapaura, perché , si credeva, annun-ciasse morte. Ogni sera ci riuniva-mo sull’aia antistante la casa. Sispegneva la lumera e le stelle bril-lavano. Mio nonno ci faceva daguida, indicandoci i segni delgrande libro del cielo. Segni pienidi magia e di mistero. identici aquelli usati dai nostri antenatigreci per attraversare il mare: lastella polare, il piccolo carro, lavia lattea, il grande carro, l’orsa.Come brillavano le stelle incollatesulla volta celeste! Spesso mi ècapitato di ritornare con la mentea quei segni del cielo. Quando cisi abitua ad osservare per ore lestelle, a navigare nel cielo, si trovadifficoltà a misurare le terra incentimetri ed il tempo in denaro.La via lattea andava verso qual-che angolo lontano dell’Universo.Dove? Cosa c’è oltre quel cielostellato? Certamente Gesù,Maria e Giuseppe, i santi, gliarcangeli, i serafini, gli angeli. Epoi, tutti i morti, i nostri bisnonnie anche gli zii che la guerra si eraportati via prima del tempo.Anche noi siamo stati oltre quellestelle prima di venire al mondo elì saremmo ritornati dopo lanostra morte. Nessun dubbio.Così era! Così era stato detto dachi ci aveva preceduto; dai nonnie dai nonni dei nonni. Io ho rottoquella lunga catena di certezze.La presunzione mi ha indotto aquesto passo e, non sono sicurodi aver fatto la scelta giusta.Quante volte ho provato a sfon-dare il muro del tempo e ricor-darmi della mia permanenza inCielo. Niente! I miei ricordi si fer-mano ai momenti in cui miamadre mi stringeva la petto. Unatto di amore immenso che tiinnalza dalla terra sino a farti toc-care il Cielo. Oltre non puoiandare! continua

L’OPINIONE di Ilario Ammendolia

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LA VILLEGGIATURA

LOQUI SPOLOQUI di Filomena Cataldo

CRONACHE DAL NORD di Vincenzo Carrozza

Piergiorgio Bellocchio, critico letterario piacentino, è statoanche un giornalista inusuale. Ha anticipato i tempi della satirapolitica e li ha oltrepassati nella sua “classicità”, esorcizzandogli avanzi di un atteggiamento non meritorio della stessa e diun senso del contrario imperante. A partire dal 1985 sulla rivi-sta “Diario”, fondata e diretta con Alfonso Berardinelli,Bellocchio scrive, con tono doloroso e comico, di una «vitaoffesa» in un contesto culturale e sociale postmoderno. Questo termine, pur non usato esplicitamente dall’autore, è ilfilo che lega tutti i saggi della rivista in un’ottica di ironico versoad una cultura di “professori” divenuta quanto mai infida. Iericome oggi, potremmo osare di dire. Nonostante la rivistariprendesse un progetto di «critica dell’ideologia” di anni pre-cedenti all’uscita del “Diario”, ciò che fu d’impatto allora, laforma stilistica, si ripropone ancora oggi con forte attualità. Quel punto di vista così personale, diaristico appunto, divincolatotalmente l’esercizio della critica da alcuna prospettiva di tra-sformazione sociale. Si tratta di mera satira. Avviene anche

oggi nei salotti televisivi. E nulla ci fa pensare ad un progettoevolutivo e migliorativo dello stato attuale nella finalità di chi“satireggia”. Ebbene, dunque, i saggi pubblicati da Bellocchionegli anni Ottanta hanno il merito di descrivere un’Italia grot-tesca, dissociata, deformata da una modernizzazione chenasconde antichi vizi, senza responsabilità civile e senza laguida di una vera classe dirigente. L’attualità della lezione diBellocchio sta in un convincimento critico di «fine della politi-ca». Fine, questa, (rivelata anche da Pier Paolo Pasolini negliultimi scritti) che viviamo acremente ogni dì e contro la qualenon possiamo nulla, almeno in termini di dialogo. Essa è diven-tata sempre più cancerogena negli anni della «partitocrazia»,della telecrazia, della pubblicità dominante. L’individuo rimaneschiacciato dalla pressione delle necessità di potere. I saggi del“Diario” di Bellocchio sono, ancora oggi, la fotografia di unaItalia che, se possibile, è anche peggiorata rispetto agli anniOttanta e della quale non ci resta che ridere. Essendosi perso,ormai, il senso del confronto.

ANCORA SULLA SIGNORA DI “VANITY FAIR” E SULLA SIGNORA DI MONASTERACE

RISPONDE il direttore

Caro direttore, devo unirmi al coro dellecritiche suscitate dal servizio dedicatodalla signora Imma Vitelli alla notavicenda del comune di Monasterace perdue ragioni. La prima è di carattere personale. Lamia conversazione con la giornalista èdurata quaranta minuti durante i qualiho avuto modo di rispondere alla suedomande manifestando il mio pensierosulla vicenda. Nel resoconto giornalisticovengono riportate pochissimi riferimen-ti, alcuni virgolettati, che non corrispon-dono a quello che ho detto, e, pertanto,si prestano ad interpretazioni maliziose earbitrarie. Le espressioni «E una monta-tura politica del PD. La ‘ndrangheta nonc’entra» non le ho pronunciate. Hoespresso l’opinione che è stato dato unclamore eccessivo alla vicenda tanto dafarla assurgere a caso nazionale per unastrumentalizzazione del PD, che hacavalcato l’episodio, e ho fatto riferimen-to ad altri casi altrettanto gravi di sindacicalabresi, oggetto di intimidazioni, chenon hanno avuto la stessa eco.Attribuirmi l’affermazione che «la‘ndrangheta non c’entra», frase che nonho pronunciato (ne ho la piena certezzadopo avere ascoltato la registrazione del-

l’intervista), è molto grave ed è lesivodella mia dignità e prestigio. Alle insi-stenti domande della giornalista su qualefosse la matrice delle intimidazioni horisposto che non sono in grado di stabili-re se siano o meno di natura mafiosa,non spettando a me il compito di sco-prirne l’origine. Ho aggiunto che ritengo di avere subitola violenza di Stato a causa delle mievicende giudiziarie, di cui la giornalistaera informata, che si sono concluse tutte,ribadisco tutte, o con l’archiviazione ocon assoluzioni piene davanti al GIP, conla più ampia delle formule. Passando adesaminare il resto dell’articolo, non sipuò non restare sgomenti nel leggereche la giornalista ha provato «la sensa-zione di non essere in Calabria, Italia,ma in un qualche luogo remotodell'Afghanistan…».Questa descrizione è smentita da lei stes-sa, laddove afferma di avere sentitomolte voci e dal fatto che molte perso-ne le hanno espresso il desiderio di dia-logare con lei, tanto che era stato orga-nizzato per il pomeriggio un incontro adhoc, saltato a causa di suoi sopraggiuntiimpegni. Il sindaco, che ha manifestatovergogna per la deturpazione del vec-

chio convento, si è guardata bene dalfarle osservare e “gustare” il recupero diantiche piazzette del centro storico, rea-lizzato durante la sua amministrazione,con colate di cemento e intonaci moder-ni su antiche mura, oppure lo scempiodella piazza più bella della FrazioneMarina demolita proprio dal sindacoLanzetta e rimasta in quello stato ormaida più di due anni con una motivazione,a dir poco esilarante, che autorizza a rite-nere che sia stata decisa non certo nel-l’interesse pubblico.La signora Vitelli, alla quale ho illustratoquest’ultimo argomento con dovizia diparticolari, non ne ha fatto cenno, nonrientrando nella sua missione parlaredella mala gestio del sindaco Lanzetta,bensi farne l’apoteosi con l’illustrazionedelle sue memorabili gesta, per riportareordine e legalità in un comune «a lungoeden dei socialisti, degli appalti dell'edili-zia selvaggia,del lungomare con le villet-te dei notabili al di fuori di ogni piano.Combatte il malaffare». Si lege ancora:«Non esiste il protocollo degli uffici e simandano avanti solo le pratiche degliamici. Si prende il caffè a tutte le ore e icittadini entrano e si siedono sulle sediedegli impiegati. Il Far West. Lei blocca gli

L’esperienza del “Diario” di Piergiorgio Bellocchio risulta ancora attualeLa «fine della politica»

IL SUD PRIMA DELL’UNITÀ/ CONTINUA…..

Il SUD e i SUDICI furono dunque salvati dai fratelli Piemontesidalla fame, dall’ignoranza, dalla sporcizia, dalla disoccu-pazione e dai vili Borboni? Continua l’elenco dei primati delRegno delle Due Sicilie. Continuate a meditare gente.PRIMATI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE1. Produzione del 100% di agrumi e cotone d'Italia2. Produzione del 40% della seta e della lana d'Italia3. Produzione dell' 80% del tabacco d’Italia4. Primo ponte sospeso in ferro d’Italia (sul Garigliano, fattosaltare dai tedeschi nel 1943)5. Primo telegrafo elettrico d'Italia6. Prima ferrovia e prima stazione d’talia 7. Prima illuminazione a gas di una città d’Italia8. Prima istituzione del corpo dei pompieri in Italia 9. Prima istituzione dei collegi militari (Nunziatella)

10. Più antica banca d'Italia (banco dell’Annunziata 1487)11. Primi assegni bancari della storia d'Europa12. Maggior rendita dello stato quotata alla borsa di Parigi(120%)13. Minor tasso di sconto (5%)14. Miglior finanza pubblica in Italia (445,2 milioni di lire, rispet-to al Piemonte che ne aveva 27 e allo stato di Toscana che neaveva 85)15. Maggior numero di Società Per Azioni in Italia 16. Prima crociera turistica nel mediterraneo17. Primo codice marittimo Italiano18. Primo codice militare19. Primo istituto di motivazione delle sentenze20. Prima cattedra universitaria al mondo di Economia politica(Antonio Genovesi)21. Istituzione delle cattedre di psichiatria, ostetricia e chirurgi…..continua

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la RivieraHANNO COLLABORATO

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KAPPADUE di RUGGERO CALVANO

Sono nato e cresciuto inVal padana, ci ho vissutoabbastanza per capireche il sistema di vita occi-dentale non era adattoalle mie attitudini. Il benessere, una retefunzionante di servizi e diopportunità purché appa-ganti non rappresentanoil meglio per l’uomo o,almeno, per quelli comeme. La ricchezza più grande èil tempo, avere a disposi-zione spazi da condivide-re con chi si ama, starecon gli altri. Godersi lavita significa lavorare ilmeno possibile, ossiaquel tanto che basta persoddisfare le esigenzeprimarie. Vivendo a Milano hovisto troppe esistenzespendersi in lavori e pra-tiche sociali totalmentepadroni del tempo perpoi andarsi a spegneresopra le panchine di unparco cittadino una voltaspremuta l’ultima energialavorativa utilizzabile.Nelle società economica-mente avanzate si viveper morire, nelle societàculturalmente avanzate sivive e quando la mortearriva non lascia rimpian-ti. Fermatevi un attimo apensare, ci fanno correreappena nati, ci imbriglia-no in asili, scuole, corsi,

palestre, file, pratichedocumenti, lavori, multe,mutui, sentenze, schermi,tastiere, ecc... una vita acorrere senza mai tirare ilfiato. Il tempo ci passa addossoe ci ritroviamo a farceladentro i pannoloni tiratiper il braccio da unabadante dell’Est. Confondiamo il benesse-re con la macchina, la tv,il cellulare, la vacanzalow cost. E il benesserein realtà è una cosa sola,il tempo.In Aspromonte non cisono soldi, comodità,niente Hogan o borse diVuitton. Ti sveglia il solee ti mette a letto la luna. I ritmi vanno da soli,secondo natura. Al Sudper mangiare ma non faifile, non le fai davantiagli sportelli, non le fainel traffico per il lavoro eper le vacanze. In monta-gna non aspetti con ansiail passaggio del postinoche ti rifila l’ennesimacartella esattoriale.Nessuno ti intercetta per-ché i telefoni non funzio-nano, nessuno analizza latua mente attraverso iltuo profilo facebook. In Aspromonte non siviene per sfuggire allavita, ma per vivere. Danoi c’è la ricchezza vera,il tempo.

In Aspromonte per costruirenon per fuggire

Ritratti *ddii DDiieeggoo CCaattaallddoo

Cantastorie. Sul finire degli anniOttanta sposta la sua ricer-ca verso le radici della tea-tralità meridionale, e inparticolar modo sull’anticatradizione dei cantastoriesiciliani. Tra gli spettacolidi maggiore successo tro-viamo: Storia di SalvatoreGiuliano,1989 – “‘Ntricatastoria di Peppe Musolino,2001” – tra gli ultimi spet-tacoli (2004) troviamoCiao Amore Ciao unospettacolo dedicato aLuigi Tenco. Nino Racco ètra gli attori più conosciutiin Calabria.

NINORACCO

IL BRIZZOLATO di Ruggero Brizzi

Domani, entro la settimana prossima, a finemese sicuro, tempu du tri jorna, nu pocu ipazienza, massimo massimo entro il 15,domani nel pomeriggio, appena il ragionierefa i conti, tempo che arrivi l’assegno, devosolo fare il bonifico, ti richiamo io giovedì eti dico, ma non ci sono problemi, stai tran-quillo.È così, lo so per certo, per tanta gente.Per tante persone che lavorano e pur dirimanere dietro una scrivania, un banco, unacassa, sono pronte a rinunciare anche aglistipendi, a subire ritardi abissali. La gente di

Calabria è così. Non ci si può far nulla. Non conosce gli scioperi, non rinuncia maialla speranza, non urla; confida nella bontàdi chi gli ha dato un lavoro. È rispettosa dichi ha dato da mangiare ai propri figli, accet-ta subordinata e silente le meccaniche di uncapitalismo sballato ed esasperato, lo fa atesta bassa, logorandosi dentro senza darlo avedere. Non sciopera perchè non sa, perchéè meno acculturato o perché non capisceche il sopruso subito è un diritto non rispet-tato. Il lavoratore calabrese attende perché,nel proprio background culturale, sa cosa

sono la fiducia e la riconoscenza e li indivi-dua negli occhi prima che nei codici civili. L’arretratezza calabra è anche un simbolo dibontà, di trasparenza, di fiducia.La gente di Calabria è buona, forse la piùbuona di questa Italia carica di disperazione.La gente di Calabria meriterebbe rispettosolo per il silenzio che continua a coltivare.La gente di Calabria si ama, ma ha paura diconfessarselo. I soldi non gli servono per sor-ridere, ma per non morire.

LA GENTE DI CALABRIA È COSÌ

abusi edilizi, chiama all'ufficio tecnico,che controlla gli appalti, persone esterne,insomma combatte».Non possiamo immaginare che altri, aldi fuori del sindaco, abbiano fornito que-sto quadro sconfortante alla dott.ssaVitelli. È una tonnellata di fango butta-ta senza ritegno sui suoi predecessori esu tutti i dipendenti comunali, tramortitida tanta cattiveria e da tanta menzogna.I permessi a costruire non li rilascia il sin-daco ma il responsabile dell’Ufficio tec-nico, che emette anche le ordinanze didemolizione. Gli appalti sono affidatialla stazione unica appaltante. La giran-dola di tecnici esterni ha provocato inpassato disguidi, perdite di finanziamen-ti , condanne del TAR per provvedimen-ti abnormi. Insomma, una serie di guaiper il Comune. Quali sono le villette costruite fuori daogni piano, al di fuori delle modeste abi-tazioni sorte su suolo demaniale neglianni 50/60?I socialisti hanno reso Monasterace uneden, si con gli appalti, tantissimi, realiz-zando moltissime opere che adesso ven-gono distrutte o deperiscono per abban-dono. Questo è il quadro veritiero diMonasterace che i cittadini sgomenti

osservano e nel quale vivono. Un sinda-co che si esalta denigrando e disprezzan-do tutto quello che gli sta intorno, non sirende conto che per conquistarsi la stimae l'affetto dei suoi cittadini deve ammini-strare bene, con umiltà, con equilibrio,con umana comprensione, accettando lecritiche e ammettendo i propri errori. Vuole combattere la criminalità, crimi-nalizzando un intero paese, i precedentiamministratori, i dipendenti comunali,dicendo che lei ha portato la legalitàdopo lo scioglimento per mafia delConsiglio comunale, affermazione falsa,di cui abbiamo sentito l'eco su giornalinazionali e in trasmissioni televisive?Non è questo un modo per fare nascerenell’opinione pubblica sentimenti diriprovazione, di umiliazione e di indigna-zione? Quando, invece, è necessario chel’indignazione e il disprezzo siano tutticoncentrati sui responsabili degli atti cri-minosi, siano essi mafiosi o delinquenticomuni, a danno del sindaco e di altri cit-tadini.Bisogna difendere l’orgoglio e la dignitàdel nostro popolo, nel quale la presenzacriminale è una piccola minoranza, chela deve smettere di compiere atti intimi-datori, che deve abbandonare la strada

del crimine, che ha sfregiato l'immaginedel paese, diventato tristemente famosoper atti criminali, nei confronti dei qualila condanna deve essere insistente, una-nime, corale. È umiliante vedere un sindaco scortato.Il primo cittadino deve essere protettodalla stima e dall’affetto dei suoi ammi-nistrati, in mezzo ai quali deve operare evivere la sua vita serena e libera, sapen-do che chi amministra è soggetto a criti-che, che sono il sale della democrazia enon fonte di odio. È la politica, bellezza!

LA RISPOSTA

Caro Avvocato, la gloria d’unacitazione sulle pagine delleriviste patinate si paga cara. LaLanzetta in questo ha prece-detuto tutti. Del resto, conce-dendosi a Vanity, come puòaccadere che il risultato nonsia vanitas vanitarum?

Passunu i jorna chjanu, a unu a unu,Comu coccia i rosariu nta nu pugnuMmanca ormai nu pocu i mi bandunuE nommi sugnu cchjù, chijju chi sugnu.

Attri maceri, munzejji i povertà,Niri disgrazi telecumandatiVana ricerca di santa libertàSana dignità, cchjappata a petrati.

Rroba puru cu non ndavi bisognuRroba u riccu, m'è cchjù riccu ancora,Leju i giornali e quasi mi virgognuDomani ncigna n'attra tristi urora.

Nta ssi capannuni sunnu nterratiGamb'e brazza d'operai, fatti a cruci,L'onori i chista terra, l'umiliati,Chi nghiuttinu velenu, senza vuci.

E sutta si munzejji, ndavi puru,Nu previti chi cerca u Crucifissu,N'attru poviru, senza cori duru,N'attra lavagna nira senza gissu.

Jjà ssutta tutti nui, simu nterrati,I nostri sogni fatti purverataTraduti, umiliati, maltrattati,Di na casta ndegna e disonorata!

U ddù giugnu, po' nsemi, festeggiati,E jiti a pranzu, mangiati e mbiviti,Di carni e pisci siti foraggiati,Mbriachi, faciti finta ca ciangiti.

U DDÙ GIUGNUBRUNO S. LUCISANO

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la Riviera

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Sport

Ironia della sorte, dopo Cesare (Caio Giulio), un altro èchiamato, duemila anni dopo, alla conquista della Britannia.Tocca a Prandelli, Cesare per l’appunto, il compito di guida-

re la propria legione contro l’Inghilterra di una vecchia cono-scenza del calcio italiano come Roy Hodgson. Italia -Inghilterra è l’ultimo quarto di finale di Euro 2012. Che avver-sario dobbiamo aspettarci stasera? E soprattutto, è congenialeal nostro sistema di gioco e ai nostri giocatori? Non è sicura-mente la miglior Inghilterra che ricordiamo, ma i Leoni sonosempre un osso duro. Arrivati quasi in sordina a questa fasefinale e ancor più nei quarti, rischiano, senza troppi giri di paro-le, di essere la vera sorpresa del torneo. Non vincono una com-petizione internazionale dai mondiali giocati in casa nel '66,un’eternità. Speriamo, certo, che i loro sogni di gloria si infran-gano stasera contro Buffon e compagni. Nei giorni scorsi DeRossi ha analizzato con piglio autorevole la formazione inglese.«È una squadra con un’impronta italiana visto che fino a poco

tempo fa è stata guidata da un tecnico italiano ed ora in panchi-na siede un mister che conosce bene il nostro calcio. E poi c’ègente di caratura internazionale come Gerard, il mio idolo,Terry, Lampard, Rooney. E non dimentichiamoci che sullefasce hanno giovani validi tecnicamente in grado di saltare l’uo-mo. Dovremmo stare attenti, di certo l’Inghilterra non la sco-priamo adesso». Lo stesso tono è stato usato da JosèMourinho, uno che ha vinto sia da noi che Oltremanica. Ha ilcuore diviso a metà Fabio Capello, per quattro anni sulla pan-china inglese. Per quanto riguarda le formazioni, Prandellidovrebbe confermare nove undicesimi della squadra vista con-tro l’Eire. Fuori Chiellini per infortunio, il tecnico di Orzinuoviha due possibilità: o dentro Bonucci, oppure arretrare nuova-mente capitan Futuro. In quest’ultimo caso ci potrebbe esserel’inserimento di Nocerino in mediana per dare dinamismo adun centrocampo forse troppo compassato. Rischiano ancheThiago Motta e Di Natale con le quotazioni di Diamanti eBalotelli in crescita. Probabilmente si partirà con una formazio-ne più coperta e più “fisica” per poter contrastare al meglio lefolate inglesi e la loro pericolosità sul gioco aereo. Anche oggi

sarà fondamentale l’apporto di Pirlo, che se riuscirà a non farsiingabbiare e al contempo a liberare al meglio le punte allorapotremmo dire la nostra. Balzaretti, dopo la bella prova offertacontro gli irlandesi, dovrà ripetersi in fase propulsiva standoperò ben attento alle chiusure. ‘'assenza di Chiellini è pesante,da chi verrà sopperita capiremo allora le vere intenzioni diPrandelli. Per l’Inghilterra solito 4-4-1 che diventa 4-3-3 in fasedi attacco. Le speranze della qualificazione sono affidate albomber del Manchester United, Wayne Rooney. La sua retecontro l’Ucraina nell’ultima partita del girone D è risultata fon-damentale non solo per la vittoria quanto per il passaggio delturno come prima. Non due ma quattro occhi quindi sull’attac-cante inglese che fa della rapidità e di una tecnica sopraffina lesue armi migliori. Rooney ci rispetta e forse un po’ ci teme. Losi capisce dalle dichiarazioni della vigilia definendoci una nazio-nale temibile e ben organizzata. Dello stesso avviso l’estremodifensore Hurt, che mette in guardia i propri compagni suBalotelli, suo compagno al Manchester City. E dopo duemilaanni oggi assisteremo ad un’altra battaglia campale, sperando dipoter riscrivere un'altra pagina del De bello Gallico.

MASSIMO PETRUNGARO

Cesare, do you speak english?

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Sport

A propositodi...

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Acd Siderno, azzerate le cariche sociali«Apriamo alla città»Si è riunita l'assemblea dei soci

dell'ACD Siderno 1911 che ha prov-veduto ad azzerare le cariche, per

cercare di pianificare il futuro della squa-dra che il prossimo anno parteciperà nuo-vamente al massimo campionato dilettan-tistico regionale d'Eccellenza. Dalla riu-nione è emerso che per il futuro dellasquadra serve un necessario coinvolgi-mento della città affinchè tutte le forzesociali diano il loro determinante e prezio-so contributo. La società ha manifestato lasua apertura alla Città e nei prossimi gior-ni alcuni importanti imprenditori sarannoinvitati a farne parte. Un invito alla parte-cipazione verrà fatto anche a tutti coloro iquali si sentiranno in grado di mettereenergie a disposizione. Sono stati pro-grammati, infatti, anche degli incontri neiquali ognuno potrà esporre le sue idee esuccessivamente stilare un progetto “con-creto” per "rilanciare” ai verticidell'Eccellenza la squadra del Siderno.Con l'azzeramento delle cariche e la costi-tuzione della nuova società si vedrà seeffettivamente esiste la volontà a Sidernodi"fare una squadra “forte”. Nel corsodella riunione è stato ribadito che ilSiderno calcio “è” la squadra della Città enon di questo o quel gruppo di dirigenti. E'chiaro che bisognerà mettere sul piattodella bilancia quello che si ha come risor-se economiche e si è sottolineato che peril futuro occorrono notevoli investimenti ,volontà ed idee. Occorre, in sostanza,creare un “progetto”. Solo quando sarà

fatto ciò, si potrà parlare di programmi edobiettivi per il futuro coinvolgendo anchedelle istituzioni cittadine. Quelle personeche avranno “intenzione” di impegnarsiper "riportare entusiasmo” e soprattutto ladisputa di campionati consoni al blasonecalcistico della squadra saranno invitati apartecipare alla riunione della società ed asentire quello che ognuno di loro avrà dadire. In altre parole, è necessario un pro-gramma, è necessaria una struttura, e solodopo il confronto con il futuro tecnico

della squadra si provvederà a tracciare ilpercorso stagionale. I tempi per le iscri-zioni sono molto stretti, quindi, banditi gliinutili formalismi, si convocherà veloce-mente una riunione con tutti gli interessa-ti e si andrà direttamente al sodo. Una sta-gione che potrebbe rivelarsi anche impor-tante per la Città di Siderno, perché alme-no potenzialmente, c'è la possibilità di for-mare una rosa molto competitiva. Tutti isoci sono stati d'accordo nell'individuarePippo La Face come il tecnico giusto al

posto giusto , apprezzandone le straordi-narie qualità umane e morali e soprattuttocome doveroso atto di riconoscenza dopolo straordinario girone di ritorno delSiderno, che, dopo l'arrivo del tecnico diMelito Porto Salvo , ha viaggiato a mediestratosferiche consentendo al team joni-co di raggiungere la salvezza anticipata.Bisognerà vedere se mister La Face inten-derà o meno sposare i progetti dellasocietà che nei prossimi giorni dovrebberoessere più chiari.

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la Riviera

Si conclude con enorme nostalgia l'8°“Villaggio Globale”, che potrebbe esserealla sua ultima edizione. La cerimonia di chiusura celebrata all'in-terno dell'anfiteatro del villaggio “FaroPunta Stilo” di Guardavalle marina, infat-ti, ha lasciato tutti i presenti con un velo ditristezza, quando il presidente del Coniprovinciale di Catanzaro, AntonioSgromo, ha annunciato la chiusura delcomitato, per decisione della sede centrale,mettendo in forse l'edizione 2013 del prog-etto punta di diamante per Catanzaro.<<È una manifestazione unica in Italia -specifica Antonio Sgromo - che, malgradola decisione di chiudere i comitati provin-ciali, merita di essere portata avanti. Neglianni le soddisfazioni relative a questo prog-etto sono state moltissime. La più grande èquella di vedere i bambini lontani, moltiper la prima volta, dalla loro famiglia enonostante tutto allegri e felici perchéaggregati non solo ai loro compagni ma

anche ad altre centinaia di atleti della stes-sa età>>. Una tre giorni di confronto e disocializzazione, dunque, quella che pro-pone il “Villaggio Globale” da ormai ottoanni che non può e non deve chiudere con

il comitato di Catanzaro. <<Quello chenoi cercheremo di ottenere - spiegaDemetrio Praticò, presidente Regionaledel Coni - è di continuare a portare avantila manifestazione, unica nella sua specie, edi replicarla in tutte le altre province cal-abresi. Dispiace per la chiusura dei comi-tati provinciali, venendo meno loro il ris-chio è quello di far morire lo sport in tuttaItalia!>>. Identiche parole del presidenteregionale della Figc Saverio Mirarchi, pre-sente al villaggio in duplice veste quella dipresidente Figc e di segretario del Coniprovinciale <<Naturalmente la chiusurain tutta Italia dei comitati provinciali delConi potrebbe svilire il vivaio sportivo cheda questi viene nutrito e fortificato, ma ladecisione arriva dall'alto. Come presidentedella Figc Calabria, che è la federazionepiù rappresentativa qui al villaggio sonomolto soddisfatto, perché i misterdimostrano quella sensibilità che è neces-saria per far crescere i più piccoli nel rispet-to dei valori sportivi e di socializ-zazione!>>. È proprio il caso di dirlo “ubimaior minor cessat”, come se in questianni i comitati non avessero avuto un ruolocentrale nella crescita del Coni. InCalabria, poi, ed in altre regioni dove il ter-

ritorio è vasto, la presenza dei comitati eraun punto di riferimento per tutti. Operaresul territorio, come dimostra il “VillaggioGlobale”, è necessario per promuovereuna cultura sportiva <<il rischio - sottolin-ea l'assessore alla Provincia NicolaMontepaone, di casa a Guardavalle e inrappresentanza del presidente WandaFerro - è proprio quello che i ragazzi resti-no maggiormente davanti alla tv e non fac-ciano più sport perché non supportati.Nelle località piccole come la nostra ecome molte altre, dove c'è carenza di strut-ture, la presenza del Coni è sempre statamolto importante perché ha portato aconoscenza dei giovani l'esistenza di altrisport oltre al calcio!>>. Importante, inquesti casi, anche il supporto degli entilocali che per quanto riguarda il “VillaggioGlobale” sono sempre stati presenti.<<Quello che possiamo fare noi che rite-niamo lo sport molto importante - affermaSalvatore Garito, assessore allo sport dellaProvincia di Catanzaro - è cercare con inostri mezzi e per quanto possibile, di sup-portare queste manifestazioni, per evitareche lo sport, in centri come quelli della nos-tra provincia, possa avere un declino>>.Un declino che se la squadra del Coni diCatanzaro, diretta dal professoreFrancesco Fratto, pietra miliare dello sportcatanzarese, potesse continuare ad oper-are, non ci sarebbe. Un team ben organiz-zato che da anni promuove e supporta ognigenere di manifestazione senza riserve,senza risparmiarsi, e composto da: FabioLo Prete, Giuseppe Senese, AndreaFerragina, Tiziana Mazzei, GiorgioScarfone, Paolo Rosi, Vincenzo Failla,Pino Luciano, Antonio Badolato,Giuseppe Pipicelli, Raffaele Lo Prete,Angela Senese, Alessandra Parentela,Federica Silipo, Giuseppe Nigro, StefanoFulciniti e la dottoressa Lidia Fratto. Oltrenaturalmente a tutti i membri della giuntae ad i collaboratori.

Coni: “Villaggio Globale” cala il sipario … per sempre?

Giampiero Mellace si conferma agli Internazionali di Wushu

Il 9 e 10 giugno scorsi, in Spagna, si èsvolto “XI INTERNATIONALWUSHU CHAMPIONSHIPSCIDADE DE OURENSE”,dove la Fiwuk è stata presentecon la sua nazionale, dellaquale ha fatto parte anche laCalabria, rappresentata daGiampiero Mellace, allievo delmaestro Grillo.Ormai avvezzo ai podi iridati,Mellace va a conquistare un 2°posto nella sciabola, ed un 3° posto nellemani nude, a conferma del suo continuoimpegno in questa difficile disciplinache è il wushu kung-fu, ed in una com-

petizione che richiama tra i miglioriatleti in campo internazionale.

Mellace, ha ricevuto i com-plimenti del delegato regio-nale calabrese Fiwuk, EnricoCiaccio, in quanto anchequest'anno ha dimostrato diessere uno degli atleti dimaggior spicco in Calabria,vincendo un oro ed un argen-to ai Campionati ItalianiFiwuk ed in seguito anche un

argento ed un bronzo in Spagna, chevanno ad aggiungersi al nutrito meda-gliere che Giampiero ha è conquistatonegli anni

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BIBLIOTECA MERIDIONALISTA

Cerimonia degli addii

PANTALEONE SERGI

È in libreria da qualche settimana il bel libro diAngela Costanzo, Luigi Pellegrini. Un pionieredell’editoria in Calabria (Pellegrini 2012). Pergentile concessione dell’Editore e della sagaceautrice pubblichiamo qui, di seguito, laPrefazione al saggio di Pantaleone Sergi.

Luigi Pellegrini ha creato se stesso. Con in-telligenza, operosità, spirito d’impresa. E queltratto di galantuomo d’altri tempi, sempredisponibile all’ascolto, sempre pronto a valutaredattiloscritti nell’intento di proporli ai lettori conla veste di un bel libro. L’editore, infatti, è i suoilibri. E senza libri è difficile immaginarlo questopioniere dell’editoria calabrese contemporanea.Prendo in prestito parole e concetti di qualcunoche più di un secolo fa parlava dei fratelliMorano, editori librai a Napoli, i quali a metàdell’Ottocento s’erano trasferiti da Cosenzanella capitale borbonica e lì avevano avviatoun’attività nota al cattedratico universitario, almaestro di scuola elementare e a una quantitàindefinita e indistinta di lettori. Come i Morano[...] anche Luigi Pellegrini ha diffuso cultura. Eper i tempi in cui ha avviato la propria attività,anche la sua è stata, senza ombra di dubbio,un’impresa ardita […].Vincenzo Morano, fondatore della FratelliMorano, tanto per tornare a una storia paralle-la, nel 1849 era partito da Cosenza, dov’era pro-fessore nel Regio Liceo, per un empito di federisorgimentale, ritenendo che la sua opera per lacausa unitaria fosse più utile a Napoli. Un seco-lo dopo Luigi Pellegrini lasciò la Cleto dell’in-fanzia per Cosenza, per dare corpo alla suavocazione e ai suoi sogni. Partì da lì e da quelmomento una grande storia di cultura, quella diLuigi Pellegrini Editore, amico di meridionalisti,scrittori e giornalisti che in quegli anni tormen-tati volevano cambiare, se non il mondo, alme-no l’Italia afflitta ancora da fame e miseria. Aognuno di loro il giovane editore offrì un’oppor-tunità. Alcuni di loro, anche grazie a LuigiPellegrini, sono passati alla Storia, e non solodella cultura italiana del secondo Novecento,altri sono stati inghiottiti dal silenzio, a volte, inverità, anche senza lasciare rimpianto alcuno. Isogni per Luigi Pellegrini che all’inizio degli anniCinquanta avviava a Cosenza la sua nuova atti-vità - e questo lavoro di Angela Costanza cheora vede la luce è puntuale testimonianza diquegli esordi - sapevano di parole, di carta, d’in-chiostro, dell’odore di piombo in tipografia eavevano la forma di un libro o di una rivista.Non è stato semplice realizzarli questi sogni e,umanamente, non li ha sempre realizzati comeaveva...sognato. La Calabria non è laLombardia. E Cosenza non è Milano. Quel cheal Nord era possibile anche a due «martinitt»,come Arnoldo Mondadori o Angelo Rizzoli,perché operarono in una realtà economicamen-te e socialmente evoluta dando avvio a imperieditoriali, al Sud diventava obiettivamente irrag-giungibile e anche i traguardi eccezionali rag-giunti da Luigi Pellegrini sono stati condizionatida diseconomie strutturali, distanze dai luoghidi produzione della cultura, mancanze di capita-li. Qualcosa di analogo era accaduta, per esem-pio, nel 1876. Nell’anno in cui a Milano nacqueil “Corriere della Sera”, la cui affermazione fufacilitata dalla presenza di una borghesia indu-striale e agraria, a Reggio Calabria apparveanche il primo quotidiano calabrese, “L’Ecod’Aspromonte”, fondato dal garibaldinoDomenico Carbone Grio che non aveva fatto i

conti con il deserto socio-economico in cuiavviava l’impresa che per questo cessò subito.Di certo, pur trovandosi a operare in un conte-sto particolarmente difficile, andò meglio aLuigi Pellegrini, per sua e nostra fortuna, perchéaltrimenti non sarebbe passata dalle stanze dellasua casa editrice gran parte della cultura cala-brese degli ultimi sessant’anni.Quanti autori si sono seduti di fronte a lui, quan-ti libri ha letto, quanto tormentate sono state lescelte, quanti libri ha pubblicato e quanti in-contri culturali ha promosso? A questi interro-gativi l’autrice di questo libro, cheha avuto accesso a carte, docu-menti e memorie dirette del pro-tagonista, fornisce ampie rispo-ste, illuminando una figura d’in-tellettuale prima ancora che dioperatore di cultura. Perché,anche se spesso, per questioni divil danaro ci sono editori che silimitano a un ruolo di trattino dicongiunzione tra autore e tipo-grafia, abbandonando il libro,una volta stampato, a un destinoda macero, Pellegrini ha dato“nobiltà” a una professione che in Calabria hainventato ma che è a volte è finita in mano adavventurieri. Pur nella difficoltà di un mercatopoco trofico come quello calabrese, dove gliindici di lettura continuano a essere bassi, nem-meno sorretti da una rete di librerie degne ditale nome salvo rare e sempre più ridotte ecce-zioni, Luigi Pellegrini ha ritenuto che un librovive ed è tale se va in molte mani. [...] Pellegrinis’è inventato una sorta di “sistema integrato”che ha coinvolto l’autore facendolo investire suse stesso, puntando su diversi canali distributivie di vendita, dalle affollate e coinvolgenti pre-sentazioni in ambienti selezionati (ora sublima-ti con il “Terrazzo Pellegrini”, inventato come

cenacolo di cultura dal figlio-erede Walter), alcircuito classico della libreria per quello chepoteva comunque significare, alla vendita diret-ta e perfino al porta a porta.La storia di Luigi Pellegrini Editore, tuttavia, èla storia di un giovane intellettuale, ondivago trala poesia e il giornalismo che lo tentavano, pro-duttore pur sempre di parole a cui bisognavadare forma e corpo. Per cui, partendo da unarivista letteraria che ha fatto epoca, “Il lettera-to”, [...] mise a disposizione di altri giovaniintellettuali meridionali uno strumento capace

di soddisfare bisogni altrimentiinesprimibili. Alla prima rivistane seguirono altre. Al primolibro altri libri. La Calabriausciva, finalmente, da uno sto-rico cono d’ombra culturale enon era più subalterna ad altricentri di produzione. LuigiPellegrini, così, toccava conmano il suo sogno. Cleto, il pic-colo mondo dell’infanzia, è di-ventato il luogo della memoria,Cosenza quello di partenza perun’avventura che dura ancorae che ha contribuito a rafforza-

re la cultura calabrese e meridionale del dopo-guerra.Fondare una casa editrice soprattutto in queglianni di grandi mutamenti anche nella strutturasociale (era il tempo della Riforma agraria, dellaCassa per il Mezzogiorno ma anche del boom alNord e della nuova emigrazione nei bacini car-boniferi d’Europa) non era un’impresa di pococonto. Non lo era soprattutto in Calabria, dovenon esisteva una tradizione d’impresa editorialené libraria né, rantomeno, di stampa periodica(è nota la congeniale debolezza dei giornali chesi stampavano nella regione fin dall’Ottocento),Ora è vero che la figura dell’editore come pro-

fessione autonoma è relativamente recente eche, almeno fino all’Ottocento, essa era confusae confondibile con quella del tipografo o dellibraio. Specialmente in Calabria un’editoria“indipendente”, in effetti, prima di Pellegrininon era mai esistita. Nella regione, la produzio-ne libraria aveva una sua tradizione perché i tor-chi hanno funzionato fin dal quindicesimo seco-lo producendo libri di qualità anche per un mer-cato extraregionale e figure di tipografi-editorice ne sono pure state. Da Giovan Battista Russoche nel 1636 a Monteleone, l’odierna ViboValentia, stampò La Cilla una favola pastoraledel poeta ascolano Marcelle Giovannetti, aGiovan Battista Moio e Francesco Rodella, chenel 1647 a Cosenza stamparono l’Adamo ca-duto del lucano padre Serafino della Calandra,per continuare fino ai nostri giorni. Ci sono staripure librai-editori, tra i quali citiamo quel GuidoMauro Editore di Catanzaro che negli anni delfascismo aveva acquisito una buona visibilitàanche al di fuori della Calabria. Ci sono state,infine, anche figure miste (intellettuali-tipogra-fi) come, per esempio quel canonico AgostinoLaruffa che nel 1890 fondò a Polistena laTipografia Editrice Cristoforo Colombo,avviando un’interessante produzione editoriale,ancora viva all’inizio del Novecento.Con Luigi Pellegrini l’editoria è entrata in unafase nuova e moderna per cui a buona ragioneegli può essere considerato il patriarca di un’at-tività che, dopo di lui, anche in Calabria ha vistoaltri protagonisti. Per tale motivo trovo che ilvolume di Angela Costanza, frutto di ricercaapprofondita e scritto con una sorta di coinvol-gente e ragionata passione che non guasta, noncostituisca tanto un monumento a un uomo chegià di per sé lo merita, ma rappresenti - conte-stualizzato com’è nelle vicende culturali delMezzogiorno d’Italia dal dopoguerra in poi - uncontributo importante per la storia della culturaitaliana e per quella dell’editoria calabrese chequalcuno dovrà prendersi cura di scrivere.Assieme al protagonista, in questo volume simuovono altri personaggi che non possonoessere considerati semplici figuranti per il ruoloche essi hanno avuto nel loro campo d’interessee che arricchiscono la vicenda umana, culturalee professionale di Luigi Pellegrini, di cui tutti noiche viviamo vendendo parole siamo in un certosenso debitori. Conosco Luigi Pellegrini - mi siscusi per questa notazione personale - da quan-do ho dimestichezza con le pagine stampate eposso dire di frequentarlo da quando negli anniSettanta arrivai a Cosenza. Delle mie modestecose - stranezza della vita – non ho mai pubblicato nulla con la sua sigla, sebbe-ne a volte sia stato tramite con lui per conto didiversi cattedratici miei amici, poi entrati nellasua «scuderia». Ne ho visti tanti, in questi anni,sulla sua scia cimentarsi in un’impresa editoria-le spesso risultata effimera nonostante i buonipropositi di partenza. Non avevano, posso dirlosenza ombre di piaggeria, il suo sguardo nelfuturo, la sua sensibilità e la sua solida persona-lità. Tutte componenti, ma non le sole, di un suc-cesso umano e professionale.

...Non basterebbe un libro per imprimere tutti iricordi dei bei momenti vissuti insieme a te... Marimarranno impressi nei nostri cuori tutti i tuoipreziosi insegnamenti, che ci accompagnerannoper sempre nonostante la tua dolorosa assenza...

La Tua adorata Moglie, i Tuoi Figli e tutti i Nipoti.

A ricordo di Vincenzo Albanese... Celestina FimognariCara Mamma Celestina, detta ZiaRosa, nel primo anniversario dellaTua scomparsa. Ti ricordiamo coninfinito affetto e amore. Sei semprenel nostro cuore.

I Tuoi figli Pino, Maria, Silvana e Letizia

Luigi Pellegrini. Unpioniere dell’editoriain Calabria raccontala realizzazione di unsogno a Cosenza.Tra aneddoti erichiami storici laCostanzo ci faconoscere un uomod’altri tempi.

ESSENZIALE

Luigi Pellegrini, l’editore galantuomo

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Cultura e società

Parlandodi...

“Ricordi d'infanzia e di gio-ventù” di Francesco PolitanòScorrendo le pagine del librodi Politanò mi è venuto inmente un bellissimo pensierodi Corrado Alvaro: «Moltistranieri dicono che laCalabria è una delle più belleterre d'Italia. Io non so perchéla amo. Ma so che si fugge esi rimpiange con la sua pena;si torna e si vuole fuggire:come con la casa paternadove il pane non basta…».È un interessante raccontodocumentato di un paeselegato a valori e tradizioni.L'autore ci racconta di unmondo in cui la casa natale,piccola, ricca di voci, è il ful-cro di tutto. Nella sua narra-zione si percepisce chiara-mente la nostalgia per queltipo di focolare domestico. Lascrittura poetica e precisa diPolitanò ci conduce - con l'in-telligenza delle emozioni - nelcuore di una molteplicità diassociazioni, ricordi, annota-zioni sul paese dell'infanzia.Un paese svuotato dall'emi-

grazione. Un paese emblemadi una Calabria sconvolta inpassato da terremoti, cata-strofi naturali, alluvioni. Ciconduce in giro per il paese,nei vicoli un tempo densa-mente abitati, ora quasi vuoti.I ricordi si affollano.Ritornano i piaceri semplici,le usanze antiche, i legamiprofondi e duraturi. Maanche i momenti di sconforto,di rabbia tenuta dentro:«Dovevano lavorare notte egiorno e i padroni…spessoabusavano anche delledonne», (cit. p.10-1). «Miamamma si alzava alle due delmattino per andare a piedialla Fiumara a piedinudi…distava da casa 5 Km!»(cit. 12-3).Alla fine Politanò ci riportaalla triste realtà. Alla tv chediventa il simbolo di unnuovo modo di vivere, di unmondo in cui non si può piùfare il sorbetto con la neve.Un mondo in cui non si per-cepiscono più le sfumature.

B.F.

IL LIBRO

CERIMONIA DEGLI ADDII

Ricordi d’infanziae di gioventù

Gli EtnoSound riceveranno ilpremio “La Calabria che LavoraIsuoni della tradizione invadono ancora

una volta la Capitale. Gli EtnoSound tor-nano a Roma, per la seconda volta

durante questo mese. Questa volta la bandcalabrese si esibirà il 30 giugno, alle 18, inoccasione de “Le Vie del Gusto”, un'iniziati-va che si terrà sul viale della GrandeMuraglia. Al termine dell'esibizione gliEtnoSound riceveranno il premio “LaCalabria che Lavora” presso il Grand HotelGianicolo, in via delle mura Gianicolensi. Si tratta di un prestigioso riconoscimento,

arrivato al termine di un periodo di lavoroculminato con il primo lavoro discograficointitolato “Amuri Appena Natu”. Il premio“La Calabria che Lavora” è organizzato dal-l'associazione “Nuovi Orizzonti” di ViboValentia che per l'ennesimo anno ha intesopromuovere quest'iniziativa, scegliendo, trale tante “eccellenze” calabresi che riceveran-no l'ambito riconoscimento, anche gli stessiEtnoSound. La band sarà premiata come“Miglior Gruppo Etnico della TradizionePopolare Calabrese Nel Mondo 2012”.

Elena Bléfari è morta a 41 anni, e gliultimi quattro di sua vita sono staticombattuti e infine vinti da un

morbo, chiuso ad ogni lucore di vittoria.Nel suo delirio divino di morente-lo voglioimmaginare- ella trovò consolazione allapena estrema, sapen-do di poter affidare adaltra mamma, amamma Adriana, lasua figliolettaArianna. Ché i bimbi ele bimbe hanno biso-gno di mamme,non dinonne. Non è rimastaorfana Arianna. Avràuna mamma accanto alei , tutta per lei.Elena era figlia, è figliadi Franco Bléfari,poeta di nostra gente,caro al mio cuore e alcuore di tutta la reda-zione de <<laRiviera>> e deinostri numerosi lettori. Caro ancora allaCalabria, che lotta, spera, e pensa. È tutto il nero dell'esistenza che si dà con-vegno quando scompare una giovanemamma, quando trapassa una giovanefiglia. Aveva scritto Corrado Alvaro: brut-to non è morire, brutto è veder morire.Ma non fece in tempo ad aggiungere cheè ancora assai più brutto che i genitori

vedano morire un loro figlio, una lorofiglia, essendo in questo violato l'ordinenaturale delle cose. E quando ciò accade,ed è accaduto, il dolore è assoluto e nonpuò essere placato dalle parole.Ché leparole della consolazione non danno con-

solazione. C'è una solaparola, la quale dopotutto non è parola senon nel suo segno grafi-co, che salva dalla rovi-na del dolore, che privail pensiero di libertà e loriporta ala scheggia dacui si generò la feritasanguinante. È l'attonuminoso della Fede,che esclude la morte e faincominciare dallamorte la vita che nonmuore più, che nonmuore mai. Solo la Fedeci salva. Ma bisognaavere Fede. FrancoAdriana, Antonio, loro

figlio, lo sventurato sposo la Fede ce l'han-no. In essa si salveranno e in essa trove-ranno la forza per custodire, come dia-mante in un scrigno, la piccola Arianna,fiorita come loro figlia al capezzale dellamamma trapassata.

Pasquino Crupi

QUANDO SCOMPARE UNA GIOVANE MAMMA

Ci scrive Rocco Mesiti, professore uni-versitario del Massachusetts, nato inAmerica, figlio di immigranti di Siderno.Per passione è registra di documentari efilm, per un emittente “La domenica” diun programma tutto italiano, dove ven-erdì scorso ha presentato il film "THEJOE BACCALA STORY". La serata haavuto inizio con le canzoni di GiuseppeCerminara di Villa S.Giovanni RC che èanche tra gli ideatori della colonna sono-ra. The Joe Baccala Story è un "faux"documentario di un Americano (con bisbis nonni italiani) che si crede di essereun sapiente e vero mafioso. Ma in realtànon lo è. È un babbo americano, cosìdefinito dalla madre della fidanzata sicil-iana. È un baccalà che a furia diinventare storie si trova nei guai con iveri boss di New York. La storia dimostra come tanti americanihanno guardato troppi film di gangster ehanno riprodotto una personalità gang-ster come quella proposta dei massmedia. Hanno una visione dell'Italia, manon capiscono nulla della vera Italia.Cultura, storia, mafia, la questionemeridionale ecc. Capiscono solo quelloche sanno tramite culture pop cioè"pasta, pizza, e mafia".Il film e comico ma nel stesso tempo lan-cia un messaggio importante... Gli Italo

americani hanno lavorato e contribuitotanto per la crescita dell'America.Incuriositi dalla trama e forti della volon-tà del Regista di proiettare il film aSiderno ci auguriamo di poter vederepresto “The Joe Baccala Story”.

Il Film di Rocco Mesiti: THE JOE BACCALA STORY

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la Riviera

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L'anno del bicentenario della nascita diEdward Lear, scrittore, viaggiatore, pae-saggista inglese, vissuto molti anni in Italiae sepolto a Sanremo, non poteva passareinosservato per le iniziative dell'Anglo-Italian Club.Nel corso degli oltre 40 anni di attivitàl'Associazione ha sempre dedicato un trib-uto di ricordo e di riconoscenza a tutti iViaggiatori Inglesi che soprattutto nei sec-oli XVIII-XX hanno fatto conoscere almondo la Calabria descrivendone la sel-vaggia bellezza in memorabili pagine dei

loro Diari con ammirato stupore. Per l'occasione i Soci del Club hanno viag-giato anche con un pullman originalelondinese a due piani che li ha portati aSaline Joniche alla sala del convegno. La manifestazione, ha avuto inizio conl'introduzione del Presidente dell'Anglo-Italian Club Prof.ssa Luisa CatanosoCasciano. Relatori Gareth Lewis B.A.,Prof. Lorenzo Lazzarino e Prof. MichaelCronin dell'Università di Cosenza, si sonosoffermati sulla figura di Lear nella suavita e nelle sue opere sottolineando il suoacume e la sua capacità nel suo “Diario diun viaggio a piedi” nel descrivere person-aggi e paesaggi riproducendone l'incan-tevole bellezza nelle famose stampe chehanno fatto conoscere al mondo tantesuggestive località del nostro territorio. La Prof.ssa Franca Evoli ha quindi pre-sentato il premio letterario che dal prossi-mo Agosto verrà per la prima volta intito-lato a Edward Lear.

Un tributo al viaggiatore ingleseEdward Lear

ANGLO-ITALIAN CLUB

Ancora più di un mese di tempo per gli scrittorio aspiranti tali che puntano alla pubblicazione:il Premio Letterario Internazionale GaetanoCingari, attestato come uno dei più importantiappuntamenti con la cultura e la letteratura, siavvia alla chiusura delle iscrizioni per l'edizione2012, la VII della sua storia. Le opere in con-corso, infatti, dovranno essere inviate entro il30 luglio 2012 per tutte e tre le sezioni previste:narrativa inedita, poesia inedita e silloge inedi-ta. Al concorso possono partecipare autoriitaliani e stranieri con opere in lingua italiana,senza limitazioni di provenienza geografica,confermando il carattere internazionale del-l'evento che punta a valorizzare i nuovi autori.

I due vincitori della sezione Narrativa inedita eSilloge inedita avranno garantito un regolarecontratto di pubblicazione dell'opera premiatapiù una targa. Per la sezione Poesia Inedita, cuisi accede inviando massimo tre poesie a temalibero, al primo classificato sarà corrisposto unpremio in denaro e una targa. Il Premio dedi-cato al nome di Gaetano Cingari, uno dei piùimportanti uomini di cultura che il meridioneabbia avuto, è organizzato dalla Casa EditriceLeonida che avrà cura delle selezioni e dellapubblicazione finale. I lavori pervenuti saranno scrupolosamentevalutati da una giuria di qualità cui spetta ilcompito di decidere, per le categorie in concor-so, i primi tre classificati con premi e riconosci-menti differenziati. L'edizione del 2012, quindi,si promette non solo di confermare la dimen-sione di prestigio conquistata negli anni prece-denti ma anche di allargare ulteriormente ilproprio raggio d'azione che già coinvolge ognianno centinaia di autori. Il bando integrale èscaricabile dal sito della Casa Editrice Leonida:www.editrice-leonida.com.

Alla ricerca della presenza di Dio nella naturaaspromontana. E' in corso, presso la ScuolaInternazionale di Grafica - Cannaregio 1798 -di Venezia, la mostra delle opere realizzatedurante i workshop: “Laboratorio natura 4aedizione, Aspromonte: Carnet de voyage, daun percorso religioso un laboratorio d'artericordando Franco Ferrovecchio” svoltosi inAspromonte e “Ingredienti per un miracolo” -“Gli elefanti di Annibale” tenutosi a Cropani(CZ); la mostra che è stata inaugurata,Lunedì 4 Giugno 2012 si concluderà il 29Giugno. Le esperienze ed i risultati ottenutinelle passate edizioni ci hanno visto attivi adorganizzare, anche quest'anno, il workshopartistico “Laboratorio natura 5 a edizione:Alla ricerca della presenza di Dio nella naturaaspromontana”. Il laboratorio, destinato allarealizzazione di un Graphic Diario, ha messoal centro della sua riflessione creativa il signifi-cato dell'espressione Divina nella natura delParco Nazionale d'Aspromonte. Luogo d'ispi-razione ideale per questa edizione è statol'Aspromonte della località di Africo Antico,dove in un mix tra la natura incontaminata edi ruderi dell'antico borgo di Africo si sono

alternate particolari ed uniche emozioni susci-tate, dalle voci non ancora spente, della vissu-ta quotidianità. Questo è stato l'humus ispira-tivo dei Graphic Diari realizzati da giovaniartisti, provenienti da diverse realtà culturaliItaliane, dall'Accademia di Belle Arti diUrbino a quella di Reggio Calabria, allaScuola Internazionale di Grafica di Venezia. Ilworkshop artistico ha avuto come supportospirituale, fortemente determinante, la pre-senza del frate minore conventuale FrancescoMaria Acquabona del Centro SperimentaleArte Sacra di Urbino. Lo svolgimento dellaboratorio ha avuto come supporto logistico imembri dell'Associazione Culturale “SantuLeu Apricus” che hanno ospitato l'iniziativacon generosa disponibilità apportando un pre-zioso contributo circa la storia e la cultura deiluoghi. I Graphic Diari, realizzati nel corso delLaboratorio, contengono immagini, riflessionie sensazioni realizzate con diverse tecniched'esecuzione, ne illustrano gli stadi emozionio-nali, ricavati dal diretto contatto con la naturaaspromontana, espressione della grandezza diDio. Queste opere saranno tema di alcunieventi espositivi sul territorio nazionale: da

Bova a Reggio Calabria, da Urbino a Venezia.Il Laboratorio si è tenuto grazie alla determi-nante e puntuale partecipazione del ParcoNazionale d'Aspromonte, dal Presidente Dott.Leo Autellitano al Direttore Arch. Tommaso

Tedesco. La manifestazione artistica é stataideata ed organizzata dal “Centro diProgrammazione Culturale Mediterranea” diReggio Calabria in collaborazione conl'Associazione “Santu Leu Apricus” di Africo.

Premio LetterarioInternazionale Gaetano Cingari

Laboratorionatura

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Parlando

Cinema

di

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La sfera affettiva va a gonfievele con Venere amica. Vivreteun'altalena di emozioni amoro-se una più forte dell'altra. E' unmomento adatto anche a con-solidare le relazioni.

Le relazioni affettive in questomomento rivestono grandeimportanza. La condivisione diobiettivi e momenti di intimitàcon la persona amata renderà ilrapporto ancora più particolare.

Periodo pieno di imprevistiirritanti per la vita affettiva.Non è ora di sollevare que-stioni. Cercate, invece, diessere comprensivi e adat-tarvi.

Settimana di alti e bassinella temperatura del cuore.Non avete ben chiaro se visentite affettuosi oppurepoco amorevoli. Che cosa civuole a rispondere?

L'eccitante aspetto diVenere apre il cuore almassimo e vi rende dispo-nibili a vivere forti e vibran-ti emozioni in compagniadella persona amata.

La tendenza al lamentopotrebbe creare contrasti conla persona amata e farle pren-dere il largo. Anche le storieappena nate non sembranoingranare come desiderate.

BILANCIA

dal 23 settembreal 22 ottobre

SCORPIONE

dal 23 ottobreal 22 novembre

SAGITTARIO

dal 23 novembreal 21 dicembre

CAPRICORNO

dal 22 dicmbreal 20 gennaio

ACQUARIO

dal 21 gennaioal 19 febbraio

PESCI

dal 20 febbraioal 20 marzo

Venere vi offre rassicurazio-ni affettive e stabilità senti-mentale. Parecchi di voi sisentiranno più vicini allapersona amata, con la qualeriusciranno a creare un'inte-sa erotica stuzzicante.

ARIETE

dal 21 marzoal 20 aprile

Per voi, il tempo per l'amorenon è mai abbastanza, peròquesta settimana sarete sod-disfatti perchè riuscirete astare con il partner tantotempo. Vi godrete l'intimitàcon passione.

TORO

dal 21 aprileal 20 maggio

GEMELLI

dal 21 maggio al 21 giugno

Momenti appassionanti con-tinuano ad addolcire levostre giornate. Alcuni di voivivranno una rivoluzioneamorosa a cui non riusciran-no a resistere. Per i single,flirt stuzzicanti.

CANCRO

dal 22 giugnoal 22 luglio

Per molti di voi è arrivato ilmomento di tirare le sommedella vita amorosa, dare unasvolta. Per le coppie di vec-chia data, si tratta di rinverdi-re il rapporto.

LEONE

dal 23 luglioal 23 agosto

VERGINE

dal 24 agostoal 22 settembre

Continua il periodo di insoddi-sfazione affettiva. Invece dichiudervi in voi stessi farestemeglio a cercare di esprimere ilvostro disagio. Fidatevi dellapersona amata.

OROSCOPO

“Coricati ed esibiti, dietro una vetrata, su due lettini ortopedici, i Bronzi diRiace sono due caduti in battaglia, le magnifiche vittime dell’inadeguatezzaitaliana”. Ha ragione Francesco Merlo su Repubblica, i Bronzi di Riace sono

ormai due cadaveri, ricoverati in un eterno ospedale del restauro. Disarmati da tempoda ignobili mani che avevano levato via ogni segno del loro antico mestiere. Guerrierisenza armi, scesi dai loro piedistalli e inabissatisi nelle acque dello Ionio per non vede-re, profetici, la fine misera della loro terra. Lì dovevate lasciarli, gli avreste risparmia-to le pene senza fine a cui da quarant’anni li sottoponete. Li hanno portato in girocome fenomeni da baraccone. Il mondo ha visto cosa eravate e cosa siete diventatioggi. Sembrano i Sioux arresisi alle giubbe blu. Dei tristi Buffalo Bill pagati per farecentro al circo. I Bronzi di Riace guerrieri indomiti che vedono figli degeneri pianger-si addosso e spargersi per il mondo a elemosinare un pezzo di pane. Si, dovevate

lasciarli al sonno eterno al quale si erano votati, sommersi da sabbie d’oro e acque di smeraldo. Dovevate risparmiarglielaquesta umiliazione di finire supini su letti d’ospedale a farsi curare la bua da intrepidi dottori. E potevate risparmiarvela l’on-ta di un confronto improponibile fra cosa eravate e cosa siete diventati. Un popolo lo si giudica dal rispetto che ha per i pro-pri morti, e voi siete gente che i padri li lascia insepolti alla mercé di corvi e sciacalli. Vi fossero almeno utili a riempirvi lo sto-maco con le loro esibizioni ma nemmeno un buon palco siete riusciti a costruirgli e manco il biglietto per vederli siete in gradodi farvi pagare. Fate un favore a voi stessi, abbiate un moto d’orgoglio e fate un gesto pietoso. Riseppellite i cadaveri così inun futuro lontano quando di voi si sarà perso il ricordo, qualcuno ritrovando loro magari immaginerà grandi anche voi.

La verità dell’Iridedi Benjamin Bowson

Date degnasepoltura ai Bronzi

Centocinquant’anni di malaunità hanno regalato al Sud solopovertà e continue umiliazioni, e pare che il Governo Monti sivoglia porre in assoluta continuità con questo sciagurato cammi-no. È notizia recente, infatti, del suo ok e di quello del Ministerodell’Ambiente al progetto della multinazionale SEI della costru-zione di una Centrale termoelettrica a carbone nell’area della ex-Liquilchimica di Saline Joniche. La notizia non lascia sconcerto,è ben noto il vile asservimento di Monti ai poteri ed alle lobbiesdi Banche e di Multinazionali, ed è altrettanto ben noto che unacolonia, quale è intesa la nostra terra, non deve avere possibilitàdi riscatto e di sviluppo affinché mantenga determinati equilibried il benessere degli industriali del nord Italia. L’area dovedovrebbe sorgere questa Centrale è già simbolo di scelte politi-che scellerate e fallimentari che invece di valorizzare il nostroterritorio hanno contribuito ancora di più ad umiliarlo, ma non èpossibile tollerare questo continuo e diabolico perseverare inqueste disgraziate scelte. L’area di Saline, e di tutta la zona gre-canica della provincia di Reggio Calabria, è un’area di grandeinteresse paesaggistico e naturalistico, nonché un territorioancora ricco di storia e tradizioni che può e deve essere valoriz-

zato in chiave turistica. Esistono già da anni numerosi e validiprogetti atti a trasformare il potenziale economico di questo ter-ritorio in reali e produttivi posti di lavoro, ed è su questi cheAmministrazioni locali e Governo devono concentrarsi. UnaCentrale a carbone solo illusoriamente porterebbe giovamentoall’economia, già depressa, del nostro territorio ed inevitabil-mente manderebbe in fumo le potenzialità di questi progettinonché la prospettiva di avere un reale sviluppo economico edoccupazionale. Altrove mare, spiagge, colline meravigliose, tra-dizioni si traducono in infrastrutture ed eventi che a sua volta sitraducono in soldi e lavoro. Adesso bisogna farlo anche inCalabria!L’associazione “Area Briganti”, pertanto, si schiera a favore ed asostegno di tutte le iniziative atte a contrastare la possibilità dicostruzione della Centrale a Carbone promosse dal ComitatoCivico già costituito.

I briganti

CINEMA NUOVO Siderno, info: 0964/ 342776 Quella casa nel bosco/ 18.00 - 20.00 - 22.00 CINEMA VITTORIA Locri, info: 339/7153696 La bella e la bestia (3D)/ 18.00Il dittatore/ 20.00 - 22.00 CINEMA GARIBALDI Polistena, info: 0966/ 932622 Men in black 3/16.30 - 19.30 - 22.00CINEMA POLITEAMA

Gioia T., info: 0966/ 51498Diaz/ 18.00 - 21.00CINEMA ODEONReggio C., info: 0965/ 898168 Quasi amici/18.00 - 20.00 - 22.00 CINEMA AURORA Reggio C., info: 0965/ 45373Marylin/18.10 - 20.20 - 22.30NUOVA PERGOLA Reggio C., info: 0965/ 21515 Chernobyl diaries/

alle 19.00 - 21.00 - 23,00MULTISALA LUMIERE Reggio C., info: 0965/ 51036 Sala De Curtis La Bella e la Bestia (3D)/ 18.00 The blues brothers (revisionatoin 2D)/ 20.30 - 23.00 Sala SordiRock of ages (3D)/ 18.00 - 20.10 - 22.30 Sala De SicaIl Dittatore/ 19.00 - 21.00 - 22.45Sala Mastroianni

Lorax, il guardiano della foresta18.00 - 19.30Project X - una festa che spacca/21.00 - 23.00ingresso unico euro 6,50dal 30 giugno al 1 luglioCenerentola26 giugno Bob Marley (in digi-tale)3 luglio Marilyn Monroe in Aqualcuno piace caldo4 luglio The amazing spiderman in 2D e in 3D

ALCINEMA

...è il punto di incontro di chilotta per il Sud. Se ami ilSud unisciti a noi.

NNNNoooo aaaallllllllaaaa CCCCeeeennnnttttrrrraaaalllleeee ddddiiii CCCCaaaarrrrbbbboooonnnneeee ddddiiii SSSSaaaalllliiiinnnneeee JJJJoooonnnniiiicccchhhheeee!!!!

Serenità e momenti emozio-nanti vi aspettano col cielofavorevole. Godetevi le gioiedell'amore e del sesso senzainibizioni. Fortunate seduzio-ni per chi è single.

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la Riviera

DOMENICA 24 GIUGNO 2012 LA RIVIERA 31

Blob of the week

calabresi che fanno onore anchefuori Calabria Rocco e Maria

Quando suona la tarantalui è presenteVacanze Romane

un turista“Reale”

in piscina“

Mentre Sergio prende pesci...

Amarcord“Affinity

Club”Rocco

Coluccio il redella nottesidernese

...l’ altro Sergio si infilza le dita !

Fletcher style parte II

Auguri ai “Meglia”. Dai ragazzi dello Smile

Barba o capelli ???

Il piccoloBudda

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