La simbologia nell’iconografia dei Santi · 2013. 2. 7. · nutistico, di una enciclopedia ante...

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UNIVERSITÀ DEL TEMPO LIBERO “S. FRANCESCO D’ASSISI” - FASANO di Antonio Carbonara Il testo di Rocco Panzarino e Marzia Angelini, “Santi & Simboli”, edito da Dehoniane di Bologna, settembre 2012, costituisce il pun- to di arrivo odierno della ricerca culturale sui simboli dei cosiddetti santini, che veicolano storia, mira- coli, tradizioni e leggende, attra- verso il linguaggio iconico. Sono passati in rassegna 242 simboli e presentati 1054 santi: un lavoro poderoso, denso di riferi- menti storici, sociali, devozionali e agiografici, che si impone all’atten- zione non solo degli addetti ai lavori, ma anche ad un pubblico di lettori avidi di scoprire il pattern simbolico di cui si è servita la ico- nografia religiosa popolare per tra- mandare la conoscenza delle veri- tà contenute nei testi sacri e per alimentare la fede. Si tratta, dal punto di vista conte- nutistico, di una enciclopedia ante lit- teram, per la dovizia delle informa- zioni, per il puntiglioso riscontro delle fonti, per la ricostruzione dei contesti nei quali sono germinati alcuni attri- buti dei santi. Potrebbe sembrare, a prima vista, un’opera erudita, di spessore nozio- nistico, generata da un impegno di ricerca, di classificazione e di sche- datura, ossia un’opera di consulta- zione per specialisti. Invece mi sem- bra che la pubblicazione rifugga dal- la mera narrazione dei fatti, degli og- getti e delle circostanze rappresen- tate dai santini, non indugi nella pura esposizione agiografica dei santi, ma cerchi di cogliere quel “di più” semantico che rifulge a chi è inna- morato della fede. Il lavoro schioda le informazioni dall’arido campo cognitivo, non è ali- mentato dalla pura e semplice pas- sione della filiconia, non si estingue nel compiacimento autoreferenziale dei compilatori per aver conseguito risultati inediti, nella ricerca settoria- le svolta. Serpeggia e pulsa per tutta l’opera un sentimento di stupore e di mera- viglia che solo un cuore innamorato della cultura e irrorato dalla fede avverte al cospetto delle scoperte cognitive e delle informazioni, con- seguite con certosino lavoro di ricer- ca, di compulsazione delle fonti, di decifrazione e interpretazione dei te- sti iconici. Del resto i simboli del santino han- no qualcosa in più dei consueti sim- boli di cui si serve copiosamente la comunicazione umana, perché costi- tuiscono un deposito di “ecologia spirituale”, contengono “un più di senso”, sono un “accumulo di signifi- cato”, per usare delle espressioni di Ernst Cassirer. L’operazione sviluppata da Panza- rino e Angelini tende a cogliere quel “di più” semantico degli attributi dei Santi, per cui il simbolo è inteso clas- sicamente come “principium indivi- duationis”. Attraverso i segni iconici dei santini, a torto ascritti all’ambito dell’arte minore, la lettura delle im- magini convenzionali, spesso cripti- che, fora il visibile e trascende nel- l’invisibile, conduce ai dogmi della fede, consegna il fedele non solo alla venerazione, ma soprattutto alla adorazione. Al linguaggio storico e serio del Martirologio Romano, al linguaggio dei Racconti scritti da Jacopo da Va- ragine nella Leggenda aurea, Pan- zarino e Angelini hanno affiancato un linguaggio narrativo concreto ed essenziale, quasi a cifrare la di- mensione assoluta del simbolo. Solo raramente l’iconografia dei santini esonda nella allegoria, of- frendo possibilità interpretative soggettive e plurali. La lettura del testo risulta, per- tanto, accattivante, il linguaggio è fluido e scorrevole, il testo apre scenari di contenuti sorprendenti ed inediti, credo, forse anche per gli addetti ai lavori. In tutta la narrazione vibra una emozione permanente che è tenu- ta desta dalle sorprese euristiche, che contagiano anche il lettore più scaltrito. Molti dubbi, parecchie zone d’ombra, numerose ambiguità in- terpretative dovuti ai contesti cultu- rali di fruizione e all’azione altera- trice del tempo, vengono illuminati, a mo’ di restauro, dalla densa espo- sizione dei contenuti, corredata da illustrazioni esemplificative. L’opera è articolata in sei capitoli nei quali sono collazionati per cate- gorie i simboli iconografici. In ogni capitolo vi è l’elenco alfabetico dei lemmi segnici con le notizie agiogra- fiche. Un’opera siffatta non può non ave- re una finalità pedagogica, non può essere ridotta a “museo” morto, non può essere lasciata alla mera curio- sità di qualche sparuto lettore. Infatti è esplicito auspicio degli autori che questo libro faccia “da ponte fra le passate generazioni e la presente”, per aiutare l’uomo contemporaneo a riappropriarsi di “alcuni valori per- duti”. Anche da parte nostra si leva l’invi- to alla lettura dell’opera per un “re- stauro” delle coscienze e della spiri- tualità di cui ha tanto bisogno l’uomo dei nostri tempi. Questa finalità è favorita dal pregio della impaginazione, dalla luminosità effervescente delle numerose illu- strazioni, dalla chiarezza tipografica, dal senso di interesse che suscita l’impostazione complessiva dell’ope- ra, grazie alla competenza collauda- ta dell’editore. La simbologia nell’iconografia dei Santi Rocco Panzarino - Marzia Angelini “Santi & Simboli” Edizioni Dehoniane, Bologna, 2012

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UNIVERSITÀ DEL TEMPO LIBERO “S. FRANCESCO D’ASSISI” - FASANO

di Antonio Carbonara

Il testo di Rocco Panzarino eMar zia Angelini, “Santi & Simboli”,edito da Dehoniane di Bologna,settembre 2012, costituisce il pun -to di arrivo odierno della ricercaculturale sui simboli dei cosiddettisantini, che veicolano storia, mira-coli, tradizioni e leggende, attra-verso il linguaggio iconico.

Sono passati in rassegna 242sim boli e presentati 1054 santi: unlavoro poderoso, denso di riferi-menti storici, sociali, devozionali eagiografici, che si impone all’atten-zione non solo degli addetti ailavori, ma anche ad un pubblico dilettori avidi di scoprire il pattern

simbolico di cui si è servita la ico-nografia religiosa popolare per tra-mandare la conoscenza delle veri-tà contenute nei testi sacri e peralimentare la fede.

Si tratta, dal punto di vista conte-nutistico, di una enciclopedia ante lit-

teram, per la dovizia delle informa-zioni, per il puntiglioso riscontro dellefonti, per la ricostruzione dei contestinei quali sono germinati alcuni attri-buti dei santi.

Potrebbe sembrare, a prima vista,un’opera erudita, di spessore nozio-nistico, generata da un impegno diricerca, di classificazione e di sche-datura, ossia un’opera di consulta -zio ne per specialisti. Invece mi sem-bra che la pubblicazione rifugga dal -la mera narrazione dei fatti, degli og -getti e delle circostanze rappresen-tate dai santini, non indugi nella puraesposizione agiografica dei santi,ma cerchi di cogliere quel “di più”semantico che rifulge a chi è inna -mo rato della fede.

Il lavoro schioda le informazionidal l’arido campo cognitivo, non è ali-mentato dalla pura e semplice pas-sione della filiconia, non si estinguenel compiacimento autoreferenzialedei compilatori per aver conseguitorisultati inediti, nella ricerca settoria-le svolta.

Serpeggia e pulsa per tutta l’operaun sentimento di stupore e di mera-viglia che solo un cuore innamoratodella cultura e irrorato dalla fede

avverte al cospetto delle scoperteco gnitive e delle informazioni, con-seguite con certosino lavoro di ricer-ca, di compulsazione delle fonti, didecifrazione e interpretazione dei te -sti iconici.

Del resto i simboli del santino han -no qualcosa in più dei consueti sim-boli di cui si serve copiosamente lacomunicazione umana, perché costi-tuiscono un deposito di “ecologiaspi rituale”, contengono “un più disen so”, sono un “accumulo di signifi-cato”, per usare delle espressioni diErnst Cassirer.

L’operazione sviluppata da Pan za -rino e Angelini tende a cogliere quel“di più” semantico degli attributi deiSanti, per cui il simbolo è inteso clas-sicamente come “principium indivi -dua tionis”. Attraverso i segni iconicidei santini, a torto ascritti all’ambitodell’arte minore, la lettura delle im -magini convenzionali, spesso cripti-che, fora il visibile e trascende nel -l’in visibile, conduce ai dogmi dellafe de, consegna il fedele non solo allavenerazione, ma soprattutto allaado razione.

Al linguaggio storico e serio delMartirologio Romano, al linguaggiodei Racconti scritti da Jacopo da Va -ragine nella Leggenda aurea, Pan -

za rino e Angelini hanno affiancatoun linguaggio narrativo concretoed essenziale, quasi a cifrare la di -mensione assoluta del simbolo.So lo raramente l’iconografia deisan tini esonda nella allegoria, of -frendo possibilità interpretativesog gettive e plurali.

La lettura del testo risulta, per-tanto, accattivante, il linguaggio èfluido e scorrevole, il testo apresce nari di contenuti sorprendentied inediti, credo, forse anche pergli addetti ai lavori.

In tutta la narrazione vibra unaemozione permanente che è tenu-ta desta dalle sorprese euristiche,che contagiano anche il lettore piùscaltrito.

Molti dubbi, parecchie zoned’ombra, numerose ambiguità in -terpretative dovuti ai contesti cul tu -rali di fruizione e all’azione altera-trice del tempo, vengono illuminati,

a mo’ di restauro, dalla densa espo-sizione dei contenuti, corredata daillustrazioni esemplificative.

L’opera è articolata in sei capitolinei quali sono collazionati per cate-gorie i simboli iconografici. In ognica pitolo vi è l’elenco alfabetico deilemmi segnici con le notizie agiogra-fiche.

Un’opera siffatta non può non ave -re una finalità pedagogica, non puòes sere ridotta a “museo” morto, nonpuò essere lasciata alla mera curio -si tà di qualche sparuto lettore. Infattiè esplicito auspicio degli autori chequesto libro faccia “da ponte fra le

passate generazioni e la presente”,

per aiutare l’uomo contemporaneo a

riappropriarsi di “alcuni valori per -

duti”.Anche da parte nostra si leva l’invi-

to alla lettura dell’opera per un “re -stauro” delle coscienze e della spiri-tualità di cui ha tanto bisogno l’uomodei nostri tempi.

Questa finalità è favorita dal pregiodella impaginazione, dalla luminositàeffervescente delle numerose illu -stra zioni, dalla chiarezza tipografica,dal senso di interesse che suscital’im postazione complessiva dell’ope-ra, grazie alla competenza collauda-ta dell’editore.

La simbologia nell’iconografia dei Santi

Rocco Panzarino - Marzia Angelini“Santi & Simboli”

Edizioni Dehoniane, Bologna, 2012

Page 2: La simbologia nell’iconografia dei Santi · 2013. 2. 7. · nutistico, di una enciclopedia ante lit-teram , per la dovizia delle informa - zioni, per il puntiglioso riscontro delle

UNIVERSITÀ DEL TEMPO LIBERO “S. FRANCESCO D’ASSISI” - FASANO

L’obiettivo della life long education,cioè l’apprendimento durante l’interoarco della vita e, di conseguenza, lacrescita personale e sociale di tutti isoci della nostra U.T.L., si perseguedinamicamente attraverso i corsi e ilaboratori, scelti in base a criteri di ri -levanza sociale, formativa, operati-va, psicofisica, nell’ambito degli inte-ressi dei soci e degli orientamenticulturali dati alle Università dalla Fe -deruni (Federazione nazionale delleUniversità) a cui la U.T.L. di Fasanoè confederata.Alcuni corsi si avvalgono di “aule de -centrate” che sono i viaggi e leescursioni dove si fissano meglio iconcetti culturali appresi e dove sitende a miscere utile dulci, ossia aunire l’utile al dilettevole. L’attività dei corsi si intreccia anchecon scambi con altre Università econ incontri conviviali.Il socio deve trovare nella U.T.L. tuttele risorse, innervate nella cultura,che diano vita e senso agli anni.

PIANO FORMATIVOAnno accademico 2012-2013

Corsi

Corso n. 1 - La fasanesitàModulo n. 1 - I giovedì culturaliCorso n. 2 - Educazione alla saluteModulo n. 1 - Incontri di medicina Modulo n. 2 - La cultura del bereModulo n. 3 - L’acquaModulo n. 4 - Le tecniche del rilassa-mento fisico e psichicoCorso n. 3 - Letteratura e storiaModulo n. 1 - Ungaretti, Montale,Qua simodo e Saba con scritturapoetica creativaModulo n. 2 - Lectura Dantis Modulo n. 3 - Mito, storia e societàgreca (con viaggio in Grecia)Modulo n. 4 - Archeologia di un mito:Federico II (con viaggi ai luoghi fede-riciani)Corso n. 4 - Lingue e culture stra-niereModulo n. 1 - Lingua e cultura ingleseModulo n. 2 - Lingua e cultura russaCorso n. 5 - Educazione alla lettu-ra critica dei testi classici - Li bro -forum

Modulo n. 1 - Lettura della Bibbia Modulo n. 2 - Lettura di un classico:Ignazio Silone (con viaggio al Parcoletterario di Silone)Corso n. 6 - La legalitàModulo n. 1 - Lo Statuto comunale diFa sano Modulo n. 2 - La tutela dei diritti deicit tadini Modulo n. 3 - Educazione alla nonvio lenza e alla paceCorso n. 7 - Attività motoriaModulo n. 1 - PalestraModulo n. 2 - Balli di gruppo e di cop-piaCorso n. 8 - DrammatizzazioneModulo n. 1 - Movimento, espressio-ne, dizione e recitazioneModulo n. 2 - Conoscersi attraversoi segni simboliciCorso n. 9 - La comunicazione vi -sualeModulo n. 1 - PitturaModulo n. 2 - CineforumModulo n. 3 - Fotografia Corso n. 10 - La manualitàPratica di cucito, modello e filetCorso n. 11 - Il linguaggio musicaleModulo n. 1- Imparare e fare musicaModulo n. 2 - Esprimersi in coroCorso n. 12 - Costruzione di og -get ti artisticiCorso n. 13 - ComputerModulo n. 1 - Corso di primo livelloper principiantiModulo n. 2 - Corso di secondo livel-lo per chi già ha conoscenze di basedel computer

Tutti i corsidell’anno accademico 2012-2013

Le stagioni dei poetiAutunno

Molti versi hanno il sapore delle rimem -bran ze scolastiche. Riletti da adulti aglianimi pensosi parlano di natura ora serenaora nuvolosa, così come nella vita umanala gioia s’alterna con il dolore, il positivocon il negativo. È nell’essenza dell’autun-no, la stagione per antonomasia malinconi-ca. Nelle giornate rimpicciolite, nei colorispenti o attenuati, nel sole più pallido e me -no caldo trasferiamo la nostra sensibilità. Epercepiamo con maggiore apprensione lafugacità delle cose e della vita, l’affastella-mento dei ricordi, la consapevolezza delde clino. Come antidoto al sovrastare di taliinquietudini il saper cogliere la benevolen-za della natura nella “variata mercanzia” ditonalità e frutti, la struggente bellezza di untramonto non oleografico, la piacevole sco-perta di un’intimità da assaporare.

a cura di Angela Gasparro

Nella nebbia sbilenco un contadinoe il suo bue lenti vanno nella nebbiache d’autunno le povere borgatevergognose nasconde come un manto

E laggiù camminando il contadinocanta a fiore di labbro una canzonedi amore e infedeltà che di un anelloparla e di un cuore infranto

Oh l’autunno morir l'autunno ha fattomorir l’estate

Nella nebbia dueprofili grigi vanno accanto

G. Apollinaire

Dove vanno le foglie arrossateche il vento stacca dagli alberi?volano e passano: il brusio del ventoè tutto che rimane dell’autunno.

K. Saionji

Autunno. Già lo sentimmo venirenel vento d’agosto,nelle piogge di settembretorrenziali e piangenti,e un brivido percorse la terrache ora, nuda e triste,accoglie un sole smarrito.Ora passa e declina,in quest’autunno che incedecon lentezza indicibile,il miglior tempo della nostra vitae lungamente ci dice addio.

V. Cardarelli

I singhiozzi lunghidei violini

dell’autunnoferiscono il mio cuored’un languore

monotono.Tutto soffocantee smorto, quando

suona l’ora,io mi ricordodei vecchi giorni

e piango;e me ne voal tristo vento

che mi porta,di qua, di là,simile a la

foglia morta.P. Verlaine

AvvisoLa segreteria della U.T.L. è apertatutti i giorni, tranne il sabato e ladomenica e i giorni festivi ai Porticidelle Teresiane.Le lezioni avranno inizio il 12 no -vem bre.L’inaugurazione dell’anno accade-mico si terrà al Teatro Sociale il 5novembre alle ore 18.30.Tutti i soci e gli interessati sono in -vitati a consultare costantementel’Albo della U.T.L. ove verranno af -fis se di volta in volta tutte le infor -ma zioni sulle attività.