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Città d i Sesto Calende
Prov incia d i Varese
Febbraio 2014
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
[ V A S ]
ai sensi dell’art. 12, D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.
DCR VIII/0351 del 13/3/07,
DGR IX/761 del 10/11/2010 All.1a
Rapporto ambientale
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Autorità procedente:Autorità procedente:Autorità procedente:Autorità procedente:
Servizio Urbanistica
Arch. Daria MercandelliArch. Daria MercandelliArch. Daria MercandelliArch. Daria Mercandelli
Autorità competente:Autorità competente:Autorità competente:Autorità competente:
Servizio Lavori Pubblici, Manutenzione, Ambiente
ed Ecologia
Ing. Daniela RovelliIng. Daniela RovelliIng. Daniela RovelliIng. Daniela Rovelli
Consulenza tecnicoConsulenza tecnicoConsulenza tecnicoConsulenza tecnico----scientificascientificascientificascientifica::::
Arch. Carlo Luigi GerosaArch. Carlo Luigi GerosaArch. Carlo Luigi GerosaArch. Carlo Luigi Gerosa
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Monza e Brianza n. 1038
Tecnico competente in acustica ambientale ai sensi della Legge 447/95 - Decreto di nomina n. 1468/00
Via Biancamano, 14 - 20900 - MONZA (MB) - Tel: 039.2725024 - Fax: 039.9716568
e-mail: [email protected]
con Dott.ssa Laura Tasca
collaboratrice: Dott.ssa Francesca Martin
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 1
IndiceIndiceIndiceIndice
1 Natura e finalità del documento ............................................................................. 3
1.1 Riferimenti normativi ............................................................................ 5
1.1.1 Normativa europea ................................................................................... 5
1.1.2 Normativa nazionale................................................................................. 6
1.1.3 Normativa regionale ................................................................................. 7
1.2 Modello metodologico e procedurale ............................................... 8
1.2.1 Coordinamento della VAS con la procedura di valutazione d'incidenza ...... 9
2 IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE DELLA VAS DELLA VARIANTE AL PGT
DI SESTO CALENDE ......................................................................................... 12
3 OBIETTIVI E FINALITA’ DELLA VARIANTE ................................................... 14
3.1 Variante del Documento di Piano per inserimento di grande
struttura di vendita nel l 'area del PII ex AVIR .......................................... 15
3.2 I l contesto di inserimento della variante al DdP ......................... 18
4 FATTORI DI ATTENZIONE AMBIENTALE ....................................................... 22
4.1 Tematiche ambiental i coinvolte ....................................................... 22
4.2 Riferimenti ambientali evidenziati dalla pianif icazione
sovraordinata................................................................................................... 22
4.3 Settori ambientali coinvolt i .............................................................. 47
4.4 Analisi dei potenzial i effetti attesi ................................................. 49
4.4.1 Acque superficiali e sotterranee .............................................................. 49
4.4.2 Suolo e Sottosuolo ................................................................................. 58
4.4.3 Smaltimento delle acque meteoriche ...................................................... 65
4.4.4 Mobilità e Traffico .................................................................................. 67
4.4.5 Qualità dell’aria ...................................................................................... 76
4.4.6 Clima acustico ........................................................................................ 87
4.4.7 Ambiente biotico .................................................................................... 95
4.4.8 Fattori di rischio antropico ..................................................................... 95
4.5 Verif ica dell ’incidenza sul la Rete Natura 2ooo ............................ 97
4.6 Quadro conclusivo: i l Livello di integrazione dei cr iter i di
sostenibi l ità ..................................................................................................... 99
5 IL SISTEMA DI MONITORAGGIO .................................................................. 104
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ALLEGATIALLEGATIALLEGATIALLEGATI
Allegato 1.Allegato 1.Allegato 1.Allegato 1.
Studio di impatto viabilistico (redatto da: Arch. Vincenzo Curti)
Allegato 2.Allegato 2.Allegato 2.Allegato 2.
Studio di impatto atmosferico (redatto da: Ing. Sampieri Nicola)
Allegato 3a.Allegato 3a.Allegato 3a.Allegato 3a.
Studio previsionale di impatto acustico (redatto da: Arch. Carlo luigi Gerosa)
Allegato 3b.Allegato 3b.Allegato 3b.Allegato 3b.
Allegati allo studio previsionale di impatto acustico
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1111 NATURA E FINALITÀ DEL DOCUMENTO
Il Piano di Governo del Territorio del Comune di Sesto Calende, approvato con
Deliberazione di C.C. n. 32 del 12.08.2011, recepisce la trasformazione dell’area ‘ex
AVIR’ individuandola come Ambito assoggettato a P.I.I. con Accordo di Programma
Vigente.
L’intervento urbanistico di riqualificazione dell’area “ex AVIR”, situata all’interno del
secondo sistema, delimitata a nord e a ovest dalla ferrovia a sud dalla S.S. n°33 e a est
dalla strada provinciale n°48, ha origine negli anni ’90 come Piano di Lottizzazione
successivamente tramutato in Programma Integrato d’Intervento nel 2005.
Data la valenza territoriale dell’intervento per l’attuazione del P.I.I. venne sottoscritto
un Accordo di Programma dagli enti territoriali interessati: Comune di Sesto Calende,
promotore dello stesso AdP, Provincia di Varese e Regione Lombardia, approvato ai
sensi dell’art. 92 della L.R. 12/2005 e per gli effetti di cui all’art. 6 della L.R. 2/2003,
all’art. 3 della L.R. 3/2004 e all’art. 34 del D. Lgs. 267/2000, con D.a.r. 27 Ottobre
2006, n. 11985, Direzione Generale Territorio e Urbanistica.
L’iniziativa prevedeva la bonifica dell’area (già effettuata e riportata al cap. 4.4.2), il
restauro dell’ex forno, la riqualificazione e rinaturalizzazione del fiume Lenza e la
sostituzione della precedente edificazione industriale con aree destinate ad attività
sociali, terziarie, ricettive, spazi pubblici e a verde e la realizzazione di una Media
Struttura di Vendita (MSV) nella porzione sud del comparto urbanistico.
Successivamente, con la finalità di rendere più concreto e confacente lo sviluppo delle
potenzialità del progetto, attualmente in fase di esecuzione, la proprietà ha richiesto
all’A.C. previa attivazione delle procedure di variante all’uopo necessarie, la possibilità
di provvedere all’ampliamento della superficie di vendita da mq 2.500 a mq 3.200, con
conseguente classificazione quale Grande Struttura di Vendita (GSV) dell’insediamento
commerciale originariamente previsto senza che vi sia variazione dei volumi fisici e
geometrici ovvero della S.L.P. già previsti; nonché la modifica del regime di utilizzo
delle aree e degli immobili destinati a servizi pubblici e di interesse pubblico generale
ai sensi dell’art. 9.10 della LR 12/2005.
Considerato che per quanto attiene la conversione della media struttura di vendita in
GSV, l’argomento era già stato oggetto di osservazione al PGT e che tale osservazione
era nell’intenzione di accoglimento da parte dell’A.C., l’aggravio procedurale in termini
di tempi ha consigliato la stessa A.C. di rinviare ad altra e più idonea occasione tale
possibilità.
Per quanto sopra esposto l’A.C. ha inteso procedere all’inserimento nel Documento di
Piano del PGT (rif. cap. 3), attraverso apposita variante puntuale, della possibilità di
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inserimento di una Grande Struttura di Vendita (GSV) nell’edificio G del PII area ex AVIR
vigente, ove risulta già prevista una Media Struttura di Vendita.
In considerazione della localizzazione dell’ambito urbanistico oggetto di variante
puntuale al PGT è inoltre da evidenziare che:
• in prossimità dell’ambito ex AVIR è situata la Zona di Protezione Speciale (ZPS)
IT2080301 “Boschi del Ticino” appartenente alla Rete Natura 2000;
• il Comune di Sesto Calende è ricompreso nei territori del Parco Regionale della
Valle del Ticino e sul territorio sono riconosciute altre due zone della Rete Natura
2000, la ZPS IT2010502 “Canneti del Lago Maggiore” e il SIC IT 2010009 “Sorgenti
del Rio Capricciosa.
In virtù di quanto sopra evidenziato si è ritenuto necessario l’assoggettamento della
variante di PGT a specifica procedura di Valutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di Incidenza (ai sensi del D.P.R. n.
357 del 8 settembre 1997, dell’art. 25bis della LR n. 86 del 30 novembre 1983 e
s.m.i., e della DGR n. VII/14106 del 8 agosto 2003), avviata contestualmente alla
Valutazione Ambientale Strategica, di cui si riporta apposito approfondimento al
successivo capitolo.
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1.1 Riferimenti normativiRiferimenti normativiRiferimenti normativiRiferimenti normativi
Si riportano di seguito i riferimenti normativi in materia di VAS, specifici per quanto
concerne la Valutazione Ambientale Strategica di piani e relative varianti.
1.1.1 Normativa europea
La normativa sulla valutazione ambientale strategica ha come riferimento principale la
Direttiva 2001/42/CEDirettiva 2001/42/CEDirettiva 2001/42/CEDirettiva 2001/42/CE.
L’obiettivo generale della Direttiva è quello di “…garantire un elevato livello di
protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali
all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo
sviluppo sostenibile, ... assicurando che ... venga effettuata la valutazione ambientale
di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente”
(art 1).
Articolo 3 (Ambito d'applicazione)Articolo 3 (Ambito d'applicazione)Articolo 3 (Ambito d'applicazione)Articolo 3 (Ambito d'applicazione)
2222. Fatto salvo il paragrafo 3, viene effettuata una valutazione ambientale per tutti i piani e i
programmi:
a) che sono elaborati per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei
trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della
pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di
riferimento per l'autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva
85/337/CEE;
b) per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una
valutazione ai sensi degli articoli 6 e 7 della direttiva 92/43/CEE.
3. 3. 3. 3. Per i piani e i programmi di cui al paragrafo 2 che determinano l'uso di piccole aree a livello
locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al paragrafo 2, la valutazione
ambientale è necessaria solo se gli Stati membri determinano che essi possono avere effetti
significativi sull'ambiente.
4. 4. 4. 4. Gli Stati membri determinano se i piani e i programmi, diversi da quelli di cui al paragrafo
2, che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti, possono avere
effetti significativi sull'ambiente.
5. 5. 5. 5. Gli Stati membri determinano se i piani o i programmi di cui ai paragrafi 3 e 4 possono
avere effetti significativi sull'ambiente attraverso l'esame caso per caso o specificando i tipi di
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piani e di programmi o combinando le due impostazioni. A tale scopo gli Stati membri
tengono comunque conto dei pertinenti criteri di cui all'allegato II, al fine di garantire che i
piani e i programmi con probabili effetti significativi sull'ambiente rientrino nell'ambito di
applicazione della presente direttiva.
6. 6. 6. 6. Nell'esame dei singoli casi e nella specificazione dei tipi di piani e di programmi di cui al
paragrafo 5, devono essere consultate le autorità di cui all'articolo 6, paragrafo 3.
(ovvero: art. 6, comma 3: “Gli Stati membri designano le autorità che devono essere
consultate e che, per le loro specifiche competenze ambientali, possono essere interessate
agli effetti sull'ambiente dovuti all'applicazione dei piani e dei programmi”).
1.1.2 Normativa nazionale
A livello nazionale si è di fatto provveduto a recepire formalmente la Direttiva Europea
solo il 1 agosto 2007, con l’entrata in vigore della Parte II del D.Lgs.D.Lgs.D.Lgs.D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 3 aprile 2006, n. 3 aprile 2006, n. 3 aprile 2006, n.
152 152 152 152 “Norme in materia ambientale”. I contenuti della parte seconda del decreto,
riguardante le “Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la
valutazione dell'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione integrata ambientale
(IPPC)” sono stati integrati e modificati con il successivo D.Lgs.D.Lgs.D.Lgs.D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 416 gennaio 2008, n. 416 gennaio 2008, n. 416 gennaio 2008, n. 4
“Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante
norme in materia ambientale”.
Il 26 agosto 2010 è entrato in vigore il nuovo testo integrato e modificato del decreto
nazionale: D.Lgs.D.Lgs.D.Lgs.D.Lgs. 29 giugno 2010, n. 12829 giugno 2010, n. 12829 giugno 2010, n. 12829 giugno 2010, n. 128 “Modifiche ed integrazioni al D.Lgs. 3 aprile
2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della
legge 18 giugno 2009, n. 69. (10G0147) (GU n. 186 del 11-8-2010 - Suppl. Ordinario
n.184)
Articolo 6 (Oggetto della disciplina)Articolo 6 (Oggetto della disciplina)Articolo 6 (Oggetto della disciplina)Articolo 6 (Oggetto della disciplina)
2.2.2.2. Fatto salvo quanto disposto al comma 3, viene effettuata una valutazione per tutti i piani e i
programmi:
a) che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, per i
settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione
dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale
o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per
l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei
progetti elencati negli allegati II, III e IV del presente decreto;
b) per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti
designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e
quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat
naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione
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d'incidenza ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre
1997, n. 357, e successive modificazioni.
3.3.3.3. Per i piani e i programmi di cui al comma 2 che determinano l'uso di piccole aree a livello
locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al comma 2, la valutazione
ambientale è necessaria qualora l'autorità competente valuti che producano impatti
significativi sull'ambiente, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12 e tenuto conto del
diverso livello di sensibilità ambientale dell'area oggetto di intervento.
3333----bisbisbisbis. L'autorità competente valuta, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12, se i piani e i
programmi, diversi da quelli di cui al comma 2, che definiscono il quadro di riferimento per
l'autorizzazione dei progetti, producano impatti significativi sull'ambiente.
1.1.3 Normativa regionale
La VAS sui piani e programmi viene introdotta in Lombardia dall’art 4 della Legge Legge Legge Legge
Regionale 11 marzo 2005 n. 12Regionale 11 marzo 2005 n. 12Regionale 11 marzo 2005 n. 12Regionale 11 marzo 2005 n. 12 "Legge per il governo del territorio", le cui modifiche
ulteriori sono state approvate con Legge regionale 13 marzo 2012, n. 4.
Art. 4 (Valutazione ambientale dei piani) LR 11 marzo 2005 n. 12Art. 4 (Valutazione ambientale dei piani) LR 11 marzo 2005 n. 12Art. 4 (Valutazione ambientale dei piani) LR 11 marzo 2005 n. 12Art. 4 (Valutazione ambientale dei piani) LR 11 marzo 2005 n. 12
2. 2. 2. 2. Sono sottoposti alla valutazione di cui al comma 1 (ovvero la VAS) il piano territoriale
regionale, i piani territoriali regionali d’area e i piani territoriali di coordinamento provinciali,
il documento di piano di cui all’articolo 8, nonché le varianti agli stessi. La valutazione
ambientale di cui al presente articolo è effettuata durante la fase preparatoria del piano o del
programma ed anteriormente alla sua adozione o all’avvio della relativa procedura di
approvazione.
2 bis2 bis2 bis2 bis. . . . Le varianti al piano dei servizi, di cui all’articolo 9, e al piano delle regole, di cui
all’articolo 10, sono soggette a verifica di assoggettabilità a VAS, fatte salve le fattispecie
previste per l’applicazione della VAS di cui all’articolo 6, commi 2 e 6, del decreto legislativo 3
aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale).
2 ter2 ter2 ter2 ter. . . . Nella VAS del documento di piano, per ciascuno degli ambiti di trasformazione
individuati nello stesso, previa analisi degli effetti sull’ambiente, è definito l’assoggettamento
o meno ad ulteriori valutazioni in sede di piano attuativo. Nei casi in cui lo strumento
attuativo del piano di governo del territorio (PGT) comporti variante, la VAS e la verifica di
assoggettabilità sono comunque limitate agli aspetti che non sono già stati oggetto di
valutazione.
2 2 2 2 quaterquaterquaterquater. . . . Relativamente agli atti di programmazione negoziata con valenza territoriale
soggetti ad approvazione regionale, la valutazione ambientale, la valutazione di impatto
ambientale e la valutazione di incidenza, ove previste, sono svolte in modo coordinato, fermo
restando quanto previsto dall’articolo 4, commi 10 e 11, della legge regionale 2 febbraio
2010, n. 5 (Norme in materia di valutazione di impatto ambientale). Con regolamento
regionale sono definiti i criteri e le modalità per l’applicazione del presente comma.
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3. 3. 3. 3. Per i piani di cui al comma 2, la valutazione evidenzia la congruità delle scelte rispetto agli
obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione
e programmazione; individua le alternative assunte nella elaborazione del piano o
programma, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione o di compensazione,
anche agroambientali, che devono essere recepite nel piano stesso.
4. 4. 4. 4. Sino all’approvazione del provvedimento della Giunta regionale di cui al comma 1, l’ente
competente ad approvare il piano territoriale o il documento di piano, nonché i piani attuativi
che comportino variante, ne valuta la sostenibilità ambientale secondo criteri evidenziati nel
piano stesso.
Nel seguito si indicano i riferimenti regionali, succedutisi alla Legge Regionale, in
materia di VAS:
• D.G.R. 22 dicembre 2005, n. VIII/1563 (proposta di indirizzi per la VAS);
• D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/351 (approvazione indirizzi per la VAS);
• D.G.R. 27 dicembre 2007, n. VIII/6420 (ulteriori specifiche aggiuntive);
• D.G.R. 30 dicembre 2009, n. VIII/10971 (recepimento decreto nazionale e
inclusione di nuovi modelli procedurali);
• D.G.R. 10 novembre 2010, n. IX/761D.G.R. 10 novembre 2010, n. IX/761D.G.R. 10 novembre 2010, n. IX/761D.G.R. 10 novembre 2010, n. IX/761 (Determinazione della procedura di
Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4 l.r. n. 12/2005; d.c.r.
n. 351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al D.Lgs.. 29 giugno 2010
n. 128, con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n.
8/6420 e 30 dicembre 2009, n. 8/10971” pubblicato sul 2° S.S. B.U.R.L. n. 47
del 25 novembre 2010).
1.2 Modello metodologico e proceduraleModello metodologico e proceduraleModello metodologico e proceduraleModello metodologico e procedurale
La procedura di Valutazione Ambientale Strategica è effettuata secondo le indicazioni
di cui al punto 5.0 degli Indirizzi generali della D.C.R. 13 marzo 2007 n. VIII/351 e
come quanto disposto nel Modello 1Modello 1Modello 1Modello 1aaaa della DGR 761/2010DGR 761/2010DGR 761/2010DGR 761/2010 “Modello metodologico
procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS).
Documento di Piano - PGT”.
La procedura così definita prevede le seguenti fasi:
1. avvio del procedimento;
2. individuazione dei soggetti interessati e definizione delle modalità di
informazione e comunicazione;
3. elaborazione e redazione della variante di PGT e del Rapporto Ambientale;
4. messa a disposizione della variante di PGT, del Rapporto Ambientale e
deposito;
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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5. convocazione della Conferenza di valutazione;
6. formulazione del Parere ambientale Motivato e della dichiarazione di sintesi;
7. adozione della variante di PGT;
8. deposito e raccolta delle osservazioni;
9. formulazione del parere ambientale motivato finale e della dichiarazione di
sintesi finale;
10. Approvazione definitiva.
11. gestione e monitoraggio.
Il presente elaborato tecnico rappresenta, pertanto, il Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale previsto
dalla normativa vigente in materia di VAS, al fine di analizzare gli effetti
potenzialmente inducibili dalla Proposta di variante al DdP sull’ambiente e definire, nel
caso riscontrate possibili problematicità, specifiche misure di compatibilizzazione al
fine di ridurre e/o evitare l’introduzione di criticità ambientali.
Il Rapporto Ambientale, inoltre, riporta, in apposita sezione, gli esiti dell’analisi e della
valutazione condotta in merito alle potenziali incidenze attese sui SIC e ZPS presenti
nel territorio comunale.
1.2.1 COORDINAMENTO DELLA VAS CON LA PROCEDURA DI VALUTAZIONE
D'INCIDENZA
In considerazione della localizzazione dell’ambito urbanistico oggetto di variante
puntuale al PGT è inoltre da evidenziare che:
• in prossimità dell’ambito ex AVIR è situata la Zona di Protezione Speciale (ZPS)
IT2080301 “Boschi del Ticino” appartenente alla Rete Natura 2000;
• il Comune di Sesto Calende è ricompreso nei territori del Parco Regionale della
Valle del Ticino e sul territorio sono riconosciute altre due zone della Rete Natura
2000, la ZPS IT2010502 “Canneti del Lago Maggiore” e il SIC IT 2010009 “Sorgenti
del Rio Capricciosa.
In virtù di quanto sopra evidenziato è stato ritenuto necessario l’assoggettamento della
variante di PGT a specifica procedura di Valutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di Incidenza (ai sensi del D.P.R. n.
357 del 8 settembre 1997, dell’art. 25bis della LR n. 86 del 30 novembre 1983 e
s.m.i., e della DGR n. VII/14106 del 8 agosto 2003), avviata contestualmente alla
Valutazione Ambientale Strategica.
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Schema procedurale definito per il caso in oggetto
(mutuato da Schema generale in Allegato 1a alla DGR 761/2011)
FaseFaseFaseFase Azioni previsteAzioni previsteAzioni previsteAzioni previste
Fase 0Fase 0Fase 0Fase 0
Preparazione
- avvio formale del procedimento di variante al DdP e VAS
- pubblicazione avviso di avvio del procedimento
- verifica delle ulteriori eventuali procedure di Valutazione Ambientali previste
e/o necessarie
- individuazione delle autorità, dei soggetti competenti e del pubblico coinvolti
nel processo
Fase 1Fase 1Fase 1Fase 1
Definizione
dell’Ambito di
influenza
potenziale
- definizione dello schema operativo per la VAS
- definizione dell’ambito di influenza (Scoping), ossia i fattori di attenzione
ambientale che portati all’attenzione del processo decisionale dovranno
essere integrati (tra i fattori di attenzione anche il rapporto potenziale tra la
variante al DdP e sistema complessivo della Rete Natura 2ooo)
- redazione del Rapporto preliminare
- deposito del Rapporto preliminare, pubblicazione e relativo avviso, indizione
della Prima seduta di Conferenza di Valutazione
Conferenza di valutazione:Conferenza di valutazione:Conferenza di valutazione:Conferenza di valutazione:
Svolgimento Prima seduta: condivisione del Rapporto preliminareSvolgimento Prima seduta: condivisione del Rapporto preliminareSvolgimento Prima seduta: condivisione del Rapporto preliminareSvolgimento Prima seduta: condivisione del Rapporto preliminare
Fase 2Fase 2Fase 2Fase 2
Valutazione
degli effetti
potenziali
attesi
- acquisizione Bozza Proposta di variante al Documento di Piano del PGT
- avvio redazione Rapporto Ambientale di VAS e dello Studio di Incidenza:
⋅ stima e valutazione degli effetti attesi
⋅ verifica del grado di integrazione delle attenzioni ambientali emerse in
sede di Scoping
⋅ verifica di coerenza con criteri di sostenibilità
⋅ suggerimento di risposte migliorative e di contenimento (ove necessario
per la compatibilità ambientale del DdP)
- fornitura degli esiti dell’analisi ambientale al processo decisionale per
integrazione di alternative migliorative (ove necessario per la compatibilità
ambientale del DdP)
- analisi della Proposta di DdP e definizione del Piano di Monitoraggio
Ambientale (PMA)
- redazione Studio di Incidenza
- conclusione redazione del Rapporto Ambientale di VAS
- deposito, pubblicazione e relativo avviso:
⋅ della Proposta di variante al DdP
⋅ dello Studio di Incidenza
⋅ del Rapporto Ambientale (e relativa Sintesi non Tecnica) (il presente il presente il presente il presente
documentodocumentodocumentodocumento)
- avvio dei 60 giorni di osservazioni in merito
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FaseFaseFaseFase Azioni previsteAzioni previsteAzioni previsteAzioni previste
Conferenza di valutazioneConferenza di valutazioneConferenza di valutazioneConferenza di valutazione
Svolgimento Seconda seduta: condivisione della Proposta Svolgimento Seconda seduta: condivisione della Proposta Svolgimento Seconda seduta: condivisione della Proposta Svolgimento Seconda seduta: condivisione della Proposta di variante al DdPdi variante al DdPdi variante al DdPdi variante al DdP e del Rappore del Rappore del Rappore del Rapporto to to to
Ambientale di VASAmbientale di VASAmbientale di VASAmbientale di VAS
DecisioneDecisioneDecisioneDecisione
- raccolta ed analisi osservazioni e pareri formulati nei 60gg e durante la
Conferenza di Valutazione
- acquisizione ed analisi della Valutazione di Incidenza
- formulazione del Parere Motivato (predisposto dall’Autorità competente per
la VAS d’intesa con l’Autorità procedente)
- adeguamento migliorativo (eventuale) del PA in riferimento a quanto
espresso dal Parere Motivato
- formulazione della Dichiarazione di Sintesi (predisposta dall’Autorità
procedente)
- deposizione degli atti per l’espressione del parere della Segreteria Tecnica in
merito alle osservazioni presentate ed al Parere Motivato finale
Fase 3Fase 3Fase 3Fase 3
Adozione e
Approvazione
Adozione.Adozione.Adozione.Adozione. Il Consiglio Comunale adotta:
- elaborati di variante del DdP del PGT
- Rapporto Ambientale
- Dichiarazione di sintesi
Deposito/pubblicazione/invio alla Provincia
- Deposito degli atti del PGT (DdP, RA, dichiarazione di sintesi) nella segreteria
comunale – ai sensi del comma 4 – art.13, LR 12/05
- Trasmissione in Provincia - ai sensi del comma 5 – art. 13, LR 12/05
- Trasmissione ad ASL e ARPA- ai sensi del comma 6 – art. 13, LR 12/05
Raccolta osservazioni - ai sensi del comma 4 – art. 13, LR 12/05
Controdeduzioni alle osservazioni presentate a seguito di analisi di sostenibilità
PARERE MOTIVATO FINALEPARERE MOTIVATO FINALEPARERE MOTIVATO FINALEPARERE MOTIVATO FINALE
Approvazione Approvazione Approvazione Approvazione (ai sensi del comma 7 – art.13, LR 12/2005)
Il C.C. decide sulle osservazioni apportando agli atti della variante le modifiche
conseguenti all’eventuale accoglimento delle osservazioni, predisponendo ed approvando
la dichiarazione di sintesi finale.
Deposito nella segreteria comunale, invio alla Provincia e alla Regione, pubblicazione su
web e pubblicazione sul Burl.
Fase 4Fase 4Fase 4Fase 4
Attuazione e
Gestione
- Attuazione del Monitoraggio Ambientale
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2222 IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE DELLA VAS DELLA IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE DELLA VAS DELLA IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE DELLA VAS DELLA IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE DELLA VAS DELLA
VARIANTVARIANTVARIANTVARIANTE AL PGT DI SESTO CALENDEE AL PGT DI SESTO CALENDEE AL PGT DI SESTO CALENDEE AL PGT DI SESTO CALENDE
Il percorso di Valutazione Ambientale della variante al Documento di Piano del PGT di
Sesto Calende è stato progettato con la finalità di garantire la sostenibilità delle scelte
di piano e di integrare le considerazioni di carattere ambientale accanto e allo stesso
livello di dettaglio di quelle socioeconomiche e territoriali, fin dalle fasi iniziali del
processo di pianificazione. Per questo motivo, le attività di VAS sono state impostate in
collaborazione con il soggetto pianificatore ed in stretto rapporto con i tempi e le
modalità del processo di piano, in accordo con lo schema metodologico - procedurale
di piano/VAS predisposto dalla Regione Lombardia in ‘ulteriori adempimenti per la
Valutazione Ambientale strategica’ deliberati dalla Giunta Regionale con DGR IX/761.
La piena integrazione della dimensione ambientale nel piano richiede l’attivazione di
una partecipazione che coinvolga tutti i soggetti interessati e che li metta in grado di
svolgere il proprio ruolo in maniera informata e responsabile. In primo luogo vi è la
necessità di coinvolgere i soggetti istituzionali, ovvero il sistema degli enti locali ed in
particolare i Comuni contermini, con i quali va garantito un dialogo costante e
necessario per pervenire a scelte di piano sostenibili.
Come richiesto dalla VAS, una consultazione particolare viene effettuata con le autorità
con specifiche competenze ambientali, il cui elenco è sotto riportato, almeno in due
momenti:
� in fase di scoping, con la finalità di definire l’ambito di influenza del piano e la
portata delle informazioni da includere nel rapporto ambientale, nonché il loro
livello di dettaglio;
� prima dell’adozione del PGT, allo scopo di richiedere il parere sulla proposta di
Rapporto Ambientale e sintesi non tecnica.
L’avvio del procedimento di variante del PGT e della relativa procedura di VAS è
avvenuto con Delibera di Giunta Comunale n. 198 del 22.10.2013.
Con la stessa delibera sono stati individuati i soggetti competenti in materia
ambientale e il pubblico interessato come riportati nella tabella seguente.
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Soggetti competenti in Soggetti competenti in Soggetti competenti in Soggetti competenti in
materia ambientalemateria ambientalemateria ambientalemateria ambientale
ARPA, ASL, PARCO TICINO, PROVINCIA DI VARESE,
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E
PAESAGGISTICI DELLA LOMBARDIA,
SOPRINTENDENZA BENI ARCHEOLOGICI,
SOPRINTENDENZA BENI CULTURALI
Comuni confinantiComuni confinantiComuni confinantiComuni confinanti
Comune di Angera, Comune di Taino, Comune di
Osmate, Comune di Cadrezzate, Comune di
Comabbio, Comune di Vergiate, Comune di
Mercallo dei Sassi, Comune di Golasecca, Comune
di Castelletto Sopra Ticino, Comune di Dormelletto
Pubblico interessatoPubblico interessatoPubblico interessatoPubblico interessato
CONSIGLIERI COMUNALI, COMPONENTI
COMMISSIONE PER ILPAESAGGIO, COMITATO PER
LA TUTELA DEL BASSO VERBANO, COMITATO PER
LA TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA,
ASSOCOAZOPNE COMMERCIANTI,ARTIGIANI E
TERZIARIO AVANZATO, ASSOCIAZIONE AMICI
DELLA VETRERIA, GRUPPO LAVORATORI AGUSTA
SENIORES, CIRCOLO SESTESE SIAI MARCHETTI,
CIRCOLO CANOA KAYAK, CAI - FREE CLIMBING,
CONSULTA SPORTIVA, ASSOCIAZIONE PRO SESTO
CALENDE, UNITRE SEDE LOCALE, COMITATO
SALVIAMO IL VECCHIO FORNO
Con l’avvio della procedura di VAS, come previsto dalla legislazione nazionale e
regionale vigente in materia di VAS, è stata convocata la prima delle due conferenze di
valutazione.
La conferenza di “scoping” è stata convocata in data 16.01.2014 alla quale hanno
partecipato i seguenti enti competenti e soggetti/enti territorialmente interessati: Arpa
Lombardia – Dip. Varese.
E’ inoltre pervenuto in tale sede il contributo scritto del Parco Lombardo della Valle del
Ticino.
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3333 OBIETTIVI E FINALITA’ DELLA VARIANTEOBIETTIVI E FINALITA’ DELLA VARIANTEOBIETTIVI E FINALITA’ DELLA VARIANTEOBIETTIVI E FINALITA’ DELLA VARIANTE
La variante al PGT è stata proposta per dare attuazione a due tematiche scaturite da
due obbiettivi di diverse specificità e di diversi ambiti territoriali, ma funzionalmente
connessi.
La prima tematica è relativa ad alcuni aspetti disciplinari inerenti il PII ex AVIR in parte
modificativi e in parte confermativi delle relative previsioni programmatorie da recepire
anche nel livello pianificatorio del PGT.
In tale tematica si inserisce:
• la modifica delle determinazioni di piano del Documento di Piano di cui al "Sistema
commerciale della media e grande struttura di vendita" per prevedere l'inserimento
di grande struttura di vendita nell'edificio commerciale, già media struttura di
vendita, del PII ex AVIR;
• la modifica del Piano delle Regole per la schedatura e la classificazione di tutela
degli edifici e manufatti storici presenti nell'area;
• la modifica dello studio geologico del Piano delle Regole per il recepimento della
nuova classe geologica conseguente all'avvenuta realizzazione delle opere di
regimazione dell'alveo del torrente Lenza nel tratto dal polo scolastico di via XX
Settembre al ponte della via Maddalena, come già previste nello specifico studio
idraulico dell'intera asta del torrente inserito anche nel PGT.
La seconda tematica è relativa alla modifica della componente geologica dell'area della
"Marna – Circolo sestese – piazzale Rovelli".
In tale tematica si inserisce:
• la modifica dello studio geologico del Piano delle Regole per l'adeguamento delle
nuove classi di fattibilità geologica a seguito delle risultanze di uno studio idraulico
di dettaglio finalizzato alla definizione delle modalità operative e procedurali per la
riqualificazione complessiva di tale ambito;
• la integrazione e modifica della Relazione e Schede del Piano dei Servizi con
inserimento della normativa specifica per l'attuazione di tale ambito già destinato
ad attrezzature e servizi pubblici e di interesse pubblico.
Per esplicitare la connessione della due tematiche di variante sopra descritte, è
necessario sottolineare che i proventi derivanti dalla GSV e dalla ipotesi di variante
dell'ADP avviata con DGC n.107 del 18.06.2013, oltre al valore di ristrutturazione della
quota pubblica del piano terra del corpo G – come previsto in convenzione –, possa
andare a contribuire ad una valorizzazione complessiva dell'iniziativa tale da rendere
realizzabile il progetto del nuovo edificio pubblico per sala civica e polivalente (Nuova
Marna in luogo dell'utilizzo del piano terra del vecchio forno) e nuova sede del Circolo
Sestese Canoa, secondo le risultanze del lavoro del gruppo di studio per la
riqualificazione dell'area "Marna - Circolo sestese - piazzale Rovelli", rendendo
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attuabile la previsione degli obbiettivi inseriti nelle linee programmatiche del mandato
amministrativo della Giunta Comunale.
Tali sono infatti gli standard qualitativi proposti per la variante all'ADP che si ritiene
debbano essere programmati e resi formali anche nel merito pianificatorio del PGT e
per esplicitare la modalità della compensazione, anche di carattere ambientale, delle
diverse previsioni per attrezzature pubbliche derivanti dalla variante del PII con ADP e
pur se il progetto di riqualificazione dell'area "Marna - Circolo sestese - piazzale
Rovelli", con riferimento alle previsioni del Piano dei Servizi, costituisce un maggior
dettaglio delle previsioni e definizioni da inserire nelle Schede delle attrezzature.
3.1 Variante del Documento di Piano per Variante del Documento di Piano per Variante del Documento di Piano per Variante del Documento di Piano per
inserimento di grande struttura di vendita inserimento di grande struttura di vendita inserimento di grande struttura di vendita inserimento di grande struttura di vendita
nell'area del PII ex AVIRnell'area del PII ex AVIRnell'area del PII ex AVIRnell'area del PII ex AVIR
Per meglio esplicitare il percorso amministrativo che ha portato al procedimento di
variante al PGT è necessario riportare la cronistoria degli avvenimenti accorsi durante
la redazione del PGT di Sesto Calende.
Nella fase delle osservazioni a seguito della pubblicazione del PGT, la Faro srl, ora
Esselunga spa, in data 11.30.2011, prot. 7453, ha presentato la richiesta di modifica
dell’art. 42 della normativa del Piano delle Regole eliminando il divieto di insediare
Grandi Strutture di Vendita per consentirne l'inserimento nel PII ex AVIR vigente in
sostituzione della media struttura di vendita (MSV) già prevista.
L'Amministrazione aveva predisposto le controdeduzioni a tale osservazione con
proposta di accoglimento della richiesta attraverso la modifica del punto 5.2.4
"Sistema commerciale della media e grande distribuzione" del Capitolo 5 "OBIETTIVI
GENERALI DEL PIANO" della Relazione del Documento di Piano; la proposta di
controdeduzione prevedeva una articolazione più specifica della tematica della grande
struttura di vendita (GSV) come formulazione programmatoria, mantenendo la non
previsione di nuove aree per GSV e consentendo tale destinazione all'interno del PII
vigente, esperendo le conseguenti procedure di variante dell'Accordo di Programma.
L'ipotesi di risposta positiva alla richiesta era motivata anche dall'entità della
trasformazione che comportava il solo aumento della superficie di vendita (SV), da mq
2.500 a mq 3.200, senza aumento né della SLP, né della Sc e quindi esclusivamente
all'interno della stessa sagoma già approvata nel PII.
Un successivo confronto con la Provincia aveva però evidenziato che l'accoglimento di
tale osservazione avrebbe comportato la necessità di un nuova fase di conformità con
il Piano Territoriale Provinciale e quindi con un prolungamento dei tempi di
approvazione del PGT - già dilungatisi a causa del quadro giuridico e procedimentale
interrotto per le sentenze sulla VAS e degli eventi accidentali che avevano interessato
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lo studio e il professionista redattore del PGT- non proponibili rispetto alla necessità di
pervenire alla approvazione in tempi definiti; la GSV comportava, in tale fase, anche un
approfondimento dell'Accordo di Programma (ADP) con cui era stato approvato il PII.
Danno riscontro a tali determinazioni il verbale della terza conferenza VAS del
28.07.2011, la delibera della Giunta comunale n. 103 del 04.08.2011 (Prosecuzione
dell'iter di approvazione del Piano di Governo del Territorio – Determinazioni finali per
le controdeduzioni alle osservazioni – atto di indirizzo), la delibera di Consiglio
comunale n. 32 del 12.08.2011 (Approvazione definitiva del Piano di Governo del
Territorio ….. previa determinazione conclusiva delle controdeduzioni alle osservazioni
….), la risposta dell’allora Assessore all’Urbanistica Arch. Giovanni Buzzi, prot. 26961
del 10.10.2011, nella quale si evidenziava che:
“Questa idea si è configurata come accoglibile nel documento pubblicato nell’ambito
della 3^ conferenza VAS del PGT secondo questa formula: ‘La grande distribuzione
[rectius: grande struttura di vendita], esclusa, come sopra detto, la nuova
localizzazione, può essere insediata esclusivamente all’interno di atti di
programmazione negoziata tuttora vigenti e all’interno degli involucri edilizi già
approvati per la media distribuzione [rectius: media struttura di vendita], esperendo le
necessarie procedure e verifiche di norma e di rispetto della programmazione
sovracomunale’. In tale contesto, per le ragioni tecniche contenute in quell’atto e per
quanto di competenza della VAS stessa, si è considerata la proposta di
controdeduzione positiva come congruente con il carico ambientale misurabile dalla
valutazione strategica del PGT, anche in considerazione dei dovuti approfondimenti e
delle necessarie valutazioni da esperire in fase di programmazione esecutiva”.
Successivamente Esselunga spa ha intrapreso una fase di confronto per l'avvio di una
variante all'AdP comprendente, oltre all'inserimento del tema della GSV, anche altre
ipotesi già valutate di interesse da parte della Amministrazione comunale contemplate
nelle DCC 18/2013 (Mozione per Consiglio Comunale presentata dal gruppo consiliare
Lega della Libertà: "Area Ex A.V.I.R.: indirizzi per la revisione dell’Accordo di
Programma") e nella DGC 107/2013 (Area Ex A.V.I.R.: indirizzi per l’avvio del
procedimento volto alla riapertura dell’Accordo di Programma finalizzato alla variante
dello stesso), come di seguito sinteticamente elencate:
• Modifica delle destinazioni d’uso ammissibili nel comparto nord – edifici A, B, C –
con eliminazione della previsione di strutture commerciali e di funzioni terziarie; le
destinazioni d’uso saranno esclusivamente residenziali e conseguentemente
saranno introdotte minime variazioni al planivolumetrico di progetto al fine di
rendere adeguato l’inserimento della nuova funzione;
• Modifica del regime delle aree pubbliche o di interesse pubblico e generale ai sensi
di quanto consentito dall’art. 9.10 L.R. 12/2005;
• Ampliamento (da mq 1.902,69 a mq 2.579,22) e razionalizzazione del parcheggio a
nord di via Risorgimento, in parte asservito a uso pubblico a servizio della stazione
ferroviaria e in parte privato quale pertinenza dell’edificio con funzione alberghiera;
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• Retrocessione della proprietà del piano terra del Vecchio Forno e acquisizione
dell’edificio situato su via Risorgimento a nord-est dell’area (corpo I), con
conseguente differente ripartizione della funzioni ammissibili: il piano terra del
Vecchio Forno, destinato inizialmente ad attrezzature culturali pubbliche, sarà a
destinazione terziaria/commerciale; nel corpo I, in origine a destinazione
commerciale, saranno localizzate le funzioni pubbliche.
L’entrata in vigore della L.R. 4 del 25.06.2013 (Disposizioni in materia di
programmazione commerciale. Modifica al titolo II, capo I, della legge regionale 2
febbraio 2010, n. 6 (Testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere))
ha però transitoriamente sospeso i procedimenti relativi alle GSV con l'inserimento
dell’art. 14 bis che recita:
“1. Al fine di aggiornare la programmazione regionale per lo sviluppo del settore
commerciale, fino all’approvazione dei provvedimenti amministrativi di disciplina del
settore commerciale relativi a criteri e modalità di valutazione delle grandi strutture di
vendita di cui all’articolo 4, comma 4, e comunque non oltre il 31 dicembre 2013, sono
sospesi i procedimenti amministrativi per il rilascio delle autorizzazioni relative
all’apertura o alla modificazione di grandi strutture di vendita e i connessi
procedimenti per il rilascio di autorizzazioni relative ad interventi previsti in accordi di
programma promossi dalla Regione o con adesione regionale, compresi quelli pendenti
alla data di entrata in vigore della legge regionale recante “Disposizioni in materia di
programmazione commerciale."
Tali contenuti sono stati approfonditi nell'incontro del 20.09.2013 della Segreteria
Tecnica dell’AdP ex AVIR in merito alla prosecuzione della procedura avviata con DGC
107/2013 con l'esito dell'impedimento al Comune di formulare la proposta di variante
all’AdP alla Regione Lombardia e alla Provincia di Varese per il tema della GSV fino alla
scadenza del periodo di moratoria, previsto per il 31.12.2013 e avvenuto con
l'approvazione della DGR n. X/1193 del 20.12.2013 “nuove disposizioni attuative per
la valutazione delle istanze per l'apertura o modificazione delle GSV”.
In tale sede i tecnici regionale e provinciale hanno indicato al tecnico comunale
responsabile del procedimento di variante dell'AdP, la possibilità di disgiungere i
procedimenti di variante al PGT, per la previsione della GSV, e di variante
all’ADP/variante al PII, per gli altri aspetti di interesse, mantenendo nel frattempo la
MSV.
In tale panorama l'Amministrazione, in accordo con Esselunga spa, ha quindi definito
con la D.G.C. n. 198 del 22.10.2013 di avviare la variante al PGT, pur se la moratoria
sarebbe spirata durante l'iter, per costituire comunque un quadro disciplinare a scala
pianificatoria e non solo programmatoria.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 18
3.2 Il contesto di inserimento della variante al DdPIl contesto di inserimento della variante al DdPIl contesto di inserimento della variante al DdPIl contesto di inserimento della variante al DdP
Come già precedentemente accennato la proposta progettuale di PII interessa l’area
dismessa ex AVIR situata ad ovest del nucleo urbano di Sesto Calende. In particolare,
l’area è delimitata a nord e a ovest dal tracciato ferroviario della Milano – Gallarate –
Domodossola, a sud dalla Strada Statale n°33 e a est dalla Strada Provinciale n°49.
Localizzazione dell’area oggetto di PII (area rossa)
L’area è caratterizzata anche dalla presenza del Torrente Lenza, precedentemente
tombato, il quale attualmente, in seguito ad un intervento di ristrutturazione dell’alveo
e di rinaturalizzazione dei suoi argini, circonda e definisce tre lati dell’area con le sue
sponde delimitate da muri in pietra naturale e scarpate a verde.
Al contorno dell’area di PII si rileva, oltre alla presenza della stazione ferroviaria e del
relativo deposito, la presenza di unità residenziali isolate od aggregate in nuclei
compatti. Al di là della SS 33 e della SS49, invece, si rileva un tessuto residenziale
consolidato.
Fiume Ticino
SP 49
SS 33
Ferrovia
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 19
Localizzazione di realtà residenziali al contorno
Il comparto urbanistico oggetto di PII ha una superficie di 41.631 mq e al suo interno,
oltre all’intervento di bonifica, sono state completate anche le demolizioni dei
fabbricati esistenti ad eccezione del vecchio Forno e dei fabbricati lungo la via
Risorgimento per i quali, quale vincolo prescrittivo del PII, sono previste e possibili solo
opere di recupero con le procedure del restauro e risanamento conservativo con
destinazione d’uso compatibili. Queste preesistenze architettoniche, insieme al
Torrente Lenza, infatti, costituiscono elementi caratterizzanti il PII vigente.
Il pozzo esistente, inoltre, è stato tombato, pertanto, verrà sostituito con un altro di
pari portata da realizzare in una posizione, da definire con l’Amministrazione
Comunale, all’esterno dell’area ambito del P.I.I.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Immagini relative allo stato attuale dell’area, degli edifici conservati e del torrente Lenza
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Azzonamento di progetto e quantificazione delle superfici con variante di AdP in corso.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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4444 FATTORI DI ATTENZIONFATTORI DI ATTENZIONFATTORI DI ATTENZIONFATTORI DI ATTENZIONE AMBIEE AMBIEE AMBIEE AMBIENTALENTALENTALENTALE
4.1 Tematiche ambientali coinvolteTematiche ambientali coinvolteTematiche ambientali coinvolteTematiche ambientali coinvolte
In sede di Scoping, sono state analizzate specifiche tematiche ambientali assunte quali
riferimento per le successive valutazioni, approfondite e valutate nel presente
Rapporto Ambientale.
Tali tematiche sono state distinte in due macro categorie:
• i riferimenti di sostenibilità e di compatibilità ambientale, nonché gli elementi
condizionanti, riconosciuti dagli strumento di pianificazione territoriali;
• i settori ambientali caratterizzanti l’attuale stato di fatto, al fine di verificare
l’eventuale introduzione in esse di fattori di potenziale problematicità o
comunque di contrasto.
4.2 Riferimenti ambientali evidenziati dalla Riferimenti ambientali evidenziati dalla Riferimenti ambientali evidenziati dalla Riferimenti ambientali evidenziati dalla
pianificazione sovraordinatapianificazione sovraordinatapianificazione sovraordinatapianificazione sovraordinata
L'insieme dei piani territoriali che incidono sul contesto nel quale si inserisce la
variante puntuale al Documento di Piano del PGT costituiscono il quadro di riferimento
per la determinazione di indirizzi di compatibilità e di sostenibilità, nonché di
condizionamento, per il caso in oggetto.
L'esame della collocazione della variante al DdP, e quindi della Grande Struttura di
Vendita (GSV), in tale sistema è finalizzato a stabilirne la rilevanza e la relativa
correlazione.
Sono, pertanto, assunti quegli strumenti di pianificazione che possono rappresentare a
livello sovralocale e locale un riferimento per il caso in oggetto, quali:
• il Piano Territoriale Regionale (PTRPTRPTRPTR), comprendente a livello di obiettivi ed
indirizzi anche strumenti di pianificazione settoriale, quali il Piano di Tutela e
Uso delle Acque (PTUA) ed il Piano Regionale della Qualità dell’Aria (PRQA), e a
livello sia di indirizzo, sia di condizionamento il Piano Paesaggistico Regionale
(PPR);
• il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Varese (PTCPPTCPPTCPPTCP);
• il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Lombardo della Valle del Ticino
(PTCPTCPTCPTC).
Nel seguito si riportano gli indirizzi di sostenibilità e le disposizioni con valenza di
condizionamento ambientale espressi in forma tabellare e sintetica.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)
Elementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzione specificaspecificaspecificaspecifica
ApprovatoApprovatoApprovatoApprovato dal Consiglio Regionale il 19 gennaio 2010 (e successivamente integrato con DCR
n. 56 del 28 settembre 2010).
Il PTR, in applicazione dell’art. 19 della l.r. 12/2005, ha natura ed effetti di piano territoriale
paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale. Il PTR in tal senso assume consolida e
aggiorna il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) vigente e ne integra la sezione
normativa. Il Piano Paesaggistico RegionalePiano Paesaggistico RegionalePiano Paesaggistico RegionalePiano Paesaggistico Regionale (PPRPPRPPRPPR) diviene così sezione specifica del PTR,
disciplina paesaggistica dello stesso, mantenendo comunque una compiuta unitarietà ed
identità.
Aggiornamento 2012Aggiornamento 2012Aggiornamento 2012Aggiornamento 2012----2013 del PTR2013 del PTR2013 del PTR2013 del PTR
Il Consiglio regionale ha approvato l'aggiornamento annuale del Piano Territoriale Regionale
(PTR), inserito nel Programma Regionale di Sviluppo (PRS) della X Legislatura, d.c.r. n. 78 del 9
luglio 2013.
Obiettivi Tematici per il settore Obiettivi Tematici per il settore Obiettivi Tematici per il settore Obiettivi Tematici per il settore
AmbienteAmbienteAmbienteAmbiente (Punto 2.1.1 DdP PTR)
NotaNotaNotaNota: alcuni obiettivi tematici non
vengono presi in considerazione in
quanto non di interesse per il caso in
oggetto, in virtù del riferimento ad
ambiti ed elementi non presenti
nell’area di analisi:
• TM 1.4 Perseguire la riqualificazione
ambientale dei corsi d’acqua (ob. PTR 8,
14, 16, 17)
• TM 1.5 Promuovere la fruizione
sostenibile ai fini turistico-ricreativi dei
corsi d’acqua (ob. PTR 7, 10, 15, 16, 17,
19, 21)
• TM 1.6 Garantire la sicurezza degli
sbarramenti e dei bacini di accumulo di
competenza regionale, assicurare la
pubblica incolumità delle popolazioni e
la protezione dei territori posti a valle
delle opere (ob. PTR 4, 8)
• TM 1.7 Difendere il suolo e la tutela dal
rischio idrogeologico e sismico (ob. PTR
1, 8, 15)
• TM 1.11 Coordinare le politiche
ambientali e di sviluppo rurale (ob. PTR
11, 14, 19, 21, 22)
• TM 1.1TM 1.1TM 1.1TM 1.1 Migliorare la qualità dell’aria e ridurre le
emissioni climalteranti ed inquinanti (ob. PTR 1, 5,
7, 17)
• TM 1.2TM 1.2TM 1.2TM 1.2 Tutelare e promuovere l’uso razionale
delle risorse idriche […] (ob. PTR 3, 4, 7, 16, 17,
18)
• TM 1.3TM 1.3TM 1.3TM 1.3 Mitigare il rischio di esondazione (ob. PTR
8, 14, 17)
• TM 1.7TM 1.7TM 1.7TM 1.7 Difendere il suolo e la tutela dal rischio
idrogeologico e sismico (ob. PTR 1, 8, 15)
• TM 1.8TM 1.8TM 1.8TM 1.8 Prevenire i fenomeni di erosione,
deterioramento e contaminazione dei suoli (ob.
PTR 7, 8, 13, 16, 17)
• TM 1.9TM 1.9TM 1.9TM 1.9 Tutelare e aumentare la biodiversità, con
particolare attenzione per la flora e la fauna
minacciate (ob. PTR 14, 17, 19)
• TM 1.10TM 1.10TM 1.10TM 1.10 Conservare e valorizzare gli ecosistemi e
la rete ecologica regionale (ob. PTR 9, 13, 14, 15,
16, 17, 19, 20, 21, 23, 24)
• TM 1.12TM 1.12TM 1.12TM 1.12 Prevenire, contenere e abbattere
l’inquinamento acustico (ob. PTR 1, 2, 5, 7, 17,
18, 20, 22)
• TM 1.13TM 1.13TM 1.13TM 1.13 Prevenire, contenere e abbattere
l’inquinamento elettromagnetico e luminoso (ob.
PTR 1, 2, 5, 7, 8, 11, 15, 17, 20, 22)
• TM 1.14TM 1.14TM 1.14TM 1.14 Prevenire e ridurre l’esposizione della
popolazione al radon indoor (ob. PTR 5, 7, 8)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)
Elementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzione specificaspecificaspecificaspecifica
Indirizzi definiti per i Indirizzi definiti per i Indirizzi definiti per i Indirizzi definiti per i Sistemi Sistemi Sistemi Sistemi
TerritorialiTerritorialiTerritorialiTerritoriali (Punto 2.2 DdP PTR)
L’area oggetto di PII può essere
riconosciuta come appartenente al
Sistema Territoriale Metropolitano del
PTR, per la relativa localizzazione in
specifico contesto urbano, distante e
non in connessione strutturale col lago
(ambito dei Sistema Territoriale dei
Laghi) e non interessante ambiti di
prioritaria importanza dello specifico
Sistema Territoriale Pedemontano.
Al fine di evitare duplicazione con i temi già
espressi dagli Obiettivi Tematici,
precedentemente illustrati, si riportano
esclusivamente gli Obiettivi definiti per il
Sistema Territoriale di riferimento,
pertinenti per il caso in oggetto.
• ST1.1ST1.1ST1.1ST1.1 Tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini
riducendo le diverse forme di inquinamento
ambientale (ob. PTR 7,8,17)
• ST1.2ST1.2ST1.2ST1.2 Riequilibrare il territorio attraverso forme di
sviluppo sostenibili dal punto di vista ambientale
(ob. PTR 14, 17)
• ST1.6ST1.6ST1.6ST1.6 Ridurre la congestione da traffico privato
potenziando il trasporto pubblico e favorendo
modalità sostenibili (ob. PTR 2, 3, 4)
• ST1.7ST1.7ST1.7ST1.7 Applicare modalità di progettazione
integrata tra paesaggio urbano, periurbano,
infrastrutture e grandi insediamenti a tutela delle
caratteristiche del territorio (ob. PTR 3, 4, 5, 9,
14, 19, 20, 21)
• ST1.10ST1.10ST1.10ST1.10 Valorizzare il patrimonio culturale e
paesistico del territorio (ob. PTR 5, 12, 18, 19, 20)
Azioni di Piano: Azioni di Piano: Azioni di Piano: Azioni di Piano:
Infrastrutture prioritarie per la
Lombardia
Rete Ecologica RegionaleRete Ecologica RegionaleRete Ecologica RegionaleRete Ecologica Regionale (ob. PTR 7, 10, 14, 17, 19)
L’area ex-AVIR, e con essa tutto il comune di Sesto
Calende, rientra nel settore 10 “Basso Verbano”
della Rete Ecologica Regionale (allegato 1, figura 7).
Si osserva che l’ambito, così come l’intorno, è
incluso in un elemento di primo livello della RER in
quanto tutto il territorio di Sesto Calende appartiene
al Parco del Ticino. Tuttavia non è interessato
direttamente da alcun elemento della rete regionale.
Esso è anche alquanto distante dal corridoio
primario regionale a bassa o moderata
antropizzazione del fiume Ticino, che si estende
nella porzione settentrionale di Sesto Calende e che
include una porzione del SIC del Rio Capricciosa.
Tutela e valorizzazione dei laghi Tutela e valorizzazione dei laghi Tutela e valorizzazione dei laghi Tutela e valorizzazione dei laghi
lombardi lombardi lombardi lombardi (art. 19 NTA del PPR)
Nota: alcuni obiettivi tematici non vengono
presi in considerazione in quanto non di
interesse per il caso in oggetto, in virtù del
riferimento ad ambiti ed elementi non
presenti nell’area di analisi.
comma 4. comma 4. comma 4. comma 4. Gli interventi di trasformazione devono
perseguire, ai sensi di tale norma, i seguenti
obiettivi:
- Recupero e valorizzazione di centri e nuclei di
antica formazione, degli insediamenti rurali e
dell’edilizia tradizionale, con specifica
attenzione sia ai caratteri morfologici, materici
e cromatici che li caratterizzano, sia al contesto
paesaggistico di riferimento con specifica
attenzione alla tutela del sistema di percorrenze
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)
Elementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzione specificaspecificaspecificaspecifica
lago-monte, lungolago e di mezza costa che ne
ha storicamente definito la struttura di
relazioni;
- massimo contenimento delle edificazioni sparse
e l’attenta individuazione delle aree di
trasformazione urbanistica al fine di
salvaguardare la continuità e la riconoscibilità
del sistema insediamenti-percorrenze-coltivi,
(…);
- Attenta localizzazione e corretta
contestualizzazione degli insediamenti di
adeguamento delle infrastrutture della mobilità,
(..), tenendo conto dell’elevato grado di
percepibilità degli stessi dallo specchio lacuale
e dall’intero bacino, e della necessità di
preservare la continuità dei sistemi verdi e di
salvaguardare la continuità e riconoscibilità del
sistema insediamenti-percorrenze-coltivi;
- Migliore integrazione tra politiche ed interventi
di difesa del suolo e obiettivi di valorizzazione e
ricomposizione paesaggistica dei versanti;
- Promozione di azioni finalizzate alla
riqualificazione delle situazioni di degrado,
abbandono e compromissione del paesaggio
volte alla ricomposizione paesaggistica dei
luoghi e alla valorizzazione delle identità della
tradizione e della cultura locale, con particolare
attenzione alla costruzione o al ripristino degli
elementi di integrazione e correlazione con i
sistemi di relazione e i caratteri connotativi del
contesto paesaggistico
Tutela paesaggisticaTutela paesaggisticaTutela paesaggisticaTutela paesaggistica Piano Paesaggistico Regionale (PPR)Piano Paesaggistico Regionale (PPR)Piano Paesaggistico Regionale (PPR)Piano Paesaggistico Regionale (PPR)
Tavola ATavola ATavola ATavola A
Indirizzi di tutela paesistica
• L’ambito si inserisce all’interno del tessuto
edificato consolidato, senza interessare ambiti per
i quali è riconoscibile e/o riconosciuta una
valenza paesaggistica, se non potenziale
nell’ottica delle riqualificazione urbana
• L’area oggetto di PII è situata in prossimità di
paesaggi dei laghi insubrici (Lago Maggiore) e
paesaggi delle valli fluviali (Ticino).
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)
Elementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzione specificaspecificaspecificaspecifica
Tavola B / ETavola B / ETavola B / ETavola B / E
Elementi identificativi e percorsi di
interesse paesaggistico
Non sono presenti elementi di attenzione e/o rilievo
in attiguità, in prossimità o a distanze tali da poter
percepire l’area oggetto di PII
Tavola CTavola CTavola CTavola C
Istituzioni per la tutela della natura
Il PPR riconosce la presenza della ZPS “Boschi del
Ticino” a sud del territorio comunale e del SIC “Rio
Capricciosa” a nord.
Tavola DTavola DTavola DTavola D
Quadro di riferimento della disciplina
paesaggistica
Nella Tavola D il PPR rappresenta il quadro di
riferimento della disciplina paesaggistica regionale,
attraverso il quale vengono riconosciuti ambiti
territoriali ed elementi regolati dalla Normativa di
Piano.
Tavola D1aTavola D1aTavola D1aTavola D1a
Quadro di riferimento delle tutele dei
laghi insubrici – Lago Maggiore
L’ambito di PII:
- rientra negli ambiti di salvaguardia dello
scenario lacuale dei Laghi insubrici, di cui
all’art. 19, comma 4, delle NTA;
- non rientra nell’ambito di specifica tutela
paesaggistica di cui all’art. 19, commi 5 e 6
delle NTA (ovvero i territori contermini ai laghi
come definiti dalla lett. b, art. 142 DLgs
42/2004 “b) i territori contermini ai laghi
compresi in una fascia della profondità di 300
metri dalla linea di battigia, anche per i territori
elevati sui laghi”);
- non presenta altri elementi di tutela
paesaggistica specifici come individuati in
tavola D1.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 27
Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)
Elementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzione specificaspecificaspecificaspecifica
Tavola F / G / HTavola F / G / HTavola F / G / HTavola F / G / H
Situazioni di degrado/compromissione
in essere e/o potenziali
L’area oggetto di variante puntuale ricade all’interno
di un ambito di degrado paesistico provocato da
processi di urbanizzazione, infrastrutturazione,
pratiche e usi urbani. Nello specifico si evidenzia
l’interessamento delle “conurbazioni lineari”
(Par.2.2., Parte IV) formate sia dalla saldatura di
nuclei e centri urbani diversi che dai nuovi sistemi
di urbanizzazione lineare continua lungo i principali
tracciati di collegamento, e dalla diffusione
puntiforme dell’edificato in pianura e nei sistemi
collinari.
In tali ambiti devono valere i seguenti indirizzi per
la riqualificazione del tessuto insediativo, in
particolare: “recuperare e valorizzare le aree
degradate, sottoutilizzate e in abbandono con
finalità paesistico fruitive e ambientali”.
Tavola ITavola ITavola ITavola I
Quadro sinottico delle tutele
paesaggistiche di legge
Non si rilevano vincoli specifici interessanti l’ambito
urbano di riferimento, ad eccezione delle fasce di
rispetto dei corsi d’acqua tutelati.
Nel seguito si illustrano i contenuti precedentemente esposti, attraverso le cartografie
del PTR analizzato.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 28
Stralcio della Tavola A “Indirizzi di tutela paesistica” nell’ambito territoriale
in cui si inserisce il PII (evidenziato con quadro rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 29
Stralcio della Tavola B “Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico” ed E
“Viabilità di rilevanza paesaggistica” nell’ambito territoriale in cui si inserisce il PII (evidenziato
con quadro rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 30
Stralcio della Tavola C “Istituzioni per la tutela della natura” nell’ambito territoriale in cui si
inserisce il PII (evidenziato con quadro rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Stralcio della Tavola D “Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica” nell’ambito
territoriale in cui si inserisce il PII (evidenziato con quadro rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Stralcio della Tavola D1a “Quadro di riferimento delle tutele dei laghi insubrici” nell’ambito
territoriale in cui si inserisce il PII (evidenziato con quadro rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Stralcio della Tavola F/G/H “Situazioni di degrado/compromissione in essere e/o potenziali”
nell’ambito territoriale in cui si inserisce il PII (evidenziato con quadro rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Stralcio della tav. I “Quadro sinottico delle tutele paesaggistiche di legge, art. 136 e 142 del
D.Lgs. 42/04 ”nell’ambito territoriale in cui si inserisce il PII (evidenziato con quadro rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 35
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)
Elementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specifica
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale è stato approvato con Delibera P.V. n. 27 in
data 11.04.2007. L'avviso di definitiva approvazione del piano è stato pubblicato sul Bollettino
Ufficiale della Regione Lombardia - serie inserzioni e concorsi n. 18 del 02.05.2007
Definizione degli obiettiviDefinizione degli obiettiviDefinizione degli obiettiviDefinizione degli obiettivi (Art. 3 NTA)
La Provincia di varese attraverso il PTCP
persegue i seguenti obiettivi di tipo
strategico
• NotaNotaNotaNota: alcuni obiettivi non vengono
presi in considerazione in quanto
non di interesse per il caso in
oggetto, in virtù del livello
pianificatorio a cui sono rivolti, o
comunque non attinenti
specificamente al caso in oggetto, né
alla compatibilità (e sostenibilità
ambientale):
• Obiettivo S2Obiettivo S2Obiettivo S2Obiettivo S2. Promuovere le sinergie
tra formazione, ricerca ed imprese.
• Obiettivo S3Obiettivo S3Obiettivo S3Obiettivo S3. Valorizzare il ruolo
dell’agricoltura varesina.
• Obiettivo S4Obiettivo S4Obiettivo S4Obiettivo S4. Sviluppare il turismo ed
il marketing territoriale
• Obiettivo S1Obiettivo S1Obiettivo S1Obiettivo S1. Innovazione della struttura
economica provinciale attraverso politiche che,
valorizzando le risorse locali, garantiscano
l’equilibrio tra lo sviluppo della competitività e
la sostenibilità.
• Obiettivo S5Obiettivo S5Obiettivo S5Obiettivo S5. Promuovere la qualità urbana del
sistema territoriale
• Obiettivo S6Obiettivo S6Obiettivo S6Obiettivo S6. Promuovere lo sviluppo
sostenibile ed assicurare un elevato livello di
protezione dell’ambiente.
Insediamenti commerciInsediamenti commerciInsediamenti commerciInsediamenti commercialialialiali
(Art. 36 NTA)
1. Il PTCP assume l’attività commerciale quale
componente fondamentale del sistema economico
provinciale e individua l’esigenza di coniugare le
iniziative commerciali con gli obiettivi di sviluppo
socio-economico e tutela ambientale, e si pone
l’obiettivo dell’integrazione territoriale degli
insediamenti commerciali di livello sovracomunale.
2. Il PTCP:
- Introduce indirizzi e prescrizioni per la
pianificazione comunale, in relazione alla
localizzazione di Medie e Grandi Strutture di
Vendita (MSV e GSV).
Rapporto tra PTCP e PGTRapporto tra PTCP e PGTRapporto tra PTCP e PGTRapporto tra PTCP e PGT
(Art. 38 NTA)
I PGT disciplinano le attività commerciali (…)
valutando i rapporti che intercorrono tra le
suddette attività e la rete di viabilità e trasporti, la
struttura insediativa della città, l’assetto
urbanistico dei quartieri, il sistema della logistica.
A tal fine si considerano elementi rilevanti per la
corretta pianificazione degli insediamenti
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 36
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)
Elementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specifica
commerciali:
- I criteri di localizzazione di GSV;
- L’impatto paesaggistico degli edifici destinati
ad ospitare GSV, verificato in relazione ai
criteri ed indirizzi contenuti nel titolo
“Paesaggio” delle NTA;
- L’equilibrio insediativo tra GSV e la rete degli
esercizi di vicinato;
- Il conseguimento di intese o accordi tra
comuni.
Previsioni in materia di insediamenti Previsioni in materia di insediamenti Previsioni in materia di insediamenti Previsioni in materia di insediamenti
commcommcommcommercialiercialiercialierciali
(Art. 39 NTA)
Nel definire le politiche di sviluppo delle strutture
commerciali i Comuni assumono ad orientamento
generale i seguenti indirizzi:
- Favorire l’integrazione degli insediamenti
commerciali, soprattutto per GSV, con le reti di
trasporto collettivo;
- Garantire un’adeguata dotazione di servizi
(infrastrutture di accesso, parcheggi, opere di
arredo urbano, etc.) ai nuovi insediamenti, e
utilizzare l’occasione di tali nuovi insediamenti
per integrare la dotazione in argomento a
supporto degli esercizi di vicinato già presenti
nel territorio comunale, con particolare
riguardo ai centri storici ed ai quartieri a
prevalente destinazione residenziale;
- Stabilire le condizioni per consentire la
diffusione degli esercizi commerciali in aree a
diversa destinazione funzionale, al fine di
garantire la compresenza di funzioni;
- Assicurare che la localizzazione di aree per
insediamenti commerciali sia prevista dai PGT
in coerenza con disposizioni, indirizzi e
contenuti paesaggistici del PTCP, anche
definendo specifiche norme che orientino i
progetti verso un approccio rispettoso dei
caratteri morfologici, costruttivi e percettivi del
contesto nella definizione di: manufatti edilizi,
spazi aperti ed equipaggiamenti vegetali, aree
a parcheggio, viabilità di accesso e
cartellonistica.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 37
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)
Elementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specifica
Tavola 1 Tavola 1 Tavola 1 Tavola 1
Agricoltura. Carta degli ambiti agricoli
• L’area in cui è localizzato il PII non è inserita
all’interno di ambiti agricoli
• Nell’immediato intorno del territorio
urbanizzato il PTCP individua la presenza di
ambiti agricoli su macro classe fertili di classe
I, II, III (adatti a tutte le culture, adatti con
moderate o severe limitazioni)
Tavola 2Tavola 2Tavola 2Tavola 2
Mobilità. Carta dei livelli di vincolo
stradale
• L’area è interessata dall’attraversamento di
infrastrutture per la mobilità, in particolare è
lambita , a nord, dalla ferrovia
Tavola 2.18Tavola 2.18Tavola 2.18Tavola 2.18
Paesaggio. Carta della rete del paesaggio
• L’area di PII si inserisce all’interno del tessuto
edificato consolidato e non è interessata da
ambiti di valenza paesaggistica, sebbene si
trovi in prossimità di ZPS, core areas di primo
livello e corridoi fluviali.
• Il PTCP riconosce la vicinanza di infrastrutture
ad alta interferenza all’ambito di PII
Nel seguito si illustrano i contenuti precedentemente esposti, attraverso le cartografie
del PTCP analizzato.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Agricoltura. Carta degli ambiti agricoli (l’ambito di PII è evidenziato in rosso)
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Mobilità. Carta dei livelli di vincolo stradale (l’ambito di PII è evidenziato in rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 40
Paesaggio. Carta della rete ecologica (l’ambito di PII è evidenziato in rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 41
Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”
Elementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specifica
Istituito Istituito Istituito Istituito con L.R. n.2 del 09.01.1974, il Parco è dotato di PTC e relative Norme Tecniche di
Attuazione approvate con DGR VII/5983 del 2 agosto 2001.
Il Consiglio Regionale ha approvato nel 2003 la disciplina del Piano Territoriale di
Coordinamento del Parco Naturale con la DCR n. VII/919.
MacroMacroMacroMacro----obiettivi del PTCobiettivi del PTCobiettivi del PTCobiettivi del PTC
(art. 1,c 1.2 delle NTA)
Tutelare e valorizzaTutelare e valorizzaTutelare e valorizzaTutelare e valorizzarererere le caratteristiche ambientali, le caratteristiche ambientali, le caratteristiche ambientali, le caratteristiche ambientali,
naturalistiche, agricole e storiche del Parconaturalistiche, agricole e storiche del Parconaturalistiche, agricole e storiche del Parconaturalistiche, agricole e storiche del Parco,
contemperandole alle attività sociali compatibili con
la primaria esigenza della conservazione e tutela
degli ecosistemi, del territorio e del paesaggio.
Zona ICZona ICZona ICZona IC:
zona di iniziativa comunale orientata
(art. 12 NTA)
La proposta di variante al Documento
di piano prevede la sola modificazione
della superficie di vendita prevista
all’interno della struttura commerciale
del PII ex AVIR senza però modificarne
l’involucro edilizio e la struttura del PII
in generale.
IC.5 Al fine del mantenimento e miglioramento del
paesaggio urbano, i Comuni con più di 5.000
abitanti avranno come riferimento i seguenti
indirizzi:
a) Miglioramento ambientale e paesaggistico
delle aree di connessione dei margini urbani con
le aree agricole adiacenti attraverso un’attenta
considerazione dei rapporti visuali e strutturali tra
il sistema del verde urbano ed il paesaggio
agrario, verificando in tal senso anche la
possibilità di impianti di forestazione urbana;
b) Valorizzazione di assi viabili pedonali e
ciclabili lungo eventuali corsi d’acqua esistenti,
costituenti percorsi di penetrazione verso il centro
urbano;
c) Armonizzazione con l’ambiente circostante
delle aree produttive esistenti o di nuova
formazione, attraverso la realizzazione di idonee
cortine di vegetazione.
PTC Parco del TicinoPTC Parco del TicinoPTC Parco del TicinoPTC Parco del Ticino
Tavola 1Tavola 1Tavola 1Tavola 1
Azzonamento
• L’ambito si inserisce all’interno del tessuto
edificato consolidato, in zona IC “zone di
iniziativa comunale orientata”.
• Il PTC riconosce la presenza di aree naturali B1 a
sud del territorio comunale e ZB a nord, non
direttamente connesse con l’ambito di PII.
PTC Parco Naturale PTC Parco Naturale PTC Parco Naturale PTC Parco Naturale
Tavola 1 Tavola 1 Tavola 1 Tavola 1
• L’ambito ex AVIR non è interessato direttamente
dal perimetro del Parco Naturale in quanto
situato nel tessuto urbano consolidato.
• Il PTC del parco Naturale riconosce la presenza
di aree naturali ZPN a ovest del comparto
urbanistico ex AVIR
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”
Elementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specifica
Piano PaesaggisticoPiano PaesaggisticoPiano PaesaggisticoPiano Paesaggistico
Tavola 1 Tavola 1 Tavola 1 Tavola 1
L’ambito ex AVIR si trova all’interno dei coni visuali
di interesse paesaggistico individuati dal Piano
Paesaggistico del Parco. Il piano riconosce la
presenza della strada panoramica situata a sud del
territorio comunale, che costeggia il Fiume Ticino.
Tavola della Rete ecologicaTavola della Rete ecologicaTavola della Rete ecologicaTavola della Rete ecologica
La tavola della Rete Ecologica del Parco del Ticino
evidenzia come l’ambito ex-AVIR non sia
direttamente interessato da elementi importanti
della rete. L’ambito è infatti delimitato a nord e ad
ovest dalla linea ferroviaria e a sud ed est da
infrastrutture stradali. Gli unici due elementi
secondari della rete riportati nella tavola sono:
- Fascia arborea di spessore > 15 m lungo il
perimetro meridionale dell’ambito ex-AVIR e filari
lungo quello settentrionale: in fase di sopralluogo
non sono stati rilevati alberi né arbusti lungo il
perimetro dell’area che si ricorda essere in fase di
cantiere ormai da diversi anni; è pertanto verosimile
che in passato vi fosse qualche elemento vegetale
naturale che è stato eliminato con l’inizio delle
operazioni di bonifica.
- Corsi d’acqua di rilievo naturalistico: si tratta del
torrente Lenza che lambisce l’area del PII lungo i
confini est, sud e ovest. Sono stati tuttavia riportati
nella tavola della rete ecologica del Parco solo i
tratti a monte e a valle dell’ambito, che presentano
un maggior grado di naturalizzazione, mentre è
stato escluso il tratto che ricade all’interno del P.I.I.,
tombato fino all’attuazione degli interventi di
riqualificazione previsti dal PII stesso.
L’immediato intorno dell’ambito è urbanizzato, con
edifici residenziali ed infrastrutture viarie su tutti e
quattro i lati, e tale situazione costituisce una sorta
di barriera di isolamento barriera di isolamento barriera di isolamento barriera di isolamento nei confronti degli
elementi naturali e naturaliformi della rete ecologica
del Parco presenti nell’area vasta, ovvero: il
fondamentale corridoio fluviale del Ticino a sud, le
zone agricole a nord, l’area critica utilizzabile come
potenziale punto di appoggio per la rete ecologica a
nord-est e l’area naturale da considerare in qualità
di nuclei o gangli funzionali della Rete Ecologica
identificata nell’area umida (ontaneta e canneto) a
ovest della ferrovia e del ponte sul Ticino.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 43
Tavola 1- PTC - Azzonamento
Ambito “ex AVIR”
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Tavola 1- Parco Naturale Lombardo della Valle del Ticino
Ambito “ex AVIR”
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Tavola 1- Piano paesaggistico
Ambito “ex AVIR”
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Tav. 1 - Rete Ecologica del Parco del Ticino (in giallo l’ambito di PII)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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4.3 Settori ambientali coinvoltiSettori ambientali coinvoltiSettori ambientali coinvoltiSettori ambientali coinvolti
In sede di Scoping, al fine di definire l’ambito di influenza della variante al Documento
di piano del PGT, è stato analizzato lo stato dei differenti settori ambientali
potenzialmente coinvolgibili dalle possibili scelte pianificatorie.
In questa sede, invece, sono stati analizzati i potenziali effetti indotti dall’introduzione
della GSV nell’ambito ex AVIR e nel contesto urbano di inserimento.
Da un’analisi effettuata attraverso il confronto tra gli esiti emersi dai due passaggi
sopra richiamati, solo alcuni settori ambientali sono risultati di interesse per il caso in
oggetto.
La tabella seguente illustra gli esiti emersi dall’analisi di confronto condotta ed
evidenzia, al contempo, i settori per i quali, nel successivo Capitolo 4.4, sono stati
previsti specifici approfondimenti sia analitici in merito al relativo stato ambientale, sia
valutativi per quanto attiene ai potenziali effetti indotti dalle scelte di Piano.
Fattori di attenzione ambientale di interesse per le successive analisi e valutazioni ambientali
Settore Settore Settore Settore
ambientaleambientaleambientaleambientale
Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti
analiticoanaliticoanaliticoanalitico----valutativivalutativivalutativivalutativi
Traffico
Si prevede uno specifico approfondimento, in virtù delle possibili
variazioni di traffico introducibili dall’aumento della Superficie di Vendita
nell’ edificio commerciale G.
Qualità dell’aria Si prevede uno specifico approfondimento, in virtù del quadro emissivo
derivante dal traffico indotto dalla nuova configurazione commerciale
Rumore
Si prevede uno specifico approfondimento, in virtù della possibile
esposizione di ricettori antropici presenti al contorno a fattori di disturbo
acustico derivanti dalle eventuali variazioni di traffico indotte dalla nuova
configurazione commerciale
Acque superficiali
e Acque
sotterranee
Data la presenza del torrente Lenza all’interno dell’area oggetto di PII e
della falda freatica presente nell’immediato sottosuolo, si prevede uno
specifico approfondimento delle acque superficiali e sotterranee .
Suolo, Sottosuolo
e acque
meteoriche
Si prevede uno specifico approfondimento relativamente al sistema
geologico, sismico dei terreni interessati dall’intervento in progetto,
nonché una indagine specifica sulla bonifica dell’area in virtù della
precedente destinazione funzionale dell’area . Si riportano inoltre le
valutazioni relative allo smaltimento delle acque meteoriche.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 48
Settore Settore Settore Settore
ambientaleambientaleambientaleambientale
Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti
analiticoanaliticoanaliticoanalitico----valutativivalutativivalutativivalutativi
Ambiente biotico
L’area del comparto oggetto di PII presenta caratteri strutturali di
specifico interesse ecosistemico, in quanto il Comune di Sesto Calende è
compreso entro i confini del Parco Lombardo del Ticino ed è
caratterizzato dalla presenza di elementi di elevata naturalità
appartenenti alla rete Natura 2000 e costituenti la rete ecologica
regionale e provinciale.
Il territorio comunale è inoltre interessato dal SIC “Sorgenti del Rio
Capricciosa” a nord, dalle zone di protezione speciale “Boschi del Ticino”
e “Canneti del Lago Maggiore a Ovest e sud/ovest, non direttamente
connessi con l’ambito di PII.
L’area dunque, date le caratteristiche ecostrutturali evidenziate, riveste
allo stato attuale un ruolo funzionale per il sistema ecologico e
naturalistico di area vasta.
In virtù di quanto sopra evidenziato è stato ritenuto necessario
l’assoggettamento della variante di PGT a specifica procedura di
Valutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di Incidenza (ai sensi del D.P.R. n. 357 del 8 settembre 1997,
dell’art. 25bis della LR n. 86 del 30 novembre 1983 e s.m.i., e della DGR
n. VII/14106 del 8 agosto 2003), avviata contestualmente alla
Valutazione Ambientale Strategica.
Paesaggio
Non si prevede uno specifico approfondimento paesaggistico in
riferimento all’assetto strutturale dell’area di intervento, in
considerazione del fatto che l’intervento è già sottoposto a procedura
paesaggistica e che non sono previste modificazioni dell’assetto
planivolumetrico.
Inquinamento
luminoso
Non si prevede uno specifico approfondimento, in virtù delle scelte
progettuali introdotte nella Proposta di PII coerenti e conformi con i
disposti della LR 17/200?
Nei paragrafi seguenti, sono riportate le analisi di stato ambientale e le correlate
valutazioni degli effetti potenziali attesi sui settori per i quali è emersa la necessità di
uno specifico approfondimento, in riferimento alle scelte di intervento attuate dalla
Proposta di variante.
Il Capitolo rende conto, altresì, della verifica di incidenza potenziale dell’intervento
rispetto ai siti della Rete Natura 2000 e al sistema eco-funzionale ad essi connesso.
Infine, si analizza la coerenza dell’intervento rispetto ad un quadro di Criteri di
Sostenibilità ambientale derivati dai riferimenti sovraordinati assunti (vd. precedente
Par. 4.2).
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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4.4 Analisi dei potenziali effetti attesiAnalisi dei potenziali effetti attesiAnalisi dei potenziali effetti attesiAnalisi dei potenziali effetti attesi
4.4.1 Acque superficiali e sotterranee
Acque superficialiAcque superficialiAcque superficialiAcque superficiali
Gli elementi principali del drenaggio superficiale delle acque sono rappresentati dal
Lago Maggiore, dal Fiume Ticino e dal Torrente Lenza.
Torrente LenzaTorrente LenzaTorrente LenzaTorrente Lenza
Buona parte del territorio comunale è attraversato dalla roggia Lenza, il cui bacino
idrografico, che ha origine nel comune di Cadrezzate, copre un’estensione di circa
16,50 kmq.
Il bacino si sviluppa quasi interamente all’interno del territorio comunale di Sesto
Calende, anche se i limiti del bacino comprendono anche territori appartenenti, dal
punto di vista amministrativo, ai Comuni di Taino, Cadrezzate, Osmate, Comabbio e
Mercallo dei Sassi.
Le aree attraversate, nel suo percorso dalla sorgente alla foce, dalla roggia Lenza,
presentano tutte, indistintamente, caratteristiche di acclività decisamente poco
marcate. L’alveo è di norma scavato in fondi vallivi ampi, caratterizzati da pendenze
minime, mentre soprastanti i versanti boschivi raggiungono pendenze massime
dell’ordine del 20¸25%.
La velocità della corrente risulta quasi ovunque piuttosto bassa, salvo pochi tratti, di
dimensioni abbastanza contenute, nei quali la corrente subisce brusche accelerazioni
locali, generate dalla presenza di sbarramenti trasversali o da repentini cambiamenti
nella livelletta del fondo.
Nei tratti a corrente “lenta”, la ghiaia ed i ciottoli presenti sul fondo sono per lo più
inglobati in una matrice fine, la quale consente il transito della corrente senza rilevanti
dissipazioni di energia. Viceversa, nei tratti anche solo leggermente più scoscesi, la
velocità acquisita dalla corrente comporta l’asportazione delle particelle più fini del
terreno, ed il fondo si presenta caratterizzato da una prevalente granulometria più
grossolana.
Come si apprende dallo studio geologico a corredo del PGT: “La maggior parte dei
problemi generati dalla concomitanza di una piena rovinosa della roggia Lenza con
l’occorrenza di livelli di massimo del lago Maggiore, si concentravano nell’area
occupata dagli stabili ex-AVIR e nelle aree limitrofe. Ancora più grave era l’effetto
indotto dall’esistenza del tratto tombato: la corrente in transito raggiungeva condizioni
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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di moto in pressione già per portate con cadenza cinquantennale, con rilevanti perdite
di carico e con l’effetto di creare un battente idrico di circa un metro sopra il piano
stradale in corrispondenza dell’imbocco del tunnel. L’effetto era il riempimento di una
zona di vaste proporzioni, comprendente alcuni caseggiati, alcuni stabili e magazzini
dell’area ex AVIR, i prati ed i piazzali antistanti le scuole ed alcuni magazzini
comunali.”
Nell’ambito del progetto di recupero dell’area dismessa sono stati considerati tutti i
seguenti aspetti, legati sia alla sicurezza propria delle strutture di nuova realizzazione,
sia al miglioramento delle condizioni generali di sicurezza delle fasce dell’abitato che
si trovano a ridosso del corso della roggia.
1) In primo luogo, è stato affrontato il problema dell’eliminazione della copertura di
parte del tratto terminale del corso della roggia. Parimenti, è stata prevista la completa
rimozione delle travature orizzontali che coprivano il tratto di roggia che correva
parallelo a corso Matteotti. Nella ricostruzione dei tratti tombinati, si è tenuto conto
dell’esigenza di garantire alla corrente in transito una sezione adeguata, idonea ad
evitare eccessivi rigurgiti a monte.
2) Nel corso dei lavori di adeguamento della sezione del tratto tombato, si è preso in
esame lo spostamento di una esistente condotta aerea di fognatura.
3) Parimenti, si è affrontato il problema di garantire un recapito ai liquami ed alle
acque di piena meteorica cadute nell’area, anche quando i livelli di piena del lago non
consentano il normale scolo verso l’alveo della roggia.
4) Nella realizzazione di percorsi pedonali che collegano l’area al centro cittadino,
mediante sovrappasso della roggia e sottopasso di via Matteotti, è stata lasciata una
adeguata luce tra il fondo alveo e l’intradosso della soletta della passerella.
5) I nuovi piazzali sono stati realizzati a quota tale da conseguire un ragionevole
margine di sicurezza di fronte al transito delle onde di piena calcolate con cadenza
pari a 200 anni.
Ove ciò non è stato possibile, è stata prevista una arginatura a fianco della roggia, in
grado di contenere l’onda di piena prevista.
Fenomeni di esondazionFenomeni di esondazionFenomeni di esondazionFenomeni di esondazione storicae storicae storicae storica
Analizzando i dati storici riguardanti il lago sono stati registrati, dal 1829, 117 eventi
di piena superiori a +2,00 m sullo zero idrometrico di Sesto Calende, con una
frequenza di uno ogni 18 mesi; ottobre è il mese nel quale si verificano con maggior
frequenza eventi di piena, seguito da novembre, maggio e settembre.
Per quanto riguarda invece gli altri corsi d’acqua si ha conoscenza di diversi fenomeni
di allagamento dovuti alle acque del T. Lenza che hanno interessato tra l’altro i
seguenti punti:
- Tratto parallelo alla ferrovia a valle di via Maddalena.
- Area compresa tra il Municipio e la S.S. del Sempione.
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- Area pianeggiante a monte del primo sottopasso ferroviario (a valle di via Piave).
- Via alla Piana presso il ponte di accesso alla centrale del gas.
In particolare l’evento occorso nel maggio 2002, causato da piogge molto intense e
persistenti sull’area, ha provocato ingenti fenomeni di esondazione che hanno
coinvolto tutto il bacino del T.te Lenza a Sesto Calende.
Acque sotterraneeAcque sotterraneeAcque sotterraneeAcque sotterranee
SoggiaSoggiaSoggiaSoggiacenzacenzacenzacenza
Le indagini effettuate hanno permesso di intercettare la falda freatica presente
nell’immediato sottosuolo dell’area oggetto di PII.
La falda considerata si sviluppa all’interno di un acquifero a permeabilità primaria
costituito da depositi alluvionali a granulometria principalmente medio grossolana
oltre che all’interno dei terreni di riporto.
Ciò risulta evidente dal confronto tra le stratigrafie dei sondaggi realizzati ed i livelli
piezometrici misurati.
Per la costruzione della direzione di flusso della falda e per una valutazione dei suoi
cambiamenti stagionali, sono state effettuate tre campagne di misura dei livelli
piezometrici, nei sei piezometri realizzati, rispettivamente nei mesi di maggio, luglio e
settembre del 2001. La campagna di misura dei livelli piezometrici del maggio 2001 è
stata realizzata contestualmente al prelievo dei campioni di acqua di falda da sei
piezometri.
Nelle tabelle seguenti sono riportati i valori di soggiacenza ed i livelli piezometrici della
falda misurati nei periodi indicati:
Valori di soggiacenza misurati in m da chiusino
Piezometro Sogg. (14/05/01) Sogg. (23/07/01) Sogg. (17/09/01)
m. da chiusino m. da chiusino m. da chiusino
Pz1Pz1Pz1Pz1 2,90 2,82 2,69
Pz2Pz2Pz2Pz2 1,10 1,15 1,18
Pz3Pz3Pz3Pz3 1,30 1,42 1,48
Pz4Pz4Pz4Pz4 2,45 2,56 2,61
PPPPz5z5z5z5 2,21 2,30 2,35
Pz6Pz6Pz6Pz6 1,40 1,54 1,58
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Livelli piezometrici in m s.l.m.
Piezometro Liv. piez.
(14/05/01)
Liv. piez.
(23/07/01)
Liv. piez.
(17/09/01)
Pz1Pz1Pz1Pz1 198,76 198,84 198,97
Pz2Pz2Pz2Pz2 195,84 195,79 195,76
Pz3Pz3Pz3Pz3 195,83 195,71 195,65
Pz4Pz4Pz4Pz4 196,35 196,24 196,19
Pz5Pz5Pz5Pz5 197,12 197,03 196,98
Pz6Pz6Pz6Pz6 196,31 196,17 196,13
Come si può osservare dai dati presentati, la falda presenta, nel periodo considerato,
un’escursione molto ridotta.
Sulla base di questi dati è stata ricostruita la morfologia della superficie freatica a scala
locale. Il risultato dell’elaborazione è rappresentato nella Tavola 2, da cui si evince una
direzione di flusso della falda che vira da N-S nella porzione più settentrionale
dell’area, a NES-SO in quella più meridionale.
Per quanto riguarda invece le indagini analitiche relative alle acque sotterranee, sono
stati prelevati sei campioni di acqua, uno per ogni piezometro realizzato.
Come si può osservare nella tabella riportata in seguito, per alcuni parametri si ha il
superamento dei valori di concentrazione limite definiti nella Tabella 2 dell’Allegato 1
del D.M. 471/99.
Concentrazioni dei principali inquinanti nelle acque dei piezometri
Tab.2 D.M.
471/99 Piezometri 1 2 3 4 5 6
15/05/01
µg/l µg/l µg/l µg/l µg/l µg/l µg/l
200 Al 302,50 391,50 26,00 442,00 15,00 44,50
20 Ni 21,70 2,00 1,60 4,20 1,30 <1
50 Mn 101,80 14,00 40,00 69,00 47,00 39,00
0,15 Triclorometano 0,60 3,00 0,60 0,50 1,20 10,50
1,5 Tricloro Etilene 0,50 0,60 1,60 0,80 0,30 2,20
1,1 Tetracloro
Etilene 9,30 9,60 9,80 11,10 10,00 11,80
10 Σ 10,40 13,20 12,00 12,40 11,50 14,50
0,3 Tribromo
metano <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1
Freon 11 0,40 0,50 0,20 0,30 0,30 0,30
Freon 113 0,6 0,8 0,5 0,4 0,5 0,5
Carbonio
tetracloruro 0,7 0,6 0,6 0,4 0,7 1,1
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Gli analiti per i quali si osserva il superamento dei limiti sono Al, Ni, Mn, e per quanto
riguarda gli Alifatici clorurati cancerogeni, Triclorometano, Tricloroetilene,
Tetracloroetilene e Sommatoria organoalogenati.
In totale sulle 306 ricerche analitiche eseguite (6 campioni su cui sono state effettuate
51 determinazioni per ogni singolo campione) si è avuto il superamento dei limiti
tabellari in 26 di esse, pari al 8,5% delle analisi effettuate sulle acque.
Dopo il completamento dei lavori di bonifica, è stata predisposta una campagna di
monitoraggio di durata semestrale, condotta con campionamenti mensili nel periodo
compreso tra i mesi di luglio e dicembre 2010 sui piezometri presenti all’interno
dell’area, con l’obiettivo di valutare la situazione in atto e verificare eventuali contributi
alla contaminazione da parte del sito.
Alla luce del ritrovamento del PZ5, considerato un punto di ingresso al sedime, si è
deciso di effettuare una nuova serie di campioni sulle acque di falda dei piezometri
della durata di un trimestre per poter disporre di un quadro più completo ed è stata
attivata quindi la nuova campagna di monitoraggio.
I risultati hanno evidenziato ancora elementi di perplessità sulla fonte della
contaminazione da arsenico alla acque della falda superficiale.
Al fine di chiarire la provenienza del metallo sono stati quindi programmati una serie
di campionamenti nei terreni posti immediatamente a monte dell’insediamento della
ex AVIR, per verificare sia l’eventuale presenza di scorie sia l’eventuale cessione dalle
stesse verso l’acquifero sottostante.
La prima serie è stata condotta da luglio a dicembre del 2010, mentre la seconda serie
da dicembre 2011 a febbraio 2012.
In particolare si è provveduto alla esecuzione dei due prelievi sulle acque dei
piezometri presenti sul sedime della ex Avir, nonché di un piezometro realizzato a
monte della linea ferroviaria. Tali prelievi sono stati realizzati sui seguenti piezometri:
PZ1, PZ2, PZ3, PZ4 e PZ7. I piezometri campionati, già durante i lavori di bonifica, sono
stati inoltre integrati con il piezometro PZ6 bis e il piezometro PZ5.
Per quanto riguarda invece le n° 6 campagne di prelievo e analisi delle acque di falda
realizzate durante l’intervento di bonifica, nel periodo compreso tra marzo 2007 e
settembre 2009, queste sono state condotte sui piezometri PZ1, PZ2, PZ3, PZ4, PZ5 e
PZ6. I valori riscontrati sui campioni prelevati hanno evidenziato superamenti di :
• arsenico in tutti i piezometri campionati fatta eccezione per il PZ1,
• ferro, limitati al PZ1
• composti clorurati (soprattutto Tetracloroetilene nelle ultime due campagne di
monitoraggio) nei piezometri PZ1, PZ2, PZ3 e PZ4.
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RisultatiRisultatiRisultatiRisultati
I risultati analitici della prima serie di prelievi hanno mostrato il superamento dei limiti
di riferimento per i parametri arsenico e cloruro di vinile, i cui limiti risultano essere
rispettivamente 10 µg/l e 0,5 µg/l, presenti quasi costantemente nei piezometri PZ3 e
PZ4; un superamento del valore limite del parametro arsenico si riscontra anche nel
PZ2 in occasione della prima campagna.
Per quanto riguarda le altre misurazioni, si rilevano valori prossimi al limite per
entrambi i parametri.
Sono stati inoltre riscontrati superamenti puntuali del parametro tricloroetilene
circoscritti al PZ3 per le campagne effettuate in data 25/08/2010 e 22/09/2010 ed al
PZ4 per quelle effettuate in data 23/11/2010 e 21/12/2010.
Durante la seconda serie, avvenuta nel periodo dicembre 2011 e febbraio 2012, sono
state condotte altre tre serie di prelievi sulle acque di falda dei citati piezometri.
Sono stati utilizzati tutti i piezometri presenti sul sedime ed il piezometro PZ7
collocato aldilà della ferrovia, quindi completamente a monte del sedime.
I valori rinvenuti confermano sostanzialmente quelli rilevati nelle serie presenti.
L’arsenico è presente nelle acque di tutti i piezometri con valori che oscillano da 0,5 a
circa 30µg/l.
E’ da rilevare che nei piezometri PZ5 e PZ6 che costituiscono di fatto i punti più di
monte all’interno dell’area di fabbrica i valori di arsenico sono vicini o superiori al
limite previsto di 10 µg/l a fronte di valori molto più bassi rilevati nelle acque di quello
presente aldilà della strada (via Risorgimento) PZ2.
Anche per i valori di ferro e manganese si hanno andamenti similare con aumento al
passaggio da PZ2 a PZ5 e PZ6 con valori che rimangono tali anche nelle acque dei
piezometri di chiusura di bacini (PZ3 e PZ4).
Nella tabella in seguito vengo riportati i dati riassunti dell’ultimo prelievo relativo
all’anno 2012.
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Dati riassuntivi anno 2012
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VulnerabilitàVulnerabilitàVulnerabilitàVulnerabilità
La vulnerabilità di un acquifero esprime la facilità con cui un inquinante, disperso in
superficie o nei primi metri del sottosuolo, può raggiungere la sottostante falda e
contaminarla. La possibilità di un inquinante di disperdersi nel sottosuolo è quindi
legata essenzialmente alla permeabilità dei terreni; in particolare, maggiore è la
permeabilità, maggiore è il grado di vulnerabilità degli acquiferi.
Adottando un criterio ben noto in letteratura (Francani 1986), è possibile accorpare
unità formazionali che presentano simili affinità litologiche ed idrogeologiche o
raggruppare delle sottounità che, pur appartenendo alla stessa formazione,
presentano comportamento idrogeologico diverso.
In questo modo è possibile, nel caso in esame, identificare tre classi idrogeologiche
caratterizzate da circolazione idrica differente:
• circolazione per porosità (permeabilità primaria): riguarda i depositi quaternari
sciolti ed è strettamente legata alla granulometria degli stessi; in particolare i
depositi con granulometria fine hanno permeabilità a bassa a bassissima,
mentre i depositi granulari in matrice fine, hanno permeabilità medio – bassa;
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• circolazione per fratturazione (permeabilità secondaria): riguarda le zone
tettonizzate appartenenti alle rocce del Subalpino Lombardo od al
conglomerato fratturato all’interno dei quali può istaurarsi una circolazione
idrica secondaria, che avviene per vie preferenziali e si sviluppa lungo le
superfici fratturate. La vulnerabilità di questi acquiferi è direttamente
proporzionale al grado di fatturazione dell’ammasso roccioso;
• zone a circolazione bassa o nulla: riguarda le aree dove l’ammasso roccioso
non è fratturato e quindi presenta una porosità bassa o bassissima legata
solamente a limitate zone cataclasate. La protezione di eventuali acquiferi è
medio alta e la circolazione idrica non è molto sviluppata.
Come confermato anche dalla carta idrogeologica allegata al PGT, l’area di intervento,
sottoposta a bonifica ambientale, rientra in una classe di vulnerabilità alta.
A questa classa appartiene la maggior parte del territorio comunale incluse le sponde
del Lago Maggiore e del Ticino e la piana del Lenza. In particolare, si tratta delle aree
ove le caratteristiche di bassa soggiacenza della falda freatica influenzano in modo
determinante il grado di vulnerabilità. In questa categoria è stata inserita anche la
fascia del T.te Riale per via della presenza di un importante asse di drenaggio.
Stralcio della Tav. 2a del PGT vigente “Carta idrogeologica”
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4.4.2 Suolo e Sottosuolo
Indagini svolteIndagini svolteIndagini svolteIndagini svolte
Sull’area “ex AVIR” sono state condotte diverse campagne di indagine ambientale volte
a caratterizzare il sito.
Le indagini sono state svolte tra maggio e luglio 2001 secondo quanto previsto dal
Piano di Caratterizzazione per l’area ex Avir, discusso dalla Conferenza di Servizi
convocata dal Comune di Sesto Calende il giorno 28.11.2000.
Le analisi, che data la complessità del sito si sono concluse in data 02.07.2001, sono
consistite in 34 sondaggi a carotaggio continuo, di una trincea per il prelievo dei
campioni di terreno e nella trasformazione di 6 sondaggi in altrettanti piezometri per il
prelievo di campioni di acqua.
Caratterizzazione ambientaleCaratterizzazione ambientaleCaratterizzazione ambientaleCaratterizzazione ambientale
Dal punto di vista stratigrafico e idrogeologico, le possibili ricostruzioni della
successione dei livelli presenti evidenziano la presenza di una successione di terreni
caratterizzata nella fascia superiore da materiale di riporto eterogeneo con spessore
variabile da 0.50 a 4.30 m cui seguono depositi alluvionali “naturali” costituiti
prevalentemente da sabbie e ghiaie e più raramente da limi fino ad una profondità
media di 4.5 m con punta massima di 6.5 m e quindi depositi sempre alluvionali a
granulometria medio-fine, costituiti da sabbie e limi.
Dal punto di vista chimico, le concentrazioni rilevate di inquinanti si mantengono al di
sotto dei limiti stabiliti dal DM 471/99 nella maggior parte dei campioni analizzati.
Solo in alcuni casi sono stati superati i limiti previsti dalla colonna A della Tabella 1
(Allegato 1 del DM 471/99).
Dall’esame di tutta l’area emergono tre zone omogenee a differente comportamento
chimico tra loro, probabilmente dovuta alle modalità e tempistiche di realizzazione
delle diverse parti dello stabilimento industriale.
In particolare:
- Zone in cui per nessun parametro si ha il superamento dei limiti tabellari;
- Aree in cui si ha il superamento, generalmente contenuto, dei limiti della
colonna A, (terreni a destinazione residenziale e a verde pubblico)
- Zona, ridotta aeralmente, in cui si ha il superamento per alcuni parametri dei
limiti della colonna B (destinazione commerciale-industriale).
Caratterizzazione sismicaCaratterizzazione sismicaCaratterizzazione sismicaCaratterizzazione sismica
Con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003
“Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio
nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, pubblicata sulla
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G.U. n. 105 dell’8 maggio 2003 Supplemento ordinario n. 72, vengono individuate in
prima applicazione le zone sismiche sul territorio nazionale, e fornite le normative
tecniche da adottare per le costruzioni nelle zone sismiche stesse.
La Regione Lombardia, con D.G.R. n. 14964 del 7 novembre 2003, ha preso atto della
classificazione fornita in prima applicazione dalla citata Ordinanza 3274/03.
Secondo la classificazione vigente il territorio comunale di Sesto Calende appartiene
alla zona sismica 4.
Classificazione sismica dei Comuni della Lombardia.
Nella Carta della pericolosità sismica locale viene riportata la perimetrazione areale
delle diverse situazioni tipo (Tab. n. 8.1) in grado di determinare gli effetti sismici
locali.
In particolare nel territorio comunale di Sesto Calende, sono state riconosciute le aree
di pericolosità sismica locale (PSL) evidenziate nella tabelle seguente:
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Scenari di pericolosità sismica locale
(sono evidenziati gli scenari individuati per il territorio di Sesto Calende).
Stralcio della Tav. 4a del PGT vigente “Carta della pericolosità sismica locale”
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In particolare, la zona ex Avir oggetto di PII rientra nella Zona 2 “Zona con terreni di
fondazione particolarmente scadenti”, che comprende le aree lungo le sponde del Lago
Maggiore, della Roggia Lenza e del Riale. Si tratta di aree caratterizzate dalla presenza
di limi sabbiosi e sabbie limose con argille e torbe, da limi argillosi con sabbia, sabbie
limose e argille limose con torbe; l’acquifero, libero o sospeso, è spesso prossimo al
piano campagna. Inoltre, alle aree appartenenti alla zona Z2, è assegnata una classe di
pericolosità H2 e dunque in fase progettuale dovrà essere realizzato un
approfondimento sismico del 3^ livello.
Analisi della classe di fattibilità geologicaAnalisi della classe di fattibilità geologicaAnalisi della classe di fattibilità geologicaAnalisi della classe di fattibilità geologica
All’interno della componente geologica del PGT del comune di Sesto Calende sono
state definite, sulla base delle indicazione formulate dal Servizio Geologico della
Regione Lombardia, varie aree a differente sensibilità nei confronti delle problematiche
geologiche, geomorfologiche, sismiche ed idrogeologiche; a tali aree sono stati
attribuite quattro classi che vanno dalla 1 (classe senza limitazioni) alla 4 (classe con
gravi limitazioni). All’interno di ciascuna classe sono state individuate delle sottoclassi
che descrivono le limitazioni o le controindicazioni di ogni singola zona.
L’area di intervento ricade per lo più nella classe 4 (4C - vulnerabili dal punto di vista
idraulico) ed in parte nella classe 2 (2B - Aree vulnerabili dal punto di vista
idrogeologico, 2D - Aree che presentano scadenti caratteristiche geotecniche)
Stralcio della Tav. 8a del PGT vigente “Carta della fattibilità geologica”
Di seguito riportiamo la descrizione delle singole limitazioni:
• Classe 2 – B1: Aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale:
Per le aree ricadenti in classe di sintesi B.1 ogni intervento sull’esistente e ogni
nuova opera devono assicurare e garantire il mantenimento e/o il
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miglioramento delle caratteristiche chimico fisiche delle acque di falda. Sarà
quindi necessario produrre un’apposita relazione geologica-idrogeologica che
accerti la compatibilità dell’intervento con lo stato locale di potenziale
vulnerabilità dell’acquifero e fornisca apposite prescrizioni sulle modalità di
attuazione degli interventi stessi.
Gli interventi edificatori dovranno inoltre considerare, attraverso adeguati studi,
l’interazione con la circolazione idrica sotterranea e lo smaltimento delle acque
meteoriche e reflue.
• Classe 2 – D2: Aree con caratteristiche geotecniche mediocri
Per le aree ricadenti in questa classe deve essere affrontato in modo
approfondito il problema fondazionale, con la realizzazione di apposite
indagini geognostiche in sito e/o in laboratorio, volte a definire in modo
preciso, puntuale e dettagliato le caratteristiche geotecniche dei terreni di
imposta e la profondità di riscontro della falda idrica per una più consapevole
scelta delle soluzioni progettuali più idonee da adottarsi.
• Classe 4 – C1: Aree frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di
ritorno fino a 50 anni), con significativi valori di velocità e/o altezze d’acqua o
con consistenti fenomeni di trasporto solido
• Classe 4 – C4: Aree già allagate in occasione di precedenti eventi alluvionali
Per le classi 4C sono possibili ed auspicabili opere di difesa dall’erosione
spondale, arginale ed in alveo e di regimazione dei flussi idrici, con particolare
attenzione nelle aree antropizzate ai manufatti che attualmente interferiscono
negativamente con il deflusso delle acque.
La progettazione deve essere supportata da uno studio geologico che definisca
in particolare le caratteristiche dinamiche dell’alveo e da uno studio idrologico
ed idraulico che stimi le portate di piena e le altezze del livello idrico in
corrispondenza di sezioni di interesse, per una più accurata scelta delle
tipologie di intervento ed un loro coretto dimensionamento.
Quando l’intervento prevede la costruzione di opere, è necessario adottare
metodi di realizzazione tali da non compromettere in modo irreversibile le
funzioni biologiche dell’ecosistema in cui vengono inserite ed arrecare il
minimo danno possibile alle comunità vegetali ed animali presenti, rispettando
contestualmente i valori paesaggistici dell’ambiente fluviale e vallivo. Le
tipologie utilizzate per la realizzazione delle opere devono corrispondere ai
criteri di basso impatto ambientale.
Inoltre, nelle aree C.1 e C.4 lungo il T.te Lenza, classificate come “aree a pericolosità
molto elevata” valgono inoltre le prescrizioni di cui all’art. art. 9 comma 5 delle Norme
di Attuazione del PAI; lungo il Fiume Ticino, per le porzioni classificate come C.1,
comprese nei limiti di Fascia A e B, valgono le prescrizioni degli art. 29 e 30 delle NdA
del PAI.
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Il PII,Il PII,Il PII,Il PII, modificando sostanzialmente l’assetto idraulico del torrente, consentirà la modificando sostanzialmente l’assetto idraulico del torrente, consentirà la modificando sostanzialmente l’assetto idraulico del torrente, consentirà la modificando sostanzialmente l’assetto idraulico del torrente, consentirà la
riduzione del grado di rischio attualmente assegnato all’area dalla classificazione riduzione del grado di rischio attualmente assegnato all’area dalla classificazione riduzione del grado di rischio attualmente assegnato all’area dalla classificazione riduzione del grado di rischio attualmente assegnato all’area dalla classificazione
geologica di rischio idrogeologico geologica di rischio idrogeologico geologica di rischio idrogeologico geologica di rischio idrogeologico (classe 3 “aree vulnerabili dal punto di vista
idraulico” come da Relazione geologica del PGT) e costituisce un’opera di e costituisce un’opera di e costituisce un’opera di e costituisce un’opera di
rinaturalizzazione che ben si inserisce nel progetto complessivo di riqualificazione rinaturalizzazione che ben si inserisce nel progetto complessivo di riqualificazione rinaturalizzazione che ben si inserisce nel progetto complessivo di riqualificazione rinaturalizzazione che ben si inserisce nel progetto complessivo di riqualificazione
urbanistica dell’area ex A.V.I.R.urbanistica dell’area ex A.V.I.R.urbanistica dell’area ex A.V.I.R.urbanistica dell’area ex A.V.I.R.
La Regione Lombardia ha autorizzato la realizzazione del progetto di
Rinaturalizzazione con Disciplinare n.ro 8958 del 15/12/2008 e con Decreto n.ro
15363 del 19/2/2008.
BonificaBonificaBonificaBonifica
Il progetto definitivo di bonifica è stato approvato in data 27.04.2006 e prevedeva un
intervento differenziato fra la parte del sedime a destinazione commerciale e
pertinenze relative (Lotto 1), area a destinazione residenziale rappresentata dalla zona
del serbatoio (Lotto2) e quella destinata ad uso residenziale rappresentata dalla parte
occupata dagli edifici esistenti, dalle pertinenze fronte strada e della zona dei forni e
dei servizi (Lotto 3).
L’intervento di bonifica è stato preceduto dalle operazioni di pulizia dell’area e da
interventi di demolizione e bonifica delle strutture.
Per ciascun lotto sono stati effettuati collaudi di fondo scavo e di valutazione della
qualità delle pareti di scavo nonché una serie complessiva di campagne di analisi delle
acque di falda e superficiali.
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Sono stati controllati i parametri in cui, durante la fase di cantierizzazione si sono
evidenziati superamenti, in particolare metalli ed idrocarburi e per quanto attiene il
lotto 2 anche il benzoapirene.
Per quanto riguarda le acque sono stati effettuati campionamenti ed analisi prima
dell’avvio della bonifica sia sulle acque del Torrente Lenza, sia sulle acque di falda con
l’utilizzo di 6 piezometri presenti sull’area.
Le metodologie di analisi e campionamento sono state concordate preventivamente
con il dipartimento Arpa territorialmente competente.
La certificazione di avvenuta bonifica è stata emessa dall’Ente provinciale in data
21/05/2009.
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4.4.3 Smaltimento delle acque meteoriche
I dati riportati nel presente paragrafo sono tratti dal “Progetto unitario. Ambito: P.I.I.
area industriale dismessa ex AVIR” (luglio 2009).
Nell’intervento in oggetto, avente una superficie impermeabile complessiva pari a circa
22.800 mq, si possono definire le seguenti superfici interessate dagli eventi meteorici
o dalle acque di lavaggio:
a) copertura edificio commerciale, la cui superficie complessiva è pari a circa 6.100
mq, comprensiva delle tettoie delle ribalte e del portico del fronte principale, di cui
circa 4.900 mq saranno destinati alla realizzazione di un tetto verde;
b) copertura edifici ricettivo e residenziali, che presentano una superficie complessiva
di circa 6.850 mq;
c) aree carrabili, cortili e parcheggi, prevalentemente legate all’attività commerciale,
coprono circa 4.850 mq e comprendono il parcheggio a raso, le strade interne di
raccordo con la viabilità perimetrale, il cortile di carico/scarico merci;
d) aree pedonali esterne, di pertinenza quasi esclusiva degli edifici residenziali e
dell’iniziativa ricettiva, escluse le aree a verde, che rappresentano gli spazi di
collegamento tra gli edifici e non sono interessate a transito carraio ovvero ad attività
particolari, e sono stimate in circa 5.000 mq;
e) parcheggio interrato edificio commerciale, distribuito su due piani, che si prevede
possa essere interessato dalle acque di lavaggio in caso di evento meteorico, la cui
superficie complessiva è di circa 18.000 mq
AcquAcquAcquAcque di prima pioggia e di lavaggioe di prima pioggia e di lavaggioe di prima pioggia e di lavaggioe di prima pioggia e di lavaggio
Le acque meteoriche di dilavamento sono solamente quelle relative alle superfici c) e
d), mentre per le superfici a) e b) si tratta di acque pluviali che saranno trattate come
acque di seconda pioggia.
Le acque meteoriche di dilavamento (superfici d) di pertinenza di edifici e installazioni
nelle quali non si svolgono attività di cui all’art. 3, comma 1 del Regolamento
Regionale n. 4 del 24 marzo 2006, non sono soggette a regolamentazioni che
prevedano particolari separazioni o trattamenti e pertanto saranno raccolte e scaricate
come le acque di seconda pioggia.
Le acque meteoriche di dilavamento per cui si prevede l’installazione di una vasca di
separazione di prima pioggia ed un successivo trattamento di dissabbiatura e
disoleazione sono quelle provenienti dalle superfici c). Al sistema di trattamento di cui
sopra saranno convogliate le acque di lavaggio raccolte nelle autorimesse ai piani
interrati, provenienti dalle intercapedini e delle rampe di accesso alle autorimesse
stesse. Successivamente al trattamento tali acque saranno recapitate nel corso d’acqua
superficiale (torrente Lenza).
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Acque di seconda pioggiaAcque di seconda pioggiaAcque di seconda pioggiaAcque di seconda pioggia
Come indicato dal Regolamento Regionale n. 4 del 24 marzo 2006, le acque di
seconda pioggia che interessano tutte le superfici di cui al punto precedente, non
provenendo da superfici scolanti di cui al comma 1, lettere a) e b) che comprende le
industrie petrolifere e/o chimiche, possono essere scaricate nel sottosuolo ovvero in
corsi superficiali, secondo le modalità previste dal Regolamento Comunale. In questo
intervento si prevede l’utilizzo come recapito finale del torrente Lenza, in
ottemperanza al Piano di Risanamento Regionale delle Acque (DGR 13950 del
01/08/2003) nel caso, come quello in esame, di aree già dotate di pubblica fognatura.
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4.4.4 Mobilità e Traffico
Il territorio di Sesto Calende si sviluppa lungo la direttrice di collegamento Est-Ovest
costituita dalla strada statale n. 33 del Sempione, che rappresenta, a Nord, il
collegamento tra Lombardia e Piemonte. Lungo tale itinerario si sono sviluppati
numerosi centri abitati di notevoli dimensioni (Gallarate, Busto Arsizio, Legnano ecc.)
che, affiancati quasi senza soluzione di continuità, hanno determinato un
declassamento della funzione assunta dalla statale stessa ormai assimilabile, per gran
parte del suo sviluppo, ad una strada urbana.
In tale contesto, naturalmente, si sviluppano situazioni conflittuali tra le componenti
veicolari - di notevole entità - in attraversamento all’interno di ciascun comune e le
componenti locali urbane, con riflessi negativi sulla fluidità di movimento e sulla
sicurezza: i valori di traffico in gioco sono significativi e, soprattutto, elevati per gran
parte del giorno; si tenga inoltre presente che tale dato conferma l’esistenza di una
notevole quota di spostamenti in attraversamento che preferisce tale percorso a quello
autostradale. Un dato, questo, sicuramente non positivo in un’ottica di
periferizzazione dei flussi di solo transito, e confermato dai risultati delle indagini
condotte, da cui si evince come il tempo medio di viaggio riferito agli spostamenti di
quest’area, per oltre i 2/3 del campione intervistato inferiore ai 30 minuti, mal si
concilia con il transito autostradale e con il relativo pedaggio, benché si ritenga che
quest’ultimo aspetto possa essere affrontato con un’opportuna politica in grado di
prevedere tariffe calcolate sulle esigenze di tale utenza.
L'area dell'ex-AVIR è collocata nei pressi della stazione ferroviaria, delimitata a Sud
dalla statale del Sempione, a Nord da via Risorgimento, ad Est da via V. Veneto e ad
Ovest da via Ferrarin.
Dal punto di vista della localizzazione, tale lotto è confinante con alcune funzioni
pubbliche significative per Sesto Calende, quali la stazione ferroviaria appunto, un
complesso scolastico, una struttura commerciale e, comunque, nelle immediate
vicinanze vi sono altri importanti edifici pubblici (ad esempio il Municipio).
La viabilità che caratterizza tale parte dell’abitato di Sesto Calende è costituita dalla
strada urbana di scorrimento del Sempione e dalle arterie ad esso laterali a funzione
locale, quali via Ferrarin nella parte Nord, via Dell’Olmo e via XX Settembre a Sud.
Significativo è il ruolo svolto dalla Strada Provinciale n. 69 per Angera, confluente in
corrispondenza di via Ferrarin e via Matteotti, e che può considerarsi la diramazione a
Nord della strada statale del Sempione (direzione Angera e Ispra), come pure quello di
via V. Veneto che, nel tratto compreso tra via Roma e il Sempione, ha funzione di
strada locale, mentre a Nord si configura come asse di penetrazione in direzione
Taino-Osmate.
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Appare evidente come nelle vicinanze di quest’area, si concentri tutto il traffico in
provenienza da Est e da Ovest; l’intersezione semaforizzata di via Matteotti-Ferrarin,
ora trasformata in una rotatoria, rappresenta lo snodo più importante di tutto il traffico
di attraversamento, nonché degli spostamenti locali attratti e generati dalla vicina
stazione ferroviaria e dalle funzioni pubbliche situate nel centro abitato.
L’anello costituito da via Ferrarin-Risorgimento-Vittorio Veneto, per gran parte a
doppio senso eccezion fatta per il tratto terminale compreso tra via Risorgimento e via
Gramsci, in cui si ha senso unico verso Sud, non si configura attualmente come una
alternativa al Sempione in quanto percorribile compiutamente solamente in direzione
Milano, di maggiore lunghezza e, inoltre, caratterizzato da sosta sulla carreggiata che
ne rende difficoltoso il transito.
Sulla base dei riscontri ottenuti dalla ricostruzione dello stato di fatto, svolta in
occasione della prima presentazione del PII, nonché dei contenuti del progetto di
recupero e riqualificazione alla base di tale studio, sono apparsi necessari interventi
sulla rete viaria di Sesto Calende prospiciente l’area ex AVIR che, funzionali in un’ottica
futura di lungo termine allo smaltimento del traffico indotto dal nuovo insediamento
con la presenza di un insieme articolato di funzioni, risulterebbero altresì utili nel
medio termine, in un obiettivo di miglioramento complessivo delle condizioni di
traffico in ambito urbano, con un conseguente recupero di condizioni accettabili di
sicurezza.
Per tale ragione sono stati previsti e in parte già realizzati, un insieme articolato e
coerente di interventi:
- realizzazione di nuovi archi stradali
- soluzione a rotatoria dei principali nodi posti lungo il Sempione e nelle vicinanze
dell’area interessata dal recupero
- predisposizione di sensi unici in grado di separare per quanto possibile i flussi ed
incrementare la capacità veicolare oraria nella direzione di marcia consentita.
- al fine di limitare l’impatto sulla circolazione del Sempione, per effetto di possibili
fenomeni di riflusso del traffico diretto alle nuove attività a partire dalla rotatoria
SP48/via Gramsci, è stato introdotto l’accesso al futuro insediamento anche da via
Ferrarin/piazza Stazione, in modo da non sollecitare oltre misura sia la rotatoria
posta ai piedi del cavalcavia della SP48, sia la successiva in corrispondenza
dell’intersezione via Matteotti(SS33)/via Vittorio Veneto;
- raddoppio della corsia a sud della “losanga” di piazza Stazione, per aumentare la
zona di accumulo per i veicoli in attesa di svolta a sinistra.
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Scenario di riferimento: lo stato di fatto (SdF)Scenario di riferimento: lo stato di fatto (SdF)Scenario di riferimento: lo stato di fatto (SdF)Scenario di riferimento: lo stato di fatto (SdF)
Lo studio di traffico analizza la compatibilità viabilistica “ante operam” e verifica la
funzionalità attuale della rete stradale del comparto rispetto alla domanda di trasporto
esistente.
Ai fini della determinazione dello stato di fatto lo studio ha considerato gli assi stradali
evidenziati nella tabella seguente, definendone una classificazione funzionale ovvero
basata sulle caratteristiche dei flussi di traffico supportati dagli assi stradali e non sulle
caratteristiche geometriche e progettuali delle strade stesse in quanto, come accade
nella stragrande maggioranza di casi, la classificazione delle reti stradali cittadine
esistenti, deve semplicemente prendere atto di uno stato di fatto e non può applicare
la classificazione geometrica prescritta dalla normativa di riferimento (“Norme
funzionali e geometriche per la costruzione delle strade” D.M. del 05-11-2001).
Strada Classificazione funzionale
Corso Matteotti-Via Cavour Urbana di quartiere E
Cavalcavia Marchetti Urbana di quartiere E
Via Vittorio Veneto Locale urbana F
Via Ferrarin Locale urbana F
Via Risorgimento Locale urbana F
Via Barbieri Locale urbana F
Via Roma Locale urbana F
Via XX settembre Locale urbana F
Via Martiri della Libertà Locale urbana F
Via Baracca Locale urbana F
Via Gramsci Locale urbana F
Le intersezioni tra gli assi stradali citati, attualmente sono oggetto di lavori di
risistemazione parte in corso e parte già funzionalmente conclusi.
Domanda di trasporto attualeDomanda di trasporto attualeDomanda di trasporto attualeDomanda di trasporto attuale
Per l'analisi della domanda di trasporto nel comparto in esame è stata effettuata una
campagna di rilevamento dei flussi veicolari finalizzata alla quantificazione della
mobilità esistente e all’individuazione di eventuali problematiche di traffico.
Il rilievo di traffico è stato effettuato nel mese di maggio 2013 durante gli intervalli di
punta pomeridiani nelle giornate di venerdì 24 e sabato 25 alle seguenti intersezioni:
• Via Gramsci, Via Baracca, Via Indipendenza
• Piazza XXV Aprile
• Corso Matteotti, Via Vittorio Veneto
• Corso Matteotti, Via Ferrarin, Via Barbieri
• SP 69 (Sesto Calende –Angera), Via Roma, Via Barbieri
Gli intervalli temporali di rilevo sono stati compresi tra le ore 17.00 e le ore 19.00.
E’ stato individuato l’intervallo orario di punta il venerdì dalle ore 17.30 alle ore 18.30.
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Di seguito si riportano le tabelle, per ogni intersezione, con i flussi rilevati nell’ora di
punta.
Tavola 1 – Flussogramma dello Stato di fatto
Calcolo dei Livelli Operativi di Servizio (LOS)Calcolo dei Livelli Operativi di Servizio (LOS)Calcolo dei Livelli Operativi di Servizio (LOS)Calcolo dei Livelli Operativi di Servizio (LOS)
La verifica delle prestazioni è stata fatta con il modello francese Girabase©, (Software
version 4.0 - 2006), messo a punto dal centro di ricerca ministeriale CERTU (Centre
d’études sur les réseaux, les transports, l’urbanisme et les constructions publiques).
Il modello permette di quantificare il ritardo medio sui rami di accesso di intersezioni a
raso disciplinate a rotatoria e la conseguente determinazione dei livelli di servizio.
Per ogni ramo di accesso sono stati calcolati: la riserva di capacità delle corsie di
ingresso, il tempo medio d’attesa e la coda media sui rami di attestazione.
Come riportato nello studio di traffico, le prestazioni dei singoli rami delle rotonde
sono sempre al di sotto della curva di saturazione.
I tempi d’attesa stimati hanno valori medi oscillanti tra 0 e 4 secondi. La formazione
media di code è compresa tra 0 e 4 veicoli.
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Tavola 2 – Livelli di servizio dello Stato di fatto
Domanda di trasporto indottaDomanda di trasporto indottaDomanda di trasporto indottaDomanda di trasporto indotta
Per il calcolo dell’indotto di traffico determinato dall’insediamento di una nuova
superficie di vendita, si sono utilizzate –per la verifica dei livelli di servizio della rete
stradale – le indicazioni di calcolo della Regione Lombardia per l’autorizzazione
commerciale delle grandi superfici o degli agglomerati commerciali riportate DGR n.
X/1193, “Disposizioni attuative finalizzate alla valutazione delle istanze per
l’autorizzazione all’apertura o alla modificazione delle grandi strutture di vendita
conseguenti alla DCR 12 novembre 2013 nr. X/187 ‘Nuove linee per lo sviluppo delle
imprese del settore commerciale’ ”1.
L’indotto veicolare generato/attratto dalle superfici a destinazione commerciale è stato
calcolato per la giornata di venerdì e di sabato, valutando un parametro dimensionale
(veicoli/mq) variabile secondo:
- superficie di vendita;
- tipologia di superficie di vendita;
- appartenenza /non appartenenza a una Zona Critica
- giorno della settimana.
I flussi di traffico così calcolati devono poi essere ripartiti, all’interno dell’ora di punta,
sempre secondo la metodologia della Regione Lombardia, al 60% in ingresso e al 40%
in uscita dall’area commerciale.
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Veicoli attratti e generati ogni mq di superficie di vendita alimentare
Veicoli attratti e generati ogni mq di superficie di vendita non alimentare
Di seguito si riportano le tabelle di dettaglio dei calcoli effettuati:
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Per la giornata di venerdì vengono stimati complessivamente 732 veicoli e 1044 veicoli
per la giornata di sabato.
Tuttavia la giornata di riferimento utilizzata per le verifiche sarà soltanto il venerdì in
quanto, pur essendo maggiore il carico indotto della giornata di sabato, per la giornata
di venerdì si ottiene il maggior valore di sovrapposizione tra il carico veicolare
esistente e il traffico indotto come da tabelle della Regione Lombardia.
Per quanto concerne la residenza il modello utilizzato, al fine della valutazione del
traffico indotto, si riferisce a dati statistici calcolati a seguito dell’ Indagine
Origine/Destinazione 2002 sviluppata per conto della Direzione generale Infrastrutture
e Mobilità della regione Lombardia, e ai dati sulla popolazione residente in Regione
Lombardia, il dato di partenza del modello è il numero di abitanti previsti nel comparto
considerato.
Per valutare gli abitanti previsti, a partire dalle superficie residenziali lorde previste, si
è ipotizzata un’unità abitativa ogni 120 mq e 2,2 abitanti per unità abitativa. In
particolare sono previsti complessivamente 238 abitanti.
L’indice di mobilità risulta pari a 2,7 spostamenti per abitante per giorno.
Quindi, in funzione delle statistiche sulla tipologia di mezzo di trasporto, riportate
nella figura sottostante per ogni capoluogo di provincia, si ricava il numero di
spostamenti effettuati con automezzo privato ed infine considerando, sempre in via
cautelativa ai fini della valutazione delle prestazioni della rete stradale, un coefficiente
di occupazione dei veicoli pari a uno, si ottiene il numero complessivo di veicoli giorno
aggiuntivi.
Si osserva inoltre che i valori di spostamenti per la popolazione residente così come
sopra calcolati, considerano l’intera popolazione residente come mobile, trascurando
quella frazione di popolazione che in realtà non effettua spostamenti.
Infine è stato utilizzato il valore percentuale del 18% per ottenere gli spostamenti
dell’ora di punta della sera della componente residenza, ripartiti, in egual misura, parte
in ingresso e parte in uscita.
Sintesi conteggi effettuati per le destinazioni residenziali per una giornata feriale tipo
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Per il corpo E è stata prevista una destinazione alberghiera. L’immobile avrà una
superficie lorda prevista di circa 4.300 metri quadrati, per la quale sono state
ipotizzate 100 camere.
Al fine di quantificare l’indotto giornaliero, è stato necessario stimare un valore medio
annuo di arrivi per camera e il tempo di soggiorno degli ospiti. A tal fine sono stati
considerati i dati medi degli esercizi alberghieri provinciali pubblicati da ASR
Lombardia (Annuario statistico Regionale) riassunti nelle tabelle seguenti.
Per riportare il valore all’ora di punta è stato considerato il 25% del carico giornaliero il
che equivale, precauzionalmente, a considerare che nell’ora di punta della sera
avvenga uno spostamento su quattro di tutti i movimenti in ingresso ed uscita dalla
struttura alberghiera.
Indotto stimato per l’edificio a destinazione alberghiera
Le analisi relative alle riserve di capacità del sistema viabilistico di progetto hanno
messo in evidenza:
- la conferma della possibilità di disciplinare le principali intersezioni critiche del
comparto attraverso l’inserimento delle rotatorie urbane previste dal PII;
- la presenza di riserve di capacità del sistema viario anche a fronte dell’incremento
della domanda di trasporto dovuta all’inserimento della nuova polarità
commerciale;
- gli accodamenti previsti nei rami in ingresso delle rotatorie esaminate sono sempre
ridotti a valori inferiori alla decina di veicoli, per cui, anche considerando un
intervallo di confidenza dei risultati del modello Girabase applicato pari al 20%
circa, relativamente alle riserve di capacità, si può affermare che non sono previsti
accodamenti tali da provocare intralcio alla circolazione nello schema progettuale
previsto.
Confronto della domanda di trasporto indotta dalla MSV con la GSVConfronto della domanda di trasporto indotta dalla MSV con la GSVConfronto della domanda di trasporto indotta dalla MSV con la GSVConfronto della domanda di trasporto indotta dalla MSV con la GSV
Considerato che il tema della variante di PGT è l’inserimento della GSV nell’attuale
destinazione a MSV dell’edificio commerciale G, ricordando che tale variazione non
comporterà la modifica dell’assetto planivolumetrico approvato e nemmeno l’aumento
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di SLP dell’edificio commerciale, di seguito si riporta la comparazione dell’indotto di
traffico relativo all’aumento della superficie di vendita.
La giornata di riferimento utilizzata per le verifiche sarà soltanto il venerdì in quanto,
pur essendo maggiore il carico indotto della giornata di sabato, in quella di venerdì si
registra il maggior valore di sovrapposizione tra il carico veicolare esistente e il traffico
indotto come da tabelle della Regione Lombardia.
Tabella di confronto ora di punta del Venerdì
MSVMSVMSVMSV GSVGSVGSVGSV
SV alim SV non alim Indotto tot SV alim SV non alim Indotto tot
1600 900 401401401401 1920 1280 499499499499
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4.4.5 Qualità dell’aria
CaratterizzaCaratterizzaCaratterizzaCaratterizzazione climatologica su scala localezione climatologica su scala localezione climatologica su scala localezione climatologica su scala locale
La caratterizzazione climatologica del sito, oggetto dell’intervento, mira a conoscere in
anticipo quanto il progetto in esame influenzerà l’ambiente circostante. In particolare
quanto l’aumento delle immissioni di gas inquinanti indotti andrà ad influenzare le
condizioni al suolo. Infatti il potenziale impatto ambientale può avere conseguenze
diverse su un territorio proprio a causa delle sue caratteristiche geografiche e
climatiche.
I parametri che vengono elaborati per la caratterizzazione sono:
• temperatura;
• altezza dello strato di rimescolamento;
• direzione e velocità del vento;
• stabilità.
I parametri appena citati sono rappresentativi della dinamicità atmosferica, infatti
favoriscono la diffusione degli agenti inquinanti nei vari strati oppure la stagnazione al
suolo.
Per un inquadramento meteorologico dell’area oggetto di verifica ambientale sono stati
richiesti ad ARPA SIMC Emilia Romagna i dati meteo orari per l’ultimo anno disponibile
(2012) per un punto rappresentativo dell’area di indagine.
ARPA-SIMC Emilia Romagna gestisce un archivio di dati meteorologici specifico per le
applicazioni legate alla qualità dell'aria. In particolare, sono disponibili le informazioni
necessarie per costruire l'input meteorologico richiesto dalla maggior parte dei modelli
di dispersione atmosferica.
L'archivio include due dataset indipendenti (Calmet e LAMA). Entrambi contengono dati
orari con risoluzione orizzontale di 5-7 km, e includono parametri superficiali e in
quota, oltre all'altezza di rimescolamento e altre grandezze relative alla turbolenza.
Il dataset LAMA è stato prodotto utilizzando il modello meteorologico ad area limitata
COSMO (ex Lokal Modell), copre tutta l'Italia e ha dati a partire dal 1/4/2003.
Tale dataset (LAMA) è ritenuto affidabile anche per l’area di indagine, essendo il
dominio di restituzione dei dati su tutta Italia.
TemperaturaTemperaturaTemperaturaTemperatura
Nella figura seguente è rappresentato l’andamento annuo delle temperature. I valori
massimi si attestano nella stagione estiva e nei mesi di maggio e settembre, mentre i
valori minimi si hanno nella stagione invernale ed in particolare nel mese di gennaio.
La temperatura media annua è pari a 12,9° C.
Si registrano periodi di gelo nei mesi da dicembre a febbraio, con una minima assoluta
di -8.8 °C.
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Andamento delle temperature minime, medie e massime mensili 01/01/2012 - 31/12/2012
Altezza strato di rimescolamentoAltezza strato di rimescolamentoAltezza strato di rimescolamentoAltezza strato di rimescolamento
Lo strato di rimescolamento ha un ruolo determinante sulla diffusione dei gas
inquinanti in atmosfera. In situazioni che presentano altezze basse, dell’ordine dei 100
m, condizione tipicamente invernale, si crea un effetto di cappa che impedisce il
rimescolamento e la diluizione degli inquinanti in atmosfera.
Queste situazioni sono spesso causa, in concomitanza con condizioni di stabilità
atmosferica, dell’instaurarsi di fenomeni di inquinamento acuto.
Nella figura seguente è riportato l’andamento medio giornaliero dell’altezza di
rimescolamento; si nota come dalle ore 19:00 alle ore 8:00 l’altezza di rimescolamento
si mantiene intorno ai 180 metri, per poi salire progressivamente fino a massimi
dell’ordine di ca. 900 m in corrispondenza delle ore più calde della giornata e poi
calare progressivamente.
Andamento medio orario annuale dell'altezza di rimescolamento
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DirezioneDirezioneDirezioneDirezione e velocità del ventoe velocità del ventoe velocità del ventoe velocità del vento
Di seguito vengono riportate considerazioni in merito alle caratteristiche principali di
tale parametrio meteoclimatico, ovvero direzione e velocità.
Per quanto concerne la velocità del vento, dall’analisi dell’istogramma riportato nella
figura seguente si osserva che la velocità media del vento è simile in tutti i mesi
dell’anno, anche se leggermente più bassa nella stagione invernale.
La velocità media annuale è pari a 1,8 m/s.
Andamento della velocità del vento minime, medie e massime mensili
01/01/2012 - 31/12/2012
Classi di stabilità atmosfericaClassi di stabilità atmosfericaClassi di stabilità atmosfericaClassi di stabilità atmosferica
La stabilità atmosferica è un indicatore del grado di turbolenza dei bassi strati
dell’atmosfera, cioè della maggiore o minore attitudine a disperdere gli inquinanti
atmosferici.
Nella tabella seguente sono riportate le classi di stabilità di Pasquill.
Al fine di valutare il livello di massimo impatto potenziale, sono state poste
cautelativamente le condizioni più sfavorevoli, ovvero tali da determinare i massimi
valori di concentrazione al suolo.
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Classi di stabilità di Pasquill e condizioni atmosfericheClassi di stabilità di Pasquill e condizioni atmosfericheClassi di stabilità di Pasquill e condizioni atmosfericheClassi di stabilità di Pasquill e condizioni atmosferiche
L’analisi di sensibilità del modello di dispersione utilizzato consente peraltro di poter
affermare, alle piccole scale, ed in particolare in prossimità delle sorgenti stradali, la
scarsa influenza della variazione di tali parametri sul fenomeno di ricaduta diretta degli
inquinanti al suolo, che risulta dominato dalla turbolenza meccanica e termica indotta
dal passaggio dei veicoli.
E’ importante sottolineare che le classi stabili si verificano ogni qualvolta si ricreano
condizioni di subadiabaticità (cioè quando il gradiente termico dell’aria è minore di
quello adiabatico) o inversione termica al suolo (gradiente termico verticale positivo e
la temperatura aumenta con l’altezza). Tali condizioni si verificano nelle ore notturne
ed in inverno, a causa del maggior raffreddamento del suolo rispetto all’aria
sovrastante, e durante il giorno, nei casi di nebbia persistente o stagnazione locale di
masse d’aria.
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Per le classi di stabilità, nel grafico sopra riportato sono evidenziate le frequenze
annuale delle diverse classi; ed è possibile osservare una prevalenza della classe F+G,
con il 33.9%, subito seguita dalla classe D, con il 29.2%, evidenziando di fatto un
contesto caratterizzato da condizioni di stabilità atmosferica.
Le emissioni presenti nell’area di studioLe emissioni presenti nell’area di studioLe emissioni presenti nell’area di studioLe emissioni presenti nell’area di studio
Le emissioni di inquinanti atmosferici nell’area sono da ricondursi essenzialmente a:
• emissioni lineari: sono rappresentate dal traffico veicolare;
• emissioni puntuali: sono legate alle emissioni dagli impianti di riscaldamento.
Le sorgenti emissive caratterizzanti l’area di intervento sono riconducibili in modo
predominante al traffico veicolare circolante sui principali assi stradali, in particolar
modo Corso Matteotti interessato da un gruppo di tre edifici ad uso prevalentemente
residenziale caratterizzati da un numero medio di 6-8 piani, e in modo secondario
dagli impianti di riscaldamento civile per l’utilizzo sempre più consistente del metano
come combustibile.
DatiDatiDatiDati emissivi desunti dall’Inventario Regionale INEMAR (anno 2008)emissivi desunti dall’Inventario Regionale INEMAR (anno 2008)emissivi desunti dall’Inventario Regionale INEMAR (anno 2008)emissivi desunti dall’Inventario Regionale INEMAR (anno 2008)
In tale paragrafo viene riportata una stima delle principali sorgenti emissive di CO,
COV, NOx e PM10 presenti all’interno del territorio comunale di Sesto Calende, sulla
base dei dati scaricabili dall’Inventario regionale INEMAR (Inventario Emissioni Aria),
che si basa su dati riferiti all’anno 2010.
Nell’ambito di INEMAR la classificazione delle sorgenti emissive fa riferimento ai
macrosettori relativi all’inventario delle emissioni in atmosfera dell’Agenzia Europea
per l’Ambiente CORINAIR (Cordination Information Air), ovvero:
• combustione per produzione di energia e trasformazione dei combustibili;
• combustione non industriale;
• combustione nell'industria;
• processi produttivi;
• estrazione e distribuzione combustibili;
• uso di solventi;
• trasporto su strada;
• altre sorgenti mobili e macchinari;
• agricoltura;
• altre sorgenti e assorbimenti.
Nella tabella seguente sono riportate le stime emissive (t/a per gli inquinanti
considerati, suddivise per macrosettore; analizzando i dati ed i contributi percentuali si
nota quanto segue:
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• il Macrosettore 7 “trasporto su strada” è quello più impattante per NOx, con
146,12 t/a (83,6 %)
• per il PM10 e CO il macrosettore più impattante risulta essere il 2 “combustione
non industriale” con rispettivamente 26,85 t/a (70,8 %) e 242,30 t/a (67,3 %).
• per i COV il macrosettore 6 “uso di solventi” è quello più impattante con 103,81
t/a (36,6 %).
Stime emissive (t/a) per gli inquinanti considerati per il comune di Sesto Calende, suddivise per
macrosettore (Fonte:INEMAR)
Zonizzazione del territorio comunale ai sensi della D.G.R. n.2605 del 30/11/11Zonizzazione del territorio comunale ai sensi della D.G.R. n.2605 del 30/11/11Zonizzazione del territorio comunale ai sensi della D.G.R. n.2605 del 30/11/11Zonizzazione del territorio comunale ai sensi della D.G.R. n.2605 del 30/11/11
Il territorio regionale, ai sensi della DGR 2605 del 30.11.2011, è stato azzonato in
cinque zone, A, B - pianura, C1 – area prealpina e appenninica, C2 – area alpina e D –
fondovalle oltre agli agglomerati di Bergamo, Brescia e Milano, alle quali è stata
allegata una descrizione delle caratteristiche delle stesse.
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Sesto Calende ricade nella Zona A “pianura ad elevata urbanizzazione”, ed è
caratterizzata da:
1) più elevata densità di emissioni di PM10 primario, NOX e COV;
2) situazione meteorologica avversa per la dispersione degli inquinanti (velocità
del vento limitata, frequenti casi di inversione termica, lunghi periodi di
stabilità atmosferica caratterizzata da alta pressione);
3) alta densità abitativa, di attività industriali e di traffico.
Nell'area ex-Avir e nelle sue immediate prossimità non sono dislocate stazioni fisse
della rete regionale di rilevamento della qualità dell'aria.
Rete di monitoraggio della qualità dell’ariaRete di monitoraggio della qualità dell’ariaRete di monitoraggio della qualità dell’ariaRete di monitoraggio della qualità dell’aria
Per descrivere lo stato di qualità dell’aria presente nell’area di indagine lo studio è
stato eseguito considerando i dati orari desunti dal sito di ARPA Lombardia, in
riferimento alle centraline ritenute più rappresentative in termini di vicinanza, tipologia
ed inquinanti monitorati, e in considerazione del fatto che nel comune di Sesto
Calende (VA) non è presente una centralina specifica.
StazioneStazioneStazioneStazione Parametri inquinantiParametri inquinantiParametri inquinantiParametri inquinanti
TipoTipoTipoTipo NO2 CO PM10 C6H6
Somma Lombardo X Industriale/Rurale
Varese - via Capelli X X X Traffico Urbano
Gallarate X X X Traffico Urbano
Busto Arsizio - Via Magenta X X Traffico Urbano
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Come anno di riferimento è stato considerato il biennio più recente completo
disponibile, ovvero il 2011-2012.
Dati di fondo rappresentativi dell’area di indagineDati di fondo rappresentativi dell’area di indagineDati di fondo rappresentativi dell’area di indagineDati di fondo rappresentativi dell’area di indagine
Gli inquinanti considerati nello studio di impatto atmosferico per la stima delle
concentrazioni indotte dal traffico veicolare generato dall’intervento di progetto sono il
PM10, gli NO2, il Benzene (C6H6) ed il CO.
Per ciascuno di questi sono stati definiti:
• PM10: media giornaliera e media annuale;
• C6H6: media annuale;
• NO2: massimo orario e media annuale;
• CO: media massima sulle 8 ore.
Per tali livelli di concentrazione sono stati considerati “cautelativamente” i dati massimi
rilevati dalle centraline. I parametri critici ai fini del rispetto dei limiti di legge previsti
dal D.Lgs.. 155/10 sono risultati essere il PM10 e gli NO2.
Ricettori antropici presentiRicettori antropici presentiRicettori antropici presentiRicettori antropici presenti
Come ricettori potenzialmente impattati sono stati considerati gli edifici più prossimi
all’area di intervento.
Descrizione dei ricettori considerati – Ante operam
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Ubicazione dei ricettori considerati – Ante operam
Stime delle concentrazioni di inquinanti nell’area di indagineStime delle concentrazioni di inquinanti nell’area di indagineStime delle concentrazioni di inquinanti nell’area di indagineStime delle concentrazioni di inquinanti nell’area di indagine
Al fine di valutare l’impatto indotto sulla componente ambientale atmosfera dal traffico
veicolare sono state effettuate delle stime delle concentrazioni. in modo tale da
valutare, in accordo alle Indicazioni operative pubblicate in data 21/07/08 sul sito
www.osscom.regione.lombardia.it, sezione commercio al dettaglio, punto b.1.2:
• Carico emissivo dell’intervento;
• Incremento delle concentrazioni in atmosfera degli inquinanti;
• Confronto con i limiti di legge.
Per quantificare le emissioni da traffico indotte dall’intervento in oggetto sono stati
utilizzati i fattori di emissione medi, per settore veicolare, cilindrata, alimentazione e
direttiva di omologazione agli scarichi, pubblicati sul sito dell’inventario delle
emissioni della Regione Lombardia e derivati dall’applicazione del metodo COPERT IV.
I dati di traffico considerati sono quelli rilevati e stimati dallo Studio viabilistico
partendo dal dato relativo all’ora di punta della giornata di venerdì, nella quale si
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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registra il maggior numero di veicoli sulla rete; pertanto, l’analisi di questo intervallo
implica l’analisi del caso peggiore.
Tutti i punti bersaglio considerati nelle stime delle concentrazioni sono stati
posizionati in corrispondenza della facciata più esposta di ogni singolo ricettore
individuato, ad una quota dal p.c. pari a 1.8 metri.
Nella tabella seguente sono riportate le concentrazioni stimate nella situazione Ante
Operam in corrispondenza del punto bersaglio posizionato sulla facciata più esposta
dei ricettori ritenuti potenzialmente più critici in riferimento alle emissioni da traffico
veicolare.
Concentrazioni stimate in corrispondenza della facciata più esposta di ogni singolo ricettore –
Stato ante operam
Lo studio di impatto atmosferico (All. 2All. 2All. 2All. 2), a cui si rimanda per una trattazione più
esaustiva del tema oggetto del presente capitolo, conclude per la fase ante-operam
ovvero lo stato attuale delle concentrazioni di inquinanti nell’area di indagine, che “In
corrispondenza di tutti i ricettori individuati si rileva come il contributo emissivo
generato dal traffico veicolare circolante sulla viabilità indagata sia risultato tale da non
destare situazioni di potenziale criticità.”
Analisi ambientale postAnalisi ambientale postAnalisi ambientale postAnalisi ambientale post----operamoperamoperamoperam
Al fine di valutare l’impatto sulla componente ambientale atmosfera dal traffico
veicolare indotto dall’intervento di progetto, è stato redatto un apposito studio in
riferimento a quanto previsto dalla D.G.R. 20/12/2013 n. X/1193, ed in particolare:
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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- Carico emissivo dell’intervento;
- Incremento delle concentrazioni in atmosfera degli inquinanti;
- Confronto con i limiti di legge.
Dalla valutazione effettuata, il carico emissivo indotto dall’incremento di traffico
generato dell’intervento di progetto, rapportato alle stime emissive INEMAR del
Macrosettore 7 “Trasporti su strada” per il Comune di Sesto Calende, è risultato non
significativo.
Per quanto concerne l’incremento di concentrazioni in atmosfera degli inquinanti ed il
confronto con i limiti di legge, sono state fatte delle stime con il modello di
dispersione da sorgente lineare CALINE 4 dell’EPA.
Sono stati considerati i seguenti inquinanti rappresentativi:
- CO (media max sulle 8 ore);
- NO2 (max orario e media annuale);
- PM10 (media giornaliera e media annuale);
- C6H6 (media annuale).
In corrispondenza di tutti i ricettori individuati è stato verificato come il contributo
generato dal traffico veicolare stimato per lo stato post operam porti ad un incremento
di concentrazioni inquinanti modesto.
Quindi, a seguito di quanto sopra esposto e delle considerazioni riportate, lo studio di
impatto acustico riporta le seguenti conclusioni: “si ritiene che l’intervento di progetto
sia da ritenersi ambientalmente compatibile in riferimento alla componente
Atmosfera”.
Per una trattazione più esaustiva e puntuale si rimanda all’All.2 All.2 All.2 All.2 “Studio di impatto
atmosferico” al presente Rapporto Ambientale.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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4.4.6 Clima acustico
Riferimenti normativiRiferimenti normativiRiferimenti normativiRiferimenti normativi
Il criterio amministrativo è costituito dal D.L. n. 447 26/10/95 e dai relativi decreti
attuativi applicabili (DPCM 14/11/97 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti
sonore” e D.Min.Amb. 31/10/1997 “ Metodologia di misura del rumore aeroportuale”,
D.P.R. n.459 del 18/11/1998 “Regolamento recante norme di esecuzione dell’art.11
della Legge n.447/1995 in materia di inquinamento acustico derivante da traffico
ferroviario”, DM Ambiente 29/11/00 “Criteri per la predisposizione, da parte delle
società e degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto o delle relative
infrastrutture, dei piani degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore”:
ne è seguita in data 22/12/2003 da parte della Rete Ferroviaria Italiana la stima dei
livelli sonori ai sensi del DM Ambiente 29/11/00).
Il Comune di Sesto Calende ha approvato il piano di Zonizzazione acustica del
territorio comunale con DGC n. 28 del 27/01/1998. Nella sottostante figura è riportato
uno stralcio della zonizzazione acustica riferito alla zona in esame
Stralcio della Tav. 3/bis “Nuovo piano acustico comunale”
Sulla base delle zonizzazioni comunali si deduce che:
• l’area oggetto di PII, come quasi tutte le aree circostanti, risulta essere
classificata in Classe IV “aree di intensa attività umana” (intenso traffico
veicolare, alta densità di popolazione, elevata presenza di attività commerciali e
uffici, presenza di attività artigianali) - valori di immissione diurno (06.00-
22.00) 65 Leq in db, notturno (22.00-06.00) 55 Leq in dB);
• l’area a nord-est (tra il cavalcavia Marchetti e via Indipendenza) è in Classe II
“aree destinate ad uso prevalentemente residenziale” (aree urbane interessate
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata
presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali)-
valori di immissione diurno (06.00-22.00) 55 Leq in db, notturno (22.00-
06.00) 45 Leq in dB.
MisurazioMisurazioMisurazioMisurazioni condotteni condotteni condotteni condotte
Per il presente settore ambientale è stato predisposto uno specifico studio di
approfondimento, al fine di stimare e valutare i possibili impatti acustici sui ricettori
antropici rilevati al contorno dell’area di intervento.
Scelta dei punti dScelta dei punti dScelta dei punti dScelta dei punti di misurai misurai misurai misura
In data 6 giugno 2013 sono state installate alcune postazioni di misura fonometrica
presso il sito relativo all’Ambito di P.I.I. area industriale dimessa Ex AVIR del Comune
di Sesto Calende, allo scopo di verificare il clima acustico dell’area nello stato di fatto.
La campagna di misura fonometrica è stata completata predisponendo tre postazioni
di monitoraggio, entrambe installate entro il sito di interesse, la n. 1 in prossimità di
Via Risorgimento, la n. 2 in prossimità di Corso Matteotti, la n. 3 in prossimità de
Cavalcavia Marchetti.
I tre monitoraggi fonometrici si sono conclusi in data 10 giugno 2013.
Catena di misura e strumentazione impiegataCatena di misura e strumentazione impiegataCatena di misura e strumentazione impiegataCatena di misura e strumentazione impiegata
Per il rilievo fonometrico è stata utilizzata la seguente strumentazione:
. Punto di osservazione n.1: Fonometro integratore Larson Davis, numero serie 2391;
Calibratore L&D CA250, matricola 680
. Punto di osservazione n.2: Fonometro integratore Larson Davis modello 824, numero
serie 1410; Calibratore L&D CA250, matricola 680
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. Punto di osservazione n.3: Fonometro a terra con microfono a circa 4,0 m di altezza
dal suolo
Costanti di tempo impiegate e monitoraggioCostanti di tempo impiegate e monitoraggioCostanti di tempo impiegate e monitoraggioCostanti di tempo impiegate e monitoraggio
Di seguito sono sintetizzati i valori di Leq rilevati presso le postazioni di monitoraggio
n. 1, n. 2, e n. 3 relativi ai distinti periodi di riferimento, diurno (6:00 - 22:00) e
notturno (22:00 – 6:00).
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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I livelli sonori rilevati presso tutte e tre le postazioni di monitoraggio sono influenzati
dal rumore prodotto dalle lavorazioni del cantiere edile, nonostante fosse stato
concordato di interrompere l’attività di cantiere almeno nel giorno di venerdì 7 giugno
2013.
Si segnala inoltre che nella fascia oraria dalle ore 17:20 circa di domenica 9 giugno
2013 sino alle ore 1:00 circa di lunedì 10 giugno 2013 si sono verificate precipitazioni
atmosferiche. Questo periodo di misura è stato opportunamente mascherato dai
monitoraggi, poiché caratterizzato da condizioni meteo inidonee.
Presso la postazione di monitoraggio n. 2 è emersa una componete tonale a 160 Hz,
evidente in particolare durante il periodo notturno, in alcuni giorni anche in periodo
diurno.
Livelli sonori rilevati (attuali)Livelli sonori rilevati (attuali)Livelli sonori rilevati (attuali)Livelli sonori rilevati (attuali)
Dal punto di vista dei limiti acustici previsti dal Piano di Classificazione Acustica
vigente del Comune di Sesto Calende, l’area oggetto di intervento e le aree limitrofe
rientrano in una Classe acustica IV (Limiti di immissione, 65 dBA diurno – 55dBA
notturno; Limiti di emissione, 60 dBA diurno – 50dBA notturno).
Per quanto riguarda le fasce di pertinenza acustica delle infrastrutture, il sito di
progetto rientra nelle fasce di pertinenza acustica ferroviaria A (0-100 m) e B (100 -
250 m) poiché situato in prossimità della stazione ferroviaria di Sesto Calende. La
fascia di pertinenza acustica A presenta limiti acustici pari a 70 dBA diurni e 60 dBA
notturni, mentre la fascia di pertinenza acustica B presenta limiti acustici pari a 65 dBA
diurni e 55 dBA notturni.
Il comparto risulta rientrare parzialmente nelle fasce di pertinenza acustica delle
infrastrutture stradali di Corso Matteotti e del Cavalcavia Marchetti (strade classificate
quali urbane di scorrimento Db). Queste arterie stradali presentano una fascia di
pertinenza acustica ampia 100 m in cui vigono i limiti acustici pari a 65 dBA diurni e
55 dBA notturni.
Inoltre l’area di interesse risulta inclusa parzialmente nelle fasce di pertinenza acustica
di Via Risorgimento, Via Vittorio Veneto, Via Ferrarin (strade classificate quali urbane di
quartiere o locali E-F). Queste arterie stradali presentano una fascia di pertinenza
acustica ampia 30 m in cui vigono i limiti acustici stabiliti in base al Piano di
Classificazione Acustica comunale, ovvero 65 dBA diurni e 55 dBA notturni.
In generale i livelli di rumore registrati sono ascrivibili principalmente alle
infrastrutture viarie (stradali e ferroviaria). I valori rilevati presso la postazione di
monitoraggio n. 1, in prossimità di Via Risorgimento risultano rispettare nel complesso
i limiti previsti dalla fascia di pertinenza acustica ferroviaria B (65 dBA diurni e 55 dBA
notturni), i limiti delle fasce di pertinenza acustica stradale di Via Risorgimento (65 dBA
diurni e 55 dBA notturni) e del Cavalcavia Marchetti (65 dBA diurni e 55 dBA notturni)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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sia in periodo diurno che in periodo notturno. I limiti di immissione del Piano di
Zonizzazione Acustica appaiono rispettati.
I valori rilevati presso la postazione di monitoraggio n. 2, in prossimità di Corso
Matteotti risultano rispettare i limiti previsti dallle fasce di pertinenza acustica stradali
diurni di Corso Matteotti e del Cavalcavia Marchetti (65 dBA diurni). In periodo
notturno si riscontrano supermenti del limite notturno pari a 55 dBA. La postazione di
monitoraggio n. 2 risulta esterna ad entrambe le fasce di pertinenza acustica
ferroviarie A e B.
Si ricorda la presenza di una componente tonale ascrivibile ad una sorgente continua
che determina una penalizzazione dei valori di livello equivalente.
Attualmente non sono stati distinti i contributi delle singole sorgenti sonore e quindi
non si può attribuire il superamento ad una specifica sorgente sonora. I valori rilevati
presso la postazione di monitoraggio n. 3, in prossimità del Cavalcavia Marchetti
risultano rispettare nel complesso i limiti diurni previsti dalla fascia di pertinenza
acustica ferroviaria B (65 dBA diurni) e del Cavalcavia Marchetti (65 dBA diurni). In
periodo notturno si sono riscontrati supermenti del limite notturno pari a 55 dBA.
PostPostPostPost----operam: Il modello di simulazione acustica operam: Il modello di simulazione acustica operam: Il modello di simulazione acustica operam: Il modello di simulazione acustica
Il modello di calcolo previsionale utilizzato per le valutazioni, le elaborazioni
numeriche e cartografiche contenute nella Valutazione previsionale di clima e impatto
acustico, di cui all’All. 3All. 3All. 3All. 3aaaa e 3e 3e 3e 3bbbb a cui si rimanda per una più approfondita trattazione
dell’argomento, è il CadnaA vers. 3.7.
In aggiunta al corpo architettonico del punto vendita ESSELUNGA, nel modello sono
stati inseriti i complessi residenziali e ricettivi previsti entro il P.I.I. Area Ex AVIR.
Questi fabbricati da un punto di vista acustico rappresentano futuri ricettori, motivo
per cui sono stati considerati nei calcoli post operam come ricettori T, U, V; W, YE, YW,
Z). Inoltre gli stessi influenzeranno il clima acustico dell’area in oggetto in quanto i
corpi architettonici determineranno fenomeni di schermatura acustica del contributo
sonoro delle sorgenti presenti sull’area.
Sono stati inoltre considerati i flussi di traffico indotto desumibili dallo Studio di
Impatto viabilistico e le caratteristiche degli impianti fornite dai progettisti degli
impianti meccanici del punto vendita Esselunga.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Recettori individuati per lo scenario ex-post
In linea generale non si osservano superamenti dei limiti riconducibili alla
realizzazione del progetto. Si osserva un lieve incremento dell’entità del superamento
già registrato presso il ricettore C nello stato ante operam. Presso tutti gli altri ricettori
considerati non risultano superamenti dei limiti diurni delle fasce di pertinenza stradali
e di zona nello scenario del venerdì medio diurno.
Gli incrementi dei livelli di rumore più significativi si riscontrano presso i ricettori L,
MN e XS e sono ascrivibili, in ordine di entità, al traffico indotto dal punto vendita sulla
viabilità interna, sul parcheggio di superficie e agli impianti tecnologici.
Nello scenario post operam, in particolare presso il ricettore XW si calcolano valori più
contenuti rispetto allo scenario ante operam a causa dell’effetto di ombra acustica
dovuto dalla presenza dei fabbricati residenziali e ricettivi previsti nella porzione nord
dell’area di interesse.
Un’ulteriore elaborazione ha riguardato il calcolo dei livelli sonori generati
esclusivamente dagli impianti tecnologici dall’area di scarico merci e dal parcheggio di
superficie. In questo scenario di calcolo, nel periodo diurno, si osservano i valori più
elevati presso i ricettori L, T ed XS. In particolare presso il ricettore L il contributo
sonoro prevalente deriva dagli impianti in copertura e dal gruppo frigorifero degli
autotreni in fase di scarico merci, presso il ricettore T l’apporto di rumore è generato
dagli impianti in copertura e presso il ricettore XS il contributo principale deriva dal
parcheggio di superficie e secondariamente dagli impianti tecnologici. I livelli sonori
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generati dalle sorgenti di tipo fisso sono tali da rispettare i limiti diurni di emissione di
Classe IV (60 dBA).
In periodo notturno non è prevista attività presso il punto vendita ESSELUNGA, per cui
risultano funzionanti esclusivamente alcuni impianti tecnologici. I livelli sonori
determinati dagli impianti ESSELUNGA sono modesti e non determinano superamenti
del limiti di emissione notturno. (50 dBA). Dal punto di vista dei superamenti dei limiti
notturni delle fasce di pertinenza stradali e dei limiti di immissione notturni non si
rilevano sostanziali differenze rispetto alla situazione ante operam.
Per quanto riguarda il rispetto del limite differenziale, la caratterizzazione del modello
nel caso del venerdì medio (considerato sull’intero periodo diurno e sull’intero periodo
notturno) non determina criticità dal punto di vista del rispetto del limite differenziale
diurno (+5 dBA) e notturno (+ 3 dBA).
Le analisi svolte nello Studio di Impatto acustico non hanno fatto emergere criticità
legate all’insediamento della realtà commerciale considerata.
In conclusione lo studio evidenzia la conformità dell’intervento alla normativa acustica
applicabile.
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4.4.7 Ambiente biotico
Il Comune di Sesto Calende è compreso, relativamente alla parte di territorio non
urbanizzato, entro i confini del Parco Lombardo del Ticino, istituito nel 1974, un’area
protetta regionale, con una estensione totale di 91.000 ettari, ed è caratterizzato dalla
presenza di elementi di elevata naturalità appartenenti alla rete Natura 2000 e
costituenti la rete ecologica regionale e provinciale.
Fonte: PTCP Varese. Estratto tavola PAE 3
Come si può evincere dalla tavola del PTCP provinciale di Varese (rif. tav. PAE 3), il
territorio comunale è interessato dal Sito di Importanza Comunitaria (SIC) “Sorgenti del
Rio Capricciosa” a nord (con perimetro verde), dalle zone di protezione speciale “Boschi
del Ticino” e “Canneti del Lago Maggiore a Ovest e sud/ovest (in colore arancione).
In virtù di quanto sopra evidenziato è da ritenersi necessario l’assoggettamento della
variante di PGT a specifica procedura di Valutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di Incidenza (ai sensi del D.P.R. n.
357 del 8 settembre 1997, dell’art. 25bis della LR n. 86 del 30 novembre 1983 e
s.m.i., e della DGR n. VII/14106 del 8 agosto 2003), da avviarsi contestualmente alla
Valutazione Ambientale Strategica.
4.4.8 Fattori di rischio antropico
Dall’analisi del quadro informativo disponibile, fornito dalla pianificazione
sovraordinata e dagli enti di controllo, all’interno del comparto oggetto di PII e nel
contesto di inserimento dell’ambito stesso, non sono presenti elementi rappresentanti
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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specifico fattore di potenziale rischio per i futuri addetti o per i clienti del futuro
comparto commerciale.
In particolar modo non si rileva la presenza di:
• linee elettriche aeree ad Alta ed Altissima tensione;
• stabilimenti a rischio di incidente rilevante (fonte: Ministero Ambiente, aprile
2012).
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4.5 Verifica dell’incidenza sulla Rete Natura 2oooVerifica dell’incidenza sulla Rete Natura 2oooVerifica dell’incidenza sulla Rete Natura 2oooVerifica dell’incidenza sulla Rete Natura 2ooo
Lo studio d’incidenza ha valutato i possibili effetti derivanti dalla proposta di variante
puntuale al Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio del Comune di
Sesto Calende (VA) sullo stato di conservazione degli habitat e delle specie di flora e
fauna di interesse comunitario tutelate dai tre siti della rete Natura 2000, ovvero il SIC
IT2010009 “Sorgenti del Rio Capricciosa”, la ZPS IT2080301 “Boschi del Ticino” e la ZPS
IT2010502 “Canneti del Lago Maggiore”, che interessano il territorio comunale.
La metodologia adottata è quella prevista dalla normativa in materia e dai manuali
elaborati dalla Comunità Europea.
Per la definizione dello stato dell’ambiente dell’area vasta e dell’area d’intervento, con
particolare riguardo alle componenti naturalistiche, è stato utilizzato materiale
bibliografico, integrato da sopralluoghi effettuati nel mese di gennaio 2014.
Tramite l’analisi degli elementi contenuti nella proposta progettuale sono state
identificate le azioni in grado di produrre potenziali incidenze sulle specie di flora e
fauna e sugli habitat di interesse comunitario tutelate dal SIC e dalle due ZPS e ne è
stato valutato il livello di significatività.
L’area del P.I.I. ex-AVIR, in cui è già attivo un cantiere, è esterna alle aree protette
oggetto di studio ed è separata da esse da un’ampia fascia urbanizzata, perciò
l’ambito non interferisce direttamente né con alcun habitat di interesse comunitario
(allegato I direttiva 92/43/CEE) né con le specie di flora di interesse comunitario
(allegato II direttiva 92/43/CEE) e con quelle di interesse conservazionistico segnalate
nel Formulario Standard dei tre siti Natura 2000. Dall’analisi non sussistono quindi
impatti diretti significativi.
Sono stati presi in considerazione eventuali impatti indiretti sia su flora e habitat che
sulla fauna, dovuti all’eventuale alterazione della qualità dell’aria e delle acque
sotterranee e superficiali, all’inquinamento floristico da specie alloctone e, infine,
all’alterazione della funzionalità e continuità della rete ecologica.
Dall’analisi non sono emersi impatti indiretti significativi, ad esclusione della presenza
delle vetrate sui lati dell’edificio commerciale, che potrebbero arrecare disturbo
all’avifauna. Tale impatto è tuttavia facilmente mitigabile con l’utilizzo di vetri opachi
non riflettenti, eventualmente corredati dall'apposizione di “silhouette” di Rapaci.
Ulteriori suggerimenti contenuti nello studio di incidenza sono: l’impiego di specie
autoctone, l’accertamento della provenienza di eventuali terre di riporto e il
monitoraggio dell’ingresso di eventuali specie alloctone nell’area di cantiere.
Nel caso in cui tali mitigazioni vengano recepite le incidenze si considerano pressoché
nulle per il mantenimento degli habitat e delle specie di flora e fauna di interesse
comunitario.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 98
Quanto argomentato all’interno dello studio è sintetizzato nella seguente tabella (rif.
Studio di incidenza allegato ai documenti di variante al PGT).
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 99
4.6 Quadro conclusivo: il LiveQuadro conclusivo: il LiveQuadro conclusivo: il LiveQuadro conclusivo: il Livello di integrazione dei llo di integrazione dei llo di integrazione dei llo di integrazione dei
criteri di sostenibilità criteri di sostenibilità criteri di sostenibilità criteri di sostenibilità
Il presente Capitolo conclude la fase di valutazione della Proposta di variante puntuale
al DdP del PGT evidenziando il livello di integrazione degli indirizzi di sostenibilità di
interesse per il caso in oggetto, definiti per le differenti tematiche ambientali dagli
strumenti di pianificazione sovraordinata, ossia il PTR ed il PTCP.
Come si evince dall’analisi del precedente Par. 4.2 del presente Rapporto Ambientale, i
due strumenti presi a riferimento evidenziano coincidenze tra gli indirizzi espressi.
Al fine, pertanto, di evitare duplicazioni e ridondanza nelle considerazioni del caso, si
procede nel seguito ad una aggregazione dei medesimi o similari riferimenti prefissati
dal PTR e dal PTCP, risultati pertinenti per il caso in oggetto dall’analisi di cui al
precedente Par. 3.1, definendo così un quadro univoco e più funzionale per il
confronto con la Proposta di PA.
Integrazione dei CSA nella proposta di variante al DdP del PGT
Criterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilità à à à
ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA)
assuntoassuntoassuntoassunto
Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto
dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta di variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGT
CSA 01CSA 01CSA 01CSA 01
Evitare fattori di criticità
sul sistema viabilistico
Nella definizione della Proposta di Variante sono state eseguite
specifiche indagini per la valutazione dell’impatto del traffico indotto
della nuova configurazione commerciale dell’ambito, in riferimento
alle riserve di capacità e dei Livelli Operativi di Servizio della rete
viaria dei comparti.
La verifica delle prestazioni è stata fatta con il modello francese
Girabase© che permette di quantificare il ritardo medio sui rami di
accesso di intersezioni a raso disciplinate a rotatoria e la conseguente
determinazione dei livelli di servizio.
Per ogni ramo di accesso sono stati calcolati: la riserva di capacità
delle corsie di ingresso, il tempo medio d’attesa e la coda media sui
rami di attestazione.
Come riportato nello studio di traffico, le prestazioni dei singoli rami
delle rotonde sono sempre al di sotto della curva di saturazione.
I tempi d’attesa stimati hanno valori medi oscillanti tra 0 e 4 secondi.
La formazione media di code è compresa tra 0 e 4 veicoli.
L’indotto veicolare generato/attratto dalle superfici a destinazione
commerciale è stato calcolato per la giornata di venerdì e di sabato,
valutando un parametro dimensionale (veicoli/mq) variabile secondo:
- superficie di vendita;
- tipologia di superficie di vendita;
- appartenenza /non appartenenza a una Zona Critica
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 100
Criterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilità à à à
ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA)
assuntoassuntoassuntoassunto
Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto
dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta di variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGT
- giorno della settimana.
I flussi di traffico così calcolati sono stati poi ripartiti, all’interno
dell’ora di punta, secondo quanto previsto dalla metodologia della
Regione Lombardia, al 60% in ingresso e al 40% in uscita dall’area
commerciale.
Le analisi relative alle riserve di capacità del sistema viabilistico di
progetto hanno messo in evidenza:
- la conferma della possibilità di disciplinare le principali
intersezioni critiche del comparto attraverso l’inserimento delle
rotatorie urbane previste dal PII;
- la presenza di riserve di capacità del sistema viario anche a fronte
dell’incremento della domanda di trasporto dovuta
all’inserimento della nuova polarità commerciale;
- gli accodamenti previsti nei rami in ingresso delle rotatorie
esaminate sono sempre ridotti a valori inferiori alla decina di
veicoli, per cui, anche considerando un intervallo di confidenza
dei risultati del modello Girabase applicato pari al 20% circa,
relativamente alle riserve di capacità, si può affermare che non
sono previsti accodamenti tali da provocare intralcio alla
circolazione nello schema progettuale previsto.
CSA 02CSA 02CSA 02CSA 02
Migliorare la qualità
dell’aria e ridurre le
emissioni climalteranti
ed inquinanti
Al fine di valutare l’impatto sulla componente ambientale atmosfera
dal traffico veicolare indotto dall’intervento di progetto, è stato
redatto un apposito studio in riferimento a quanto previsto dalla
D.G.R. 20/12/2013 n. X/1193, ed in particolare:
- Carico emissivo dell’intervento;
- Incremento delle concentrazioni in atmosfera degli inquinanti;
- Confronto con i limiti di legge.
Dalla valutazione effettuata, il carico emissivo indotto dall’incremento
di traffico generato dell’intervento di progetto, rapportato alle stime
emissive INEMAR del Macrosettore 7 “Trasporti su strada” per il
Comune di Sesto Calende, è risultato non significativo.
Per quanto concerne l’incremento di concentrazioni in atmosfera
degli inquinanti ed il
confronto con i limiti di legge, sono state fatte delle stime con il
modello di dispersione da sorgente lineare CALINE 4 dell’EPA.
Sono stati considerati i seguenti inquinanti rappresentativi:
- CO (media max sulle 8 ore);
- NO2 (max orario e media annuale);
- PM10 (media giornaliera e media annuale);
- C6H6 (media annuale).
In corrispondenza di tutti i ricettori individuati è stato verificato come
il contributo generato dal traffico veicolare stimato per lo stato post
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 101
Criterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilità à à à
ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA)
assuntoassuntoassuntoassunto
Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto
dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta di variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGT
operam porti ad un incremento di concentrazioni inquinanti modesto.
Quindi, a seguito di quanto sopra esposto e delle considerazioni
riportate, lo studio di impatto acustico riporta le seguenti conclusioni:
“si ritiene che l’intervento di progetto sia da ritenersi ambientalmente
compatibile in riferimento alla componente Atmosfera”.
CSA 03CSA 03CSA 03CSA 03
Prevenire, contenere e
abbattere
l’inquinamento acustico
Per la presente valutazione è stato acquisito uno specifico studio
redatto per la verifica dell’eventuale introduzione di fattori di criticità
di natura acustica.
In generale i livelli di rumore registrati sono ascrivibili principalmente
alle infrastrutture viarie (stradali e ferroviaria). I valori rilevati presso
la postazione di monitoraggio n. 1, in prossimità di Via Risorgimento
risultano rispettare nel complesso i limiti previsti dalla fascia di
pertinenza acustica ferroviaria B (65 dBA diurni e 55 dBA notturni), i
limiti delle fasce di pertinenza acustica stradale di Via Risorgimento
(65 dBA diurni e 55 dBA notturni) e del Cavalcavia Marchetti (65 dBA
diurni e 55 dBA notturni) sia in periodo diurno che in periodo
notturno. I limiti di immissione del Piano di Zonizzazione Acustica
appaiono rispettati.
L’elaborazione che ha riguardato il calcolo dei livelli sonori generati
esclusivamente dagli impianti tecnologici dall’area di scarico merci e
dal parcheggio di superficie, nel periodo diurno, evidenzia i valori più
elevati presso i ricettori L, T ed XS. In particolare presso il ricettore L
il contributo sonoro prevalente deriva dagli impianti in copertura e
dal gruppo frigorifero degli autotreni in fase di scarico merci, presso
il ricettore T l’apporto di rumore è generato dagli impianti in
copertura e presso il ricettore XS il contributo principale deriva dal
parcheggio di superficie e secondariamente dagli impianti
tecnologici. I livelli sonori generati dalle sorgenti di tipo fisso sono
tali da rispettare i limiti diurni di emissione di Classe IV (60 dBA).
In periodo notturno non è prevista attività presso il punto vendita
ESSELUNGA, per cui risultano funzionanti esclusivamente alcuni
impianti tecnologici. I livelli sonori determinati dagli impianti
ESSELUNGA sono modesti e non determinano superamenti del limiti
di emissione notturno. (50 dBA). Dal punto di vista dei superamenti
dei limiti notturni delle fasce di pertinenza stradali e dei limiti di
immissione notturni non si rilevano sostanziali differenze rispetto alla
situazione ante operam.
Per quanto riguarda il rispetto del limite differenziale, la
caratterizzazione del modello nel caso del venerdì medio (considerato
sull’intero periodo diurno e sull’intero periodo notturno) non
determina criticità dal punto di vista del rispetto del limite
differenziale diurno (+5 dBA) e notturno (+ 3 dBA).
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 102
Criterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilità à à à
ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA)
assuntoassuntoassuntoassunto
Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto
dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta di variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGT
CSA 04CSA 04CSA 04CSA 04
Prevedere forme di
gestione ecoefficienti
delle acque
Acque di prima pioggia e di lavaggioAcque di prima pioggia e di lavaggioAcque di prima pioggia e di lavaggioAcque di prima pioggia e di lavaggio
Le acque meteoriche di dilavamento sono solamente quelle relative
alle aree carrabili, cortili, parcheggi e aree pedonali, mentre per le
aree di copertura degli edifici commerciali, residenziali e ricettivo si
tratta di acque pluviali che saranno trattate come acque di seconda
pioggia.
Le acque meteoriche di dilavamento delle aree pedonali di pertinenza
di edifici e installazioni nelle quali non si svolgono attività di cui
all’art. 3, comma 1 del Regolamento Regionale n. 4 del 24 marzo
2006, non sono soggette a regolamentazioni che prevedano
particolari separazioni o trattamenti e pertanto saranno raccolte e
scaricate come le acque di seconda pioggia.
Le acque meteoriche di dilavamento per cui si prevede l’installazione
di una vasca di separazione di prima pioggia ed un successivo
trattamento di dissabbiatura e disoleazione sono quelle provenienti
dalle superfici delle aree carrabili, cortili, parcheggi. Al sistema di
trattamento di cui sopra saranno convogliate le acque di lavaggio
raccolte nelle autorimesse ai piani interrati, provenienti dalle
intercapedini e delle rampe di accesso alle autorimesse stesse.
Successivamente al trattamento tali acque saranno recapitate nel
corso d’acqua superficiale (torrente Lenza).
Acque di seconda pioggiaAcque di seconda pioggiaAcque di seconda pioggiaAcque di seconda pioggia
Come indicato dal Regolamento Regionale n. 4 del 24 marzo 2006, le
acque di seconda pioggia che interessano tutte le superfici di cui al
punto precedente, non provenendo da superfici scolanti di cui al
comma 1, lettere a) e b) che comprende le industrie petrolifere e/o
chimiche, possono essere scaricate nel sottosuolo ovvero in corsi
superficiali, secondo le modalità previste dal Regolamento Comunale.
In questo intervento si prevede l’utilizzo come recapito finale del
torrente Lenza, in ottemperanza al Piano di Risanamento Regionale
delle Acque (DGR 13950 del 01/08/2003) nel caso, come quello in
esame, di aree già dotate di pubblica fognatura.
CSA 05CSA 05CSA 05CSA 05
Riqualificare i fattori di
degrado, reale e
potenziale, dei suoli
Il PII ha provveduto alla bonifica dell’area ex AVIR, conclusa e
certificata dalla Provincia di Varese, nonché al ripristino e alla
riqualificazione dell’alveo del Torrente Lenza.
Le acque sotterranee sono periodicamente monitorate attraverso 6
piezometri installati nell’area di intervento.
CSA 06CSA 06CSA 06CSA 06
Tutelare e sviluppare
servizi ecosistemici a
livello locale
La Proposta di PII non interferisce (direttamente ed indirettamente)
con elementi di specifica attenzione ecosistemica o che possano
potenzialmente assolvere a tale ruolo.
E’ stato redatto lo studio d’incidenza al fine comunque di valutare i
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 103
Criterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilità à à à
ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA)
assuntoassuntoassuntoassunto
Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto
dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta di variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGT
possibili effetti derivanti dalla proposta di variante puntuale al
Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio del Comune
di Sesto Calende (VA) sullo stato di conservazione degli habitat e
delle specie di flora e fauna di interesse comunitario tutelate dai tre
siti della rete Natura 2000, ovvero il SIC IT2010009 “Sorgenti del Rio
Capricciosa”, la ZPS IT2080301 “Boschi del Ticino” e la ZPS IT2010502
“Canneti del Lago Maggiore”, che interessano il territorio comunale.
Suggerimenti per una maggior integrazione del CSASuggerimenti per una maggior integrazione del CSASuggerimenti per una maggior integrazione del CSASuggerimenti per una maggior integrazione del CSA
Dall’analisi effettuata nello studio di incidenza non sono emersi
impatti indiretti significativi, ad esclusione della presenza delle
vetrate sui lati dell’edificio commerciale, che potrebbero arrecare
disturbo all’avifauna. Tale impatto è tuttavia facilmente mitigabile
con l’utilizzo di vetri opachi non riflettenti, eventualmente corredati
dall'apposizione di “silhouette” di Rapaci.
Ulteriori suggerimenti contenuti nello studio di incidenza sono:
l’impiego di specie autoctone, l’accertamento della provenienza di
eventuali terre di riporto e il monitoraggio dell’ingresso di eventuali
specie alloctone nell’area di cantiere.
CSA 07CSA 07CSA 07CSA 07
Prevenire, contenere e
abbattere
l’inquinamento
luminoso
Il PII integra già al suo interno scelte coerenti con gli indirizzi e i
disposti normativi in materia di abbattimento dell’inquinamento
luminoso.
La Proposta prevede, infatti, l’installazione di corpi illuminanti esterni
conformi alle disposizioni della L.R. 17/2000 e s.m.i.
Al fine, poi, di ridurre il numero delle sorgenti luminose che si
renderebbero necessarie per l’illuminazione delle aree esterne si
suggerisce la scelta di proiettori che mostrano un’alta ecoefficienza a
fronte di un numero ridotto di corpi illuminanti.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 104
5555 IL SISTEMA DI MONITOIL SISTEMA DI MONITOIL SISTEMA DI MONITOIL SISTEMA DI MONITORAGGIORAGGIORAGGIORAGGIO
Un elemento fondamentale della Valutazione Ambientale Strategica è quello relativo al
controllo del Piano e quindi ai contenuti ed alle modalità attuative del Monitoraggio.
Il Monitoraggio Ambientale del Piano è previsto dall’Art. 10 della Direttiva 2001/42/CE
e deve essere contemplato all’interno del Rapporto Ambientale, come indicato al Punto
i) dell’Allegato I della stessa Direttiva VAS.
In considerazione delle analisi condotte relativamente allo stato dei settori ambientali
oggetto di approfondimento e alle relative valutazioni espresse in merito agli effetti
potenzialmente attesi dall’intervento si propone l’attuazione delle seguenti attività di
monitoraggio.
Attività di controllo proposte
SettoreSettoreSettoreSettore FinalitàFinalitàFinalitàFinalità ModalitàModalitàModalitàModalità
Rumore
Controllare eventuali segnalazioni di
disturbo indotto e/o superamenti dei
limiti di legge
⋅ Campagna fonometrica in continuo
⋅ Raccolta segnalazioni e/o esposti
Atmosfera Verifica della qualità dell’aria Monitoraggio del livello di inquinanti in
atmosfera
Comune d i Sesto Calende
Prov incia d i Varese
Gennaio 2014
PGTPGTPGTPGT Piano di Governo del TerritorioPiano di Governo del TerritorioPiano di Governo del TerritorioPiano di Governo del Territorio
Città di Sesto CalendeCittà di Sesto CalendeCittà di Sesto CalendeCittà di Sesto Calende
Variante al Documento di Piano Variante al Documento di Piano Variante al Documento di Piano Variante al Documento di Piano
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
[ V A S ]
ai sensi dell’art. 12, D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.
DCR VIII/0351 del 13/3/07,
DGR IX/761 del 10/11/2010 All.1a
Rapporto ambientale
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Autorità procedente:Autorità procedente:Autorità procedente:Autorità procedente:
Servizio Urbanistica
Arch. Daria MercandelliArch. Daria MercandelliArch. Daria MercandelliArch. Daria Mercandelli
Autorità competente:Autorità competente:Autorità competente:Autorità competente:
Servizio Lavori Pubblici, Manutenzione, Ambiente
ed Ecologia
Ing. Daniela RovelliIng. Daniela RovelliIng. Daniela RovelliIng. Daniela Rovelli
Consulenza tecnicoConsulenza tecnicoConsulenza tecnicoConsulenza tecnico----scientificascientificascientificascientifica::::
Arch. Carlo Luigi GerosaArch. Carlo Luigi GerosaArch. Carlo Luigi GerosaArch. Carlo Luigi Gerosa
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Monza e Brianza n. 1038
Tecnico competente in acustica ambientale ai sensi della Legge 447/95 - Decreto di nomina n. 1468/00
Via Biancamano, 14 - 20900 - MONZA (MB) - Tel: 039.2725024 - Fax: 039.9716568
e-mail: [email protected]
con Dott.ssa Laura Tasca
collaboratrice: Dott.ssa Francesca Martin
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 1
IndiceIndiceIndiceIndice
1 Natura e finalità del documento ............................................................................. 3
1.1 Riferimenti normativi ............................................................................ 5
1.1.1 Normativa europea ................................................................................... 5
1.1.2 Normativa nazionale................................................................................. 6
1.1.3 Normativa regionale ................................................................................. 7
1.2 Modello metodologico e procedurale ............................................... 8
1.2.1 Coordinamento della VAS con la procedura di valutazione d'incidenza ...... 9
2 IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE DELLA VAS DELLA VARIANTE AL PGT
DI SESTO CALENDE ......................................................................................... 12
3 OBIETTIVI E FINALITA’ DELLA VARIANTE ................................................... 14
3.1 Variante del Documento di Piano per inserimento di grande
struttura di vendita nel l 'area del PII ex AVIR .......................................... 15
3.2 I l contesto di inserimento della variante al DdP ......................... 18
4 FATTORI DI ATTENZIONE AMBIENTALE ....................................................... 22
4.1 Tematiche ambiental i coinvolte ....................................................... 22
4.2 Riferimenti ambientali evidenziati dalla pianif icazione
sovraordinata................................................................................................... 22
4.3 Settori ambientali coinvolt i .............................................................. 47
4.4 Analisi dei potenzial i effetti attesi ................................................. 49
4.4.1 Acque superficiali e sotterranee .............................................................. 49
4.4.2 Suolo e Sottosuolo ................................................................................. 58
4.4.3 Smaltimento delle acque meteoriche ...................................................... 65
4.4.4 Mobilità e Traffico .................................................................................. 67
4.4.5 Qualità dell’aria ...................................................................................... 76
4.4.6 Clima acustico ........................................................................................ 87
4.4.7 Ambiente biotico .................................................................................... 95
4.4.8 Fattori di rischio antropico ..................................................................... 95
4.5 Verif ica dell ’incidenza sul la Rete Natura 2ooo ............................ 97
4.6 Quadro conclusivo: i l Livello di integrazione dei cr iter i di
sostenibi l ità ..................................................................................................... 99
5 IL SISTEMA DI MONITORAGGIO .................................................................. 104
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 2
ALLEGATIALLEGATIALLEGATIALLEGATI
Allegato 1.Allegato 1.Allegato 1.Allegato 1.
Studio di impatto viabilistico (redatto da: Arch. Vincenzo Curti)
Allegato 2.Allegato 2.Allegato 2.Allegato 2.
Studio di impatto atmosferico (redatto da: Ing. Sampieri Nicola)
Allegato 3a.Allegato 3a.Allegato 3a.Allegato 3a.
Studio previsionale di impatto acustico (redatto da: Arch. Carlo luigi Gerosa)
Allegato 3b.Allegato 3b.Allegato 3b.Allegato 3b.
Allegati allo studio previsionale di impatto acustico
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1111 NATURA E FINALITÀ DEL DOCUMENTO
Il Piano di Governo del Territorio del Comune di Sesto Calende, approvato con
Deliberazione di C.C. n. 32 del 12.08.2011, recepisce la trasformazione dell’area ‘ex
AVIR’ individuandola come Ambito assoggettato a P.I.I. con Accordo di Programma
Vigente.
L’intervento urbanistico di riqualificazione dell’area “ex AVIR”, situata all’interno del
secondo sistema, delimitata a nord e a ovest dalla ferrovia a sud dalla S.S. n°33 e a est
dalla strada provinciale n°48, ha origine negli anni ’90 come Piano di Lottizzazione
successivamente tramutato in Programma Integrato d’Intervento nel 2005.
Data la valenza territoriale dell’intervento per l’attuazione del P.I.I. venne sottoscritto
un Accordo di Programma dagli enti territoriali interessati: Comune di Sesto Calende,
promotore dello stesso AdP, Provincia di Varese e Regione Lombardia, approvato ai
sensi dell’art. 92 della L.R. 12/2005 e per gli effetti di cui all’art. 6 della L.R. 2/2003,
all’art. 3 della L.R. 3/2004 e all’art. 34 del D. Lgs. 267/2000, con D.a.r. 27 Ottobre
2006, n. 11985, Direzione Generale Territorio e Urbanistica.
L’iniziativa prevedeva la bonifica dell’area (già effettuata e riportata al cap. 4.4.2), il
restauro dell’ex forno, la riqualificazione e rinaturalizzazione del fiume Lenza e la
sostituzione della precedente edificazione industriale con aree destinate ad attività
sociali, terziarie, ricettive, spazi pubblici e a verde e la realizzazione di una Media
Struttura di Vendita (MSV) nella porzione sud del comparto urbanistico.
Successivamente, con la finalità di rendere più concreto e confacente lo sviluppo delle
potenzialità del progetto, attualmente in fase di esecuzione, la proprietà ha richiesto
all’A.C. previa attivazione delle procedure di variante all’uopo necessarie, la possibilità
di provvedere all’ampliamento della superficie di vendita da mq 2.500 a mq 3.200, con
conseguente classificazione quale Grande Struttura di Vendita (GSV) dell’insediamento
commerciale originariamente previsto senza che vi sia variazione dei volumi fisici e
geometrici ovvero della S.L.P. già previsti; nonché la modifica del regime di utilizzo
delle aree e degli immobili destinati a servizi pubblici e di interesse pubblico generale
ai sensi dell’art. 9.10 della LR 12/2005.
Considerato che per quanto attiene la conversione della media struttura di vendita in
GSV, l’argomento era già stato oggetto di osservazione al PGT e che tale osservazione
era nell’intenzione di accoglimento da parte dell’A.C., l’aggravio procedurale in termini
di tempi ha consigliato la stessa A.C. di rinviare ad altra e più idonea occasione tale
possibilità.
Per quanto sopra esposto l’A.C. ha inteso procedere all’inserimento nel Documento di
Piano del PGT (rif. cap. 3), attraverso apposita variante puntuale, della possibilità di
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inserimento di una Grande Struttura di Vendita (GSV) nell’edificio G del PII area ex AVIR
vigente, ove risulta già prevista una Media Struttura di Vendita.
In considerazione della localizzazione dell’ambito urbanistico oggetto di variante
puntuale al PGT è inoltre da evidenziare che:
• in prossimità dell’ambito ex AVIR è situata la Zona di Protezione Speciale (ZPS)
IT2080301 “Boschi del Ticino” appartenente alla Rete Natura 2000;
• il Comune di Sesto Calende è ricompreso nei territori del Parco Regionale della
Valle del Ticino e sul territorio sono riconosciute altre due zone della Rete Natura
2000, la ZPS IT2010502 “Canneti del Lago Maggiore” e il SIC IT 2010009 “Sorgenti
del Rio Capricciosa.
In virtù di quanto sopra evidenziato si è ritenuto necessario l’assoggettamento della
variante di PGT a specifica procedura di Valutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di Incidenza (ai sensi del D.P.R. n.
357 del 8 settembre 1997, dell’art. 25bis della LR n. 86 del 30 novembre 1983 e
s.m.i., e della DGR n. VII/14106 del 8 agosto 2003), avviata contestualmente alla
Valutazione Ambientale Strategica, di cui si riporta apposito approfondimento al
successivo capitolo.
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1.1 Riferimenti normativiRiferimenti normativiRiferimenti normativiRiferimenti normativi
Si riportano di seguito i riferimenti normativi in materia di VAS, specifici per quanto
concerne la Valutazione Ambientale Strategica di piani e relative varianti.
1.1.1 Normativa europea
La normativa sulla valutazione ambientale strategica ha come riferimento principale la
Direttiva 2001/42/CEDirettiva 2001/42/CEDirettiva 2001/42/CEDirettiva 2001/42/CE.
L’obiettivo generale della Direttiva è quello di “…garantire un elevato livello di
protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali
all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo
sviluppo sostenibile, ... assicurando che ... venga effettuata la valutazione ambientale
di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente”
(art 1).
Articolo 3 (Ambito d'applicazione)Articolo 3 (Ambito d'applicazione)Articolo 3 (Ambito d'applicazione)Articolo 3 (Ambito d'applicazione)
2222. Fatto salvo il paragrafo 3, viene effettuata una valutazione ambientale per tutti i piani e i
programmi:
a) che sono elaborati per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei
trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della
pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di
riferimento per l'autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva
85/337/CEE;
b) per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una
valutazione ai sensi degli articoli 6 e 7 della direttiva 92/43/CEE.
3. 3. 3. 3. Per i piani e i programmi di cui al paragrafo 2 che determinano l'uso di piccole aree a livello
locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al paragrafo 2, la valutazione
ambientale è necessaria solo se gli Stati membri determinano che essi possono avere effetti
significativi sull'ambiente.
4. 4. 4. 4. Gli Stati membri determinano se i piani e i programmi, diversi da quelli di cui al paragrafo
2, che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti, possono avere
effetti significativi sull'ambiente.
5. 5. 5. 5. Gli Stati membri determinano se i piani o i programmi di cui ai paragrafi 3 e 4 possono
avere effetti significativi sull'ambiente attraverso l'esame caso per caso o specificando i tipi di
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piani e di programmi o combinando le due impostazioni. A tale scopo gli Stati membri
tengono comunque conto dei pertinenti criteri di cui all'allegato II, al fine di garantire che i
piani e i programmi con probabili effetti significativi sull'ambiente rientrino nell'ambito di
applicazione della presente direttiva.
6. 6. 6. 6. Nell'esame dei singoli casi e nella specificazione dei tipi di piani e di programmi di cui al
paragrafo 5, devono essere consultate le autorità di cui all'articolo 6, paragrafo 3.
(ovvero: art. 6, comma 3: “Gli Stati membri designano le autorità che devono essere
consultate e che, per le loro specifiche competenze ambientali, possono essere interessate
agli effetti sull'ambiente dovuti all'applicazione dei piani e dei programmi”).
1.1.2 Normativa nazionale
A livello nazionale si è di fatto provveduto a recepire formalmente la Direttiva Europea
solo il 1 agosto 2007, con l’entrata in vigore della Parte II del D.Lgs.D.Lgs.D.Lgs.D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 3 aprile 2006, n. 3 aprile 2006, n. 3 aprile 2006, n.
152 152 152 152 “Norme in materia ambientale”. I contenuti della parte seconda del decreto,
riguardante le “Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la
valutazione dell'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione integrata ambientale
(IPPC)” sono stati integrati e modificati con il successivo D.Lgs.D.Lgs.D.Lgs.D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 416 gennaio 2008, n. 416 gennaio 2008, n. 416 gennaio 2008, n. 4
“Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante
norme in materia ambientale”.
Il 26 agosto 2010 è entrato in vigore il nuovo testo integrato e modificato del decreto
nazionale: D.Lgs.D.Lgs.D.Lgs.D.Lgs. 29 giugno 2010, n. 12829 giugno 2010, n. 12829 giugno 2010, n. 12829 giugno 2010, n. 128 “Modifiche ed integrazioni al D.Lgs. 3 aprile
2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della
legge 18 giugno 2009, n. 69. (10G0147) (GU n. 186 del 11-8-2010 - Suppl. Ordinario
n.184)
Articolo 6 (Oggetto della disciplina)Articolo 6 (Oggetto della disciplina)Articolo 6 (Oggetto della disciplina)Articolo 6 (Oggetto della disciplina)
2.2.2.2. Fatto salvo quanto disposto al comma 3, viene effettuata una valutazione per tutti i piani e i
programmi:
a) che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, per i
settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione
dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale
o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per
l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei
progetti elencati negli allegati II, III e IV del presente decreto;
b) per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti
designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e
quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat
naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione
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d'incidenza ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre
1997, n. 357, e successive modificazioni.
3.3.3.3. Per i piani e i programmi di cui al comma 2 che determinano l'uso di piccole aree a livello
locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al comma 2, la valutazione
ambientale è necessaria qualora l'autorità competente valuti che producano impatti
significativi sull'ambiente, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12 e tenuto conto del
diverso livello di sensibilità ambientale dell'area oggetto di intervento.
3333----bisbisbisbis. L'autorità competente valuta, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12, se i piani e i
programmi, diversi da quelli di cui al comma 2, che definiscono il quadro di riferimento per
l'autorizzazione dei progetti, producano impatti significativi sull'ambiente.
1.1.3 Normativa regionale
La VAS sui piani e programmi viene introdotta in Lombardia dall’art 4 della Legge Legge Legge Legge
Regionale 11 marzo 2005 n. 12Regionale 11 marzo 2005 n. 12Regionale 11 marzo 2005 n. 12Regionale 11 marzo 2005 n. 12 "Legge per il governo del territorio", le cui modifiche
ulteriori sono state approvate con Legge regionale 13 marzo 2012, n. 4.
Art. 4 (Valutazione ambientale dei piani) LR 11 marzo 2005 n. 12Art. 4 (Valutazione ambientale dei piani) LR 11 marzo 2005 n. 12Art. 4 (Valutazione ambientale dei piani) LR 11 marzo 2005 n. 12Art. 4 (Valutazione ambientale dei piani) LR 11 marzo 2005 n. 12
2. 2. 2. 2. Sono sottoposti alla valutazione di cui al comma 1 (ovvero la VAS) il piano territoriale
regionale, i piani territoriali regionali d’area e i piani territoriali di coordinamento provinciali,
il documento di piano di cui all’articolo 8, nonché le varianti agli stessi. La valutazione
ambientale di cui al presente articolo è effettuata durante la fase preparatoria del piano o del
programma ed anteriormente alla sua adozione o all’avvio della relativa procedura di
approvazione.
2 bis2 bis2 bis2 bis. . . . Le varianti al piano dei servizi, di cui all’articolo 9, e al piano delle regole, di cui
all’articolo 10, sono soggette a verifica di assoggettabilità a VAS, fatte salve le fattispecie
previste per l’applicazione della VAS di cui all’articolo 6, commi 2 e 6, del decreto legislativo 3
aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale).
2 ter2 ter2 ter2 ter. . . . Nella VAS del documento di piano, per ciascuno degli ambiti di trasformazione
individuati nello stesso, previa analisi degli effetti sull’ambiente, è definito l’assoggettamento
o meno ad ulteriori valutazioni in sede di piano attuativo. Nei casi in cui lo strumento
attuativo del piano di governo del territorio (PGT) comporti variante, la VAS e la verifica di
assoggettabilità sono comunque limitate agli aspetti che non sono già stati oggetto di
valutazione.
2 2 2 2 quaterquaterquaterquater. . . . Relativamente agli atti di programmazione negoziata con valenza territoriale
soggetti ad approvazione regionale, la valutazione ambientale, la valutazione di impatto
ambientale e la valutazione di incidenza, ove previste, sono svolte in modo coordinato, fermo
restando quanto previsto dall’articolo 4, commi 10 e 11, della legge regionale 2 febbraio
2010, n. 5 (Norme in materia di valutazione di impatto ambientale). Con regolamento
regionale sono definiti i criteri e le modalità per l’applicazione del presente comma.
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3. 3. 3. 3. Per i piani di cui al comma 2, la valutazione evidenzia la congruità delle scelte rispetto agli
obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione
e programmazione; individua le alternative assunte nella elaborazione del piano o
programma, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione o di compensazione,
anche agroambientali, che devono essere recepite nel piano stesso.
4. 4. 4. 4. Sino all’approvazione del provvedimento della Giunta regionale di cui al comma 1, l’ente
competente ad approvare il piano territoriale o il documento di piano, nonché i piani attuativi
che comportino variante, ne valuta la sostenibilità ambientale secondo criteri evidenziati nel
piano stesso.
Nel seguito si indicano i riferimenti regionali, succedutisi alla Legge Regionale, in
materia di VAS:
• D.G.R. 22 dicembre 2005, n. VIII/1563 (proposta di indirizzi per la VAS);
• D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/351 (approvazione indirizzi per la VAS);
• D.G.R. 27 dicembre 2007, n. VIII/6420 (ulteriori specifiche aggiuntive);
• D.G.R. 30 dicembre 2009, n. VIII/10971 (recepimento decreto nazionale e
inclusione di nuovi modelli procedurali);
• D.G.R. 10 novembre 2010, n. IX/761D.G.R. 10 novembre 2010, n. IX/761D.G.R. 10 novembre 2010, n. IX/761D.G.R. 10 novembre 2010, n. IX/761 (Determinazione della procedura di
Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4 l.r. n. 12/2005; d.c.r.
n. 351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al D.Lgs.. 29 giugno 2010
n. 128, con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n.
8/6420 e 30 dicembre 2009, n. 8/10971” pubblicato sul 2° S.S. B.U.R.L. n. 47
del 25 novembre 2010).
1.2 Modello metodologico e proceduraleModello metodologico e proceduraleModello metodologico e proceduraleModello metodologico e procedurale
La procedura di Valutazione Ambientale Strategica è effettuata secondo le indicazioni
di cui al punto 5.0 degli Indirizzi generali della D.C.R. 13 marzo 2007 n. VIII/351 e
come quanto disposto nel Modello 1Modello 1Modello 1Modello 1aaaa della DGR 761/2010DGR 761/2010DGR 761/2010DGR 761/2010 “Modello metodologico
procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS).
Documento di Piano - PGT”.
La procedura così definita prevede le seguenti fasi:
1. avvio del procedimento;
2. individuazione dei soggetti interessati e definizione delle modalità di
informazione e comunicazione;
3. elaborazione e redazione della variante di PGT e del Rapporto Ambientale;
4. messa a disposizione della variante di PGT, del Rapporto Ambientale e
deposito;
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5. convocazione della Conferenza di valutazione;
6. formulazione del Parere ambientale Motivato e della dichiarazione di sintesi;
7. adozione della variante di PGT;
8. deposito e raccolta delle osservazioni;
9. formulazione del parere ambientale motivato finale e della dichiarazione di
sintesi finale;
10. Approvazione definitiva.
11. gestione e monitoraggio.
Il presente elaborato tecnico rappresenta, pertanto, il Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale previsto
dalla normativa vigente in materia di VAS, al fine di analizzare gli effetti
potenzialmente inducibili dalla Proposta di variante al DdP sull’ambiente e definire, nel
caso riscontrate possibili problematicità, specifiche misure di compatibilizzazione al
fine di ridurre e/o evitare l’introduzione di criticità ambientali.
Il Rapporto Ambientale, inoltre, riporta, in apposita sezione, gli esiti dell’analisi e della
valutazione condotta in merito alle potenziali incidenze attese sui SIC e ZPS presenti
nel territorio comunale.
1.2.1 COORDINAMENTO DELLA VAS CON LA PROCEDURA DI VALUTAZIONE
D'INCIDENZA
In considerazione della localizzazione dell’ambito urbanistico oggetto di variante
puntuale al PGT è inoltre da evidenziare che:
• in prossimità dell’ambito ex AVIR è situata la Zona di Protezione Speciale (ZPS)
IT2080301 “Boschi del Ticino” appartenente alla Rete Natura 2000;
• il Comune di Sesto Calende è ricompreso nei territori del Parco Regionale della
Valle del Ticino e sul territorio sono riconosciute altre due zone della Rete Natura
2000, la ZPS IT2010502 “Canneti del Lago Maggiore” e il SIC IT 2010009 “Sorgenti
del Rio Capricciosa.
In virtù di quanto sopra evidenziato è stato ritenuto necessario l’assoggettamento della
variante di PGT a specifica procedura di Valutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di Incidenza (ai sensi del D.P.R. n.
357 del 8 settembre 1997, dell’art. 25bis della LR n. 86 del 30 novembre 1983 e
s.m.i., e della DGR n. VII/14106 del 8 agosto 2003), avviata contestualmente alla
Valutazione Ambientale Strategica.
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Schema procedurale definito per il caso in oggetto
(mutuato da Schema generale in Allegato 1a alla DGR 761/2011)
FaseFaseFaseFase Azioni previsteAzioni previsteAzioni previsteAzioni previste
Fase 0Fase 0Fase 0Fase 0
Preparazione
- avvio formale del procedimento di variante al DdP e VAS
- pubblicazione avviso di avvio del procedimento
- verifica delle ulteriori eventuali procedure di Valutazione Ambientali previste
e/o necessarie
- individuazione delle autorità, dei soggetti competenti e del pubblico coinvolti
nel processo
Fase 1Fase 1Fase 1Fase 1
Definizione
dell’Ambito di
influenza
potenziale
- definizione dello schema operativo per la VAS
- definizione dell’ambito di influenza (Scoping), ossia i fattori di attenzione
ambientale che portati all’attenzione del processo decisionale dovranno
essere integrati (tra i fattori di attenzione anche il rapporto potenziale tra la
variante al DdP e sistema complessivo della Rete Natura 2ooo)
- redazione del Rapporto preliminare
- deposito del Rapporto preliminare, pubblicazione e relativo avviso, indizione
della Prima seduta di Conferenza di Valutazione
Conferenza di valutazione:Conferenza di valutazione:Conferenza di valutazione:Conferenza di valutazione:
Svolgimento Prima seduta: condivisione del Rapporto preliminareSvolgimento Prima seduta: condivisione del Rapporto preliminareSvolgimento Prima seduta: condivisione del Rapporto preliminareSvolgimento Prima seduta: condivisione del Rapporto preliminare
Fase 2Fase 2Fase 2Fase 2
Valutazione
degli effetti
potenziali
attesi
- acquisizione Bozza Proposta di variante al Documento di Piano del PGT
- avvio redazione Rapporto Ambientale di VAS e dello Studio di Incidenza:
⋅ stima e valutazione degli effetti attesi
⋅ verifica del grado di integrazione delle attenzioni ambientali emerse in
sede di Scoping
⋅ verifica di coerenza con criteri di sostenibilità
⋅ suggerimento di risposte migliorative e di contenimento (ove necessario
per la compatibilità ambientale del DdP)
- fornitura degli esiti dell’analisi ambientale al processo decisionale per
integrazione di alternative migliorative (ove necessario per la compatibilità
ambientale del DdP)
- analisi della Proposta di DdP e definizione del Piano di Monitoraggio
Ambientale (PMA)
- redazione Studio di Incidenza
- conclusione redazione del Rapporto Ambientale di VAS
- deposito, pubblicazione e relativo avviso:
⋅ della Proposta di variante al DdP
⋅ dello Studio di Incidenza
⋅ del Rapporto Ambientale (e relativa Sintesi non Tecnica) (il presente il presente il presente il presente
documentodocumentodocumentodocumento)
- avvio dei 60 giorni di osservazioni in merito
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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FaseFaseFaseFase Azioni previsteAzioni previsteAzioni previsteAzioni previste
Conferenza di valutazioneConferenza di valutazioneConferenza di valutazioneConferenza di valutazione
Svolgimento Seconda seduta: condivisione della Proposta Svolgimento Seconda seduta: condivisione della Proposta Svolgimento Seconda seduta: condivisione della Proposta Svolgimento Seconda seduta: condivisione della Proposta di variante al DdPdi variante al DdPdi variante al DdPdi variante al DdP e del Rappore del Rappore del Rappore del Rapporto to to to
Ambientale di VASAmbientale di VASAmbientale di VASAmbientale di VAS
DecisioneDecisioneDecisioneDecisione
- raccolta ed analisi osservazioni e pareri formulati nei 60gg e durante la
Conferenza di Valutazione
- acquisizione ed analisi della Valutazione di Incidenza
- formulazione del Parere Motivato (predisposto dall’Autorità competente per
la VAS d’intesa con l’Autorità procedente)
- adeguamento migliorativo (eventuale) del PA in riferimento a quanto
espresso dal Parere Motivato
- formulazione della Dichiarazione di Sintesi (predisposta dall’Autorità
procedente)
- deposizione degli atti per l’espressione del parere della Segreteria Tecnica in
merito alle osservazioni presentate ed al Parere Motivato finale
Fase 3Fase 3Fase 3Fase 3
Adozione e
Approvazione
Adozione.Adozione.Adozione.Adozione. Il Consiglio Comunale adotta:
- elaborati di variante del DdP del PGT
- Rapporto Ambientale
- Dichiarazione di sintesi
Deposito/pubblicazione/invio alla Provincia
- Deposito degli atti del PGT (DdP, RA, dichiarazione di sintesi) nella segreteria
comunale – ai sensi del comma 4 – art.13, LR 12/05
- Trasmissione in Provincia - ai sensi del comma 5 – art. 13, LR 12/05
- Trasmissione ad ASL e ARPA- ai sensi del comma 6 – art. 13, LR 12/05
Raccolta osservazioni - ai sensi del comma 4 – art. 13, LR 12/05
Controdeduzioni alle osservazioni presentate a seguito di analisi di sostenibilità
PARERE MOTIVATO FINALEPARERE MOTIVATO FINALEPARERE MOTIVATO FINALEPARERE MOTIVATO FINALE
Approvazione Approvazione Approvazione Approvazione (ai sensi del comma 7 – art.13, LR 12/2005)
Il C.C. decide sulle osservazioni apportando agli atti della variante le modifiche
conseguenti all’eventuale accoglimento delle osservazioni, predisponendo ed approvando
la dichiarazione di sintesi finale.
Deposito nella segreteria comunale, invio alla Provincia e alla Regione, pubblicazione su
web e pubblicazione sul Burl.
Fase 4Fase 4Fase 4Fase 4
Attuazione e
Gestione
- Attuazione del Monitoraggio Ambientale
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
Variante al Documento dVariante al Documento dVariante al Documento dVariante al Documento di Piano del PGTi Piano del PGTi Piano del PGTi Piano del PGT
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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2222 IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE DELLA VAS DELLA IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE DELLA VAS DELLA IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE DELLA VAS DELLA IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE DELLA VAS DELLA
VARIANTVARIANTVARIANTVARIANTE AL PGT DI SESTO CALENDEE AL PGT DI SESTO CALENDEE AL PGT DI SESTO CALENDEE AL PGT DI SESTO CALENDE
Il percorso di Valutazione Ambientale della variante al Documento di Piano del PGT di
Sesto Calende è stato progettato con la finalità di garantire la sostenibilità delle scelte
di piano e di integrare le considerazioni di carattere ambientale accanto e allo stesso
livello di dettaglio di quelle socioeconomiche e territoriali, fin dalle fasi iniziali del
processo di pianificazione. Per questo motivo, le attività di VAS sono state impostate in
collaborazione con il soggetto pianificatore ed in stretto rapporto con i tempi e le
modalità del processo di piano, in accordo con lo schema metodologico - procedurale
di piano/VAS predisposto dalla Regione Lombardia in ‘ulteriori adempimenti per la
Valutazione Ambientale strategica’ deliberati dalla Giunta Regionale con DGR IX/761.
La piena integrazione della dimensione ambientale nel piano richiede l’attivazione di
una partecipazione che coinvolga tutti i soggetti interessati e che li metta in grado di
svolgere il proprio ruolo in maniera informata e responsabile. In primo luogo vi è la
necessità di coinvolgere i soggetti istituzionali, ovvero il sistema degli enti locali ed in
particolare i Comuni contermini, con i quali va garantito un dialogo costante e
necessario per pervenire a scelte di piano sostenibili.
Come richiesto dalla VAS, una consultazione particolare viene effettuata con le autorità
con specifiche competenze ambientali, il cui elenco è sotto riportato, almeno in due
momenti:
� in fase di scoping, con la finalità di definire l’ambito di influenza del piano e la
portata delle informazioni da includere nel rapporto ambientale, nonché il loro
livello di dettaglio;
� prima dell’adozione del PGT, allo scopo di richiedere il parere sulla proposta di
Rapporto Ambientale e sintesi non tecnica.
L’avvio del procedimento di variante del PGT e della relativa procedura di VAS è
avvenuto con Delibera di Giunta Comunale n. 198 del 22.10.2013.
Con la stessa delibera sono stati individuati i soggetti competenti in materia
ambientale e il pubblico interessato come riportati nella tabella seguente.
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
Variante al Documento dVariante al Documento dVariante al Documento dVariante al Documento di Piano del PGTi Piano del PGTi Piano del PGTi Piano del PGT
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Soggetti competenti in Soggetti competenti in Soggetti competenti in Soggetti competenti in
materia ambientalemateria ambientalemateria ambientalemateria ambientale
ARPA, ASL, PARCO TICINO, PROVINCIA DI VARESE,
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E
PAESAGGISTICI DELLA LOMBARDIA,
SOPRINTENDENZA BENI ARCHEOLOGICI,
SOPRINTENDENZA BENI CULTURALI
Comuni confinantiComuni confinantiComuni confinantiComuni confinanti
Comune di Angera, Comune di Taino, Comune di
Osmate, Comune di Cadrezzate, Comune di
Comabbio, Comune di Vergiate, Comune di
Mercallo dei Sassi, Comune di Golasecca, Comune
di Castelletto Sopra Ticino, Comune di Dormelletto
Pubblico interessatoPubblico interessatoPubblico interessatoPubblico interessato
CONSIGLIERI COMUNALI, COMPONENTI
COMMISSIONE PER ILPAESAGGIO, COMITATO PER
LA TUTELA DEL BASSO VERBANO, COMITATO PER
LA TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA,
ASSOCOAZOPNE COMMERCIANTI,ARTIGIANI E
TERZIARIO AVANZATO, ASSOCIAZIONE AMICI
DELLA VETRERIA, GRUPPO LAVORATORI AGUSTA
SENIORES, CIRCOLO SESTESE SIAI MARCHETTI,
CIRCOLO CANOA KAYAK, CAI - FREE CLIMBING,
CONSULTA SPORTIVA, ASSOCIAZIONE PRO SESTO
CALENDE, UNITRE SEDE LOCALE, COMITATO
SALVIAMO IL VECCHIO FORNO
Con l’avvio della procedura di VAS, come previsto dalla legislazione nazionale e
regionale vigente in materia di VAS, è stata convocata la prima delle due conferenze di
valutazione.
La conferenza di “scoping” è stata convocata in data 16.01.2014 alla quale hanno
partecipato i seguenti enti competenti e soggetti/enti territorialmente interessati: Arpa
Lombardia – Dip. Varese.
E’ inoltre pervenuto in tale sede il contributo scritto del Parco Lombardo della Valle del
Ticino.
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3333 OBIETTIVI E FINALITA’ DELLA VARIANTEOBIETTIVI E FINALITA’ DELLA VARIANTEOBIETTIVI E FINALITA’ DELLA VARIANTEOBIETTIVI E FINALITA’ DELLA VARIANTE
La variante al PGT è stata proposta per dare attuazione a due tematiche scaturite da
due obbiettivi di diverse specificità e di diversi ambiti territoriali, ma funzionalmente
connessi.
La prima tematica è relativa ad alcuni aspetti disciplinari inerenti il PII ex AVIR in parte
modificativi e in parte confermativi delle relative previsioni programmatorie da recepire
anche nel livello pianificatorio del PGT.
In tale tematica si inserisce:
• la modifica delle determinazioni di piano del Documento di Piano di cui al "Sistema
commerciale della media e grande struttura di vendita" per prevedere l'inserimento
di grande struttura di vendita nell'edificio commerciale, già media struttura di
vendita, del PII ex AVIR;
• la modifica del Piano delle Regole per la schedatura e la classificazione di tutela
degli edifici e manufatti storici presenti nell'area;
• la modifica dello studio geologico del Piano delle Regole per il recepimento della
nuova classe geologica conseguente all'avvenuta realizzazione delle opere di
regimazione dell'alveo del torrente Lenza nel tratto dal polo scolastico di via XX
Settembre al ponte della via Maddalena, come già previste nello specifico studio
idraulico dell'intera asta del torrente inserito anche nel PGT.
La seconda tematica è relativa alla modifica della componente geologica dell'area della
"Marna – Circolo sestese – piazzale Rovelli".
In tale tematica si inserisce:
• la modifica dello studio geologico del Piano delle Regole per l'adeguamento delle
nuove classi di fattibilità geologica a seguito delle risultanze di uno studio idraulico
di dettaglio finalizzato alla definizione delle modalità operative e procedurali per la
riqualificazione complessiva di tale ambito;
• la integrazione e modifica della Relazione e Schede del Piano dei Servizi con
inserimento della normativa specifica per l'attuazione di tale ambito già destinato
ad attrezzature e servizi pubblici e di interesse pubblico.
Per esplicitare la connessione della due tematiche di variante sopra descritte, è
necessario sottolineare che i proventi derivanti dalla GSV e dalla ipotesi di variante
dell'ADP avviata con DGC n.107 del 18.06.2013, oltre al valore di ristrutturazione della
quota pubblica del piano terra del corpo G – come previsto in convenzione –, possa
andare a contribuire ad una valorizzazione complessiva dell'iniziativa tale da rendere
realizzabile il progetto del nuovo edificio pubblico per sala civica e polivalente (Nuova
Marna in luogo dell'utilizzo del piano terra del vecchio forno) e nuova sede del Circolo
Sestese Canoa, secondo le risultanze del lavoro del gruppo di studio per la
riqualificazione dell'area "Marna - Circolo sestese - piazzale Rovelli", rendendo
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attuabile la previsione degli obbiettivi inseriti nelle linee programmatiche del mandato
amministrativo della Giunta Comunale.
Tali sono infatti gli standard qualitativi proposti per la variante all'ADP che si ritiene
debbano essere programmati e resi formali anche nel merito pianificatorio del PGT e
per esplicitare la modalità della compensazione, anche di carattere ambientale, delle
diverse previsioni per attrezzature pubbliche derivanti dalla variante del PII con ADP e
pur se il progetto di riqualificazione dell'area "Marna - Circolo sestese - piazzale
Rovelli", con riferimento alle previsioni del Piano dei Servizi, costituisce un maggior
dettaglio delle previsioni e definizioni da inserire nelle Schede delle attrezzature.
3.1 Variante del Documento di Piano per Variante del Documento di Piano per Variante del Documento di Piano per Variante del Documento di Piano per
inserimento di grande struttura di vendita inserimento di grande struttura di vendita inserimento di grande struttura di vendita inserimento di grande struttura di vendita
nell'area del PII ex AVIRnell'area del PII ex AVIRnell'area del PII ex AVIRnell'area del PII ex AVIR
Per meglio esplicitare il percorso amministrativo che ha portato al procedimento di
variante al PGT è necessario riportare la cronistoria degli avvenimenti accorsi durante
la redazione del PGT di Sesto Calende.
Nella fase delle osservazioni a seguito della pubblicazione del PGT, la Faro srl, ora
Esselunga spa, in data 11.30.2011, prot. 7453, ha presentato la richiesta di modifica
dell’art. 42 della normativa del Piano delle Regole eliminando il divieto di insediare
Grandi Strutture di Vendita per consentirne l'inserimento nel PII ex AVIR vigente in
sostituzione della media struttura di vendita (MSV) già prevista.
L'Amministrazione aveva predisposto le controdeduzioni a tale osservazione con
proposta di accoglimento della richiesta attraverso la modifica del punto 5.2.4
"Sistema commerciale della media e grande distribuzione" del Capitolo 5 "OBIETTIVI
GENERALI DEL PIANO" della Relazione del Documento di Piano; la proposta di
controdeduzione prevedeva una articolazione più specifica della tematica della grande
struttura di vendita (GSV) come formulazione programmatoria, mantenendo la non
previsione di nuove aree per GSV e consentendo tale destinazione all'interno del PII
vigente, esperendo le conseguenti procedure di variante dell'Accordo di Programma.
L'ipotesi di risposta positiva alla richiesta era motivata anche dall'entità della
trasformazione che comportava il solo aumento della superficie di vendita (SV), da mq
2.500 a mq 3.200, senza aumento né della SLP, né della Sc e quindi esclusivamente
all'interno della stessa sagoma già approvata nel PII.
Un successivo confronto con la Provincia aveva però evidenziato che l'accoglimento di
tale osservazione avrebbe comportato la necessità di un nuova fase di conformità con
il Piano Territoriale Provinciale e quindi con un prolungamento dei tempi di
approvazione del PGT - già dilungatisi a causa del quadro giuridico e procedimentale
interrotto per le sentenze sulla VAS e degli eventi accidentali che avevano interessato
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lo studio e il professionista redattore del PGT- non proponibili rispetto alla necessità di
pervenire alla approvazione in tempi definiti; la GSV comportava, in tale fase, anche un
approfondimento dell'Accordo di Programma (ADP) con cui era stato approvato il PII.
Danno riscontro a tali determinazioni il verbale della terza conferenza VAS del
28.07.2011, la delibera della Giunta comunale n. 103 del 04.08.2011 (Prosecuzione
dell'iter di approvazione del Piano di Governo del Territorio – Determinazioni finali per
le controdeduzioni alle osservazioni – atto di indirizzo), la delibera di Consiglio
comunale n. 32 del 12.08.2011 (Approvazione definitiva del Piano di Governo del
Territorio ….. previa determinazione conclusiva delle controdeduzioni alle osservazioni
….), la risposta dell’allora Assessore all’Urbanistica Arch. Giovanni Buzzi, prot. 26961
del 10.10.2011, nella quale si evidenziava che:
“Questa idea si è configurata come accoglibile nel documento pubblicato nell’ambito
della 3^ conferenza VAS del PGT secondo questa formula: ‘La grande distribuzione
[rectius: grande struttura di vendita], esclusa, come sopra detto, la nuova
localizzazione, può essere insediata esclusivamente all’interno di atti di
programmazione negoziata tuttora vigenti e all’interno degli involucri edilizi già
approvati per la media distribuzione [rectius: media struttura di vendita], esperendo le
necessarie procedure e verifiche di norma e di rispetto della programmazione
sovracomunale’. In tale contesto, per le ragioni tecniche contenute in quell’atto e per
quanto di competenza della VAS stessa, si è considerata la proposta di
controdeduzione positiva come congruente con il carico ambientale misurabile dalla
valutazione strategica del PGT, anche in considerazione dei dovuti approfondimenti e
delle necessarie valutazioni da esperire in fase di programmazione esecutiva”.
Successivamente Esselunga spa ha intrapreso una fase di confronto per l'avvio di una
variante all'AdP comprendente, oltre all'inserimento del tema della GSV, anche altre
ipotesi già valutate di interesse da parte della Amministrazione comunale contemplate
nelle DCC 18/2013 (Mozione per Consiglio Comunale presentata dal gruppo consiliare
Lega della Libertà: "Area Ex A.V.I.R.: indirizzi per la revisione dell’Accordo di
Programma") e nella DGC 107/2013 (Area Ex A.V.I.R.: indirizzi per l’avvio del
procedimento volto alla riapertura dell’Accordo di Programma finalizzato alla variante
dello stesso), come di seguito sinteticamente elencate:
• Modifica delle destinazioni d’uso ammissibili nel comparto nord – edifici A, B, C –
con eliminazione della previsione di strutture commerciali e di funzioni terziarie; le
destinazioni d’uso saranno esclusivamente residenziali e conseguentemente
saranno introdotte minime variazioni al planivolumetrico di progetto al fine di
rendere adeguato l’inserimento della nuova funzione;
• Modifica del regime delle aree pubbliche o di interesse pubblico e generale ai sensi
di quanto consentito dall’art. 9.10 L.R. 12/2005;
• Ampliamento (da mq 1.902,69 a mq 2.579,22) e razionalizzazione del parcheggio a
nord di via Risorgimento, in parte asservito a uso pubblico a servizio della stazione
ferroviaria e in parte privato quale pertinenza dell’edificio con funzione alberghiera;
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• Retrocessione della proprietà del piano terra del Vecchio Forno e acquisizione
dell’edificio situato su via Risorgimento a nord-est dell’area (corpo I), con
conseguente differente ripartizione della funzioni ammissibili: il piano terra del
Vecchio Forno, destinato inizialmente ad attrezzature culturali pubbliche, sarà a
destinazione terziaria/commerciale; nel corpo I, in origine a destinazione
commerciale, saranno localizzate le funzioni pubbliche.
L’entrata in vigore della L.R. 4 del 25.06.2013 (Disposizioni in materia di
programmazione commerciale. Modifica al titolo II, capo I, della legge regionale 2
febbraio 2010, n. 6 (Testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere))
ha però transitoriamente sospeso i procedimenti relativi alle GSV con l'inserimento
dell’art. 14 bis che recita:
“1. Al fine di aggiornare la programmazione regionale per lo sviluppo del settore
commerciale, fino all’approvazione dei provvedimenti amministrativi di disciplina del
settore commerciale relativi a criteri e modalità di valutazione delle grandi strutture di
vendita di cui all’articolo 4, comma 4, e comunque non oltre il 31 dicembre 2013, sono
sospesi i procedimenti amministrativi per il rilascio delle autorizzazioni relative
all’apertura o alla modificazione di grandi strutture di vendita e i connessi
procedimenti per il rilascio di autorizzazioni relative ad interventi previsti in accordi di
programma promossi dalla Regione o con adesione regionale, compresi quelli pendenti
alla data di entrata in vigore della legge regionale recante “Disposizioni in materia di
programmazione commerciale."
Tali contenuti sono stati approfonditi nell'incontro del 20.09.2013 della Segreteria
Tecnica dell’AdP ex AVIR in merito alla prosecuzione della procedura avviata con DGC
107/2013 con l'esito dell'impedimento al Comune di formulare la proposta di variante
all’AdP alla Regione Lombardia e alla Provincia di Varese per il tema della GSV fino alla
scadenza del periodo di moratoria, previsto per il 31.12.2013 e avvenuto con
l'approvazione della DGR n. X/1193 del 20.12.2013 “nuove disposizioni attuative per
la valutazione delle istanze per l'apertura o modificazione delle GSV”.
In tale sede i tecnici regionale e provinciale hanno indicato al tecnico comunale
responsabile del procedimento di variante dell'AdP, la possibilità di disgiungere i
procedimenti di variante al PGT, per la previsione della GSV, e di variante
all’ADP/variante al PII, per gli altri aspetti di interesse, mantenendo nel frattempo la
MSV.
In tale panorama l'Amministrazione, in accordo con Esselunga spa, ha quindi definito
con la D.G.C. n. 198 del 22.10.2013 di avviare la variante al PGT, pur se la moratoria
sarebbe spirata durante l'iter, per costituire comunque un quadro disciplinare a scala
pianificatoria e non solo programmatoria.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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3.2 Il contesto di inserimento della variante al DdPIl contesto di inserimento della variante al DdPIl contesto di inserimento della variante al DdPIl contesto di inserimento della variante al DdP
Come già precedentemente accennato la proposta progettuale di PII interessa l’area
dismessa ex AVIR situata ad ovest del nucleo urbano di Sesto Calende. In particolare,
l’area è delimitata a nord e a ovest dal tracciato ferroviario della Milano – Gallarate –
Domodossola, a sud dalla Strada Statale n°33 e a est dalla Strada Provinciale n°49.
Localizzazione dell’area oggetto di PII (area rossa)
L’area è caratterizzata anche dalla presenza del Torrente Lenza, precedentemente
tombato, il quale attualmente, in seguito ad un intervento di ristrutturazione dell’alveo
e di rinaturalizzazione dei suoi argini, circonda e definisce tre lati dell’area con le sue
sponde delimitate da muri in pietra naturale e scarpate a verde.
Al contorno dell’area di PII si rileva, oltre alla presenza della stazione ferroviaria e del
relativo deposito, la presenza di unità residenziali isolate od aggregate in nuclei
compatti. Al di là della SS 33 e della SS49, invece, si rileva un tessuto residenziale
consolidato.
Fiume Ticino
SP 49
SS 33
Ferrovia
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Localizzazione di realtà residenziali al contorno
Il comparto urbanistico oggetto di PII ha una superficie di 41.631 mq e al suo interno,
oltre all’intervento di bonifica, sono state completate anche le demolizioni dei
fabbricati esistenti ad eccezione del vecchio Forno e dei fabbricati lungo la via
Risorgimento per i quali, quale vincolo prescrittivo del PII, sono previste e possibili solo
opere di recupero con le procedure del restauro e risanamento conservativo con
destinazione d’uso compatibili. Queste preesistenze architettoniche, insieme al
Torrente Lenza, infatti, costituiscono elementi caratterizzanti il PII vigente.
Il pozzo esistente, inoltre, è stato tombato, pertanto, verrà sostituito con un altro di
pari portata da realizzare in una posizione, da definire con l’Amministrazione
Comunale, all’esterno dell’area ambito del P.I.I.
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Immagini relative allo stato attuale dell’area, degli edifici conservati e del torrente Lenza
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Azzonamento di progetto e quantificazione delle superfici con variante di AdP in corso.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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4444 FATTORI DI ATTENZIONFATTORI DI ATTENZIONFATTORI DI ATTENZIONFATTORI DI ATTENZIONE AMBIEE AMBIEE AMBIEE AMBIENTALENTALENTALENTALE
4.1 Tematiche ambientali coinvolteTematiche ambientali coinvolteTematiche ambientali coinvolteTematiche ambientali coinvolte
In sede di Scoping, sono state analizzate specifiche tematiche ambientali assunte quali
riferimento per le successive valutazioni, approfondite e valutate nel presente
Rapporto Ambientale.
Tali tematiche sono state distinte in due macro categorie:
• i riferimenti di sostenibilità e di compatibilità ambientale, nonché gli elementi
condizionanti, riconosciuti dagli strumento di pianificazione territoriali;
• i settori ambientali caratterizzanti l’attuale stato di fatto, al fine di verificare
l’eventuale introduzione in esse di fattori di potenziale problematicità o
comunque di contrasto.
4.2 Riferimenti ambientali evidenziati dalla Riferimenti ambientali evidenziati dalla Riferimenti ambientali evidenziati dalla Riferimenti ambientali evidenziati dalla
pianificazione sovraordinatapianificazione sovraordinatapianificazione sovraordinatapianificazione sovraordinata
L'insieme dei piani territoriali che incidono sul contesto nel quale si inserisce la
variante puntuale al Documento di Piano del PGT costituiscono il quadro di riferimento
per la determinazione di indirizzi di compatibilità e di sostenibilità, nonché di
condizionamento, per il caso in oggetto.
L'esame della collocazione della variante al DdP, e quindi della Grande Struttura di
Vendita (GSV), in tale sistema è finalizzato a stabilirne la rilevanza e la relativa
correlazione.
Sono, pertanto, assunti quegli strumenti di pianificazione che possono rappresentare a
livello sovralocale e locale un riferimento per il caso in oggetto, quali:
• il Piano Territoriale Regionale (PTRPTRPTRPTR), comprendente a livello di obiettivi ed
indirizzi anche strumenti di pianificazione settoriale, quali il Piano di Tutela e
Uso delle Acque (PTUA) ed il Piano Regionale della Qualità dell’Aria (PRQA), e a
livello sia di indirizzo, sia di condizionamento il Piano Paesaggistico Regionale
(PPR);
• il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Varese (PTCPPTCPPTCPPTCP);
• il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Lombardo della Valle del Ticino
(PTCPTCPTCPTC).
Nel seguito si riportano gli indirizzi di sostenibilità e le disposizioni con valenza di
condizionamento ambientale espressi in forma tabellare e sintetica.
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
Variante al Documento dVariante al Documento dVariante al Documento dVariante al Documento di Piano del PGTi Piano del PGTi Piano del PGTi Piano del PGT
V a l u t a z i o n e A m b i e n t a l e S t r a t e g i c aV a l u t a z i o n e A m b i e n t a l e S t r a t e g i c aV a l u t a z i o n e A m b i e n t a l e S t r a t e g i c aV a l u t a z i o n e A m b i e n t a l e S t r a t e g i c a
Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 23
Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)
Elementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzione specificaspecificaspecificaspecifica
ApprovatoApprovatoApprovatoApprovato dal Consiglio Regionale il 19 gennaio 2010 (e successivamente integrato con DCR
n. 56 del 28 settembre 2010).
Il PTR, in applicazione dell’art. 19 della l.r. 12/2005, ha natura ed effetti di piano territoriale
paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale. Il PTR in tal senso assume consolida e
aggiorna il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) vigente e ne integra la sezione
normativa. Il Piano Paesaggistico RegionalePiano Paesaggistico RegionalePiano Paesaggistico RegionalePiano Paesaggistico Regionale (PPRPPRPPRPPR) diviene così sezione specifica del PTR,
disciplina paesaggistica dello stesso, mantenendo comunque una compiuta unitarietà ed
identità.
Aggiornamento 2012Aggiornamento 2012Aggiornamento 2012Aggiornamento 2012----2013 del PTR2013 del PTR2013 del PTR2013 del PTR
Il Consiglio regionale ha approvato l'aggiornamento annuale del Piano Territoriale Regionale
(PTR), inserito nel Programma Regionale di Sviluppo (PRS) della X Legislatura, d.c.r. n. 78 del 9
luglio 2013.
Obiettivi Tematici per il settore Obiettivi Tematici per il settore Obiettivi Tematici per il settore Obiettivi Tematici per il settore
AmbienteAmbienteAmbienteAmbiente (Punto 2.1.1 DdP PTR)
NotaNotaNotaNota: alcuni obiettivi tematici non
vengono presi in considerazione in
quanto non di interesse per il caso in
oggetto, in virtù del riferimento ad
ambiti ed elementi non presenti
nell’area di analisi:
• TM 1.4 Perseguire la riqualificazione
ambientale dei corsi d’acqua (ob. PTR 8,
14, 16, 17)
• TM 1.5 Promuovere la fruizione
sostenibile ai fini turistico-ricreativi dei
corsi d’acqua (ob. PTR 7, 10, 15, 16, 17,
19, 21)
• TM 1.6 Garantire la sicurezza degli
sbarramenti e dei bacini di accumulo di
competenza regionale, assicurare la
pubblica incolumità delle popolazioni e
la protezione dei territori posti a valle
delle opere (ob. PTR 4, 8)
• TM 1.7 Difendere il suolo e la tutela dal
rischio idrogeologico e sismico (ob. PTR
1, 8, 15)
• TM 1.11 Coordinare le politiche
ambientali e di sviluppo rurale (ob. PTR
11, 14, 19, 21, 22)
• TM 1.1TM 1.1TM 1.1TM 1.1 Migliorare la qualità dell’aria e ridurre le
emissioni climalteranti ed inquinanti (ob. PTR 1, 5,
7, 17)
• TM 1.2TM 1.2TM 1.2TM 1.2 Tutelare e promuovere l’uso razionale
delle risorse idriche […] (ob. PTR 3, 4, 7, 16, 17,
18)
• TM 1.3TM 1.3TM 1.3TM 1.3 Mitigare il rischio di esondazione (ob. PTR
8, 14, 17)
• TM 1.7TM 1.7TM 1.7TM 1.7 Difendere il suolo e la tutela dal rischio
idrogeologico e sismico (ob. PTR 1, 8, 15)
• TM 1.8TM 1.8TM 1.8TM 1.8 Prevenire i fenomeni di erosione,
deterioramento e contaminazione dei suoli (ob.
PTR 7, 8, 13, 16, 17)
• TM 1.9TM 1.9TM 1.9TM 1.9 Tutelare e aumentare la biodiversità, con
particolare attenzione per la flora e la fauna
minacciate (ob. PTR 14, 17, 19)
• TM 1.10TM 1.10TM 1.10TM 1.10 Conservare e valorizzare gli ecosistemi e
la rete ecologica regionale (ob. PTR 9, 13, 14, 15,
16, 17, 19, 20, 21, 23, 24)
• TM 1.12TM 1.12TM 1.12TM 1.12 Prevenire, contenere e abbattere
l’inquinamento acustico (ob. PTR 1, 2, 5, 7, 17,
18, 20, 22)
• TM 1.13TM 1.13TM 1.13TM 1.13 Prevenire, contenere e abbattere
l’inquinamento elettromagnetico e luminoso (ob.
PTR 1, 2, 5, 7, 8, 11, 15, 17, 20, 22)
• TM 1.14TM 1.14TM 1.14TM 1.14 Prevenire e ridurre l’esposizione della
popolazione al radon indoor (ob. PTR 5, 7, 8)
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)
Elementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzione specificaspecificaspecificaspecifica
Indirizzi definiti per i Indirizzi definiti per i Indirizzi definiti per i Indirizzi definiti per i Sistemi Sistemi Sistemi Sistemi
TerritorialiTerritorialiTerritorialiTerritoriali (Punto 2.2 DdP PTR)
L’area oggetto di PII può essere
riconosciuta come appartenente al
Sistema Territoriale Metropolitano del
PTR, per la relativa localizzazione in
specifico contesto urbano, distante e
non in connessione strutturale col lago
(ambito dei Sistema Territoriale dei
Laghi) e non interessante ambiti di
prioritaria importanza dello specifico
Sistema Territoriale Pedemontano.
Al fine di evitare duplicazione con i temi già
espressi dagli Obiettivi Tematici,
precedentemente illustrati, si riportano
esclusivamente gli Obiettivi definiti per il
Sistema Territoriale di riferimento,
pertinenti per il caso in oggetto.
• ST1.1ST1.1ST1.1ST1.1 Tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini
riducendo le diverse forme di inquinamento
ambientale (ob. PTR 7,8,17)
• ST1.2ST1.2ST1.2ST1.2 Riequilibrare il territorio attraverso forme di
sviluppo sostenibili dal punto di vista ambientale
(ob. PTR 14, 17)
• ST1.6ST1.6ST1.6ST1.6 Ridurre la congestione da traffico privato
potenziando il trasporto pubblico e favorendo
modalità sostenibili (ob. PTR 2, 3, 4)
• ST1.7ST1.7ST1.7ST1.7 Applicare modalità di progettazione
integrata tra paesaggio urbano, periurbano,
infrastrutture e grandi insediamenti a tutela delle
caratteristiche del territorio (ob. PTR 3, 4, 5, 9,
14, 19, 20, 21)
• ST1.10ST1.10ST1.10ST1.10 Valorizzare il patrimonio culturale e
paesistico del territorio (ob. PTR 5, 12, 18, 19, 20)
Azioni di Piano: Azioni di Piano: Azioni di Piano: Azioni di Piano:
Infrastrutture prioritarie per la
Lombardia
Rete Ecologica RegionaleRete Ecologica RegionaleRete Ecologica RegionaleRete Ecologica Regionale (ob. PTR 7, 10, 14, 17, 19)
L’area ex-AVIR, e con essa tutto il comune di Sesto
Calende, rientra nel settore 10 “Basso Verbano”
della Rete Ecologica Regionale (allegato 1, figura 7).
Si osserva che l’ambito, così come l’intorno, è
incluso in un elemento di primo livello della RER in
quanto tutto il territorio di Sesto Calende appartiene
al Parco del Ticino. Tuttavia non è interessato
direttamente da alcun elemento della rete regionale.
Esso è anche alquanto distante dal corridoio
primario regionale a bassa o moderata
antropizzazione del fiume Ticino, che si estende
nella porzione settentrionale di Sesto Calende e che
include una porzione del SIC del Rio Capricciosa.
Tutela e valorizzazione dei laghi Tutela e valorizzazione dei laghi Tutela e valorizzazione dei laghi Tutela e valorizzazione dei laghi
lombardi lombardi lombardi lombardi (art. 19 NTA del PPR)
Nota: alcuni obiettivi tematici non vengono
presi in considerazione in quanto non di
interesse per il caso in oggetto, in virtù del
riferimento ad ambiti ed elementi non
presenti nell’area di analisi.
comma 4. comma 4. comma 4. comma 4. Gli interventi di trasformazione devono
perseguire, ai sensi di tale norma, i seguenti
obiettivi:
- Recupero e valorizzazione di centri e nuclei di
antica formazione, degli insediamenti rurali e
dell’edilizia tradizionale, con specifica
attenzione sia ai caratteri morfologici, materici
e cromatici che li caratterizzano, sia al contesto
paesaggistico di riferimento con specifica
attenzione alla tutela del sistema di percorrenze
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)
Elementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzione specificaspecificaspecificaspecifica
lago-monte, lungolago e di mezza costa che ne
ha storicamente definito la struttura di
relazioni;
- massimo contenimento delle edificazioni sparse
e l’attenta individuazione delle aree di
trasformazione urbanistica al fine di
salvaguardare la continuità e la riconoscibilità
del sistema insediamenti-percorrenze-coltivi,
(…);
- Attenta localizzazione e corretta
contestualizzazione degli insediamenti di
adeguamento delle infrastrutture della mobilità,
(..), tenendo conto dell’elevato grado di
percepibilità degli stessi dallo specchio lacuale
e dall’intero bacino, e della necessità di
preservare la continuità dei sistemi verdi e di
salvaguardare la continuità e riconoscibilità del
sistema insediamenti-percorrenze-coltivi;
- Migliore integrazione tra politiche ed interventi
di difesa del suolo e obiettivi di valorizzazione e
ricomposizione paesaggistica dei versanti;
- Promozione di azioni finalizzate alla
riqualificazione delle situazioni di degrado,
abbandono e compromissione del paesaggio
volte alla ricomposizione paesaggistica dei
luoghi e alla valorizzazione delle identità della
tradizione e della cultura locale, con particolare
attenzione alla costruzione o al ripristino degli
elementi di integrazione e correlazione con i
sistemi di relazione e i caratteri connotativi del
contesto paesaggistico
Tutela paesaggisticaTutela paesaggisticaTutela paesaggisticaTutela paesaggistica Piano Paesaggistico Regionale (PPR)Piano Paesaggistico Regionale (PPR)Piano Paesaggistico Regionale (PPR)Piano Paesaggistico Regionale (PPR)
Tavola ATavola ATavola ATavola A
Indirizzi di tutela paesistica
• L’ambito si inserisce all’interno del tessuto
edificato consolidato, senza interessare ambiti per
i quali è riconoscibile e/o riconosciuta una
valenza paesaggistica, se non potenziale
nell’ottica delle riqualificazione urbana
• L’area oggetto di PII è situata in prossimità di
paesaggi dei laghi insubrici (Lago Maggiore) e
paesaggi delle valli fluviali (Ticino).
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)
Elementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzione specificaspecificaspecificaspecifica
Tavola B / ETavola B / ETavola B / ETavola B / E
Elementi identificativi e percorsi di
interesse paesaggistico
Non sono presenti elementi di attenzione e/o rilievo
in attiguità, in prossimità o a distanze tali da poter
percepire l’area oggetto di PII
Tavola CTavola CTavola CTavola C
Istituzioni per la tutela della natura
Il PPR riconosce la presenza della ZPS “Boschi del
Ticino” a sud del territorio comunale e del SIC “Rio
Capricciosa” a nord.
Tavola DTavola DTavola DTavola D
Quadro di riferimento della disciplina
paesaggistica
Nella Tavola D il PPR rappresenta il quadro di
riferimento della disciplina paesaggistica regionale,
attraverso il quale vengono riconosciuti ambiti
territoriali ed elementi regolati dalla Normativa di
Piano.
Tavola D1aTavola D1aTavola D1aTavola D1a
Quadro di riferimento delle tutele dei
laghi insubrici – Lago Maggiore
L’ambito di PII:
- rientra negli ambiti di salvaguardia dello
scenario lacuale dei Laghi insubrici, di cui
all’art. 19, comma 4, delle NTA;
- non rientra nell’ambito di specifica tutela
paesaggistica di cui all’art. 19, commi 5 e 6
delle NTA (ovvero i territori contermini ai laghi
come definiti dalla lett. b, art. 142 DLgs
42/2004 “b) i territori contermini ai laghi
compresi in una fascia della profondità di 300
metri dalla linea di battigia, anche per i territori
elevati sui laghi”);
- non presenta altri elementi di tutela
paesaggistica specifici come individuati in
tavola D1.
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)Piano Territoriale Regionale (PTR)
Elementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzioneElementi di attenzione specificaspecificaspecificaspecifica
Tavola F / G / HTavola F / G / HTavola F / G / HTavola F / G / H
Situazioni di degrado/compromissione
in essere e/o potenziali
L’area oggetto di variante puntuale ricade all’interno
di un ambito di degrado paesistico provocato da
processi di urbanizzazione, infrastrutturazione,
pratiche e usi urbani. Nello specifico si evidenzia
l’interessamento delle “conurbazioni lineari”
(Par.2.2., Parte IV) formate sia dalla saldatura di
nuclei e centri urbani diversi che dai nuovi sistemi
di urbanizzazione lineare continua lungo i principali
tracciati di collegamento, e dalla diffusione
puntiforme dell’edificato in pianura e nei sistemi
collinari.
In tali ambiti devono valere i seguenti indirizzi per
la riqualificazione del tessuto insediativo, in
particolare: “recuperare e valorizzare le aree
degradate, sottoutilizzate e in abbandono con
finalità paesistico fruitive e ambientali”.
Tavola ITavola ITavola ITavola I
Quadro sinottico delle tutele
paesaggistiche di legge
Non si rilevano vincoli specifici interessanti l’ambito
urbano di riferimento, ad eccezione delle fasce di
rispetto dei corsi d’acqua tutelati.
Nel seguito si illustrano i contenuti precedentemente esposti, attraverso le cartografie
del PTR analizzato.
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Stralcio della Tavola A “Indirizzi di tutela paesistica” nell’ambito territoriale
in cui si inserisce il PII (evidenziato con quadro rosso)
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 29
Stralcio della Tavola B “Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico” ed E
“Viabilità di rilevanza paesaggistica” nell’ambito territoriale in cui si inserisce il PII (evidenziato
con quadro rosso)
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 30
Stralcio della Tavola C “Istituzioni per la tutela della natura” nell’ambito territoriale in cui si
inserisce il PII (evidenziato con quadro rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 31
Stralcio della Tavola D “Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica” nell’ambito
territoriale in cui si inserisce il PII (evidenziato con quadro rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Stralcio della Tavola D1a “Quadro di riferimento delle tutele dei laghi insubrici” nell’ambito
territoriale in cui si inserisce il PII (evidenziato con quadro rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
Pag. 33
Stralcio della Tavola F/G/H “Situazioni di degrado/compromissione in essere e/o potenziali”
nell’ambito territoriale in cui si inserisce il PII (evidenziato con quadro rosso)
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Stralcio della tav. I “Quadro sinottico delle tutele paesaggistiche di legge, art. 136 e 142 del
D.Lgs. 42/04 ”nell’ambito territoriale in cui si inserisce il PII (evidenziato con quadro rosso)
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)
Elementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specifica
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale è stato approvato con Delibera P.V. n. 27 in
data 11.04.2007. L'avviso di definitiva approvazione del piano è stato pubblicato sul Bollettino
Ufficiale della Regione Lombardia - serie inserzioni e concorsi n. 18 del 02.05.2007
Definizione degli obiettiviDefinizione degli obiettiviDefinizione degli obiettiviDefinizione degli obiettivi (Art. 3 NTA)
La Provincia di varese attraverso il PTCP
persegue i seguenti obiettivi di tipo
strategico
• NotaNotaNotaNota: alcuni obiettivi non vengono
presi in considerazione in quanto
non di interesse per il caso in
oggetto, in virtù del livello
pianificatorio a cui sono rivolti, o
comunque non attinenti
specificamente al caso in oggetto, né
alla compatibilità (e sostenibilità
ambientale):
• Obiettivo S2Obiettivo S2Obiettivo S2Obiettivo S2. Promuovere le sinergie
tra formazione, ricerca ed imprese.
• Obiettivo S3Obiettivo S3Obiettivo S3Obiettivo S3. Valorizzare il ruolo
dell’agricoltura varesina.
• Obiettivo S4Obiettivo S4Obiettivo S4Obiettivo S4. Sviluppare il turismo ed
il marketing territoriale
• Obiettivo S1Obiettivo S1Obiettivo S1Obiettivo S1. Innovazione della struttura
economica provinciale attraverso politiche che,
valorizzando le risorse locali, garantiscano
l’equilibrio tra lo sviluppo della competitività e
la sostenibilità.
• Obiettivo S5Obiettivo S5Obiettivo S5Obiettivo S5. Promuovere la qualità urbana del
sistema territoriale
• Obiettivo S6Obiettivo S6Obiettivo S6Obiettivo S6. Promuovere lo sviluppo
sostenibile ed assicurare un elevato livello di
protezione dell’ambiente.
Insediamenti commerciInsediamenti commerciInsediamenti commerciInsediamenti commercialialialiali
(Art. 36 NTA)
1. Il PTCP assume l’attività commerciale quale
componente fondamentale del sistema economico
provinciale e individua l’esigenza di coniugare le
iniziative commerciali con gli obiettivi di sviluppo
socio-economico e tutela ambientale, e si pone
l’obiettivo dell’integrazione territoriale degli
insediamenti commerciali di livello sovracomunale.
2. Il PTCP:
- Introduce indirizzi e prescrizioni per la
pianificazione comunale, in relazione alla
localizzazione di Medie e Grandi Strutture di
Vendita (MSV e GSV).
Rapporto tra PTCP e PGTRapporto tra PTCP e PGTRapporto tra PTCP e PGTRapporto tra PTCP e PGT
(Art. 38 NTA)
I PGT disciplinano le attività commerciali (…)
valutando i rapporti che intercorrono tra le
suddette attività e la rete di viabilità e trasporti, la
struttura insediativa della città, l’assetto
urbanistico dei quartieri, il sistema della logistica.
A tal fine si considerano elementi rilevanti per la
corretta pianificazione degli insediamenti
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)
Elementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specifica
commerciali:
- I criteri di localizzazione di GSV;
- L’impatto paesaggistico degli edifici destinati
ad ospitare GSV, verificato in relazione ai
criteri ed indirizzi contenuti nel titolo
“Paesaggio” delle NTA;
- L’equilibrio insediativo tra GSV e la rete degli
esercizi di vicinato;
- Il conseguimento di intese o accordi tra
comuni.
Previsioni in materia di insediamenti Previsioni in materia di insediamenti Previsioni in materia di insediamenti Previsioni in materia di insediamenti
commcommcommcommercialiercialiercialierciali
(Art. 39 NTA)
Nel definire le politiche di sviluppo delle strutture
commerciali i Comuni assumono ad orientamento
generale i seguenti indirizzi:
- Favorire l’integrazione degli insediamenti
commerciali, soprattutto per GSV, con le reti di
trasporto collettivo;
- Garantire un’adeguata dotazione di servizi
(infrastrutture di accesso, parcheggi, opere di
arredo urbano, etc.) ai nuovi insediamenti, e
utilizzare l’occasione di tali nuovi insediamenti
per integrare la dotazione in argomento a
supporto degli esercizi di vicinato già presenti
nel territorio comunale, con particolare
riguardo ai centri storici ed ai quartieri a
prevalente destinazione residenziale;
- Stabilire le condizioni per consentire la
diffusione degli esercizi commerciali in aree a
diversa destinazione funzionale, al fine di
garantire la compresenza di funzioni;
- Assicurare che la localizzazione di aree per
insediamenti commerciali sia prevista dai PGT
in coerenza con disposizioni, indirizzi e
contenuti paesaggistici del PTCP, anche
definendo specifiche norme che orientino i
progetti verso un approccio rispettoso dei
caratteri morfologici, costruttivi e percettivi del
contesto nella definizione di: manufatti edilizi,
spazi aperti ed equipaggiamenti vegetali, aree
a parcheggio, viabilità di accesso e
cartellonistica.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)
Elementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specifica
Tavola 1 Tavola 1 Tavola 1 Tavola 1
Agricoltura. Carta degli ambiti agricoli
• L’area in cui è localizzato il PII non è inserita
all’interno di ambiti agricoli
• Nell’immediato intorno del territorio
urbanizzato il PTCP individua la presenza di
ambiti agricoli su macro classe fertili di classe
I, II, III (adatti a tutte le culture, adatti con
moderate o severe limitazioni)
Tavola 2Tavola 2Tavola 2Tavola 2
Mobilità. Carta dei livelli di vincolo
stradale
• L’area è interessata dall’attraversamento di
infrastrutture per la mobilità, in particolare è
lambita , a nord, dalla ferrovia
Tavola 2.18Tavola 2.18Tavola 2.18Tavola 2.18
Paesaggio. Carta della rete del paesaggio
• L’area di PII si inserisce all’interno del tessuto
edificato consolidato e non è interessata da
ambiti di valenza paesaggistica, sebbene si
trovi in prossimità di ZPS, core areas di primo
livello e corridoi fluviali.
• Il PTCP riconosce la vicinanza di infrastrutture
ad alta interferenza all’ambito di PII
Nel seguito si illustrano i contenuti precedentemente esposti, attraverso le cartografie
del PTCP analizzato.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Agricoltura. Carta degli ambiti agricoli (l’ambito di PII è evidenziato in rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Mobilità. Carta dei livelli di vincolo stradale (l’ambito di PII è evidenziato in rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Paesaggio. Carta della rete ecologica (l’ambito di PII è evidenziato in rosso)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”
Elementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specifica
Istituito Istituito Istituito Istituito con L.R. n.2 del 09.01.1974, il Parco è dotato di PTC e relative Norme Tecniche di
Attuazione approvate con DGR VII/5983 del 2 agosto 2001.
Il Consiglio Regionale ha approvato nel 2003 la disciplina del Piano Territoriale di
Coordinamento del Parco Naturale con la DCR n. VII/919.
MacroMacroMacroMacro----obiettivi del PTCobiettivi del PTCobiettivi del PTCobiettivi del PTC
(art. 1,c 1.2 delle NTA)
Tutelare e valorizzaTutelare e valorizzaTutelare e valorizzaTutelare e valorizzarererere le caratteristiche ambientali, le caratteristiche ambientali, le caratteristiche ambientali, le caratteristiche ambientali,
naturalistiche, agricole e storiche del Parconaturalistiche, agricole e storiche del Parconaturalistiche, agricole e storiche del Parconaturalistiche, agricole e storiche del Parco,
contemperandole alle attività sociali compatibili con
la primaria esigenza della conservazione e tutela
degli ecosistemi, del territorio e del paesaggio.
Zona ICZona ICZona ICZona IC:
zona di iniziativa comunale orientata
(art. 12 NTA)
La proposta di variante al Documento
di piano prevede la sola modificazione
della superficie di vendita prevista
all’interno della struttura commerciale
del PII ex AVIR senza però modificarne
l’involucro edilizio e la struttura del PII
in generale.
IC.5 Al fine del mantenimento e miglioramento del
paesaggio urbano, i Comuni con più di 5.000
abitanti avranno come riferimento i seguenti
indirizzi:
a) Miglioramento ambientale e paesaggistico
delle aree di connessione dei margini urbani con
le aree agricole adiacenti attraverso un’attenta
considerazione dei rapporti visuali e strutturali tra
il sistema del verde urbano ed il paesaggio
agrario, verificando in tal senso anche la
possibilità di impianti di forestazione urbana;
b) Valorizzazione di assi viabili pedonali e
ciclabili lungo eventuali corsi d’acqua esistenti,
costituenti percorsi di penetrazione verso il centro
urbano;
c) Armonizzazione con l’ambiente circostante
delle aree produttive esistenti o di nuova
formazione, attraverso la realizzazione di idonee
cortine di vegetazione.
PTC Parco del TicinoPTC Parco del TicinoPTC Parco del TicinoPTC Parco del Ticino
Tavola 1Tavola 1Tavola 1Tavola 1
Azzonamento
• L’ambito si inserisce all’interno del tessuto
edificato consolidato, in zona IC “zone di
iniziativa comunale orientata”.
• Il PTC riconosce la presenza di aree naturali B1 a
sud del territorio comunale e ZB a nord, non
direttamente connesse con l’ambito di PII.
PTC Parco Naturale PTC Parco Naturale PTC Parco Naturale PTC Parco Naturale
Tavola 1 Tavola 1 Tavola 1 Tavola 1
• L’ambito ex AVIR non è interessato direttamente
dal perimetro del Parco Naturale in quanto
situato nel tessuto urbano consolidato.
• Il PTC del parco Naturale riconosce la presenza
di aree naturali ZPN a ovest del comparto
urbanistico ex AVIR
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Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”Piano Territoriale di Coordinamento “Parco Regionale Lombardo della valle del Ticino”
Elementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specificaElementi di attenzione specifica
Piano PaesaggisticoPiano PaesaggisticoPiano PaesaggisticoPiano Paesaggistico
Tavola 1 Tavola 1 Tavola 1 Tavola 1
L’ambito ex AVIR si trova all’interno dei coni visuali
di interesse paesaggistico individuati dal Piano
Paesaggistico del Parco. Il piano riconosce la
presenza della strada panoramica situata a sud del
territorio comunale, che costeggia il Fiume Ticino.
Tavola della Rete ecologicaTavola della Rete ecologicaTavola della Rete ecologicaTavola della Rete ecologica
La tavola della Rete Ecologica del Parco del Ticino
evidenzia come l’ambito ex-AVIR non sia
direttamente interessato da elementi importanti
della rete. L’ambito è infatti delimitato a nord e ad
ovest dalla linea ferroviaria e a sud ed est da
infrastrutture stradali. Gli unici due elementi
secondari della rete riportati nella tavola sono:
- Fascia arborea di spessore > 15 m lungo il
perimetro meridionale dell’ambito ex-AVIR e filari
lungo quello settentrionale: in fase di sopralluogo
non sono stati rilevati alberi né arbusti lungo il
perimetro dell’area che si ricorda essere in fase di
cantiere ormai da diversi anni; è pertanto verosimile
che in passato vi fosse qualche elemento vegetale
naturale che è stato eliminato con l’inizio delle
operazioni di bonifica.
- Corsi d’acqua di rilievo naturalistico: si tratta del
torrente Lenza che lambisce l’area del PII lungo i
confini est, sud e ovest. Sono stati tuttavia riportati
nella tavola della rete ecologica del Parco solo i
tratti a monte e a valle dell’ambito, che presentano
un maggior grado di naturalizzazione, mentre è
stato escluso il tratto che ricade all’interno del P.I.I.,
tombato fino all’attuazione degli interventi di
riqualificazione previsti dal PII stesso.
L’immediato intorno dell’ambito è urbanizzato, con
edifici residenziali ed infrastrutture viarie su tutti e
quattro i lati, e tale situazione costituisce una sorta
di barriera di isolamento barriera di isolamento barriera di isolamento barriera di isolamento nei confronti degli
elementi naturali e naturaliformi della rete ecologica
del Parco presenti nell’area vasta, ovvero: il
fondamentale corridoio fluviale del Ticino a sud, le
zone agricole a nord, l’area critica utilizzabile come
potenziale punto di appoggio per la rete ecologica a
nord-est e l’area naturale da considerare in qualità
di nuclei o gangli funzionali della Rete Ecologica
identificata nell’area umida (ontaneta e canneto) a
ovest della ferrovia e del ponte sul Ticino.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Tavola 1- PTC - Azzonamento
Ambito “ex AVIR”
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Tavola 1- Parco Naturale Lombardo della Valle del Ticino
Ambito “ex AVIR”
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Tavola 1- Piano paesaggistico
Ambito “ex AVIR”
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Tav. 1 - Rete Ecologica del Parco del Ticino (in giallo l’ambito di PII)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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4.3 Settori ambientali coinvoltiSettori ambientali coinvoltiSettori ambientali coinvoltiSettori ambientali coinvolti
In sede di Scoping, al fine di definire l’ambito di influenza della variante al Documento
di piano del PGT, è stato analizzato lo stato dei differenti settori ambientali
potenzialmente coinvolgibili dalle possibili scelte pianificatorie.
In questa sede, invece, sono stati analizzati i potenziali effetti indotti dall’introduzione
della GSV nell’ambito ex AVIR e nel contesto urbano di inserimento.
Da un’analisi effettuata attraverso il confronto tra gli esiti emersi dai due passaggi
sopra richiamati, solo alcuni settori ambientali sono risultati di interesse per il caso in
oggetto.
La tabella seguente illustra gli esiti emersi dall’analisi di confronto condotta ed
evidenzia, al contempo, i settori per i quali, nel successivo Capitolo 4.4, sono stati
previsti specifici approfondimenti sia analitici in merito al relativo stato ambientale, sia
valutativi per quanto attiene ai potenziali effetti indotti dalle scelte di Piano.
Fattori di attenzione ambientale di interesse per le successive analisi e valutazioni ambientali
Settore Settore Settore Settore
ambientaleambientaleambientaleambientale
Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti
analiticoanaliticoanaliticoanalitico----valutativivalutativivalutativivalutativi
Traffico
Si prevede uno specifico approfondimento, in virtù delle possibili
variazioni di traffico introducibili dall’aumento della Superficie di Vendita
nell’ edificio commerciale G.
Qualità dell’aria Si prevede uno specifico approfondimento, in virtù del quadro emissivo
derivante dal traffico indotto dalla nuova configurazione commerciale
Rumore
Si prevede uno specifico approfondimento, in virtù della possibile
esposizione di ricettori antropici presenti al contorno a fattori di disturbo
acustico derivanti dalle eventuali variazioni di traffico indotte dalla nuova
configurazione commerciale
Acque superficiali
e Acque
sotterranee
Data la presenza del torrente Lenza all’interno dell’area oggetto di PII e
della falda freatica presente nell’immediato sottosuolo, si prevede uno
specifico approfondimento delle acque superficiali e sotterranee .
Suolo, Sottosuolo
e acque
meteoriche
Si prevede uno specifico approfondimento relativamente al sistema
geologico, sismico dei terreni interessati dall’intervento in progetto,
nonché una indagine specifica sulla bonifica dell’area in virtù della
precedente destinazione funzionale dell’area . Si riportano inoltre le
valutazioni relative allo smaltimento delle acque meteoriche.
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Settore Settore Settore Settore
ambientaleambientaleambientaleambientale
Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti Motivazione della relativa assunzione per i successivi approfondimenti
analiticoanaliticoanaliticoanalitico----valutativivalutativivalutativivalutativi
Ambiente biotico
L’area del comparto oggetto di PII presenta caratteri strutturali di
specifico interesse ecosistemico, in quanto il Comune di Sesto Calende è
compreso entro i confini del Parco Lombardo del Ticino ed è
caratterizzato dalla presenza di elementi di elevata naturalità
appartenenti alla rete Natura 2000 e costituenti la rete ecologica
regionale e provinciale.
Il territorio comunale è inoltre interessato dal SIC “Sorgenti del Rio
Capricciosa” a nord, dalle zone di protezione speciale “Boschi del Ticino”
e “Canneti del Lago Maggiore a Ovest e sud/ovest, non direttamente
connessi con l’ambito di PII.
L’area dunque, date le caratteristiche ecostrutturali evidenziate, riveste
allo stato attuale un ruolo funzionale per il sistema ecologico e
naturalistico di area vasta.
In virtù di quanto sopra evidenziato è stato ritenuto necessario
l’assoggettamento della variante di PGT a specifica procedura di
Valutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di Incidenza (ai sensi del D.P.R. n. 357 del 8 settembre 1997,
dell’art. 25bis della LR n. 86 del 30 novembre 1983 e s.m.i., e della DGR
n. VII/14106 del 8 agosto 2003), avviata contestualmente alla
Valutazione Ambientale Strategica.
Paesaggio
Non si prevede uno specifico approfondimento paesaggistico in
riferimento all’assetto strutturale dell’area di intervento, in
considerazione del fatto che l’intervento è già sottoposto a procedura
paesaggistica e che non sono previste modificazioni dell’assetto
planivolumetrico.
Inquinamento
luminoso
Non si prevede uno specifico approfondimento, in virtù delle scelte
progettuali introdotte nella Proposta di PII coerenti e conformi con i
disposti della LR 17/200?
Nei paragrafi seguenti, sono riportate le analisi di stato ambientale e le correlate
valutazioni degli effetti potenziali attesi sui settori per i quali è emersa la necessità di
uno specifico approfondimento, in riferimento alle scelte di intervento attuate dalla
Proposta di variante.
Il Capitolo rende conto, altresì, della verifica di incidenza potenziale dell’intervento
rispetto ai siti della Rete Natura 2000 e al sistema eco-funzionale ad essi connesso.
Infine, si analizza la coerenza dell’intervento rispetto ad un quadro di Criteri di
Sostenibilità ambientale derivati dai riferimenti sovraordinati assunti (vd. precedente
Par. 4.2).
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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4.4 Analisi dei potenziali effetti attesiAnalisi dei potenziali effetti attesiAnalisi dei potenziali effetti attesiAnalisi dei potenziali effetti attesi
4.4.1 Acque superficiali e sotterranee
Acque superficialiAcque superficialiAcque superficialiAcque superficiali
Gli elementi principali del drenaggio superficiale delle acque sono rappresentati dal
Lago Maggiore, dal Fiume Ticino e dal Torrente Lenza.
Torrente LenzaTorrente LenzaTorrente LenzaTorrente Lenza
Buona parte del territorio comunale è attraversato dalla roggia Lenza, il cui bacino
idrografico, che ha origine nel comune di Cadrezzate, copre un’estensione di circa
16,50 kmq.
Il bacino si sviluppa quasi interamente all’interno del territorio comunale di Sesto
Calende, anche se i limiti del bacino comprendono anche territori appartenenti, dal
punto di vista amministrativo, ai Comuni di Taino, Cadrezzate, Osmate, Comabbio e
Mercallo dei Sassi.
Le aree attraversate, nel suo percorso dalla sorgente alla foce, dalla roggia Lenza,
presentano tutte, indistintamente, caratteristiche di acclività decisamente poco
marcate. L’alveo è di norma scavato in fondi vallivi ampi, caratterizzati da pendenze
minime, mentre soprastanti i versanti boschivi raggiungono pendenze massime
dell’ordine del 20¸25%.
La velocità della corrente risulta quasi ovunque piuttosto bassa, salvo pochi tratti, di
dimensioni abbastanza contenute, nei quali la corrente subisce brusche accelerazioni
locali, generate dalla presenza di sbarramenti trasversali o da repentini cambiamenti
nella livelletta del fondo.
Nei tratti a corrente “lenta”, la ghiaia ed i ciottoli presenti sul fondo sono per lo più
inglobati in una matrice fine, la quale consente il transito della corrente senza rilevanti
dissipazioni di energia. Viceversa, nei tratti anche solo leggermente più scoscesi, la
velocità acquisita dalla corrente comporta l’asportazione delle particelle più fini del
terreno, ed il fondo si presenta caratterizzato da una prevalente granulometria più
grossolana.
Come si apprende dallo studio geologico a corredo del PGT: “La maggior parte dei
problemi generati dalla concomitanza di una piena rovinosa della roggia Lenza con
l’occorrenza di livelli di massimo del lago Maggiore, si concentravano nell’area
occupata dagli stabili ex-AVIR e nelle aree limitrofe. Ancora più grave era l’effetto
indotto dall’esistenza del tratto tombato: la corrente in transito raggiungeva condizioni
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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di moto in pressione già per portate con cadenza cinquantennale, con rilevanti perdite
di carico e con l’effetto di creare un battente idrico di circa un metro sopra il piano
stradale in corrispondenza dell’imbocco del tunnel. L’effetto era il riempimento di una
zona di vaste proporzioni, comprendente alcuni caseggiati, alcuni stabili e magazzini
dell’area ex AVIR, i prati ed i piazzali antistanti le scuole ed alcuni magazzini
comunali.”
Nell’ambito del progetto di recupero dell’area dismessa sono stati considerati tutti i
seguenti aspetti, legati sia alla sicurezza propria delle strutture di nuova realizzazione,
sia al miglioramento delle condizioni generali di sicurezza delle fasce dell’abitato che
si trovano a ridosso del corso della roggia.
1) In primo luogo, è stato affrontato il problema dell’eliminazione della copertura di
parte del tratto terminale del corso della roggia. Parimenti, è stata prevista la completa
rimozione delle travature orizzontali che coprivano il tratto di roggia che correva
parallelo a corso Matteotti. Nella ricostruzione dei tratti tombinati, si è tenuto conto
dell’esigenza di garantire alla corrente in transito una sezione adeguata, idonea ad
evitare eccessivi rigurgiti a monte.
2) Nel corso dei lavori di adeguamento della sezione del tratto tombato, si è preso in
esame lo spostamento di una esistente condotta aerea di fognatura.
3) Parimenti, si è affrontato il problema di garantire un recapito ai liquami ed alle
acque di piena meteorica cadute nell’area, anche quando i livelli di piena del lago non
consentano il normale scolo verso l’alveo della roggia.
4) Nella realizzazione di percorsi pedonali che collegano l’area al centro cittadino,
mediante sovrappasso della roggia e sottopasso di via Matteotti, è stata lasciata una
adeguata luce tra il fondo alveo e l’intradosso della soletta della passerella.
5) I nuovi piazzali sono stati realizzati a quota tale da conseguire un ragionevole
margine di sicurezza di fronte al transito delle onde di piena calcolate con cadenza
pari a 200 anni.
Ove ciò non è stato possibile, è stata prevista una arginatura a fianco della roggia, in
grado di contenere l’onda di piena prevista.
Fenomeni di esondazionFenomeni di esondazionFenomeni di esondazionFenomeni di esondazione storicae storicae storicae storica
Analizzando i dati storici riguardanti il lago sono stati registrati, dal 1829, 117 eventi
di piena superiori a +2,00 m sullo zero idrometrico di Sesto Calende, con una
frequenza di uno ogni 18 mesi; ottobre è il mese nel quale si verificano con maggior
frequenza eventi di piena, seguito da novembre, maggio e settembre.
Per quanto riguarda invece gli altri corsi d’acqua si ha conoscenza di diversi fenomeni
di allagamento dovuti alle acque del T. Lenza che hanno interessato tra l’altro i
seguenti punti:
- Tratto parallelo alla ferrovia a valle di via Maddalena.
- Area compresa tra il Municipio e la S.S. del Sempione.
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- Area pianeggiante a monte del primo sottopasso ferroviario (a valle di via Piave).
- Via alla Piana presso il ponte di accesso alla centrale del gas.
In particolare l’evento occorso nel maggio 2002, causato da piogge molto intense e
persistenti sull’area, ha provocato ingenti fenomeni di esondazione che hanno
coinvolto tutto il bacino del T.te Lenza a Sesto Calende.
Acque sotterraneeAcque sotterraneeAcque sotterraneeAcque sotterranee
SoggiaSoggiaSoggiaSoggiacenzacenzacenzacenza
Le indagini effettuate hanno permesso di intercettare la falda freatica presente
nell’immediato sottosuolo dell’area oggetto di PII.
La falda considerata si sviluppa all’interno di un acquifero a permeabilità primaria
costituito da depositi alluvionali a granulometria principalmente medio grossolana
oltre che all’interno dei terreni di riporto.
Ciò risulta evidente dal confronto tra le stratigrafie dei sondaggi realizzati ed i livelli
piezometrici misurati.
Per la costruzione della direzione di flusso della falda e per una valutazione dei suoi
cambiamenti stagionali, sono state effettuate tre campagne di misura dei livelli
piezometrici, nei sei piezometri realizzati, rispettivamente nei mesi di maggio, luglio e
settembre del 2001. La campagna di misura dei livelli piezometrici del maggio 2001 è
stata realizzata contestualmente al prelievo dei campioni di acqua di falda da sei
piezometri.
Nelle tabelle seguenti sono riportati i valori di soggiacenza ed i livelli piezometrici della
falda misurati nei periodi indicati:
Valori di soggiacenza misurati in m da chiusino
Piezometro Sogg. (14/05/01) Sogg. (23/07/01) Sogg. (17/09/01)
m. da chiusino m. da chiusino m. da chiusino
Pz1Pz1Pz1Pz1 2,90 2,82 2,69
Pz2Pz2Pz2Pz2 1,10 1,15 1,18
Pz3Pz3Pz3Pz3 1,30 1,42 1,48
Pz4Pz4Pz4Pz4 2,45 2,56 2,61
PPPPz5z5z5z5 2,21 2,30 2,35
Pz6Pz6Pz6Pz6 1,40 1,54 1,58
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Livelli piezometrici in m s.l.m.
Piezometro Liv. piez.
(14/05/01)
Liv. piez.
(23/07/01)
Liv. piez.
(17/09/01)
Pz1Pz1Pz1Pz1 198,76 198,84 198,97
Pz2Pz2Pz2Pz2 195,84 195,79 195,76
Pz3Pz3Pz3Pz3 195,83 195,71 195,65
Pz4Pz4Pz4Pz4 196,35 196,24 196,19
Pz5Pz5Pz5Pz5 197,12 197,03 196,98
Pz6Pz6Pz6Pz6 196,31 196,17 196,13
Come si può osservare dai dati presentati, la falda presenta, nel periodo considerato,
un’escursione molto ridotta.
Sulla base di questi dati è stata ricostruita la morfologia della superficie freatica a scala
locale. Il risultato dell’elaborazione è rappresentato nella Tavola 2, da cui si evince una
direzione di flusso della falda che vira da N-S nella porzione più settentrionale
dell’area, a NES-SO in quella più meridionale.
Per quanto riguarda invece le indagini analitiche relative alle acque sotterranee, sono
stati prelevati sei campioni di acqua, uno per ogni piezometro realizzato.
Come si può osservare nella tabella riportata in seguito, per alcuni parametri si ha il
superamento dei valori di concentrazione limite definiti nella Tabella 2 dell’Allegato 1
del D.M. 471/99.
Concentrazioni dei principali inquinanti nelle acque dei piezometri
Tab.2 D.M.
471/99 Piezometri 1 2 3 4 5 6
15/05/01
µg/l µg/l µg/l µg/l µg/l µg/l µg/l
200 Al 302,50 391,50 26,00 442,00 15,00 44,50
20 Ni 21,70 2,00 1,60 4,20 1,30 <1
50 Mn 101,80 14,00 40,00 69,00 47,00 39,00
0,15 Triclorometano 0,60 3,00 0,60 0,50 1,20 10,50
1,5 Tricloro Etilene 0,50 0,60 1,60 0,80 0,30 2,20
1,1 Tetracloro
Etilene 9,30 9,60 9,80 11,10 10,00 11,80
10 Σ 10,40 13,20 12,00 12,40 11,50 14,50
0,3 Tribromo
metano <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1 <0,1
Freon 11 0,40 0,50 0,20 0,30 0,30 0,30
Freon 113 0,6 0,8 0,5 0,4 0,5 0,5
Carbonio
tetracloruro 0,7 0,6 0,6 0,4 0,7 1,1
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Gli analiti per i quali si osserva il superamento dei limiti sono Al, Ni, Mn, e per quanto
riguarda gli Alifatici clorurati cancerogeni, Triclorometano, Tricloroetilene,
Tetracloroetilene e Sommatoria organoalogenati.
In totale sulle 306 ricerche analitiche eseguite (6 campioni su cui sono state effettuate
51 determinazioni per ogni singolo campione) si è avuto il superamento dei limiti
tabellari in 26 di esse, pari al 8,5% delle analisi effettuate sulle acque.
Dopo il completamento dei lavori di bonifica, è stata predisposta una campagna di
monitoraggio di durata semestrale, condotta con campionamenti mensili nel periodo
compreso tra i mesi di luglio e dicembre 2010 sui piezometri presenti all’interno
dell’area, con l’obiettivo di valutare la situazione in atto e verificare eventuali contributi
alla contaminazione da parte del sito.
Alla luce del ritrovamento del PZ5, considerato un punto di ingresso al sedime, si è
deciso di effettuare una nuova serie di campioni sulle acque di falda dei piezometri
della durata di un trimestre per poter disporre di un quadro più completo ed è stata
attivata quindi la nuova campagna di monitoraggio.
I risultati hanno evidenziato ancora elementi di perplessità sulla fonte della
contaminazione da arsenico alla acque della falda superficiale.
Al fine di chiarire la provenienza del metallo sono stati quindi programmati una serie
di campionamenti nei terreni posti immediatamente a monte dell’insediamento della
ex AVIR, per verificare sia l’eventuale presenza di scorie sia l’eventuale cessione dalle
stesse verso l’acquifero sottostante.
La prima serie è stata condotta da luglio a dicembre del 2010, mentre la seconda serie
da dicembre 2011 a febbraio 2012.
In particolare si è provveduto alla esecuzione dei due prelievi sulle acque dei
piezometri presenti sul sedime della ex Avir, nonché di un piezometro realizzato a
monte della linea ferroviaria. Tali prelievi sono stati realizzati sui seguenti piezometri:
PZ1, PZ2, PZ3, PZ4 e PZ7. I piezometri campionati, già durante i lavori di bonifica, sono
stati inoltre integrati con il piezometro PZ6 bis e il piezometro PZ5.
Per quanto riguarda invece le n° 6 campagne di prelievo e analisi delle acque di falda
realizzate durante l’intervento di bonifica, nel periodo compreso tra marzo 2007 e
settembre 2009, queste sono state condotte sui piezometri PZ1, PZ2, PZ3, PZ4, PZ5 e
PZ6. I valori riscontrati sui campioni prelevati hanno evidenziato superamenti di :
• arsenico in tutti i piezometri campionati fatta eccezione per il PZ1,
• ferro, limitati al PZ1
• composti clorurati (soprattutto Tetracloroetilene nelle ultime due campagne di
monitoraggio) nei piezometri PZ1, PZ2, PZ3 e PZ4.
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RisultatiRisultatiRisultatiRisultati
I risultati analitici della prima serie di prelievi hanno mostrato il superamento dei limiti
di riferimento per i parametri arsenico e cloruro di vinile, i cui limiti risultano essere
rispettivamente 10 µg/l e 0,5 µg/l, presenti quasi costantemente nei piezometri PZ3 e
PZ4; un superamento del valore limite del parametro arsenico si riscontra anche nel
PZ2 in occasione della prima campagna.
Per quanto riguarda le altre misurazioni, si rilevano valori prossimi al limite per
entrambi i parametri.
Sono stati inoltre riscontrati superamenti puntuali del parametro tricloroetilene
circoscritti al PZ3 per le campagne effettuate in data 25/08/2010 e 22/09/2010 ed al
PZ4 per quelle effettuate in data 23/11/2010 e 21/12/2010.
Durante la seconda serie, avvenuta nel periodo dicembre 2011 e febbraio 2012, sono
state condotte altre tre serie di prelievi sulle acque di falda dei citati piezometri.
Sono stati utilizzati tutti i piezometri presenti sul sedime ed il piezometro PZ7
collocato aldilà della ferrovia, quindi completamente a monte del sedime.
I valori rinvenuti confermano sostanzialmente quelli rilevati nelle serie presenti.
L’arsenico è presente nelle acque di tutti i piezometri con valori che oscillano da 0,5 a
circa 30µg/l.
E’ da rilevare che nei piezometri PZ5 e PZ6 che costituiscono di fatto i punti più di
monte all’interno dell’area di fabbrica i valori di arsenico sono vicini o superiori al
limite previsto di 10 µg/l a fronte di valori molto più bassi rilevati nelle acque di quello
presente aldilà della strada (via Risorgimento) PZ2.
Anche per i valori di ferro e manganese si hanno andamenti similare con aumento al
passaggio da PZ2 a PZ5 e PZ6 con valori che rimangono tali anche nelle acque dei
piezometri di chiusura di bacini (PZ3 e PZ4).
Nella tabella in seguito vengo riportati i dati riassunti dell’ultimo prelievo relativo
all’anno 2012.
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Dati riassuntivi anno 2012
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Pag. 56
VulnerabilitàVulnerabilitàVulnerabilitàVulnerabilità
La vulnerabilità di un acquifero esprime la facilità con cui un inquinante, disperso in
superficie o nei primi metri del sottosuolo, può raggiungere la sottostante falda e
contaminarla. La possibilità di un inquinante di disperdersi nel sottosuolo è quindi
legata essenzialmente alla permeabilità dei terreni; in particolare, maggiore è la
permeabilità, maggiore è il grado di vulnerabilità degli acquiferi.
Adottando un criterio ben noto in letteratura (Francani 1986), è possibile accorpare
unità formazionali che presentano simili affinità litologiche ed idrogeologiche o
raggruppare delle sottounità che, pur appartenendo alla stessa formazione,
presentano comportamento idrogeologico diverso.
In questo modo è possibile, nel caso in esame, identificare tre classi idrogeologiche
caratterizzate da circolazione idrica differente:
• circolazione per porosità (permeabilità primaria): riguarda i depositi quaternari
sciolti ed è strettamente legata alla granulometria degli stessi; in particolare i
depositi con granulometria fine hanno permeabilità a bassa a bassissima,
mentre i depositi granulari in matrice fine, hanno permeabilità medio – bassa;
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• circolazione per fratturazione (permeabilità secondaria): riguarda le zone
tettonizzate appartenenti alle rocce del Subalpino Lombardo od al
conglomerato fratturato all’interno dei quali può istaurarsi una circolazione
idrica secondaria, che avviene per vie preferenziali e si sviluppa lungo le
superfici fratturate. La vulnerabilità di questi acquiferi è direttamente
proporzionale al grado di fatturazione dell’ammasso roccioso;
• zone a circolazione bassa o nulla: riguarda le aree dove l’ammasso roccioso
non è fratturato e quindi presenta una porosità bassa o bassissima legata
solamente a limitate zone cataclasate. La protezione di eventuali acquiferi è
medio alta e la circolazione idrica non è molto sviluppata.
Come confermato anche dalla carta idrogeologica allegata al PGT, l’area di intervento,
sottoposta a bonifica ambientale, rientra in una classe di vulnerabilità alta.
A questa classa appartiene la maggior parte del territorio comunale incluse le sponde
del Lago Maggiore e del Ticino e la piana del Lenza. In particolare, si tratta delle aree
ove le caratteristiche di bassa soggiacenza della falda freatica influenzano in modo
determinante il grado di vulnerabilità. In questa categoria è stata inserita anche la
fascia del T.te Riale per via della presenza di un importante asse di drenaggio.
Stralcio della Tav. 2a del PGT vigente “Carta idrogeologica”
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4.4.2 Suolo e Sottosuolo
Indagini svolteIndagini svolteIndagini svolteIndagini svolte
Sull’area “ex AVIR” sono state condotte diverse campagne di indagine ambientale volte
a caratterizzare il sito.
Le indagini sono state svolte tra maggio e luglio 2001 secondo quanto previsto dal
Piano di Caratterizzazione per l’area ex Avir, discusso dalla Conferenza di Servizi
convocata dal Comune di Sesto Calende il giorno 28.11.2000.
Le analisi, che data la complessità del sito si sono concluse in data 02.07.2001, sono
consistite in 34 sondaggi a carotaggio continuo, di una trincea per il prelievo dei
campioni di terreno e nella trasformazione di 6 sondaggi in altrettanti piezometri per il
prelievo di campioni di acqua.
Caratterizzazione ambientaleCaratterizzazione ambientaleCaratterizzazione ambientaleCaratterizzazione ambientale
Dal punto di vista stratigrafico e idrogeologico, le possibili ricostruzioni della
successione dei livelli presenti evidenziano la presenza di una successione di terreni
caratterizzata nella fascia superiore da materiale di riporto eterogeneo con spessore
variabile da 0.50 a 4.30 m cui seguono depositi alluvionali “naturali” costituiti
prevalentemente da sabbie e ghiaie e più raramente da limi fino ad una profondità
media di 4.5 m con punta massima di 6.5 m e quindi depositi sempre alluvionali a
granulometria medio-fine, costituiti da sabbie e limi.
Dal punto di vista chimico, le concentrazioni rilevate di inquinanti si mantengono al di
sotto dei limiti stabiliti dal DM 471/99 nella maggior parte dei campioni analizzati.
Solo in alcuni casi sono stati superati i limiti previsti dalla colonna A della Tabella 1
(Allegato 1 del DM 471/99).
Dall’esame di tutta l’area emergono tre zone omogenee a differente comportamento
chimico tra loro, probabilmente dovuta alle modalità e tempistiche di realizzazione
delle diverse parti dello stabilimento industriale.
In particolare:
- Zone in cui per nessun parametro si ha il superamento dei limiti tabellari;
- Aree in cui si ha il superamento, generalmente contenuto, dei limiti della
colonna A, (terreni a destinazione residenziale e a verde pubblico)
- Zona, ridotta aeralmente, in cui si ha il superamento per alcuni parametri dei
limiti della colonna B (destinazione commerciale-industriale).
Caratterizzazione sismicaCaratterizzazione sismicaCaratterizzazione sismicaCaratterizzazione sismica
Con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003
“Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio
nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, pubblicata sulla
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G.U. n. 105 dell’8 maggio 2003 Supplemento ordinario n. 72, vengono individuate in
prima applicazione le zone sismiche sul territorio nazionale, e fornite le normative
tecniche da adottare per le costruzioni nelle zone sismiche stesse.
La Regione Lombardia, con D.G.R. n. 14964 del 7 novembre 2003, ha preso atto della
classificazione fornita in prima applicazione dalla citata Ordinanza 3274/03.
Secondo la classificazione vigente il territorio comunale di Sesto Calende appartiene
alla zona sismica 4.
Classificazione sismica dei Comuni della Lombardia.
Nella Carta della pericolosità sismica locale viene riportata la perimetrazione areale
delle diverse situazioni tipo (Tab. n. 8.1) in grado di determinare gli effetti sismici
locali.
In particolare nel territorio comunale di Sesto Calende, sono state riconosciute le aree
di pericolosità sismica locale (PSL) evidenziate nella tabelle seguente:
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Scenari di pericolosità sismica locale
(sono evidenziati gli scenari individuati per il territorio di Sesto Calende).
Stralcio della Tav. 4a del PGT vigente “Carta della pericolosità sismica locale”
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In particolare, la zona ex Avir oggetto di PII rientra nella Zona 2 “Zona con terreni di
fondazione particolarmente scadenti”, che comprende le aree lungo le sponde del Lago
Maggiore, della Roggia Lenza e del Riale. Si tratta di aree caratterizzate dalla presenza
di limi sabbiosi e sabbie limose con argille e torbe, da limi argillosi con sabbia, sabbie
limose e argille limose con torbe; l’acquifero, libero o sospeso, è spesso prossimo al
piano campagna. Inoltre, alle aree appartenenti alla zona Z2, è assegnata una classe di
pericolosità H2 e dunque in fase progettuale dovrà essere realizzato un
approfondimento sismico del 3^ livello.
Analisi della classe di fattibilità geologicaAnalisi della classe di fattibilità geologicaAnalisi della classe di fattibilità geologicaAnalisi della classe di fattibilità geologica
All’interno della componente geologica del PGT del comune di Sesto Calende sono
state definite, sulla base delle indicazione formulate dal Servizio Geologico della
Regione Lombardia, varie aree a differente sensibilità nei confronti delle problematiche
geologiche, geomorfologiche, sismiche ed idrogeologiche; a tali aree sono stati
attribuite quattro classi che vanno dalla 1 (classe senza limitazioni) alla 4 (classe con
gravi limitazioni). All’interno di ciascuna classe sono state individuate delle sottoclassi
che descrivono le limitazioni o le controindicazioni di ogni singola zona.
L’area di intervento ricade per lo più nella classe 4 (4C - vulnerabili dal punto di vista
idraulico) ed in parte nella classe 2 (2B - Aree vulnerabili dal punto di vista
idrogeologico, 2D - Aree che presentano scadenti caratteristiche geotecniche)
Stralcio della Tav. 8a del PGT vigente “Carta della fattibilità geologica”
Di seguito riportiamo la descrizione delle singole limitazioni:
• Classe 2 – B1: Aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale:
Per le aree ricadenti in classe di sintesi B.1 ogni intervento sull’esistente e ogni
nuova opera devono assicurare e garantire il mantenimento e/o il
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miglioramento delle caratteristiche chimico fisiche delle acque di falda. Sarà
quindi necessario produrre un’apposita relazione geologica-idrogeologica che
accerti la compatibilità dell’intervento con lo stato locale di potenziale
vulnerabilità dell’acquifero e fornisca apposite prescrizioni sulle modalità di
attuazione degli interventi stessi.
Gli interventi edificatori dovranno inoltre considerare, attraverso adeguati studi,
l’interazione con la circolazione idrica sotterranea e lo smaltimento delle acque
meteoriche e reflue.
• Classe 2 – D2: Aree con caratteristiche geotecniche mediocri
Per le aree ricadenti in questa classe deve essere affrontato in modo
approfondito il problema fondazionale, con la realizzazione di apposite
indagini geognostiche in sito e/o in laboratorio, volte a definire in modo
preciso, puntuale e dettagliato le caratteristiche geotecniche dei terreni di
imposta e la profondità di riscontro della falda idrica per una più consapevole
scelta delle soluzioni progettuali più idonee da adottarsi.
• Classe 4 – C1: Aree frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di
ritorno fino a 50 anni), con significativi valori di velocità e/o altezze d’acqua o
con consistenti fenomeni di trasporto solido
• Classe 4 – C4: Aree già allagate in occasione di precedenti eventi alluvionali
Per le classi 4C sono possibili ed auspicabili opere di difesa dall’erosione
spondale, arginale ed in alveo e di regimazione dei flussi idrici, con particolare
attenzione nelle aree antropizzate ai manufatti che attualmente interferiscono
negativamente con il deflusso delle acque.
La progettazione deve essere supportata da uno studio geologico che definisca
in particolare le caratteristiche dinamiche dell’alveo e da uno studio idrologico
ed idraulico che stimi le portate di piena e le altezze del livello idrico in
corrispondenza di sezioni di interesse, per una più accurata scelta delle
tipologie di intervento ed un loro coretto dimensionamento.
Quando l’intervento prevede la costruzione di opere, è necessario adottare
metodi di realizzazione tali da non compromettere in modo irreversibile le
funzioni biologiche dell’ecosistema in cui vengono inserite ed arrecare il
minimo danno possibile alle comunità vegetali ed animali presenti, rispettando
contestualmente i valori paesaggistici dell’ambiente fluviale e vallivo. Le
tipologie utilizzate per la realizzazione delle opere devono corrispondere ai
criteri di basso impatto ambientale.
Inoltre, nelle aree C.1 e C.4 lungo il T.te Lenza, classificate come “aree a pericolosità
molto elevata” valgono inoltre le prescrizioni di cui all’art. art. 9 comma 5 delle Norme
di Attuazione del PAI; lungo il Fiume Ticino, per le porzioni classificate come C.1,
comprese nei limiti di Fascia A e B, valgono le prescrizioni degli art. 29 e 30 delle NdA
del PAI.
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Il PII,Il PII,Il PII,Il PII, modificando sostanzialmente l’assetto idraulico del torrente, consentirà la modificando sostanzialmente l’assetto idraulico del torrente, consentirà la modificando sostanzialmente l’assetto idraulico del torrente, consentirà la modificando sostanzialmente l’assetto idraulico del torrente, consentirà la
riduzione del grado di rischio attualmente assegnato all’area dalla classificazione riduzione del grado di rischio attualmente assegnato all’area dalla classificazione riduzione del grado di rischio attualmente assegnato all’area dalla classificazione riduzione del grado di rischio attualmente assegnato all’area dalla classificazione
geologica di rischio idrogeologico geologica di rischio idrogeologico geologica di rischio idrogeologico geologica di rischio idrogeologico (classe 3 “aree vulnerabili dal punto di vista
idraulico” come da Relazione geologica del PGT) e costituisce un’opera di e costituisce un’opera di e costituisce un’opera di e costituisce un’opera di
rinaturalizzazione che ben si inserisce nel progetto complessivo di riqualificazione rinaturalizzazione che ben si inserisce nel progetto complessivo di riqualificazione rinaturalizzazione che ben si inserisce nel progetto complessivo di riqualificazione rinaturalizzazione che ben si inserisce nel progetto complessivo di riqualificazione
urbanistica dell’area ex A.V.I.R.urbanistica dell’area ex A.V.I.R.urbanistica dell’area ex A.V.I.R.urbanistica dell’area ex A.V.I.R.
La Regione Lombardia ha autorizzato la realizzazione del progetto di
Rinaturalizzazione con Disciplinare n.ro 8958 del 15/12/2008 e con Decreto n.ro
15363 del 19/2/2008.
BonificaBonificaBonificaBonifica
Il progetto definitivo di bonifica è stato approvato in data 27.04.2006 e prevedeva un
intervento differenziato fra la parte del sedime a destinazione commerciale e
pertinenze relative (Lotto 1), area a destinazione residenziale rappresentata dalla zona
del serbatoio (Lotto2) e quella destinata ad uso residenziale rappresentata dalla parte
occupata dagli edifici esistenti, dalle pertinenze fronte strada e della zona dei forni e
dei servizi (Lotto 3).
L’intervento di bonifica è stato preceduto dalle operazioni di pulizia dell’area e da
interventi di demolizione e bonifica delle strutture.
Per ciascun lotto sono stati effettuati collaudi di fondo scavo e di valutazione della
qualità delle pareti di scavo nonché una serie complessiva di campagne di analisi delle
acque di falda e superficiali.
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Sono stati controllati i parametri in cui, durante la fase di cantierizzazione si sono
evidenziati superamenti, in particolare metalli ed idrocarburi e per quanto attiene il
lotto 2 anche il benzoapirene.
Per quanto riguarda le acque sono stati effettuati campionamenti ed analisi prima
dell’avvio della bonifica sia sulle acque del Torrente Lenza, sia sulle acque di falda con
l’utilizzo di 6 piezometri presenti sull’area.
Le metodologie di analisi e campionamento sono state concordate preventivamente
con il dipartimento Arpa territorialmente competente.
La certificazione di avvenuta bonifica è stata emessa dall’Ente provinciale in data
21/05/2009.
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4.4.3 Smaltimento delle acque meteoriche
I dati riportati nel presente paragrafo sono tratti dal “Progetto unitario. Ambito: P.I.I.
area industriale dismessa ex AVIR” (luglio 2009).
Nell’intervento in oggetto, avente una superficie impermeabile complessiva pari a circa
22.800 mq, si possono definire le seguenti superfici interessate dagli eventi meteorici
o dalle acque di lavaggio:
a) copertura edificio commerciale, la cui superficie complessiva è pari a circa 6.100
mq, comprensiva delle tettoie delle ribalte e del portico del fronte principale, di cui
circa 4.900 mq saranno destinati alla realizzazione di un tetto verde;
b) copertura edifici ricettivo e residenziali, che presentano una superficie complessiva
di circa 6.850 mq;
c) aree carrabili, cortili e parcheggi, prevalentemente legate all’attività commerciale,
coprono circa 4.850 mq e comprendono il parcheggio a raso, le strade interne di
raccordo con la viabilità perimetrale, il cortile di carico/scarico merci;
d) aree pedonali esterne, di pertinenza quasi esclusiva degli edifici residenziali e
dell’iniziativa ricettiva, escluse le aree a verde, che rappresentano gli spazi di
collegamento tra gli edifici e non sono interessate a transito carraio ovvero ad attività
particolari, e sono stimate in circa 5.000 mq;
e) parcheggio interrato edificio commerciale, distribuito su due piani, che si prevede
possa essere interessato dalle acque di lavaggio in caso di evento meteorico, la cui
superficie complessiva è di circa 18.000 mq
AcquAcquAcquAcque di prima pioggia e di lavaggioe di prima pioggia e di lavaggioe di prima pioggia e di lavaggioe di prima pioggia e di lavaggio
Le acque meteoriche di dilavamento sono solamente quelle relative alle superfici c) e
d), mentre per le superfici a) e b) si tratta di acque pluviali che saranno trattate come
acque di seconda pioggia.
Le acque meteoriche di dilavamento (superfici d) di pertinenza di edifici e installazioni
nelle quali non si svolgono attività di cui all’art. 3, comma 1 del Regolamento
Regionale n. 4 del 24 marzo 2006, non sono soggette a regolamentazioni che
prevedano particolari separazioni o trattamenti e pertanto saranno raccolte e scaricate
come le acque di seconda pioggia.
Le acque meteoriche di dilavamento per cui si prevede l’installazione di una vasca di
separazione di prima pioggia ed un successivo trattamento di dissabbiatura e
disoleazione sono quelle provenienti dalle superfici c). Al sistema di trattamento di cui
sopra saranno convogliate le acque di lavaggio raccolte nelle autorimesse ai piani
interrati, provenienti dalle intercapedini e delle rampe di accesso alle autorimesse
stesse. Successivamente al trattamento tali acque saranno recapitate nel corso d’acqua
superficiale (torrente Lenza).
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Acque di seconda pioggiaAcque di seconda pioggiaAcque di seconda pioggiaAcque di seconda pioggia
Come indicato dal Regolamento Regionale n. 4 del 24 marzo 2006, le acque di
seconda pioggia che interessano tutte le superfici di cui al punto precedente, non
provenendo da superfici scolanti di cui al comma 1, lettere a) e b) che comprende le
industrie petrolifere e/o chimiche, possono essere scaricate nel sottosuolo ovvero in
corsi superficiali, secondo le modalità previste dal Regolamento Comunale. In questo
intervento si prevede l’utilizzo come recapito finale del torrente Lenza, in
ottemperanza al Piano di Risanamento Regionale delle Acque (DGR 13950 del
01/08/2003) nel caso, come quello in esame, di aree già dotate di pubblica fognatura.
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4.4.4 Mobilità e Traffico
Il territorio di Sesto Calende si sviluppa lungo la direttrice di collegamento Est-Ovest
costituita dalla strada statale n. 33 del Sempione, che rappresenta, a Nord, il
collegamento tra Lombardia e Piemonte. Lungo tale itinerario si sono sviluppati
numerosi centri abitati di notevoli dimensioni (Gallarate, Busto Arsizio, Legnano ecc.)
che, affiancati quasi senza soluzione di continuità, hanno determinato un
declassamento della funzione assunta dalla statale stessa ormai assimilabile, per gran
parte del suo sviluppo, ad una strada urbana.
In tale contesto, naturalmente, si sviluppano situazioni conflittuali tra le componenti
veicolari - di notevole entità - in attraversamento all’interno di ciascun comune e le
componenti locali urbane, con riflessi negativi sulla fluidità di movimento e sulla
sicurezza: i valori di traffico in gioco sono significativi e, soprattutto, elevati per gran
parte del giorno; si tenga inoltre presente che tale dato conferma l’esistenza di una
notevole quota di spostamenti in attraversamento che preferisce tale percorso a quello
autostradale. Un dato, questo, sicuramente non positivo in un’ottica di
periferizzazione dei flussi di solo transito, e confermato dai risultati delle indagini
condotte, da cui si evince come il tempo medio di viaggio riferito agli spostamenti di
quest’area, per oltre i 2/3 del campione intervistato inferiore ai 30 minuti, mal si
concilia con il transito autostradale e con il relativo pedaggio, benché si ritenga che
quest’ultimo aspetto possa essere affrontato con un’opportuna politica in grado di
prevedere tariffe calcolate sulle esigenze di tale utenza.
L'area dell'ex-AVIR è collocata nei pressi della stazione ferroviaria, delimitata a Sud
dalla statale del Sempione, a Nord da via Risorgimento, ad Est da via V. Veneto e ad
Ovest da via Ferrarin.
Dal punto di vista della localizzazione, tale lotto è confinante con alcune funzioni
pubbliche significative per Sesto Calende, quali la stazione ferroviaria appunto, un
complesso scolastico, una struttura commerciale e, comunque, nelle immediate
vicinanze vi sono altri importanti edifici pubblici (ad esempio il Municipio).
La viabilità che caratterizza tale parte dell’abitato di Sesto Calende è costituita dalla
strada urbana di scorrimento del Sempione e dalle arterie ad esso laterali a funzione
locale, quali via Ferrarin nella parte Nord, via Dell’Olmo e via XX Settembre a Sud.
Significativo è il ruolo svolto dalla Strada Provinciale n. 69 per Angera, confluente in
corrispondenza di via Ferrarin e via Matteotti, e che può considerarsi la diramazione a
Nord della strada statale del Sempione (direzione Angera e Ispra), come pure quello di
via V. Veneto che, nel tratto compreso tra via Roma e il Sempione, ha funzione di
strada locale, mentre a Nord si configura come asse di penetrazione in direzione
Taino-Osmate.
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Appare evidente come nelle vicinanze di quest’area, si concentri tutto il traffico in
provenienza da Est e da Ovest; l’intersezione semaforizzata di via Matteotti-Ferrarin,
ora trasformata in una rotatoria, rappresenta lo snodo più importante di tutto il traffico
di attraversamento, nonché degli spostamenti locali attratti e generati dalla vicina
stazione ferroviaria e dalle funzioni pubbliche situate nel centro abitato.
L’anello costituito da via Ferrarin-Risorgimento-Vittorio Veneto, per gran parte a
doppio senso eccezion fatta per il tratto terminale compreso tra via Risorgimento e via
Gramsci, in cui si ha senso unico verso Sud, non si configura attualmente come una
alternativa al Sempione in quanto percorribile compiutamente solamente in direzione
Milano, di maggiore lunghezza e, inoltre, caratterizzato da sosta sulla carreggiata che
ne rende difficoltoso il transito.
Sulla base dei riscontri ottenuti dalla ricostruzione dello stato di fatto, svolta in
occasione della prima presentazione del PII, nonché dei contenuti del progetto di
recupero e riqualificazione alla base di tale studio, sono apparsi necessari interventi
sulla rete viaria di Sesto Calende prospiciente l’area ex AVIR che, funzionali in un’ottica
futura di lungo termine allo smaltimento del traffico indotto dal nuovo insediamento
con la presenza di un insieme articolato di funzioni, risulterebbero altresì utili nel
medio termine, in un obiettivo di miglioramento complessivo delle condizioni di
traffico in ambito urbano, con un conseguente recupero di condizioni accettabili di
sicurezza.
Per tale ragione sono stati previsti e in parte già realizzati, un insieme articolato e
coerente di interventi:
- realizzazione di nuovi archi stradali
- soluzione a rotatoria dei principali nodi posti lungo il Sempione e nelle vicinanze
dell’area interessata dal recupero
- predisposizione di sensi unici in grado di separare per quanto possibile i flussi ed
incrementare la capacità veicolare oraria nella direzione di marcia consentita.
- al fine di limitare l’impatto sulla circolazione del Sempione, per effetto di possibili
fenomeni di riflusso del traffico diretto alle nuove attività a partire dalla rotatoria
SP48/via Gramsci, è stato introdotto l’accesso al futuro insediamento anche da via
Ferrarin/piazza Stazione, in modo da non sollecitare oltre misura sia la rotatoria
posta ai piedi del cavalcavia della SP48, sia la successiva in corrispondenza
dell’intersezione via Matteotti(SS33)/via Vittorio Veneto;
- raddoppio della corsia a sud della “losanga” di piazza Stazione, per aumentare la
zona di accumulo per i veicoli in attesa di svolta a sinistra.
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Scenario di riferimento: lo stato di fatto (SdF)Scenario di riferimento: lo stato di fatto (SdF)Scenario di riferimento: lo stato di fatto (SdF)Scenario di riferimento: lo stato di fatto (SdF)
Lo studio di traffico analizza la compatibilità viabilistica “ante operam” e verifica la
funzionalità attuale della rete stradale del comparto rispetto alla domanda di trasporto
esistente.
Ai fini della determinazione dello stato di fatto lo studio ha considerato gli assi stradali
evidenziati nella tabella seguente, definendone una classificazione funzionale ovvero
basata sulle caratteristiche dei flussi di traffico supportati dagli assi stradali e non sulle
caratteristiche geometriche e progettuali delle strade stesse in quanto, come accade
nella stragrande maggioranza di casi, la classificazione delle reti stradali cittadine
esistenti, deve semplicemente prendere atto di uno stato di fatto e non può applicare
la classificazione geometrica prescritta dalla normativa di riferimento (“Norme
funzionali e geometriche per la costruzione delle strade” D.M. del 05-11-2001).
Strada Classificazione funzionale
Corso Matteotti-Via Cavour Urbana di quartiere E
Cavalcavia Marchetti Urbana di quartiere E
Via Vittorio Veneto Locale urbana F
Via Ferrarin Locale urbana F
Via Risorgimento Locale urbana F
Via Barbieri Locale urbana F
Via Roma Locale urbana F
Via XX settembre Locale urbana F
Via Martiri della Libertà Locale urbana F
Via Baracca Locale urbana F
Via Gramsci Locale urbana F
Le intersezioni tra gli assi stradali citati, attualmente sono oggetto di lavori di
risistemazione parte in corso e parte già funzionalmente conclusi.
Domanda di trasporto attualeDomanda di trasporto attualeDomanda di trasporto attualeDomanda di trasporto attuale
Per l'analisi della domanda di trasporto nel comparto in esame è stata effettuata una
campagna di rilevamento dei flussi veicolari finalizzata alla quantificazione della
mobilità esistente e all’individuazione di eventuali problematiche di traffico.
Il rilievo di traffico è stato effettuato nel mese di maggio 2013 durante gli intervalli di
punta pomeridiani nelle giornate di venerdì 24 e sabato 25 alle seguenti intersezioni:
• Via Gramsci, Via Baracca, Via Indipendenza
• Piazza XXV Aprile
• Corso Matteotti, Via Vittorio Veneto
• Corso Matteotti, Via Ferrarin, Via Barbieri
• SP 69 (Sesto Calende –Angera), Via Roma, Via Barbieri
Gli intervalli temporali di rilevo sono stati compresi tra le ore 17.00 e le ore 19.00.
E’ stato individuato l’intervallo orario di punta il venerdì dalle ore 17.30 alle ore 18.30.
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Di seguito si riportano le tabelle, per ogni intersezione, con i flussi rilevati nell’ora di
punta.
Tavola 1 – Flussogramma dello Stato di fatto
Calcolo dei Livelli Operativi di Servizio (LOS)Calcolo dei Livelli Operativi di Servizio (LOS)Calcolo dei Livelli Operativi di Servizio (LOS)Calcolo dei Livelli Operativi di Servizio (LOS)
La verifica delle prestazioni è stata fatta con il modello francese Girabase©, (Software
version 4.0 - 2006), messo a punto dal centro di ricerca ministeriale CERTU (Centre
d’études sur les réseaux, les transports, l’urbanisme et les constructions publiques).
Il modello permette di quantificare il ritardo medio sui rami di accesso di intersezioni a
raso disciplinate a rotatoria e la conseguente determinazione dei livelli di servizio.
Per ogni ramo di accesso sono stati calcolati: la riserva di capacità delle corsie di
ingresso, il tempo medio d’attesa e la coda media sui rami di attestazione.
Come riportato nello studio di traffico, le prestazioni dei singoli rami delle rotonde
sono sempre al di sotto della curva di saturazione.
I tempi d’attesa stimati hanno valori medi oscillanti tra 0 e 4 secondi. La formazione
media di code è compresa tra 0 e 4 veicoli.
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Tavola 2 – Livelli di servizio dello Stato di fatto
Domanda di trasporto indottaDomanda di trasporto indottaDomanda di trasporto indottaDomanda di trasporto indotta
Per il calcolo dell’indotto di traffico determinato dall’insediamento di una nuova
superficie di vendita, si sono utilizzate –per la verifica dei livelli di servizio della rete
stradale – le indicazioni di calcolo della Regione Lombardia per l’autorizzazione
commerciale delle grandi superfici o degli agglomerati commerciali riportate DGR n.
X/1193, “Disposizioni attuative finalizzate alla valutazione delle istanze per
l’autorizzazione all’apertura o alla modificazione delle grandi strutture di vendita
conseguenti alla DCR 12 novembre 2013 nr. X/187 ‘Nuove linee per lo sviluppo delle
imprese del settore commerciale’ ”1.
L’indotto veicolare generato/attratto dalle superfici a destinazione commerciale è stato
calcolato per la giornata di venerdì e di sabato, valutando un parametro dimensionale
(veicoli/mq) variabile secondo:
- superficie di vendita;
- tipologia di superficie di vendita;
- appartenenza /non appartenenza a una Zona Critica
- giorno della settimana.
I flussi di traffico così calcolati devono poi essere ripartiti, all’interno dell’ora di punta,
sempre secondo la metodologia della Regione Lombardia, al 60% in ingresso e al 40%
in uscita dall’area commerciale.
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Veicoli attratti e generati ogni mq di superficie di vendita alimentare
Veicoli attratti e generati ogni mq di superficie di vendita non alimentare
Di seguito si riportano le tabelle di dettaglio dei calcoli effettuati:
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Per la giornata di venerdì vengono stimati complessivamente 732 veicoli e 1044 veicoli
per la giornata di sabato.
Tuttavia la giornata di riferimento utilizzata per le verifiche sarà soltanto il venerdì in
quanto, pur essendo maggiore il carico indotto della giornata di sabato, per la giornata
di venerdì si ottiene il maggior valore di sovrapposizione tra il carico veicolare
esistente e il traffico indotto come da tabelle della Regione Lombardia.
Per quanto concerne la residenza il modello utilizzato, al fine della valutazione del
traffico indotto, si riferisce a dati statistici calcolati a seguito dell’ Indagine
Origine/Destinazione 2002 sviluppata per conto della Direzione generale Infrastrutture
e Mobilità della regione Lombardia, e ai dati sulla popolazione residente in Regione
Lombardia, il dato di partenza del modello è il numero di abitanti previsti nel comparto
considerato.
Per valutare gli abitanti previsti, a partire dalle superficie residenziali lorde previste, si
è ipotizzata un’unità abitativa ogni 120 mq e 2,2 abitanti per unità abitativa. In
particolare sono previsti complessivamente 238 abitanti.
L’indice di mobilità risulta pari a 2,7 spostamenti per abitante per giorno.
Quindi, in funzione delle statistiche sulla tipologia di mezzo di trasporto, riportate
nella figura sottostante per ogni capoluogo di provincia, si ricava il numero di
spostamenti effettuati con automezzo privato ed infine considerando, sempre in via
cautelativa ai fini della valutazione delle prestazioni della rete stradale, un coefficiente
di occupazione dei veicoli pari a uno, si ottiene il numero complessivo di veicoli giorno
aggiuntivi.
Si osserva inoltre che i valori di spostamenti per la popolazione residente così come
sopra calcolati, considerano l’intera popolazione residente come mobile, trascurando
quella frazione di popolazione che in realtà non effettua spostamenti.
Infine è stato utilizzato il valore percentuale del 18% per ottenere gli spostamenti
dell’ora di punta della sera della componente residenza, ripartiti, in egual misura, parte
in ingresso e parte in uscita.
Sintesi conteggi effettuati per le destinazioni residenziali per una giornata feriale tipo
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Per il corpo E è stata prevista una destinazione alberghiera. L’immobile avrà una
superficie lorda prevista di circa 4.300 metri quadrati, per la quale sono state
ipotizzate 100 camere.
Al fine di quantificare l’indotto giornaliero, è stato necessario stimare un valore medio
annuo di arrivi per camera e il tempo di soggiorno degli ospiti. A tal fine sono stati
considerati i dati medi degli esercizi alberghieri provinciali pubblicati da ASR
Lombardia (Annuario statistico Regionale) riassunti nelle tabelle seguenti.
Per riportare il valore all’ora di punta è stato considerato il 25% del carico giornaliero il
che equivale, precauzionalmente, a considerare che nell’ora di punta della sera
avvenga uno spostamento su quattro di tutti i movimenti in ingresso ed uscita dalla
struttura alberghiera.
Indotto stimato per l’edificio a destinazione alberghiera
Le analisi relative alle riserve di capacità del sistema viabilistico di progetto hanno
messo in evidenza:
- la conferma della possibilità di disciplinare le principali intersezioni critiche del
comparto attraverso l’inserimento delle rotatorie urbane previste dal PII;
- la presenza di riserve di capacità del sistema viario anche a fronte dell’incremento
della domanda di trasporto dovuta all’inserimento della nuova polarità
commerciale;
- gli accodamenti previsti nei rami in ingresso delle rotatorie esaminate sono sempre
ridotti a valori inferiori alla decina di veicoli, per cui, anche considerando un
intervallo di confidenza dei risultati del modello Girabase applicato pari al 20%
circa, relativamente alle riserve di capacità, si può affermare che non sono previsti
accodamenti tali da provocare intralcio alla circolazione nello schema progettuale
previsto.
Confronto della domanda di trasporto indotta dalla MSV con la GSVConfronto della domanda di trasporto indotta dalla MSV con la GSVConfronto della domanda di trasporto indotta dalla MSV con la GSVConfronto della domanda di trasporto indotta dalla MSV con la GSV
Considerato che il tema della variante di PGT è l’inserimento della GSV nell’attuale
destinazione a MSV dell’edificio commerciale G, ricordando che tale variazione non
comporterà la modifica dell’assetto planivolumetrico approvato e nemmeno l’aumento
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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di SLP dell’edificio commerciale, di seguito si riporta la comparazione dell’indotto di
traffico relativo all’aumento della superficie di vendita.
La giornata di riferimento utilizzata per le verifiche sarà soltanto il venerdì in quanto,
pur essendo maggiore il carico indotto della giornata di sabato, in quella di venerdì si
registra il maggior valore di sovrapposizione tra il carico veicolare esistente e il traffico
indotto come da tabelle della Regione Lombardia.
Tabella di confronto ora di punta del Venerdì
MSVMSVMSVMSV GSVGSVGSVGSV
SV alim SV non alim Indotto tot SV alim SV non alim Indotto tot
1600 900 401401401401 1920 1280 499499499499
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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4.4.5 Qualità dell’aria
CaratterizzaCaratterizzaCaratterizzaCaratterizzazione climatologica su scala localezione climatologica su scala localezione climatologica su scala localezione climatologica su scala locale
La caratterizzazione climatologica del sito, oggetto dell’intervento, mira a conoscere in
anticipo quanto il progetto in esame influenzerà l’ambiente circostante. In particolare
quanto l’aumento delle immissioni di gas inquinanti indotti andrà ad influenzare le
condizioni al suolo. Infatti il potenziale impatto ambientale può avere conseguenze
diverse su un territorio proprio a causa delle sue caratteristiche geografiche e
climatiche.
I parametri che vengono elaborati per la caratterizzazione sono:
• temperatura;
• altezza dello strato di rimescolamento;
• direzione e velocità del vento;
• stabilità.
I parametri appena citati sono rappresentativi della dinamicità atmosferica, infatti
favoriscono la diffusione degli agenti inquinanti nei vari strati oppure la stagnazione al
suolo.
Per un inquadramento meteorologico dell’area oggetto di verifica ambientale sono stati
richiesti ad ARPA SIMC Emilia Romagna i dati meteo orari per l’ultimo anno disponibile
(2012) per un punto rappresentativo dell’area di indagine.
ARPA-SIMC Emilia Romagna gestisce un archivio di dati meteorologici specifico per le
applicazioni legate alla qualità dell'aria. In particolare, sono disponibili le informazioni
necessarie per costruire l'input meteorologico richiesto dalla maggior parte dei modelli
di dispersione atmosferica.
L'archivio include due dataset indipendenti (Calmet e LAMA). Entrambi contengono dati
orari con risoluzione orizzontale di 5-7 km, e includono parametri superficiali e in
quota, oltre all'altezza di rimescolamento e altre grandezze relative alla turbolenza.
Il dataset LAMA è stato prodotto utilizzando il modello meteorologico ad area limitata
COSMO (ex Lokal Modell), copre tutta l'Italia e ha dati a partire dal 1/4/2003.
Tale dataset (LAMA) è ritenuto affidabile anche per l’area di indagine, essendo il
dominio di restituzione dei dati su tutta Italia.
TemperaturaTemperaturaTemperaturaTemperatura
Nella figura seguente è rappresentato l’andamento annuo delle temperature. I valori
massimi si attestano nella stagione estiva e nei mesi di maggio e settembre, mentre i
valori minimi si hanno nella stagione invernale ed in particolare nel mese di gennaio.
La temperatura media annua è pari a 12,9° C.
Si registrano periodi di gelo nei mesi da dicembre a febbraio, con una minima assoluta
di -8.8 °C.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Andamento delle temperature minime, medie e massime mensili 01/01/2012 - 31/12/2012
Altezza strato di rimescolamentoAltezza strato di rimescolamentoAltezza strato di rimescolamentoAltezza strato di rimescolamento
Lo strato di rimescolamento ha un ruolo determinante sulla diffusione dei gas
inquinanti in atmosfera. In situazioni che presentano altezze basse, dell’ordine dei 100
m, condizione tipicamente invernale, si crea un effetto di cappa che impedisce il
rimescolamento e la diluizione degli inquinanti in atmosfera.
Queste situazioni sono spesso causa, in concomitanza con condizioni di stabilità
atmosferica, dell’instaurarsi di fenomeni di inquinamento acuto.
Nella figura seguente è riportato l’andamento medio giornaliero dell’altezza di
rimescolamento; si nota come dalle ore 19:00 alle ore 8:00 l’altezza di rimescolamento
si mantiene intorno ai 180 metri, per poi salire progressivamente fino a massimi
dell’ordine di ca. 900 m in corrispondenza delle ore più calde della giornata e poi
calare progressivamente.
Andamento medio orario annuale dell'altezza di rimescolamento
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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DirezioneDirezioneDirezioneDirezione e velocità del ventoe velocità del ventoe velocità del ventoe velocità del vento
Di seguito vengono riportate considerazioni in merito alle caratteristiche principali di
tale parametrio meteoclimatico, ovvero direzione e velocità.
Per quanto concerne la velocità del vento, dall’analisi dell’istogramma riportato nella
figura seguente si osserva che la velocità media del vento è simile in tutti i mesi
dell’anno, anche se leggermente più bassa nella stagione invernale.
La velocità media annuale è pari a 1,8 m/s.
Andamento della velocità del vento minime, medie e massime mensili
01/01/2012 - 31/12/2012
Classi di stabilità atmosfericaClassi di stabilità atmosfericaClassi di stabilità atmosfericaClassi di stabilità atmosferica
La stabilità atmosferica è un indicatore del grado di turbolenza dei bassi strati
dell’atmosfera, cioè della maggiore o minore attitudine a disperdere gli inquinanti
atmosferici.
Nella tabella seguente sono riportate le classi di stabilità di Pasquill.
Al fine di valutare il livello di massimo impatto potenziale, sono state poste
cautelativamente le condizioni più sfavorevoli, ovvero tali da determinare i massimi
valori di concentrazione al suolo.
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Classi di stabilità di Pasquill e condizioni atmosfericheClassi di stabilità di Pasquill e condizioni atmosfericheClassi di stabilità di Pasquill e condizioni atmosfericheClassi di stabilità di Pasquill e condizioni atmosferiche
L’analisi di sensibilità del modello di dispersione utilizzato consente peraltro di poter
affermare, alle piccole scale, ed in particolare in prossimità delle sorgenti stradali, la
scarsa influenza della variazione di tali parametri sul fenomeno di ricaduta diretta degli
inquinanti al suolo, che risulta dominato dalla turbolenza meccanica e termica indotta
dal passaggio dei veicoli.
E’ importante sottolineare che le classi stabili si verificano ogni qualvolta si ricreano
condizioni di subadiabaticità (cioè quando il gradiente termico dell’aria è minore di
quello adiabatico) o inversione termica al suolo (gradiente termico verticale positivo e
la temperatura aumenta con l’altezza). Tali condizioni si verificano nelle ore notturne
ed in inverno, a causa del maggior raffreddamento del suolo rispetto all’aria
sovrastante, e durante il giorno, nei casi di nebbia persistente o stagnazione locale di
masse d’aria.
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Per le classi di stabilità, nel grafico sopra riportato sono evidenziate le frequenze
annuale delle diverse classi; ed è possibile osservare una prevalenza della classe F+G,
con il 33.9%, subito seguita dalla classe D, con il 29.2%, evidenziando di fatto un
contesto caratterizzato da condizioni di stabilità atmosferica.
Le emissioni presenti nell’area di studioLe emissioni presenti nell’area di studioLe emissioni presenti nell’area di studioLe emissioni presenti nell’area di studio
Le emissioni di inquinanti atmosferici nell’area sono da ricondursi essenzialmente a:
• emissioni lineari: sono rappresentate dal traffico veicolare;
• emissioni puntuali: sono legate alle emissioni dagli impianti di riscaldamento.
Le sorgenti emissive caratterizzanti l’area di intervento sono riconducibili in modo
predominante al traffico veicolare circolante sui principali assi stradali, in particolar
modo Corso Matteotti interessato da un gruppo di tre edifici ad uso prevalentemente
residenziale caratterizzati da un numero medio di 6-8 piani, e in modo secondario
dagli impianti di riscaldamento civile per l’utilizzo sempre più consistente del metano
come combustibile.
DatiDatiDatiDati emissivi desunti dall’Inventario Regionale INEMAR (anno 2008)emissivi desunti dall’Inventario Regionale INEMAR (anno 2008)emissivi desunti dall’Inventario Regionale INEMAR (anno 2008)emissivi desunti dall’Inventario Regionale INEMAR (anno 2008)
In tale paragrafo viene riportata una stima delle principali sorgenti emissive di CO,
COV, NOx e PM10 presenti all’interno del territorio comunale di Sesto Calende, sulla
base dei dati scaricabili dall’Inventario regionale INEMAR (Inventario Emissioni Aria),
che si basa su dati riferiti all’anno 2010.
Nell’ambito di INEMAR la classificazione delle sorgenti emissive fa riferimento ai
macrosettori relativi all’inventario delle emissioni in atmosfera dell’Agenzia Europea
per l’Ambiente CORINAIR (Cordination Information Air), ovvero:
• combustione per produzione di energia e trasformazione dei combustibili;
• combustione non industriale;
• combustione nell'industria;
• processi produttivi;
• estrazione e distribuzione combustibili;
• uso di solventi;
• trasporto su strada;
• altre sorgenti mobili e macchinari;
• agricoltura;
• altre sorgenti e assorbimenti.
Nella tabella seguente sono riportate le stime emissive (t/a per gli inquinanti
considerati, suddivise per macrosettore; analizzando i dati ed i contributi percentuali si
nota quanto segue:
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• il Macrosettore 7 “trasporto su strada” è quello più impattante per NOx, con
146,12 t/a (83,6 %)
• per il PM10 e CO il macrosettore più impattante risulta essere il 2 “combustione
non industriale” con rispettivamente 26,85 t/a (70,8 %) e 242,30 t/a (67,3 %).
• per i COV il macrosettore 6 “uso di solventi” è quello più impattante con 103,81
t/a (36,6 %).
Stime emissive (t/a) per gli inquinanti considerati per il comune di Sesto Calende, suddivise per
macrosettore (Fonte:INEMAR)
Zonizzazione del territorio comunale ai sensi della D.G.R. n.2605 del 30/11/11Zonizzazione del territorio comunale ai sensi della D.G.R. n.2605 del 30/11/11Zonizzazione del territorio comunale ai sensi della D.G.R. n.2605 del 30/11/11Zonizzazione del territorio comunale ai sensi della D.G.R. n.2605 del 30/11/11
Il territorio regionale, ai sensi della DGR 2605 del 30.11.2011, è stato azzonato in
cinque zone, A, B - pianura, C1 – area prealpina e appenninica, C2 – area alpina e D –
fondovalle oltre agli agglomerati di Bergamo, Brescia e Milano, alle quali è stata
allegata una descrizione delle caratteristiche delle stesse.
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Sesto Calende ricade nella Zona A “pianura ad elevata urbanizzazione”, ed è
caratterizzata da:
1) più elevata densità di emissioni di PM10 primario, NOX e COV;
2) situazione meteorologica avversa per la dispersione degli inquinanti (velocità
del vento limitata, frequenti casi di inversione termica, lunghi periodi di
stabilità atmosferica caratterizzata da alta pressione);
3) alta densità abitativa, di attività industriali e di traffico.
Nell'area ex-Avir e nelle sue immediate prossimità non sono dislocate stazioni fisse
della rete regionale di rilevamento della qualità dell'aria.
Rete di monitoraggio della qualità dell’ariaRete di monitoraggio della qualità dell’ariaRete di monitoraggio della qualità dell’ariaRete di monitoraggio della qualità dell’aria
Per descrivere lo stato di qualità dell’aria presente nell’area di indagine lo studio è
stato eseguito considerando i dati orari desunti dal sito di ARPA Lombardia, in
riferimento alle centraline ritenute più rappresentative in termini di vicinanza, tipologia
ed inquinanti monitorati, e in considerazione del fatto che nel comune di Sesto
Calende (VA) non è presente una centralina specifica.
StazioneStazioneStazioneStazione Parametri inquinantiParametri inquinantiParametri inquinantiParametri inquinanti
TipoTipoTipoTipo NO2 CO PM10 C6H6
Somma Lombardo X Industriale/Rurale
Varese - via Capelli X X X Traffico Urbano
Gallarate X X X Traffico Urbano
Busto Arsizio - Via Magenta X X Traffico Urbano
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Come anno di riferimento è stato considerato il biennio più recente completo
disponibile, ovvero il 2011-2012.
Dati di fondo rappresentativi dell’area di indagineDati di fondo rappresentativi dell’area di indagineDati di fondo rappresentativi dell’area di indagineDati di fondo rappresentativi dell’area di indagine
Gli inquinanti considerati nello studio di impatto atmosferico per la stima delle
concentrazioni indotte dal traffico veicolare generato dall’intervento di progetto sono il
PM10, gli NO2, il Benzene (C6H6) ed il CO.
Per ciascuno di questi sono stati definiti:
• PM10: media giornaliera e media annuale;
• C6H6: media annuale;
• NO2: massimo orario e media annuale;
• CO: media massima sulle 8 ore.
Per tali livelli di concentrazione sono stati considerati “cautelativamente” i dati massimi
rilevati dalle centraline. I parametri critici ai fini del rispetto dei limiti di legge previsti
dal D.Lgs.. 155/10 sono risultati essere il PM10 e gli NO2.
Ricettori antropici presentiRicettori antropici presentiRicettori antropici presentiRicettori antropici presenti
Come ricettori potenzialmente impattati sono stati considerati gli edifici più prossimi
all’area di intervento.
Descrizione dei ricettori considerati – Ante operam
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Ubicazione dei ricettori considerati – Ante operam
Stime delle concentrazioni di inquinanti nell’area di indagineStime delle concentrazioni di inquinanti nell’area di indagineStime delle concentrazioni di inquinanti nell’area di indagineStime delle concentrazioni di inquinanti nell’area di indagine
Al fine di valutare l’impatto indotto sulla componente ambientale atmosfera dal traffico
veicolare sono state effettuate delle stime delle concentrazioni. in modo tale da
valutare, in accordo alle Indicazioni operative pubblicate in data 21/07/08 sul sito
www.osscom.regione.lombardia.it, sezione commercio al dettaglio, punto b.1.2:
• Carico emissivo dell’intervento;
• Incremento delle concentrazioni in atmosfera degli inquinanti;
• Confronto con i limiti di legge.
Per quantificare le emissioni da traffico indotte dall’intervento in oggetto sono stati
utilizzati i fattori di emissione medi, per settore veicolare, cilindrata, alimentazione e
direttiva di omologazione agli scarichi, pubblicati sul sito dell’inventario delle
emissioni della Regione Lombardia e derivati dall’applicazione del metodo COPERT IV.
I dati di traffico considerati sono quelli rilevati e stimati dallo Studio viabilistico
partendo dal dato relativo all’ora di punta della giornata di venerdì, nella quale si
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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registra il maggior numero di veicoli sulla rete; pertanto, l’analisi di questo intervallo
implica l’analisi del caso peggiore.
Tutti i punti bersaglio considerati nelle stime delle concentrazioni sono stati
posizionati in corrispondenza della facciata più esposta di ogni singolo ricettore
individuato, ad una quota dal p.c. pari a 1.8 metri.
Nella tabella seguente sono riportate le concentrazioni stimate nella situazione Ante
Operam in corrispondenza del punto bersaglio posizionato sulla facciata più esposta
dei ricettori ritenuti potenzialmente più critici in riferimento alle emissioni da traffico
veicolare.
Concentrazioni stimate in corrispondenza della facciata più esposta di ogni singolo ricettore –
Stato ante operam
Lo studio di impatto atmosferico (All. 2All. 2All. 2All. 2), a cui si rimanda per una trattazione più
esaustiva del tema oggetto del presente capitolo, conclude per la fase ante-operam
ovvero lo stato attuale delle concentrazioni di inquinanti nell’area di indagine, che “In
corrispondenza di tutti i ricettori individuati si rileva come il contributo emissivo
generato dal traffico veicolare circolante sulla viabilità indagata sia risultato tale da non
destare situazioni di potenziale criticità.”
Analisi ambientale postAnalisi ambientale postAnalisi ambientale postAnalisi ambientale post----operamoperamoperamoperam
Al fine di valutare l’impatto sulla componente ambientale atmosfera dal traffico
veicolare indotto dall’intervento di progetto, è stato redatto un apposito studio in
riferimento a quanto previsto dalla D.G.R. 20/12/2013 n. X/1193, ed in particolare:
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- Carico emissivo dell’intervento;
- Incremento delle concentrazioni in atmosfera degli inquinanti;
- Confronto con i limiti di legge.
Dalla valutazione effettuata, il carico emissivo indotto dall’incremento di traffico
generato dell’intervento di progetto, rapportato alle stime emissive INEMAR del
Macrosettore 7 “Trasporti su strada” per il Comune di Sesto Calende, è risultato non
significativo.
Per quanto concerne l’incremento di concentrazioni in atmosfera degli inquinanti ed il
confronto con i limiti di legge, sono state fatte delle stime con il modello di
dispersione da sorgente lineare CALINE 4 dell’EPA.
Sono stati considerati i seguenti inquinanti rappresentativi:
- CO (media max sulle 8 ore);
- NO2 (max orario e media annuale);
- PM10 (media giornaliera e media annuale);
- C6H6 (media annuale).
In corrispondenza di tutti i ricettori individuati è stato verificato come il contributo
generato dal traffico veicolare stimato per lo stato post operam porti ad un incremento
di concentrazioni inquinanti modesto.
Quindi, a seguito di quanto sopra esposto e delle considerazioni riportate, lo studio di
impatto acustico riporta le seguenti conclusioni: “si ritiene che l’intervento di progetto
sia da ritenersi ambientalmente compatibile in riferimento alla componente
Atmosfera”.
Per una trattazione più esaustiva e puntuale si rimanda all’All.2 All.2 All.2 All.2 “Studio di impatto
atmosferico” al presente Rapporto Ambientale.
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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4.4.6 Clima acustico
Riferimenti normativiRiferimenti normativiRiferimenti normativiRiferimenti normativi
Il criterio amministrativo è costituito dal D.L. n. 447 26/10/95 e dai relativi decreti
attuativi applicabili (DPCM 14/11/97 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti
sonore” e D.Min.Amb. 31/10/1997 “ Metodologia di misura del rumore aeroportuale”,
D.P.R. n.459 del 18/11/1998 “Regolamento recante norme di esecuzione dell’art.11
della Legge n.447/1995 in materia di inquinamento acustico derivante da traffico
ferroviario”, DM Ambiente 29/11/00 “Criteri per la predisposizione, da parte delle
società e degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto o delle relative
infrastrutture, dei piani degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore”:
ne è seguita in data 22/12/2003 da parte della Rete Ferroviaria Italiana la stima dei
livelli sonori ai sensi del DM Ambiente 29/11/00).
Il Comune di Sesto Calende ha approvato il piano di Zonizzazione acustica del
territorio comunale con DGC n. 28 del 27/01/1998. Nella sottostante figura è riportato
uno stralcio della zonizzazione acustica riferito alla zona in esame
Stralcio della Tav. 3/bis “Nuovo piano acustico comunale”
Sulla base delle zonizzazioni comunali si deduce che:
• l’area oggetto di PII, come quasi tutte le aree circostanti, risulta essere
classificata in Classe IV “aree di intensa attività umana” (intenso traffico
veicolare, alta densità di popolazione, elevata presenza di attività commerciali e
uffici, presenza di attività artigianali) - valori di immissione diurno (06.00-
22.00) 65 Leq in db, notturno (22.00-06.00) 55 Leq in dB);
• l’area a nord-est (tra il cavalcavia Marchetti e via Indipendenza) è in Classe II
“aree destinate ad uso prevalentemente residenziale” (aree urbane interessate
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da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata
presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali)-
valori di immissione diurno (06.00-22.00) 55 Leq in db, notturno (22.00-
06.00) 45 Leq in dB.
MisurazioMisurazioMisurazioMisurazioni condotteni condotteni condotteni condotte
Per il presente settore ambientale è stato predisposto uno specifico studio di
approfondimento, al fine di stimare e valutare i possibili impatti acustici sui ricettori
antropici rilevati al contorno dell’area di intervento.
Scelta dei punti dScelta dei punti dScelta dei punti dScelta dei punti di misurai misurai misurai misura
In data 6 giugno 2013 sono state installate alcune postazioni di misura fonometrica
presso il sito relativo all’Ambito di P.I.I. area industriale dimessa Ex AVIR del Comune
di Sesto Calende, allo scopo di verificare il clima acustico dell’area nello stato di fatto.
La campagna di misura fonometrica è stata completata predisponendo tre postazioni
di monitoraggio, entrambe installate entro il sito di interesse, la n. 1 in prossimità di
Via Risorgimento, la n. 2 in prossimità di Corso Matteotti, la n. 3 in prossimità de
Cavalcavia Marchetti.
I tre monitoraggi fonometrici si sono conclusi in data 10 giugno 2013.
Catena di misura e strumentazione impiegataCatena di misura e strumentazione impiegataCatena di misura e strumentazione impiegataCatena di misura e strumentazione impiegata
Per il rilievo fonometrico è stata utilizzata la seguente strumentazione:
. Punto di osservazione n.1: Fonometro integratore Larson Davis, numero serie 2391;
Calibratore L&D CA250, matricola 680
. Punto di osservazione n.2: Fonometro integratore Larson Davis modello 824, numero
serie 1410; Calibratore L&D CA250, matricola 680
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. Punto di osservazione n.3: Fonometro a terra con microfono a circa 4,0 m di altezza
dal suolo
Costanti di tempo impiegate e monitoraggioCostanti di tempo impiegate e monitoraggioCostanti di tempo impiegate e monitoraggioCostanti di tempo impiegate e monitoraggio
Di seguito sono sintetizzati i valori di Leq rilevati presso le postazioni di monitoraggio
n. 1, n. 2, e n. 3 relativi ai distinti periodi di riferimento, diurno (6:00 - 22:00) e
notturno (22:00 – 6:00).
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I livelli sonori rilevati presso tutte e tre le postazioni di monitoraggio sono influenzati
dal rumore prodotto dalle lavorazioni del cantiere edile, nonostante fosse stato
concordato di interrompere l’attività di cantiere almeno nel giorno di venerdì 7 giugno
2013.
Si segnala inoltre che nella fascia oraria dalle ore 17:20 circa di domenica 9 giugno
2013 sino alle ore 1:00 circa di lunedì 10 giugno 2013 si sono verificate precipitazioni
atmosferiche. Questo periodo di misura è stato opportunamente mascherato dai
monitoraggi, poiché caratterizzato da condizioni meteo inidonee.
Presso la postazione di monitoraggio n. 2 è emersa una componete tonale a 160 Hz,
evidente in particolare durante il periodo notturno, in alcuni giorni anche in periodo
diurno.
Livelli sonori rilevati (attuali)Livelli sonori rilevati (attuali)Livelli sonori rilevati (attuali)Livelli sonori rilevati (attuali)
Dal punto di vista dei limiti acustici previsti dal Piano di Classificazione Acustica
vigente del Comune di Sesto Calende, l’area oggetto di intervento e le aree limitrofe
rientrano in una Classe acustica IV (Limiti di immissione, 65 dBA diurno – 55dBA
notturno; Limiti di emissione, 60 dBA diurno – 50dBA notturno).
Per quanto riguarda le fasce di pertinenza acustica delle infrastrutture, il sito di
progetto rientra nelle fasce di pertinenza acustica ferroviaria A (0-100 m) e B (100 -
250 m) poiché situato in prossimità della stazione ferroviaria di Sesto Calende. La
fascia di pertinenza acustica A presenta limiti acustici pari a 70 dBA diurni e 60 dBA
notturni, mentre la fascia di pertinenza acustica B presenta limiti acustici pari a 65 dBA
diurni e 55 dBA notturni.
Il comparto risulta rientrare parzialmente nelle fasce di pertinenza acustica delle
infrastrutture stradali di Corso Matteotti e del Cavalcavia Marchetti (strade classificate
quali urbane di scorrimento Db). Queste arterie stradali presentano una fascia di
pertinenza acustica ampia 100 m in cui vigono i limiti acustici pari a 65 dBA diurni e
55 dBA notturni.
Inoltre l’area di interesse risulta inclusa parzialmente nelle fasce di pertinenza acustica
di Via Risorgimento, Via Vittorio Veneto, Via Ferrarin (strade classificate quali urbane di
quartiere o locali E-F). Queste arterie stradali presentano una fascia di pertinenza
acustica ampia 30 m in cui vigono i limiti acustici stabiliti in base al Piano di
Classificazione Acustica comunale, ovvero 65 dBA diurni e 55 dBA notturni.
In generale i livelli di rumore registrati sono ascrivibili principalmente alle
infrastrutture viarie (stradali e ferroviaria). I valori rilevati presso la postazione di
monitoraggio n. 1, in prossimità di Via Risorgimento risultano rispettare nel complesso
i limiti previsti dalla fascia di pertinenza acustica ferroviaria B (65 dBA diurni e 55 dBA
notturni), i limiti delle fasce di pertinenza acustica stradale di Via Risorgimento (65 dBA
diurni e 55 dBA notturni) e del Cavalcavia Marchetti (65 dBA diurni e 55 dBA notturni)
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sia in periodo diurno che in periodo notturno. I limiti di immissione del Piano di
Zonizzazione Acustica appaiono rispettati.
I valori rilevati presso la postazione di monitoraggio n. 2, in prossimità di Corso
Matteotti risultano rispettare i limiti previsti dallle fasce di pertinenza acustica stradali
diurni di Corso Matteotti e del Cavalcavia Marchetti (65 dBA diurni). In periodo
notturno si riscontrano supermenti del limite notturno pari a 55 dBA. La postazione di
monitoraggio n. 2 risulta esterna ad entrambe le fasce di pertinenza acustica
ferroviarie A e B.
Si ricorda la presenza di una componente tonale ascrivibile ad una sorgente continua
che determina una penalizzazione dei valori di livello equivalente.
Attualmente non sono stati distinti i contributi delle singole sorgenti sonore e quindi
non si può attribuire il superamento ad una specifica sorgente sonora. I valori rilevati
presso la postazione di monitoraggio n. 3, in prossimità del Cavalcavia Marchetti
risultano rispettare nel complesso i limiti diurni previsti dalla fascia di pertinenza
acustica ferroviaria B (65 dBA diurni) e del Cavalcavia Marchetti (65 dBA diurni). In
periodo notturno si sono riscontrati supermenti del limite notturno pari a 55 dBA.
PostPostPostPost----operam: Il modello di simulazione acustica operam: Il modello di simulazione acustica operam: Il modello di simulazione acustica operam: Il modello di simulazione acustica
Il modello di calcolo previsionale utilizzato per le valutazioni, le elaborazioni
numeriche e cartografiche contenute nella Valutazione previsionale di clima e impatto
acustico, di cui all’All. 3All. 3All. 3All. 3aaaa e 3e 3e 3e 3bbbb a cui si rimanda per una più approfondita trattazione
dell’argomento, è il CadnaA vers. 3.7.
In aggiunta al corpo architettonico del punto vendita ESSELUNGA, nel modello sono
stati inseriti i complessi residenziali e ricettivi previsti entro il P.I.I. Area Ex AVIR.
Questi fabbricati da un punto di vista acustico rappresentano futuri ricettori, motivo
per cui sono stati considerati nei calcoli post operam come ricettori T, U, V; W, YE, YW,
Z). Inoltre gli stessi influenzeranno il clima acustico dell’area in oggetto in quanto i
corpi architettonici determineranno fenomeni di schermatura acustica del contributo
sonoro delle sorgenti presenti sull’area.
Sono stati inoltre considerati i flussi di traffico indotto desumibili dallo Studio di
Impatto viabilistico e le caratteristiche degli impianti fornite dai progettisti degli
impianti meccanici del punto vendita Esselunga.
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Recettori individuati per lo scenario ex-post
In linea generale non si osservano superamenti dei limiti riconducibili alla
realizzazione del progetto. Si osserva un lieve incremento dell’entità del superamento
già registrato presso il ricettore C nello stato ante operam. Presso tutti gli altri ricettori
considerati non risultano superamenti dei limiti diurni delle fasce di pertinenza stradali
e di zona nello scenario del venerdì medio diurno.
Gli incrementi dei livelli di rumore più significativi si riscontrano presso i ricettori L,
MN e XS e sono ascrivibili, in ordine di entità, al traffico indotto dal punto vendita sulla
viabilità interna, sul parcheggio di superficie e agli impianti tecnologici.
Nello scenario post operam, in particolare presso il ricettore XW si calcolano valori più
contenuti rispetto allo scenario ante operam a causa dell’effetto di ombra acustica
dovuto dalla presenza dei fabbricati residenziali e ricettivi previsti nella porzione nord
dell’area di interesse.
Un’ulteriore elaborazione ha riguardato il calcolo dei livelli sonori generati
esclusivamente dagli impianti tecnologici dall’area di scarico merci e dal parcheggio di
superficie. In questo scenario di calcolo, nel periodo diurno, si osservano i valori più
elevati presso i ricettori L, T ed XS. In particolare presso il ricettore L il contributo
sonoro prevalente deriva dagli impianti in copertura e dal gruppo frigorifero degli
autotreni in fase di scarico merci, presso il ricettore T l’apporto di rumore è generato
dagli impianti in copertura e presso il ricettore XS il contributo principale deriva dal
parcheggio di superficie e secondariamente dagli impianti tecnologici. I livelli sonori
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generati dalle sorgenti di tipo fisso sono tali da rispettare i limiti diurni di emissione di
Classe IV (60 dBA).
In periodo notturno non è prevista attività presso il punto vendita ESSELUNGA, per cui
risultano funzionanti esclusivamente alcuni impianti tecnologici. I livelli sonori
determinati dagli impianti ESSELUNGA sono modesti e non determinano superamenti
del limiti di emissione notturno. (50 dBA). Dal punto di vista dei superamenti dei limiti
notturni delle fasce di pertinenza stradali e dei limiti di immissione notturni non si
rilevano sostanziali differenze rispetto alla situazione ante operam.
Per quanto riguarda il rispetto del limite differenziale, la caratterizzazione del modello
nel caso del venerdì medio (considerato sull’intero periodo diurno e sull’intero periodo
notturno) non determina criticità dal punto di vista del rispetto del limite differenziale
diurno (+5 dBA) e notturno (+ 3 dBA).
Le analisi svolte nello Studio di Impatto acustico non hanno fatto emergere criticità
legate all’insediamento della realtà commerciale considerata.
In conclusione lo studio evidenzia la conformità dell’intervento alla normativa acustica
applicabile.
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4.4.7 Ambiente biotico
Il Comune di Sesto Calende è compreso, relativamente alla parte di territorio non
urbanizzato, entro i confini del Parco Lombardo del Ticino, istituito nel 1974, un’area
protetta regionale, con una estensione totale di 91.000 ettari, ed è caratterizzato dalla
presenza di elementi di elevata naturalità appartenenti alla rete Natura 2000 e
costituenti la rete ecologica regionale e provinciale.
Fonte: PTCP Varese. Estratto tavola PAE 3
Come si può evincere dalla tavola del PTCP provinciale di Varese (rif. tav. PAE 3), il
territorio comunale è interessato dal Sito di Importanza Comunitaria (SIC) “Sorgenti del
Rio Capricciosa” a nord (con perimetro verde), dalle zone di protezione speciale “Boschi
del Ticino” e “Canneti del Lago Maggiore a Ovest e sud/ovest (in colore arancione).
In virtù di quanto sopra evidenziato è da ritenersi necessario l’assoggettamento della
variante di PGT a specifica procedura di Valutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di IncidenzaValutazione di Incidenza (ai sensi del D.P.R. n.
357 del 8 settembre 1997, dell’art. 25bis della LR n. 86 del 30 novembre 1983 e
s.m.i., e della DGR n. VII/14106 del 8 agosto 2003), da avviarsi contestualmente alla
Valutazione Ambientale Strategica.
4.4.8 Fattori di rischio antropico
Dall’analisi del quadro informativo disponibile, fornito dalla pianificazione
sovraordinata e dagli enti di controllo, all’interno del comparto oggetto di PII e nel
contesto di inserimento dell’ambito stesso, non sono presenti elementi rappresentanti
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specifico fattore di potenziale rischio per i futuri addetti o per i clienti del futuro
comparto commerciale.
In particolar modo non si rileva la presenza di:
• linee elettriche aeree ad Alta ed Altissima tensione;
• stabilimenti a rischio di incidente rilevante (fonte: Ministero Ambiente, aprile
2012).
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4.5 Verifica dell’incidenza sulla Rete Natura 2oooVerifica dell’incidenza sulla Rete Natura 2oooVerifica dell’incidenza sulla Rete Natura 2oooVerifica dell’incidenza sulla Rete Natura 2ooo
Lo studio d’incidenza ha valutato i possibili effetti derivanti dalla proposta di variante
puntuale al Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio del Comune di
Sesto Calende (VA) sullo stato di conservazione degli habitat e delle specie di flora e
fauna di interesse comunitario tutelate dai tre siti della rete Natura 2000, ovvero il SIC
IT2010009 “Sorgenti del Rio Capricciosa”, la ZPS IT2080301 “Boschi del Ticino” e la ZPS
IT2010502 “Canneti del Lago Maggiore”, che interessano il territorio comunale.
La metodologia adottata è quella prevista dalla normativa in materia e dai manuali
elaborati dalla Comunità Europea.
Per la definizione dello stato dell’ambiente dell’area vasta e dell’area d’intervento, con
particolare riguardo alle componenti naturalistiche, è stato utilizzato materiale
bibliografico, integrato da sopralluoghi effettuati nel mese di gennaio 2014.
Tramite l’analisi degli elementi contenuti nella proposta progettuale sono state
identificate le azioni in grado di produrre potenziali incidenze sulle specie di flora e
fauna e sugli habitat di interesse comunitario tutelate dal SIC e dalle due ZPS e ne è
stato valutato il livello di significatività.
L’area del P.I.I. ex-AVIR, in cui è già attivo un cantiere, è esterna alle aree protette
oggetto di studio ed è separata da esse da un’ampia fascia urbanizzata, perciò
l’ambito non interferisce direttamente né con alcun habitat di interesse comunitario
(allegato I direttiva 92/43/CEE) né con le specie di flora di interesse comunitario
(allegato II direttiva 92/43/CEE) e con quelle di interesse conservazionistico segnalate
nel Formulario Standard dei tre siti Natura 2000. Dall’analisi non sussistono quindi
impatti diretti significativi.
Sono stati presi in considerazione eventuali impatti indiretti sia su flora e habitat che
sulla fauna, dovuti all’eventuale alterazione della qualità dell’aria e delle acque
sotterranee e superficiali, all’inquinamento floristico da specie alloctone e, infine,
all’alterazione della funzionalità e continuità della rete ecologica.
Dall’analisi non sono emersi impatti indiretti significativi, ad esclusione della presenza
delle vetrate sui lati dell’edificio commerciale, che potrebbero arrecare disturbo
all’avifauna. Tale impatto è tuttavia facilmente mitigabile con l’utilizzo di vetri opachi
non riflettenti, eventualmente corredati dall'apposizione di “silhouette” di Rapaci.
Ulteriori suggerimenti contenuti nello studio di incidenza sono: l’impiego di specie
autoctone, l’accertamento della provenienza di eventuali terre di riporto e il
monitoraggio dell’ingresso di eventuali specie alloctone nell’area di cantiere.
Nel caso in cui tali mitigazioni vengano recepite le incidenze si considerano pressoché
nulle per il mantenimento degli habitat e delle specie di flora e fauna di interesse
comunitario.
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Quanto argomentato all’interno dello studio è sintetizzato nella seguente tabella (rif.
Studio di incidenza allegato ai documenti di variante al PGT).
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4.6 Quadro conclusivo: il LiveQuadro conclusivo: il LiveQuadro conclusivo: il LiveQuadro conclusivo: il Livello di integrazione dei llo di integrazione dei llo di integrazione dei llo di integrazione dei
criteri di sostenibilità criteri di sostenibilità criteri di sostenibilità criteri di sostenibilità
Il presente Capitolo conclude la fase di valutazione della Proposta di variante puntuale
al DdP del PGT evidenziando il livello di integrazione degli indirizzi di sostenibilità di
interesse per il caso in oggetto, definiti per le differenti tematiche ambientali dagli
strumenti di pianificazione sovraordinata, ossia il PTR ed il PTCP.
Come si evince dall’analisi del precedente Par. 4.2 del presente Rapporto Ambientale, i
due strumenti presi a riferimento evidenziano coincidenze tra gli indirizzi espressi.
Al fine, pertanto, di evitare duplicazioni e ridondanza nelle considerazioni del caso, si
procede nel seguito ad una aggregazione dei medesimi o similari riferimenti prefissati
dal PTR e dal PTCP, risultati pertinenti per il caso in oggetto dall’analisi di cui al
precedente Par. 3.1, definendo così un quadro univoco e più funzionale per il
confronto con la Proposta di PA.
Integrazione dei CSA nella proposta di variante al DdP del PGT
Criterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilità à à à
ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA)
assuntoassuntoassuntoassunto
Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto
dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta di variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGT
CSA 01CSA 01CSA 01CSA 01
Evitare fattori di criticità
sul sistema viabilistico
Nella definizione della Proposta di Variante sono state eseguite
specifiche indagini per la valutazione dell’impatto del traffico indotto
della nuova configurazione commerciale dell’ambito, in riferimento
alle riserve di capacità e dei Livelli Operativi di Servizio della rete
viaria dei comparti.
La verifica delle prestazioni è stata fatta con il modello francese
Girabase© che permette di quantificare il ritardo medio sui rami di
accesso di intersezioni a raso disciplinate a rotatoria e la conseguente
determinazione dei livelli di servizio.
Per ogni ramo di accesso sono stati calcolati: la riserva di capacità
delle corsie di ingresso, il tempo medio d’attesa e la coda media sui
rami di attestazione.
Come riportato nello studio di traffico, le prestazioni dei singoli rami
delle rotonde sono sempre al di sotto della curva di saturazione.
I tempi d’attesa stimati hanno valori medi oscillanti tra 0 e 4 secondi.
La formazione media di code è compresa tra 0 e 4 veicoli.
L’indotto veicolare generato/attratto dalle superfici a destinazione
commerciale è stato calcolato per la giornata di venerdì e di sabato,
valutando un parametro dimensionale (veicoli/mq) variabile secondo:
- superficie di vendita;
- tipologia di superficie di vendita;
- appartenenza /non appartenenza a una Zona Critica
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Criterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilità à à à
ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA)
assuntoassuntoassuntoassunto
Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto
dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta di variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGT
- giorno della settimana.
I flussi di traffico così calcolati sono stati poi ripartiti, all’interno
dell’ora di punta, secondo quanto previsto dalla metodologia della
Regione Lombardia, al 60% in ingresso e al 40% in uscita dall’area
commerciale.
Le analisi relative alle riserve di capacità del sistema viabilistico di
progetto hanno messo in evidenza:
- la conferma della possibilità di disciplinare le principali
intersezioni critiche del comparto attraverso l’inserimento delle
rotatorie urbane previste dal PII;
- la presenza di riserve di capacità del sistema viario anche a fronte
dell’incremento della domanda di trasporto dovuta
all’inserimento della nuova polarità commerciale;
- gli accodamenti previsti nei rami in ingresso delle rotatorie
esaminate sono sempre ridotti a valori inferiori alla decina di
veicoli, per cui, anche considerando un intervallo di confidenza
dei risultati del modello Girabase applicato pari al 20% circa,
relativamente alle riserve di capacità, si può affermare che non
sono previsti accodamenti tali da provocare intralcio alla
circolazione nello schema progettuale previsto.
CSA 02CSA 02CSA 02CSA 02
Migliorare la qualità
dell’aria e ridurre le
emissioni climalteranti
ed inquinanti
Al fine di valutare l’impatto sulla componente ambientale atmosfera
dal traffico veicolare indotto dall’intervento di progetto, è stato
redatto un apposito studio in riferimento a quanto previsto dalla
D.G.R. 20/12/2013 n. X/1193, ed in particolare:
- Carico emissivo dell’intervento;
- Incremento delle concentrazioni in atmosfera degli inquinanti;
- Confronto con i limiti di legge.
Dalla valutazione effettuata, il carico emissivo indotto dall’incremento
di traffico generato dell’intervento di progetto, rapportato alle stime
emissive INEMAR del Macrosettore 7 “Trasporti su strada” per il
Comune di Sesto Calende, è risultato non significativo.
Per quanto concerne l’incremento di concentrazioni in atmosfera
degli inquinanti ed il
confronto con i limiti di legge, sono state fatte delle stime con il
modello di dispersione da sorgente lineare CALINE 4 dell’EPA.
Sono stati considerati i seguenti inquinanti rappresentativi:
- CO (media max sulle 8 ore);
- NO2 (max orario e media annuale);
- PM10 (media giornaliera e media annuale);
- C6H6 (media annuale).
In corrispondenza di tutti i ricettori individuati è stato verificato come
il contributo generato dal traffico veicolare stimato per lo stato post
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Criterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilità à à à
ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA)
assuntoassuntoassuntoassunto
Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto
dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta di variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGT
operam porti ad un incremento di concentrazioni inquinanti modesto.
Quindi, a seguito di quanto sopra esposto e delle considerazioni
riportate, lo studio di impatto acustico riporta le seguenti conclusioni:
“si ritiene che l’intervento di progetto sia da ritenersi ambientalmente
compatibile in riferimento alla componente Atmosfera”.
CSA 03CSA 03CSA 03CSA 03
Prevenire, contenere e
abbattere
l’inquinamento acustico
Per la presente valutazione è stato acquisito uno specifico studio
redatto per la verifica dell’eventuale introduzione di fattori di criticità
di natura acustica.
In generale i livelli di rumore registrati sono ascrivibili principalmente
alle infrastrutture viarie (stradali e ferroviaria). I valori rilevati presso
la postazione di monitoraggio n. 1, in prossimità di Via Risorgimento
risultano rispettare nel complesso i limiti previsti dalla fascia di
pertinenza acustica ferroviaria B (65 dBA diurni e 55 dBA notturni), i
limiti delle fasce di pertinenza acustica stradale di Via Risorgimento
(65 dBA diurni e 55 dBA notturni) e del Cavalcavia Marchetti (65 dBA
diurni e 55 dBA notturni) sia in periodo diurno che in periodo
notturno. I limiti di immissione del Piano di Zonizzazione Acustica
appaiono rispettati.
L’elaborazione che ha riguardato il calcolo dei livelli sonori generati
esclusivamente dagli impianti tecnologici dall’area di scarico merci e
dal parcheggio di superficie, nel periodo diurno, evidenzia i valori più
elevati presso i ricettori L, T ed XS. In particolare presso il ricettore L
il contributo sonoro prevalente deriva dagli impianti in copertura e
dal gruppo frigorifero degli autotreni in fase di scarico merci, presso
il ricettore T l’apporto di rumore è generato dagli impianti in
copertura e presso il ricettore XS il contributo principale deriva dal
parcheggio di superficie e secondariamente dagli impianti
tecnologici. I livelli sonori generati dalle sorgenti di tipo fisso sono
tali da rispettare i limiti diurni di emissione di Classe IV (60 dBA).
In periodo notturno non è prevista attività presso il punto vendita
ESSELUNGA, per cui risultano funzionanti esclusivamente alcuni
impianti tecnologici. I livelli sonori determinati dagli impianti
ESSELUNGA sono modesti e non determinano superamenti del limiti
di emissione notturno. (50 dBA). Dal punto di vista dei superamenti
dei limiti notturni delle fasce di pertinenza stradali e dei limiti di
immissione notturni non si rilevano sostanziali differenze rispetto alla
situazione ante operam.
Per quanto riguarda il rispetto del limite differenziale, la
caratterizzazione del modello nel caso del venerdì medio (considerato
sull’intero periodo diurno e sull’intero periodo notturno) non
determina criticità dal punto di vista del rispetto del limite
differenziale diurno (+5 dBA) e notturno (+ 3 dBA).
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Criterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilità à à à
ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA)
assuntoassuntoassuntoassunto
Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto
dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta di variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGT
CSA 04CSA 04CSA 04CSA 04
Prevedere forme di
gestione ecoefficienti
delle acque
Acque di prima pioggia e di lavaggioAcque di prima pioggia e di lavaggioAcque di prima pioggia e di lavaggioAcque di prima pioggia e di lavaggio
Le acque meteoriche di dilavamento sono solamente quelle relative
alle aree carrabili, cortili, parcheggi e aree pedonali, mentre per le
aree di copertura degli edifici commerciali, residenziali e ricettivo si
tratta di acque pluviali che saranno trattate come acque di seconda
pioggia.
Le acque meteoriche di dilavamento delle aree pedonali di pertinenza
di edifici e installazioni nelle quali non si svolgono attività di cui
all’art. 3, comma 1 del Regolamento Regionale n. 4 del 24 marzo
2006, non sono soggette a regolamentazioni che prevedano
particolari separazioni o trattamenti e pertanto saranno raccolte e
scaricate come le acque di seconda pioggia.
Le acque meteoriche di dilavamento per cui si prevede l’installazione
di una vasca di separazione di prima pioggia ed un successivo
trattamento di dissabbiatura e disoleazione sono quelle provenienti
dalle superfici delle aree carrabili, cortili, parcheggi. Al sistema di
trattamento di cui sopra saranno convogliate le acque di lavaggio
raccolte nelle autorimesse ai piani interrati, provenienti dalle
intercapedini e delle rampe di accesso alle autorimesse stesse.
Successivamente al trattamento tali acque saranno recapitate nel
corso d’acqua superficiale (torrente Lenza).
Acque di seconda pioggiaAcque di seconda pioggiaAcque di seconda pioggiaAcque di seconda pioggia
Come indicato dal Regolamento Regionale n. 4 del 24 marzo 2006, le
acque di seconda pioggia che interessano tutte le superfici di cui al
punto precedente, non provenendo da superfici scolanti di cui al
comma 1, lettere a) e b) che comprende le industrie petrolifere e/o
chimiche, possono essere scaricate nel sottosuolo ovvero in corsi
superficiali, secondo le modalità previste dal Regolamento Comunale.
In questo intervento si prevede l’utilizzo come recapito finale del
torrente Lenza, in ottemperanza al Piano di Risanamento Regionale
delle Acque (DGR 13950 del 01/08/2003) nel caso, come quello in
esame, di aree già dotate di pubblica fognatura.
CSA 05CSA 05CSA 05CSA 05
Riqualificare i fattori di
degrado, reale e
potenziale, dei suoli
Il PII ha provveduto alla bonifica dell’area ex AVIR, conclusa e
certificata dalla Provincia di Varese, nonché al ripristino e alla
riqualificazione dell’alveo del Torrente Lenza.
Le acque sotterranee sono periodicamente monitorate attraverso 6
piezometri installati nell’area di intervento.
CSA 06CSA 06CSA 06CSA 06
Tutelare e sviluppare
servizi ecosistemici a
livello locale
La Proposta di PII non interferisce (direttamente ed indirettamente)
con elementi di specifica attenzione ecosistemica o che possano
potenzialmente assolvere a tale ruolo.
E’ stato redatto lo studio d’incidenza al fine comunque di valutare i
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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Criterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilitCriterio di sostenibilità à à à
ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA) ambientale (CSA)
assuntoassuntoassuntoassunto
Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto Considerazioni in merito al relativo livello di integrazione raggiunto
dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta dalla Proposta di variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGTdi variante al DdP del PGT
possibili effetti derivanti dalla proposta di variante puntuale al
Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio del Comune
di Sesto Calende (VA) sullo stato di conservazione degli habitat e
delle specie di flora e fauna di interesse comunitario tutelate dai tre
siti della rete Natura 2000, ovvero il SIC IT2010009 “Sorgenti del Rio
Capricciosa”, la ZPS IT2080301 “Boschi del Ticino” e la ZPS IT2010502
“Canneti del Lago Maggiore”, che interessano il territorio comunale.
Suggerimenti per una maggior integrazione del CSASuggerimenti per una maggior integrazione del CSASuggerimenti per una maggior integrazione del CSASuggerimenti per una maggior integrazione del CSA
Dall’analisi effettuata nello studio di incidenza non sono emersi
impatti indiretti significativi, ad esclusione della presenza delle
vetrate sui lati dell’edificio commerciale, che potrebbero arrecare
disturbo all’avifauna. Tale impatto è tuttavia facilmente mitigabile
con l’utilizzo di vetri opachi non riflettenti, eventualmente corredati
dall'apposizione di “silhouette” di Rapaci.
Ulteriori suggerimenti contenuti nello studio di incidenza sono:
l’impiego di specie autoctone, l’accertamento della provenienza di
eventuali terre di riporto e il monitoraggio dell’ingresso di eventuali
specie alloctone nell’area di cantiere.
CSA 07CSA 07CSA 07CSA 07
Prevenire, contenere e
abbattere
l’inquinamento
luminoso
Il PII integra già al suo interno scelte coerenti con gli indirizzi e i
disposti normativi in materia di abbattimento dell’inquinamento
luminoso.
La Proposta prevede, infatti, l’installazione di corpi illuminanti esterni
conformi alle disposizioni della L.R. 17/2000 e s.m.i.
Al fine, poi, di ridurre il numero delle sorgenti luminose che si
renderebbero necessarie per l’illuminazione delle aree esterne si
suggerisce la scelta di proiettori che mostrano un’alta ecoefficienza a
fronte di un numero ridotto di corpi illuminanti.
COMUNE DI SESTO CALENDE (VA)
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Rapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto AmbientaleRapporto Ambientale
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5555 IL SISTEMA DI MONITOIL SISTEMA DI MONITOIL SISTEMA DI MONITOIL SISTEMA DI MONITORAGGIORAGGIORAGGIORAGGIO
Un elemento fondamentale della Valutazione Ambientale Strategica è quello relativo al
controllo del Piano e quindi ai contenuti ed alle modalità attuative del Monitoraggio.
Il Monitoraggio Ambientale del Piano è previsto dall’Art. 10 della Direttiva 2001/42/CE
e deve essere contemplato all’interno del Rapporto Ambientale, come indicato al Punto
i) dell’Allegato I della stessa Direttiva VAS.
In considerazione delle analisi condotte relativamente allo stato dei settori ambientali
oggetto di approfondimento e alle relative valutazioni espresse in merito agli effetti
potenzialmente attesi dall’intervento si propone l’attuazione delle seguenti attività di
monitoraggio.
Attività di controllo proposte
SettoreSettoreSettoreSettore FinalitàFinalitàFinalitàFinalità ModalitàModalitàModalitàModalità
Rumore
Controllare eventuali segnalazioni di
disturbo indotto e/o superamenti dei
limiti di legge
⋅ Campagna fonometrica in continuo
⋅ Raccolta segnalazioni e/o esposti
Atmosfera Verifica della qualità dell’aria Monitoraggio del livello di inquinanti in
atmosfera