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TESINA FORME E FIGURE DEI LIGUAGGI AUDIOVISI Professore Paolo Castelli Storia dell’Arte Contemporanea e Linguaggi della Comunicazione Visiva Politecnico di Milano Scuola del Design PRIMA PARTE Differenza di piani e discorsi narrativi tra La Vita è Bella e La Tigre e la Neve SECONDA PARTE La evoluzioni nei titoli di Pinocchio di Benigni Fernando Carvalho Tabone Universidade de São Paulo Borsista CAPES - 3873/12-9 A.A. 2012-2013

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TESINA FORME E FIGURE DEI LIGUAGGI

AUDIOVISI

Professore Paolo Castelli

Storia dell’Arte Contemporanea e Linguaggi della

Comunicazione Visiva

Politecnico di Milano

Scuola del Design

PRIMA PARTE

Differenza di piani e discorsi narrativi tra La Vita è

Bella e La Tigre e la Neve

SECONDA PARTE

La evoluzioni nei titoli di Pinocchio di Benigni

Fernando Carvalho Tabone

Universidade de São Paulo

Borsista CAPES - 3873/12-9

A.A. 2012-2013

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La Vita è Bella

Italia

1997

Roberto Benigni Regia

Toninno D. Colli Fotografia

La Tigre e la Neve

Italia

2005

Roberto Benigni Regia

Fabio Cianchetti Fotografia

Pinocchio

Italia

2002

Roberto Benigni Regia

Dante Spinotti Fotografia

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La scelta di fare Benigni il centro di questo studio

“Al di là del bene e del male, al di là

del personale credo politico, l’attore ha fatto

esplodere l’Italia intera in una colossale

risata. Clown, folletto, giullare, buffone,

fustigatore di costumi, briccone divino, poeta

della risata, della parola e del gesto: è bello

sparlo lì, in un angolo, pronto a balzarci

adosso per farci il solletico.” Benigni [1]

Tra tante opzione nella storia del cinema ho

voluto scegliere il regista che per me più rappresentava

il cinema italiano. Non ho avuto bisogno di pensare

troppo per arrivare in Roberto Benigni, che ha fatto

regia – e anche l'attore; sempre insieme a sua moglie,

Nicoletta Braschi –, in alcuni delle principale opere del

cinema italiano a colore, tra cui: Il Piccolo Diavolo

(1988), Johnny Stecchino (1991), Il Mostro (1994), La

Tigre e la Neve (2005) e La Vita è Bella (1997), che ha

ricevuto 5 nomination e 3 premi del premio

internazionale più importante del cinema: l’Oscar – per

la prima volta nella storia il premio di migliore attore

protagonista fu consegnato a un non anglofono [2].

Oltre la sua importanza come professionista

del cinema, Benigni è anche il più gran’entusiasta della

cultura italiana e la esalta in ogni volta che ne ha

l’opportunità, attaverso diversi media. Tante volte

emozionante, come nel suo discorso nel palazzo

Quirinale[3], nella occasione della cerimonia che há

concluso l’anno di omaggi ai 150 anni della Unità

Italiana; e tanti altri divertente e famose, come nella

sua apparizione al Parlamento Europeo[4], molto

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diffusa su l’Youtube. C’è anche il suo più recente

progetto, chiamato Tutto Dante, in cui lui realizza

recitazione della Divina Commedia per grandi pubblici

in piazze pubbliche.

Benigni è, per me, il Dante di oggi. È il

maggiore rappresentante e diffusore della cultura di

una Italia unita. È per tutto detto che dedico a lui

questo studio.

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PRIMA PARTE

Differenza di piani e discorsi narrativi tra La Vita è

Bella e La Tigre e la Neve

“Come regista Benigni è curioso,

osserva i nuovi strumenti con cui si trova a

operare ma non tenta di fare ‘il passo più

lungo della gamba’: una scritturaregistica

pulita e rigorosa per un film in cui l’immagine

è al servizio della parola, filtrata attraverso

invisibili movimenti di macchina, funzionali

campi-controcampi, la semifissità della

penna/machina da presa. Lócchio indiscreto

del mezzo cinematografico segue e precede

l’attore, insistendo sul suo primo piano e sulla

sua ciondolante figura intera” Benigni [5]

I piani di inquadratura utilizzati in La Vita è

Bella e La Tigre e la Neve ci offrono analisi speciali,

siccome trattano di storie simili, hanno un ruolo

speciale nella differenziazione dei discorsi narrativi.

Entrambi i film ritraggono la storia d’amore tra gli

stessi attori, Roberto e Nicolleta, che superarono le

difficoltà imposte per una guerra - la Seconda Guerra

Mondiale nel primo caso, e l’invasione americana

dell'Iraq nel secondo.

Nonostante le similarità, l'uso del primo piano,

o piano chiuso, permette di distinguere l’importanza

dei personaggi e ci porta ad un'importante differenza

narrativa tra i film. Ne La Tigre e La Neve, Attilio, il

personaggio di Benigni, corteggia dall'inizio alla fine

Vittoria, il personaggio della Braschi. Le camere

ritraggono questo rapporto mettendo spesso Vittoria in

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primo piano, che è un piano intimo, molto vicino, che

valorizza il personaggio e trasmette sentimento.

Questo primo piano è stato composto sempre

decentrato, con angolazione chiamata tre quarti, in

posizione laterale, approssimativamente 45°. È

un’approccio che favorisce la sensazione di

contemplazione del personaggio, simulando il vero

sguardo quotidiano di ammirazione. Direi che

perfettamente appropriato per una situazione di

passione di Attilio per Vittoria.

Ne La Vita è Bella anche c'è una situazione di

corteggio tra Benigni e Braschi, ora nei personaggio di

Guido e Dora. Nel corso di tutta la fase che ante-viene

il campo di concentrazione, Guido cerca di conquistare

Dora, che allora stava promessa a un nobile uomo di

aspirazione nazifasciste. Anche avendo un corteggio

similare a quello de La Tigre e la Neve, diverso di

Vittoria, Dora praticamente non è messa nemmeno una

volta nel primo piano, come è stato fatto con Vittoria.

È rimasta solo nel piano medio, o piano congiunto, che

spesso rivela interazione tra al meno due persone, qui

sempre con Guido.

A certo punto Dora cede al'amore di Guido e

dunque ci succede un salto temporale, che rivela che

loro hanno proseguito insieme e hanno avuto un figlio,

Giosuè, ora con circa di 6 anni. Questo personaggio

allora è ritrattato ripetute volte nello stesso tipo di

inquadratura utilizzato ne La Tigre e la Neve nel

personaggio Vittoria, o sia, primo piano, decentrato.

Questo appoggio su di lui porta importanza al

personaggio e conduce il pubblico a riflettere su la sua

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condizione e il suo rapporto con Guido, che crea tutta

una storia finta per nascondere i orrori dei naziste.

Quindi la risorsa dell'inquadrature è utilizzata

per mettere in centro lo soggetto principale, perché

anche se nei due film c'è rappresentato il rapporto tra

uomo e donna, solo en La Tigree la Neve questo è lo

soggetto principale, ne La Vità è Bella invece lo

soggetto principale è il rapporto tra il padre e il suo

figlio.

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La Tigre e la Neve

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La Vita è Bella

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SECONDA PARTE

L'evoluzione nei titoli del Pinocchio di Benigni

“(...) come tutti i miti porta con sé un

conflitto irrisolubile, disintricabile e il più

antico del mondo: non si può essere felici. E

queste sono cose che sbriciolano il cuore di

belezza. Dopo la Bibbia, ‘Pinocchio’ è il libro

più venduto di tutti i tempi. E la Bibbia è

avvantaggiata perchè è l’unico caso al mondo

in cui l’altore del libro è anche l’autore dei

lettori... ‘Pinocchio’ è la gioia, la

spensieratezza, il dolore, la felicità, l’illusione,

la libertà, la fantasia, la cattiveria, la purezza,

l’esuberanza, e via e via...” Benigni [6]

La favola di Pinocchio, il burattino di legno

che vive, è antica. Nasce in un romanzo scritto a

Firenze dall'italiano Carlo Lorenzini, nel 1881. Nei

quasi 120 anni che sono passati, la favola fu adattata

per diversi mezzi tante volte: tra fumetti, serie

televisive, cinema e tra tanti altri - la più famosa è stata

quella del cartone animatio della Disney, di 1940 che

però già fu rilanciata più di sette volte.

Benigni, non è solo cineasta e entusiasta della

cultura italiana, ma è anche nato a Firenze, cosa che gli

dà un motivo in più per lavorare su questa storia già

consacrata. Dopo il sucesso de La Vita è Bella, nel

2002 Benigni lancia la sua versione della favola di

Pinocchio[4] per il cinema, in cui interpretta Pinocchio

- mentre la Braschi interpreta fata turchina. La opera,

tuttavia, no è stata ben accolta dalla critica, al punto

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che il film venne considerato uno dei peggiore film

dell'anno e Benigni riceve il satiro "Rapsberry Award"

di peggiore attore dell'anno.

Prima del Pinocchio di Benigni, la più recente

versione della favola nel cinema italiano fu quella di

Luigi Comencini[5], che diresse il lungometraggio Le

Avventure di Pinocchio in 1972 - che sicuramente ha

avuto più successo della versione di Benigni. Però, se

facciamo un paragone tra i titoli utilizzati in entrambi

film, vedremmo che, al meno su questo punto, la scelta

di Benigni è stata più interessante.

Comencini ha fatto opzione per una tipografia

gialla, con linee nere, centralizzata e mescolata tra tipi

alti e bassi - design tipico del Western, le scritte

risultano troppo grandi e non lasciano molto spazio

libero sullo schermo, pregiudicando anche la

visualizzazione delle scene. Con Benigni però i titoli

cominciano con la logo e la firma sonora della

Melampo Cinematografia, la produttrice di Benigni e

Braschi, apparizione tradizionale nei loro film. Dopo

questo, il film comincia con scene simili quelle de Le

avventure di Pinocchio di Comincini, poiché entrambi

ritraggono nei primi secondi l’entrata di un carrello

nella città - anche se ognuno ha ritrattato carrelli di

personaggi diversi, ci sono molte somiglianze nelle

scene. Però, quando arrivano i titoli veri e propri, ci

sono differenze chiare, a cominciare dal fatto che

Benigni ha scelto una tipografa molto più discreta.

La tipografia di Benigni è sans serif, tutta in

tipi alti, bianca, centralizzata ma posizionata in basso a

destra, permettendo agli spettatori di vedere

corretamente le scene. L'ultima scena delle titolazioni

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mostra un'altra scelta importante di Benigni, che

conclude con la parola Pinocchio - il titolo del suo film

– realizzato con una tipografia gialla con linee nere -

un chiaro riferimento al passato e alla tradizione e

giocosità della favola. Nella sua versione invece

Comencini concludeva i titoli di testa con un auto

riferimento Regia Luigi Comincini.

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Pinocchio

Roberto Benigni

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Le Avventure di

Pinocchio

Luigi Comencini

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Riferimenti

[1] P.110 [5] P.34 [6] P.10

Libro: “Roberto Benigni”, Cristina Borsatti, Editrice Il

Castoro Cinema, 2001.

[2] Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Roberto

_Benigni e l’entrega del premio di Miglior Atttore

Protagonista a Benigni sta tra i momenti più divertente

e emozionante della storia del’Oscar:

http://www.youtube.com/watch?v=8cTR6fk8frs

[3] Discorso di Benigni al Quirinale

http://www.youtube.com/watch?v=crmSxF_i5B8

[4] Discorso di Benigni nel Parlamento Europeu

http://www.youtube.com/watch?v=mZwaLa1y5Zk

[7] Pinocchio, Roberto Benigni (streaming)

http://www.cineblog01.net/pinocchio-roberto-benigni-

-2002/

[8] Le Avventure di Pinocchio (streaming)

http://www.youtube.com/watch?v=WzjPjc1XZx4

[9] Libro: “La vita è bella”, Roberto Benigni e

Vincenzo Cerami, Editrice Einaudi, 1998.

[10] Libro consulta: “Roberto Benigni e l’alluce fu:

Monologhi & Gag”, Marco Giusti, Editrice Einaudi,

1996.