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L uciano Tronchin
L ’Universo sonoro
Monografia di titolazioneAprile2002
SCUOLA MODEL L O DI BIODANZA –
MILANO – ITALIA
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INDICE
1. Il mio incontro con la Biodanza Pg. 1
2. Introduzione Pg. 3
3. La musica: il pensiero di Rolando Toro Pg. 4
4. Da Pitagora a Witten
4.1 Pitagora Pg. 7
4.2 Pitagora e il monocorde Pg. 9
4.3 L’armonia delle Sfere celesti Pg. 12
4.3.1 Un esempio di un musicista
contemporaneo: la “musica dei pianeti” di
Gustav Holst Pg. 15
4.4 La teoria della Superstringa Pg. 16
4.5 Una nuova metafisica? Pg. 18
Note Capitolo 4 Pg. 20
5. Alcuni progetti scientifici sui suoni dei corpi
celesti Pg. 22
5.1 I suoni della Terra: Il progetto INSPIRE
della NASA Pg 23
5.2 Il suono del Sole: Il progetto Michelson
Doppler Imager Pg. 25
5.3 Il suono delle Pulsar Pg. 26
5.4 L’Istituto Seti Pg. 27
Note Capitolo 5 Pg. 28
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6. La musica e il suono
6.1 Il suono Pg. 29
6.2 Le caratteristiche di un suono Pg. 30
6.3 Il timbro Pg. 316.4 La percezione del suono Pg. 33
6.5 Dal suono all’elettricità Pg. 35
6.6 L’impianto audio Pg. 36
6.7 Gli amplificatori valvolari Pg. 37
6.8 La conversione analogico-digitale Pg. 39
6.9 La conversione digitale-analogico Pg. 40
6.10 Il formato MP3 Pg. 41
6.11 Le ultime ricerche: gli olofoni Pg. 42
Note Capitolo 6 Pg. 47
7. Il suono e le onde cerebrali Pg. 48
7.1 Onde beta Pg. 49
7.2 Onde theta Pg. 49
7.3 Onde Alfa Pg. 49
7.4 Onde Delta Pg. 49
7.5 Il fenomeno della risonanza Pg. 50
7.6 I due emisferi cerebrali e il ritmo binaurale Pg. 51
7.7 Brain & dream machines Pg. 54
Note Capitolo 7 Pg. 57
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8. Alcune ricerche sulla risonanza tra micro e
macrocosmo Pg. 58
8.1 La risonanza di Schumann Pg. 59
8.2 Le ricerche di Hans Cousto Pg. 628.2.1 L’ottava cosmica Pg. 64
8.3 Un esempio di un musicista contemporaneo:
Anugama e la risonanza cosmica Pg. 67
Note Capitolo 8 Pg. 70
9. Gli effetti della musica Pg. 72
9.1 Effetti biologici della musica Pg. 72
9.2 L’effetto Mozart Pg. 74
9.3 Le ricerche di Alfred Tomatis Pg. 78
Note Capitolo 9 Pg. 83
10. Biomusica Pg. 84
10.1 Le ricerche di Suzumo Ohno Pg. 85
10.2 Le ricerche sulla musica del DNA Pg. 90
10.3 Applicazioni nel campo della diagnosi
medica Pg. 95
10.4 La musica delle piante medicinali Pg. 97
Note Capitolo 10 Pg. 100
11. Biodanza e musica Pg. 10111.1 La biomusica in Biodanza Pg. 101
11.2 La musica in Biodanza Pg. 102
11.3 Musica organica e musica inorganica Pg. 104
11.4 Semantica musicale in Biodanza Pg. 105
Note Capitolo 11 Pg. 109
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12. Il mio gruppo di Biodanza Pg. 111
12.1 Descrizione del gruppo Pg. 111
12.2 I corsisti Pg. 111
12.3 Il programma Pg. 11412.4 Il locale di lavoro Pg. 123
12.5 Gli effetti sugli individui e sul gruppo Pg. 124
12.6 La mia esperienza di conduzione Pg. 126
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1. Il mio incontro con la Biodanza
Era l’autunno del 1994. Pensando ad allora è come se tornassi indietro con
la memoria non di pochi anni, è come se tornassi ad un’altra esistenza, quasi
un’altra vita. Ero appena stato in India con mia moglie Marilena e mia figliaAnna.
Avevo conosciuto Marilena nel 1979 ed era stata, come dice Rolando, “una
scelta assoluta”, anche se con molte difficoltà reciproche. Dopo il nostro
incontro, a differenza del classico “colpo di fulmine” c’è stato come un
lento avvicinarci che ha stabilito un’unione profonda. Ci siamo sposati e nel
1980 è nata Anna. Eravamo una famiglia, una coppia come tante altre, in
cui c’erano momenti di scontro e tensione, momenti di confronto e momenti
di incontro. Ma eravamo profondamente uniti e questo è quello che poi
conta di più.
Non intendo ora scrivere un’agiografia di Marilena, come la nostra natura
umana ci porterebbe a fare; tendiamo infatti a ricordare solo i momenti più
belli e felici e ci dimentichiamo anche degli altri meno idilliaci che pure
sono complementari ai primi.
Quando penso agli anni del mio matrimonio con Marilena so ora vedere
tutto, anche le inevitabili increspature, le zone d’ombra, le incapacità ed
incomprensioni reciproche che pure non ci hanno impedito di vivere con
gioia e serenità, con affetto e nutrimento reciproco, il nostro rapporto.Tutto sommato sono stati anni felici ed abbastanza spensierati, anni in cui
vivevo senza pormi tante domande ed interrogativi, forse ad un livello
anche superficiale, come fanno molti.
Poi verso il 1990 le cose cambiarono bruscamente. Marilena si ammalò: un
tumore al seno. Era come se avesse coltivato e successivamente custodito
gelosamente quella malattia: c’erano tutte le sue ansie infantili represse, le
sue aspirazioni adolescenziali tarpate, la sua voglia di scoperta ed avventura
mai perseguita, i risentimenti per ciò che sarebbe stato suo diritto avere ma
non aveva ricevuto. Iniziò allora un lungo cammino che ci portò oltre chetra corsie di ospedale ed ambulatori medici alla ricerca dell’ultimo ritrovato,
dell’ultima cura medica approntata, ad intraprendere un viaggio molto più
arduo dentro noi stessi. Partecipammo assieme a molti corsi legati alla
crescita personale ed interiore, dalla bioenergetica alla percezione delle
sottili energie dei chackras, allo yoga, allo shiatsu e varie altre tecniche di
guarigione spirituale. Sono stati anni difficili per me: era come vivere in un
incubo, con una spada di Damocle appesa sulla testa, che da un momento
all’altro avrebbe potuto cadere e colpire.
Poi una coppia che conoscevamo bene e che aveva un figlio con un gravehandicap ci parlò di un loro viaggio in India, di Sai Baba e dei risultati
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“miracolosi” ottenuti con il loro figliolo. Perché non provare? E così partii
per un viaggio che certo non fu facile e privo di problemi, ma con la fiducia
nella bontà delle mie intenzioni superai ogni ostacolo. Certo la guarigione
tanto invocata non era avvenuta ma sicuramente al nostro ritorno dentro di
noi c’era qualcosa di diverso. Ricordo le prime giornate trascorse nellanostra casa. Era come se un alone di felicità paradisiaca si fosse steso su di
noi, come se vivessimo in una magica atmosfera incantata di estasi, pur
occupandoci delle cose quotidiane e non facendo nulla di eccezionale.
Allora mi arrivò un depliant del Centro culturale “Estrada” di Treviso, in cui
eravamo stati alcune volte per degli stages. Molte iniziative di ogni tipo,
svariati corsi tutti interessanti ma una voce interiore mi disse: “Biodanza, è
quello che in questo momento stai cercando e che ti serve”.
Così mi recai alla serata di presentazione. Conobbi Cristina Beraldo e tante
altre persone. Ero come estasiato: mi pareva impossibile che tra persone chefino a poco prima non si conoscevano si potessero creare delle forme di
comunicazione così profonde ed intense. Ritornai e mi iscrissi al corso.
Cristina era appena arrivata dal Brasile ed era meravigliosa: aveva
un’energia di freschezza, naturalezza, vitalità, gioia di vivere e la
trasmetteva tutta nelle vivencias che proponeva. Ne avevo parlato a
Marilena fin dall’inizio e la invitai a partecipare. Accettò: era per me una
grande soddisfazione portarla a Biodanza, farle conoscere tutta la bellezza
che avevo sperimentato. Anche lei si iscrisse e partecipò varie volte: ma era
come se dentro di lei ci fosse una resistenza. Inoltre la malattia era ormaialle sue fasi finali e quindi qualche sera non veniva perché si sentiva molto
stanca. Così passò l’autunno e poi nel gennaio del nuovo anno Marilena
partì per il suo ultimo viaggio, ancora verso l’India. Non l’avremmo più
rivista. Quando la salutai all’aeroporto, proprio prima di avviarsi verso
l’imbarco e prima della separazione, che poi sarebbe stata definitiva, ricordo
che le dissi: “Ti auguro di trovare ciò che stai cercando”. Non so da dove
provenivano quelle parole così profonde e così solenni, so solo che erano
scaturite spontaneamente, senza che intervenisse il pensiero cosciente.
Le lacrime bagnavano i nostri volti mentre gli sguardi si stavano separando.
Ora so con sicurezza che ha trovato ciò che cercava, che la sua ricerca si è
conclusa nella pace interiore. So che la morte fa parte della Vita, so che è
solamente una fase di passaggio verso un’altra dimensione, in cui certo il
corpo fisico viene distrutto, ma la parte più bella e profonda di noi, la nostra
parte di luce, rimane.
In quel momento così difficile della mia vita ho incontrato la Biodanza: mi
ha aiutato moltissimo a credere ancora nella Vita, nella bellezza che ogni
istante della nostra esistenza racchiude dentro di sé. Grazie a Rolando Toroed a tutti coloro che ho incontrato con la Biodanza!
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2. Introduzione
Con questa ricerca ho inteso indagare il fenomeno sonoro nei suoi vari
aspetti, sia di natura più propriamente filosofica che di ordine più
prettamente pratico.E’ evidente che la musica è essenziale per la Biodanza.
In alcune vivencias ho provato momenti di intensa risonanza con la musica
che accompagnava l’esercizio, fatto questo riferito anche da molti altri
partecipanti alle lezioni di Biodanza, e ciò mi ha fatto riflettere sulla
possibilità di una stretta correlazione tra il nostro corpo ed il fenomeno
musicale.
Di fondamentale importanza è stato l’apporto che mi ha fornito Rolando
Toro con le sue indicazioni di sviluppo ed approfondimento.Il nostro corpo è musicale e vibra in risonanza non solo con la musica
strumentale prodotta dall’uomo ma anche con la musica di un più vasto
macrosistema che parte dalla biosfera ed arriva all’intero universo.
Certo non intendo con questa ricerca dare la dimostrazione scientifica di
una tesi come quella prima esposta che è di tale portata da andare al di là di
ogni metafisica ontologica.
Ho solo voluto dare un contributo alla conoscenza di fenomeni di varia
natura, alcuni dei quali non ancora perfettamente conosciuti, ma che, a mio
avviso, vanno in direzione di un Universo sonoro, che dalle più lontanegalassie ai pianeti del nostro sistema solare vibra con armonie perfette e
meravigliose.
E se, come hanno sostenuto gli antichi, dai dotti vedici dell’India ad alcuni
filosofi greci, tutto l’Universo non fosse altro che suono? E se gli ammassi
stellari macroscopici o la più minuscola parte della materia, altro non
fossero che echi del grande “big bang” che ha dato origine a tutto? Se noi
stessi non fossimo altro che la “densificazione” di armonia e musica,
differenti per ciascuno di noi, ma tali da formare accordi o distonie con gli
altri esseri che ci circondano?
E’ indubbiamente un’ipotesi affascinante che molti dei capitoli che ho
esposto hanno inteso suffragare, alcune volte credo con un buon esito, altre
volte solo con possibili slanci intuitivi.
La ricerca scientifica dipanerà sicuramente molti degli interrogativi che ho
sollevato ma sono certo che, sempre più, la scienza del terzo millennio si
incamminerà in questa direzione.
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Capitolo 3
L a musica: il pensiero di Rolando Toro
La mia lettera a Rolando Toro
Caro Rolando, mi chiamo Luciano Tronchin, sono italiano e vivo vicino a
Venezia. Sono un insegnante di lettere nella scuola media superiore e sto
concludendo il mio percorso di formazione in Biodanza. Sono stato nel
giugno 2001 a Milano presso la Scuola Modello per seguire un tuo
seminario ed ho seguito con molto interesse quanto hai riferito sull’effetto
Mozart e sugli studi di don Campbell e di Alfred Thomatis relativi aglieffetti fisiologici della musica sull’organismo e sulla psiche umana. Tali
concetti sono stati ripresi al Congresso latino-americano di Biodanza a Rio
de Janeiro cui ho partecipato nell’agosto 2001. Non li conoscevo ed è stato
utile per me poterli approfondire con della letture relative sia agli scritti di
don Campbell sia sul metodo Tomatis.
L’intuizione che la musica influenzasse l’uomo è antica e vorrei
soffermarmi sulla teoria di Pitagora che associava musica, matematica e
natura formulando la teoria scientifica dell’ottava e della risonanza
armonica delle sfere celesti. Più precisamente, egli suppose che ci
fossero tre tipi di musica: quella strumentale propriamente detta, quella
umana suonata dall'organismo, e quella mondana suonata dal cosmo. La
sostanziale coincidenza delle tre musiche era responsabile da un lato
dell'effetto emotivo prodotto per letterale risonanza, dalla melodia
sull'uomo, e dall'altro della possibilità di dedurre le leggi matematiche
dell'universo da quelle musicali. Poiché nelle leggi dell'armonia scoperte
da Pitagora intervenivano soltanto numeri frazionari, detti anche numeri
razionali, ed i rapporti armonici corrispondevano perfettamente a
rapporti numerici, Pitagora enunciò la sua scoperta nella famosa
massima: tutto è (numero) razionale. Essa codifica la fede nella intelligi-
bilità matematica della natura, ed è il presupposto metafisico dell'intera
impresa scientifica, di cui Pitagora è stato appunto il padre fondatore.
Anche la fisica atomica sembra essere ritornata alla versione originale,
in cui sono proprio i numeri interi a determinare le caratteristiche della
natura a livello microscopico, attraverso la quantizzazione di grandezze
che si supponevano continue, prima fra tutte l'energia. Inoltre, nel
tentativo più recente di arrivare ad una teoria unitaria della natura, la
cosiddetta teoria delle stringhe di Witten, le costituenti ultime della
materia vengono non più pensate come punti immateriali,ma come pezzi
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di corda che vibrano in uno spazio pluridimensionale, ed i cui modi di
vibrazione (o suoni) costituiscono le particelle elementari.
Tali idee sono state riprese e sviluppate da un professore di matematica
contemporaneo, lo svizzero Hans Costo, nella teoria cosmica dell’ottava.
Tutti noi sappiamo che un oggetto in moto nello spazio produce un suonoche avrà una determinata frequenza a seconda della sua velocità di
rotazione, del suo peso, della sua grandezza. I pianeti, quindi, producono
una loro specifica "frequenza sonora" che è stata calcolata matematicamente
ed è stata sperimentata empiricamente su un campione di persone
rilevandone gli effetti fisiologici e psichici dallo stesso Hans Cousto. Un
approfondimento è possibile al seguente indirizzo internet:
http://www.planetware.de/tone/cosmic.html .
Le teorie di Cousto sono state applicate anche da alcuni musicisti e
compositori contemporanei tra cui il tedesco Anugama (è il nome artistico).Egli usa nelle sue composizioni musicali i suoni dei pianeti, della terra in
particolare, e della natura, mixati con suoni di frequenza dai 4 ai 7 Htz che
generano nel cervello umano onde theta (calma, rilassamento profondo)
Personalmente ho sperimentato su me stesso gli effetti questi brani musicali
ed ho verificato la loro efficacia, ascoltando la musica disteso a terra,
oppure con degli amici dandoci la mano e facendo un cerchio. L’effetto è
veramente sorprendente. Ulteriori informazioni ed anche pezzi di alcuni
brani di questo autore in Real Audio sono disponibili nel sito
http://anugama.com .Scusa la lunghezza del mio messaggio ma ci tenevo a presentarti con
precisione quanto ho sperimentato. Ti sarei veramente grato se, ovviamente
dopo esserti documentato ed avendo analizzato con cura , mi potessi dare
una tua opinione al riguardo.
Con affetto, un grande abbraccio.
Luciano Tronchin
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L a rispostadi Rolando Toro
Querido Luciano:
He recibido con placer tu e-mail con tus reflexiones sobre la música, vista
a la luz de la ciencia moderna y de las matemáticas.
Pienso que el cerebro cósmico que organiza el universo y genera la vida
tiene, afectivamente, una estructura musical en la que el ritmo, la melodía
y armonía participan en la función organizadora.
El cerebro humano tiene resonancia y sincronicidad (Jung) con el cerebrocósmico. Es por eso que la música es capaz de transformar profundamente
al ser humano y activar los potenciales de su identidad genética.
Actualmente, las investigaciones de Susumu Ohmo, del músico Lorin
Hollander y otros, han establecido las estructuras musicales
correspondientes al ADN, acontecimiento que no es de extrañar.
En Italia ha sido publicada la obra de Don Campell, L'Efetto Mozart,
Editorial Baldini & Castoldi, y el libro de Alfred Tomatis, AscoltareL'Universo, también de la editorial Baldini & Castoldi.
El estado de éxtasis musical me parece que es la situación de resonancia
absoluta entre el cerebro humano y el cerebro cósmico.
Te abraza con cariño,
Rolando Toro Araneda
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Capitolo 4
4.1Pitagora
“Il filosofogreco Pitagora fuil primo cheriuscì a stabiliredellerelazionioggettivetra la musicaela matematicae, attraversoi numeri, a vincolareisuoni prodotti dall’uomo conrelazioni astronomichetra la Terra, il soleela luna.
Gli accordi musicali checorrispondonoa proporzioni numerichesemplicisuggeriscono la nozionedi un’armonia del cosmo cometotalità. Pitagora,nel proporrel’esistenzadella “musica dellesfere”, concepì l’universo comeun’immensa sinfonia, eil Creatorecomecolui chelo fa pulsarenella genesidella natura”. (1)
La teoria di Pitagora relativa alla metafisica del numero prevede anche cheesso sia la sostanza di tutte le cose. E poiché l’ordine misurabile costituisce
la loro sostanza tutte le opposizioni vanno ricondotte ad opposizioni tra
numeri pari ed impari. Ma la lotta tra gli opposti secondo Pitagora è
conciliata dal principio d’armonia che costituisce il significato ultimo di
tutte le cose.
figura 1: Pitagora, scultura del portale Ovest della cattedraledi Chartes
La natura dell’armonia è poi rivelata dalla musica: i rapporti musicali
esprimono in modo evidente la natura dell’armonia universale e sono quindi
assunti a modello di tutte le armonie dell’universo. Tale visione trova
conferma anche nella dottrina cosmologica pitagorica. Poiché ogni corpo
mosso velocemente produce un suono musicale questo avviene anche per i
corpi celesti, il cui movimento produce una serie di toni musicali che
formano nel loro complesso un’ottava, ”l’armonia dellesfere”. Gli uomini
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non percepiscono questi suoni perché li hanno sentiti fin dalla nascita e
anche perché i loro orecchi non sono adatti a percepirli. (2)
Secondo Giamblico di Calcide, filosofo siriano del III sec. dopo Cristo, un
giorno Pitagora passò di fronte all'officina di un fabbro, e si accorse che il
suono dei martelli sulle incudini era a volte consonante, e a volte dissonante.Incuriosito, entrò nell'officina, si fece mostrare i martelli, e scoprì che quelli
che risuonavano in consonanza avevano un preciso rapporto nei pesi. Ad
esempio, se uno dei martelli pesava il doppio dell'altro, essi producevano
suoni distanti un'ottava. Se invece uno dei martelli pesava una volta e mezzo
l'altro, essi producevano suoni distanti una quinta (l'intervallo fra il do e il
sol).
Partendo da questa osservazione, Pitagora fece alcuni esperimenti con nervi
di bue in tensione, per vedere se qualche regola analoga valesse anche per i
suoni generati da strumenti a corda. Sorprendentemente, la regola era lastessa. Ad esempio, se una delle corde aveva lunghezza doppia dell'altra,
esse producevano suoni distanti un'ottava. Se invece una delle corde era
lunga una volta e mezzo l'altra, esse producevano suoni distanti una
quinta.(3)
Si tratta delle consonanze fondamentali, in base alle quali, da sempre e fino
ad oggi, si sono accordati gli strumenti a corda - le quarte, le quinte e le
ottave, esprimibili attraverso rapporti numerici. All'ottava corrisponde il
rapporto di due a uno, alla quarta corrisponde il rapporto di quattro a tre, e
alla quinta corrisponde il rapporto di tre a due. Oggi diciamo che questisono i rapporti delle frequenze. Un tempo non lo si sapeva. Non era
possibile misurare il numero delle oscillazioni di un tono, ma che questi
numeri avessero qualcosa a che fare con gli intervalli era noto nella cerchia
dei Pitagorici.
Ne risulta che si possono comporre degli intervalli secondo una determinata
regola di calcolo e che tali rapporti si possono connettere.
Il suono che si produce altrimenti è impuro, non è bello. Dunque un
rapporto numerico esatto determina non soltanto una corretta accordatura,ma anche la bellezza dell'intonazione.
In perfetto stile scientifico, dall'osservazione e dall'esperimento, Pitagora
dedusse una teoria: la coincidenza di musica, matematica e natura, gettando
le basi su cui a partire dal XVII secolo si sarebbe sviluppata la scienza
moderna.
Il pensiero pitagorico è oggi divenuto la base metafisica su cui si fonda
la scienza e la cultura planetaria. La scienza e la tecnologia, che ci
piaccia o no, hanno ormai superato tutti i confini geografici e pervaso
l'intero globo, si basano infatti proprio su quella coincidenza fra natura ematematica che Pitagora ha per primo saputo intuire e perseguire,
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rivelandosi più universale e profondo di qualunque altro profeta o
pensatore.
Il pianeta, ormai unificato dalla scienza e dalla tecnologia, continua ancora a
rimanere diviso nelle religioni. Forse anche in questo campo Pitagora, che
credeva che Dio fosse semplicemente l'armonia dell'universo, e che la purificazione religiosa si ottenesse attraverso la contemplazione matematica,
potrebbe ispirare l’umanità contemporanea.
4.2Pitagora eil monocorde
figura 2: F.Gaffurio, Theorica Musicae, Milano, 1492
Pitagora fu anche il primo filosofo occidentale a mettere in chiaro le
relazioni tra gli intervalli musicali.
La chiave di questa scoperta fu uno strumento molto semplice chiamato
monocorde, costituito da una sola corda tirata su una struttura in legno.
Usando il monocorde, Pitagora fu in grado di scoprire che la divisione
musicale creata dall'uomo dava origine a determinati rapporti. Esaminando
gli intervalli creati da questa divisione, Pitagora scoprì che tutti i rapporti
numerici potevano essere espressi. Questi rapporti numerici, come 2:1, 3:2,
4:3, erano archetipi della forma, dato che erano dimostrazioni dell'armonia e
dell'equilibrio che si potevano osservare in tutto il mondo.
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Se, per esempio, una corda viene divisa in 2 parti uguali, la nota che essa
produce è di un'ottava più alta della nota prodotta dalla corda intera. Le due
parti uguali vibrano in un rapporto di 2 a 1 (2:1). Se, poi, la corda viene
divisa in 3 parti uguali, la corda vibra in un rapporto di 3 a 1 (3:1). Quando
la corda è divisa in 4 parti uguali, questa crea un rapporto di 4 a 1 (4:1).È probabile che la nostra comprensione dei rapporti matematici e del
sistema che li governa si basi sulle osservazioni di Pitagora in campo
musicale. Si dice che abbia detto: "Studiate il monocorde e scoprirete i
segreti dell'universo". Dallo studio di un’unica corda vibrante si potrebbero
scoprire gli aspetti microcosmici della vibrazione sonora e, grazie a questo,
si potrebbero studiare le leggi macroscopiche che regolano il cosmo.
Pitagora credeva che l'universo fosse un immenso monocorde, uno
strumento con una sola corda tirata tra il cielo e la terra. L'estremità
superiore della corda era legata allo spirito assoluto, mentre l'estremitàinferiore era legata alla materia assoluta. Quindi attraverso lo studio della
musica come una scienza esatta è possibile conoscere tutti gli aspetti della
natura. Egli applicò le sue leggi sugli intervalli armonici a tutti i fenomeni
naturali, dimostrando la relazione armonica insita in elementi, pianeti e
costellazioni.
I Pitagorici usavano la musica per curare il corpo e per elevare l’anima;
inoltre essi credevano che la musica terrena non fosse nient’altro che un
flebile eco dell’universale "armonia dellesfere". Nell’antica cosmologia, le
sfere planetarie si elevavano dalla Terra al Cielo come una scala a pioli.Ogni sfera corrispondeva ad una nota differente di una grandiosa scala
musicale. I particolari toni emessi dai pianeti dipendevano dalle
proporzioni delle loro rispettive orbite, proprio come il tono di una corda
della lira dipende dalla sua lunghezza. Un altro genere di scala celeste
collegava i toni dei pianeti alle loro apparenti velocità di rotazione attorno
alla Terra.
Nella teoria cosmologica pitagorica, mediante misteriose costruzioni basate
sui numeri 1, 2 e 3, che corrispondono ai rapporti numerici dell'ottava e
della quinta, si arriva alla determinazione dei rapporti armonici che regolanoil moto dei pianeti. Secondo Pitagora l’armonia delle relazioni tra i numeri
governa tutto quanto avviene in natura. I numeri hanno sottratto il mondo al
caos e lo hanno reso un cosmos, un tutto, appunto, armoniosamente
ordinato. La musica è armonia, spiegava ai discepoli della sua scuola a
Crotone, perché è relazione tra numeri. Le vibrazioni di una corda, infatti,
diventano musica quando si susseguono a intervalli regolari, cioè quando
diventano rapporti perfetti tra numeri interi. (4)
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figura 3: Robert Fludd, UtriusqueCosmi I, Oppenheim, 1617
Pitagora aveva fondato a Crotone una scuola, dove insegnava le sue
intuizioni ai fenomeni dell'universo. L'antica scuola misterica operava a tre
livelli di iniziazione. Il primo livello, quello degli "acoustici", insegnava a
riconoscere ed a mettere in pratica le varie proporzioni musicali, spiegate
utilizzando il monocorde. Il secondo livello, quello dei "matematici",approfondiva il discorso con la conoscenza dei numeri, ma anche con la
purificazione individuale e l'autocontrollo mentale. Prima di accedere al
livello successivo era necessario che il discepolo fosse pienamente
consapevole nel corpo e nello spirito delle responsabilità legate alle sacre
informazioni che stava per ricevere. Il terzo e più alto livello di iniziazione,
quello dei “sebastici", portava all'apprendimento di procedimenti segreti di
trasformazione fisica e di guarigione con il suono e la musica. Ben poco è
sopravvissuto degli insegnamenti iniziatici più elevati della scuola di
Pitagora, mentre gli insegnamenti relativi ai suoi teoremi di geometria e alle
proporzioni musicali sono parte delle nostre conoscenze attuali in campo
numerico e acustico. I suoi concetti filosofici, come la Musica delle Sfere,
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continuano a trovare posto nelle dottrine esoteriche. Ma i segreti sull'uso
del suono e della musica a scopo curativo sono andati perduti. Pitagora si
allontanò da Crotone e si trasferì a Metaponto dove, dopo aver insegnato per
19 anni, morì nel 409 a.C. Dopo la sua partenza da Crotone si ebbero
vicende alterne e alla fine la scuola di Crotone fu data alle fiamme. (5)
4.3L ’Armonia delleSferecelesti
Pitagora parlò di Musica delle Sfere. Pensava che i movimenti dei corpi
celesti che si spostavano nell'universo producessero un suono. Questi suoni
potevano essere percepiti da chi si era preparato con coscienza ad ascoltarli.
La Musica delle Sfere poteva anche essere suonata negli intervalli delle
corde in vibrazione.
Per Pitagora la Musica delle Sfere era più di una metafora. Si diceva che il
maestro greco fosse in grado di sentire i suoni dei pianeti che vibravano
nell'universo.
Il sistema solare è dunque visto come una lira a sette corde suonata da
Apollo, in cui ogni pianeta produce suoni che gli corrispondono, e che
insieme costituiscono la Musica delle Sfere.
La relazione armonica tra numeri è secondo Pitagora musicale.
Consideriamo i moti celesti e la loro perfetta regolarità. I moti delle Sfere
celesti sono numeri. E il loro rapporto è un rapporto tra numeri. Ora
ascoltate le Sfere celesti. Il Sole, la Luna, ogni pianeta, così come la voltaceleste, producono ciascuno un suono diverso. L’insieme armonico di questi
suoni produce una musica. La musica delle sfere celesti. I nostri occhi e le
nostre orecchie, spiega ancora Pitagora, sono stati creati per catturare
l’armonia matematica del mondo.
L’ipotesi che l’armonia, matematica e/o geometrica, governi il mondo è
sopravvissuta a Pitagora, nel senso generale che la matematica e/o la
geometria sono il fondamento del cosmo, del tutto, appunto,
armoniosamente ordinato. (6)
Questo modello pitagorico rimase per secoli il punto di riferimento per lacosmologia, tanto che nel 1619 Keplero lo utilizzò nella sua opera
“L'armonia del mondo”, avanzando l’ipotesi che l’armonia musicale potesse
spiegare i moti planetari osservati e fornire la risposta alla domanda su quale
disegno avesse mai in mente Dio quando creò l’universo. Sulla base di
questa ipotesi Keplero determinò un gran numero di rapporti armonici tra le
velocità dei pianeti che si muovono nel cielo e sviluppò un rete di relazioni
armoniche per l’intero sistema solare. (7)
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figura4: Giovanni K eplero
Keplero ricercava in maniera quasi ossessiva le analogie tra le armonie dei
corpi celesti e quelle musicali e si chiedeva quali armonie celesti avevano il
ruolo del soprano, del contralto, del tenore e del basso: riconosceva che
questi erano i nomi delle voci umane e che tali voci e suoni non esistono in
cielo, tuttavia si vedeva costretto per qualche ignota ragione, dato il
meraviglioso accordo tra i moti celesti e la melodia umana, a seguire
quest'analogia anche in assenza di una solida causa naturale. E indicava cheil modo e la natura del basso in cielo erano svolti da Saturno e Giove,
quelli del tenore da Marte, il contralto corrispondeva alla Terra e a Venere
mentre il soprano aveva le caratteristiche tipiche del pianeta Mercurio. (8)
Questa analogia tra il canto e i moti celesti era congetturale, questo concerto
silenzioso dei pianeti, questa polifonia planetaria colta dalla mente del
geometra e del "musicus" trovava la sua giustificazione nelle armonie
matematiche che accomunavano i moti celesti e gli accordi musicali: dalla
musica del cielo all'ascoltatore, dalle Muse ad Apollo, definito maestro del
coro, dai pianeti che ruotano intorno al sole, immobile nel suo stare macentro di tutte le loro orbite, l'universo intero dispiegava una completa
armonia tra i moti.
Dio creatore ha manifestato la magnificenza del sistema musicale attraverso
una vera e propria armonizzazione dei moti celesti perché i movimenti dei
pianeti risultavano modulati secondo proporzioni armoniche definite. Le
armonie del mondo contenevano scoperte scientifiche, intuizioni illuminanti
e compendiavano uno straordinario progetto filosofico che, fondato sulla
convinzione dell'iscrizione della matematica nella natura, ricercava la sua
espressione nell'armonia musicale in quanto armonia astronomica.Grazie alla fiducia metafisica, nell’armonia delle sfere, l’astronomo tedesco
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giunse a formulare quella legge fisica del moto planetario nota come “terza
legge di Keplero” o “legge armonica”, che evidenzia una relazione, per tutti
i pianeti, fra il quadrato del periodo di rivoluzione e il cubo della distanza
media del pianeta dal Sole. (9)
Dopo Keplero, il concetto di armonia resta ancora presente nella concezioneche molti fisici e matematici hanno del mondo.
.
figura 5: Sir Isaac Newton
Isaac Newton si diceva convinto che esistesse un’armonia profonda e
nascosta nella natura e che fosse compito della scienza svelarla. La svolta
fondamentale della fisica moderna è compiuta da Newton nei “Principia”,
in cui analizzo' il moto dei corpi in un mezzo resistente e non resistente
sotto l'azione di forze centripete. I risultati vennero applicati a corpi in
orbita, a proiettili, a pendoli, ed alla caduta libera di gravi vicino alla Terra.
Inoltre egli dimostro' che i pianeti venivano attratti dal Sole con una forza
inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza.
Una successiva generalizzazione porto' Newton alla legge della gravitazione
universale:
Un corpoattraeunaltro corpoconuna forzaproporzionaleal prodottodelleloro masseedinversamenteproporzionale al quadratodella lorodistanza.
Newton correlò una vasta gamma di fenomeni precedentemente non
collegati: le orbite eccentriche delle comete, le maree e le loro variazioni, la
precessione dell'asse della Terra ed il movimento della Luna come
influenzato dalla gravita' del Sole.
Spinto da profonde motivazioni di natura filosofica e religiosa, dopo la
pubblicazione del suo capolavoro, Newton accentuò la convinzione che
la sua opera non fosse altro che la "riscoperta" di una “prisca sapientia”degli Antichi, dei Caldei, dei Pitagorici, ai quali egli attribuiva la
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conoscenza della gravitazione universale. Anche i suoi "principi
matematici" non erano altro che una riscoperta degli antichi metodi
geometrici corrispondendo infatti ad un esplicito tentativo di riscoprire
l'aspetto esoterico della cosmologia pitagorica, nascosto sotto la musica
delle sfere. Come molti suoi contemporanei, Newton riteneva infatti chela conoscenza fondamentale del mondo fosse già stata rivelata da Dio ai
primi uomini, incisa su due pilastri: essi sarebbero stati riscoperti dopo il
diluvio universale da Pitagora ed Ermete Trismegisto, che ne
inglobarono la verità nelle loro filosofie. Sia come sia, il fatto è che su
queste basi Newton mostrò che la legge di gravitazione universale era
implicita nelle leggi dell'armonia pitagorica, e dichiarò che essa doveva
quindi già essere nota a Pitagora stesso.(10)
Ma è chiaro che l’armonia di Newton ha una carattere diverso rispetto a
quella di Keplero. Il concetto di armonia della natura resta presente nellascienza, ma sempre più come metafora o come potente visione
metafisica, e sempre meno come reale entità fisica.
4.3.1Un esempio di un musicista moderno: L a “musicadei
pianeti” di Gustav Holst
Gustav Holst, compositore inglese, allievo di Stanford, nel 1907 diventò
Direttore musicale al Morley College di Londra. Fu dapprima in Grecia e
poi in Medio Oriente, ricavando spunti e suggestioni per i suoi futuri lavori.La sua musica si può dire influenzata da Wagner e da Stravinsky.
E’ autore di una delle opere musicali più famose del ´900, I Pianeti Op. 32
del 1916 (11), una suite per orchestra divisa in sette sezioni corrispondenti
ai sette pianeti del sistema solare.
L´idea di utilizzare i nomi dei pianeti
all´inizio di ogni tempo non fu affatto casuale
ma corrispose ad una precisa volontà
espressiva. Nel 1913 il compositore, che
stava attraversando un periodo di scarsosuccesso, ricevette una donazione anonima
che gli permise di compiere un viaggio in
Spagna con Clifford Bax, astrologo e fratello
del compositore inglese Arnold Bax. Nel
corso di questo viaggio Holst fu introdotto da
Bax ai concetti principali dell´astrologia e
cominciò ad approfondirla. Uno dei libri che
si procurò, L Artedella Sintesi dell´astrologo
Alan Leo, era diviso in sette capitoli intitolatifigura 6: Gustav Holst rispettivamente con i nomi dei sette pianeti
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accompagnati dalle loro caratteristiche astrologiche. Holst, che proprio in
quel periodo aveva iniziato la composizione di una suite orchestrale
intitolata provvisoriamente Settepezzi per orchestra, decise quindi di
utilizzare in questa sua opera lo stesso criterio utilizzato da Leo per la
successione dei capitoli del suo libro. La scelta di Holst non era però soloformale ma strettamente legata al contenuto dei singoli brani che, presi nel
loro insieme, dovevano rappresentare l´intero percorso della vita umana:
intitolare i tempi della suite con i nomi dei pianeti significava perciò
sottolineare l´importanza della loro influenza sugli uomini come modello di
perfetta armonia.
Ciò si ricollega direttamente alla concezione pitagorica dell´armonia delle
sfere.
La polifonia planetaria, in quanto basata sulle sue stesse proporzioni
armoniche, veniva così considerata come modello per quella terrena. (12)Il brano, tratto dall’opera musicale “I Pianeti” , che ho deciso di analizzare
è Giove: il portatore di gioia. Di questo brano, lo
stesso Holst diceva: “recal’allegria nel vero sensodella parola eanchequella certa cerimoniositàdella gioia cheèin generelegata a festecivili ereligiose” . Il brano raggiunge il suo apice in un
lungo inciso tematico che Holst usò alcuni anni dopo
per l’inno “A te mi offro, mia patria”.
figura 7: il pianetaGioveLo spirito di questa musica è molto in armonia con l'importanza
astrologica di Giove come il pianeta di benevolenza e di generosità. Non è
il Giove adultero della mitologia, benchè il flirtare non sia escluso. Lo
sentiamo inseguire ma non forzare le donne. Invita tutti i presenti a ballare,
quindi sembra non favorire nessuno di loro in particolare, è uno di quegli
uomini che ama tutte le donne perché sono donne e per nessun altro motivo.
La musica emerge dal suo salterellare, piroettare e fare capriole al di fuori di
un motivo centrale di musica graziosa da ballo, quindi rientra nuovamente
dentro i modelli liberi di prima. Un poema molto famoso, vicino e caro aicuori britannici, molto legati a questa musica. È stata suonata alle nozze
reali di Charles e di Diana.
4.4L a Teoria di “Superstringa”L’universo che “i fisici di superstringa” propongono oggi si collega alla
visione che ne avevano i Greci. È un universo geometrico, con tutta
l’armonia dell’universo di Pitagora. È un universo in cui l’armonia ritorna
come essenza fisica. Forse è questo antico ed etereo concetto greco cherende così fascinoso il cosmo che ci propone quella nutrita comunità
scientifica che è convinta di aver afferrato la “teoria del tutto”, la teoria
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finale della fisica. (13)
Nel secolo appena concluso la fisica teorica è stata caratterizzata da due
grandi teorie. Una, la relatività generale, che descrive il comportamento
dell’universo a grande scala. L’altra, la meccanica quantistica, che descrive
il comportamento dell’universo a livello microscopico. Entrambe sonoteorie molto precise e che ambiscono a definirsi teorie generali e, quindi,
“ultime”. Eppure la relatività generale e la meccanica dei quanti risultano,
tra loro, incompatibili. In oltre 75 anni ogni tentativo di conciliarle è
naufragato. Forse la realtà sfugge a ogni possibilità di essere descritta in
modo unitario e quindi dobbiamo rassegnarci a visioni frammentate del
mondo?
La gran parte dei fisici teorici non è disposta a rinunciare a una visione
unitaria e coerente dell’universo, anzi del cosmo: il “tutto armoniosamente
ordinato” degli antichi Greci. Ed è per questo che, malgrado le frustrazionidi uno sforzo enorme tanto prolungato quanto finora vano, si è ancora alla
ricerca della teoria unica, della “teoria del tutto”. I “fisici di superstringa”
sono convinti di avere finalmente intrapreso la strada giusta, dopo decenni
di sforzi alla ricerca della teoria in grado di unificare la fisica, grazie a due
svolte decisive realizzate, rispettivamente, nel 1968 e nel 1995. (14)
La prima è legata all’ idea dei fisici teorici che la realtà ultima del mondo
non sia costituita da particelle puntiformi, ma da stringhe, da piccole corde
che si estendono nello spazio a una dimensione. Le stringhe sarebbero fili
sottilissimi privi di spessore che vibrano nello spazio-tempo producendoquelle che noi percepiamo come particelle. Possono essere aperte in fondo,
o chiuse come un anello..
figura 8: comesarebbefatta Superstringa
Dice la teoria delle stringhe che in ogni particella puntiforme c'è una cioccafatta di "un filamento di energia vibrante". Applichiamo a queste cordicelle
le leggi della meccanica quantistica e vediamo cosa succede: le stringhe
iniziano a vibrare ed a suonare, come corde di violino. Sempre secondo la
teoria delle superstringhe una particella è diversa da un'altra per la
vibrazione tipica della sua stringa. Usando sempre l’analogia col violino, al
posto di una nota suonerebbe un elettrone, o un fotone o un quark. Ed a ogni
vibrazione, a ogni nota di quelle corde del violino cosmico, corrisponde una
particella o una forza della natura. La musica delle stringhe è la forza
creatrice del mondo. E questa sinfonia è così rilassante da realizzare,finalmente, l’attesa riconciliazione tra la relatività generale e la meccanica
quantistica, tra il micro e il macrocosmo. (15)
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4.5Una nuova metafisica?Ma i fisici teorici riescono a descrivere solo con equazioni approssimate
l’universo delle stringhe. E, inoltre, nel corso degli anni sono sorte una, due,
… cinque diverse teorie di stringa: troppe per poter salutare la “teoriaultima”. La seconda svolta avviene nel 1995, quando l’americano Edward
Witten, dell’Istituto di Studi Avanzati di Princeton, in cui Albert Einstein
figura 9: Edward Witten
spese oltre venti anni a cercare la “teoria del tutto”, dimostra che le cinque
teorie di stringa e un’altra teoria, quella della gravità quantistica, sono
espressioni diverse di una medesima e più fondamentale teoria soggiacente:
la teoria che egli battezza M-6 (dove M sta per membrane). L’universo diM-6 ha undici dimensioni, dieci spaziali e una temporale, e in esso vibrano
non solo corde unidimensionali, ma anche membrane o “brane” a due, a tre
e a più dimensioni. L’universo elegante di M-6 è una sinfonia suonata da
un’orchestra a infinite dimensioni.
È dunque l’armonia di M-6 la teoria finale? E’ ancora presto per dirlo. M-6
indica che forse i fisici hanno intrapreso la strada giusta verso la teoria in
grado di fornirci una visione unitaria e coerente del mondo. Ma si tratta di
una strada lunga e ancora tutta da percorrere. Le equazioni di M-6 sono
ancora tutte equazioni approssimate. E, soprattutto, M-6 è un’elegante
costruzione matematica che non fa ancora previsioni verificabili
sperimentalmente. Anzi, qualcuno pensa che la teoria non possa essere mai
verificata. Per questo alcuni sostengono che l’universo armonico di M-6 è
un universo metafisico. E nella teoria di superstringa vedono più che una
nuova fisica dell’armonia, una nuova metafisica. (16)
Aristotele diceva, con ironia, che, tra tutti i mortali, solo Pitagora fosse in
grado di ascoltare l’”armonia delle sfere”. Oggi molti sostengono, con
identica ironia, che, tra tutti i mortali, solo i “fisici di superstringa” sono in
grado di ascoltare l’armonia delle “brane”. Non resta che attendere e
verificare se, prima o poi, arriverà un nuovo ricercatore che manderà all’aria
l’idea unitaria del mondo fondata sulla armonia delle corde. O se, invece,
arriverà un nuovo Keplero, che grazie all’idea di armonia riuscirà, ancora
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una volta, a spiegare la realtà del mondo fisico. Intanto, non senza
meraviglia, ascoltiamo la musica armonica prodotta dall’universo neonato.
Le onde che vediamo sono il
risultato di quello che è
accaduto nell’Universo primordiale. Come learmoniche del suono
distinguono il timbro di unostrumento, così le armoniche
secondarie della radiazionedi fondo permettono di
distinguere il processo fisico
che è avvenuto nell’Universo primordiale, con onde sonore, dovute alla lenta
compressione e rarefazione del gas, all’azione della forza di gravità, diretta
verso il centro, e contrapposta alla pressione di radiazione, che spinge versol’esterno.
Figura 10: L a ricostruzionedelleondearmonicheprodottedal Big
Bang, a cura del gruppo BOOMERanG
Infatti il 29 aprile 2001 a Washington in occasione del congresso della
American Physical Society è stata data la notizia della scoperta di onde
sonore dell' Universo primordiale, di cui si è analizzato il timbro. Queste
onde comprimevano e rarefacevano il gas incandescente che costituival'Universo circa 15 miliardi di anni fa. Il gruppo BOOMERanG (sta per
“Balloon O bservation Of Millimetric Extragalactic Radiation and
Geophysics”), guidato dall’italiano Paolo de Bernardis, congiuntamente al
gruppo americano Dasi, ha rinvenuto tra le pieghe della radiazione cosmica
di fondo, antichi suoni fossili. I suoni armonici, prodotti dalle onde d’urto
dell’espansione inflazionaria dell’universo.
“Comelearmonichedel suono distinguono il timbro di unflautoda quellodi unclarino, così learmonichedelleondeprimordiali (chiamateingergo
'secondo eterzopicco' a causa di una particolarevisualizzazionematematica) permettonodi distinguereil processo fisico cheèavvenutonell' Universoprimordiale”. La nuova immagine, affermano i due
ricercatori Paolo de Bernardis e Andrew Lange, conferma in modo
inequivocabile la presenza di onde acustiche nell' Universo primordiale, le
analizza in dettaglio e le trova in accordo con le previsioni del modello dell'
inflazione.(17)
La scoperta ha così rilanciato il modello standard della cosmologia
scientifica, il modello del cosiddetto Big Bang nella versione inflazionistica
che ne hanno dato all’inizio degli anni Ottanta il russo Andrej Linde el’americano Alan Guth.(18)
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NOTE CAPITOLO 4
(1) R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000
(2) (N. ABBAGNANO, Storia della filosofia, vol I, Utet, Torino, 1969
(3) GIAMBLICO, La vita pitagorica, Rizzoli, Milano , 1991 (I classici della
BUR)
(4) Angelo Raffaele Sodano e Giuseppe Girgenti, Porfirio - Vita di Pitagora,
Rusconi, Milano, 1998
(5) CAPPARELLI VINCENZO, Il messaggio di Pitagora (2 voll.), Ed.
Mediterranee, 1990
(6) CAPPARELLI VINCENZO, La Sapienza di Pitagora (2 voll.), Cedam,
Padova,1941
(7) JOHANNES KEPLER, Harmonices Mundi Libri V, Linz, 1619, p. 212S. LEONI, Learmoniedel mondo , ECIG, Genova, 1988
(8) N. FABBRI, Kepler: Il cosmo armonicoela musica ,in NUNCIUS, Annali
di Storia della Scienza,2001/1,Anno XVI, 2001, fasc.
(9) E. CASSIRER, Storia della filosofia moderna , Einaudi, Torino, 1952
E. ZOLLA, I mistici , Garzanti, Milano, 1963
F. BARONE (a cura di), Opere di Copernico, Einaudi, Torino 1979
T. KUHN, La rivoluzionecopernicana, Einaudi, Torino, 1972
P. GOZZA (a cura di) La musicanella rivoluzionescientificadel Seicento,
Il Mulino, Bologna, 1989
(10): ISAAC NEWTON, Philosophiaenaturalis Principia mathematica, editio
secunda, Cantabrigiae, [Cambridge University], 1713 [prima edizione
1687]
NICCOLO’ GUICCIARDINI, Newton: unfilosofodella natura eil
sistema del mondo, edito nella collana “I grandi della scienza” anno 1, n. 2
da Le Scienze, Milano, aprile 1998(11): "The Planets" opus 32 by Gustav Holst (1874-1934) performed by André
Previn and the Royal Philharmonic Orchestra; Telarc CD-80133
(12): MITCHELL, J . C., FromKneller Hall to Hammersmith: TheBand
Works of GustavHolst, «Alta Musica», vol. 11, Tutzing, Hans Schneider,
1990
BURTON ANTHONY, I pianeti di GustavHolst, ASTROL. E ARTE,
84,1991
(13): J. Schwarz, ed., "Superstrings - Thefirst 15yearsof SuperstringTheory"Raccolta di articoli (World Scientific, 1985), Vols. I and II
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(14): M.J. Duff, La teoria untempo chiamata "dellecorde", Le Scienze,
n.358 giugno 1998
(15): M. Green, J. Schwarz, E. Witten, "SuperstringTheory" (Cambridge
Monographs in Mathematical Physics, 1987), Vols. I, II.
(16) Brian Greene, L'universoelegante. Superstringhe, dimensioni nascoste
ela ricercadella teoria ultima, Einaudi, Torino, 1999
(17): http://quotidiano.monrif.net/art/2001/04/29/2104676
http://www.enel.it/it/enel/magazine/boiler/
boiler40/html/articoli/Paltrinieri-Boomerang.asp
(18): http://www.astro.caltech.edu/~lgg/boom/pro.html
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CAPITOLO 5
Alcuni progetti scientifici sui suoni dei corpi celesti“L’universopuò esserepercepitocomeuna sinfonia. Un insiemediparticellechesi muovono formando cerchi atomici, vortici infinitesimali ogalassiee soli chesi spostano. Un di ritmi infiniti, o, a volte, un
chesi trasforma.
Forzearmoniosemantengono l’unitàall’internodella più straordinariadiversità; inseno a questasinfonia cosmica, l’uomo èunpartecipanteeinsiemeuno spettatore.” (1)
figura 1: Rolando Toro
Questo brano che rivela il pensiero di Rolando Toro rispetto ad un Universomusicale mi è stato di stimolo per cercare di approfondire gli studi
scientifici fin qui condotti sui suoni dei corpi celesti. Ovviamente è stata una
verifica parziale ma contemporaneamente estremamente avvincente poiché,
man mano che proseguivo nella ricerca, i dati che raccoglievo sembravano
proprio descrivere in maniera sempre più nitida questa intuizione di
Rolando Toro.
Certo non intendo sostenere la tesi di averne dato la dimostrazione
scientifica ma, se al posto dei nostri organi sensoriali che sono limitati nella
percezione dei fenomeni fisici, avessimo la possibilità di percepire
frequenze ed ampiezze sonore che sono precluse all’organismo umano,
forse quella sinfonia cosmica a cui allude Rolando Toro comincerebbe a
risuonare in noi.
Oggi sono in corso molti progetti scientifici tesi ad indagare lo spazio nei
suoi vari aspetti: i più noti sono quelli relativi all’ascolto dei segnali radio
provenienti dallo spazio grazie alla rete di radiotelescopi sparsa in tutto il
mondo, ed altri sono invece più focalizzati allo studio dei segnali
provenienti dal nostro stesso pianeta o dal sole.Tali studi certo non hanno appurato le teorie e le intuizioni filosofiche fin
qui esposte ma hanno evidenziato come nello spazio e nella nostra
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atmosfera vi siano dei suoni che il nostro sistema uditivo non può percepire.
Forse la teoria relativa all’armonia delle sfere celesti è destinata a rimanere
una pura visione estatica o forse la conoscenza che oggi non possediamo
magari confermerà le intuizioni di Pitagora. Vedremo le risposte che lo
studio su base scientifica ci darà. Per ora ho esposto in questo capitolo leultime ricerche finora condotte in questo campo.
5.1 Il suono della Terra: I l progetto INSPIRE della NASA (2)
figura 2: il logo del progetto INSPIRE
La terra emette delle onde elettromagnetiche, udibili con una speciale
radio. I suoni sono trasmessi in continuazione sul Web e fanno parte di
uno speciale programma NASA. Il nostro pianeta è una sorgentenaturale di onde radio alle varie frequenze audio. Una ricevente in linea
al Marshall Space Flight Center (3) sta trasmettendo questi suoni della
Terra in modo che chiunque può ascoltarli.
Se gli esseri umani avessero antenne radiofoniche anziché gli orecchi,
sentiremmo una notevole sinfonia di rumori sconosciuti che vengono
dal nostro pianeta. Gli scienziati li chiamano “tweeks,” “whistlers”
,”sferics.” e “chorus” Le emissioni radiofoniche naturali della terra
sono reali e, anche se siamo principalmente ignari di loro, sono sempre
intorno noi.
“ Tutto l’ambiente terrestre quasi letteralmente canta con le onde radioa varie frequenze audio,” dice Dennis Gallagher, un fisico del Marshall
Space Flight Center (MSFC) “i nostri orecchi non possono rilevaredirettamenteleonderadio, ma possiamo convertirlein ondesonoreconl’aiuto di un apparecchio radioricevente a frequenza molto bassa.(VLF) “.
Le riceventi di VLF sono semplici, tuttavia non comuni. Sono costituite
soltanto da un’antenna e un amplificatore audio, sono sensibili alle onderadio con frequenze tra qualche centinaia di Hertz e 10.000 Hertz. Per il
confronto, le radio della fascia di radiodiffusione AM, come quelle
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presenti nella maggior parte delle automobili, ricevono su una gamma di
frequenza molto più alta, da 540 kHz fino a 1.6 MHz.
Se avete un collegamento ad Internet potete ascoltare una radio di VLF
in qualunque momento.(4).
Gallagher ed i suoi colleghi recentemente hanno installato una riceventedi VLF del Programma Inspire al MSFC Atmospheric Research Facility
ad Huntsville, AL. Sta trasmettendo per radio i particolari suoni della
Terra sul Web 24 ore al giorno.
La sorgente della maggior parte delle emissioni di VLF sulla terra è il
lampo. I lampi emettono un impulso di onde radio a banda larga,
proprio quando liberano un flash visibile di luce.
I segnali VLF di un lampo vicino, che si sentono tramite l’altoparlante
di una radio, hanno il suono come di pancetta affumicata che frigge su
una piastra o del crepitio di un fuoco. Gli scienziati dello spazio
chiamano questi suoni “sferics,” abbreviazione di atmosferici.
Gli ingegneri e gli
elettrotecnici del Marshall
Space Flight Center utilizzano
“guide per onde” come queste
per incanalare e dirigere le
onde radio. Il nostro pianeta e
la ionosfera formano unagigante guida di onde naturali
per i segnali radiofonici VLF.
Figura 3:guidaper riceventi VL F
Anche se non c’ è nessuna perturbazione nella vostra zona, potete
tranquillamente sentire i crepitii VLF delle tempeste a migliaia di
chilometri di distanza. Vi è una certa corsa di sferics in tutto lo spazio
intorno alla terra. Le onde radio si possono propagare in tali grandi
spazi, rimbalzando avanti e indietro fra la superficie del nostro pianeta e
la ionosfera (strato dell’atmosfera ionizzato dalla radiazione solareultravioletta). La ionosfera, che comincia circa 90 chilometri sopra la
terra e si estende per migliaia di chilometri d’altezza, è un buon
riflettore delle onde radio a bassa frequenza.
“La ionosfera e la superficie della terra formano una guida di ondenaturale per i segnali VLF,” spiega Bill Taylor, uno scienziato dello
spazio al Goddard Space Flight Center. Sferics che viaggiano molto
lontano da questa guida naturale di onde si trasformano in “ tweeks,”
che producono un suono musicale di rimbalzo nell’altoparlante di una
ricevente VLF.
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I suoni Tweeks sono così chiamati perché “la loro componente adaltafrequenza raggiunge la ricevente prima di quella a bassa frequenza”.
Chiamiamo questo “ritardo di dispersione” ed è il risultato della
propagazione tramite la guida naturale di onde. Ogni guida di onde ha
uno spettro a bassa frequenza regolato dal relativo formato fisico. Piùun’onda è vicina allo spettro, più lentamente viaggia.
La frequenza dello spettro della guida naturale di onde del pianeta terra
è graduata intorno ai 3 KHtz.
Chorus: a volte, particolarmente nella calma del mattino, possiamo
sentire il chorus. I suoni del Chorus assomigliano a molti uccelli che
cantano. Chorus sembra essere il risultato di molte brevi emissioni che
accadono quasi contemporaneamente.
5.2 I l suono del sole: I l progetto Michelson Doppler
Imager (MDI)
figura 4: il logo dell’osservatorio SOHO
MDI è un progetto dell’Istituto Stanford-Lockheed per la ricerca nello
spazio ed è uno sforzo comune nella ricerca di oscillazioni solari (SOI)
da parte del laboratorio di fisica W.W. Hansen dell’Università di
Stanford e del laboratorio di astrofisica solare del centro di tecnologia
avanzata dell’Istituto Lockheed-Martin.
SOI e il progetto MDI fanno parte di una collaborazione internazionale
per studiare la struttura interna e la dinamica del sole. La squadra di
MDI era responsabile del disegno e del montaggio ed ora delfunzionamento, dello strumento di MDI dell’osservatorio eliosferico
SOHO a bordo della sonda spaziale inviata sul sole. (5)
Infatti nella sonda è stato collocato uno strumento elettronico chiamato
MDI (Michelson Doppler Imager) in grado di misurare la velocità delle
onde sonore che attraversano il sole e costruire, in base a questi calcoli,
mappe molto dettagliate della superficie solare.
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figura 5: immaginedel sole inviata dalla sonda SOHO
La procedura che si è seguita per la generazione dei suoni è stata la
seguente.
Si è iniziato con i dati della velocità (forniti dell’effetto doppler) (6),
presi mediamente al di sopra della superficie del disco solare, di modo
che soltanto i toni di grado angolare basso (l = 0, 1, 2) rimanessero.
Con elaborazione successiva si sono rimossi gli effetti del movimento
della sonda, dello strumento di sintonizzazione e di alcuni punti spuri.
Quindi si sono filtrati i dati a circa 3 MHtz per selezionare le onde
sonore pulite (e non supergranulari o di disturbo strumentale).
Per concludere, si sono interpolati i valori mancanti, accelerati per un
fattore di moltiplicazione di 42.000, al fine di introdurli nella gamma
udibile dell’orecchio umano.
5.3Il suono dellepulsar
La scoperta delle pulsar, ovvero stelle che generano un segnale radio
periodico, fece pensare agli extraterrestri. Poi invece si scopri' l'origine del
segnale. Si pensa che le pulsar siano delle stelle a neutroni prodotte dallo
scoppio di supernove. Nel collasso gravitazionale che segue lo scoppio, la
stella (di dimensioni maggiori del Sole) si riduce al diametro di circa un
chilometro. Dato che le stelle compiono movimenti di rotazione (ad esempio
il Sole ruota su se stesso una volta ogni mese circa) questa contrazione
comporta una loro rotazione molto piu' rapida (come una ballerina che ritrae
le mani) fino a centinaia di volte al secondo. Se la stella ha anche un campo
magnetico, si ottiene come risultato l'invio nello spazio di due fasci
collimanti di onde elettromagnetiche.
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Le stelle a neutroni hanno una massa di circa 1.5 volte quella del Sole e
un diametro di circa 10 km. E ciò comporta che la loro densità è
elevatissima. Possiamo dire che una petroliera da 10.000 tonnellate
sarebbe contenuta in un millimetro cubo o in alternativa un cucchiaino
della massa della stella peserebbe qualche miliardo di tonnellateI segnali radiofonici delle pulsar suonano come un disturbo a banda
larga se il segnale ricevuto è rilevato ed inviato ad un altoparlante.
Pulsars diverse hanno frequenze di rotazione fondamentali differenti.
Per illustrare questo, è possibile ascoltare i suoni di alcune pulsar
5.4 L ’I stituto SETI
figura 5: logo dell’IstitutoSETI
La missione dell'istituto di SETI è di esplorare, capire e spiegare l'origine, la
natura, la prevalenza e la distribuzione di vita nell'universo. (7)
Il centro conduce ricerche di punta nel campo della “astrobiologia”.
Il centro per lo studio della vita nell' Universo (LITU) riunisce i ricercatori
principali di astrobiologia. La squadra del LITU e la sua equipe di
ricercatori utilizzano un vasto insieme di discipline che spazianodall'osservazione alla costruzione di ipotetici modelli dei precursori della
vita negli spazi galattici. Con questi studi si sta tentando di conoscere di più
su come la vita ha avuto origine sulla terra e di come le sue numerose e
varie forme si sono evolute e sono sopravvissute.
Il lavoro di LITU si avvale di molti partners, compresa la NASA, il National
Science Foundation e importanti università, data l’ampia portata di questa
ricerca (8)
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NOTE CAPITOL O 5
(1): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000,
pg.121
(2): http://image.gsfc.nasa.gov/poetry/inspire/index.html
(3): http://www.msfc.nasa.gov/
(4): http://science.nasa.gov/headlines/y2001/ast19jan_1.htm?list122641
(5): http://soi.stanford.edu/
http://sohowww.nascom.nasa.gov/
(6) Per conoscere la composizione chimica delle stelle gli astronomi
esaminano la luce emessa da questi corpi celesti. Essa, attraversando uno
spettroscopio, si scompone e produce un arcobaleno tecnicamente chiamato
"spettro". Gli spettri sono solcati da righe scure, ad ognuna delle quali
corrisponde un elemento chimico. Una particolarità di queste righe è che sesono spostate verso il blu dello spettro l'oggetto si sta avvicinando, se sono
spostate verso il rosso si sta allontanando. Il comportamento delle onde
luminose è analogo a quello delle onde sonore. I suoni sono più gravi se
l’oggetto si allontana, più acuti quando si avvicina (effetto Doppler). Gli
astronomi usano tale effetto per calcolare la velocità con la quale i corpi
celesti si muovono. Se lo spettro è spostato verso il rosso il corpo ha una
velocità minore, verso il blu maggiore.
(7): (http://pulsar.princeton.edu/pulsar/multimedia.shtml)
(8): (http://www.seti.org/)
CAPITOL O 6
L a musica eil suono
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6.1 I l suono
Generalmente, nel linguaggio comune, quando si parla di suono si intende la
sensazione psicologica legata all’ascolto. Per descrivere un suono, in effetti,
spesso usiamo aggettivi, come ad esempio gradevole oppure fastidioso, che
sono legati alla sfera delle nostre emozioni.Ma come possiamo definire in modo più oggettivo un suono?
Per rispondere a questa domanda ci conviene partire dalle origini e quindi,
per prima cosa, cercare di capire da dove nasce un suono. Se facciamo un
piccolo esperimento e pizzichiamo la corda di una chitarra ci accorgiamo
che, in questo caso, il suono è prodotto e nasce proprio dalla
della corda.
Figura 1 – vibrazionedi una corda pizzicata
Per essere più precisi si può dire che per vibrazione si intende un
movimento oscillatorio di un corpo attorno alla sua posizione di equilibriocome quello mostrato dalla figura precedente.
La cosa interessante è che qualsiasi tipo di suono, non solo quello di una
corda di chitarra, è prodotto proprio da un fenomeno di questo tipo in cui c’è
un corpo, chiamato , che vibra. Ma come riesce questa
vibrazione ad arrivare fino al nostro orecchio per essere percepita?
Quello che accade è che, quando un corpo vibra, la sua vibrazione si
propaga nell’ambiente circostante sotto forma di un , ed è
proprio quest’onda che viene chiamata suono. Per visualizzare questofenomeno possiamo pensare all’onda che si genera sulla superficie
dell’acqua quando agitiamo una mano nel liquido: più la vibrazione della
mano è ampia e più sarà estesa l’onda che si propaga nell’acqua. Allo stesso
modo più è ampia l’oscillazione della corda e più sarà forte il suono che
ascolteremo.
Figura 2 – onda di pressionegenerata nell’aria dalla corda
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Da quello che ho appena esposto ne deriva che noi possiamo ascoltare un
suono solo se esiste un mezzo attraverso il quale la vibrazione del corpo si
può propagare. Generalmente questo mezzo di propagazione è proprio l’aria
che ci circonda, in realtà però, il suono si propaga in qualsiasi tipo di mezzo,
solido liquido o gassoso anche se con velocità diverse, come possiamovedere nella tabella che segue, da dove si vede che uno dei fattori che
influenzano la è proprio la densità del materiale in cui si
propaga.
MEZZO VELOCITÀ
(metri al secondo)
Aria 331
Acqua 1450
Piombo 1230
Ferro 5130
Granito 6000
Tabella 1 – la velocità del suono in alcuni materiali
Anche che subisce il suono - ovvero la diminuzione del suo
volume mentre viaggia - dipende dal mezzo in cui si propaga e infatti, per
esempio, nell’acqua un suono si può percepire ad una distanza molto
maggiore che nell’aria perché si attenua più lentamente.
6.2L ecaratteristichedi un suono
In un qualsiasi libro di musica il suono si definisce usando tre proprietà:
. Ma cosa rappresentano questi nomi?
Per capire come si collegano queste grandezze al suono ci conviene
osservare la forma dell’onda di pressione che nasce da un corpo che oscilla
e si propaga nel mezzo circostante.
Possiamo rappresentare quest’onda su di un grafico come quello che segue.
tempo
ampiezza periodo: t = 0.01
pressione
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Figura 3 – grafico di un’ onda sonora
Ci accorgiamo che un onda sonora è caratterizzata dal fatto che una stessa
forma si ripete periodicamente. L’altezza di un suono, chiamata più
comunemente , è proprio l’inverso del tempo che dura ogni
ripetizione, che, a sua volta, viene chiamato il dell’onda.L’onda sonora in figura, per esempio, ha un periodo che dura 1/100 di
secondo e quindi una frequenza pari a 100 oscillazioni al secondo. L’unità
di misura della frequenza si chiama , o in breve Hz, e quindi questa
frequenza vale 100 Hz.
Ma come possiamo sentire la frequenza di un suono? Più un suono è acuto e
più la sua frequenza cresce. Per dare un po’ di numeri consideriamo che una
frequenza minore di 200 Hz è un suono mentre una frequenza
maggiore di 800 Hz è un suono acuto.
Come si intuisce, le note che esegue uno strumento sono caratterizzate
proprio dal loro valore di frequenza. Un suonato al centro del pianoforte,
per esempio, ha una frequenza di 440 Hz mentre il La precedente vale
esattamente la metà, ovvero 220 Hz.
Passiamo ora alla seconda proprietà di un suono, . Come potete
immaginare con questo nome si intende l’ampiezza di un suono, il suo
volume. Ma come si misura questo volume? Anche in questo caso per
misurare l’ampiezza di un suono si usa un unità particolare chiamata
. Quando usiamo questa unità di misura ci riferiamo proprio allasensibilità dell’udito: un suono appena percepibile infatti ha un ampiezza di
0 decibel – abbreviato in Db – mentre un suono spaccatimpani ha un
ampiezza di 140 Db.
6.3 Il timbro
L’ultima, e più complessa, caratteristica di un suono è chiamata .
Possiamo dire che il timbro rappresenta la carta di identità del suono. Per
convincerci facciamo suonare, per esempio, ad un violino e a un pianoforte
la stessa nota alla stessa ampiezza. Questi due suoni quindi avranno la stessa
altezza, la stessa intensità ma un timbro, e quindi un identità, differente.
Ma cos’è che definisce il timbro di un suono? Per rispondere a questa
domanda dobbiamo andare ad osservare con attenzione le forme d’onda dei
due suoni che abbiamo citato.
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Figura 4 – Grafico dell’onda di pressionedi un piano edi un violino
Come si vede la forma dell’onda è molto diversa nei due casi e si sarebbe
tentati di affermare che è proprio lei la responsabile del timbro. Ma
purtroppo questo non è del tutto esatto. In effetti ci possono essere delle
forme d’onda che appaiono differenti ma hanno lo stesso suono.
A prima vista potrebbe sembrare di essere arrivati in un vicolo cieco, ma inrealtà una via di uscita esiste e la scoprì nel 1701 il francese Sauveur.
Questo scienziato, studiando le vibrazioni di una corda, intuì che qualsiasi
suono in realtà è formato da una somma di onde elementari chiamate
. E questa scoperta venne formalizzata, verso la fine
del ‘700, dal matematico che ne ricavò un celebre teorema che
porta il suo nome.
Usando questo teorema si vede che il timbro di un suono in effetti dipende
dalla quantità e dall’ampiezza delle sinusoidi che contiene così come il
sapore di una pietanza dipende dagli ingredienti che usiamo per prepararla.Quindi, così come possiamo descrivere una pietanza attraverso la lista dei
suoi ingredienti, allo stesso modo possiamo caratterizzare un suono
specificando le armoniche che lo formano.
Figura 5 – L o spettro sonoro
bbaassssii
AAmmppiieezzzzaa((DDeecciibbeell)) SSppeettttrroo ddeell ssuuoonnoo ddii uunn
oorrggaannoo11aa aarrmmoonniiccaa aa 222200 HHeerrttzz ++22aa aarrmmoonniiccaa aa 444400 HHeerrttzz ++33aa aarrmmoonniiccaa aa 666600 HHeerrttzz ++
44
aa
aarrmmoonniiccaa aa 888800 HHeerrttzz ++55aa aarrmmoonniiccaa aa 11220000 HHeerrttzz
FFrreeqquueennzzaa ((HHeerrttzz))
aaccuuttii
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Questa lista degli ingredienti di un suono ovvero delle armoniche che lo
compongono, si chiama . Ma come si legge lo spettro di un suono?
Se osserviamo la figura n.5, che rappresenta uno spettro, possiamo osservare
che sull’asse orizzontale sono rappresentate, in ordine crescente, le
frequenze delle armoniche che compongono il suono, mentre, l’ampiezza diognuna di queste armoniche è rappresentata dall’altezza della riga che la
rappresenta.
6.4L a percezionedel suono
Un suono, come abbiamo visto nel caso della corda di una chitarra, è
un’onda di pressione che parte da un oggetto che vibra e si propaga nell’aria
circostante. Per poter percepire quest’onda sonora l’uomo utilizza
, un organo complesso ed estremamente sensibile.
figura 6: orecchio
Ma non tutte le vibrazioni possono essere percepite dal nostro orecchio e
infatti, per esempio, noi non riusciamo a sentire il suono di un fischietto per
cani perché la sua onda sonora ha una frequenza maggiore dell’intervallo in
cui l’orecchio è sensibile.
Teoricamente, infatti, il nostro orecchio è in grado di ascoltare un suono
solo se la sua frequenza è compresa tra i 20 e i 20.000 Hertz. Ma perché
diciamo teoricamente? In realtà, in effetti pochissimi individui sono in gradodi ascoltare in un intervallo così ampio. Molto più spesso la massima
frequenza che riusciamo ad ascoltare non è maggiore di 16.000 Hz.
Ora che abbiamo stabilito l’intervallo di frequenze che possiamo ascoltare,
può essere interessante cercare di capire come funziona il nostro orecchio.
Per vederlo partiamo dalla porta di ingresso, una membrana elastica e
sensibile che viene chiamata . Il suono, o meglio l’onda di pressione
che penetra nel condotto, si infrange contro il timpano che oscilla
impercettibilmente – qualche decimo di millimetro – seguendo le variazioni
di pressione dell’onda sonora.
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Figura 7: Orecchio esterno, medio ed interno
Il movimento del timpano viene poi amplificato e trasferito tramite tre
ossicini, che formano una specie di snodo meccanico, ad un organo
chiamato per la sua caratteristica forma a spirale.
La chiocciola è l’organo più delicato e complesso del nostro apparato
uditivo. Il suo compito è quello di convertire le vibrazioni meccaniche che
giungono dagli ossicini in impulsi elettrici che verranno inviati al cervello
utilizzando . Per effettuare questa conversione la chiocciola
si comporta come un microscopico analizzatore spettrale contenuto nella
nostra testa: il suono infatti, prima di essere inviato al cervello viene
scomposto in una somma di armoniche ed è questa scomposizione armonica
che noi ascoltiamo.
Il modo in cui noi percepiamo i suoni, oltre che dai nostri gusti musicali,
dipende anche e soprattutto dal modo in cui risponde questo sofisticato
sistema di conversione. Esiste una scienza, chiamata , che si
occupa proprio dello studio della percezione sonora.(1)
Per approfondimenti sulla psicologia percettiva e le sue applicazioni vi èquesto sito internet (2).
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Se invece si vuole approfondire più in dettaglio come funziona il nostro
apparato uditivo e, in particolare, la chiocciola vi è questo sito in italiano(3).
6.5Dal suonoall’elettricità
Ora che abbiamo visto cos’è un suono e come siamo in grado di percepirlo,
esamineremo come si converte un suono in un segnale di corrente. In effetti
è proprio questa trasformazione che ha consentito l’ingresso della musica
nelle nostre case attraverso radio, registratori e dischi, e ancora oggi è
necessario passare attraverso la conversione dal suono ad un segnale
elettrico, prima di digitalizzare questo segnale elettrico e trasformarlo in bit
da far leggere al computer.
Per capire come avvenga questa trasformazione tra suono e elettricità
dobbiamo per prima cosa esaminare i due dispositivi che ci consentono di passare dal mondo dei suoni, fatto di onde di pressione che si propagano
nell’ambiente, al mondo dei segnali elettrici che viaggiamo su fili di rame e
dispositivi elettronici. Questi due dispositivi si chiamano microfono e
altoparlante.
figura 8: microfono
Il funzionamento del microfono simula quello dell'orecchio umano, che
trasforma l'energia del segnale sonoro in energia meccanica attraverso la
membrana del timpano. Anche nel microfono infatti c’è una membrana che
vibra e, successivamente, l'energia meccanica di questa vibrazione viene
trasformata in energia elettrica, tenendo conto della velocità o dell’ampiezza
dello spostamento della membrana, usando un componente elettrico
chiamato condensatore. Nel caso dell’altoparlanteo diffusore, invece , è
una membrana di cartone a forma di cono che si occupa di generare nell’aria
circostante le onde di pressione che giungeranno al nostro orecchio. Per
poter oscillare seguendo le variazioni del segnale elettrico questo cono è
collegato ad una bobina elettromagnetica che però, per essere messa in
movimento richiede un segnale elettrico di potenza sufficientemente alta
![Page 41: Luciano Tronchin - Universo sonoro.pdf](https://reader037.fdocumentos.tips/reader037/viewer/2022100211/577cd6531a28ab9e789c1add/html5/thumbnails/41.jpg)
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(qualche decina di Watt). Per raggiungere questa potenza si usa un
dispositivo chiamato amplificatore.
Figura 9– L ’altoparlanteo diffusore
Ci si può collegare a questo sito internet per una descrizione più
approfondita di come funzionano questi dispositivi (4)La trasformazione di un suono in un segnale elettrico è un’ operazione
fondamentale in campo musicale. Un segnale elettrico, ad esempio, può
essere memorizzato su di un nastro magnetico e riascoltato in qualsiasi
momento, oppure può essere trasmesso via radio.
Dal punto di vista delle applicazioni musicali, inoltre, si può considerare la
possibilità di trasformare il segnale elettrico che rappresenta il suono
applicando i cosiddetti effetti, come ad esempio la simulazione del
riverbero di un ambiente o la distorsione del suono di una chitarra elettrica.
6.6L ’impianto audio
Parliamo, adesso, della costituzione di un impianto, per Biodanza
naturalmente, e dei singoli componenti audio.
Per la composizione del proprio impianto il consiglio è di partire o dal
diffusore o dal finale di potenza (amplificatore), perché i due sono
intimamente collegati e perché il timbro sonoro dell’impianto viene
determinato dal diffusore. Cambiando gli altri componenti audio, si può
migliorare o peggiorare questo timbro sonoro, ma non si può cambiarlo senon sostituendo il diffusore.
Il timbro sonoro del diffusore deve poi essere il più neutro possibile. In caso
contrario la sua influenza sulla riproduzione sarà tale da vanificare ogni
sforzo.
La connessione esistente tra diffusore e finale di potenza è dettata dalle
leggi dell'Elettronica: il diffusore è da considerare parte integrante del finale
ed i veri progettisti audio, tengono conto di questa realtà.
Il resto è più semplice; l'importante è scegliere uno dei suddetti apparecchi e
costruire il proprio impianto attorno ad essi.Un impianto per la Biodanza deve riprodurre la musica in modo oggettivo
![Page 42: Luciano Tronchin - Universo sonoro.pdf](https://reader037.fdocumentos.tips/reader037/viewer/2022100211/577cd6531a28ab9e789c1add/html5/thumbnails/42.jpg)
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cioè come si ascolta nella realtà. In più esso deve avere il senso del ritmo.
Questi due Criteri Discriminanti, in concerto con gli altri, devono essere
osservati anche dai diffusori.
Oggi non esiste più la "Cultura del Diffusore", perché è stata annientata
dalle regole del mercato e dalle mode. Viene data tanta importanza a tuttotranne che ai diffusori, a cui viene riservata una spesa anche inferiore a
quella sostenuta per l'acquisto del finale di potenza.
Ma sappiamo che il diffusore ha il compito più difficile di tutti i componenti
dell'impianto stereo, cioè quello di determinare in modo preponderante la
timbrica dell'impianto considerato nel suo complesso.
Per di più il diffusore, assieme all'ambiente d'ascolto, sono considerati
elementi deboli dell'impianto, cioè quelli a cui è possibile imputare colpe in
caso di pessima riproduzione.
I tre Sottocriteri possono essere ritenuti validi per tutti i diffusori, affinché possano essere definiti adatti per la Biodanza:
1) l'alta dinamica;
2) l'estensione della risposta in frequenza;
3) funzionamento anche a basso livello d'ascolto.
Poi vengono altri parametri.
Questi intanto, sono i fondamentali e, escluso il terzo, possono essere
facilmente verificati guardando, tra le loro caratteristiche tecniche, le voci:
- sensibilità: > 90 Db ;
- massimo Spl (sound pressure level): > 103 Db;- risposta in frequenza: 16-20.000 Hz.
Chiaramente prima di scegliere un diffusore conviene ascoltarlo. Ma
seguendo questi tre Sottocriteri, la rosa dei candidati sarà ristretta in modo
da agevolare certamente la scelta.
Quando si fanno prove d'ascolto, è opportuno tener presente che il diffusore
è un componente audio delicato. Subisce l'influenza del rodaggio che deve
essere fatto per un periodo di tempo abbastanza elevato. Subisce l'influenza
dell'ambiente d'ascolto che ne varia moltissimo le sue prestazioni sonore.
Infine è totalmente succube alla sorgente utilizzata e all’amplificatoreconnesso: se non sono di buona qualità tutto viene vanificato.
6.7Gli amplificatori valvolari
L'amplificazione audio nasce con i tubi termoionici.
I primi amplificatori audio furono costruiti nel 1912 circa negli Stati Uniti di
America e consistevano di due o tre stadi. Fra i primi
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amplificatori di quegli
anni si può ricordare il
Western Electric
(WE25B), che era capacedi erogare 0,8 watt.
Negli anni 40 - 60 fu
dato un notevole impulso
alla progettazione e alla
realizzazione pratica di
Figura 10– L’amplificatore sistemi audio ad alta fedeltà
in grado di fornire elevate prestazioni qualitative; i circuiti di questo periodo
sono tuttora alla base di molte realizzazioni contemporanee.
Gli amplificatori a valvole continuarono ad essere perfezionati (ricordiamoDynaco, Leak, Quad, Radford, Marantz, Mac Intosh) sino agli anni 70, anni
nei quali subentrarono piano piano i semiconduttori con i quali si potevano
realizzare apparecchiature molto più economiche e quindi di maggior
penetrazione commerciale.
Negli anni 80, soprattutto con Audio Research (seguita dalla Conrad
Jhonson), si è assistito al ritorno delle amplificazioni audio valvolari;
questo marchio ha realizzato numerosi impianti che hanno costituito il ponte
fra l'alta fedeltà di un tempo e quella moderna.
Se all’inizio le valvole erano una necessità, sono diventate ai nostri giorni
una scelta motivata dal fatto che, se ben costruiti, gli amplificatori a valvole
sono in grado di provocare in chi li ascolta un impatto emozionale di gran
lunga maggiore rispetto a quello provocato da amplificatori a
semiconduttori. Per questo un impianto fisso per Biodanza dovrebbe avere
un amplificatore valvolare.
Per quanto concerne il futuro dei tubi elettronici, esso appare molto
"amletico" poiché le valvole risultano molto affascinanti, ma sempre più
difficili da gestire commercialmente, visti i costi elevati. Infatti i costi che icostruttori devono sostenere per costruire amplificatori a tubi sono
esorbitanti se comparati a quelli degli amplificatori a semiconduttori. Allora
perche' utilizzare un amplificatore a valvole ? Oltre all’impatto emozionale
del suono prodotto già ricordato prima, perche' quando un amplificatore a
valvole amplifica il segnale della musica, per inviarlo alle casse acustiche,
genera solo , al contrario di un amplificatore a transistor che
genera solo .
Vediamo di chiarire questo concetto.
Quando suoniamo, ad esempio, la nota LA della terza ottava del pianoforte,noi generiamo una frequenza di 110 Hz. (110 impulsi sinusoidali al
secondo). Quando amplifichiamo il segnale con un amplificatore a valvole
![Page 44: Luciano Tronchin - Universo sonoro.pdf](https://reader037.fdocumentos.tips/reader037/viewer/2022100211/577cd6531a28ab9e789c1add/html5/thumbnails/44.jpg)
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vengono generate infinite della frequenza riprodotta e cioe':
110x2=220 Hz 220x2=440 Hz 440x2=880 Hz ecc. Se controlliamo
scopriremo che queste note corrispondono sempre alla nota base LA ma di
ottavasuperiore. Il suono che viene riprodotto e' quindi quanto di piu'
simile alla naturale vibrazione di un corda o del labbro del trombettista o diqualsiasi altro reale strumento. Quando amplifichiamo il segnale con un
amplificatore a transistor o a circuiti integrati vengono generate infinite
della frequenza riprodotta e cioe': 110x3=330 Hz
330x3=990 Hz 990x3=2970 Hz ecc. Se controlliamo scopriremo che 330
Hz corrisponde ad un MI disaccordato, 990 Hz ad un SI disaccordato e 2970
Hz ad un FA# disaccordato. Come possiamo quindi facilmente immaginare
queste note innaturali, anzi questo rumore non trattandosi piu'di note,
colpisce il nostro fisico e la nostra mente con vibrazioni discordanti e
destrutturanti. Quindi la nota La emessa da un amplificatore a valvoleaccompagnata da altri LA posti sulle ottave superiori ci darà un suono
piacevolmente caldo, mentre la stessa nota La emessa da un amplificatore a
transistor (indipendentemente dalla sua marca e dal suo costo)
accompagnata da note diverse e stonate ci darà un suono più disarmonico e
sgradevole.
6.8L a conversioneanalogico-digitale
Come sappiamo l'unico tipo di informazione che i computer sono in gradodi elaborare è quella composta da numeri binari, ovvero lunghe sequenze di
0 e 1. Fortunatamente, al contrario di quanto potrebbe sembrare a prima
vista, questa limitazione non impedisce al computer di utilizzare ed
elaborare i suoni, dato che, utilizzando dei dispositivi chiamati convertitori
analogico-digitali o più brevementeADC, si possono trasformare i suoni
in sequenze di numeri.
Ma come avviene questa conversione di un'onda di pressione in una
sequenza di numeri? Per effettuare questa conversione sono necessari due
passi: per prima cosa, usando un microfono, si deve trasformare l'onda di pressione in un'onda di potenziale elettrico, ovvero in un segnale analogico.
Successivamente questo segnale verrà filtrato e poi inviato all' ADC che lo
convertirà in una sequenza digitale di numeri binari.
Quindi questi numeri binari potranno essere utilizzati da un computer o
memorizzati su un supporto digitale, come ad esempio un Hard Disc o un
CD Rom.
Per produrre una sequenza di numeri binari da un segnale analogico l'ADC
procede in due passi.
Il primo passo consiste nel trasformare l'onda che arriva al suo ingresso inun insieme di gradini. Questa trasformazione corrisponde a prendere, o più
precisamente campionare, un solo valore dell'ampiezza del suono ad
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intervalli di tempo regolari.
Il numero di valori di ampiezza che l'ADC preleva dal segnale analogico in
un secondo si chiama Frequenza di Campionamento ed è un parametro
molto importante. Infatti si può dimostrare che, se la nostra scheda audio
campiona ad una frequenza F la massima frequenza che possiamorappresentare in un suono sarà pari a F/2. Quindi, per esempio, se usiamo
come frequenza di campionamento 44100 Hz, come fa la maggior parte dei
dispositivi audio, preleviamo dal suono 44100 valori di ampiezza al secondo
e la massima frequenza che il nostro suono potrà contenere sarà di 22000
Hz. Se invece campioniamo un suono a 22500 Hz la massima frequenza che
può contenere il suono campionato scende a 11000 Hz, e quindi perderemo
le sfumature più acute del suono.
Il secondo passo, chiamato quantizzazione, consiste invece nel trasformare
l'altezza di ognuno di questi gradini in un numero binario che potràfinalmente essere utilizzato dal computer. Il numero che rappresenta un
singolo gradino di solito viene chiamato campione sonoro. Generalmente
questo numero viene rappresentato su 16 bit in modo tale da consentire ben
65536 intervalli possibili di ampiezza. Se usassimo solo 8 bit per
quantizzare il suono, i valori di ampiezza possibili per ogni campione
sarebbero 256, e questo implica che il suono finale risulterebbe più
rumoroso che utilizzando 16 bit.
Abbiamo visto che il convertitore analogico digitale trasforma l'onda sonora
in un flusso di bit che viene inviato al computer, e questa operazione vienechiamata campionamento di un suono. Ma quanti bit sono necessari per
campionare un suono con una qualità paragonabile a quella di un CD
musicale? Vediamo come calcolarlo: per prima cosa consideriamo che per
descrivere un suono stereo ci servono due onde sonore che corrispondono al
canale sinistro e destro. Da ognuna di queste due onde vengono campionati
44100 valori al secondo, e per rappresentare il valore numerico di ognuno di
questi campioni sonori si useranno 2 byte.
Date queste premesse, se facendo due conti, per campionare una canzone di
tre minuti, un computer utilizza circa 30 Megabyte che possono esserememorizzati sull'hard disk sotto forma di un file.
6.9L a conversionedigitale-analogico
Grazie alla conversione analogico-digitale un computer è in grado di
acquisire e memorizzare un suono trasformandolo in una sequenza di
numeri binari. Per ascoltare questa sequenza di numeri però è necessario un
ulteriore passaggio: la conversione di questa sequenza digitale in un segnale
analogico che possa essere poi inviato ad un amplificatore e trasformato in
suono da un altoparlante.
Il componente che si occupa di questa trasformazione si chiama DAC,
![Page 46: Luciano Tronchin - Universo sonoro.pdf](https://reader037.fdocumentos.tips/reader037/viewer/2022100211/577cd6531a28ab9e789c1add/html5/thumbnails/46.jpg)
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Convertitore Digitale Analogico, e rappresenta la porta di uscita del suono
di un dispositivo digitale. Questo componente infatti è presente non solo
sulle schede audio dei computer ma anche sui lettori di CD, sulle tastiere
musicali e in qualsiasi dispositivo digitale che emetta dei suoni a partire da
una sequenza digitale di numeri.I DAC e gli ADC rappresentano quindi le porte attraverso cui un suono
entra ed esce da un computer. Purtroppo queste porte non si comportano in
modo del tutto trasparente nei confronti del segnale che le attraversa ma
hanno la antipatica tendenza di aggiungere del rumore e di distorcere il
segnale durante la conversione. Per questo motivo il suono digitale non è di
per sé una garanzia di qualità e fedeltà a meno che non si utilizzino dei
convertitori adatti alle nostre esigenze.
6.10 Il formato MP3Abbiamo visto che un suono digitale ha bisogno di molti bit per essere
rappresentato. Per avere un idea di quanto questo sia vero, considerate che
su un dischetto possiamo memorizzare appena 8 secondi di musica ad alta
qualità. Questa ingordigia di bit purtroppo comporta molti svantaggi: il
primo, e più importante, è che per far viaggiare un suono campionato su
Internet occorre molto tempo; il secondo è che, se ci appassioniamo allaregistrazione musicale, possiamo facilmente riempire il nostro Hard Disk di
suoni campionati.
Per ovviare a questo problema si è pensato di comprimere i suoni digitali equindi di togliere dal suono tutte quelle caratteristiche che non siamo in
grado di percepire. Per applicare questa strategia occorre prima però capire a
fondo come funzionano i meccanismi percettivi dell'orecchio.
L'apparato uditivo, in effetti, non percepisce direttamente il suono ma il suo
spettro, ovvero l'insieme delle componenti armoniche - delle frequenze - che
lo compongono. Inoltre il nostro ricevitore naturale, la coclea, è strutturato
in modo che le frequenze più forti presenti nello spettro del suono tendono a
mascherare le frequenze vicine e quindi queste ultime non vengono
percepite e possono essere eliminate dal suono.Un programma di compressione per il suono quindi si comporta come una
sorta di orecchio informatico che trasforma prima il suono nel suo spettro e
successivamente toglie dallo spettro tutte le armoniche che non vengono
percepite. Se consideriamo che si può eliminare oltre il novanta per cento
delle frequenze presenti in un suono ci rendiamo conto della potenza di
questo metodo: un suono che in origine occupava undici megabyte, dopo la
compressione di tipo percettivo ne occupa solo uno e la perdita di qualità tra
queste due rappresentazioni del suono è quasi indistinguibile.
Per provare ad ascoltare musica compressa si può, ad esempio, utilizzare un programma chiamato WinAmp (5)
WinAmp, come molti altri programmi simili che si possono trovare in rete,
![Page 47: Luciano Tronchin - Universo sonoro.pdf](https://reader037.fdocumentos.tips/reader037/viewer/2022100211/577cd6531a28ab9e789c1add/html5/thumbnails/47.jpg)
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utilizza uno standard di compressione audio chiamato MP3. Lo standard
MP3 rappresenta la sezione audio di uno standard più completo, chiamato
MPEG layer 3, che viene utilizzato per la codifica dei film in formato
digitale negli attuali DVD. Il motivo principale della diffusione e della
fama dell'MP3 risiede nel fatto che questo standard, rendendo i file di suonimolto più compatti, ha consentito la diffusione e lo scambio della musica su
Internet.
Ma a cosa serve sapere tutte queste cose sulla percezione del suono?
Innanzitutto per capire la relazione che intercorre tra il suono come
fenomeno fisico e la sensazione che si prova durante l’ascolto e poi perché
conoscendo i meccanismi percettivi è possibile sviluppare delle applicazioni
come ad esempio la famosa , che utilizzano questa conoscenza
per riuscire a comprimere un file di suoni e fare si che noi li possiamo
scaricare da Internet in minuti anziché ore. La codifica MP3 in effetti si basa proprio sul funzionamento dell’orecchio ed infatti riesce ad eliminare dalla
musica solo quelle informazioni che il nostro orecchio non è in grado di
percepire.
In ogni caso, per saperne di più su MP3 e sui principi della codifica
psicoacustica, vi è un sito con una panoramica sui principali programmi
che si utilizzano per suonare e registrare i file MP3.(6)
6.11 Leultimericerche: gli olofoni
Figura 11- Copertina di "Thefinal cut", l'albumnel qualei Pink Floyd
hanno per primi utilizzato l'holophono creando effetti sonori in 3
dimensioni.
Siamo nel 1983 quando i Pink Floyd con l’album “The final cut” utilizzano
per primi la tecnica olofonica, seguiti poi da noti artisti come Michael
Jackson, Peter Gabriel dei Genesis, Jon Anderson degli Yes, e anche dal
direttore d'orchestra Herbert von Karajan e dal compositore Luigi Nono.
Ancora nel 1983 Umberto Maggi, produttore discografico di Rovigo,
inventore, ed ex musicista dei Nomadi mette a punto uno speciale
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microfono:l'holophono che simula il funzionamento dell'orecchio, tenendo
conto di come avviene la decodifica dei suoni a livello cerebrale.
L'ascoltatore riesce così a ricostruire un'immagine sonora tridimensionale,
proprio come fanno gli occhi quando si trovano di fronte a un ologramma. Il
limite della tecnica messa a punto da Maggi è che l'ascolto deve avvenire incuffia. (7)
Tito Pavan e Roberto Caterina del Dipartimento di Psicologia
dell’Università degli studi di Bologna hanno condotto una
interessante ricerca su quanto la tecnica olofonica possa essere un
fattore importante nell’induzionedelleemozioni; nell’indagine
sono stati utilizzati 25 soggetti in gran parte studenti universitari o
loro familiari (età media anni 25,2; range 16-38), sottoponendoli a
test d’ascolto di suoni monofonici, stereofonici ed omofonici. I
risultati, che riportiamo, confermano ampiamente la nostra ipotesi:
Condizione Movimento Piacevolezza Naturalezza
Monofonica 1,147 -,167 -,067
Stereofonica 2,407 +,067 +,240
Olofonica 4,280 +1,327 +1,480
In sostanza l’ascolto olofonico risulta più piacevole e naturale sia di
quello monofonico sia di quello stereofonico. È importante
sottolineare che la differenza tra olofonia e stereofonia appare quasi
sempre più marcata rispetto a quella tra monofonia e stereofonia
nelle dimensioni della piacevolezza e della naturalezza.
Questi primi dati ci consentono di ipotizzare che il sistema olofonico
permetta un ascolto reale e consenta un più efficace trasferimento
delle informazioni emotiveche si vogliono indurre. I risultati dialcune indagini sugli spettri di potenza del segnale
elettroencefalografico (EEG), nonché variazioni del ritmo cardiaco e
respiratorio, rilevabili in alcuni stimoli olofonici, emotivamente
connotati rispetto a stimoli neutri, sembrano andare in questa
direzione.
In quest’ottica la tecnica olofonica sembra possa essere un fattore
importante nell’induzionedelleemozioni.” (8)
In tal senso pare significativa l’esperienza condotta dall'ARCMO,
Associazione Regionale Calabrese di Musicoterapia in Olofonia, conl’apporto di Gianfranco Maurizio Pisano, psichiatra e musicoterapeuta ed
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esperto in olofonia, nonché con la super visione a livello accademico della
Cattedra di Psicologia Fisiologica della Facoltà di Psicologia, Università di
Roma "La Sapienza", del Development European Music Project, Olanda,
dell'American Association of Psychotherapy, dell’ Association pour la
reconnaissance et la promotion des medicines complementaires enEurope,Bruxelles e di altri importanti istituti pubblici e privati.
L’ARCMO ha approfondito l’utilizzo terapeutico dell’olofonia nei
disturbi dell'affettività, dell'attività sociale e lavorativa, i disturbi del
pensiero, d'ansia e del sonno, disturbi somatici, dell'apprendimento, del
comportamento e dell'alimentazione. (9)
Figura 12– L’olofonodi Michelangelo L upone
Michelangelo Lupone, compositore noto in ambito internazionale per il suo
impegno nella ricerca musicale e scientifica, ha realizzato, in collaborazionecon il CRM (Centro Ricerche Musicali di Roma), nella primavera del 2000,
un nuovo sistema olofonico innovativo che proietta in ogni punto della sala
da concerto, la stessa dettagliata sensazione sonora presente sul
palcoscenico(10).
Come avviene per la trasmissione satellitare dove l'informazione deve
coprire grandi distanze senza produrre errori, così gli olofoni utilizzano dei
proiettori di suonoa forma di parabola. Questi permettono di inviare tutti
i dettagli musicali ad una grande distanza, raggiungendo ogni ascoltatore
attraverso raggi opportunamente differenziati e incrociati delle onde sonore,riproducendo lo stesso scenario acustico che il direttore d'orchestra ha
davanti a se.
Gli Olofoni – proiettori di suono sono l’applicazione di una tecnologia
innovativa che permette il prelevamento del suono, completo delle
informazioni spaziali di origine, e determina un ascolto dell'evento sonoro
assolutamente corrispondente alla realtà. Esso simula il funzionamento
dell'orecchio e la decodifica dei suoni a livello cerebrale.
Il suono raggiunge così una "forma tridimensionale" precisa.
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figura 13: Rappresentazionetridimensionale al computer di un'onda
sonora nello spazio
Il suono olofonico viene percepito come più realistico, e sembra consentire
un più efficace trasferimento delle informazioni emotiveche si vogliono
indurre: i segnali mono creano un'immagine acustica centrale, quelli stereo
possono essere di volta in volta percepiti come provenienti da destra o da
sinistra, mentre i suoni olofonici occupano posizioni ben precise nello
spazio.
Gli olofoni rappresentano il primo prototipo di un sistema multifonico di
diffusione del suono di elevata controllabilità che permette di poter
effettuare delle modulazioni creative sul fronte d’onda. La particolarità degliOlofoni è che l’irradiazione del suono viene effettuata attraverso un
raddrizzamento dell’onda di propagazione di tipo tronco-conica in onda
piana. Questo tipo di propagazione del suono permette la costruzione di lobi
di proiezione sonora di elevata coerenza e con la capacità di percorrere lo
spazio con minima degradazione di energia rispetto a quanto avviene nella
diffusione con altoparlanti tradizionali.
Nel progetto realizzato da Michelangelo Lupone gli olofoni sono costituiti
da un sistema paraboloidale sul cui fuoco è posto un altoparlante limitato in
banda e controllato nell’apertura dell’angolo di irradiazione. I controllidinamici per la scultura del fronte d’onda vengono affidati ad un sistema
computerizzato basato sul computer Fly30, che presenta un’interfaccia per il
controllo dei processi di avvicinamento – allontanamento, localizzazione,
velocità, innalzamento e abbassamento del fronte d’onda rispetto
all’ascoltatore.(11)
Gli Olofoni sono stati presentati per la prima volta in occasione di MUSICA
SCIENZA 2000, manifestazione internazionale di Musica, Arte e Cultura
contemporanea organizzata dal CRM presso i giardini dell’Accademia
Filarmonica Romana nel giugno 2000.L’idea degli olofoni è nata tra il 1997 e 98, anche se la realizzazione è stata
successiva. Dice Michelangelo Lupone: “Volevo sentire un segnale che
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potesse alzarsi o abbassarsi di fronte all'ascoltatore. Ho lavorato sulla base
degli studi fatti da Jim Blauert (12), il più grande studioso di psicoacustica
vivente, e dopo alcuni incontri con lui ho deciso di costruire uno strumento
di percezione olofonica, che avesse un’applicazione musicale e non solo
scientifica”. L'approdo è stato lungo, attraverso numerosi esperimenti fatticon lo staff del CRM di Roma e poi con le analisi effettuate presso l'Istituto
Gramma de L'Aquila. Il prodotto finale è stato uno strumento di diffusione
del suono che sfrutta le onde piane attraverso l'utilizzo di una parabola che
riflette segnali musicali emessi da un altoparlante disposto sul suo fuoco. Lo
scopo è stato di portare il segnale acustico ad un livello di controllo
estremamente raffinato in ogni condizione di spazio acustico, ad esempio
nelle chiese, luoghi tradizionalmente riverberanti, dove gli effetti secondari
di riflessione del suono sono percettivamente attenuati fino
all'annullamento.Questi strumenti, dunque, si caratterizzano per unventaglio di utilizzazioni assai vaste, come stadi o spazi aperti, basti pensare
che il segnale rimane nitido, intellegibile e potente fino a distanze dieci
volte superiori ad un altoparlante normale.
In conclusione vogliamo anche citare che, utilizzando una tecnologia
differente, basata su un più approfondito studio dei meccanismi relativi
all’ascolto binaurale (13) e dei moduli che sottostanno alla ricezione, alla
percezione e all’interpretazione del segnale acustico, dai primi anni ‘80, si è
sviluppata una linea di ricerca tesa alla costruzione di speciali microfoni -
trasduttori olofonici che consentono di riprodurre le caratteristiche spazialidel suono olofonico con un impianto stereofonico tradizionale. Le
ricerche sull’olofonia al di là della loro applicazione commerciale in vari
contesti hanno una notevole rilevanza scientifica in quanto ci consentono di
delineare meglio l’influenza che la qualità del suono può avere sulla
rappresentazione del significato che ad esso attribuiamo.
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NOTE CAPITOL O 6
(1): J.R. Pierce, La scienza del suono, Zanichelli, Bologna 1988.
(2):http://www.cens.polito.it/demartin/Contenuto/Monografia_su_mp3/Psic
oacustica.htm
(3): http://www.sissa.it/bp/Cochlea/italian/coclea.htm
(4): http://www.cfnt.provincia.si.it/corsi/segnali_audio_video/acustica.htm
(5): http://www.winamp.com/
(6):http://www.tesre.bo.cnr.it/Services/Local/Beta/bs019598/0198/b198appr
.htm
(7): http://www.umbistudios.it/resident.asp
(8): http://www.marcostefanelli.com/olofonia/suonoemo.htm
(9): http://www.musicolofonica.it/index.html
(10): " Theactivities of CRM - CentroRicercheMusicali", L. Bianchini - M.
Lupone, "Leonardo Music Journal", vol. 2 n. 1, Pergamon Press, Gran
Bretagna, 1992.;
"Il progetto CRM per una drammaturgia dell'ascoltoradiofonicoedel suospazio virtuale", co-autori L. Bianchini, M. Lupone, E. Palandri, S. Tamaro,
atti XI Colloquio Informatica Musicale, Bologna 1995
(11): "FLY30: a DSP systemfor real-timecontrol of audio signals. Aspectsof researchand musical interaction", Michelangelo Lupone et altri, in
International Workshop on Man-Machine Interaction in Live Performance,Pisa, 1991.
(12): Blauert, J. , Hearing - Psychological Bases andPsychophysics,
Springer, 1983, Berlin New York.
Lehnert, H. and J. Blauert, J.(1992), Principles of Binaural RoomSimulation, Journ. Appl. Acoust., 36:259-291.
(13): Sulle caratteristiche del suono binaurale vedi il prossimo capitolo.
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CAPITOLO 7
Il suono ele ondecerebrali
In questo capitolo ho inteso riportare alcune conoscenze di base ed alcuni
dati provenienti da studi e ricerche scientifiche che hanno avuto lo scopo diapprofondire gli effetti degli stimoli sonori, variamente trattati e quindi
differenziati, sul cervello umano.
E’ indubbio che alcune tecniche hanno il potere di alterare il ritmo cerebralee di indurre quindi stati anche profondi di rilassamento e, secondo coloro
che le hanno messe a punto, anche di condurre a stati alterati di coscienza.
Se ciò fosse confermato da ulteriori studi scientifici, a mio avviso necessari,
questo sarebbe un terreno di studio interessante.
Rimane il fatto che tutte le tecniche analizzate prevedono (vedi in paragrafo
7.7 relativo alle brain & dream machines) l’uso di visori e di cuffie che pertanto isolano l’individuo dalla realtà mentre l’esperienza di ascolto ha
luogo. Questa pratica nasce quindi con il grave limite di essere solipsistica
ed esclude ciò che in Biodanza risulta essere un punto essenziale e cioè la
comunicazione, condivisione, comunione con l’altro. Tuttavia le ultime
tecniche olofoniche applicate ad impianti stereofonici tradizionali ci devono
far prestare la necessaria attenzione a questo campo di indagine, poiché la
possibilità di un uso condiviso in gruppo è ora possibile.
In tal senso si veda il punto 3 del prossimo capitolo (8.3) in cui ho
analizzato la musica del compositore Anugama, che ovviamente si può
ascoltare con un normale impianto stereofonico, caratterizzata, nel brano
preso in considerazione, da una serie di innovative tecniche psicoacustiche.
figura 1: il cervello
Analizziamo ora il funzionamento del nostro cervello: nel corso della nostra
vita quotidiana tutti noi sperimentiamo diversi stati di coscienza. Per
esempio, nell'arco di una giornata, tra la luce del mattino e il buio della
notte, ci muoviamo da uno stato ordinario di veglia ai
diversi stadi del sonno.
Ma anche gli stati di coscienza straordinari fanno parte della nostra comune
esperienza: quando ci sentiamo particolarmente creativi, insolitamente
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intuitivi, eccezionalmente lucidi, profondamente rilassati.
Ordinari, o straordinari che siano, tutti gli stadi della nostra coscienza sono
dovuti all'incessante attivita' elettrochimica del cervello, che si manifesta
attraverso onde elettromagnetiche: le onde cerebrali, appunto.
La frequenza di tali onde, calcolata in 'cicli al secondo', Hertz (Hz), varia aseconda del tipo di attivita' in cui il cervello e' impegnato e puo' essere
misurata con apparecchi elettronici. Gli scienziati suddividono
comunemente le onde in quattro bande, che corrispondono a quattro fasce di
frequenza e che riflettono le diverse attivita' del cervello.
7.1OndebetaHanno una frequenza che varia da 13 a 30 Hz e sono associate alle normali
attivita' di veglia, quando siamo concentrati sugli stimoli esterni. Le onde
beta sono infatti alla base delle nostre fondamentali attivita' disopravvivenza, di ordinamento, di selezione e valutazione degli stimoli che
provengono dal mondo che ci circonda. Per esempio, mentre leggiamo
queste righe il cervello sta producendo onde beta. Esse, poi, ci permettono
reazioni veloci e l'esecuzione rapida di azioni. Nei momenti di stress o di
ansia le beta ci danno la possibilita' di tenere sotto controllo la situazione e
dare pronta soluzione ai problemi.
7.2OndealfaHanno una frequenza che varia da 7 a 13 Hz e sono associate a uno stato di
coscienza vigile, ma rilassata. La mente, calma e ricettiva, è concentrata
sulla soluzione di problemi esterni, o sul raggiungimento di uno stato
meditativo leggero. Le onde alfa dominano nei momenti introspettivi, o in
quelli in cui più acuta è la concentrazione per raggiungere un obiettivo
preciso. Sono tipiche, per esempio, dell'attività cerebrale di chi è impegnato
in una seduta di meditazione, yoga, taij-chi.
7.3OndethetaLa loro frequenza e' tra i 3 ed i 7 Hz e sono proprie della mente impegnata
in attivita' di immaginazione, visualizzazione, ispirazione creativa. Tendono
ad essere prodotte durante la meditazione profonda. Il sogno ad occhi aperti,
la fase REM del sonno (cioe', quando si sogna). Nelle attivita' di veglia le
onde theta sono il segno di una conoscenza intuitiva e di una capacita'
immaginativa radicata nel profondo. Genericamente vengono associate alla
creativita' e alle attitudini artistiche.
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7.4OndedeltaHanno una frequenza tra 0,1 e 3 Hz e sono associate al piu' profondo
rilassamento psicofisico. Le onde cerebrali a minore frequenza sono quelle
Figura 2: ondecerebrali
proprie della mente inconscia, del sonno senza sogni, dell'abbandono totale.
In questo senso vengono prodotte durante i processi inconsci di
autogenerazione e di autoguarigione.
7.5Il fenomeno della risonanza
Nel 1665 il fisico e matematico olandese Christiian Huygens, tra i primi a postulare la teoria ondulatoria della luce, osservo' che, disponendo a fianco e
sulla stessa parete due pendoli, questi tendevano a sintonizzare il proprio
movimento oscillatorio, quasi volessero assumere lo stesso ritmo. Dai suoi
studi deriva quel fenomeno che oggi chiamiamo 'risonanza'. Nel caso dei
due pendoli, si dice che uno fa risuonare l'altro alla propria frequenza. Allo
stesso modo e per lo stesso principio, se si percuote un diapason, che
produce onde alla frequenza fissa di 440 Hz, e lo si pone vicino a un
secondo diapason 'silenzioso', dopo un breve intervallo quest'ultimo
comincia anch'esso a vibrare.Il fenomeno della avviene anche per . Studi che
si sono serviti dell'elettroencefalogramma hanno mostrato un' evidente
correlazione tra lo stimolo che proviene dall'esterno e le onde cerebrali del
soggetto in esame (1). Inizialmente, le ricerche in questo campo
utilizzavano soprattutto la luce; poi, si e' passati ai suoni ed alle stimolazioni
elettromagnetiche. Cio' che si e' osservato e' che se il cervello e' sottoposto a
impulsi (visivi, sonori o elettrici) di una certa frequenza, la sua naturale
tendenza e' quella di sintonizzarsi con essi. Il fenomeno e' detto 'risposta in
frequenza'. Per esempio, se l'attivita' cerebrale di un soggetto e' nella bandadelle onde beta (quindi, nello stato di veglia) e il soggetto viene sottoposto
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per un certo periodo a uno stimolo di 10 Hz (onde alfa), il suo cervello tende
a modificare la sua attivita' in direzione dello stimolo ricevuto. Il soggetto
passa dunque ad uno stato di rilassamento proprio delle onde alfa.
figura 3: modello del cervello umano (Riprodotto da Hoppe e Bogen,
1977)
7.6I dueemisferi cerebrali eil ritmo binaurale
Il cervello umano e' suddiviso in due emisferi:
Destro:
- sintetico (comprende l'insieme delle parti), concreto, spaziale (coglie le
relazioni nello spazio), intuitivo (usa sensazioni e immagini), analogico
(usa le metafore), irrazionale, olistico (percepisce le strutture di assieme),
atemporale e non-verbale. E' la sede delle attivita' creative, della fantasia.
Sinistro:
- E' analitico (comprende i dettagli), astratto (giunge all'interno, partendo daldettaglio), lineare (lavora in ordine sequenziale), Logico, numerico,
razionale, simbolico, temporale, verbale. E' la sede di quelle attivita' che
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coinvolgono il linguaggio, la scrittura, il calcolo.
I due emisferi sono uniti da una lamina orizzontale di fibre nervose, il
cosiddetto corpo calloso. Ogni emisfero ha competenze proprie: l'occhio
sinistro, l'orecchio sinistro e tutta la parte sinistra del corpo sono connesse
all'emisfero destro; l'occhio destro, l'orecchio destro e tutta la parte destradel corpo sono connesse all'emisfero sinistro.
I due emisferi, poi, funzionano in modo diverso; elaborano, cioe', tutti i
processi informativi, secondo modalita' distinte.
Per come si e' finora strutturata, la nostra società da' una maggiore rilevanza
alle modalita' di pensiero dell'emisfero sinistro, tanto che fino a poco tempo
fa i neurologi definivano “minore” l'emisfero destro. Ma, una visione piu'
bilanciata delle due componenti, un maggiore equilibrio tra le funzioni, una
armonia tra razionalita' e fantasia e' ciò di cui, forse, oggi l'umanita' ha
bisogno con piu' urgenza.Uno strumento semplice ed efficace per riequilibrare il potere dei due
emisferi cerebrali e' il suono. Come abbiamo visto, ogni attivita' cerebrale
emette onde particolari, che possono entrare in risonanza con le onde sonore
esterne.
Attraverso uno stimolo acustico esterno diventa possibile mutare la
frequenza delle onde del cervello da una condizione ad un'altra.
Per esempio, se una persona è nello stato Beta (allarme) e la sottoponiamo
ad uno stimolo acustico di 10 Hz per un certo tempo, e' probabile, allora,
che la frequenza dello stesso vari, sincronizzandosi a quella cui la si espone.Quando lo stato del cervello e', gia' in precedenza, vicino allo stimolo
applicato, l'induzione agisce piu' efficientemente.
Infatti, se si vuole condurre le cellule cerebrali ad un certo stato di
"emittenza" e' necessario applicare ad esse una frequenza che corrisponda
alla "lunghezza d'onda" in cui si trovano, in quel momento; poi, la si
aumentera', o diminuira', con una velocita' tale che il cervello sia sempre in
sincronia con lo stimolo applicato; sino a che giungera' allo stato desiderato.
In questo modo il cervello viene stimolato a sintonizzarsi su una frequenza
(e quindi sull'attivita' cerebrale che gli corrisponde) e portato a funzionarecome un insieme.
Ma un suono continuo alle frequenze inferiori ai 16-20 Htz non puo’ essere
percepito dall’ orecchio umano. Ecco entrare in gioco allora quella che
viene chiamata " " (2) che potremmo tradurre come
"frequenza di battimento binaurale". L'avvento dell'elettronica e
dell'informatica applicata al settore musicale ha dato la possibilità di
utilizzare le frequenze inferiori ai 16-20 Htz, veicolandole attraverso onde
sonore.
E’ utilizzata una particolare tecnica, chiamata ritmo binaurale, che opera in
questo modo: se l'orecchio sinistro viene stimolato con un suono portante,
![Page 58: Luciano Tronchin - Universo sonoro.pdf](https://reader037.fdocumentos.tips/reader037/viewer/2022100211/577cd6531a28ab9e789c1add/html5/thumbnails/58.jpg)
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alla frequenza, poniamo, di 500 Hz (Hertz) e l'orecchio destro con uno a 510
Hz, la differenza di 10 Hz viene percepita dal cervello (e solo dal cervello,
perché è una frequenza che sta al di fuori dello spettro sonoro).(3)
Il cervello e' così stimolato ad entrare in risonanza con il 'ritmo binaurale' di
10 Hz (onde alfa) e, di conseguenza, con l'attività corrispondente:rilassamento, calma, tranquillità.
Il ritmo binaurale avrebbe il potere di alterare la coscienza per fornire una
vasta gamma di effetti benefici (che inducono rilassamento, sonno,
miglioramento dell’intuizione, della creatività, stati meditativi, guarigione e
condizioni ampliate di apprendimento, ecc.) . Il modello del sistema
d'attivazione reticolare-talamico esteso suggerisce che vi è un meccanismo
neurale responsabile della regolazione dei livelli generalizzati del risveglio
(il ciclo di base di stasi-attività, i cicli del sonno, i ritmi biologici, ecc ). (4)
figura 4: schema tecnicabinaurale
Il ritmo binaurale fornisce le informazioni di variazione di potenziale alsistema d'attivazione reticolare-talamico, che a sua volta altera le condizioni
di risveglio, la soglia di attenzione e il livello di consapevolezza.
Ovviamente il fatto di ascoltare passivamente le frequenze non è
necessariamente sufficiente ad alterare lo stato cerebrale; la capacita', la
forza di volonta' e la concentrazione aiutano molto e donano effetti piu'
intensi. Queste tecniche possono essere utili anche per alleviare mal di testa,
per la riduzione del fabbisogno di sonno; per l'eliminazione della
depressione, dei disordini nella capacità di attenzione e della
concentrazione, e per molto altro. Infatti, integrato con altre tecniche estrumenti di condizionamento sociale e psicologico e un programma
educativo, l’uso del ritmo binaurale può fornire l'accesso ad una varietà di
applicazioni e di esperienze favorevoli alla persona, consentendole di
ottenere delle condizioni di espansione di coscienza. (5)
I due modi piu' semplici per stimolare, dall'esterno, il cervello sono le
sensazioni auditive e visive.
Già nelle missioni spaziali vengono usate queste tecniche; ad esempio,
quando gli astronauti devono - per emergenze, o per esigenze tecniche -
lavorare, molte ore, senza pausa; oppure, restare svegli per supervisionaregli strumenti. Allora, essi si sottopongono ad un trattamento, a base di suoni
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e di lampi ad intermittenza, che sposta l’ orologio biologico e riattiva la loro
concentrazione, permettendo di vincere il sonno e la stanchezza.
7.7Brain & dreammachines
Mind Gear, BrainMachine, DreamMachine, MindMachine, Light & Sound
sono tutti termini per definire sistemi audio, elettronici ed informatici,
utilizzati per stimolare la mente, forzandola ad una frequenza di attività
relativamente bassa, sotto i 15 hertz.
figura 5: visore ecuffiedi una brain machine
Una Brain Machine di semplice realizzazione può essere costituita da due
led lampeggianti a frequenza variabile ( Dai 15 ai 2 Hz circa ), bisogna
guardare ( ad occhi chiusi ) i due led lampeggianti, si parte dalla frequenza
più alta (15 Hz) e sempre fissando i led si porta piano piano il lampeggio
alla frequenza piu bassa (2 Hz); diminuendo la frequenza di lampeggio
diminuisce anche quella dell'attività cerebrale ottenendo così uno stato di
rilassamento ottimale. Per quanto riguarda il discorso audio si usano suoniche, data la loro frequenza non vengono percepiti dall'orecchio umano, non
sono rilevati dalla coscienza, quindi non vengono percepiti dal lobo sinistro
del cervello, responsabile delle funzioni razionali; lo sono invece dal lobo
destro, responsabile delle funzioni intuitive. Questi suoni vengono mixati
ad altri suoni udibilissimi, in questo modo all'ascolto abbiamo due
stimolazioni, una per il lobo sinistro ed una per il lobo destro, ottenendo una
armonizzazione delle due parti del cervello ed anche una stimolazione
rilassante.
Le stesse funzioni delle Brain Machines sono svolte anche da programmi disoftware per PC che riproducono immagini pulsanti e suoni particolari: per
funzionare hanno però bisogno di alcune schede Hardware installate nel
proprio PC. (6)
Ogni macchina ha un minimo di 6 "programmi" o "sessioni" fino a superare
i 50, che possono essere cosi’ raggruppati:
rilassamento: la base per tutti gli altri programmi, con l’uso continuato e’
possibile raggiungere lo stato desiderato in pochi minuti (a volte secondi)
invece che in mezz’ora come normalmente accade;
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sonno: si usano quando si avverte il bisogno di dormire ma non ci si riesce,
o addirittura durante l’atterraggio di un aereo per evitare i classici disturbi
dei voli aerei;
meditazione: per produrre profondo rilassamento combinato con una
coscienza vigile, per andare piu’ profondamente verso stati sognanti, ospingersi oltre...;
creativita’: servono per indurre performance mentali cosidette "di picco"
(per esempio quando occorre trovare la soluzione ad un problema), oppure
inducono stati auto-ipnotici per la visualizzazione creativa e l’auto-
modificazione;
apprendimento: utili soprattutto per "fissare" delle nozioni, prima o dopo
una lezione o un convegno. Esistono anche nastri per l’apprendimento (ad
esempio corsi di lingue) da utilizzare in combinazione con questi
programmi;
energetico: serve per "ricaricarsi" velocemente e per raggiungere stati
psicofisici cosidetti "di picco";
intrattenimento: suoni e luci che producono effetti caleidoscopici per puro
divertimento.
Figura 6 : il dispositivo Mind Gear
Quali sono gli effetti di simili dispositivi sulla nostra mente? Indurre la
mente ad una bassa frequenza di attività ha lo scopo di far raggiungere
innanzitutto uno stato di rilassamento, infatti lo scopo principale di queste
macchine è questo, ma non solo. Questo particolare stato biofisico
favorirebbe esperienze di sogno lucido e quest'ultimo favorirebbe a sua
volta esperienze fuori dal corpo indotte coscientemente.
Che cos’è un sogno lucido? Viene definito lucido, un sogno nel quale siamo
coscienti di sognare, e del quale possiamo decidere, per così dire la
sceneggiatura. C'è da dire che in Italia si conosce ben poco a riguardo, e per
sapere qualcosa su questo argomento il consiglio è di visitare un
interessantissimo sito americano, è il sito del Lucidity Institute (7) che offre
una abbondante documentazione sui sogni lucidi e vende su ordinazione
vari apparati per l'induzione di questi e del rilassamento; il dispositivo più
interessante è il Novadreamer. Questo apparecchio è costituito da una
mascherina con all'interno un circuito elettronico con due led e due sensori, i
sensori rilevano il movimento dei bulbi oculari, (infatti il sogno coincide
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con un frenetico movimento degli occhi, la cosidetta fase R.E.M, che stà per
Rapid Eye Movements, movimenti oculari rapidi ) e ci inviano una
segnalazione facendo lampeggiare i led; in questo modo si è avvertiti che si
sta sognando.
Altro sistema per indurre stati particolari di coscienza è l'Hemi-Sync, è unsistema sonoro messo a punto dall'istituto americano Monroe (8), dove si
studia il fenomeno delle esperienze extracorporee. Lo scopo è comunque
sempre di indurre una frequenza di attività mentale più bassa di quella del
normale stato di coscienza: come già esposto in precedenza per ottenere ciò
si ascoltano due suoni sfasati tra loro di circa 4 hertz ed applicati uno per
orecchio. La sfasatura, nell'ascolto, induce la stessa frequenza d'attività
cerebrale, rendendo più probabili le esperienze extracorporee; dal sito
dell'istituto è possibile prelevare un file sonoro registrato con tale sistema.
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NOTE CAPITOLO 7
(1): Smith, J. C., Marsh, J. T., & Brown, W. S. , Far-fieldrecorded
frequency-following responses: Evidencefor thelocus of brainstem
sources, Electroencephalography and Clinical Neurophysiology, 39,
1975, pp. 465-472;
Smith, J.C., Marsh, J.T., Greenberg, S., & Brown, W.S. (1978). Human
auditory frequency- followingresponses toa missingfundamental,
Science, 201, pp. 639-641.
(2): http://www.hemi-sync.com/research/IANS.html
(3): Michael Hutchison, MegaBrain, Ballantine, 1986;
Judith Hooper & Dick Teresi, Would theBuddha Wear a Walkman?,
Simon & Schuster, 1990(4): E.B. Goldstein, Sensation andPerception, , Belmont (CA),1996
B.C.J. Moore, AnIntroductionto thePsycologyof Hearing,
London,1989
J. Baluert , Spatial Hearing, The MIT Press, Cambridge, MA, 1983
(5): H. Moller, Fundamentals of Binaural Technology, Applied
Acoustics vol. 36 (1992) pp. 171-218.
F. Holmes Atwater, InducingStates of Consciousnesswitha Binaural
Beat Technology, Monroe Institute, Eighth International Symposium
on New Science, 1997, pp. 11-15;
http://www.binaural.com
(6): J.Allan Hobson, TheDreamingBrain, NewYork 1988
Putnam H., MindsandMachines, in Hood S. (ed) Dimensionof Mind,
New York University Press, NY, 1960, pp 138-164 (trad. it. Menti e
Macchine, Adelphi)
(7): www.lucidity.com(8): www.monroe-inst.com
![Page 63: Luciano Tronchin - Universo sonoro.pdf](https://reader037.fdocumentos.tips/reader037/viewer/2022100211/577cd6531a28ab9e789c1add/html5/thumbnails/63.jpg)
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CAPITOL O 8
Alcunericerchesulla risonanza tra micro emacrocosmo
La forza checi sospingeèla stessa cheincendia il sole
cheanima lemaree
echefafiorire i ciliegi.
La forza checi sospinge
èla stessa cheagitail seme
nel suo messaggio ancestraledi vita.
La danza genera il destino
allestesseleggi
chevincolano il fiorealla brezza.
Nel girasoledell’armonia
Tutti siamo uno.
Rolando Toro
Questi versi di Rolando Toro ci portano alle antiche tradizioni in cuitroviamo costantemente una visione unitaria dell’uomo inserito
nell’universo inteso in modo olistico, in cui micro e macrocosmo sono
concepiti dall'idea e nell'idea dell'Uno, dell'unicita' del Tutto.
In questo capitolo ho inteso approfondire alcune ricerche, certo per il
momento parziali ed a volte frutto di intuizioni, che tuttavia a mio avviso
aprono dei possibili sentieri di indagine per la ricerca scientifica in questa
direzione. E’ infatti necessario prendere in considerazione programmi di
ricerca in campi attualmente considerati pseudo-scientifici, perché non
riconducibili alle attuali possibilità interpretative e metodologiche dellascienza; vogliamo sostenere che il pluralismo è un valore, nella convinzione
che due teorie siano sempre meglio di una, e che una scelta operata con
consapevolezza sia migliore di una accettazione acritica e passiva in
ossequio al principio di autorità.
La scienza si dovrebbe sviluppare nel rispetto dell'unità e della globalità del
vivente e non di interessi economici e politici, come spesso avviene.
Dobbiamo realizzare un vero e proprio "mutamento di paradigma"
(dal greco "paràdeigma", cioè "modello"); un mutamento profondo
nelle idee, nelle percezioni e nei valori che costituiscono la nostra particolare visione della realtà, in primo luogo nella biologia. La
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complessità dei fenomeni vitali ha messo in crisi il modello
meccanicistico cartesiano. Un singolare ripensamento del ruolo della
scienza, ed in particolare della fisica, è stato proposto dal famoso
testo divulgativo di Capra, " Il Tao della Fisica ". Capra descrive in
una serie di passaggi come la fisica moderna stia veramente uscendodalla visione meccanicistica del mondo e tornando all'idea originaria
di una unità di fondo di tutti i fenomeni naturali. Dall'infinitamente
grande all'infinitamente piccolo, tutto è in movimento ed in
relazione. Questa " danza cosmica " di energia si esprime in
un'enorme varietà di configurazioni. Un altro ricercatore, Ilya
Prigogine, arriva ad una importantissima conclusione: esiste un solo
tempo, uguale per tutti, per le galassie come per i microorganismi,
come per l'uomo.
Prigogine sembra quindi confermare l'intuizione di una profondaconnessione tra i fenomeni fisici e biologici e conseguentemente
riconosce l' inadeguatezza del pensiero deterministico a cogliere tale
aspetto fondamentale della realtà.(1)
8.1L a risonanza di Schumann
“Trattasi di un debole campo elettromagnetico che oscilla in maniera
risonante nella cavità tra la superficie della terra e la ionosfera a frequenze
prossime a quelle dei ritmi del cervello umano: si è riscontrato che l’isolamento da questo campo ha effetti dannosi sulla salute umana”.(2)
Questo campo vibra ad una particolare frequenza, precisamente 7.83 Hertz,
che e’ la frequenza di risonanza media del campo magnetico terrestre, in
altre parole è uguale al ritmo di pulsazione della Terra.
W.O. Schumann, un ricercatore di Monaco di Baviera, nel 1952 presento'
una sua ricerca in cui dichiarava che, tra la ionosfera e la terra, si crea un
campo elettromagnetico pulsante.(3). Egli dimostrò che la frequenza delle
onde terrestri (7.83hz) corrisponde alla frequenza delle onde cerebrali in
stato rilassato (Alfa) e che senza questa biologica sintonia con la Terra, gliorganismi viventi non possono vivere a lungo. Egli riscontrò che dette onde
aiuterebbero la regolazione dei bio-ritmi del sonno, le secrezioni ormonali, i
cicli mestruali femminili, ecc.. Ed è in seguito alla formulazione di questa
teoria che la Nasa installò simulatori di onde Schumann nelle navicelle
spaziali, viste le conseguenze sulla salute degli astronauti al ritorno dai
primi voli.
I processi di adattamento e di trasferimento di informazioni tra l’organismo
e l’ambiente ed all’interno dello stesso organismo sono legati ai campi
elettromagnetici; basti pensare all’importanza, oltre alle onde di Schumann,
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per esempio dell’esposizione alla luce solare ed al campo magnetico
terrestre,.(4)
Alcuni scienziati credono che l’ampio spettro di campi elettromagnetici
artificiali al quale siamo esposti crea una specie di "inquinamento" che
maschera il naturale e benefico pulsare del pianeta.Purtroppo la rivoluzione industriale causata dall'elettricita' e dall'elettronica
ha creato moltissime aree dove, a causa degli apparati creati dall'uomo, sono
presenti frequenze artificiali che fuoriescono abbondantemente dal campo
di 7.8-10 Hz. La stessa luce domestica, ad. es. genera una frequenza di 50
Hz che immediatamente va ad influenzare il sistema energetico
dell'organismo umano, con danni variabili da individuo ad individuo.
L'inquinamento elettronico crea di certo delle condizioni incredibili di stress
al sistema nervoso centrale.
In che modo il nostro organismo è sensibile ai campi elettromagnetici? Seanalizziamo lo spettro elettromagnetico notiamo che alcune parti di questo
spettro cadono sotto i nostri sensi: la luce visibile, ad esempio. Per queste
lunghezze d'onda infatti abbiamo dei recettori, rappresentati dai coni e dai
bastoncelli della retina, che riescono a tradurre in un segnale comprensibile
per il nostro cervello questa radiazione; inoltre siamo in grado di percepire
anche l'infrarosso e l'ultravioletto che sono due bande vicine alla zona di
luce visibile. L'infrarosso è la radiazione del calore, che viene percepita
sotto forma di onda elettromagnetica dai corpuscoli sensibili che si trovano
nell'epidermide e poi trasmessa al cervello; e l'ultravioletto: responsabiledell’abbronzatura quando ci esponiamo al sole che stimola la produzione di
melanina per non far passare i raggi ultravioletti nei tessuti più profondi.
Altri effetti biologici conosciuti sono quelli sulla melatonina, un ormone
molto importante perché è il principale regolatore del funzionamento
metabolico e ormonale dell'organismo. La melatonina viene secreta solo
durante la notte perché è sensibile alla luce naturale: infatti l'esposizione alla
ad essa inibisce la secrezione di tale sostanza; anche l'esposizione a campi
elettromagnetici artificiali inibisce la secrezione di melatonina e nelle
persone in cui il dosaggio di essa è carente, si ha un andamento irregolare
della cascata ormonale dell'organismo che porta a disturbi vari.
Se facciamo delle analisi per determinare la quantità di questo ormone nel
sangue durante il giorno e la notte, vediamo che di notte la melatonina
aumenta poichè la ghiandola pineale è attiva e la riversa nel torrente
sanguigno, durante il giorno diminuisce, si ha così una regolazione
ormonale che dà origine al ritmo "circadiano", che corrisponde alle fasi di
veglia e sonno. (5)
Il nostro corpo, nella sua globalità, vibra con una sua frequenzafondamentale, che va dai 7,8 agli 8 cicli al secondo, quando è nel suo stato
più naturale e rilassato. Anche la terra vibra alla frequenza fondamentale di
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circa 8 cicli al secondo. Le onde del cervello quando sono in alfa, cioè in
quello stato di serena vigilanza che si acquisisce ad esempio con la
meditazione, hanno frequenza di circa 8 cicli al secondo. Dunque, una
musica terapeutica per eccellenza - al di là delle personali inclinazioni
musicali - è quella che facilita l'entrata del cervello in queste vibrazioni. Unamusica dove le emozioni si placano, vengono eliminati i picchi, sia negativi
che positivi, permettendo così di riportare l’equilibrio vitale ed armonico
nella nostra realtà organica e psicologica.
Inoltre sembra esserci un nesso tra il campo magnetico terrestre e l'energia
di guarigione. Barbara Ann Brennan nel libro “Mani di Luce” riporta che il
fisico Dr. Robert Becker ha misurato l'attività elettrica del cervello di
guaritori di diverse culture e religioni di tutto il mondo.(6) In questo suo
studio egli ha constatato che tutti loro, mentre effettuavano guarigioni,
mostravano lo stesso modello di onde cerebrali dai 7,8 agli 8 Hertz; ciòavveniva nonostante i loro metodi fossero diversi ed apparentemente in
contrasto tra di loro. La frequenza misurata corrispondeva esattamente alle
oscillazioni del campo magnetico terrestre, le cosiddette onde di Schumann.
figura 1: sintonizzazionedel cervello sui 7,83 Htz (risonanza di
Schumann) ottenuta con il dispositivoMind Gear
Il Dr. Becker scoprì che il modello di onde cerebrali dei guaritori durante i
loro interventi terapeutici era sincronico sia per frequenza che per fase con
le onde di Schumann. I guaritori mostrarono pertanto di essere in qualche
modo "agganciati" al campo magnetico terrestre. (7)Il Dr. John Zimmermann dell'istituto Bio-Electro-Magnetics di Reno,
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Nevada, si è ampiamente occupato di questa relazione, dovuta ai cosiddetti
campi unificati, ed è arrivato alla seguente conclusione: "I guaritori grazie
alla connessione con la terra si pongono in risonanza con il campo
magnetico terrestre. Quando ciò accade, le metà destra e sinistra del cervello
si armonizzano, entrano "in alfa" e pulsano sincronicamente con le onde diSchumann. Mediante l'imposizione delle mani questo ritmo viene trasferito
al paziente le cui onde cerebrali cominciano pure a sincronizzarsi. In tal
modo il paziente viene collegato all'immensa riserva di energia del campo
magnetico terrestre".(8)
Partendo da questi effetti sull’organismo umano alcuni ricercatori hanno
realizzato vari dispositivi che hanno lo scopo di portare l’organismo ed il
cervello umano a vibrare a questa frequenza. Tra questi apparecchi
ricordiamo le “brain & dream machines” (9) che inglobano dei generatori di
segnale con una frequenza stabilizzata su quella della risonanza diSchumann, così che l’organismo possa rientrare in sintonia con la frequenza
del pianeta. La figura 1 è relativa ad uno di questi dispositivi.
8.2 L ericerchedi Hans Cousto
figura 2: Hans Cousto
Cousto, un matematico svizzero e studioso di musica, ha riscoperto la
cosiddetta "terza misura", una chiave antica e segreta di misura che era
l'oggetto di ricerca del libro di Louis Charpentier "I segreti della cattedrale
di Chartre", in cui l’autore ha cercato l'esistenza di un rapporto fra le forze
che governano la proporzione spaziale e quelle sottostanti la divisione del
tempo. Scrive Louis Charpentier: "Si potrebbe, con l'aiuto di Dio, scoprireil passaggio dai ritmi spaziali nei ritmi temporali, perchéchi dicespaziodicetempo. Colui chevorrà giungere a questopuntodovei ritmi spazialidanno la chiavedei tempi, dovrà trovarela terzamisura, la misura celeste,la "vecchia misura" chefuquella dellePiramidi edel Tempio diSalomone”. (10)
Cousto sostiene di aver scoperto questa unità di misura "nella legge
dell'ottava" che permette di dimostrare apertamente il rapporto diretto tra i
dati astronomici, le frequenze delle orbite dei pianeti, gli edifici
architettonici, i sistemi di misurazione antichi e moderni, il corpo umano, lamusica e la medicina.
L'ottava cosmica ci mostra il collegamento fra i differenti livelli dei
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fenomeni vibratori periodici, come le rivoluzioni dei pianeti che sono
collegate con i suoni musicali così come con i colori e le qualità vibratorie
microcosmiche di una cellula.
Cousto ha messo a punto tutto un sistema relativo alla misura con cui è
possibile trasporre i movimenti dei pianeti nei ritmi e nei suoni udibili ed incolore.
Questo sistema di misura dimostra chiaramente il rapporto armonico che
esiste fra i differenti generi di fenomeni naturali nei campi dell’ astronomia,
della meteorologia e della microbiologia.
Cousto ha trovato una spiegazione di questo sistema di misura, che, come
l'armonia della musica, è inerente alla struttura generale di tutti gli esseri.
Dice Cousto:” Uno degli obiettivi centrali della mia ricerca èstatoil tonofondamentalesecondocui sono impostati gli strumenti di un'orchestra.
Questotono èconosciutocome"il tono fondamentale di concerto". Nellanostra epoca, si usa generalmentela nota "LA” chevibra 440voltealsecondo(440hertz), comeèstatodeciso al congressotenutoa Londra nel1939. Tuttavia, questo tono, cheora èusato inoccidente, èil risultatodiuna decisionearbitraria enonèinconcordanza coni toni di concerto usatiin India edinCina. I toni impiegati inquesti paesi sono quelli fondamentalia cui ogni generedi musica cosmicaèsintonizzata, einarmonia congliinsegnamenti Confuciani della Cinaantica. Nonappartengo adalcunascuola particolaredi pensiero ma semplicementeprestol'attenzionea ciò
chevedo in natura. Il mio punto di vistadel mondo non èil risultatodellalettura di alcuni libri ma "dell'osservazionedel mondo" eleconclusioni eleimplementazioni del mio lavoro sonobasatesuquesto modo di vederelecose. Naturalmente, studiarela matematicaper molti anni si èrivelatomoltoutile, ma diventarecoscientedi una veritàha pochissimo a chefarecon lo studio. È qualcosa che"accadesemplicemente". È comesintonizzarsi improvvisamentesuuna data"lunghezza d'onda". (11)
Hans Cousto ha osservato che quando determinate frequenze dei corpi
celesti sono convertite nello spettro udibile, i loro toni hanno evidenziato
proprità di guarigione specifiche. Per esempio, la frequenza della rotazionequotidiana della terra può essere espressa come tono udibile raddoppiando
ripetutamente la frequenza in virtù della legge dell'ottava. Ogni ottava di un
tono, come ad esempio da DO # fino al seguente DO #, ha una frequenza di
cicli al secondo che è esattamente doppia. Questo calcolo può essere fatto
su qualsiasi frequenza per convertirla in una gamma che è udibile. I toni ed
i loro attributi che danno Energia/Estasi sono: il SOL - tono gionaliero della
terra, che è corroborante e stimolante a livello fisico; il DO # - tono
annuale della terra, che conduce a distendersi e rilassare il corpo e la mente;
il SI - tono del sole, è realtivo all’ esperienza a livello di quantum, oltre lospazio e il tempo. Questi suoni sono suggeriti per la meditazione profonda,
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il rilassamento, il sognare lucido, e per liberare le sensibilità, i modelli ed il
comportamento di "attaccamento".
8.2.1L ’ottava cosmica
Hans Cousto fornisce molti particolari sui toni calcolati, nel libro
l'Ottava cosmica. Il tono udibile ogni vibrazione può esseredeterminato con un'equazione matematica chiamata la legge
dell'ottava (12).
figura 3 :rappresentazionegrafica dell’ottavacosmica
Per trovare la più alta ottava di una nota seguente, semplicemente si
raddoppia la frequenza. Un'ottava è esattamente due volte la
frequenza della nota. L'applicazione di una specifica vibrazionecolpisce per risonanza una particolare banda di energia, in tutte le
ottave. Le armonie ed i ritmi pervadono tutta la creazione e queste
ottave di energia possono essere misurate e calcolate. Kay Gardner
cita Joachim-.Ernst Berendt: “L'ottava èil piùconvincentesimbolodi unità chepossiamo trovareinnatura. Ed innatura, èonnipresente” (13). Questa legge si applica egualmente alla
chimica. La chimica è un esempio affascinante dei microcosmi
all'interno del macrocosmo dell'universo; gli elettroni, i protoni ed i
neutroni molto piccoli sembrano essere come microscopici pianeti,soli e le lune che si orbitano intorno. “Nella chimica, la maggiorpartedegli elementi tendono a ripetere lecaratteristicheessenzialiadogni ottavo elemento(comela scala musicale), la leggedellaottava èla basedella tabella periodicadegli elementi equindi dellachimica moderna.” (14) (Mark Burstein citato da Gardner ).
L'universo è ordinato ed armonioso; la salute è realizzata attraverso
la vita armoniosa e un collegamento all'universo.
Secondo Cousto per determinare la tonalità di un oggetto, si moltiplica per
due la frequenza (o si divide per due) fino a che non si ottiene una gamma difrequenza udibile dall’uomo. L'orecchio umano può sentire uno spettro di
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circa 10 ottave: da 20 Hertz, o cicli al secondo fino a 20.000 Hertz. Più una
vibrazione è veloce, più alte sono la frequenza e la nota.
Hans Cousto indica che nella musica terapeutica la distinzione elementare
fra musica con scale cromaticamente ben temperate da un lato e scale dal
tono diatonicamente puro dall' altro lato è un fattore significativo.Il pianeta terra vibra a otto cicli al secondo e una persona in una condizione
rilassata vibra a 7.8 - 8 al secondo. Una condizione distesa produce una
frequenza di vibrazione più lenta. Una persona stressata vibra più
velocemente, o ad una più alta frequenza, che una persona distesa. Ogni
organo del corpo inoltre vibra ad una propria frequenza. Le catene del RNA
e del DNA risuonano armoniosamente con il tono della rotazione della terra
(15). Tutti i fenomeni periodici sono vibrazioni. Ogni persona ha la sua
propria frequenza che, se è alterata dalla malattia o dallo squilibrio, può
essere modificata con l'applicazione della medicina energetica. Il corpointero risponde al suono, a qualunque tipo di vibrazione o di energia.
Secondo gli insegnamenti cinesi dei Taoisti la musica era uno dei mezzi di
base per migliorare e perfezionare la vita umana. La musica ha avuto
grande importanza in molte altre culture, nel corso del tempo. In India, si
dice, l'universo è appeso al suono. Non il suono ordinario, ma una
vibrazione cosmica così potente, sottile e avvolgente che ogni cosa (inclusi
gli esseri umani) è pervasa da essa (16). Le vibrazioni del suono
contengono informazioni profonde e ci collegano al nostro universo.
L'universo è nato dal suono, come sostiene la teoria del big bang. I modellivibratori del suono sono la chiave per capire la manifestazione e
l'organizzazione della materia nell'universo fisico (17)
Le onde, sonore o elettromagnetiche, sono in grado di equilibrare la persona
nello spirito, nella mente e nel corpo. Noi, come esseri viventi, entriamo
perennemente in contatto con una infinita molteplicità di radiazioni che
hanno un profondo effetto sul nostro organismo.
E' importante cercare di approfondire a che livello si manifesta una tale
influenza e quali risposte dà il nostro corpo. I meccanismi regolatori, presenti in noi, reagiscono attivamente, cioè si dispongono in maniera tale
da mantenere l'organismo in equilibrio e nell'armonia necessaria.
In conclusione si intende evidenziare che il grande ordine cosmo-terra-uomo
si riflette anche nelle più piccole componenti della vita, le cellule. Cousto ha
posto in risalto le influenze che le radiazioni elettromagnetiche, entrando in
vibrazione con le nostre cellule, hanno sulla salute. A tal proposito Cousto
racconta un episodio accaduto ad Hans Baumer, un ingegnere di Monaco di
Baviera incaricato da un’azienda editoriale di scoprire perché la qualità di
stampa variava con il tempo atmosferico. Baumer scoprì la causa di talevariazione nella gelatina proteica usata dalle rotative fotomeccaniche, che
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era influenzata dalle frequenze delle onde elettromagnetiche del tempo
atmosferico .
Gli impulsi elettromagnetici, i cosiddetti “Spherics” (18) influenzavano la
gelatina usata nelle rotative. Questi impulsi elettromagnetici che si formano
nell’atmosfera entrano in contatto anche con le proteine del nostro corpo eovviamente lo influenzano.
A prescindere dal tipo di influsso e da quali effetti esso può avere sullo stato
di salute dell'uomo, risulta chiaro che l'organismo reagisce continuamente
agli stimoli esterni.
Le nostre cellule devono trovarsi in una determinata corrispondenza con il
loro ambiente circostante. Tenendo presente questa corrispondenza tra
l'esterno (l'universo) e l'interno (l'uomo) le onde nelle quali siamo
perennemente immersi devono essere attivamente coinvolte nei processi
vitali in forma di impulsi regolatori e ne devono anche rappresentare unastruttura essenziale che permette la vita stessa.
In tal senso viene rafforzata sempre più la visione olistica che intende la vita
e l’uomo come fenomeni non separabili dall’ambiente fisico. Per citare
Prigogine “La vitanonèsolamentechimica. La vitadeveaver incorporatotuttelealtreproprietàfisiche, cioèla gravitazione, i campielettromagnetici, la luce, il clima”. (19)
Questa visione è alla base del principio biocentrico su cui si basa la
Biodanza e ne costituisce anzi il fondamento:“Il principio biocentricocolloca il suo interesseinununiversocompresocomeunsistema vivente. Il regno della vitaabbraccia moltodi più cheivegetali, gli animali el’uomo. Tuttoquello cheesiste, dai neutrini fino aiquasar, dalla pietra fino ai pensieri più sottili, fa partedi questosistemaviventeprodigioso. Secondo il principio biocentrico, l’universoesisteperchéesistela vita, enonil contrario.
La vitanonèla conseguenza di processi atomici echimici, ma la strutturaguidadella costruzionedell’universo. Lerelazioni di trasformazione
materia-energia sono degli stadi di integrazionedella vita. L’evoluzionedell’uomo èin realtà l’evoluzionedella vita”. (20)
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figura 4: comparazione, a cura di Cousto, tra strumenti musicali e
Spherics: a) tuningforks, b) flauto, c) clarinetto, d) oboe.
8.3Un esempio di un musicista contemporaneo: Anugama ela
risonanza cosmica
figura 5: il musicistaAnugama
Un musicista che si è ispirato nella sua produzione alle teorie di Cousto è
Anugama.
Werner Hagen (Anugama) è nato a Colonia, Germania. È stato presto
evidente che egli aveva ereditato talenti musicali della sua famiglia. All’ età
di 8 anni ha iniziato a suonare il flauto. Alcuni anni più tardi si è cimentato
con la chitarra con grande entusiasmo. Il flusso di creatività musicale ècontinuato nei suoi anni adolescenziali attraverso i tamburi, uno strumento
perfetto per la musica rock e soul del tempo. All’ età di 19 anni ha infatti
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iniziato a suonare i tamburi con gruppi soul. In questo periodo egli ha
lavorato anche in un negozio di musica ad Amburgo. Qui era circondato da
tutti i tipi di strumenti musicali che egli è stato libero di provare e benché
non avesse nessun addestramento formale, la musica è fluita attraverso di lui
con naturale facilità. Durante questo periodo vari musicisti molto dotatihanno fatto tappa e si sono esibiti ad Amburgo. Questo gli ha fornito una
meravigliosa opportunità di conoscere molte influenze e tendenze musicali.
Verso i vent’anni una forte spinta l'ha portato a viaggiare molto. Questo ha
esteso ulteriormente la varietà di strumenti e stili musicali che ha
conosciuto. Un interesse forte per le filosofie e la meditazione spirituale l'ha
condotto in Asia. I 5 anni trascorsi in un periodo di vita itinerante, si sono
dimostrati essere un tempo di trasformazione profonda. Essendo ispirato da
così tante e varie culture, Anugama è diventato un abile multi-strumentista.
Gli piace creare tutti i generi di musica ed ha un vasto repertorio che va dai piccanti suoni africani e caraibici, ai ritmi fluenti delle Hawai e allo spirito
meditativo di India e Giappone. Egli è affascinato dal modo in cui varie
frequenze creano musica e dal modo in cui queste frequenze possono
interagire con il nostro intero essere.
La sua intenzione, attraverso tutta la sua musica, è sostenere una guarigione
dello spirito e un'armonia universale più grande.
Egli ha il talento raro di essere non solo un musicista brillante, ma di essere
in grado anche di comporre, organizzare e produrre le sue proprie
registrazioni. Durante gli ultimi 10 anni ha realizzato 16 registrazioni.Attualmente risiede nell'isola di Maui, Hawai, e riceve una grande
ispirazione dai magnifici paesaggi che lo circondano.
Quello che irradia attraverso la sua musica è un amore gioioso per la vita e
un profondo senso di pace. A questo scopo, egli continua a creare e
condividere il suo amore per la musica.
Egli crea una musica meditativa ed eterea impregnata di vastità e silenzio
che permette all'ascoltatore di esplorare la sua propria espansione e
guarigione interna.(21)
La musica di Anugama crea un ambiente di sostegno, conferma e
nutrimento per il cuore e l’anima.
Anugama nelle sue composizioni usa le seguenti tecniche neuro-acustiche
per modificare la coscienza con benefici effetti nell'ascoltatore:
Sincronizzazionedelleondecerebrali per rallentare l’attività delle onde
cerebrali e per mettere l'ascoltatore in uno stato di serenità.
Ampliamenti dello spettro sonico per nutrire il cervello con suoni che sono
ricchi di ipertoni.
Suoni ecanti primordiali come suoni della natura, suoni del battito cardiaco
e mantra come "Aum" o "Om Shanti."
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Suoni 3 D avanzati per portare la consapevolezza degli ascoltatori nel
momento presente con un effetto di espansione di coscienza.
Induzionedi suoni del pianeta per creare un effetto di armonia
trascendentale in sincronizzazione con la terra e i pianeti che circondano il
nostro emisfero.
figura 6: copertinadel CD “Silent J oy”
Il brano musicale di Anugama che ho deciso di analizzare è “Golden Gate”,
tratto dal CD “Silent Joy”, realizzato e distribuito dalla Open Sky Music.
In questo brano le affascinanti variazioni del flauto ci conducono per una
lunga strada e ci fanno partecipi dell'allegria silenziosa di una persona che
ritorna a casa.
Le musiche, organizzate secondo le scoperte della terapia del suono, sono
gli "elementi" di una composizione armoniosa che ha effetti particolarmente positivi sull'anima. In questa “terapia del suono”, il cervello è ricaricato
energeticamente attraverso musica con un'alta proporzione di alte frequenze,
portando al risultato della consapevolezza e prontezza della mente.
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70
NOTE AL CAPITOL O 8
(1): Carlo Splendore, Cosi' in basso cosi' in alto, Centro Italiano Ricerche,
Roma, 1987.
Fritjof Capra, Il Tao della fisica, ed. Adelphi, Milano, 1994
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(9): vedi il capitolo 7, paragrafo 7
(10): Louis Charpentier, I misteri della cattedraledi Chartres, Arcana
editrice, Torino, 1972.
(11): Hans Cousto, TheCosmic Octave-Originof Harmony(Planets-Tones-Colors, Thepower oninherent vibrations), LifeRythm, Mendocino, 1988
(12): Hans Cousto, op. citata, pg. 19
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(13): Kay Gardner, SoundingtheTimer Landscapes Music asMedicine,
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(14): Kay Gardner, op citata
(15): Hans Cousto, op. citata, pg. 38
(16): John Beaulieu, Music andsoundinthehealingarts, Station HillPress, Barrytown-New York, 1987, pg. 35
(17): Richard Gerber, Vibrational medicine: newchoises for healingourselves, Bear and Company, Santa Fe, 1988, pg. 366
(18): Vedi Capitolo 5.1
(19): I. Prigogine, La nascitadel tempo, Bompiani, Milano, 1988, pagg.
26-27
(20): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000,
pag. 48(21): http://anugama.com
CAPITOL O 9
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Gli effetti della musica
Nel 1787, Ernst Chladni, giurista, musicista e fisico tedesco, contemporaneo
di Mozart, pubblica "Entdeckungen über die Theorie des Klanges",
"Scoperte sulla teoria dei suoni"; in questo lavoro pionieristico Chladni getta
le basi della futura scienza dell'acustica, la scienza del suono. In modo particolare Chladni si dedicò a rendere visibile ciò che veniva generato dalle
onde acustiche. Questo fu possibile attraverso della sabbia che, al suono del
violino, si conglomerava in forme geometriche. Questa fu la prima
dimostrazione "scientifica" che indicava chiaramente come il suono
interagisse con la materia.
Ma forse gli esperimenti più eclatanti, per i risultati ottenuti, furono quelli
eseguiti dal medico svizzero e ricercatore, il dottor Hans Jenny verso gli
anni '60. Egli si dedicò, infatti, a studiare a fondo gli effetti dei suoni sulla
materia. Fotografò al microscopio e non, ogni tipo di sostanza: plastica,
impasti, liquidi, polveri e molto altro, mentre venivano sottoposti a dei
suoni. I risultati furono decisamente incredibili: ciò che prima del
trattamento era semplicemente un insieme di materia organica, una volta
sottoposta ai suoni assumeva diverse forme geometriche. In base a quanto
poté osservare, queste strutture armoniche che venivano prodotte,
corrispondevano sempre a suoni armonici. Così scrive infatti nel suo libro
"Cymatics": "Abbiamo ora la sicurezza che sistemi armonici come quelliche abbiamo osservato nei nostri esperimenti, derivano da oscillazioniprovocate da intervalli e frequenze armoniche".(1) Gli esperimenti del
dottor Jenny furono estremamente meticolosi, ben documentati e
assolutamente riproducibili, a garanzia della totale scientificità con cui
vennero svolti.
9.1Effetti biologici della musica
Per tentare un'analisi delle diverse implicazioni della musica il primo passo
è di vedere che punti di contatto ha con la biologia e con i fenomeni
fisiologici e neurologici.La musica ha una relazione diretta con l'organizzazione nervosa di pose e
movimenti. Queste pose e movimenti sono combinazioni complesse e
ricombinazioni di posture e movimenti più semplici, determinati da alcuni
muscoli che agiscono su ogni articolazione. L'ascolto musicale determina
risposte motorie, avvia sensazioni di movimento, con una successione di
rettifiche della postura o il battito dei piedi. Composizione, esecuzione ed
ascolto implicano un vasto coinvolgimento della corteccia motoria cerebrale
e di quella subcorticale, dei nuclei sensori e del sistema di limbico (2). La
risposta muscolare differisce tra muscoli cranici e quelli delle estremità. In
stato di riposo vi sono piccole differenze tra l'attività muscolare della
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regione frontale e delle gambe. Mentre si ascolta una registrazione di
musica da ballo l'effetto della musica va, per così dire, " nelle gambe': il
potenziale dell'azione muscolare delle gambe aumenta bruscamente.
Percezioni ed esperienze musicali emozionali conducono a cambiamenti
della pressione sanguigna, del ritmo di pulsazione, della respirazione, delriflesso psico-galvanico ed altre funzioni autonome. Questi cambiamenti
autonomi rappresentano riflessi vegetativi di processi psicologici. Durante l’
esecuzione di un brano musicale, l'alta frequenza delle pulsazioni non
sopraggiunge nei momenti di grande sforzo fisico ma ai passaggi che
inducono una grande risposta emozionale. In questi momenti il ritmo di
pulsazione aumenta per un po' di tempo fino a due volte il livello del valore
iniziale.
I suoni determinano reazioni consce ed inconsce che provocano risposte
piacevoli o spiacevoli e cambiamenti biologici e psicologici nel nostroorganismo.(3)
L'ascolto musicale coinvolge sia il corpo che la mente e influenza il cuore,
il sistema nervoso, la pelle, il respiro, il cervello e l'inconscio. I due emisferi
cerebrali vengono coinvolti anche se con modalità diverse: l'emisfero
sinistro controlla la logica e la razionalità mentre il destro cura l'emotività,
l'irrazionalità e le facoltà artistiche.
Un ascolto musicale è completo quando tutti e due gli emisferi lavorano in
sincronia. Questo avviene solamente se riusciamo ad abbandonarci al flusso
della musica e delle emozioni che essa risveglia, prestando al tempo stessoattenzione razionale all'evento musicale che ci coinvolge.
La ricerca moderna dà una chiara risposta affermativa all’influsso
della musica sul corpo umano: non c'è una sola funzione del corpo
che non risenta dell’effetto dai toni musicali. "Leradici dei nerviuditivi sonodiffuseampiamentenel corpo edhanno moltepiùconnessioni rispetto agli altri nervi. La ricerca ha mostrato comelamusicainfluiscasulla digestione, lesecrezioni interne, lacircolazione, la nutrizioneela respirazione. Perfino la reteneurale
del cervello èstatodimostratocheèsensibileai principiarmonici"(4)
I ricercatori hanno scoperto che accordi consoni e dissonanti,
intervalli differenti e altre peculiarità della musica, esercitano un
profondo effetto sul battito del polso e sulla respirazione, a secondo
che il loro ritmo sia costante, o interrotto e agitato. La pressione
sanguigna viene abbassata dagli accordi "sostenuti" ed alzata dagli
accordi vivaci e ripetuti. È stato anche scoperto che la tensione nella
laringe è influenzata dalla melodia, che alcuni stimoli musicali
hanno un effetto negativo sui muscoli scheletrici, che i ritmi esagitati
e dissonanti possono causare la perdita del ritmo cardiaco. Possiamo
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vedere che la musica influenza il corpo in due modi distinti:
direttamente, con gli effetti che il suono produce sulle cellule e gli
organi, e indirettamente, influenzandone le emozioni, che a loro
volta influenzano numerosi processi biologici. (5)
Interessante è lo studio condotto dal professor Ezio Ghigo, dellaDivisione di Endocrinologia del Dipartimento di Medicina Interna
dell'Università di Torino, e Filippo Massara della Ludi Sounds di
Milano, su pazienti afflitte da amenorrea ipotalamica funzionale
(ovvero la mancanza del ciclo mestruale). Sono state studiate quattro
giovani donne con amenorrea ipotalamica funzionale presente da più
di cinque anni. Prima, durante e dopo quattro settimane di ascolto
musicale, si è potuto constatare un progressivo incremento dei livelli
di gonadotropine e di estradiolo in tutti i soggetti e una spiccata
amplificazione della risposta di LH e FSH, suggerendo che l’ascoltomusicale può determinare modificazioni neuroendocrine. (6)
9.2L ’effettoMozart
Fin dall’antichità la musica è stata utilizzata come mezzo terapeutico:
nell’antica Grecia Apollo era il dio della medicina e della musica. Oltre
duemilacinquecento anni fa il filosofo greco Pitagora sosteneva che la
musica aveva poteri terapeutici. Platone fece della musica il punto centrale
del suo pensiero: egli sostenne che l’educazione ginnica e l’educazionemusicale insieme producessero accordo e armonia perfetta nell’uomo. Per
venire ai tempi moderni vanno ricordate le celebri "Variazioni Goldberg"
appositamente composte da Bach per "curare" l’insonnia di un nobiluomo
suo contemporaneo. La medicina ha teorizzato per la prima volta verso la
fine dell’ottocento e nel primo novecento il possibile uso della musica come
terapia.
Ma per tornare ai nostri giorni risulta fondamentale l’esperimento effettuato,
nel 1993, da Gordon Shaw e Frances Rauscher, pubblicato sulla rivista
scientifica “Nature”, che ha permesso ai due studiosi di “salire alla ribalta”della ricerca e sperimentazione: 84 studenti appartenenti ad un collegio
furono divisi in 3 gruppi. Il primo ascoltò la sonata per 2 piani in RE, K 448
di Mozart, per 10 minuti ; il secondo gruppo ascoltò una cassetta
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figura 1: raffigurazione
ironicadell’effetto Mozart
di musica rilassante, il terzo gruppo
non ascoltò musica e rimase in
silenzio. Questi giovani partecipanti
all’esperimento alla fine vennero
sottoposti ad una prova diragionamento spaziale sulla base del
test di intelligenza “Stanford-Binet”. I
risultati indicarono che gli studenti
che avevano ascoltato il pezzo di
Mozart avevano ottenuto risultati di
8/9 punti più alti di quelli posti nelle
altre due condizioni. Tale effetto
aveva, però, una durata di soli 10-15
minuti, ed era relativo ad un aspettosettoriale delle capacità intellettive;
inoltre gli autori ritenevano che gli
effetti non fossero limitati all’ascolto
della musica di Mozart, ma che
operassero anche altri aspetti
dell’intelligenza come il
ragionamento verbale o la capacità di
memoria. (7)
Tuttavia i mass media diffusero l’idea che l’ascolto di Mozart incrementasse
l’intelligenza, tanto che nei negozi di musica la sonata per 2 piani K 448
andò rapidamente esaurita.
Lo scetticismo in questo campo è di rigore. Molti studiosi, subito dopo la
pubblicazione dell´articolo “Music and spatial task performance”, che
dimostrava gli effetti benefici della Sonata K 448 sulle capacità di
elaborazione della percezione, espressero forti dubbi. Alcuni sostennero che
l´effetto benefico (che peraltro durava non più di 15 minuti) fosse legatosoltanto al piacere dell´ascolto, e dipendesse dall´apprezzamento del pezzo e
dalla sensazione di rilassamento che sorge in seguito a una qualsiasi
esperienza piacevole.
Gli autori dell´articolo dimostrarono con un ulteriore esperimento che
l´effetto era prodotto anche in gruppi di topi le cui madri erano state
sottoposte durante la gravidanza all´ascolto della sonata K 448.
Don Campbell, un musicoterapeuta americano, è l’autore di un libro,
edito da Baldini e Castoldi, che si intitola "L’Effetto Mozart". (8)
Egli espone in questo libro la sua esperienza di malattia e diguarigione attraverso il suono. Egli è anche autore di un metodo di
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applicazione degli effetti della musica di Mozart nel campo
dell’educazione, della salute e del benessere.
figura 2: don Campbell
Tale metodo prevede l’ uso della musica per rafforzare la memoria,
la consapevolezza e l’integrazione degli stili di apprendimento, per
migliorare i deficit di ascolto e attenzione, prevede inoltre l’uso
terapeutico della musica per i disordini mentali e fisici, per l’immaginazione e la visualizzazione, per attivare la creatività e
ridurre la depressione e l’ansia. (9)
Recentemente il prof. J.S. Jenkins dell´Università di Londra, nel
Journal of the Royal Society of Medicine di aprile 2001, ha ribadito
le conclusioni della ricerca di Gordon e Rauscher del 1993. Jenkins
crede che l´effetto possa in parte dipendere dalla maniera in cui la
musica e la percezione delle immagini nello spazio sono elaborate
dal cervello. Parrebbe che l´ascolto della musica di Mozart attivi in
particolare proprio quelle aree cerebrali che sono coinvolte nella percezione spaziale. (10)
Il ricercatore afferma inoltre che notevoli risultati nella cura dell'epilessia si
ottengono con la musicoterapica, con esiti talmente incoraggianti da
giustificare ulteriori studi. I pazienti epilettici che hanno ascoltato Mozart
per 10 minuti al giorno hanno infatti migliorato considerevolmente le loro
capacità di compiere azioni legate allo spazio come tagliare un foglio di
carta o ripiegarlo secondo linee e angoli predeterminati. Inoltre, sempre
secondo gli approfondimenti di Jenkins, l´effetto della Sonata K 448 non si
ottiene, per esempio, con la musica minimalista di Philipp Glass, né con lamusica pop. Peraltro lo studio di Jenkins ha dimostrato che gli stessi effetti
della musica di Mozart si ottengono con l’ascolto di altri musicisti come
Bach o compositori contemporanei che hanno composto brani con struttura
musicale molto simili alla sonata k 448, come ad esempio il compositore
greco-americano Yanni.(11)
Altri studi dei ricercatori dell’Università di Irvine, California, (Gli stessi
che hanno “escogitato” l’effetto Mozart), hanno dimostrato che
l’apprendimento e la pratica musicali influenzano positivamente il
comportamento e molti processi mentali, come lo sviluppo intellettivo,
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l’apprendimento del linguaggio, la capacità di leggere, la creatività, le
abilità motorie, l’adattamento personale e sociale. (12)
Questi effetti si ottengono con una continua immersione nella musica; la
gente pensa tuttavia che una breve esposizione ad alcune musiche di Mozart
abbia effetti quasi miracolosi sull’intelligenza. L’effetto Mozart ha generatoun’enorme interesse ma è anche l’aspetto meno conosciuto della ricerca
musicale.
Tutto il corpo subisce il fascino della musica e la cosa non si limita al
campo fisico, ma investe anche quello psichico.
Uno studio sulle risposte fisiologiche agli stimoli musicali è stato condotto
da Jonathan Stoking, su ventisei volontari che hanno ascoltato per quattro
minuti la sonata per pianoforte di Mozart #1 in DO maggiore (16 soggetti)
o sono rimasti in silenzio (10 soggetti.) La frequenza del battito cardiaco e
la pressione del sangue sono state misurate prima e dopo l’ascolto dellamusica o il silenzio. Benché i risultati di frequenza del battito cardiaco non
fossero chiari, c'era una diminuzione statisticamente significativa nella
pressione del sangue nel gruppo che aveva ascoltato la musica.
Jonathan Smoking ha supposto quindi la frequenza di onde alfa del cervello
aumentasse ascoltando la sonata di Mozart perché la diminuzione della
pressione del sangue sembra essere in relazione al rilassamento e le onde
alfa sono collegate col rilassamento. Egli ha quindi organizzato un ulteriore
test per seguire due soggetti all'istituto nazionale di salute in Bethesda,
Maryland. Un apparato estremamente sofisticato è stato utilizzato per
ottenere tracciati da 32 elettrodi posti sul capo, producendo una “ mappa”
completa dei cambiamenti delle attività delle onde cerebrali dell'intero
cervello. Jonathan Smoking ha riferito che benché la maggior parte delle
onde cerebrali fossero invariate, il ritmo alfa è aumentato in relazione alla
musica. (13)
Si può ipotizzare che l’ascolto della musica di Mozart sia in grado di
“organizzare” i circuiti neuronali di alimentazione della corteccia
cerebrale, soprattutto rafforzando i processi creativi dell’emisferodestro associati al ragionamento spazio-temporale.
Ma perché proprio la musica di Mozart risulta essere la più adatta?
Come è stato dimostrato dagli studiosi dell’Università di Irvine certa
musica può apportare miglioramenti alla capacità del cervello di
percepire il mondo fisico, formare immagini mentali e accorgersi dei
cambiamenti negli oggetti. In altre parole, la musica può influire sul
modo in cui si percepisce lo spazio intorno a noi.
Quali zone del cervello, coinvolte nei processi spaziali , sono
influenzate dell’ascolto musicale?
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Alcune funzioni del cervello, come ad esempio il ragionamento
spazio-temporale, dipendono fondamentalmente da regioni
localizzate e specifiche della corteccia.
Sembra che esista un unico gene, in grado di influenzare la
suddivisione delle aree funzionali della corteccia cerebrale e cheregola l’area del cervello in cui ha sede il pensiero astratto
E’ stato scoperto dall’Equipe dell’Ospedale San Raffaele di Milano
nel 1990: è il gene Emx-2 che progetta e costruisce la corteccia
cerebrale. (14)
figura 3: EdoardoBencinelli, dell’equipedel “san Raffaele” di
Milano
La corteccia cerebrale è divisa in aree funzionali specifiche:
nell’uomo c’è quella per progettare il movimento, quella per
eseguirlo, quella della parola pronunciata e quella della parola
ascoltata; esistono poi aree associative che coordinano tutte le altre.
Queste aree, sede del pensiero astratto, si trovano nella parte
anteriore (frontale) della corteccia.
Il gene Emx-2 controlla la suddivisione di queste aree. Non tutti gli
individui posseggono tale “elemento” e, conseguentemente hanno le
aree del pensiero astratto più sviluppate di quelle uditive, in una
parola “capiscono di più ma sentono di meno” situazione in cui
grandi musicisti quali, ad esempio, Beethoven sono venuti a trovarsi
ma non per questo motivo hanno perso il loro ‘orecchio musicale’.
9.3 L ericerchedi Alfred Tomatis
Alfred Tomatis, nel suo ultimo libro Ascoltare l’universo (15) ripercorre la
storia delle origini del cosmo anche sulla base delle moderne teorie (16).
Tutto quello che ci circonda ebbe inizio 15 miliardi di anni fa con una
immane esplosione, il Big Bang: talmente violenta e fragorosa da essere
ancora oggi riconoscibile nella cosiddetta radiazione di fondo. Il tutto,
insomma, ebbe inizio non con la luce, ma con una esplosione sonora: tutti
noi siamo immersi in un universo fatto di suoni.
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Ascoltare l'universo è un viaggio affascinante alla scoperta di quel mare
sonoro, invisibile ma reale, dentro cui ciascuno di noi si trova immerso fin
figura 4: Alfred Tomatis
dalla nascita. Anzi da molto prima, come dimostrano gli studi sulla percezione sonora durante la vita intrauterina. Ma Tomatis ci porta ancora
più lontano, ricordandoci come ogni fenomeno acustico, in fondo, non sia
che un'eco del “suono primordiale”, di quella immane esplosione da cui
tutto, ma proprio tutto ebbe origine.
La teoria sviluppata dal Dott. Tomatis nel corso degli anni ha preso in
considrazione anche le diverse funzioni dell'orecchio e le connessioni tra
l'udito e la voce. Le funzioni dell'orecchio che sono state più
dettagliatamente esaminate, oltre all'udito, sono la funzione vestibolare e
quella cocleare. La prima è responsabile dell'equilibrio, della coordinazione,della verticalità, del tono muscolare e dei muscoli dell'occhio. Il vestibolo ha
inoltre un ruolo importante nel trasmettere e coordinare le informazioni
sensoriali che il nostro corpo invia al cervello. Problemi a questo livello
causano problemi di integrazione sensoriale. La seconda funzione studiata,
quella della coclea, è responsabile dell'analisi dei suoni, e quindi è
strettamente connessa alla comprensione del linguaggio.
Il sistema vestibo-cocleare quindi filtra ed elabora le informazioni
sensoriali, sia quelle uditive che quelle visive e tattili.
Tomatis ha indirizzato le sue ricerche al miglioramento dell'ascolto e della
qualità della comunicazione. Ascoltare significa prestare attenzione,
interiorizzare i messaggi elaborando una risposta adeguata; l’ascolto
rappresenta la base del linguaggio e della comunicazione, un varco tra il
mondo interiore e l'universo che ci circonda.
Il prof. Tomatis ha chiarito molto bene la differenza tra sentire e ascoltare.
La percezione uditiva è intesa come la percezione passiva dei suoni, la quale
può essere svolta anche senza l’intervento della coscienza: si tratta cioè
della capacità di far arrivare delle informazioni sonore al Sistema NervosoCentrale. L’ascolto, invece, si aggancia alla funzione uditiva, ma prevede un
intervento attivo per favorire e produrre un’analisi dell’informazione sonora
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che altrimenti arriverebbe al Sistema Nervoso Centrale attraverso messaggi
dai contenuti imprecisi.
Negli anni '60 Tomatis scoprì che la voce utilizza solo le frequenze che
l’orecchio può percepire e che ogni cambiamento dello schema uditivo
comporta una modificazione della voce. Nel momento in cui possiamo dinuovo sentire le frequenze deficitarie, tali frequenze appaiono anche nella
voce. La qualità e la velocità di emissione migliorano sensibilmente; anche
le facoltà psicomotorie sono coinvolte e la persona può comunicare e
muoversi in modo più appropriato, ricco e preciso. La sua relazione con gli
altri diventa più spontanea ed aperta. Il suo comportamento evolve verso
una forma più equilibrata ed appagante.
In particolare il Metodo Tomatis consiste nel ripercorrere le fasi dello
sviluppo evolutivo d’ascolto del soggetto, dalla vita intrauterina, attraverso
il parto sonoro, il pre-linguaggio e il linguaggio fino alla situazione attuale.La prima fase di ascolto è chiamata fase di Ritorno Sonoro perché riporta il
soggetto ad udire i suoni così come li percepiva nella vita intrauterina
(ascolto acquatico: i suoni giungono attraverso il liquido amniotico). Inizia
un vero e proprio cammino relazionale che ricalca quello vissuto, come feto,
con la madre. Il filtraggio dei suoni permette di eliminare le basse frequenze
che non giungono al feto.
Si ripercorre poi, attraverso le sedute di ascolto, il cammino verso la nascita.
A questa prima fase segue quella del Parto Sonoro: si abbandona progressivamente l’ascolto “acquatico” per passare ad un ascolto aereo, che
ci pone in una nuova relazione con il mondo esterno.
La tappa successiva è quella del Pre-Linguaggio, che, come dice il termine,
è la fase che permette di “rivivere” il momento immediatamente precedente
alla comunicazione verbale, momento che coincide nel bambino con l’inizio
dell’assunzione di una postura verticale. È stato dimostrato che nell’uomo la
capacità di parlare si sviluppa proporzionalmente alla capacità di mantenersi
eretto.
La quarta tappa del cammino terapeutico proposto è la fase del Linguaggio,fase dell’apertura all’ascolto e alla comunicazione. Attraverso questo
itinerario di rieducazione uditiva possiamo utilizzare tutte le risorse per
raggiungere un migliore equilibrio personale e beneficiare dei processi di
dinamizzazione e di creatività favorite da una buona postura d’ascolto,
quella che ci permette di realizzare una carica ottimale della corteccia
cerebrale.
La ricerca scientifica sa molto poco sui meccanismi di trasmissione
dell’informazione uditiva al cervello e sul trattamento dell’informazione che
giunge da parte dei circuiti cerebrali. Tale conoscenza è poi molto piùlacunosa se consideriamo la vita intrauterina. Resta ancora da fare molto
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lavoro di ricerca per determinare, per esempio, il ruolo del tappo gelatinoso
che ostruisce l’orecchio del feto: ha esso forse la funzione di livellare
l’ascolto aereo e quello osseo? Da questo potrebbe derivare l’assenza di
distinzione fra i suoni fetali e quelli di origine esterna (ossia il corpo
materno e i rumori del mondo esterno)? Il semplice fatto di trovarsiimmerso in un liquido potrebbe ridurre il meccanismo uditivo alla sola
conduzione ossea.
figura 5: l’orecchio elettronico del prof. Tomatis
Partendo da questa intuizione Tomatis ha realizzato uno strumento:
l’orecchio elettronico, progettato e perfezionato progressivamente,
composto di vari apparati elettronici e di una cuffia speciale capace di
trasmettere i suoni anche attraverso la via ossea. Grazie all’orecchio
elettronico, delle registrazioni musicali particolari, strumentali o vocali,
vengono appositamente filtrate, impoverite di frequenze gravi e arricchite di
frequenze acute. (17)
Un’altra intuizione di Tomatis ha portato alla dimostrazione del nesso
esistente nel circuito nervoso tra orecchio destro ed emisfero cerebrale
sinistro e ciò ha effetto sul linguaggio pensato e verbale, sull’ emotività e
sulle relazioni socio-affettive. Infatti i due orecchi non sono utilizzate allo
stesso modo: il controllo dell’ascolto è fatto da un solo orecchio, quello
destro. Ciascuno dei due emisferi del cervello ha una funzione diversa:l’ascolto sonoro è analizzato nella parte esterna dell’emisfero sinistro,
collegata all’orecchio destro, dove è situato il centro del linguaggio. Se si
utilizza invece l’orecchio sinistro, il tempo richiesto per l’ascolto, per motivi
anatomici, è molto più lungo del tempo necessario per l’ascolto a destra e il
messaggio sonoro si trova così a passare per due volte nella zona del
cervello, chiamata Sistema Limbico, dove hanno sede le memorie affettive e
le emozioni. Questo può essere causa di difficoltà nel linguaggio e di
disturbi nella sfera affettiva. Per questo motivo, applicando il Metodo
Tomatis, viene tra l’altro favorito l’ascolto con l’orecchio destro. (18)Svariati sono i campi di applicazione che il Metodo Tomatis si propone di
risolvere: la rieducazione di una serie di turbe posturali e motorie quali la
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scoliosi, la cifosi dorsale, l’iperlordosi lombare, difficoltà di coordinazione e
di controllo del movimento (es. ritardo psicomotorio), stati di ipertono
muscolare, ecc.
Il Metodo Tomatis trova inoltre applicazione nel campo della
psicosomatica. Nei soggetti con disturbi di natura psicosomatica sono stateosservate e documentate una diminuzione della tensione nervosa, della
irritabilità, dell’apprensività. (19)
Vi è anche un’applicazione nella preparazione al parto in quanto favorisce il
rilassamento, riduce l’ansia, incidendo favorevolmente su travaglio e parto e
migliorando la comunicazione madre-bambino in gravidanza
Un altro importantissimo campo d’applicazione del Metodo Tomatis è
quello delle difficoltà di apprendimento scolastico: problemi di lettura
(dislessia) ,di ortografia, di calcolo, di memoria, di attenzione e
concentrazione.
Analogo discorso per i problemi di linguaggio (balbuzie, ritardo di parola),
tanto che in Francia l’Orecchio Elettronico è riconosciuto ufficialmente e
viene usato anche all’interno della scuola.
Un altro settore di notevole applicazione è l’apprendimento delle lingua
straniere, che richiede un’utilizzazione nuova dei circuiti neuronali legati
all’ascolto e alla parola: il sistema nervoso della persona deve
progressivamente abituarsi a ritmi e suoni per lui inusuali e ciò avviene
grazie a programmi specifici.Con questo metodo si può inoltre ottenere un grande miglioramento della
voce e della dizione, in quanto si favorisce la disposizione dell’orecchio a
recepire al meglio le diverse sfumature dell’intonazione e del volume della
voce. Ciò può essere molto utile a professionisti quali attori e presentatori.
Il Metodo Tomatis ha dimostrato infine di poter dare un grande beneficio in
campo psicologico e psichiatrico nei casi di insonnia, ansia, angoscia,
depressione, autismo, anoressia e bulimia.
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NOTE CAPITOL O 9
(1): Hans Jenny, Cymatics, Baisilius Presse AG, Basel, 1967
(2): Critchley, Macdonald and R.A, Music andtheBrain, Henson eds.,
1977, London
(3): Terence McLaughlin, Music andcommunication, Faber and Faber,
London, 1970
(4): David Tame, TheSecret Power of Music, Destiny, New York, 1984,
pag. 136
(5): David Tame, TheSecret Power of Music, Destiny, New
York, 1984, pag. 137
(6): 5° Congresso Europeo di Endocrinologia, Torino, 9-13 giugno
2001, promosso dalla "European Federation of Endocrine Societies",Simposio via satellite sulla Musicoterapia.
(7): Rauscher, F.H., Shaw, G.L. and Ky, K.N., Music andspatial
taskperformance, Nature, 1993, 365:611
(8): Don Campbell, L'effetto Mozart, Baldini & Castoldi Editori
Milano, 1999
(9): ( http://www.mozarteffect.com)
(10): (http://www.rsm.ac.uk/pub/j04-01mozart.pdf )
(11): (www.yanni.com)
(12): (http://www.mindinst.org)
(13): (http://www.musica.uci.edu/mrn/V7I2S00.html#Stocking)
(14): Edoardo Boncinelli, Genoma: il grandelibro della vita,
Mondadori, Milano, 2001
(15): Alfred Tomatis, Ascoltare l’Universo, Baldini & Castoldi,
Milano, 1998
(16): Vedi capitolo 4.5(17): Alfred Tomatis, Dalla comunicazioneintrauterinaal
linguaggio umano, Como – Pavia, Ibis, 1993
(18): Alfred Tomatis, L’orecchio ela voce, Milano, Baldini e
Castoldi, 1993
(19): Alfred Tomatis, L’orecchio ela vita, Milano, Baldini e
Castoldi, 1992
.
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84
Capitolo 10
Biomusica
Ultimamente, anche con l'aiuto delle tecnologie informatiche, scienza e
musica hanno ritrovato una strada da percorrere insieme. La stretta
collaborazione tra scienziati e artisti ha prodotto i primi nuovi frutti in
comune. La musica, in particolare, sembra aver riacquisito il ruolo di punto
di incontro ravvicinato tra scienza e arte. Se i filosofi antichi immaginavano
il suono di stelle e pianeti, gli artisti-scienziati ci fanno ascoltare armonie
che provengono da mondi piccolissimi, a volte nascosti dentro di noi.
Sostanze organiche come il DNA, le proteine e gli ormoni sono composte da
elementi che somigliano straordinariamente, da un punto di vista strutturale,
ai ritmi musicali.
L'idea che il DNA ela musica possono essere collegati proviene dal lavorodel Dott. Susumu Ohno, un genetista che ha operato all'istituto di ricerca
Beckman della città di Hope in Duarte, California. I geni di ogni organismo
si compongono di frammenti del DNA, che a loro volta sono costituite da
quattro tipi di nucleotidi che contengono le basi adenina, guanina, citosina, e
timina, combinate in sequenze che sono uniche per ogni specie.
figura 1: sequenza di nucleotidi
In un intervallo immaginario, il Dott. Ohno assegnò le note musicali a
queste sostanze - do alla citosina, re e mi all’ adenina, fa e sol alla guanina,
la e si alla timina. Dopo avere assegnato le note musicali ad ogni base, il
Dott. Ohno scelse una chiave ed un tempo particolare, così come la durata di
ogni nota. Il risultato è stata una melodia che è stata composta da sua
moglie Midori, una musicista. Una volta trascritti, gli spartiti sono statieseguiti da musicisti professionali con strumenti come il pianoforte o
l'organo, il violino e la viola. Il Dott. Ohno ha composto le partiture di oltre
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quindici canzoni del DNA di una varietà di organismi viventi. Egli scoprì
che più evoluto è un organismo, più complicata è la musica. Il DNA della
singola cellula di un protozoo, ad esempio, è traducibile in una ripetizione di
quattro semplici note. Ma la musica trascritta dal DNA umano, ad esempio
del recettore dell’insulina , è molto più complessa. Ascoltatori esperti dimusica hanno scambiato queste composizioni basate sul DNA per la musica
di Bach, Brahms, Chopin ed altri grandi compositori . Queste melodie sono
maestose ed infondono ispirazione. Molte persone sentendole per la prima
volta sono mosse alle lacrime; non possono credere che i loro corpi, che
pensavano essere mere raccolte di prodotti chimici siano musicali e
contengano tali armonie elevatrici ed ispiratrici ...
10.1Lericerchedi Susumu Ohno
figura 2: Susumu Ohno
Susumu Ohno è uno scienziato di fama internazionale, rinomato per il suo
lavoro su genetica ed evoluzione. Il Dott. Ohno si è accreditato nellacomunità scientifica per il lavoro su embrioni e genetica e la determinazione
del sesso, e per lo sviluppo di una teoria rivoluzionaria dell'evoluzione
attraverso la duplicazione dei geni. Il Dott. Ohno ha dedicato quasi 50 anni
della sua rinomata carriera alla ricerca genetica presso il centro per il Cancro
della città di Hope a Los Angeles; era una delle più influenti figure nel
campo della genetica. I suoi contributi hanno grandemente influenzato gli
scienziati in diversi campi della ricerca odierna ed hanno condotto a
numerose anticipazioni innovative. La carriera di Ohno è cominciata come
ricercatore associato nel reparto di patologia sperimentale presso la città diHope, Los Angeles, nel 1952. Come giovane ricercatore , il suo lavoro è
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culminato nella scoperta della forma inattiva di uno dei due cromosomi X
nelle femmine. Questa scoperta ha condotto ad un nuovo tipo di ricerca
genetica nei mammiferi. Nel corso delle sue prime indagini, il Dott. Ohno
scoprì anche che nuovi geni spesso si evolvono dopo che c'è stata una
duplicazione nella sequenza genetica di un gene esistente. Questo lavoro,rivoluzionario per il suo tempo, ha grandemente influenzato la ricerca futura
degli investigatori nel settore della genetica e dell’ evoluzione. Nel 1966 , il
Dott. Ohno divenne presidente della divisione di biologia della città di
Hope, un incarico che tenne fino a 1981. Durante questo periodo, la ricerca
del Dott. Ohno si è concentrata sui geni e proteine che regolano la
determinazione del sesso. Come presidente della divisione di biologia, il
Dott. Ohno ha anche reclutato e sponsorizzato un notevole gruppo di biologi
molecolari includendo Arthur Riggs, PhD e Keiichi Itakura, PhD, che in
cooperazione con Genentech, hanno creato il gene per ottenere l'insulinaumana e l'ormone di crescita umano, grazie ai batteri. Nel 1981 , il Dott.
Ohno ha ottenuto la cattedra per la ricerca genetica dalla città di Hope.
Questo onore, concesso a vita, gli diede l'opportunità di perseguire i suoi
obiettivi scientifici con indipendenza. Durante questo periodo, il Dott. Ohno
decideva di indagare il collegamento tra composizionemusicalee
sequenzedel codicegenetico, poichè spartiti musicali e codici genetici
sono basati sulla ripetizione. Egli ha testato questa correlazione traducendo
varie sequenze genetiche in musica. Durante la sua carriera, il Dott. Ohno
pubblicava più di 350 articoli in importanti riviste scientifiche negli StatiUniti ed a livello internazionale. Era un membro dell'accademia nazionale
delle scienze degli Stati Uniti e dell'accademia americana di arti e scienze.
Egli era anche membro a vita della società scandinava di immunologia e
della società giapponese di genetica. Nel 1992 , il Dott. Ohno è stato eletto
nella prestigiosa reale accademia danese di scienze e lettere, un onore spesso
concesso a destinatari del premio Nobel. E’ morto il 13 gennaio 2000 all’età
di 71 anni.
La ricerca di Ohno ha rivelato un mondo insospettabile. Nelle profondità
invisibili delle cellule viventi esistono figure meravigliose, eleganti cristalli, perfette spirali, mirabili geometrie. Il materiale ereditario, il famoso DNA
(Acido DesossiriboNucleico) è un nastro a doppia spirale avvolto in una
regolare e lunghissima elica di misure costanti e perfette. Le officine della
sintesi proteica, i ribosomi, formano ordinati cristalli che si aggregano in
tetrameri. I virus sono dei meravigliosi poliedri fedeli alle regole dei solidi
platonici. L’armonia della natura inizia dalle sue più segrete e minute
strutture, inizia nell’invisibile e si rivela nell’eleganza e nella grazia delle
forme visibili. La più straordinaria escursione nella inosservabile armonia
della natura e’ stata compiuta da Ohno che è riuscito a produrre melodiemusicali dalla struttura del DNA (1).
![Page 92: Luciano Tronchin - Universo sonoro.pdf](https://reader037.fdocumentos.tips/reader037/viewer/2022100211/577cd6531a28ab9e789c1add/html5/thumbnails/92.jpg)
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figura 3: rappresentazionedella catenadel DNA
Il principio da cui Ohno è partito è che la vita è caratterizzata da una
moltitudine di ricorrenze e da ripetizioni di moduli. Nel bruco come nel
fiore contornato di petali, nelle vertebre di un animale superiore, nelle fibre
muscolari, nei tessuti vegetali, tutto è ripetitivo. Il principio della Ricorrenza
Ripetitiva governa tutto.Anche nella cultura umana la ripetizione fonda la bellezza. Ohno sostiene
che mentre gli ordinari mortali si contentano di imitare gli altri, i geni
creativi sono condannati a plagiare se stessi. Essi inventano raramente più di
un modusoperandi nella loro vita, e persino la civiltà si è in gran parte
fondata sul plagio di un piccolo numero di creazioni. “La grande quantità di
chiese gotiche può essere vista come un plagio paneuropeo della abbazia di
St. Denis o della cattedrale di Sens” (2). Anche la vita si è formata
attraverso la ricorrenza di pochi moduli originari.
Questa è un'idea che Ohno sostiene dal 1970, quando pubblicò EvolutionbyGeneDuplication (Evoluzione per duplicazione di geni). (3)
![Page 93: Luciano Tronchin - Universo sonoro.pdf](https://reader037.fdocumentos.tips/reader037/viewer/2022100211/577cd6531a28ab9e789c1add/html5/thumbnails/93.jpg)
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In natura il messaggio genetico genera catene di amminoacidi (proteine)
attraverso un codice.
Lo stesso messaggio, processato con un codice musicale, genera catene di
note che si sistemano nel pentagramma a produrre suoni. Che genere di
suoni? Che sorta di musica? Susumu Ohno, con la collaborazione di MartyJabara, musicista a Los Angeles, o della moglie Midori, ha preparato varie
partiture, alcune pubblicate, alcune destinate agli amici. È’ una musica
tonale, garbata, caratterizzata dalla ricorrenza di un tema musicale
dominante e dalle sue variazioni. Qui ricorda Bach, là Chopin.
Il ritorno del motivo esprime quella ricorrenza ripetitiva che il DNA con i
geni serba nel suo messaggio. La chiave musicale consente di rendere la
ripetizione di un modulo chimico in un motivo musicale ritornante, in un
ritornello. L'operazione di Ohno e del suo amico musicista è stata piuttosto
semplice. Egli ha convertito ognuno delle quattro basi: adenina ( A ), timina(T), citosina ( C) e guanina ( G ) in due possibili note in chiave di violino:
A in do-re, G in mi-fa, T in sol-la, C in si-do concedendosi l'arbitrio di
scegliere tra le due per esigenze musicali.
L 'accompagnamento, in chiave di basso, è anche affidato al gusto musicale;
e così il tempo. Tuttavia il vincolo imposto dal codice genetico rimane forte,
e regola la struttura fondamentale del brano. Ascoltando la Musica del
DNA si percepisce un segno d’ordine, una disposizione armonica che il
DNA contiene e la musica trasmette. Tutta la vita è simmetrica, armoniosa,
modulata, ma si rimane incantati ad ascoltare la melodia espressa da unastruttura chimica sottilissima e invisibile, racchiusa nel cuore più segreto
della cellula. Il codice musicale adottato da Ohno è semi-vincolante, poiché
i nucleotidi sono meno delle note (4 contro 7). Tuttavia da una partitura
musicale si ritorna ad una ed una sola sequenza nucleotidica. Data la chiave
di trasformazione e una serie di note, la sequenza nuclotidica del DNA è
generata univocamente. Allora ci si può chiedere: esistono sequenze
genetiche corrispondenti a musica già composta? Ohno ha iniziato la
ricerca partendo dal Notturno op. 55 n°1 di Chopin che per alcune sue
caratteristiche strutturali si prestava bene. La perlustrazione tra i geniconosciuti è stata lunga, e infine Ohno si è imbattuto, quasi incredulo, in una
sequenza genica che rassomigliava straordinariamente alla versione chimica
del Notturno. Era un frammento del gene per la Polimerasi II (una proteina)
del topolino. Nel Notturno op. 55 n°. 1 di Chopin si incontra un soggetto
ricorrente di nove note:
do-fa-mi-re- do-si-do-re-do
che si presenta invariato o con varianti.
Il nonamero si traduce nella seguente sequenza di basi:CAACCTCCC
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Questo è un modulo ricorrente nel DNA del gene in esame. Si
presenta ripetutamente nella versione esatta o con leggere
modificazioni. Se il gene è trasformato in sequenza musicale,
nell’ascoltarla, al piano, si prova un’intensa commozione, come
se la natura rivelasse una melodia chopiniana che da milioni emilioni di anni teneva serbata nel suo cifrario chimico; come se
quella melodia, discesa dal mondo degli archetipi, avesse
ispirato Chopin il secolo scorso. Come spiegare questa
periodicità del DNA? Ecco ricomparire l'Ohno genetista con la
sua idea dell'Evoluzione per Duplicazione del DNA. Le prime
catene di DNA, in un ipotetico "brodo primordiale" pre-biotico,
sarebbero state piccole sequenze di 7-10 basi. Queste si
sarebbero poi allineate, ripetendosi in serie, in modo da formare
strutture modulari. Le susseguenti vicende dell'evoluzionechimica avrebbero poi introdotto variazioni in queste catene
monotone, senza tuttavia abolire la fondamentale ripetitività del
modulo iniziale. Se la natura ha costruito il suo messaggio
genetico (il DNA), mettendo in fila tante stutture eguali e poi
lasciandole variare, essa ha prodotto composizioni chimiche
simili alla sonata di Chopin. Miliardi e miliardi d'anni dopo, un
genetista giapponese ha disposto queste sequenze sul
pentagramma e ha rivelato musicalmente le armonie primordiali
della vita. In alcune striscioline della magica molecola,abbiamo scoperto interne armonie, decorsi melodici, strutture
ricorrenti. Se il cieco accidente avesse costruito le strutture
viventi, senza una logica generativa e senza armonia,
l'esperimento di Ohno non sarebbe riuscito a nessuno.
10.2Lericerchesulla musicadel DNA
Questa linea di ricerca è stata poi ripresa e sviluppata da altri ricercatori edartisti.
In Internet possiamo trovare materiali di artisti come John Dunn. Questo
artista, che è anche programmatore, è riuscito ad ottenere da ormoni e Dna
umani dei ritmi che vale la pena ascoltare. Inoltre, grazie alla collaborazione
del botanico K.W. Bridges e di M.A. Clark, docentedi biologia presso
l'università Wesleian (Texas) ha sviluppato un programma, il BIO 2 Midi, in
grado di tradurre la struttura degli aminoacidi in sequenze musicali. (4)
Analoghe sinfonie musicali, ottenute ricopiando le sequenze delle quattro
unità chimiche che formano la molecola del Dna, sono state realizzate daDavid Deamer, biofisico dell'Università di Davis e Susan Alexander,
compositrice e docente di musica alla California State University: essi
![Page 95: Luciano Tronchin - Universo sonoro.pdf](https://reader037.fdocumentos.tips/reader037/viewer/2022100211/577cd6531a28ab9e789c1add/html5/thumbnails/95.jpg)
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hanno sviluppato delle sinfonie che assomigliano proprio alle Quattro
Stagioni di Vivaldi o alla Nona Sinfonia di Beethoven. (5)
Le molecole di DNA che determinano le caratteristiche genetiche di ciascun
individuo variano da persona a persona e le sinfonie sono perciò infinite,
dato che la sequenza delle quattro componenti chimiche è sempre diversa.Alcuni individui hanno un Dna musicale noioso, lento e ripetitivo, sostiene
Deamer, mentre altri possono suggerire musiche simili al jazz, altri al blues,
le possibilità sono davvero infinite.
Negli U.S.A. è già iniziata la corsa alla conversione dei propri geni in
musica, basta andare in un laboratorio medico, farsi determinare la struttura
del proprio Dna e affidare i risultati a un compositore.
Ma il DNA non è l'unica sostanza biochimica ad essere stata convertita in
armonie musicali. Mary Anne Clark, con l'aiuto di John Dunn e del suo
programma, ha realizzato la musica delle proteine. Dal suo sito è possibilescaricare interessanti esempi. (6)
figura 4: Mary Ann Clark, biologa della Wesleyan University, Texas
La Clark descrive in modo suggestivo la sua ricerca.” Io amo entrarenell'edificio della musica, chenella mia universitàèaccantoall'edificiodella scienza. Attraversandoleportedellestanzedi pratica musicale, possosentire i frammenti di 1000 anni di musicascritta, suonatao cantata
dall'attuale generazionedi studenti di musica, qualcunoconfinezza,qualcunoconesitazione, qualcuno conimprovvisazioneselvaggia. Pensocheseinqualchemodo potessi entrarein una cellula viva, sentirei qualchecosa di simile– i ribosomi ela sintesi delleproteine, suonano lelorosequenzedi amminoacidi, nota sunota, secondouno spartito genetico cheèriprodottoqualchevoltacon fedeltàassoluta, qualchevoltaconalcunesostituzioni fuori programma, equalchevoltaconassordanti edinventiviabbellimenti. Ogni generazionedi celluleinogni organismo viventesuonalo spartitogeneticodella sua specie. Comunque, mentrela storia della
musicacomenoi la conosciamo ha 1000anni, la storia della musicagenetica ha almeno 3.8 bilioni di anni di preparazione.
![Page 96: Luciano Tronchin - Universo sonoro.pdf](https://reader037.fdocumentos.tips/reader037/viewer/2022100211/577cd6531a28ab9e789c1add/html5/thumbnails/96.jpg)
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Circa10 anni fa, andai adunseminario di facoltà a sentireundiscorsodiun collega sulla composizione. Mentre lui discuteva sucomeselezionare,cambiareed organizzarei motivi musicali, io ero presa dal parallelismo trala struttura musicale, la struttura delleproteineedi geni cheli codificano.
Ancheleproteine sembrano esserecompostedi frasi organizzatein temi.Da anni ero catturata daquestaimmagine, eprovavo saltuariamenteadinteressare dei musicisti per convertire una sequenzaproteicainunasequenzamusicale.
Mi convincevo chequestoera possibile, chelesequenzedi amminoacidi,pur nella loro complessità, avrebbero rivelato unequilibrio, necessario pergenerare combinazioni musicali esteticamenteinteressanti ebiologicamenteinformative. Ci sono venti amminoacidi nelleproteine, sufficienti per treottavedi una scala diatonica. Essi nonsi combinano a caso, proprio come
le noteinunbrano musicale. Entrambe, leproteineela musica sonosignificative.
Adesempio, la proteinadell'emoglobinaassolvealla funzionedi trasportodell'ossigeno. Alcunecaratteristichedella nota musicaledell' emoglobinasipossono vedereesaminando proteinedi speciediverse, chesuonano questanota comevariazioni di unsolo motivo. Adesempio, il tuatara, unrettileesotico, sembra averepoco incomunecongli umani, ma la
somiglianza tra la sequenzadi aminoacidi della betaglobina di unacreatura umana equella del tuatara indicano cheentrambeleproteinesono
levariazioni di unmotivo cheesisteva prima della divergenza dellelineeevolutivedei mammiferi dai rettili 200 milioni di anni fa.
Figura 5- Betaglobine: Confronto tra le sequenzeumaneeil tuatara
VHLTP EEKSA VTALW GK VNV DEVGG EALGR L LVVY PWTQR FFESF GDLST
VHWTA EEKQL VTSLW TKVNV DECGG EALGR LLIVY PWTQR FFSSF GNLSS
PDAVM GNPKV KAHGK KVLGA FSDGL AHLDN L KGTF ATLSE LHCDK LHVDP
STAIC GNPRV KAHGK KVFTS FGEAV KNLDN IKATY AKLSE LHCEK LHVDP
Uomo
tuatara
ENFRL LGNVL VCVLA HHFGK EFTPP VQAAY QKVVA GVANA L AHKY HQNFNL LGDIF IIVLA AHFGK DFTPA CQAAW QKLVR VVAHA LAYHY H
Altrevariazioni della betaglobinasi possonotrovarenellespecie vertebratedi tutto il mondo, comeadesempio nei pipistrelli australiani, nei tapiribrasiliani, nelleranedagli artigli del Kenia, nel pescedragoneantartico enei pinguini Imperatore. Sebbenelesequenzedi betaglobinanonsianoidenticheinquestespecie, sono tuttavia simili , eseconvertiteinmusicapotrebbero esserericonoscibili comevariazioni di unmotivocomune.
Mentre sembra ovvio cheleproteineabbiano una struttura intrinsecamentemusicale, io nonho sentitouna traduzionemusicaledi una proteina fino al
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1996. Nell'intento di prepararmi per uncorso adhonoremsullesomiglianzestrutturali tra proteineemusica, ho fattouna ricerca in Internet, cercandoaltri ricercatori chepotessero avere interesseper questi parallelismi. Cen’erano alcuni enel sito della musica algoritmicadi J ohnDunn, trovai sia
la musicabasata sul DNA ela sequenza delleproteine, cheil softwarecheeseguela traduzionemusicale. Acquistai uno dei programmi di software, dausareconla classe, escoprii cheleproteineerano piùmusicali di ciò cheavevoimmaginato”. (7)
Un'altra collaborazione tra arte e scienza ci permette di ascoltare alcune
armonie delle radici biochimiche della vita. L 'artista Peter Gena , con la
collaborazione del medico genetistaCharles Strom, ha presentato la
traduzione musicale del DNA in occasione del Sesto Simposio di Arti
Elettroniche (Montreal, Canada, 1995).
Per convertire il DNA in sequenze musicali hanno usato delle sequenze del
DNA primario disponibili in CD ROM, relative al progetto sul genoma
umano che ha determinato un'esplosione di dati disponibili.
Ciò include i genomi completi dei virus, i genomi parziali dei batteri, e le
sequenze complete di centinaia di proteine umane.
Figura 6: Peter Gena(in primo piano) eCharles Stromm
Si è creata una musica generata dal computer che prende i suoi parametri
musicali direttamentedaquelli fisiologici presenti nel DNA. Un tratto diDNA consiste in una sequenza di nucleotidi che codifica una successione
specifica di amminoacidi. Le proprietà fisiche degli amminoacidi (costante
di dissociazione, peso molecolare, e la classe chimica ), combinate con le
proprietà individuali delle basi, forniscono il punto di partenza dell'
ereditarietà, dell’ evoluzione e delle composizioni musicali di Peter Gena.
Egli ha generato composizioni musicali da diverse sequenze umane, virali, e
batteriche.
Grazie a queste composizioni musicali, che sembrano invitare al sogno e
alla contemplazione, è stato possibile aggiungere qualche osservazione che
forse potrebbe risultare feconda anche da un punto di vista scientifico.(8)
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Il concertista L orin Hollander ha descritto la ricca visione di immagini che
ha sperimentato nel corso della sua vita mentre suonava i capolavori dei
grandi compositori. Queste immagini, egli afferma, prendono spesso la
forma di disegni geometrici estremamente complessi.
figura 7: L orin Hollander
Lorin Hollander ha una carriera professionale che dura da 50 anni ed è
iniziata con un debutto al Carnegie Hall all'età di undici anni. Egli era un bambino prodigio, ha composto musicagià all'età di tre anni e ha eseguito
Bach a cinque. Ha lavorato con le principali orchestre sinfoniche del
mondo, realizzando quasi 2000 interventi: in orchestre, in recitals, in
conferenze/relazioni, in complessi da camera come pianista, come direttore
sinfonico e corale.
Per più di 30 anni egli ha condotto classi in comunità aperte e residence
universitari, guidando orchestre di giovani, consigliando gli studenti,
tenendo seminari per persone particolarmente dotate e per consiglieri nelle
arti e nelle scienze. Hollander tiene anche conferenze e conduce ricerche
relative alla coscienza e creatività umane, alla psicologia transpersonale, alle
trasformazioni nel campo dell’istruzione ed educazione , alla crescita
spirituale e personale e alla salute intesa globalmente. Egli ha studiato le
disfunzioni criminali e suicide dei nostri bambini e come si può evitare la
violenza, (Columbine High). Egli lavora anche con leader aziendali sul
processo di trasformazione nel posto di lavoro ed esplora in profondità una
comprensione multi-culturale della natura dell’ essere umano.
Hollander si stupì quando scoprì che le forme, che aveva visualizzato findall' infanzia, erano praticamente identiche a molti dei meravigliosi disegni
regolari delle moschee islamiche cosparse in tutto il Medio Oriente e India.
Le forme pentagonali ed esagonali, che sono ripetute in questi disegni,
mostrano una stretta somiglianza al modo in cui il DNA è rappresentato
nella notazione chimica bidimensionale. Nel corpo i nucleotidi che
costituiscono il DNA non sono, naturalmente, figure bidimensionali; questo
è solo un modo con cui vengono rappresentati sulla carta, nonchè il modo in
cui si rivelano all'immaginazione, sia di Hollander, sia dei biologi
molecolari, o dei grandi artisti che hanno abbellito le moschee dell'Islam.Svelare la musica latente nel DNA suggerisce un’innovativa visuale
riguardo all'evoluzione. Il processo evolutivo, piuttosto che un modo di
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trasmettere geni da una generazione all’altra, può essere considerato come
l’interpretazione musicale di ogni generazione nonchè "creazione di
musica" per le successive. Le mutazioni sarebbero i modi di armeggiare con
la melodia per di creare del nuovo e le note più complesse. Quindi "la
sopravvivenza degli individui più adatti " può volere dire " essereaccordati", "suonare con l'orchestra, " o " mantenere l'armonia." Il mondo
naturale è una sinfonia gigantesca, composta da innumerevoli
strumenti. (9)
Ma il mondo materiale è molto di più del solo DNA delle creature viventi; è
anche i corpi non viventi come rocce, stelle e le galassie . Si può pensare
qualsiasi cosa come musicale. La musica dei nostri geni può riflettere la
musica dell'universo. Dopo tutto, la materia costituente i nostri corpi si è
originata nelle galassie remote, ed i componenti atomici del nostro DNA
sono stati elaborati attraverso le vite di diverse stelle. È’ l'enorme pre-universo, dunque, la fonte delle melodie primordiali che eventualmente sono
precipitate nel nostro protoplasma? E' forse il cosmo una immensa banca di
motivi da cui la musica del nostro DNA è stata prelevata?
10.3Applicazioni nel campo della diagnosi medica
Un altro importante settore di ricerca è quello relativo alle analisi
biomediche basate sul suono.
In tal senso appare interessante lo studio condotto da Ana Londral, InêsOliveira e Mafalda Pereira dell’Istituto Superiore Tecnico del Portogallo,
seguite dalla Prof. Ana Fred della cattedra di Ingegneria Biomedica, relativo
alla generazione di suoni in MIDI con una scheda musicale per computer,
partendo dai segnali EEG di un elettroencefalografo ai fini di una più facile
e corretta diagnosi in pazienti affetti da turbe e disturbi del sonno. (10)
Altra indagine interessante è quella realizzata da alcuni ricercatori
dell'Università di Cambridge che potrebbe trovare applicazione nella
diagnosi di molte malattie, dall'Aids all'epatite. I ricercatori hanno sfruttato
la vibrazione di alcuni cristalli di quarzo, ricoperti con un anticorpo al qualesi attaccano le particelle virali. Questi complessi sono immessi in un campo
elettrico, per far "suonare" i virus. Infatti, aumentando il voltaggio, i cristalli
cominciano a vibrare sempre più velocemente fino a quando i virus si
staccano con uno scoppio caratterizzante ogni singolo virus. Tale scoppio è
registrato dal cristallo il quale si comporta come un microfono. "E' comeunosparo", ha dichiarato Matthew Cooper che ha coordinato lo studio,
"anche se l'emissione è simile a quella di un'onda radio FM e quindi è al di
fuori del campo di ascolto umano". Dalla scoperta i ricercatori sperano di
ottenere uno strumento d'indagine più efficace nella diagnosi dei virus"ancheperché", ha spiegato il microbiologo Donald Jungkind della Thomas
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Jefferson University, "letecnicheusatefino adoggi hanno mostratoi lorolimiti".
Questa squadra di scienziati di Cambridge ha inventato un metodo che può
rinnovare radicalmente il modo con cui finora si sono scoperti i virus. La
procedura, che è descritta nel numero di settembre 2001 della rivista NatureBiotechnology, è stata sviluppata nell'università di Cambridge, Dipartimento
di chimica, da un’equipe che include Victor Ostanin, David Klenerman,
Matthew Cooper, Tony Minson, Alexander Slepstov, Fedor Dultsev, Lianne
Cabuche e Chris Abell.
Dice il Dott Matthew Cooper "Il metodo èpoco costoso, versatileed irisultati si ottengonomolto piùrapidamentechecon letecnicheconvenzionali. Abbiamo ottenutobuoni risultati inlaboratorio, ma letecnichedovrannoessereulteriormenteperfezionateprima di poterle
applicare negli ospedali. Per esempio, nei nostri test, noi usavamo un virussemplicedi herpes, cheèunmodello utileper diagnosticare viruspiùminacciosi comequello dell'HIV edell'epatiteB”.
Il processo intero si completa in meno di due ore: si spera così di poter
ridurre i periodi di ansiosa attesa per i pazienti che devono essere
diagnosticati. E' stata costituita una compagnia, chiamata Akubio, per
commercializzare la tecnologia, usando i fondi ottenuti dall'università di
Cambridge e dalla compagnia di capitale Abingworth Management,
specializzata in scienze naturali. L'obiettivo è di approntare uno strumento
più piccolo ed estendere lo spettro di applicazione a batteri, proteine eDNA.(11)
figura 8: il virus umano dell’herpes
I ricercatori sperano con esso di diagnosticare l’HIV, l’epatite ed
l’influenza. Il loro metodo può offrire una tecnica rapida e sensibile per
scoprire le infezioni virali. La scoperta rapida di virus può essere un fattore
critico se si sta diagnosticando la meningite o esaminando un'infezione da
HIV: più rapidamente si può ottenere una risposta meglio è ed il team di
ricercatori spera che la tecnica possa essere la base per un detector di virus.
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Nonostante la metodica sia così sensibile da identificare una singola
particella virale in una piccola goccia , essa può anche scoprire milioni di
particelle in un'infezione dilagante. Comunque, gli esami clinici, contenendo
una miscela di proteine ed altre molecole, possono essere più complicati,
afferma cautamente Cooper.“C'èbisogno di metodi di scoperta virali migliori”, dice il microbiologo
Donald Jungkind dell'università Thomas Jefferson di Philadelphia, “letecnichetradizionali hanno i loro limiti. Gli anticorpi per scoprireleproteinevirali hanno una sensibilitàbassa. L'alternativa, la catenaamplificata della polimerasi (PCR) per scoprireil DNA virale, èestremamentesensibilema laboriosa ecostosa”. (12). “Per questo ildetector viralepuò essere postoincampo”, aggiunge l'immunologo Paul
Parren dell'istituto di ricerca "Scripps" di la Jolla, California, “edessere
convertito inuna macchina piùpratica. Inoltreil ceppo virale si potrebbeidentificareusando diversi anticorpi, così da poter realizzareil vaccinogiusto”.
figura 9: il nuovo detector di virus
Ma usare i detectors presenta alcuni problemi, come è emerso dalla recente
epidemia virale di afta epizootica nell'UK. Con l'epidemia non ancora
sconfitta completamente, la scoperta rapida di virus negli animali risulta
interessante. Attualmente, pelle o esemplari di sangue dagli animali sospetti
sono inviati al laboratorio, dove si impiegano fino a 5 giorni per arrivare ad
un verdetto. Con la necessità di rapide diagnosi, un test veloce, accurato e
sensibile sarebbe utile. Con le macchine di PCR bisogna attendere per circa
5 giorni una convalida ufficiale, mentre una macchina futura che usasse
l'analisi del suono, pur dovendo essere decontaminata prima di essere
inviata da una fattoria ad un'altra, potrebbe fornire una diagnosi più rapida. :
Una paura che sta creando una certa "riluttanza" ad abbracciare tale
semplice e rapida tecnologia è che gli animali, identificati come infetti
usando il test liberamente disponibile, siano poi seppelliti con discrezione
senza adeguate norme igieniche.
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10.4L a musica dellepiantemedicinali
Un’altra applicazione interessante viene dalla traduzione in musica delle
sequenze del DNA di piante medicinali. Negli U.S.A. è nata AudioGenetics,
una compagnia registrata nel gennaio del 1997, anche se la sua tecnologia e progetti sono stati sviluppati sin dal 1993.
David Lane, il fondatore e presidente della compagnia, è il responsabile per
lo sviluppo della biotecnologia ed esegue personalmente gli arrangiamenti
dell'AudioGenetics, Inc.
Il Sig. Lane sta anche completando la laurea in biologia molecolare e
cellulare all'università dell' Arizona e ciò fornisce il "supporto" scientifico
necessario per sviluppare la tecnologia di base di AudioGenetics, , in
risposta alle domande correnti del mercato per la salute alternativa,
benessere e prodotti omeopatici, di cui il CD “gensong” è il prodotto di
punta.
figura 10: il sito internet di Audiogenetics
L'AudioGenetics rappresenta la fusione della musica con la biologia
molecolare. (13)
Immaginate di essere in grado di prendere il progetto genetico, cioè il
messaggio, di una pianta o di un'erba; diciamo l’Echinacea o il GinkgoBiloba, catturatelo e trasferitelo in un compact disc senza perdere
l'inequivocabile identità biologica che dà a ogni pianta le sue qualità
peculiari.
Considerate ora che un messaggio genetico da piante o da animali viventi,
sia lo stesso che la pianta usa in ogni cellula per esplicare le sue
fondamentali ed univoche proprietà. Pensate agli effetti che si possono
ottenere con il suono creato da messaggi genetici naturali.
La tecnologia di Audiogenetics trasforma i geni in suoni udibili, digitali,
senza che vengano perse nel processo l'identità o le qualità del campione.
L'Echinacea suona come solo l'echinacea può, una rosa suona come una
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rosa, un uccello come un uccello. Questa musica vivente, proveniente dal
mondo vegetale ed animale, è disponibile in cd audio.
E’ una semplice terapia musicale, guidata da immagini, progettata per
formare o fortificare i collegamenti tra corpo e mente e per promuovere il
benessere facendo comunicare facilmente i circuiti della mente con gli altrisistemi del corpo.
Ho analizzato, come esempi, dei brani musicali relativi al DNA di queste
piante: Echinacea e Ginkgo Biloba.
Echinacea: questa è una trascrizione musicale di un piano genetico la cui
“espressione” produce la sorprendente echinacea. La pianta dell’ echinacea
è stata utilizzata per molti secoli e si dice abbia la proprietà di togliere gli
effetti spiacevoli tipici dell'umido, del freddo, dei mesi invernali. Oggi sono
note le proprietà anti-infettive di questa pianta che sono state appurate
attraverso una rigorosa verifica clinica e farmacologica nelle università e neicentri sanitari in tutto il mondo. Restiamo in attesa di apprendere di più su
come la scienza rivela i segreti che appartengono a questa erba.
Ginkgo Biloba: erboristi e scienziati argomentano le prove della reputazione
conclamata del Ginkgo Biloba. La cultura popolare applaude questo antico
albero capace di aumentare la memoria, di 'chiarire' alcuni pensieri, e
generalmente rendere il cervello più felice e più calmo. Prima che gli effetti
specifici del Ginkgo Biloba siano stati per così dire 'provati' dalla medicina
moderna, la gente utilizzava Ginkgo Biloba ogni giorno perché di aiuto nel
logorio della vita quotidiana. Ascoltandolo lasciamo spiegare al Ginkgo
stesso perché niente che possiamo dire suonerebbe meglio.
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99
NoteCapitolo 10
(1): Susumu Ohno & Marty Jabara. Repeats of BaseOligomers (N=3n ±1
or 2) asImmortal CodingSequences of thePrimeval World: Constructionof CodingSequences is basedupon theprincipleof Musical Composition,
Chemnica Scripta 1986 26B; 43\49
(2): Susumu Ohno e Midori Ohno. TheAll pervasivePrincipleof Repetitions RecurrencegovernsNotonlyCodingSequenceConstructionbutalsoHumanEndeavor in musical composition. “Immuno-Genetics” 1986,
24: 71-78
(3): Susumu Ohno, EvolutionbyGeneDuplication. Berlin-New York,
Springer-Verlag, 1970
(4): http://www.algoart.com/dnamusic/(5): http://www.healingmusic.org/SusanA/
(6): http://web.txwes.edu/biology/macclark/
(7): John Dunn and Mary Anne Clark, LifeMusic: TheSonificationof Proteins, Leonardo on line, 1977
http://mitpress2.mit.edu/Leonardo/astn/homestead.html
(8): Peter Gena and Charles Strom, Musical Synthesis of DNA sequences,
Proceedings of the Sixth Symposium on Electronic Arts: Emergent
Senses, Montreal, Canada, 1995(9): http://www.lorinhollander.com/
(10): red.lx.it.pt/~afred/EB99/midi/biomusic.html
(11): Matthew A. Cooper, Fedor N. Dultsev, Tony Minson, Victor P.
Ostanin, Chris Abell, and David Klenerman, Direct andsensitive
detectionof a humanvirusbyrupture event scanning, Nature
Biotechnology, 19,833-837, Settembre 2001
(12): http://jeffline.tju.edu/CWIS/DEPT/Pathology/jungkind.html
(13): http://www.audiogenetics.com/
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Capitolo 11
L a musica in Biodanza
Da quanto ho fin qui esposto emerge chiaramente come le intuizioni e gli
studi condotti dal prof. Rolando Toro Araneda, ideatore del Sistema
Biodanza, hanno trovato larga conferma presso la letteratura e le indagini
scientifiche fino ad oggi condotte.
In particolare intendo mettere in evidenza che l’ascolto musicale non può
essere ridotto solamente ad un automatico meccanismo di funzionamento
del timpano e degli organi uditivi.
Tutto il corpo è implicato, tutti i tessuti da quelli ossei a quelli muscolari,
inviano informazioni al cervello durante la percezione di un brano musicale.
Inoltre la musica ha profondi effetti sulle emozioni interessando il sistemalimbico-ipotalamico che a sua volta agisce sull’equilibrio neurovegetativo
attivando vari neurotrasmettitori.
Tale visione unitaria del fenomeno musicale è propria della Biodanza e gli
studi di Rolando Toro sono in origine partiti dagli effetti euforizzanti o
regressivi di alcuni brani musicali, accompagnati dalla danza, effettuati
presso il Centro Studi di Antropologia Medica della Scuola di Medicina
dell’ Università di Santiago del Cile. (1)
11.1L a biomusicain Biodanza
Il corpo umano ha ritmi interni che risuonano con la musica. Per questo il
ritmo musicale ha il potere di influire sul corpo, come ad esempio far
muovere la muscolatura o variare le onde cerebrali. Mentre si esegue un
esercizio di Biodanza, poichè la persona non è focalizzata a livello di
attenzione ma, attraverso la vivencia, ha diminuito questa soglia, il corpo si
sintonizza con il ritmo musicale proprio perché esso stesso è musicale.
Le funzioni biologiche corporee hanno pulsazioni, ritmi, movimenti ed ogni
organo o zona del corpo è in sintonia con le altre, quasi a costituireun’esecuzione musicale caratterizzata da armonia e risonanza ritmica.
Il cuore, i polmoni, le viscere, il cervello mentre sono in attività eseguono
quella che potremmo chiamare la polifonia corporea biologica, quasi che
ogni organo emettesse un suono in perfetto accordo con gli altri.
Il nostro corpo in generale e gli specifici organi in particolare, proprio come
gli strumenti di un’orchestra, possono essere accordati se non producono un
suono armonico. La musica, il suono ed il ritmo vibrano in noi o nelle
specifiche parti e possono apportare l’accordo perfetto ai ritmi della vita e
dell’universo.
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Partendo da queste premesse la Biodanza utilizza ampiamente la Biomusica
realizzando tutta una serie di esercizi:
“Scopertadel corpo comeoriginemusicale:
- Ritmo cardiaco
- Suono del respiro: Sospiri. Esalazioni forti- Battiti di mani
- Voce, grido, lamento, riso
- Fischio.
Combinazionedi suoni corporali erumori o suoni puri:
- Corodi “Canna Divina”: “Aaaa…”
- Cantodell’Emergente
- Polifonia melodica (Coro Lamaista, Coro dell’Oceano, Coro delVento…)
- Polifonia Ritmicaconmantra: “A-se-sita-Hum. Samba canandacaminabumba” o contamburo efischietto, Ritmo individualeconTamburo,Ballo conTamburo
Dialogo di voci
Duettodi voci
Coro libero o basedi armonici
Polifonia increscendo
Gorgheggio, ruggito, latrato, grido del passero, ecc.
Introduzioneal grido
Utilizzo di strumenti (campane, gong, flauto, sitar, chitarra, piano, ecc.)
Linguaggio onomatopeicoelinguaggio glossico
Canto ritmicostile“Spirituals”
Esercizi conparole cantate(vocalizzazioni ritmiche, prosodicheearmoniche)
Cori ecanzoni di vincolo consestessi, il prossimo el’universo”. (2)
11.2L a musicain Biodanza
Gli esercizi di Biodanza agiscono sul sistema nervoso autonomo, composto
dal sistema simpatico e parasimpatico. Il sistema simpatico produce risposte
negli organi che preparano all’attività (o all’emergenza) provocando per
esempio l’aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, della
glicemia (zuccheri nel sangue) e, più in generale, l’aumento dell’attivazione
con le “reazioni di lotta e fuga”.
Il sistema parasimpatico, invece, produce, a livello degli stessi organi,
modificazioni generalmente in direzione opposta. La funzionalità dei due
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sistemi viene modulata da "centri" nervosi posti nel cervello, vera e propria
centrale di comando operativa e analizzatore delle esigenze di tutto il corpo.
Negli ultimi anni si è dimostrato che i centri sopra citati sono influenzati
direttamente da una particolare zona del cervello denominata "sistema
limbico" che ha la funzione di attivare e manifestare le emozioni.Dunque a ogni emozione non corrisponde solo una reattività affettiva e
comportamentale ma anche una risposta da parte degli organi del corpo
mediata, appunto, dal sistema nervoso autonomo.
Inoltre tra i due sistemi vi è un meccanismo di alternanza d’azione: quando
uno è in attività, l’altro è in stasi.
A tale schema di funzionamento fisiologico si collegano le musiche usate in
Biodanza.
“La musicadal ritmo gioioso edeuforicoeledanzeconessa realizzatehanno un’azionestimolantesul sistema simpatico epossono produrrediversi effetti, tra cui:
- aumento del ritmo cardiaco (tachicardia)
- elevazionedella pressionearteriosa
- vasocostrizionedell’areachecomprendel’apparato digerente,respiratorio eurogenitale
- afflusso del sangueverso i muscoli chedevono entrareinazione
- broncodilatazioneper permettere unamiglioredilatazione.
La musicalentaedolce, ledanzecon movimenti rallentati, gli stati ditranceedi regressioneintegranti, invece, attivanoil sistema parasimpaticoproducendo diversi effetti, tra cui:
- una diminuzionedel ritmo cardiaco
- unaumentodella secrezionedelleghiandolelacrimali esalivari
- unaccumulo di riserve
- una predisposizioneal sonno eal riposo
- un’attivazionedell’eros ingenerale”. (3)
Le musiche dal ritmo gioioso ed euforico hanno un effetto ergotropico e le
musiche lente e dolci hanno un effetto trofotropico. Questa distinzione è
stata proposta da W. R. Hess (4) per differenziare gli stati dell’organismo in
grado di elevare i livelli di vigilanza e di attenzione, di euforizzare ed
energizzare (effetto ergotropico) e stati che inducono invece tranquillità,
rilassamento, riposo biologico (effetto trofotropico).
La nostra cultura ha veicolato uno stile di vita in cui l’obiettivo della
produttività e della competizione esasperata ha determinato un ipersviluppo
delle funzioni organiche ergotrofiche come conseguenza di meccanismisociali dai quali è difficile sfuggire e che determinano uno squilibrio del
sistema neurovegetativo.
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La Biodanza intende modulare le due funzioni per riportare l’ equilibrio
organico e ristabilire l’ autoregolazione biologica.
Riportiamo alcuni esempi di musiche usate in Biodanza:
“Musichecon effetto Ergotrofico
1) “Alleluia” del “Messia di Haendel2) Hot J azz
3) Samba, Cumbia
4) Marcemilitari
5) Allegro dalla Sonata n. 3per violino eclavicembalo, Bach
6) “Tempesta”, dalla Sinfonia “Pastorale”, Beethoven
Musichecon effetto Trofotrofico
1) Canzoni d’amore
2) “DafneeCloe”, Ravel (inizio 2.aparte)
3) “Meditazione”, dall’opera “Thais”, Massenet
4) “Consolazionen. 3”, Liszt
5) Adagio dal 1.o Concerto Brandeburghese, Bach
6) ConcertoGrosso in Reminore, Largo, Vivaldi”. (5)
11.3 Musica organicaemusica inorganica
(classificazioneproposta daRolando Toro)Con riferimento alla infrastruttura biologica in Biodanza possiamo
suddividere la musica in due tipolologie.
L a musica organica presenta attributi biologici quali fluidità, armonia,
ritmo, tono, unità di senso e coerenza. Sono musiche strutturate a partire da
un forte nucleo emozionale o da un proposito fortemente espressivo, come
ad esempio nel Concerto Grosso in Re minore di Vivaldi, nelle partiture di
Bach o in un Quartetto di Beethoven.
Nella musica organica la struttura musicale forma un tutto unico con
l’emozione che contiene; ad esempio, sarebbe inutile cercare di separare,
nell’Adagio del Concerto Brandeburghese n. 1 di Bach, i segni dai
significati, la semiotica dalla semantica, la struttura musicale dalla dolce
emozione che trasporta. Infatti nonostante l’intelligenza sensibile che ha
concepito la struttura della composizione di questo tipo di musica, essa
contiene emozione ed espressività, può provocare una stimolazione
viscerale e può suscitare vivencias integranti.
L a musica inorganicanon presenta invece tali caratteristiche. In particolare
la musica contemporanea si è progressivamente slegata dagli attributidell’organico, abbandonando nel tempo la caratteristica della coerenza con i
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ritmi biologici ed organici per assumere altresì i connotati dell’astrazione e
della fredda schematicità astratta.
La musica elettronica, la musica con il computer, la musica concreta, il
serialismo, la musica sintetica e la musica aleatoria rispondono a queste
caratteristiche. I ritmi, le armonie, l’equilibrio interno sono stati rotti esostituiti da stridori e rumori, dalla discontinuità, da giochi tra livelli di
volume e silenzi. (6). Una musica che nasce dalla corteccia cerebrale più
che dall’ispirazione creativa e che colpisce prevalentemente l’aspetto
mentale e razionale dell’ascolto, manca quasi del tutto il coinvolgimento
emotivo e la fluidità.
La presenza di fattori eterogenei, come effetti strani, dissonanze, elementi di
shock e sorpresa e la mancanza sia di prolessi (7) che di organicità, esclude
l’uso di queste musiche in Biodanza.
La Biodanza altresì considera la musica per la sua capacità di indurre ilrisveglio dei potenziali biologici ed emozionali, di indurre vivencia, di
essere armonica ed avere uno sviluppo coerente.
11.4Semantica musicale in Biodanza
Il termine semantica deriva dal greco “semainein” e significa indicare con
un segno. La semantica musicale è pertanto una proposta di ricerca
finalizzata allo studio dei significati contenuti nella musica. Alcuni autori
americani (8) ( Hevner, 1936; Gatewood, 1927; Watson, 1942) hannocondotto studi sul rapporto tra stimoli musicali ed il contenuto emozionale o
rappresentativo presente in essi. Tale contenuto era definito da una lista di
aggettivi presentati ai soggetti che partecipavano alla ricerca affinché
scegliessero tra questi aggettivi quelli più idonei a connotare il frammento
musicale. Si è evidenziato chiaramente che quando un frammento musicale
presenta un contenuto coerente, sottoponendolo ad un gruppo di ascolto a
cui poi era richiesta una valutazione, tra le risposte dei soggetti esiste una
vera convergenza di contenuto per uno stesso frammento musicale, o per un
gruppo di frammenti che presentano caratteristiche formali identiche osimili. Per esempio, ai ritmi definiti e marcati corrispondono a loro volta
aggettivi che designano un certo atteggiamento di tensione muscolare
(vigoroso, robusto, maestoso, marziale, esaltante) ed una certa tensione
spirituale (degno, sacro, solenne, serio, nobile, religioso, ispirato); ai ritmi
flessibili corrispondono, a loro volta, aggettivi che indicano una certa
leggerezza, un umore giocoso ed un certo sentimentalismo. Questa
convergenza semantica di risposte sembra essere relativamente indipendente
dal livello di educazione musicale che si possiede.
Michel Imberty in un articolo del 1975 riprende questa problematica e ,attraverso fatti sperimentali precisi, analizza le relazioni tra i fattori
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di espressività musicale ed i significati verbali indotti dall'opera musicale.
Questi fatti sperimentali precisi consistono, a partire da stimoli
musicali più o meno complessi, nel sollecitare nel soggetto una o più
risposte destinate ad esplicitare il senso degli stessi. Possiamo dire che
questa classe di esperimenti suppongono almeno:1. l'esistenza di un contenuto emozionale o rappresentativo trasmesso da
questi stimoli, che è diverso dalla sua forma;
2. la capacità del soggetto di tradurre questo contenuto per mezzo di parole.
Il lavoro sperimentale consiste nel trasformare queste proposte in
ipotesi che l'esperienza può, di conseguenza, convalidare o invalidare, fuori
da ogni presupposizione normativa:
1. Se un contenuto emozionale o rappresentativo coerente è tradotto in
forma musicale, la distribuzione delle risposte per categorie semantiche tradifferenti frammenti musicali, nel corso dell'esperienza, sarà differente
rispetto ad una distribuzione a caso.
2. Se le risposte verbali traducono effettivamente questo contenuto, allora
sarà possibile stabilire certe relazioni costanti tra esse e determinate
caratteristiche della forma musicale. (9)
Ricerche successive rispetto a 16 frammenti dei Preludi per pianoforte di
Debussy portano Michel Imberty ad elaborare veri e propri schemi di
risonanza emotiva ponendoli in relazione alla personalità integrata-
disintegrata.
“…integrazioneedisintegrazionedella vita interioreedell’Io, ai quali èassimilata l’organizzazioneformale musicale. Infatti , l’integrazioneformalesupponedei tempi rapidi o moderati chefacilitino la percezionediunità organiche. Mentrela disintegrazioneformale supponedei tempi lentichepermettano solo la percezionedi intervalli tra gli accenti principali.Inoltre l’integrazioneformale si manifesta medianteunastruttura dicontinuità, senzaantagonismo, senzacontrasto, senzarottura; ladisintegrazioneformale si manifestainvecemediantela molteplicità degliantagonismi di motivi (melodici, ritmici, ecc.), contrasti, rotture.” (10)
Questa analisi semantica legata ai Preludi di Debussy potrebbe essere
riassunta in questo modo: un movimento semplice e unificante genera la
vita, un movimento in senso inverso genera da un lato il caos e dall’altro
l’immobile, il nulla.
In Biodanza la semantica musicale è la ricerca specifica volta ad analizzare
ed interpretare il contenuto emotivo presente in un componimento musicale,
rispetto alla vivencia. (11)
Gli aggettivi con cui definire il brano musicale sono pertanto organizzati inrelazione alle cinque linee di vivencia (12):
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L inea di vivencia Aggettivi chedescrivonoil branomusicale
vitalità Allegro, vitale, euforizzante
sessualità Erotico, sensuale, appassionato
creatività Profondo, diverso, strano, intenso, grandioso
affettività Tenero, solidale, amabile, caldo
trascendenza Armonico, sublime, oceanico, eterno, senza limiti,
misterioso
E’ su questo schema che in Biodanza si procede alla selezione delle
musiche. “La musica èla prima componentedell’unità metodologicamusica-movimento-vivencia, ela sua funzioneèquella di indurremovimentievivenciasintegranti. Molti anni di ricerca esperimentazionemi hanno
permesso di individuarei requisiti checonferiscono a unamusicalapossibilitàdi svolgere talefunzione. Essi sono:
- la coerenza tra prolessi esviluppo musicali;
- uncontenutoemozionale definito eintenso;
- la presenza di un tema musicalestabile;
- la presenza di un tema musicaleche, inoltre, esprima unostatod’animoelevato.” (13)
Coerenza tra prolessi esviluppomusicali
Il motivo che ricordiamo più facilmente, è quello di cui meglio riusciamo a
intuire e anticipare gli sviluppi coerenti. Allo stesso modo, uno schema
strategico della memoria musicale è quello che ci consente di registrare - nel
prolungarsi più o meno ampio dell’espressione tonale, il tipico succedersi di
momenti alterni, caratterizzati da tensione e distensione, stabilità e
sospensione, instabilità e conclusione. Scrivono F. Lerdahl ed R.
Jackendoff: "Uno dei più importanti generi di intuizione che un ascoltatore
può avere riguarda il modo nel quale il movimento tra le note di un pezzo si
tende e si distende"(14).
Michel Imberty ha sviluppato una riflessione sul tema della ripetizione,
suscettibile di suggerire delle ricerche future da parte della psicologia della
musica. La ripetizione è vista come base di ogni componimento musicale,
struttura il tempo, stabilisce la differenza tra ciò che è identico e ciò che
cambia e fonda inoltre uno degli aspetti maggiori dell'esperienza emozionale
presso l'ascoltatore. (15)
Rolando Toro descrive così i vari aspetti della musica in Biodanza:
“Nelleprimebattutedi una musicac’è, inuncerto senso, l’embrionedellasua totalità: ciò costituiscela prolessi musicale, incui uno o piùelementivengono anticipati epoi ripresi successivamente. Per questa ragioneuna
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musicainizia nelleprimebattutel’attivazionedi uno schema di rispostaaffettivo-motorio-espressiva, il qualedeterminerà i successivi movimentidella danza; dalla coerenza tra musicaedanza scaturiscela vivencia.
InBiodanza si utilizzano solamentei brani musicali la cui prolessi possa
indurremovimenti evivencia coerenti eintegranti, per cui risultanoesclusedalla suametodologia tuttelemusichedissociativecherinforzinol’immobilitào l’atteggiamentoieraticoechestimolino la realizzazionedigesti emovimenti ripetitivi emeccanici.
Il tema musicale deveesprimereuncontenutoemozionaledefinito eintenso,checonsentadi riconoscerela linea di vivencia a cui corrispondelamusica. Esso può essere, per esempio, triste, allegro, erotico, nostalgico,euforico, malinconico, sereno, felice, tenebroso, disperato. Quandosiutilizzano canzoni, essedebbono avere inoltre untestocoerenterispetto allavivencia daindurre.
L’induzionedi vivencia richiedeun’intensità emotiva della musica chesiverificasoltantoquandoessapresenta untema chesi mantienestabiledurantelo sviluppomusicale.
Il tema stabileèpresentenellemusicheil cui sviluppoècaratterizzatodall’approfondimento, mediantesuccessiveriprese, degli elementi anticipati
dalla prolessi musicale. La stabilitàdel tema genera la forza el’intensitàmusicalenecessarieall’induzionedi vivencia, mentrela combinazionealeatoria di significati emozionali differenti inuna stessa musica precludela possibilitàdi ottenere i medesimi risultati.
E’ importantedistinguere chiaramenteseil tema musicale esprimeo menounostatod’animo elevato. Lemusicheil cui tema è“depressivo” tendonoadavvilire l’umoreendogeno, cheèunamanifestazionedell’inconscio
vitalenell’ambitodella coscienza.Poichéla Biodanza si proponedi stimolarel’inconscio vitale(16), siprediligono lemusichecheesprimono unostato d’animo elevato, senzaperò, per questo, escludere totalmentei temi tristi e malinconici cherappresentano i chiaroscuri dell’anima.
Tali requisiti debbono verificarsi tutti contemporaneamentenella stessamusica, poichéla mancanzadi uno solo di essi impediscel’induzionedivivencia.
Senonsi conforma a questecondizioni, una musica può presentare valori
interessanti, ma nonessere funzionale alla metodologia dellaBiodanza.”(17)
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NoteCapitolo 11
(1): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000,
pg. 16
(2): Testo tratto da: Rolando Toro, La musica in Biodanza, dispense del
Corso di Formazione in Biodanza, 1992
(3): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000,
pp. 40-41
(4): W.R. Hess, Die Funkionelle Organisation des Vegetativen
Nervensystems, Schwabe, Basilea, 1948
(5): Testo tratto da: Rolando Toro, La musica in Biodanza, dispense del
Corso di Formazione in Biodanza, 1992
(6): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000, pg. 126
(7): Il termine deriva dal greco pròlepsis che significa fare un prologo,
preannunciare qualcosa, anticipare un tema che verrà esposto
compiutamente in seguito. Nelle prime battute del brano musicale troviamo
quindi in embrione l’intera totalità, anche se lo sviluppo compiuto avverrà
in seguito.
(8): K. Hevner, Experimental studiesintheelements of expressionin
music, American Journal of Psychology, XLVIII, 1936, pgg. 246-268E. Gatewood, Anexperimental studyof thenature of musical
enjoyment,in Max Schoen, Theeffects of music,Kegan Paul, London, 1927,
pgg. 104-120
K.B. Watson, Thenatureandmeasurementof musical meaning,Psichological Monographs General and Applied, LIV, 224, 1942
(9): Michel IMBERTY, «Perspectives nouvelles dela sémantiquemusicaleexpérimentale», Musique en jeu, 1975, nº 17, pp. 87-109
(10): M.Imberty, Suoni emozioni significati per una semanticapsicologicadella musica, Bologna, Clueb, 1986, ( tr.J.Tafuri e L.Callegari), pg. 119
(11): Il concetto di vivencia fu proposto da Dilthey (W. Dilthey,
Introduzioneallescienzedello spirito: ricerca di unfondamentoallescienzedella societàedella storia,Paravia, Torino, 1949) ed ha influenzatao
la fenomenologia di Maurice Merleau-Ponty, l’ontologia di Martin
Heidegger, la sociologia di Max Weber.
Rolando Toro riprende questo concetto ma con diverse connotazioni:
“ Nella teoria della Biodanza, ho ridefinito il concetto di vivencia come
esperienza vissuta con grande intensità da un individuo nel momento presente, che coinvolge la sinestesia, le funzioni viscerali ed emozionali. La
vivencia conferisce all’esperienza soggettiva di ogni singolo individuo la
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palpitante qualità esistenziale del vissuto qui ed ora “. ( R. TORO, Biodanza-a cura di Eliane Matuk-,ed. Red, Como, 2000, pg. 25)
(12): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000,
pg. 128
(13): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000, pg. 128
(14): Lerdahl e R. Jackendoff, Anoverviewof hierarchical structure inmusic, trad. ital. in L. Marconi e G. Stefani (a cura di), I l senso della musica(Grammatica generativa eanalisi), CLUEB, Bologna 1987 pp. 197-220
(15): Michel Imberty, Lescritturedel tempo: semanticapsicologicadellamusica,Unicopli, Milano, 1990
(16): “Ho formulato il concetto di inconscio vitale per riferirmi allo
psichismo cellulare. … L’inconscio vitale è dunque uno psichismo chegenera regolarità e mantiene stabili le funzioni organiche; esso possiede una
grande autonomia rispetto alla coscienza e al comportamento umano. Le sue
manifestazioni durante la vita quotidiana sono l’umoreendogeno, ilbenessere cinestesicoelo stato generaledi salute” ( R. TORO, Biodanza -a
cura di Eliane Matuk-,ed. Red, Como, 2000, pg. 51)
(17): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000,
pp. 128-130
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12. Il mio gruppo di Biodanza
12.1 Descrizionedel gruppo
Il gruppo si è formato in seguito a delle serate di presentazione del sistemaBiodanza che ho svolto lo scorso autunno a Mestre (Venezia). Alcune
persone informate attraverso volantini che pubblicizzavano l’iniziativa, vi
hanno partecipato e poi si sono iscritte al corso. Il gruppo è eterogeneo,
formato da persone con interessi, capacità e temperamenti diversi. C'è
quindi meno influenza reciproca, ma dalla diversità dei componenti nasce
anche una maggiore creatività. Funziona molto bene perché dalla
eterogeneità nasce un arricchimento reciproco. Come conseguenza di questa
eterogeneità l’espletamento del lavoro che ho proposto con la Biodanza ha
comportato una maggiore quantità di tempo, ma il prodotto risultaqualitativamente più alto rispetto ad un gruppo omogeneo.
Analizzeremo dettagliatamente ciascun membro del gruppo, riportando i
dati relativi alla data di nascita, alla professione, alle aspettative che
l’allievo ha dichiarato di avere nella scheda di accompagnamento
individuale, ed alle caratteristiche della personalità, dedotte da osservazioni
che ho effettuato nella conduzione del gruppo.
La prospettiva con cui ho considerata la personalità è stata quella dell’
l'insieme di tutte le caratteristiche dell'individuo, che interagiscono tra loro,
ma anche delle variazioni legate all'età, alla capacità di adattamento, ecc.
12.2 I corsisti
Andrea, nato il 27-03-1955, di professione impiegato, si aspetta di acquisire
una maggiore apertura verso il mondo, inteso universalmente come uomo-
animale-vegetale-pietra.
Caratteristiche personali: è molto affabile e socievole anche se dietro questa
maschera nasconde una personalità più complessa che pian piano ha iniziato
a rivelarsi.
Cristina, nata il 22-02-1957, di professione impiegata, si aspetta di
raggiungere un buon livello nell’approccio e nel rapporto con gli altri.
Caratteristiche personali: è a prima vista timida ed impacciata nella
comunicazione, sembra molto chiusa in se stessa e con difficoltà a
rapportarsi agli altri. Pian piano tuttavia ha iniziato un buon processo di
apertura alla comunicazione.
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Elena1, nata il 12-04-1976, di professione studentessa, si aspetta di
acquisire fluidità nei movimenti e nelle emozioni e di sciogliere le tensioni.
Caratteristiche personali: è una persona che oscilla tra l’espressione degli
istinti che quando prorompono sono forti e potenti e la repressione degli
stessi. Il temperamento è remissivo e tende alla passività pur rivelando unanotevole forza interiore. Il carattere è mite e fa trasparire una dolcezza
tipicamente femminile che però raramente si esprime apertamente.
Elena2, nata il 17-04-1971, di professione casalinga, ha come aspettative
quella di crescere a livello personale, avere stimoli per un cambiamento
positivo, avere occasione di relazionarsi con altre persone.
Caratteristiche personali: è di temperamento socievole, dietro cui tuttavia si
nasconde una notevole timidezza. Il carattere è decisamente gioioso, è molto
solare ed evidenzia disponibilità verso l’altro. C’è una certa difficoltà nello
sciogliere il movimento che a volte è rigido, pur avendo una buona capacità
di adattamento.
Enrico, nato il 6-09-1966, di professione libero professionista, si aspetta di
condividere le gioie e la propria intimità.
Caratteristiche personali: il contatto con gli istinti vitali è labile, prevale
l’aspetto mentale. Il carattere è decisamente introverso, ciò che appare
evidente è la tendenza alla verbalizzazione. Evidenzia una certa difficoltànel movimento, è rigido e poco sciolto.
Fortunato, nato il 15-01-1962, di professione operaio, si aspetta di attivare
le funzioni vitali e motorie dimenticate nella vita quotidiana e di
comprendere le persone che sono al corso.
Caratteristiche personali: è molto socievole, si inserisce con facilità nei
rapporti interpersonali, nonostante qualche difficoltà con la lingua italiana, è
aperto e disponile verso l’altro. Il movimento presenta alcuni aspettischematici pur essendo nel complesso armonico.
L uisa, nata il 12-02-1960, di professione commessa, si aspetta di stare bene,
in sintonia con sè stessa e con gli altri.
Caratteristiche personali: è una persona dagli istinti vivi e presenti, che
sostengono un temperamento ben radicato nella concretezza ma anche
aperto ad energie più sottili, il carattere è gioioso e solare, il movimento è
sciolto e solo a volte impacciato, quando manca il contatto con la propria
parte interiore.
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112
L orenzo, nato il 10-12-1951, di professione agricoltore biologico, si aspetta
di acquisire spontaneità nella espressione delle emozioni senza i soliti freni
inibitori.
Caratteristiche personali: è una persona molto timida ed impacciata, anche
se esprime una profondità notevole, è in contatto con un ricco mondointeriore. Ha difficoltà a mantenere lo sguardo, i movimenti sono a volte
rigidi, tende a chiudere gli occhi per entrare in una profonda dimensione
interiore che tuttavia ha difficoltà a condividere con gli altri.
Maddalena, nata l’8-01-1954, di professione insegnante, si aspetta di
acquisire libertà di espressione e di liberare le emozioni.
Caratteristiche personali: è aperta e socievole, molto disponibile al contatto
umano. Il movimento è però poco integrato ed a volte schematico e non
sempre fluido. Rivela una notevole profondità interiore che trasmette e
condivide con gli altri.
Margherita, nata il 28-12-1976, di professione studentessa, spera di poter
superare alcuni limiti ad avere un contatto con gli altri.
Caratteristiche personali: il movimento è sciolto, libero, armonico e fluido.
E’ veramente un piacere lavorare con lei od osservarla mentre danza.
Tuttavia durante gli esercizi di regressione non riesce a contattare la sua
parte più profonda se non con difficoltà.
Pietro, nato l’1-12-1965, di professione tecnico informatico, ha come
aspettativa quella di migliorare le capacità di relazione, di avere uno spazio
in cui si dedica ad ascoltarsi.
Caratteristiche personali: è una persona dagli istinti molto repressi, con i
quali ha scarso contatto. Il temperamento rivela notevoli difficoltà di
relazione con gli altri, il carattere è molto timido, il movimento è
impacciato. C’è stato però un notevole cambiamento, anche se lento, nel
corso dello svolgimento del programma ed ora è molto più integrato.
Renato, nato il 7-02-1953, di professione insegnante di scuola media, si
aspetta di migliorare la piacevolezza del vivere, migliorare gli aspetti che
favoriscono l’incontro con gli altri, migliorare la percezione del “sentire”.
Caratteristiche personali: è una persona in contatto con i propri istinti ed il
proprio sentire. Il temperamento rivela una certa tendenza alla cupezza ed
alla depressione. Il carattere è a volte timido, a volte disponibile
all’apertura. Anche il movimento rispecchia questo aspetto con dei momentidi armonia ed altri di rigidità.
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113
Silvia, nata il 25-04-1978, laureanda in scienze dell’educazione, spera di
poter migliorare il suo rapporto con la confidenza corporea, con se stessa e
con gli altri. Si aspetta di divertirsi e rilassarsi conoscendo una cosa per lei
nuova.Caratteristiche personali: è briosa, allegra e vivace, ma dietro questa
apparenza nasconde timidezza e difficoltà di relazionarsi. Il movimento è
abbastanza sciolto ed integrato. Tuttavia durante la regressione ha mostrato
una consistente difficoltà nell’abbandono.
Tommasina, nata il 24-11-1958, di professione impiegata, ha come
aspettativa quella di liberare le potenzialità latenti, le energie inespresse, leemozioni represse. Caratteristiche personali: è una persona dotata di un
buon radicamento negli istinti vitali, il temperamento è forte ma nel
contempo rivela una notevole voglia di lasciarsi andare, di abbandonarsi al
piacere nella vivencia. Il carattere è molto dolce e rivela tutta la sua
femminilità, è oscillante tra la timidezza e l’apertura, quasi a volersi
difendere per paura dell’altro.
12.3Il programma
Il programma è nato dall’esigenza di proporre un momento iniziale in cui
lavorare con esercizi di integrazione corporea, per consentire agli allievi,
con spesso alle spalle un’educazione repressiva a livello fisico, di liberare il
movimento.
Con questo lavoro ho voluto puntare all’acquisizione del ritmo ed
all’abbandono di rigidi schemi corporei radicati, al superamento della
rigidità nel movimento. Proponendo esercizi di fluidità ho cercato direalizzare l’acquisizione di scioltezza e lo scioglimento di tensioni corporee.
Attraverso brani musicali melodici e relativi esercizi di biodanza, ho
lavorato sulla comunicazione affettiva e la comunione.
Le linee di vivencia toccate sono state pertanto la vitalità e l’affettività,
toccando solo con esercizi molto sfumati la linea della sessualità.
La linea della creatività è stata veicolata da semplici danze espressive.
Le posizioni generatrici del Codice I mi sono servite per sviluppare
ulteriormente l’espressività e proporre delle vivencias più delicate, sottili,
che hanno toccato i corsisti nella loro intimità.
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114
Supervisore didatta: Sonia Boato
9-11-2001
Prima Supervisione
Obiettivo della serata: integrazione affettivo-motoria, espressione dell’intimità.
1- Ronda iniziale di integrazione
2- Marcia fisiologica
3- Sincronizzazione ritmica in coppia
4- Salto sinergico
5- Sincronizzazione melodica in coppia
6- Serie di fluidità I e danza libera
7- Movimento Segmentario del collo
8- Movimento Segmentario delle spalle
9- Posizione generatrice di intimità
10- Ronda di culla
11- Ronda finale di attivazione
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115
Supervisore didatta: Sonia Boato
30-11-2001
Seconda Supervisione
Obiettivo della serata: ritrovare la gioia di vivere
1- Ronda iniziale di integrazione
2- Marcia sinergica
3- Coordinazione ritmica in coppia
4- Ritmo tropicale a due
5- Trenino
6- Serie I di fluidità
7- Danza libera di fluidità
8- Segmentario del collo
9- Segmentario delle spalle
10- Ronda di culla
11- Ronda finale di riattivazione
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116
Supervisore didatta: Sonia Boato
1-02-2002
Terza supervisione
Obiettivo della serata: comunicazione affettiva e comunione.
1- Ronda iniziale di integrazione
2- Marcia fisiologica
3- Coordinazione ritmica a due
4- Sincronizzazione ritmica a due
5- Danza di spostamento con leggerezza
6- Sincronizzazione melodica in coppia
7- Segmentario petto-braccia
8- Danza Yin
9- Incontri affettivi mani e sguardi
10- Ronda di culla
11- Ronda media di attivazione
12- Ronda finale
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117
Supervisore didatta: Sonia Boato
8-02-2002
Quarta supervisione
Obiettivo della serata: integrazione affettivo-motoria: espressione dell’intimità.
1) Ronda iniziale di integrazione
2) Marcia fisiologica
3) Coordinazione ritmica in coppia
4) Sincronizzazione melodica
5) Estensione armonica
6) Segmentario del collo
7) Segmentario petto-braccia
8) Posizione generatrice di intimità
9) Ronda di culla
10) Ronda di attivazione media
11) Ronda finale
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Supervisore didatta: Sonia Boato
15-02-2002
Quinta Supervisione
Obiettivo della serata: integrazione affettivo-motoria: espressività.
1) Ronda di integrazione
2) Camminata sinergica
3) Sincronizzazione ritmica in coppia
4) Danza Ritmica espressiva
5) Sincronizzazione melodica in coppia
6) Segmentario del collo
7) Segmentario petto-braccia
8) Segmentario del bacino
9) Danza di integrazione motoria dei 3 centri
10) Ronda di culla
11) Ronda di attivazione media
12) Ronda finale
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Supervisore didatta: Sonia Boato
22-02-2002
Sesta Supervisione
Obiettivo della serata: espressività.
1) Ronda di integrazione
2) Marcia sinergica
3) Sincronizzazione ritmica in coppia
4) Danza Yang
5) Danza Yin
6) Danza d’integrazione Yin-Yang
7) Incontri
8) Dare e ricevere il fiore
9) Ronda di culla
10) Ronda di attivazione media
11) Ronda finale
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Supervisore didatta: Sonia Boato
15-03-2002
Settima Supervisione
Obiettivo della serata: integrazione affettivo-motoria: espressività.
1) Ronda di integrazione
2) Marcia sinergica
3) Salto sinergico
4) Danza di spostamento con leggerezza
5) Danza libera di fluidità
6) Segmentario del collo
7) Segmentario delle spalle
8) Posizione generatrice di dare
9) Posizione generatrice di ricevere
10) Ronda di culla
11) Ronda media di attivazione
12) Ronda finale
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Supervisore didatta: Sonia Boato
5-04-2002
Ottava Supervisione
Obiettivo della serata: rieducazione dell’affettività.
1) Ronda di integrazione
2) Marcia con motivazione affettiva
3) Sincronizzazione ritmica in coppia
4) Sincronizzazione melodica in coppia
5) Segmentario del collo
6) Segmentario del petto-braccia
7) Incontri fugaci
8) Un minuto d’eternità
9) Regressione allo stato di bambino
10) Ronde di attivazione progressiva
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12. 4 Il localedi lavoro
Nell’autunno scorso, essendo a conoscenza che il Consiglio di Quartiere
“Carpenedo-Bissuola” del Comune di Venezia promuove ogni anno nel
bellissimo Parco pubblico della Bissuola (il più grande di Mestre) una
manifestazione dedicata al benessere in tutte le sue varie articolazioni, hocontattato questa struttura.
Ho così partecipato alle riunioni organizzative di questa manifestazione, in
cui ho avuto modo di parlare della Biodanza, che non ha mancato di
riscuotere il generale interesse. Pertanto sarei dovuto essere presente in uno
degli stand allestiti a cura del Consiglio di Quartiere nel Parco per
pubblicizzare la Biodanza, accanto ad altri stand che erano dedicati allo
shiatsu, yoga, meditazione, vari tipi di massaggi, libri dedicati al benessere,
alimentazione biologica, ecc. Purtroppo due domeniche consecutive di
pioggia hanno impedito il regolare svolgimento dell’iniziativa ma i contattiche ho stabilito con il Consiglio di Quartiere non sono stati inutili.
Infatti, su consiglio di questi nuovi amici, ho provveduto a costituire una
associazione culturale ed a chiedere successivamente l’uso di una palestra di
proprietà del Comune.
Tale uso, espletata la regolare pratica burocratica, mi è stato concesso poco
dopo. La palestra che mi è stata assegnata è stata quella della Scuola Media
“Silvio Trentin” , a due passi dalla centrale piazza Ferretto di Mestre.
La palestra, pur essendo ubicata in piena zona urbana, è collocata in un’areadestinata alla scuola e pertanto vi si può accedere facilmente in auto,
essendo dotata di un parcheggio interno riservato.
Il pavimento è in legno, e questo le conferisce quelle caratteristiche di
naturalezza proprie di questo materiale; inoltre il fatto che la palestra sia
riscaldata, trasmette una sensazione di calore e benessere.
Le luci purtroppo sono al neon e quindi ho provveduto ad acquistare una
piantana con un faro alogeno regolabile.
L’ampiezza della palestra, se da un lato consente di muoversi con piena
libertà nella parte adrenergica degli esercizi di biodanza, dall’altro mi haindotto ad acquistare un adeguato impianto di amplificazione in un negozio
specializzato: la scelta è caduta su “Opera 112 MK2”. Si tratta di casse
amplificate della potenza di 140W , risposta in frequenza 65-20.000 Htz,
SPL 117 dB max.
La notevole spesa è stata ampiamente ripagata dai risultati ottenuti nella resa
acustica, che sono veramente buoni.
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123
12.5Effetti sugli individui esul gruppo
Dopo le prime serate di presentazione, ha iniziato a formarsi il gruppo. Era
toccante vedere ogni sera come le persone che avevano aderito al corso
sentivano dentro il bisogno di esserci, di venire per condividere le vivencias,
emozionarsi e stare con i loro nuovi amici.Certo ognuno aveva i propri impegni che la vita pone a tutti noi e quindi
qualche volta qualcuno non c’era… ma quando tornava non mancava di
esprimere come, anche se non era presente, si sentiva, durante l’orario della
lezione, in una specie di legame a distanza con tutti noi.
A volte veniva verbalizzato, nella parte dedicata al relato di vivencia, che si
era proprio sentita la mancanza della biodanza, come ad esempio dopo la
ripresa del corso, interrotto nel periodo natalizio.
Sembravano persone meravigliose anche se a volte si chiudevano o se i loro
movimenti non erano proprio sciolti ed integrati. Ma c’era, questo si, il
contatto profondo con l’emozione, con la parte autentica e luminosa che c’è
in ognuno di noi. E questo è stato il motore che avviato il cambiamento.
Lentamente le maschere e le rigidità sono cadute, le vivencias sono divenute
più intense nella comunicazione affettiva, nell’incontro con lo sguardo, nel
feed-back con l’altro.
Anche i movimenti sono diventati progressivamente più sciolti e liberi, più
disinvolti, lo schema corporeo si stava integrando con effetti sorprendenti.
Era bello vederli ballare, esprimevano un perfetto connubio tra movimentiapollinei, pieni di grazie e leggiadria, e movimenti dionisiaci, più legati
all’istinto.
Ho proposto allora i primi incontri affettivi che sono stati accolti come
qualcosa che tutti si aspettavano e di cui avevano bisogno.
E con essi si è avviato nella progressività il contatto affettivo e sensuale, il
piacere non era più solo cinestesico ma anche nell’incontro con l’altro e
sono scaturiti spontaneamente i primi abbracci.
Anche la vitalità, l’allegria, la propensione ludica sono cresciute pian piano
ed ormai tutti avevano abbandonato le difese e si divertivano con una partecipazione totale.
Ritengo importante, al fine di tracciare un quadro in grado di apportare una
comprensione completa, riportare le parole di alcuni dei corsisti a cui ho
chiesto di scrivere le loro valutazioni sulla esperienza di frequenza al corso
di Biodanza.
Cristina: “Pur essendo molto breve la mia esperienza con la biodanza, ho
notato fin dalle prime lezioni che mi aiutava a riequilibrare l’energia del miocorpo. Avevo bisogno di scaricare delle tensioni accumulate per vari motivi
e la Biodanza mi è stata di aiuto. Dopo un mese ho notato che sono più
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124
aperta nei rapporti con gli altri, sono più ottimista e più disponibile con il
prossimo. Spero che questo sia solo l’inizio e che mi aiuti ad avere sempre
più consapevolezza”.
Fortunato: ”Ho ottenuto più sicurezza nei confronti degli altri. Sono piùfiducioso nelle potenzialità che sono dentro di me. Sono cambiati anche i
rapporti (che sono stati difficili) con alcune persone. Adesso, dopo un
periodo di Biodanza, posso chiamarle e c’è reciproca stima da entrambe le
parti. Ho acquisito un benessere, notevolmente amplificato ed una apertura
dopo numerosi abbracci scambiati durante il corso; la capacità di sentire
un’altra persona (e di aiutarla se lo chiede), quindi una comprensione pura
senza l’impronta dell’ego; la sensazione di sentirsi più vivace, più vivo (in
maniera intensa), la forma fisica ritrovata e nello stesso tempo uno stato
mentale rilassato (soprattutto il giorno dopo il corso)”.
Lorenzo: “ I miei riscontri sono: maggiore libertà nell’esprimere le mie
emozioni, miglior approccio con l’altro sesso e minore tensione a livello
fisico”.
Maddalena: “ Ho acquisito maggiore spontaneità, sono più libera di
muovermi in base a quello che sento, che mi viene indipendentemente da
quello che fanno gli altri (meno condizionata). Sono più sicura e più incontatto con le mie emozioni. Le vivencias sono vissute con più giocosità”.
Margherita: “ La mia esperienza con la biodanza è relativamente breve
poiché ho cominciato a metà anno. Posso, però, ugualmente affermare che
mia ha aiutato moltissimo; quando partecipo ad una lezione di biodanza mi
sento sicuramente caricata ma allo stesso tempo rilassata, questo binomio di
sensazioni è un’esperienza unica. Inoltre se mi capita di saltare la lezione
settimanale mi rendo inevitabilmente conto della mancanza, e durante la
settimana successiva affronto la vita con più difficoltà e nervosismo.Tuttavia non sempre è stato semplice per me abbandonarmi completamente
durante le lezioni: poiché per me è difficile entrare in relazione profonda
con gli altri. Credo che quest’esperienza sia una buona occasione per
mettersi in gioco”.
Pietro ” La Biodanza mi aiuta a sciogliere le tensioni ed affrontare con
maggiore serenità le situazioni. E’ migliorata la capacità di relazionarmi con
altre persone, perché cerco di guardare gli aspetti buoni. Prima di iniziare laBiodanza mi sentivo più rigido ed impacciato, mentre ora mi sento più
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sciolto ed aperto. Mi sento più creativo e cerco soluzioni diverse dai soliti
schemi che usavo prima”.
Renato: “Ho cominciato Biodanza quest’anno a Mestre con problemi di
depressione, per cause complesse (separazione, difficoltà economiche,chiusura affettiva, ecc.). L’assidua frequenza e non solo a Mestre (Noventa
e poi anche Mirano) mi hanno permesso di trovare modi per sentirmi
stimolato a muovermi, sperimentarmi ed equilibrare l’umore che ora è meno
depresso. Un ringraziamento a Luciano, Sonia e Patrizia che ce l’hanno
messa tutta per portare lo loro conoscenza e il loro amore nella Biodanza
che ho avuto occasione d’incontrare nella mia vita”.
Silvia: “Personalmente ho vissuto l’esperienza di Biodanza in maniera
molto intensa. L’iniziale curiosità per una dimensione a me completamente
sconosciuta, si è presto trasformata in un intenso desiderio di conoscere me
stessa e il modo che ho di rappresentare e vivere il mio corpo in relazione a
ciò che si muove dentro di me ed in relazione agli altri. Ciò che mi piace di
Biodanza è la sua capacità di far uscire allo scoperto aspetti personali fin
troppo nascosti, inibiti. Ritengo che Biodanza abbia un’ottima valenza
educativa (sono Pedagogista!) poiché insegna ad amare se stessi in ogni
aspetto fisico e mentale che ci caratterizza, ed insegna a cercare di
condividere con gli altri i momenti di piacere e sintonia, in una maniera che
nel quotidiano non esiste. Credi di dover approfondire molto di Biodanza,
però mi piace l’idea di aver molto da imparare su di me e sul modo che ho
di relazionarmi agli altri, quindi credo che continuerò a farlo…”.
12.6L a mia esperienza di conduzione
La mia esperienza di conduzione è ancora in corso. Mi sento bene con il
gruppo che conduco. Sento che il confronto con i corsisti è stato un potente
fattore di deflagrazione del mio sviluppo personale, delle mie capacità e
possibilità.
Certo che se, fino a qualche anno fa, qualcuno mi avesse detto che avrei
fatto l’insegnante di Biodanza, lo avrei preso per folle. Ma ora so che la Vita
è questo grande enorme utero nel quale tutti noi siamo e che le possibilità,
come le sorprese che essa ci riserva, sono infinite. Per questo è bella e vale
la pena di viverla con la massima intensità, assaporandone ogni attimo con
avidità. Oggi seguo con fluidità il percorso che mi si presenta senza opporreresistenza al cambiamento, alla maturazione, all’evoluzione.
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126
Mi sento bene e sono felice di condividere il ”dono prezioso” che ho
ricevuto con le persone che incontrerò nei miei corsi , per trasmettere loro la
bellezza della Vita, dell’Amore, della Comunione e della Gioia.
Inizia la musica
esututti scendela Musa biodanzante.
I corpi si muovono
con sottilegrazia apollinea,
il ritmo crescefino
all’ebbrezza dell’essenza
eci trasmutiamo nella danzadionisiaca.
Sguardi, emozioni, carezze,
l’istinto ci guida,sciogliei nostri corpi,
ci conduceall’estasi mistica, all’abbandono.