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8/14/2019 Luciano Tronchin - Universo sonoro.pdf http://slidepdf.com/reader/full/luciano-tronchin-universo-sonoropdf 1/131 L uciano Tronchin L ’Universo sonoro Monografia di titolazione Aprile2002 SCUOLA MODELLO DI BIODANZA – M I L A NO – ITALIA

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L uciano Tronchin

L ’Universo sonoro

Monografia di titolazioneAprile2002

SCUOLA MODEL L O DI BIODANZA –

MILANO – ITALIA

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INDICE

1. Il mio incontro con la Biodanza  Pg. 1

2. Introduzione   Pg. 3

3. La musica: il pensiero di Rolando Toro   Pg. 4

4. Da Pitagora a Witten

4.1 Pitagora   Pg. 7

4.2 Pitagora e il monocorde   Pg. 9

4.3 L’armonia delle Sfere celesti   Pg. 12

4.3.1 Un esempio di un musicista

contemporaneo: la “musica dei pianeti” di

Gustav Holst   Pg. 15

4.4 La teoria della Superstringa   Pg. 16

4.5 Una nuova metafisica?   Pg. 18

 Note Capitolo 4   Pg. 20

5. Alcuni progetti scientifici sui suoni dei corpi

celesti   Pg. 22

5.1 I suoni della Terra: Il progetto INSPIRE

della NASA  Pg 23

5.2 Il suono del Sole: Il progetto Michelson

Doppler Imager    Pg. 25

5.3 Il suono delle Pulsar    Pg. 26

5.4 L’Istituto Seti   Pg. 27

 Note Capitolo 5   Pg. 28

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6. La musica e il suono

6.1 Il suono   Pg. 29

6.2 Le caratteristiche di un suono   Pg. 30

6.3 Il timbro   Pg. 316.4 La percezione del suono   Pg. 33

6.5 Dal suono all’elettricità   Pg. 35

6.6 L’impianto audio   Pg. 36

6.7 Gli amplificatori valvolari   Pg. 37

6.8 La conversione analogico-digitale   Pg. 39

6.9 La conversione digitale-analogico   Pg. 40

6.10 Il formato MP3   Pg. 41

6.11 Le ultime ricerche: gli olofoni   Pg. 42

 Note Capitolo 6   Pg. 47

7. Il suono e le onde cerebrali   Pg. 48

7.1 Onde beta   Pg. 49

7.2 Onde theta   Pg. 49

7.3 Onde Alfa   Pg. 49

7.4 Onde Delta   Pg. 49

7.5 Il fenomeno della risonanza   Pg. 50

7.6 I due emisferi cerebrali e il ritmo binaurale   Pg. 51

7.7 Brain & dream machines   Pg. 54

 Note Capitolo 7   Pg. 57

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8. Alcune ricerche sulla risonanza tra micro e

macrocosmo   Pg. 58

8.1 La risonanza di Schumann   Pg. 59

8.2 Le ricerche di Hans Cousto   Pg. 628.2.1 L’ottava cosmica   Pg. 64

8.3 Un esempio di un musicista contemporaneo:

Anugama e la risonanza cosmica   Pg. 67

 Note Capitolo 8   Pg. 70

9. Gli effetti della musica   Pg. 72

9.1 Effetti biologici della musica   Pg. 72

9.2 L’effetto Mozart   Pg. 74

9.3 Le ricerche di Alfred Tomatis   Pg. 78

 Note Capitolo 9   Pg. 83

10. Biomusica   Pg. 84

10.1 Le ricerche di Suzumo Ohno   Pg. 85

10.2 Le ricerche sulla musica del DNA   Pg. 90

10.3 Applicazioni nel campo della diagnosi

medica   Pg. 95

10.4 La musica delle piante medicinali   Pg. 97

 Note Capitolo 10   Pg. 100

11. Biodanza e musica   Pg. 10111.1 La biomusica in Biodanza   Pg. 101

11.2 La musica in Biodanza   Pg. 102

11.3 Musica organica e musica inorganica   Pg. 104

11.4 Semantica musicale in Biodanza   Pg. 105

 Note Capitolo 11   Pg. 109

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12. Il mio gruppo di Biodanza   Pg. 111

12.1 Descrizione del gruppo   Pg. 111

12.2 I corsisti   Pg. 111

12.3 Il programma   Pg. 11412.4 Il locale di lavoro   Pg. 123

12.5 Gli effetti sugli individui e sul gruppo   Pg. 124

12.6 La mia esperienza di conduzione   Pg. 126

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1. Il mio incontro con la Biodanza

Era l’autunno del 1994. Pensando ad allora è come se tornassi indietro con

la memoria non di pochi anni, è come se tornassi ad un’altra esistenza, quasi

un’altra vita. Ero appena stato in India con mia moglie Marilena e mia figliaAnna.

Avevo conosciuto Marilena nel 1979 ed era stata, come dice Rolando, “una

scelta assoluta”, anche se con molte difficoltà reciproche. Dopo il nostro

incontro, a differenza del classico “colpo di fulmine” c’è stato come un

lento avvicinarci che ha stabilito un’unione profonda. Ci siamo sposati e nel

1980 è nata Anna. Eravamo una famiglia, una coppia come tante altre, in

cui c’erano momenti di scontro e tensione, momenti di confronto e momenti

di incontro. Ma eravamo profondamente uniti e questo è quello che poi

conta di più.

 Non intendo ora scrivere un’agiografia di Marilena, come la nostra natura

umana ci porterebbe a fare; tendiamo infatti a ricordare solo i momenti più

 belli e felici e ci dimentichiamo anche degli altri meno idilliaci che pure

sono complementari ai primi.

Quando penso agli anni del mio matrimonio con Marilena so ora vedere

tutto, anche le inevitabili increspature, le zone d’ombra, le incapacità ed

incomprensioni reciproche che pure non ci hanno impedito di vivere con

gioia e serenità, con affetto e nutrimento reciproco, il nostro rapporto.Tutto sommato sono stati anni felici ed abbastanza spensierati, anni in cui

vivevo senza pormi tante domande ed interrogativi, forse ad un livello

anche superficiale, come fanno molti.

Poi verso il 1990 le cose cambiarono bruscamente. Marilena si ammalò: un

tumore al seno. Era come se avesse coltivato e successivamente custodito

gelosamente quella malattia: c’erano tutte le sue ansie infantili represse, le

sue aspirazioni adolescenziali tarpate, la sua voglia di scoperta ed avventura

mai perseguita, i risentimenti per ciò che sarebbe stato suo diritto avere ma

non aveva ricevuto. Iniziò allora un lungo cammino che ci portò oltre chetra corsie di ospedale ed ambulatori medici alla ricerca dell’ultimo ritrovato,

dell’ultima cura medica approntata, ad intraprendere un viaggio molto più

arduo dentro noi stessi. Partecipammo assieme a molti corsi legati alla

crescita personale ed interiore, dalla bioenergetica alla percezione delle

sottili energie dei chackras, allo yoga, allo shiatsu e varie altre tecniche di

guarigione spirituale. Sono stati anni difficili per me: era come vivere in un

incubo, con una spada di Damocle appesa sulla testa, che da un momento

all’altro avrebbe potuto cadere e colpire.

Poi una coppia che conoscevamo bene e che aveva un figlio con un gravehandicap ci parlò di un loro viaggio in India, di Sai Baba e dei risultati

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“miracolosi” ottenuti con il loro figliolo. Perché non provare? E così partii

 per un viaggio che certo non fu facile e privo di problemi, ma con la fiducia

nella bontà delle mie intenzioni superai ogni ostacolo. Certo la guarigione

tanto invocata non era avvenuta ma sicuramente al nostro ritorno dentro di

noi c’era qualcosa di diverso. Ricordo le prime giornate trascorse nellanostra casa. Era come se un alone di felicità paradisiaca si fosse steso su di

noi, come se vivessimo in una magica atmosfera incantata di estasi, pur 

occupandoci delle cose quotidiane e non facendo nulla di eccezionale.

Allora mi arrivò un depliant del Centro culturale “Estrada” di Treviso, in cui

eravamo stati alcune volte per degli stages. Molte iniziative di ogni tipo,

svariati corsi tutti interessanti ma una voce interiore mi disse: “Biodanza, è

quello che in questo momento stai cercando e che ti serve”.

Così mi recai alla serata di presentazione. Conobbi Cristina Beraldo e tante

altre persone. Ero come estasiato: mi pareva impossibile che tra persone chefino a poco prima non si conoscevano si potessero creare delle forme di

comunicazione così profonde ed intense. Ritornai e mi iscrissi al corso.

Cristina era appena arrivata dal Brasile ed era meravigliosa: aveva

un’energia di freschezza, naturalezza, vitalità, gioia di vivere e la

trasmetteva tutta nelle vivencias che proponeva. Ne avevo parlato a

Marilena fin dall’inizio e la invitai a partecipare. Accettò: era per me una

grande soddisfazione portarla a Biodanza, farle conoscere tutta la bellezza

che avevo sperimentato. Anche lei si iscrisse e partecipò varie volte: ma era

come se dentro di lei ci fosse una resistenza. Inoltre la malattia era ormaialle sue fasi finali e quindi qualche sera non veniva perché si sentiva molto

stanca. Così passò l’autunno e poi nel gennaio del nuovo anno Marilena

 partì per il suo ultimo viaggio, ancora verso l’India. Non l’avremmo più

rivista. Quando la salutai all’aeroporto, proprio prima di avviarsi verso

l’imbarco e prima della separazione, che poi sarebbe stata definitiva, ricordo

che le dissi: “Ti auguro di trovare ciò che stai cercando”. Non so da dove

 provenivano quelle parole così profonde e così solenni, so solo che erano

scaturite spontaneamente, senza che intervenisse il pensiero cosciente.

Le lacrime bagnavano i nostri volti mentre gli sguardi si stavano separando.

Ora so con sicurezza che ha trovato ciò che cercava, che la sua ricerca si è

conclusa nella pace interiore. So che la morte fa parte della Vita, so che è

solamente una fase di passaggio verso un’altra dimensione, in cui certo il

corpo fisico viene distrutto, ma la parte più bella e profonda di noi, la nostra

 parte di luce, rimane.

In quel momento così difficile della mia vita ho incontrato la Biodanza: mi

ha aiutato moltissimo a credere ancora nella Vita, nella bellezza che ogni

istante della nostra esistenza racchiude dentro di sé. Grazie a Rolando Toroed a tutti coloro che ho incontrato con la Biodanza!

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2. Introduzione

Con questa ricerca ho inteso indagare il fenomeno sonoro nei suoi vari

aspetti, sia di natura più propriamente filosofica che di ordine più

 prettamente pratico.E’ evidente che la musica è essenziale per la Biodanza.

In alcune vivencias ho provato momenti di intensa risonanza con la musica

che accompagnava l’esercizio, fatto questo riferito anche da molti altri

 partecipanti alle lezioni di Biodanza, e ciò mi ha fatto riflettere sulla

 possibilità di una stretta correlazione tra il nostro corpo ed il fenomeno

musicale.

Di fondamentale importanza è stato l’apporto che mi ha fornito Rolando

Toro con le sue indicazioni di sviluppo ed approfondimento.Il nostro corpo è musicale e vibra in risonanza non solo con la musica

strumentale prodotta dall’uomo ma anche con la musica di un più vasto

macrosistema che parte dalla biosfera ed arriva all’intero universo.

Certo non intendo con questa ricerca dare la dimostrazione scientifica di

una tesi come quella prima esposta che è di tale portata da andare al di là di

ogni metafisica ontologica.

Ho solo voluto dare un contributo alla conoscenza di fenomeni di varia

natura, alcuni dei quali non ancora perfettamente conosciuti, ma che, a mio

avviso, vanno in direzione di un Universo sonoro, che dalle più lontanegalassie ai pianeti del nostro sistema solare vibra con armonie perfette e

meravigliose.

E se, come hanno sostenuto gli antichi, dai dotti vedici dell’India ad alcuni

filosofi greci, tutto l’Universo non fosse altro che suono? E se gli ammassi

stellari macroscopici o la più minuscola parte della materia, altro non

fossero che echi del grande “big bang” che ha dato origine a tutto? Se noi

stessi non fossimo altro che la “densificazione” di armonia e musica,

differenti per ciascuno di noi, ma tali da formare accordi o distonie con gli

altri esseri che ci circondano?

E’ indubbiamente un’ipotesi affascinante che molti dei capitoli che ho

esposto hanno inteso suffragare, alcune volte credo con un buon esito, altre

volte solo con possibili slanci intuitivi.

La ricerca scientifica dipanerà sicuramente molti degli interrogativi che ho

sollevato ma sono certo che, sempre più, la scienza del terzo millennio si

incamminerà in questa direzione.

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Capitolo 3

L a musica: il pensiero di Rolando Toro

La mia lettera a Rolando Toro

Caro Rolando, mi chiamo Luciano Tronchin, sono italiano e vivo vicino a

Venezia. Sono un insegnante di lettere nella scuola media superiore e sto

concludendo il mio percorso di formazione in Biodanza. Sono stato nel

giugno 2001 a Milano presso la Scuola Modello per seguire un tuo

seminario ed ho seguito con molto interesse quanto hai riferito sull’effetto

Mozart e sugli studi di don Campbell e di Alfred Thomatis relativi aglieffetti fisiologici della musica sull’organismo e sulla psiche umana. Tali

concetti sono stati ripresi al Congresso latino-americano di Biodanza a Rio

de Janeiro cui ho partecipato nell’agosto 2001. Non li conoscevo ed è stato

utile per me poterli approfondire con della letture relative sia agli scritti di

don Campbell sia sul metodo Tomatis.

L’intuizione che la musica influenzasse l’uomo è antica e vorrei

soffermarmi sulla teoria di Pitagora che associava musica, matematica e

natura formulando la teoria scientifica dell’ottava e della risonanza

armonica delle sfere celesti. Più precisamente, egli suppose che ci

fossero tre tipi di musica: quella strumentale propriamente detta, quella

umana suonata dall'organismo, e quella mondana suonata dal cosmo. La

sostanziale coincidenza delle tre musiche era responsabile da un lato

dell'effetto emotivo prodotto per letterale risonanza, dalla melodia

sull'uomo, e dall'altro della possibilità di dedurre le leggi matematiche

dell'universo da quelle musicali. Poiché nelle leggi dell'armonia scoperte

da Pitagora intervenivano soltanto numeri frazionari, detti anche numeri

razionali, ed i rapporti armonici corrispondevano perfettamente a

rapporti numerici, Pitagora enunciò la sua scoperta nella famosa

massima: tutto è (numero) razionale. Essa codifica la fede nella intelligi-

 bilità matematica della natura, ed è il presupposto metafisico dell'intera

impresa scientifica, di cui Pitagora è stato appunto il padre fondatore.

Anche la fisica atomica sembra essere ritornata alla versione originale,

in cui sono proprio i numeri interi a determinare le caratteristiche della

natura a livello microscopico, attraverso la quantizzazione di grandezze

che si supponevano continue, prima fra tutte l'energia. Inoltre, nel

tentativo più recente di arrivare ad una teoria unitaria della natura, la

cosiddetta teoria delle stringhe di Witten, le costituenti ultime della

materia vengono non più pensate come punti immateriali,ma come pezzi

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di corda che vibrano in uno spazio pluridimensionale, ed i cui modi di

vibrazione (o suoni) costituiscono le particelle elementari.

Tali idee sono state riprese e sviluppate da un professore di matematica

contemporaneo, lo svizzero Hans Costo, nella teoria cosmica dell’ottava.

Tutti noi sappiamo che un oggetto in moto nello spazio produce un suonoche avrà una determinata frequenza a seconda della sua velocità di

rotazione, del suo peso, della sua grandezza. I pianeti, quindi, producono

una loro specifica "frequenza sonora" che è stata calcolata matematicamente

ed è stata sperimentata empiricamente su un campione di persone

rilevandone gli effetti fisiologici e psichici dallo stesso Hans Cousto. Un

approfondimento è possibile al seguente indirizzo internet:

http://www.planetware.de/tone/cosmic.html .

Le teorie di Cousto sono state applicate anche da alcuni musicisti e

compositori contemporanei tra cui il tedesco Anugama (è il nome artistico).Egli usa nelle sue composizioni musicali i suoni dei pianeti, della terra in

 particolare, e della natura, mixati con suoni di frequenza dai 4 ai 7 Htz che

generano nel cervello umano onde theta (calma, rilassamento profondo)

Personalmente ho sperimentato su me stesso gli effetti questi brani musicali

ed ho verificato la loro efficacia, ascoltando la musica disteso a terra,

oppure con degli amici dandoci la mano e facendo un cerchio. L’effetto è

veramente sorprendente. Ulteriori informazioni ed anche pezzi di alcuni

 brani di questo autore in Real Audio sono disponibili nel sito

http://anugama.com .Scusa la lunghezza del mio messaggio ma ci tenevo a presentarti con

 precisione quanto ho sperimentato. Ti sarei veramente grato se, ovviamente

dopo esserti documentato ed avendo analizzato con cura , mi potessi dare

una tua opinione al riguardo.

Con affetto, un grande abbraccio.

Luciano Tronchin

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L a rispostadi Rolando Toro

Querido Luciano:

He recibido con placer tu e-mail con tus reflexiones sobre la música, vista

a la luz de la ciencia moderna y de las matemáticas.

Pienso que el cerebro cósmico que organiza el universo y genera la vida

tiene, afectivamente, una estructura musical en la que el ritmo, la melodía

y armonía participan en la función organizadora.

El cerebro humano tiene resonancia y sincronicidad (Jung) con el cerebrocósmico. Es por eso que la música es capaz de transformar profundamente

al ser humano y activar los potenciales de su identidad genética.

Actualmente, las investigaciones de Susumu Ohmo, del músico Lorin

Hollander y otros, han establecido las estructuras musicales

correspondientes al ADN, acontecimiento que no es de extrañar.

En Italia ha sido publicada la obra de Don Campell, L'Efetto Mozart,

Editorial Baldini & Castoldi, y el libro de Alfred Tomatis, AscoltareL'Universo, también de la editorial Baldini & Castoldi.

El estado de éxtasis musical me parece que es la situación de resonancia

absoluta entre el cerebro humano y el cerebro cósmico.

Te abraza con cariño,

Rolando Toro Araneda

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Capitolo 4

4.1Pitagora

“Il filosofogreco Pitagora fuil primo cheriuscì a stabiliredellerelazionioggettivetra la musicaela matematicae, attraversoi numeri, a vincolareisuoni prodotti dall’uomo conrelazioni astronomichetra la Terra, il soleela luna.

Gli accordi musicali checorrispondonoa proporzioni numerichesemplicisuggeriscono la nozionedi un’armonia del cosmo cometotalità. Pitagora,nel proporrel’esistenzadella “musica dellesfere”, concepì l’universo comeun’immensa sinfonia, eil Creatorecomecolui chelo fa pulsarenella genesidella natura”. (1)

La teoria di Pitagora relativa alla metafisica del numero prevede anche cheesso sia la sostanza di tutte le cose. E poiché l’ordine misurabile costituisce

la loro sostanza tutte le opposizioni vanno ricondotte ad opposizioni tra

numeri pari ed impari. Ma la lotta tra gli opposti secondo Pitagora è

conciliata dal principio d’armonia che costituisce il significato ultimo di

tutte le cose.

figura 1: Pitagora, scultura del portale Ovest della cattedraledi Chartes

La natura dell’armonia è poi rivelata dalla musica: i rapporti musicali

esprimono in modo evidente la natura dell’armonia universale e sono quindi

assunti a modello di tutte le armonie dell’universo. Tale visione trova

conferma anche nella dottrina cosmologica pitagorica. Poiché ogni corpo

mosso velocemente produce un suono musicale questo avviene anche per i

corpi celesti, il cui movimento produce una serie di toni musicali che

formano nel loro complesso un’ottava, ”l’armonia dellesfere”. Gli uomini

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non percepiscono questi suoni perché li hanno sentiti fin dalla nascita e

anche perché i loro orecchi non sono adatti a percepirli. (2)

Secondo Giamblico di Calcide, filosofo siriano del III sec. dopo Cristo, un

giorno Pitagora passò di fronte all'officina di un fabbro, e si accorse che il

suono dei martelli sulle incudini era a volte consonante, e a volte dissonante.Incuriosito, entrò nell'officina, si fece mostrare i martelli, e scoprì che quelli

che risuonavano in consonanza avevano un preciso rapporto nei pesi. Ad

esempio, se uno dei martelli pesava il doppio dell'altro, essi producevano

suoni distanti un'ottava. Se invece uno dei martelli pesava una volta e mezzo

l'altro, essi producevano suoni distanti una quinta (l'intervallo fra il do e il

sol).

Partendo da questa osservazione, Pitagora fece alcuni esperimenti con nervi

di bue in tensione, per vedere se qualche regola analoga valesse anche per i

suoni generati da strumenti a corda. Sorprendentemente, la regola era lastessa. Ad esempio, se una delle corde aveva lunghezza doppia dell'altra,

esse producevano suoni distanti un'ottava. Se invece una delle corde era

lunga una volta e mezzo l'altra, esse producevano suoni distanti una

quinta.(3)

Si tratta delle consonanze fondamentali, in base alle quali, da sempre e fino

ad oggi, si sono accordati gli strumenti a corda - le quarte, le quinte e le

ottave, esprimibili attraverso rapporti numerici. All'ottava corrisponde il

rapporto di due a uno, alla quarta corrisponde il rapporto di quattro a tre, e

alla quinta corrisponde il rapporto di tre a due. Oggi diciamo che questisono i rapporti delle frequenze. Un tempo non lo si sapeva. Non era

 possibile misurare il numero delle oscillazioni di un tono, ma che questi

numeri avessero qualcosa a che fare con gli intervalli era noto nella cerchia

dei Pitagorici.

 Ne risulta che si possono comporre degli intervalli secondo una determinata

regola di calcolo e che tali rapporti si possono connettere.

Il suono che si produce altrimenti è impuro, non è bello. Dunque un

rapporto numerico esatto determina non soltanto una corretta accordatura,ma anche la bellezza dell'intonazione.

In perfetto stile scientifico, dall'osservazione e dall'esperimento, Pitagora

dedusse una teoria: la coincidenza di musica, matematica e natura, gettando

le basi su cui a partire dal XVII secolo si sarebbe sviluppata la scienza

moderna.

Il pensiero pitagorico è oggi divenuto la base metafisica su cui si fonda

la scienza e la cultura planetaria. La scienza e la tecnologia, che ci

 piaccia o no, hanno ormai superato tutti i confini geografici e pervaso

l'intero globo, si basano infatti proprio su quella coincidenza fra natura ematematica che Pitagora ha per primo saputo intuire e perseguire,

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rivelandosi più universale e profondo di qualunque altro profeta o

 pensatore.

Il pianeta, ormai unificato dalla scienza e dalla tecnologia, continua ancora a

rimanere diviso nelle religioni. Forse anche in questo campo Pitagora, che

credeva che Dio fosse semplicemente l'armonia dell'universo, e che la purificazione religiosa si ottenesse attraverso la contemplazione matematica,

 potrebbe ispirare l’umanità contemporanea.

4.2Pitagora eil monocorde

figura 2: F.Gaffurio, Theorica Musicae, Milano, 1492

Pitagora fu anche il primo filosofo occidentale a mettere in chiaro le

relazioni tra gli intervalli musicali.

La chiave di questa scoperta fu uno strumento molto semplice chiamato

monocorde, costituito da una sola corda tirata su una struttura in legno.

Usando il monocorde, Pitagora fu in grado di scoprire che la divisione

musicale creata dall'uomo dava origine a determinati rapporti. Esaminando

gli intervalli creati da questa divisione, Pitagora scoprì che tutti i rapporti

numerici potevano essere espressi. Questi rapporti numerici, come 2:1, 3:2,

4:3, erano archetipi della forma, dato che erano dimostrazioni dell'armonia e

dell'equilibrio che si potevano osservare in tutto il mondo.

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Se, per esempio, una corda viene divisa in 2 parti uguali, la nota che essa

 produce è di un'ottava più alta della nota prodotta dalla corda intera. Le due

 parti uguali vibrano in un rapporto di 2 a 1 (2:1). Se, poi, la corda viene

divisa in 3 parti uguali, la corda vibra in un rapporto di 3 a 1 (3:1). Quando

la corda è divisa in 4 parti uguali, questa crea un rapporto di 4 a 1 (4:1).È probabile che la nostra comprensione dei rapporti matematici e del

sistema che li governa si basi sulle osservazioni di Pitagora in campo

musicale. Si dice che abbia detto: "Studiate il monocorde e scoprirete i

segreti dell'universo". Dallo studio di un’unica corda vibrante si potrebbero

scoprire gli aspetti microcosmici della vibrazione sonora e, grazie a questo,

si potrebbero studiare le leggi macroscopiche che regolano il cosmo.

Pitagora credeva che l'universo fosse un immenso monocorde, uno

strumento con una sola corda tirata tra il cielo e la terra. L'estremità

superiore della corda era legata allo spirito assoluto, mentre l'estremitàinferiore era legata alla materia assoluta. Quindi attraverso lo studio della

musica come una scienza esatta è possibile conoscere tutti gli aspetti della

natura. Egli applicò le sue leggi sugli intervalli armonici a tutti i fenomeni

naturali, dimostrando la relazione armonica insita in elementi, pianeti e

costellazioni.

I Pitagorici usavano la musica per curare il corpo e per elevare l’anima;

inoltre essi credevano che la musica terrena non fosse nient’altro che un

flebile eco dell’universale "armonia dellesfere". Nell’antica cosmologia, le

sfere planetarie si elevavano dalla Terra al Cielo come una scala a pioli.Ogni sfera corrispondeva ad una nota differente di una grandiosa scala

musicale. I particolari toni emessi dai pianeti dipendevano dalle

 proporzioni delle loro rispettive orbite, proprio come il tono di una corda

della lira dipende dalla sua lunghezza. Un altro genere di scala celeste

collegava i toni dei pianeti alle loro apparenti velocità di rotazione attorno

alla Terra.

 Nella teoria cosmologica pitagorica, mediante misteriose costruzioni basate

sui numeri 1, 2 e 3, che corrispondono ai rapporti numerici dell'ottava e

della quinta, si arriva alla determinazione dei rapporti armonici che regolanoil moto dei pianeti. Secondo Pitagora l’armonia delle relazioni tra i numeri

governa tutto quanto avviene in natura. I numeri hanno sottratto il mondo al

caos   e lo hanno reso un   cosmos,   un tutto, appunto, armoniosamente

ordinato. La musica è armonia, spiegava ai discepoli della sua scuola a

Crotone, perché è relazione tra numeri. Le vibrazioni di una corda, infatti,

diventano musica quando si susseguono a intervalli regolari, cioè quando

diventano rapporti perfetti tra numeri interi. (4)

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figura 3: Robert Fludd, UtriusqueCosmi I, Oppenheim, 1617

Pitagora aveva fondato a Crotone una scuola, dove insegnava le sue

intuizioni ai fenomeni dell'universo. L'antica scuola misterica operava a tre

livelli di iniziazione. Il primo livello, quello degli "acoustici", insegnava a

riconoscere ed a mettere in pratica le varie proporzioni musicali, spiegate

utilizzando il monocorde. Il secondo livello, quello dei "matematici",approfondiva il discorso con la conoscenza dei numeri, ma anche con la

 purificazione individuale e l'autocontrollo mentale. Prima di accedere al

livello successivo era necessario che il discepolo fosse pienamente

consapevole nel corpo e nello spirito delle responsabilità legate alle sacre

informazioni che stava per ricevere. Il terzo e più alto livello di iniziazione,

quello dei “sebastici", portava all'apprendimento di procedimenti segreti di

trasformazione fisica e di guarigione con il suono e la musica. Ben poco è

sopravvissuto degli insegnamenti iniziatici più elevati della scuola di

Pitagora, mentre gli insegnamenti relativi ai suoi teoremi di geometria e alle

 proporzioni musicali sono parte delle nostre conoscenze attuali in campo

numerico e acustico. I suoi concetti filosofici, come la Musica delle Sfere,

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continuano a trovare posto nelle dottrine esoteriche. Ma i segreti sull'uso

del suono e della musica a scopo curativo sono andati perduti. Pitagora si

allontanò da Crotone e si trasferì a Metaponto dove, dopo aver insegnato per 

19 anni, morì nel 409 a.C. Dopo la sua partenza da Crotone si ebbero

vicende alterne e alla fine la scuola di Crotone fu data alle fiamme. (5)

4.3L ’Armonia delleSferecelesti

Pitagora parlò di Musica delle Sfere. Pensava che i movimenti dei corpi

celesti che si spostavano nell'universo producessero un suono. Questi suoni

 potevano essere percepiti da chi si era preparato con coscienza ad ascoltarli.

La Musica delle Sfere poteva anche essere suonata negli intervalli delle

corde in vibrazione.

Per Pitagora la Musica delle Sfere era più di una metafora. Si diceva che il

maestro greco fosse in grado di sentire i suoni dei pianeti che vibravano

nell'universo.

Il sistema solare è dunque visto come una lira a sette corde suonata da

Apollo, in cui ogni pianeta produce suoni che gli corrispondono, e che

insieme costituiscono la Musica delle Sfere.

La relazione armonica tra numeri è secondo Pitagora musicale.

Consideriamo i moti celesti e la loro perfetta regolarità. I moti delle Sfere

celesti sono numeri. E il loro rapporto è un rapporto tra numeri. Ora

ascoltate le Sfere celesti. Il Sole, la Luna, ogni pianeta, così come la voltaceleste, producono ciascuno un suono diverso. L’insieme armonico di questi

suoni produce una musica. La musica delle sfere celesti. I nostri occhi e le

nostre orecchie, spiega ancora Pitagora, sono stati creati per catturare

l’armonia matematica del mondo.

L’ipotesi che l’armonia, matematica e/o geometrica, governi il mondo è

sopravvissuta a Pitagora, nel senso generale che la matematica e/o la

geometria sono il fondamento del cosmo, del tutto, appunto,

armoniosamente ordinato. (6)

Questo modello pitagorico rimase per secoli il punto di riferimento per lacosmologia, tanto che nel 1619 Keplero lo utilizzò nella sua opera

“L'armonia del mondo”, avanzando l’ipotesi che l’armonia musicale potesse

spiegare i moti planetari osservati e fornire la risposta alla domanda su quale

disegno avesse mai in mente Dio quando creò l’universo. Sulla base di

questa ipotesi Keplero determinò un gran numero di rapporti armonici tra le

velocità dei pianeti che si muovono nel cielo e sviluppò un rete di relazioni

armoniche per l’intero sistema solare. (7)

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figura4: Giovanni K eplero

Keplero ricercava in maniera quasi ossessiva le analogie tra le armonie dei

corpi celesti e quelle musicali e si chiedeva quali armonie celesti avevano il

ruolo del soprano, del contralto, del tenore e del basso: riconosceva che

questi erano i nomi delle voci umane e che tali voci e suoni non esistono in

cielo, tuttavia si vedeva costretto per qualche ignota ragione, dato il

meraviglioso accordo tra i moti celesti e la melodia umana, a seguire

quest'analogia anche in assenza di una solida causa naturale. E indicava cheil modo e la natura del basso in cielo erano svolti da Saturno e Giove,

quelli del tenore da Marte, il contralto corrispondeva alla Terra e a Venere

mentre il soprano aveva le caratteristiche tipiche del pianeta Mercurio. (8)

Questa analogia tra il canto e i moti celesti era congetturale, questo concerto

silenzioso dei pianeti, questa polifonia planetaria colta dalla mente del

geometra e del "musicus" trovava la sua giustificazione nelle armonie

matematiche che accomunavano i moti celesti e gli accordi musicali: dalla

musica del cielo all'ascoltatore, dalle Muse ad Apollo, definito maestro del

coro, dai pianeti che ruotano intorno al sole, immobile nel suo stare macentro di tutte le loro orbite, l'universo intero dispiegava una completa

armonia tra i moti.

Dio creatore ha manifestato la magnificenza del sistema musicale attraverso

una vera e propria armonizzazione dei moti celesti perché i movimenti dei

 pianeti risultavano modulati secondo proporzioni armoniche definite. Le

armonie del mondo contenevano scoperte scientifiche, intuizioni illuminanti

e compendiavano uno straordinario progetto filosofico che, fondato sulla

convinzione dell'iscrizione della matematica nella natura, ricercava la sua

espressione nell'armonia musicale in quanto armonia astronomica.Grazie alla fiducia metafisica, nell’armonia delle sfere, l’astronomo tedesco

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giunse a formulare quella legge fisica del moto planetario nota come “terza

legge di Keplero” o “legge armonica”, che evidenzia una relazione, per tutti

i pianeti, fra il quadrato del periodo di rivoluzione e il cubo della distanza

media del pianeta dal Sole. (9)

Dopo Keplero, il concetto di armonia resta ancora presente nella concezioneche molti fisici e matematici hanno del mondo.

.

figura 5: Sir Isaac Newton

Isaac Newton si diceva convinto che esistesse un’armonia profonda e

nascosta nella natura e che fosse compito della scienza svelarla. La svolta

fondamentale della fisica moderna è compiuta da Newton nei “Principia”,

in cui analizzo' il moto dei corpi in un mezzo resistente e non resistente

sotto l'azione di forze centripete. I risultati vennero applicati a corpi in

orbita, a proiettili, a pendoli, ed alla caduta libera di gravi vicino alla Terra.

Inoltre egli dimostro' che i pianeti venivano attratti dal Sole con una forza

inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza.

Una successiva generalizzazione porto' Newton alla legge della gravitazione

universale:

Un corpoattraeunaltro corpoconuna forzaproporzionaleal prodottodelleloro masseedinversamenteproporzionale al quadratodella lorodistanza.

 Newton correlò una vasta gamma di fenomeni precedentemente non

collegati: le orbite eccentriche delle comete, le maree e le loro variazioni, la

 precessione dell'asse della Terra ed il movimento della Luna come

influenzato dalla gravita' del Sole.

Spinto da profonde motivazioni di natura filosofica e religiosa, dopo la

 pubblicazione del suo capolavoro, Newton accentuò la convinzione che

la sua opera non fosse altro che la "riscoperta" di una “prisca sapientia”degli Antichi, dei Caldei, dei Pitagorici, ai quali egli attribuiva la

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conoscenza della gravitazione universale. Anche i suoi "principi

matematici" non erano altro che una riscoperta degli antichi metodi

geometrici corrispondendo infatti ad un esplicito tentativo di riscoprire

l'aspetto esoterico della cosmologia pitagorica, nascosto sotto la musica

delle sfere. Come molti suoi contemporanei, Newton riteneva infatti chela conoscenza fondamentale del mondo fosse già stata rivelata da Dio ai

 primi uomini, incisa su due pilastri: essi sarebbero stati riscoperti dopo il

diluvio universale da Pitagora ed Ermete Trismegisto, che ne

inglobarono la verità nelle loro filosofie. Sia come sia, il fatto è che su

queste basi Newton mostrò che la legge di gravitazione universale era

implicita nelle leggi dell'armonia pitagorica, e dichiarò che essa doveva

quindi già essere nota a Pitagora stesso.(10)

Ma è chiaro che l’armonia di Newton ha una carattere diverso rispetto a

quella di Keplero. Il concetto di armonia della natura resta presente nellascienza, ma sempre più come metafora o come potente visione

metafisica, e sempre meno come reale entità fisica.

4.3.1Un esempio di un musicista moderno: L a “musicadei

pianeti” di Gustav Holst

Gustav Holst, compositore inglese, allievo di Stanford, nel 1907 diventò

Direttore musicale al Morley College di Londra. Fu dapprima in Grecia e

 poi in Medio Oriente, ricavando spunti e suggestioni per i suoi futuri lavori.La sua musica si può dire influenzata da Wagner e da Stravinsky.

E’ autore di una delle opere musicali più famose del ´900,  I Pianeti Op. 32

del 1916 (11), una suite per orchestra divisa in sette sezioni corrispondenti

ai sette pianeti del sistema solare.

L´idea di utilizzare i nomi dei pianeti

all´inizio di ogni tempo non fu affatto casuale

ma corrispose ad una precisa volontà

espressiva. Nel 1913 il compositore, che

stava attraversando un periodo di scarsosuccesso, ricevette una donazione anonima

che gli permise di compiere un viaggio in

Spagna con Clifford Bax, astrologo e fratello

del compositore inglese Arnold Bax. Nel

corso di questo viaggio Holst fu introdotto da

Bax ai concetti principali dell´astrologia e

cominciò ad approfondirla. Uno dei libri che

si procurò, L Artedella Sintesi dell´astrologo

Alan Leo, era diviso in sette capitoli intitolatifigura 6: Gustav Holst   rispettivamente con i nomi dei sette pianeti

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accompagnati dalle loro caratteristiche astrologiche. Holst, che proprio in

quel periodo aveva iniziato la composizione di una suite orchestrale

intitolata provvisoriamente Settepezzi per orchestra, decise quindi di

utilizzare in questa sua opera lo stesso criterio utilizzato da Leo per la

successione dei capitoli del suo libro. La scelta di Holst non era però soloformale ma strettamente legata al contenuto dei singoli brani che, presi nel

loro insieme, dovevano rappresentare l´intero percorso della vita umana:

intitolare i tempi della suite con i nomi dei pianeti significava perciò

sottolineare l´importanza della loro influenza sugli uomini come modello di

 perfetta armonia.

Ciò si ricollega direttamente alla concezione pitagorica dell´armonia delle

sfere.

La polifonia planetaria, in quanto basata sulle sue stesse proporzioni

armoniche, veniva così considerata come modello per quella terrena. (12)Il brano, tratto dall’opera musicale “I Pianeti” , che ho deciso di analizzare

è Giove: il portatore di gioia. Di questo brano, lo

stesso Holst diceva: “recal’allegria nel vero sensodella parola eanchequella certa cerimoniositàdella gioia cheèin generelegata a festecivili ereligiose” . Il brano raggiunge il suo apice in un

lungo inciso tematico che Holst usò alcuni anni dopo

 per l’inno “A te mi offro, mia patria”.

figura 7: il pianetaGioveLo spirito di questa musica è molto in armonia con l'importanza

astrologica di Giove come il pianeta di benevolenza e di generosità. Non è

il Giove adultero della mitologia, benchè il flirtare non sia escluso. Lo

sentiamo inseguire ma non forzare le donne. Invita tutti i presenti a ballare,

quindi sembra non favorire nessuno di loro in particolare, è uno di quegli

uomini che ama tutte le donne perché sono donne e per nessun altro motivo.

La musica emerge dal suo salterellare, piroettare e fare capriole al di fuori di

un motivo centrale di musica graziosa da ballo, quindi rientra nuovamente

dentro i modelli liberi di prima. Un poema molto famoso, vicino e caro aicuori britannici, molto legati a questa musica. È stata suonata alle nozze

reali di Charles e di Diana.

4.4L a Teoria di “Superstringa”L’universo che “i fisici di superstringa” propongono oggi si collega alla

visione che ne avevano i Greci. È un universo geometrico, con tutta

l’armonia dell’universo di Pitagora. È un universo in cui l’armonia ritorna

come essenza fisica. Forse è questo antico ed etereo concetto greco cherende così fascinoso il cosmo che ci propone quella nutrita comunità

scientifica che è convinta di aver afferrato la “teoria del tutto”, la teoria

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finale della fisica. (13)

 Nel secolo appena concluso la fisica teorica è stata caratterizzata da due

grandi teorie. Una, la relatività generale, che descrive il comportamento

dell’universo a grande scala. L’altra, la meccanica quantistica, che descrive

il comportamento dell’universo a livello microscopico. Entrambe sonoteorie molto precise e che ambiscono a definirsi teorie generali e, quindi,

“ultime”. Eppure la relatività generale e la meccanica dei quanti risultano,

tra loro, incompatibili. In oltre 75 anni ogni tentativo di conciliarle è

naufragato. Forse la realtà sfugge a ogni possibilità di essere descritta in

modo unitario e quindi dobbiamo rassegnarci a visioni frammentate del

mondo?

La gran parte dei fisici teorici non è disposta a rinunciare a una visione

unitaria e coerente dell’universo, anzi del cosmo: il “tutto armoniosamente

ordinato” degli antichi Greci. Ed è per questo che, malgrado le frustrazionidi uno sforzo enorme tanto prolungato quanto finora vano, si è ancora alla

ricerca della teoria unica, della “teoria del tutto”. I “fisici di superstringa”

sono convinti di avere finalmente intrapreso la strada giusta, dopo decenni

di sforzi alla ricerca della teoria in grado di unificare la fisica, grazie a due

svolte decisive realizzate, rispettivamente, nel 1968 e nel 1995. (14)

La prima è legata all’ idea dei fisici teorici che la realtà ultima del mondo

non sia costituita da particelle puntiformi, ma da stringhe, da piccole corde

che si estendono nello spazio a una dimensione. Le stringhe sarebbero fili

sottilissimi privi di spessore che vibrano nello spazio-tempo producendoquelle che noi percepiamo come particelle. Possono essere aperte in fondo,

o chiuse come un anello..

figura 8: comesarebbefatta Superstringa

Dice la teoria delle stringhe che in ogni particella puntiforme c'è una cioccafatta di "un filamento di energia vibrante". Applichiamo a queste cordicelle

le leggi della meccanica quantistica e vediamo cosa succede: le stringhe

iniziano a vibrare ed a suonare, come corde di violino. Sempre secondo la

teoria delle superstringhe una particella è diversa da un'altra per la

vibrazione tipica della sua stringa. Usando sempre l’analogia col violino, al

 posto di una nota suonerebbe un elettrone, o un fotone o un quark. Ed a ogni

vibrazione, a ogni nota di quelle corde del violino cosmico, corrisponde una

 particella o una forza della natura. La musica delle stringhe è la forza

creatrice del mondo. E questa sinfonia è così rilassante da realizzare,finalmente, l’attesa riconciliazione tra la relatività generale e la meccanica

quantistica, tra il micro e il macrocosmo. (15)

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4.5Una nuova metafisica?Ma i fisici teorici riescono a descrivere solo con equazioni approssimate

l’universo delle stringhe. E, inoltre, nel corso degli anni sono sorte una, due,

… cinque diverse teorie di stringa: troppe per poter salutare la “teoriaultima”. La seconda svolta avviene nel 1995, quando l’americano Edward

Witten, dell’Istituto di Studi Avanzati di Princeton, in cui Albert Einstein

figura 9: Edward Witten

spese oltre venti anni a cercare la “teoria del tutto”, dimostra che le cinque

teorie di stringa e un’altra teoria, quella della gravità quantistica, sono

espressioni diverse di una medesima e più fondamentale teoria soggiacente:

la teoria che egli battezza M-6 (dove M sta per membrane). L’universo diM-6 ha undici dimensioni, dieci spaziali e una temporale, e in esso vibrano

non solo corde unidimensionali, ma anche membrane o “brane” a due, a tre

e a più dimensioni. L’universo elegante di M-6 è una sinfonia suonata da

un’orchestra a infinite dimensioni.

È dunque l’armonia di M-6 la teoria finale? E’ ancora presto per dirlo. M-6

indica che forse i fisici hanno intrapreso la strada giusta verso la teoria in

grado di fornirci una visione unitaria e coerente del mondo. Ma si tratta di

una strada lunga e ancora tutta da percorrere. Le equazioni di M-6 sono

ancora tutte equazioni approssimate. E, soprattutto, M-6 è un’elegante

costruzione matematica che non fa ancora previsioni verificabili

sperimentalmente. Anzi, qualcuno pensa che la teoria non possa essere mai

verificata. Per questo alcuni sostengono che l’universo armonico di M-6 è

un universo metafisico. E nella teoria di superstringa vedono più che una

nuova fisica dell’armonia, una nuova metafisica. (16)

Aristotele diceva, con ironia, che, tra tutti i mortali, solo Pitagora fosse in

grado di ascoltare l’”armonia delle sfere”. Oggi molti sostengono, con

identica ironia, che, tra tutti i mortali, solo i “fisici di superstringa” sono in

grado di ascoltare l’armonia delle “brane”. Non resta che attendere e

verificare se, prima o poi, arriverà un nuovo ricercatore che manderà all’aria

l’idea unitaria del mondo fondata sulla armonia delle corde. O se, invece,

arriverà un nuovo Keplero, che grazie all’idea di armonia riuscirà, ancora

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una volta, a spiegare la realtà del mondo fisico. Intanto, non senza

meraviglia, ascoltiamo la musica armonica prodotta dall’universo neonato.

Le onde che vediamo sono il

risultato di quello che è

accaduto nell’Universo primordiale. Come learmoniche del suono

distinguono il timbro di unostrumento, così le armoniche

secondarie della radiazionedi fondo permettono di

distinguere il processo fisico

che è avvenuto nell’Universo primordiale, con onde sonore, dovute alla lenta

compressione e rarefazione del gas, all’azione della forza di gravità, diretta

verso il centro, e contrapposta alla pressione di radiazione, che spinge versol’esterno.

Figura 10: L a ricostruzionedelleondearmonicheprodottedal Big

Bang, a cura del gruppo BOOMERanG

Infatti il 29 aprile 2001 a Washington in occasione del congresso della

American Physical Society è stata data la notizia della scoperta di onde

sonore dell' Universo primordiale, di cui si è analizzato il timbro. Queste

onde comprimevano e rarefacevano il gas incandescente che costituival'Universo circa 15 miliardi di anni fa. Il gruppo BOOMERanG (sta per 

“Balloon O bservation Of Millimetric Extragalactic Radiation and

Geophysics”), guidato dall’italiano Paolo de Bernardis, congiuntamente al

gruppo americano Dasi, ha rinvenuto tra le pieghe della radiazione cosmica

di fondo, antichi suoni fossili. I suoni armonici, prodotti dalle onde d’urto

dell’espansione inflazionaria dell’universo.

“Comelearmonichedel suono distinguono il timbro di unflautoda quellodi unclarino, così learmonichedelleondeprimordiali (chiamateingergo

'secondo eterzopicco' a causa di una particolarevisualizzazionematematica) permettonodi distinguereil processo fisico cheèavvenutonell' Universoprimordiale”. La nuova immagine, affermano i due

ricercatori Paolo de Bernardis e Andrew Lange, conferma in modo

inequivocabile la presenza di onde acustiche nell' Universo primordiale, le

analizza in dettaglio e le trova in accordo con le previsioni del modello dell'

inflazione.(17)

La scoperta ha così rilanciato il modello standard della cosmologia

scientifica, il modello del cosiddetto Big Bang nella versione inflazionistica

che ne hanno dato all’inizio degli anni Ottanta il russo Andrej Linde el’americano Alan Guth.(18)

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NOTE CAPITOLO 4

(1) R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000

(2) (N. ABBAGNANO, Storia della filosofia, vol I, Utet, Torino, 1969

(3) GIAMBLICO, La vita pitagorica, Rizzoli, Milano , 1991 (I classici della

BUR)

(4) Angelo Raffaele Sodano e Giuseppe Girgenti, Porfirio - Vita di Pitagora,

Rusconi, Milano, 1998

(5) CAPPARELLI VINCENZO, Il messaggio di Pitagora (2 voll.), Ed.

Mediterranee, 1990

(6) CAPPARELLI VINCENZO, La Sapienza di Pitagora (2 voll.), Cedam,

Padova,1941

(7) JOHANNES KEPLER, Harmonices Mundi Libri V, Linz, 1619, p. 212S. LEONI, Learmoniedel mondo , ECIG, Genova, 1988

(8) N. FABBRI, Kepler: Il cosmo armonicoela musica ,in NUNCIUS, Annali

di Storia della Scienza,2001/1,Anno XVI, 2001, fasc.

(9) E. CASSIRER, Storia della filosofia moderna , Einaudi, Torino, 1952

E. ZOLLA, I mistici , Garzanti, Milano, 1963

F. BARONE (a cura di), Opere di Copernico, Einaudi, Torino 1979

T. KUHN, La rivoluzionecopernicana, Einaudi, Torino, 1972

P. GOZZA (a cura di) La musicanella rivoluzionescientificadel Seicento,

Il Mulino, Bologna, 1989

(10): ISAAC NEWTON, Philosophiaenaturalis Principia mathematica, editio

secunda, Cantabrigiae, [Cambridge University], 1713 [prima edizione

1687]

 NICCOLO’ GUICCIARDINI, Newton: unfilosofodella natura eil

sistema del mondo, edito nella collana “I grandi della scienza” anno 1, n. 2

da Le Scienze, Milano, aprile 1998(11): "The Planets" opus 32 by Gustav Holst (1874-1934) performed by André

Previn and the Royal Philharmonic Orchestra; Telarc CD-80133

(12): MITCHELL, J . C., FromKneller Hall to Hammersmith: TheBand

Works of GustavHolst, «Alta Musica», vol. 11, Tutzing, Hans Schneider,

1990

BURTON ANTHONY, I pianeti di GustavHolst, ASTROL. E ARTE,

84,1991

(13): J. Schwarz, ed., "Superstrings - Thefirst 15yearsof SuperstringTheory"Raccolta di articoli (World Scientific, 1985), Vols. I and II

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21

(14): M.J. Duff, La teoria untempo chiamata "dellecorde", Le Scienze,

n.358 giugno 1998

(15): M. Green, J. Schwarz, E. Witten, "SuperstringTheory" (Cambridge

Monographs in Mathematical Physics, 1987), Vols. I, II.

(16) Brian Greene, L'universoelegante. Superstringhe, dimensioni nascoste

ela ricercadella teoria ultima, Einaudi, Torino, 1999

(17): http://quotidiano.monrif.net/art/2001/04/29/2104676

http://www.enel.it/it/enel/magazine/boiler/

 boiler40/html/articoli/Paltrinieri-Boomerang.asp

(18): http://www.astro.caltech.edu/~lgg/boom/pro.html

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CAPITOLO 5

Alcuni progetti scientifici sui suoni dei corpi celesti“L’universopuò esserepercepitocomeuna sinfonia. Un insiemediparticellechesi muovono formando cerchi atomici, vortici infinitesimali ogalassiee soli chesi spostano. Un di ritmi infiniti, o, a volte, un

chesi trasforma.

Forzearmoniosemantengono l’unitàall’internodella più straordinariadiversità; inseno a questasinfonia cosmica, l’uomo èunpartecipanteeinsiemeuno spettatore.” (1)

figura 1: Rolando Toro

Questo brano che rivela il pensiero di Rolando Toro rispetto ad un Universomusicale mi è stato di stimolo per cercare di approfondire gli studi

scientifici fin qui condotti sui suoni dei corpi celesti. Ovviamente è stata una

verifica parziale ma contemporaneamente estremamente avvincente poiché,

man mano che proseguivo nella ricerca, i dati che raccoglievo sembravano

 proprio descrivere in maniera sempre più nitida questa intuizione di

Rolando Toro.

Certo non intendo sostenere la tesi di averne dato la dimostrazione

scientifica ma, se al posto dei nostri organi sensoriali che sono limitati nella

 percezione dei fenomeni fisici, avessimo la possibilità di percepire

frequenze ed ampiezze sonore che sono precluse all’organismo umano,

forse quella sinfonia cosmica a cui allude Rolando Toro comincerebbe a

risuonare in noi.

Oggi sono in corso molti progetti scientifici tesi ad indagare lo spazio nei

suoi vari aspetti: i più noti sono quelli relativi all’ascolto dei segnali radio

 provenienti dallo spazio grazie alla rete di radiotelescopi sparsa in tutto il

mondo, ed altri sono invece più focalizzati allo studio dei segnali

 provenienti dal nostro stesso pianeta o dal sole.Tali studi certo non hanno appurato le teorie e le intuizioni filosofiche fin

qui esposte ma hanno evidenziato come nello spazio e nella nostra

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atmosfera vi siano dei suoni che il nostro sistema uditivo non può percepire.

Forse la teoria relativa all’armonia delle sfere celesti è destinata a rimanere

una pura visione estatica o forse la conoscenza che oggi non possediamo

magari confermerà le intuizioni di Pitagora. Vedremo le risposte che lo

studio su base scientifica ci darà. Per ora ho esposto in questo capitolo leultime ricerche finora condotte in questo campo.

5.1 Il suono della Terra: I l progetto INSPIRE della NASA (2)

figura 2: il logo del progetto INSPIRE

La terra emette delle onde elettromagnetiche, udibili con una speciale

radio. I suoni sono trasmessi in continuazione sul Web e fanno parte di

uno speciale programma NASA. Il nostro pianeta è una sorgentenaturale di onde radio alle varie frequenze audio. Una ricevente in linea

al Marshall Space Flight Center (3) sta trasmettendo questi suoni della

Terra in modo che chiunque può ascoltarli.

Se gli esseri umani avessero antenne radiofoniche anziché gli orecchi,

sentiremmo una notevole sinfonia di rumori sconosciuti che vengono

dal nostro pianeta. Gli scienziati li chiamano “tweeks,” “whistlers”

,”sferics.” e “chorus” Le emissioni radiofoniche naturali della terra

sono reali e, anche se siamo principalmente ignari di loro, sono sempre

intorno noi.

“ Tutto l’ambiente terrestre quasi letteralmente canta con le onde radioa varie frequenze audio,” dice Dennis Gallagher, un fisico del Marshall

Space Flight Center (MSFC) “i nostri orecchi non possono rilevaredirettamenteleonderadio, ma possiamo convertirlein ondesonoreconl’aiuto di un apparecchio radioricevente a frequenza molto bassa.(VLF) “.

Le riceventi di VLF sono semplici, tuttavia non comuni. Sono costituite

soltanto da un’antenna e un amplificatore audio, sono sensibili alle onderadio con frequenze tra qualche centinaia di Hertz e 10.000 Hertz. Per il

confronto, le radio della fascia di radiodiffusione AM, come quelle

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 presenti nella maggior parte delle automobili, ricevono su una gamma di

frequenza molto più alta, da 540 kHz fino a 1.6 MHz.

Se avete un collegamento ad Internet potete ascoltare una radio di VLF

in qualunque momento.(4).

Gallagher ed i suoi colleghi recentemente hanno installato una riceventedi VLF del Programma Inspire al MSFC Atmospheric Research Facility

ad Huntsville, AL. Sta trasmettendo per radio i particolari suoni della

Terra sul Web 24 ore al giorno.

La sorgente della maggior parte delle emissioni di VLF sulla terra è il

lampo. I lampi emettono un impulso di onde radio a banda larga,

 proprio quando liberano un flash visibile di luce.

I segnali VLF di un lampo vicino, che si sentono tramite l’altoparlante

di una radio, hanno il suono come di pancetta affumicata che frigge su

una piastra o del crepitio di un fuoco. Gli scienziati dello spazio

chiamano questi suoni “sferics,” abbreviazione di atmosferici.

Gli ingegneri e gli

elettrotecnici del Marshall

Space Flight Center utilizzano

“guide per onde” come queste

 per incanalare e dirigere le

onde radio. Il nostro pianeta e

la ionosfera formano unagigante guida di onde naturali

 per i segnali radiofonici VLF.

Figura 3:guidaper riceventi VL F

Anche se non c’ è nessuna perturbazione nella vostra zona, potete

tranquillamente sentire i crepitii VLF delle tempeste a migliaia di

chilometri di distanza. Vi è una certa corsa di sferics in tutto lo spazio

intorno alla terra. Le onde radio si possono propagare in tali grandi

spazi, rimbalzando avanti e indietro fra la superficie del nostro pianeta e

la ionosfera (strato dell’atmosfera ionizzato dalla radiazione solareultravioletta). La ionosfera, che comincia circa 90 chilometri sopra la

terra e si estende per migliaia di chilometri d’altezza, è un buon

riflettore delle onde radio a bassa frequenza.

“La ionosfera e la superficie della terra formano una guida di ondenaturale per i segnali VLF,” spiega Bill Taylor, uno scienziato dello

spazio al Goddard Space Flight Center. Sferics che viaggiano molto

lontano da questa guida naturale di onde si trasformano in “   tweeks,”

che producono un suono musicale di rimbalzo nell’altoparlante di una

ricevente VLF.

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I suoni Tweeks sono così chiamati perché “la loro componente adaltafrequenza raggiunge la ricevente prima di quella a bassa frequenza”.

Chiamiamo questo “ritardo di dispersione” ed è il risultato della

 propagazione tramite la guida naturale di onde. Ogni guida di onde ha

uno spettro a bassa frequenza regolato dal relativo formato fisico. Piùun’onda è vicina allo spettro, più lentamente viaggia.

La frequenza dello spettro della guida naturale di onde del pianeta terra

è graduata intorno ai 3 KHtz.

Chorus:   a volte, particolarmente nella calma del mattino, possiamo

sentire il chorus. I suoni del Chorus assomigliano a molti uccelli che

cantano. Chorus sembra essere il risultato di molte brevi emissioni che

accadono quasi contemporaneamente.

5.2 I l suono del sole: I l progetto Michelson Doppler

Imager (MDI)

figura 4: il logo dell’osservatorio SOHO

MDI è un progetto dell’Istituto Stanford-Lockheed per la ricerca nello

spazio ed è uno sforzo comune nella ricerca di oscillazioni solari (SOI)

da parte del laboratorio di fisica W.W. Hansen dell’Università di

Stanford e del laboratorio di astrofisica solare del centro di tecnologia

avanzata dell’Istituto Lockheed-Martin.

SOI e il progetto MDI fanno parte di una collaborazione internazionale

 per studiare la struttura interna e la dinamica del sole. La squadra di

MDI era responsabile del disegno e del montaggio ed ora delfunzionamento, dello strumento di MDI dell’osservatorio eliosferico

SOHO a bordo della sonda spaziale inviata sul sole. (5)

Infatti nella sonda è stato collocato uno strumento elettronico chiamato

MDI (Michelson Doppler Imager) in grado di misurare la velocità delle

onde sonore che attraversano il sole e costruire, in base a questi calcoli,

mappe molto dettagliate della superficie solare.

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figura 5: immaginedel sole inviata dalla sonda SOHO

La procedura che si è seguita per la generazione dei suoni è stata la

seguente.

Si è iniziato con i dati della velocità (forniti dell’effetto doppler) (6),

 presi mediamente al di sopra della superficie del disco solare, di modo

che soltanto i toni di grado angolare basso (l = 0, 1, 2) rimanessero.

Con elaborazione successiva si sono rimossi gli effetti del movimento

della sonda, dello strumento di sintonizzazione e di alcuni punti spuri.

Quindi si sono filtrati i dati a circa 3 MHtz per selezionare le onde

sonore pulite (e non supergranulari o di disturbo strumentale).

Per concludere, si sono interpolati i valori mancanti, accelerati per un

fattore di moltiplicazione di 42.000, al fine di introdurli nella gamma

udibile dell’orecchio umano.

5.3Il suono dellepulsar

La scoperta delle pulsar, ovvero stelle che generano un segnale radio

 periodico, fece pensare agli extraterrestri. Poi invece si scopri' l'origine del

segnale. Si pensa che le pulsar siano delle stelle a neutroni prodotte dallo

scoppio di supernove. Nel collasso gravitazionale che segue lo scoppio, la

stella (di dimensioni maggiori del Sole) si riduce al diametro di circa un

chilometro. Dato che le stelle compiono movimenti di rotazione (ad esempio

il Sole ruota su se stesso una volta ogni mese circa) questa contrazione

comporta una loro rotazione molto piu' rapida (come una ballerina che ritrae

le mani) fino a centinaia di volte al secondo. Se la stella ha anche un campo

magnetico, si ottiene come risultato l'invio nello spazio di due fasci

collimanti di onde elettromagnetiche.

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Le stelle a neutroni hanno una massa di circa 1.5 volte quella del Sole e

un diametro di circa 10 km. E ciò comporta che la loro densità è

elevatissima. Possiamo dire che una petroliera da 10.000 tonnellate

sarebbe contenuta in un millimetro cubo o in alternativa un cucchiaino

della massa della stella peserebbe qualche miliardo di tonnellateI segnali radiofonici delle pulsar suonano come un disturbo a banda

larga se il segnale ricevuto è rilevato ed inviato ad un altoparlante.

Pulsars diverse hanno frequenze di rotazione fondamentali differenti.

Per illustrare questo, è possibile ascoltare i suoni di alcune pulsar 

5.4 L ’I stituto SETI

figura 5: logo dell’IstitutoSETI

La missione dell'istituto di SETI è di esplorare, capire e spiegare l'origine, la

natura, la prevalenza e la distribuzione di vita nell'universo. (7)

Il centro conduce ricerche di punta nel campo della “astrobiologia”.

Il centro per lo studio della vita nell' Universo (LITU) riunisce i ricercatori

 principali di astrobiologia. La squadra del LITU e la sua equipe di

ricercatori utilizzano un vasto insieme di discipline che spazianodall'osservazione alla costruzione di ipotetici modelli dei precursori della

vita negli spazi galattici. Con questi studi si sta tentando di conoscere di più

su come la vita ha avuto origine sulla terra e di come le sue numerose e

varie forme si sono evolute e sono sopravvissute.

Il lavoro di LITU si avvale di molti partners, compresa la NASA, il National

Science Foundation e importanti università, data l’ampia portata di questa

ricerca (8)

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NOTE CAPITOL O 5

(1): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000,

 pg.121

(2): http://image.gsfc.nasa.gov/poetry/inspire/index.html

(3): http://www.msfc.nasa.gov/

(4): http://science.nasa.gov/headlines/y2001/ast19jan_1.htm?list122641

(5): http://soi.stanford.edu/

http://sohowww.nascom.nasa.gov/

(6) Per conoscere la composizione chimica delle stelle gli astronomi

esaminano la luce emessa da questi corpi celesti. Essa, attraversando uno

spettroscopio, si scompone e produce un arcobaleno tecnicamente chiamato

"spettro". Gli spettri sono solcati da righe scure, ad ognuna delle quali

corrisponde un elemento chimico. Una particolarità di queste righe è che sesono spostate verso il blu dello spettro l'oggetto si sta avvicinando, se sono

spostate verso il rosso si sta allontanando. Il comportamento delle onde

luminose è analogo a quello delle onde sonore. I suoni sono più gravi se

l’oggetto si allontana, più acuti quando si avvicina (effetto Doppler). Gli

astronomi usano tale effetto per calcolare la velocità con la quale i corpi

celesti si muovono. Se lo spettro è spostato verso il rosso il corpo ha una

velocità minore, verso il blu maggiore.

(7): (http://pulsar.princeton.edu/pulsar/multimedia.shtml)

(8): (http://www.seti.org/)

CAPITOL O 6

L a musica eil suono

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6.1 I l suono

Generalmente, nel linguaggio comune, quando si parla di suono si intende la

sensazione psicologica legata all’ascolto. Per descrivere un suono, in effetti,

spesso usiamo aggettivi, come ad esempio gradevole oppure fastidioso, che

sono legati alla sfera delle nostre emozioni.Ma come possiamo definire in modo più oggettivo un suono?

Per rispondere a questa domanda ci conviene partire dalle origini e quindi,

 per prima cosa, cercare di capire da dove nasce un suono. Se facciamo un

 piccolo esperimento e pizzichiamo la corda di una chitarra ci accorgiamo

che, in questo caso, il suono è prodotto e nasce proprio dalla

della corda.

Figura 1 – vibrazionedi una corda pizzicata

Per essere più precisi si può dire che per vibrazione si intende un

movimento oscillatorio di un corpo attorno alla sua posizione di equilibriocome quello mostrato dalla figura precedente.

La cosa interessante è che qualsiasi tipo di suono, non solo quello di una

corda di chitarra, è prodotto proprio da un fenomeno di questo tipo in cui c’è

un corpo, chiamato , che vibra. Ma come riesce questa

vibrazione ad arrivare fino al nostro orecchio per essere percepita?

Quello che accade è che, quando un corpo vibra, la sua vibrazione si

 propaga nell’ambiente circostante sotto forma di un , ed è

 proprio quest’onda che viene chiamata suono. Per visualizzare questofenomeno possiamo pensare all’onda che si genera sulla superficie

dell’acqua quando agitiamo una mano nel liquido: più la vibrazione della

mano è ampia e più sarà estesa l’onda che si propaga nell’acqua. Allo stesso

modo più è ampia l’oscillazione della corda e più sarà forte il suono che

ascolteremo.

Figura 2 – onda di pressionegenerata nell’aria dalla corda

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Da quello che ho appena esposto ne deriva che noi possiamo ascoltare un

suono solo se esiste un mezzo attraverso il quale la vibrazione del corpo si

 può propagare. Generalmente questo mezzo di propagazione è proprio l’aria

che ci circonda, in realtà però, il suono si propaga in qualsiasi tipo di mezzo,

solido liquido o gassoso anche se con velocità diverse, come possiamovedere nella tabella che segue, da dove si vede che uno dei fattori che

influenzano la è proprio la densità del materiale in cui si

 propaga.

MEZZO VELOCITÀ

(metri al secondo)

Aria 331

Acqua 1450

Piombo 1230

Ferro 5130

Granito 6000

 Tabella 1 – la velocità del suono in alcuni materiali

Anche che subisce il suono - ovvero la diminuzione del suo

volume mentre viaggia - dipende dal mezzo in cui si propaga e infatti, per 

esempio, nell’acqua un suono si può percepire ad una distanza molto

maggiore che nell’aria perché si attenua più lentamente.

6.2L ecaratteristichedi un suono

In un qualsiasi libro di musica il suono si definisce usando tre proprietà:

. Ma cosa rappresentano questi nomi?

Per capire come si collegano queste grandezze al suono ci conviene

osservare la forma dell’onda di pressione che nasce da un corpo che oscilla

e si propaga nel mezzo circostante.

Possiamo rappresentare quest’onda su di un grafico come quello che segue.

tempo

ampiezza periodo: t = 0.01

 pressione

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Figura 3 – grafico di un’ onda sonora

Ci accorgiamo che un onda sonora è caratterizzata dal fatto che una stessa

forma si ripete periodicamente. L’altezza di un suono, chiamata più

comunemente   , è proprio l’inverso del tempo che dura ogni

ripetizione, che, a sua volta, viene chiamato il dell’onda.L’onda sonora in figura, per esempio, ha un periodo che dura 1/100 di

secondo e quindi una frequenza pari a 100 oscillazioni al secondo. L’unità

di misura della frequenza si chiama , o in breve Hz, e quindi questa

frequenza vale 100 Hz.

Ma come possiamo sentire la frequenza di un suono? Più un suono è acuto e

 più la sua frequenza cresce. Per dare un po’ di numeri consideriamo che una

frequenza minore di 200 Hz è un suono mentre una frequenza

maggiore di 800 Hz è un suono acuto.

Come si intuisce, le note che esegue uno strumento sono caratterizzate

 proprio dal loro valore di frequenza. Un suonato al centro del pianoforte,

 per esempio, ha una frequenza di 440 Hz mentre il La precedente vale

esattamente la metà, ovvero 220 Hz.

Passiamo ora alla seconda proprietà di un suono, . Come potete

immaginare con questo nome si intende l’ampiezza di un suono, il suo

volume. Ma come si misura questo volume? Anche in questo caso per 

misurare l’ampiezza di un suono si usa un unità particolare chiamata

. Quando usiamo questa unità di misura ci riferiamo proprio allasensibilità dell’udito: un suono appena percepibile infatti ha un ampiezza di

0 decibel – abbreviato in Db – mentre un suono spaccatimpani ha un

ampiezza di 140 Db.

6.3 Il timbro

L’ultima, e più complessa, caratteristica di un suono è chiamata .

Possiamo dire che il timbro rappresenta la carta di identità del suono. Per 

convincerci facciamo suonare, per esempio, ad un violino e a un pianoforte

la stessa nota alla stessa ampiezza. Questi due suoni quindi avranno la stessa

altezza, la stessa intensità ma un timbro, e quindi un identità, differente.

Ma cos’è che definisce il timbro di un suono? Per rispondere a questa

domanda dobbiamo andare ad osservare con attenzione le forme d’onda dei

due suoni che abbiamo citato.

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Figura 4 – Grafico dell’onda di pressionedi un piano edi un violino

Come si vede la forma dell’onda è molto diversa nei due casi e si sarebbe

tentati di affermare che è proprio lei la responsabile del timbro. Ma

 purtroppo questo non è del tutto esatto. In effetti ci possono essere delle

forme d’onda che appaiono differenti ma hanno lo stesso suono.

A prima vista potrebbe sembrare di essere arrivati in un vicolo cieco, ma inrealtà una via di uscita esiste e la scoprì nel 1701 il francese Sauveur.

Questo scienziato, studiando le vibrazioni di una corda, intuì che qualsiasi

suono in realtà è formato da una somma di onde elementari chiamate

. E questa scoperta venne formalizzata, verso la fine

del ‘700, dal matematico che ne ricavò un celebre teorema che

 porta il suo nome.

Usando questo teorema si vede che il timbro di un suono in effetti dipende

dalla quantità e dall’ampiezza delle sinusoidi che contiene così come il

sapore di una pietanza dipende dagli ingredienti che usiamo per prepararla.Quindi, così come possiamo descrivere una pietanza attraverso la lista dei

suoi ingredienti, allo stesso modo possiamo caratterizzare un suono

specificando le armoniche che lo formano.

Figura 5 – L o spettro sonoro

bbaassssii

AAmmppiieezzzzaa((DDeecciibbeell))   SSppeettttrroo ddeell ssuuoonnoo ddii uunn

oorrggaannoo11aa aarrmmoonniiccaa aa 222200 HHeerrttzz ++22aa aarrmmoonniiccaa aa 444400 HHeerrttzz ++33aa aarrmmoonniiccaa aa 666600 HHeerrttzz ++

44

aa

aarrmmoonniiccaa aa 888800 HHeerrttzz ++55aa aarrmmoonniiccaa aa 11220000 HHeerrttzz

FFrreeqquueennzzaa ((HHeerrttzz))

aaccuuttii

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Questa lista degli ingredienti di un suono ovvero delle armoniche che lo

compongono, si chiama . Ma come si legge lo spettro di un suono?

Se osserviamo la figura n.5, che rappresenta uno spettro, possiamo osservare

che sull’asse orizzontale sono rappresentate, in ordine crescente, le

frequenze delle armoniche che compongono il suono, mentre, l’ampiezza diognuna di queste armoniche è rappresentata dall’altezza della riga che la

rappresenta.

6.4L a percezionedel suono

Un suono, come abbiamo visto nel caso della corda di una chitarra, è

un’onda di pressione che parte da un oggetto che vibra e si propaga nell’aria

circostante. Per poter percepire quest’onda sonora l’uomo utilizza

, un organo complesso ed estremamente sensibile.

figura 6: orecchio

Ma non tutte le vibrazioni possono essere percepite dal nostro orecchio e

infatti, per esempio, noi non riusciamo a sentire il suono di un fischietto per 

cani perché la sua onda sonora ha una frequenza maggiore dell’intervallo in

cui l’orecchio è sensibile.

Teoricamente, infatti, il nostro orecchio è in grado di ascoltare un suono

solo se la sua frequenza è compresa tra i 20 e i 20.000 Hertz. Ma perché

diciamo teoricamente? In realtà, in effetti pochissimi individui sono in gradodi ascoltare in un intervallo così ampio. Molto più spesso la massima

frequenza che riusciamo ad ascoltare non è maggiore di 16.000 Hz.

Ora che abbiamo stabilito l’intervallo di frequenze che possiamo ascoltare,

 può essere interessante cercare di capire come funziona il nostro orecchio.

Per vederlo partiamo dalla porta di ingresso, una membrana elastica e

sensibile che viene chiamata . Il suono, o meglio l’onda di pressione

che penetra nel condotto, si infrange contro il timpano che oscilla

impercettibilmente – qualche decimo di millimetro – seguendo le variazioni

di pressione dell’onda sonora.

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Figura 7: Orecchio esterno, medio ed interno

Il movimento del timpano viene poi amplificato e trasferito tramite tre

ossicini, che formano una specie di snodo meccanico, ad un organo

chiamato per la sua caratteristica forma a spirale.

La chiocciola è l’organo più delicato e complesso del nostro apparato

uditivo. Il suo compito è quello di convertire le vibrazioni meccaniche che

giungono dagli ossicini in impulsi elettrici che verranno inviati al cervello

utilizzando . Per effettuare questa conversione la chiocciola

si comporta come un microscopico analizzatore spettrale contenuto nella

nostra testa: il suono infatti, prima di essere inviato al cervello viene

scomposto in una somma di armoniche ed è questa scomposizione armonica

che noi ascoltiamo.

Il modo in cui noi percepiamo i suoni, oltre che dai nostri gusti musicali,

dipende anche e soprattutto dal modo in cui risponde questo sofisticato

sistema di conversione. Esiste una scienza, chiamata , che si

occupa proprio dello studio della percezione sonora.(1)

Per approfondimenti sulla psicologia percettiva e le sue applicazioni vi èquesto sito internet (2).

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Se invece si vuole approfondire più in dettaglio come funziona il nostro

apparato uditivo e, in particolare, la chiocciola vi è questo sito in italiano(3).

6.5Dal suonoall’elettricità

Ora che abbiamo visto cos’è un suono e come siamo in grado di percepirlo,

esamineremo come si converte un suono in un segnale di corrente. In effetti

è proprio questa trasformazione che ha consentito l’ingresso della musica

nelle nostre case attraverso radio, registratori e dischi, e ancora oggi è

necessario passare attraverso la conversione dal suono ad un segnale

elettrico, prima di digitalizzare questo segnale elettrico e trasformarlo in bit

da far leggere al computer.

Per capire come avvenga questa trasformazione tra suono e elettricità

dobbiamo per prima cosa esaminare i due dispositivi che ci consentono di passare dal mondo dei suoni, fatto di onde di pressione che si propagano

nell’ambiente, al mondo dei segnali elettrici che viaggiamo su fili di rame e

dispositivi elettronici. Questi due dispositivi si chiamano microfono e

altoparlante.

figura 8: microfono

Il funzionamento del microfono simula quello dell'orecchio umano, che

trasforma l'energia del segnale sonoro in energia meccanica attraverso la

membrana del timpano. Anche nel microfono infatti c’è una membrana che

vibra e, successivamente, l'energia meccanica di questa vibrazione viene

trasformata in energia elettrica, tenendo conto della velocità o dell’ampiezza

dello spostamento della membrana, usando un componente elettrico

chiamato condensatore. Nel caso dell’altoparlanteo diffusore, invece , è

una membrana di cartone a forma di cono che si occupa di generare nell’aria

circostante le onde di pressione che giungeranno al nostro orecchio. Per 

 poter oscillare seguendo le variazioni del segnale elettrico questo cono è

collegato ad una bobina elettromagnetica che però, per essere messa in

movimento richiede un segnale elettrico di potenza sufficientemente alta

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(qualche decina di Watt). Per raggiungere questa potenza si usa un

dispositivo chiamato amplificatore.

Figura 9– L ’altoparlanteo diffusore

Ci si può collegare a questo sito internet per una descrizione più

approfondita di come funzionano questi dispositivi (4)La trasformazione di un suono in un segnale elettrico è un’ operazione

fondamentale in campo musicale. Un segnale elettrico, ad esempio, può

essere memorizzato su di un nastro magnetico e riascoltato in qualsiasi

momento, oppure può essere trasmesso via radio.

Dal punto di vista delle applicazioni musicali, inoltre, si può considerare la

 possibilità di trasformare il segnale elettrico che rappresenta il suono

applicando i cosiddetti effetti, come ad esempio la simulazione del

riverbero di un ambiente o la distorsione del suono di una chitarra elettrica.

6.6L ’impianto audio

Parliamo, adesso, della costituzione di un impianto, per Biodanza

naturalmente, e dei singoli componenti audio.

Per la composizione del proprio impianto il consiglio è di partire o dal

diffusore o dal finale di potenza (amplificatore), perché i due sono

intimamente collegati e perché il timbro sonoro dell’impianto viene

determinato dal diffusore. Cambiando gli altri componenti audio, si può

migliorare o peggiorare questo timbro sonoro, ma non si può cambiarlo senon sostituendo il diffusore.

Il timbro sonoro del diffusore deve poi essere il più neutro possibile. In caso

contrario la sua influenza sulla riproduzione sarà tale da vanificare ogni

sforzo.

La connessione esistente tra diffusore e finale di potenza è dettata dalle

leggi dell'Elettronica: il diffusore è da considerare parte integrante del finale

ed i veri progettisti audio, tengono conto di questa realtà.

Il resto è più semplice; l'importante è scegliere uno dei suddetti apparecchi e

costruire il proprio impianto attorno ad essi.Un impianto per la Biodanza deve riprodurre la musica in modo oggettivo

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cioè come si ascolta nella realtà. In più esso deve avere il senso del ritmo.

Questi due Criteri Discriminanti, in concerto con gli altri, devono essere

osservati anche dai diffusori.

Oggi non esiste più la "Cultura del Diffusore", perché è stata annientata

dalle regole del mercato e dalle mode. Viene data tanta importanza a tuttotranne che ai diffusori, a cui viene riservata una spesa anche inferiore a

quella sostenuta per l'acquisto del finale di potenza.

Ma sappiamo che il diffusore ha il compito più difficile di tutti i componenti

dell'impianto stereo, cioè quello di determinare in modo preponderante la

timbrica dell'impianto considerato nel suo complesso.

Per di più il diffusore, assieme all'ambiente d'ascolto, sono considerati

elementi deboli dell'impianto, cioè quelli a cui è possibile imputare colpe in

caso di pessima riproduzione.

I tre Sottocriteri possono essere ritenuti validi per tutti i diffusori, affinché possano essere definiti adatti per la Biodanza:

1) l'alta dinamica;

2) l'estensione della risposta in frequenza;

3) funzionamento anche a basso livello d'ascolto.

Poi vengono altri parametri.

Questi intanto, sono i fondamentali e, escluso il terzo, possono essere

facilmente verificati guardando, tra le loro caratteristiche tecniche, le voci:

- sensibilità: > 90 Db ;

- massimo Spl (sound pressure level): > 103 Db;- risposta in frequenza: 16-20.000 Hz.

Chiaramente prima di scegliere un diffusore conviene ascoltarlo. Ma

seguendo questi tre Sottocriteri, la rosa dei candidati sarà ristretta in modo

da agevolare certamente la scelta.

Quando si fanno prove d'ascolto, è opportuno tener presente che il diffusore

è un componente audio delicato. Subisce l'influenza del rodaggio che deve

essere fatto per un periodo di tempo abbastanza elevato. Subisce l'influenza

dell'ambiente d'ascolto che ne varia moltissimo le sue prestazioni sonore.

Infine è totalmente succube alla sorgente utilizzata e all’amplificatoreconnesso: se non sono di buona qualità tutto viene vanificato.

6.7Gli amplificatori valvolari

L'amplificazione audio nasce con i tubi termoionici.

I primi amplificatori audio furono costruiti nel 1912 circa negli Stati Uniti di

America e consistevano di due o tre stadi. Fra i primi

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amplificatori di quegli

anni si può ricordare il

Western Electric

(WE25B), che era capacedi erogare 0,8 watt.

 Negli anni 40 - 60 fu

dato un notevole impulso

alla progettazione e alla

realizzazione pratica di

Figura 10– L’amplificatore   sistemi audio ad alta fedeltà

in grado di fornire elevate prestazioni qualitative; i circuiti di questo periodo

sono tuttora alla base di molte realizzazioni contemporanee.

Gli amplificatori a valvole continuarono ad essere perfezionati (ricordiamoDynaco, Leak, Quad, Radford, Marantz, Mac Intosh) sino agli anni 70, anni

nei quali subentrarono piano piano i semiconduttori con i quali si potevano

realizzare apparecchiature molto più economiche e quindi di maggior 

 penetrazione commerciale.

 Negli anni 80, soprattutto con Audio Research (seguita dalla Conrad

Jhonson), si è assistito al ritorno delle amplificazioni audio valvolari;

questo marchio ha realizzato numerosi impianti che hanno costituito il ponte

fra l'alta fedeltà di un tempo e quella moderna.

Se all’inizio le valvole erano una necessità, sono diventate ai nostri giorni

una scelta motivata dal fatto che, se ben costruiti, gli amplificatori a valvole

sono in grado di provocare in chi li ascolta un impatto emozionale di gran

lunga maggiore rispetto a quello provocato da amplificatori a

semiconduttori. Per questo un impianto fisso per Biodanza dovrebbe avere

un amplificatore valvolare.

Per quanto concerne il futuro dei tubi elettronici, esso appare molto

"amletico" poiché le valvole risultano molto affascinanti, ma sempre più

difficili da gestire commercialmente, visti i costi elevati. Infatti i costi che icostruttori devono sostenere per costruire amplificatori a tubi sono

esorbitanti se comparati a quelli degli amplificatori a semiconduttori. Allora

 perche' utilizzare un amplificatore a valvole ? Oltre all’impatto emozionale

del suono prodotto già ricordato prima, perche' quando un amplificatore a

valvole amplifica il segnale della musica, per inviarlo alle casse acustiche,

genera solo , al contrario di un amplificatore a transistor che

genera solo .

Vediamo di chiarire questo concetto.

Quando suoniamo, ad esempio, la nota LA della terza ottava del pianoforte,noi generiamo una frequenza di 110 Hz. (110 impulsi sinusoidali al

secondo). Quando amplifichiamo il segnale con un amplificatore a valvole

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vengono generate infinite della frequenza riprodotta e cioe':

110x2=220 Hz 220x2=440 Hz 440x2=880 Hz ecc. Se controlliamo

scopriremo che queste note corrispondono sempre alla nota base LA ma di

ottavasuperiore. Il suono che viene riprodotto e' quindi quanto di piu'

simile alla naturale vibrazione di un corda o del labbro del trombettista o diqualsiasi altro reale strumento. Quando amplifichiamo il segnale con un

amplificatore a transistor o a circuiti integrati vengono generate infinite

della frequenza riprodotta e cioe': 110x3=330 Hz

330x3=990 Hz 990x3=2970 Hz ecc. Se controlliamo scopriremo che 330

Hz corrisponde ad un MI disaccordato, 990 Hz ad un SI disaccordato e 2970

Hz ad un FA# disaccordato. Come possiamo quindi facilmente immaginare

queste note innaturali, anzi questo rumore non trattandosi piu'di note,

colpisce il nostro fisico e la nostra mente con vibrazioni discordanti e

destrutturanti. Quindi la nota La emessa da un amplificatore a valvoleaccompagnata da altri LA posti sulle ottave superiori ci darà un suono

 piacevolmente caldo, mentre la stessa nota La emessa da un amplificatore a

transistor (indipendentemente dalla sua marca e dal suo costo)

accompagnata da note diverse e stonate ci darà un suono più disarmonico e

sgradevole.

6.8L a conversioneanalogico-digitale

Come sappiamo l'unico tipo di informazione che i computer sono in gradodi elaborare è quella composta da numeri binari, ovvero lunghe sequenze di

0 e 1. Fortunatamente, al contrario di quanto potrebbe sembrare a prima

vista, questa limitazione non impedisce al computer di utilizzare ed

elaborare i suoni, dato che, utilizzando dei dispositivi chiamati convertitori

analogico-digitali o più brevementeADC, si possono trasformare i suoni

in sequenze di numeri.

Ma come avviene questa conversione di un'onda di pressione in una

sequenza di numeri? Per effettuare questa conversione sono necessari due

 passi: per prima cosa, usando un microfono, si deve trasformare l'onda di pressione in un'onda di potenziale elettrico, ovvero in un segnale analogico.

Successivamente questo segnale verrà filtrato e poi inviato all' ADC che lo

convertirà in una sequenza digitale di numeri binari.

Quindi questi numeri binari potranno essere utilizzati da un computer o

memorizzati su un supporto digitale, come ad esempio un Hard Disc o un

CD Rom.

Per produrre una sequenza di numeri binari da un segnale analogico l'ADC

 procede in due passi.

Il primo passo consiste nel trasformare l'onda che arriva al suo ingresso inun insieme di gradini. Questa trasformazione corrisponde a prendere, o più

 precisamente campionare, un solo valore dell'ampiezza del suono ad

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intervalli di tempo regolari.

Il numero di valori di ampiezza che l'ADC preleva dal segnale analogico in

un secondo si chiama Frequenza di Campionamento ed è un parametro

molto importante. Infatti si può dimostrare che, se la nostra scheda audio

campiona ad una frequenza F la massima frequenza che possiamorappresentare in un suono sarà pari a F/2. Quindi, per esempio, se usiamo

come frequenza di campionamento 44100 Hz, come fa la maggior parte dei

dispositivi audio, preleviamo dal suono 44100 valori di ampiezza al secondo

e la massima frequenza che il nostro suono potrà contenere sarà di 22000

Hz. Se invece campioniamo un suono a 22500 Hz la massima frequenza che

 può contenere il suono campionato scende a 11000 Hz, e quindi perderemo

le sfumature più acute del suono.

Il secondo passo, chiamato quantizzazione, consiste invece nel trasformare

l'altezza di ognuno di questi gradini in un numero binario che potràfinalmente essere utilizzato dal computer. Il numero che rappresenta un

singolo gradino di solito viene chiamato campione sonoro. Generalmente

questo numero viene rappresentato su 16 bit in modo tale da consentire ben

65536 intervalli possibili di ampiezza. Se usassimo solo 8 bit per 

quantizzare il suono, i valori di ampiezza possibili per ogni campione

sarebbero 256, e questo implica che il suono finale risulterebbe più

rumoroso che utilizzando 16 bit.

Abbiamo visto che il convertitore analogico digitale trasforma l'onda sonora

in un flusso di bit che viene inviato al computer, e questa operazione vienechiamata campionamento di un suono. Ma quanti bit sono necessari per 

campionare un suono con una qualità paragonabile a quella di un CD

musicale? Vediamo come calcolarlo: per prima cosa consideriamo che per 

descrivere un suono stereo ci servono due onde sonore che corrispondono al

canale sinistro e destro. Da ognuna di queste due onde vengono campionati

44100 valori al secondo, e per rappresentare il valore numerico di ognuno di

questi campioni sonori si useranno 2 byte.

Date queste premesse, se facendo due conti, per campionare una canzone di

tre minuti, un computer utilizza circa 30 Megabyte che possono esserememorizzati sull'hard disk sotto forma di un file.

6.9L a conversionedigitale-analogico

Grazie alla conversione analogico-digitale un computer è in grado di

acquisire e memorizzare un suono trasformandolo in una sequenza di

numeri binari. Per ascoltare questa sequenza di numeri però è necessario un

ulteriore passaggio: la conversione di questa sequenza digitale in un segnale

analogico che possa essere poi inviato ad un amplificatore e trasformato in

suono da un altoparlante.

Il componente che si occupa di questa trasformazione si chiama DAC,

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Convertitore Digitale Analogico, e rappresenta la porta di uscita del suono

di un dispositivo digitale. Questo componente infatti è presente non solo

sulle schede audio dei computer ma anche sui lettori di CD, sulle tastiere

musicali e in qualsiasi dispositivo digitale che emetta dei suoni a partire da

una sequenza digitale di numeri.I DAC e gli ADC rappresentano quindi le porte attraverso cui un suono

entra ed esce da un computer. Purtroppo queste porte non si comportano in

modo del tutto trasparente nei confronti del segnale che le attraversa ma

hanno la antipatica tendenza di aggiungere del rumore e di distorcere il

segnale durante la conversione. Per questo motivo il suono digitale non è di

 per sé una garanzia di qualità e fedeltà a meno che non si utilizzino dei

convertitori adatti alle nostre esigenze.

6.10 Il formato MP3Abbiamo visto che un suono digitale ha bisogno di molti bit per essere

rappresentato. Per avere un idea di quanto questo sia vero, considerate che

su un dischetto possiamo memorizzare appena 8 secondi di musica ad alta

qualità. Questa ingordigia di bit purtroppo comporta molti svantaggi: il

 primo, e più importante, è che per far viaggiare un suono campionato su

Internet occorre molto tempo; il secondo è che, se ci appassioniamo allaregistrazione musicale, possiamo facilmente riempire il nostro Hard Disk di

suoni campionati.

Per ovviare a questo problema si è pensato di comprimere i suoni digitali equindi di togliere dal suono tutte quelle caratteristiche che non siamo in

grado di percepire. Per applicare questa strategia occorre prima però capire a

fondo come funzionano i meccanismi percettivi dell'orecchio.

L'apparato uditivo, in effetti, non percepisce direttamente il suono ma il suo

spettro, ovvero l'insieme delle componenti armoniche - delle frequenze - che

lo compongono. Inoltre il nostro ricevitore naturale, la coclea, è strutturato

in modo che le frequenze più forti presenti nello spettro del suono tendono a

mascherare le frequenze vicine e quindi queste ultime non vengono

 percepite e possono essere eliminate dal suono.Un programma di compressione per il suono quindi si comporta come una

sorta di orecchio informatico che trasforma prima il suono nel suo spettro e

successivamente toglie dallo spettro tutte le armoniche che non vengono

 percepite. Se consideriamo che si può eliminare oltre il novanta per cento

delle frequenze presenti in un suono ci rendiamo conto della potenza di

questo metodo: un suono che in origine occupava undici megabyte, dopo la

compressione di tipo percettivo ne occupa solo uno e la perdita di qualità tra

queste due rappresentazioni del suono è quasi indistinguibile.

Per provare ad ascoltare musica compressa si può, ad esempio, utilizzare un programma chiamato WinAmp (5)

WinAmp, come molti altri programmi simili che si possono trovare in rete,

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utilizza uno standard di compressione audio chiamato MP3. Lo standard

MP3 rappresenta la sezione audio di uno standard più completo, chiamato

MPEG layer 3, che viene utilizzato per la codifica dei film in formato

digitale negli attuali DVD. Il motivo principale della diffusione e della

fama dell'MP3 risiede nel fatto che questo standard, rendendo i file di suonimolto più compatti, ha consentito la diffusione e lo scambio della musica su

Internet.

Ma a cosa serve sapere tutte queste cose sulla percezione del suono?

Innanzitutto per capire la relazione che intercorre tra il suono come

fenomeno fisico e la sensazione che si prova durante l’ascolto e poi perché

conoscendo i meccanismi percettivi è possibile sviluppare delle applicazioni

come ad esempio la famosa , che utilizzano questa conoscenza

 per riuscire a comprimere un file di suoni e fare si che noi li possiamo

scaricare da Internet in minuti anziché ore. La codifica MP3 in effetti si basa proprio sul funzionamento dell’orecchio ed infatti riesce ad eliminare dalla

musica solo quelle informazioni che il nostro orecchio non è in grado di

 percepire.

In ogni caso, per saperne di più su MP3 e sui principi della codifica

 psicoacustica, vi è un sito con una panoramica sui principali programmi

che si utilizzano per suonare e registrare i file MP3.(6)

6.11 Leultimericerche: gli olofoni

Figura 11- Copertina di "Thefinal cut", l'albumnel qualei Pink Floyd

hanno per primi utilizzato l'holophono creando effetti sonori in 3

dimensioni.

Siamo nel 1983 quando i Pink Floyd con l’album “The final cut” utilizzano

 per primi la tecnica olofonica, seguiti poi da noti artisti come Michael

Jackson, Peter Gabriel dei Genesis, Jon Anderson degli Yes, e anche dal

direttore d'orchestra Herbert von Karajan e dal compositore Luigi Nono.

Ancora nel 1983 Umberto Maggi, produttore discografico di Rovigo,

inventore, ed ex musicista dei Nomadi mette a punto uno speciale

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microfono:l'holophono che simula il funzionamento dell'orecchio, tenendo

conto di come avviene la decodifica dei suoni a livello cerebrale.

L'ascoltatore riesce così a ricostruire un'immagine sonora tridimensionale,

 proprio come fanno gli occhi quando si trovano di fronte a un ologramma. Il

limite della tecnica messa a punto da Maggi è che l'ascolto deve avvenire incuffia. (7)

Tito Pavan e Roberto Caterina del Dipartimento di Psicologia

dell’Università degli studi di Bologna hanno condotto una

interessante ricerca su quanto la tecnica olofonica possa essere un

fattore importante nell’induzionedelleemozioni; nell’indagine

sono stati utilizzati 25 soggetti in gran parte studenti universitari o

loro familiari (età media anni 25,2; range 16-38), sottoponendoli a

test d’ascolto di suoni monofonici, stereofonici ed omofonici. I

risultati, che riportiamo, confermano ampiamente la nostra ipotesi:

Condizione Movimento Piacevolezza Naturalezza

Monofonica 1,147 -,167 -,067

Stereofonica 2,407 +,067 +,240

Olofonica 4,280 +1,327 +1,480

In sostanza l’ascolto olofonico risulta più piacevole e naturale sia di

quello monofonico sia di quello stereofonico. È importante

sottolineare che la differenza tra olofonia e stereofonia appare quasi

sempre più marcata rispetto a quella tra monofonia e stereofonia

nelle dimensioni della piacevolezza e della naturalezza.

Questi primi dati ci consentono di ipotizzare che il sistema olofonico

 permetta un ascolto reale e consenta un più efficace trasferimento

delle informazioni emotiveche si vogliono indurre. I risultati dialcune indagini sugli spettri di potenza del segnale

elettroencefalografico (EEG), nonché variazioni del ritmo cardiaco e

respiratorio, rilevabili in alcuni stimoli olofonici, emotivamente

connotati rispetto a stimoli neutri, sembrano andare in questa

direzione.

In quest’ottica la tecnica olofonica sembra possa essere un fattore

importante nell’induzionedelleemozioni.” (8)

In tal senso pare significativa l’esperienza condotta dall'ARCMO,

Associazione Regionale Calabrese di Musicoterapia in Olofonia, conl’apporto di Gianfranco Maurizio Pisano, psichiatra e musicoterapeuta ed

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esperto in olofonia, nonché con la super visione a livello accademico della

Cattedra di Psicologia Fisiologica della Facoltà di Psicologia, Università di

Roma "La Sapienza", del Development European Music Project, Olanda,

dell'American Association of Psychotherapy, dell’ Association pour la

reconnaissance et la promotion des medicines complementaires enEurope,Bruxelles e di altri importanti istituti pubblici e privati.

L’ARCMO ha approfondito   l’utilizzo terapeutico dell’olofonia nei

disturbi dell'affettività, dell'attività sociale e lavorativa, i disturbi del

 pensiero, d'ansia e del sonno, disturbi somatici, dell'apprendimento, del

comportamento e dell'alimentazione. (9)

Figura 12– L’olofonodi Michelangelo L upone

Michelangelo Lupone, compositore noto in ambito internazionale per il suo

impegno nella ricerca musicale e scientifica, ha realizzato, in collaborazionecon il CRM (Centro Ricerche Musicali di Roma), nella primavera del 2000,

un nuovo sistema olofonico innovativo che proietta in ogni punto della sala

da concerto, la stessa dettagliata sensazione sonora presente sul

 palcoscenico(10).

Come avviene per la trasmissione satellitare dove l'informazione deve

coprire grandi distanze senza produrre errori, così gli olofoni utilizzano dei

proiettori di suonoa forma di parabola. Questi permettono di inviare tutti

i dettagli musicali ad una grande distanza, raggiungendo ogni ascoltatore

attraverso raggi opportunamente differenziati e incrociati delle onde sonore,riproducendo lo stesso scenario acustico che il direttore d'orchestra ha

davanti a se.

Gli Olofoni – proiettori di suono  sono l’applicazione di una tecnologia

innovativa che permette il prelevamento del suono, completo delle

informazioni spaziali di origine, e determina un ascolto dell'evento sonoro

assolutamente corrispondente alla realtà. Esso simula il funzionamento

dell'orecchio e la decodifica dei suoni a livello cerebrale.

Il suono raggiunge così una "forma tridimensionale" precisa.

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figura 13: Rappresentazionetridimensionale al computer di un'onda

sonora nello spazio

Il suono olofonico viene percepito come più realistico, e sembra consentire

un più efficace trasferimento delle informazioni emotiveche si vogliono

indurre: i segnali mono creano un'immagine acustica centrale, quelli stereo

 possono essere di volta in volta percepiti come provenienti da destra o da

sinistra, mentre i suoni olofonici occupano posizioni ben precise nello

spazio.

Gli olofoni rappresentano il primo prototipo di un sistema multifonico di

diffusione del suono di elevata controllabilità che permette di poter 

effettuare delle modulazioni creative sul fronte d’onda. La particolarità degliOlofoni è che l’irradiazione del suono viene effettuata attraverso un

raddrizzamento dell’onda di propagazione di tipo tronco-conica in onda

 piana. Questo tipo di propagazione del suono permette la costruzione di lobi

di proiezione sonora di elevata coerenza e con la capacità di percorrere lo

spazio con minima degradazione di energia rispetto a quanto avviene nella

diffusione con altoparlanti tradizionali.

 Nel progetto realizzato da Michelangelo Lupone gli olofoni sono costituiti

da un sistema paraboloidale sul cui fuoco è posto un altoparlante limitato in

 banda e controllato nell’apertura dell’angolo di irradiazione. I controllidinamici per la scultura del fronte d’onda vengono affidati ad un sistema

computerizzato basato sul computer Fly30, che presenta un’interfaccia per il

controllo dei processi di avvicinamento – allontanamento, localizzazione,

velocità, innalzamento e abbassamento del fronte d’onda rispetto

all’ascoltatore.(11)

Gli Olofoni sono stati presentati per la prima volta in occasione di MUSICA

SCIENZA 2000, manifestazione internazionale di Musica, Arte e Cultura

contemporanea organizzata dal CRM presso i giardini dell’Accademia

Filarmonica Romana nel giugno 2000.L’idea degli olofoni è nata tra il 1997 e 98, anche se la realizzazione è stata

successiva. Dice Michelangelo Lupone: “Volevo sentire un segnale che

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 potesse alzarsi o abbassarsi di fronte all'ascoltatore. Ho lavorato sulla base

degli studi fatti da Jim Blauert (12), il più grande studioso di psicoacustica

vivente, e dopo alcuni incontri con lui ho deciso di costruire uno strumento

di percezione olofonica, che avesse un’applicazione musicale e non solo

scientifica”. L'approdo è stato lungo, attraverso numerosi esperimenti fatticon lo staff del CRM di Roma e poi con le analisi effettuate presso l'Istituto

Gramma de L'Aquila. Il prodotto finale è stato uno strumento di diffusione

del suono che sfrutta le onde piane attraverso l'utilizzo di una parabola che

riflette segnali musicali emessi da un altoparlante disposto sul suo fuoco. Lo

scopo è stato di portare il segnale acustico ad un livello di controllo

estremamente raffinato in ogni condizione di spazio acustico, ad esempio

nelle chiese, luoghi tradizionalmente riverberanti, dove gli effetti secondari

di riflessione del suono sono percettivamente attenuati fino

all'annullamento.Questi strumenti, dunque, si caratterizzano per unventaglio di utilizzazioni assai vaste, come stadi o spazi aperti, basti pensare

che il segnale rimane nitido, intellegibile e potente fino a distanze dieci

volte superiori ad un altoparlante normale.

In conclusione vogliamo anche citare che, utilizzando una tecnologia

differente, basata su un più approfondito studio dei meccanismi relativi

all’ascolto binaurale (13) e dei moduli che sottostanno alla ricezione, alla

 percezione e all’interpretazione del segnale acustico, dai primi anni ‘80, si è

sviluppata una linea di ricerca tesa alla costruzione di speciali microfoni -

trasduttori olofonici che consentono di riprodurre le caratteristiche spazialidel suono olofonico con un impianto stereofonico tradizionale. Le

ricerche sull’olofonia al di là della loro applicazione commerciale in vari

contesti hanno una notevole rilevanza scientifica in quanto ci consentono di

delineare meglio l’influenza che la qualità del suono può avere sulla

rappresentazione del significato che ad esso attribuiamo.

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NOTE CAPITOL O 6

(1): J.R. Pierce, La scienza del suono, Zanichelli, Bologna 1988.

(2):http://www.cens.polito.it/demartin/Contenuto/Monografia_su_mp3/Psic

oacustica.htm

(3): http://www.sissa.it/bp/Cochlea/italian/coclea.htm

(4): http://www.cfnt.provincia.si.it/corsi/segnali_audio_video/acustica.htm

(5): http://www.winamp.com/

(6):http://www.tesre.bo.cnr.it/Services/Local/Beta/bs019598/0198/b198appr 

.htm

(7): http://www.umbistudios.it/resident.asp

(8): http://www.marcostefanelli.com/olofonia/suonoemo.htm

(9): http://www.musicolofonica.it/index.html

(10): " Theactivities of CRM - CentroRicercheMusicali", L. Bianchini - M.

Lupone, "Leonardo Music Journal", vol. 2 n. 1, Pergamon Press, Gran

Bretagna, 1992.;

"Il progetto CRM per una drammaturgia dell'ascoltoradiofonicoedel suospazio virtuale", co-autori L. Bianchini, M. Lupone, E. Palandri, S. Tamaro,

atti XI Colloquio Informatica Musicale, Bologna 1995

(11): "FLY30: a DSP systemfor real-timecontrol of audio signals. Aspectsof researchand musical interaction", Michelangelo Lupone et altri, in

International Workshop on Man-Machine Interaction in Live Performance,Pisa, 1991.

(12): Blauert, J. , Hearing - Psychological Bases andPsychophysics,

Springer, 1983, Berlin New York.

Lehnert, H. and J. Blauert, J.(1992), Principles of Binaural RoomSimulation, Journ. Appl. Acoust., 36:259-291.

(13): Sulle caratteristiche del suono binaurale vedi il prossimo capitolo.

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CAPITOLO 7

Il suono ele ondecerebrali

In questo capitolo ho inteso riportare alcune conoscenze di base ed alcuni

dati provenienti da studi e ricerche scientifiche che hanno avuto lo scopo diapprofondire gli effetti degli stimoli sonori, variamente trattati e quindi

differenziati, sul cervello umano.

E’ indubbio che alcune tecniche hanno il potere di alterare il ritmo cerebralee di indurre quindi stati anche profondi di rilassamento e, secondo coloro

che le hanno messe a punto, anche di condurre a stati alterati di coscienza.

Se ciò fosse confermato da ulteriori studi scientifici, a mio avviso necessari,

questo sarebbe un terreno di studio interessante.

Rimane il fatto che tutte le tecniche analizzate prevedono (vedi in paragrafo

7.7 relativo alle brain & dream machines) l’uso di visori e di cuffie che pertanto isolano l’individuo dalla realtà mentre l’esperienza di ascolto ha

luogo. Questa pratica nasce quindi con il grave limite di essere solipsistica

ed esclude ciò che in Biodanza risulta essere un punto essenziale e cioè la

comunicazione, condivisione, comunione con l’altro. Tuttavia le ultime

tecniche olofoniche applicate ad impianti stereofonici tradizionali ci devono

far prestare la necessaria attenzione a questo campo di indagine, poiché la

 possibilità di un uso condiviso in gruppo è ora possibile.

In tal senso si veda il punto 3 del prossimo capitolo (8.3) in cui ho

analizzato la musica del compositore Anugama, che ovviamente si può

ascoltare con un normale impianto stereofonico, caratterizzata, nel brano

 preso in considerazione, da una serie di innovative tecniche psicoacustiche.

figura 1: il cervello

Analizziamo ora il funzionamento del nostro cervello: nel corso della nostra

vita quotidiana tutti noi sperimentiamo diversi stati di coscienza. Per 

esempio, nell'arco di una giornata, tra la luce del mattino e il buio della

notte, ci muoviamo da uno stato ordinario di veglia ai

diversi stadi del sonno.

Ma anche gli stati di coscienza straordinari fanno parte della nostra comune

esperienza: quando ci sentiamo particolarmente creativi, insolitamente

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intuitivi, eccezionalmente lucidi, profondamente rilassati.

Ordinari, o straordinari che siano, tutti gli stadi della nostra coscienza sono

dovuti all'incessante attivita' elettrochimica del cervello, che si manifesta

attraverso onde elettromagnetiche: le onde cerebrali, appunto.

La frequenza di tali onde, calcolata in 'cicli al secondo', Hertz (Hz), varia aseconda del tipo di attivita' in cui il cervello e' impegnato e puo' essere

misurata con apparecchi elettronici. Gli scienziati suddividono

comunemente le onde in quattro bande, che corrispondono a quattro fasce di

frequenza e che riflettono le diverse attivita' del cervello.

7.1OndebetaHanno una frequenza che varia da 13 a 30 Hz e sono associate alle normali

attivita' di veglia, quando siamo concentrati sugli stimoli esterni. Le onde

 beta sono infatti alla base delle nostre fondamentali attivita' disopravvivenza, di ordinamento, di selezione e valutazione degli stimoli che

 provengono dal mondo che ci circonda. Per esempio, mentre leggiamo

queste righe il cervello sta producendo onde beta. Esse, poi, ci permettono

reazioni veloci e l'esecuzione rapida di azioni. Nei momenti di stress o di

ansia le beta ci danno la possibilita' di tenere sotto controllo la situazione e

dare pronta soluzione ai problemi.

7.2OndealfaHanno una frequenza che varia da 7 a 13 Hz e sono associate a uno stato di

coscienza vigile, ma rilassata. La mente, calma e ricettiva, è concentrata

sulla soluzione di problemi esterni, o sul raggiungimento di uno stato

meditativo leggero. Le onde alfa dominano nei momenti introspettivi, o in

quelli in cui più acuta è la concentrazione per raggiungere un obiettivo

 preciso. Sono tipiche, per esempio, dell'attività cerebrale di chi è impegnato

in una seduta di meditazione, yoga, taij-chi.

7.3OndethetaLa loro frequenza e' tra i 3 ed i 7 Hz e sono proprie della mente impegnata

in attivita' di immaginazione, visualizzazione, ispirazione creativa. Tendono

ad essere prodotte durante la meditazione profonda. Il sogno ad occhi aperti,

la fase REM del sonno (cioe', quando si sogna). Nelle attivita' di veglia le

onde theta sono il segno di una conoscenza intuitiva e di una capacita'

immaginativa radicata nel profondo. Genericamente vengono associate alla

creativita' e alle attitudini artistiche.

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7.4OndedeltaHanno una frequenza tra 0,1 e 3 Hz e sono associate al piu' profondo

rilassamento psicofisico. Le onde cerebrali a minore frequenza sono quelle

Figura 2: ondecerebrali

 proprie della mente inconscia, del sonno senza sogni, dell'abbandono totale.

In questo senso vengono prodotte durante i processi inconsci di

autogenerazione e di autoguarigione.

7.5Il fenomeno della risonanza

 Nel 1665 il fisico e matematico olandese Christiian Huygens, tra i primi a postulare la teoria ondulatoria della luce, osservo' che, disponendo a fianco e

sulla stessa parete due pendoli, questi tendevano a sintonizzare il proprio

movimento oscillatorio, quasi volessero assumere lo stesso ritmo. Dai suoi

studi deriva quel fenomeno che oggi chiamiamo 'risonanza'. Nel caso dei

due pendoli, si dice che uno fa risuonare l'altro alla propria frequenza. Allo

stesso modo e per lo stesso principio, se si percuote un diapason, che

 produce onde alla frequenza fissa di 440 Hz, e lo si pone vicino a un

secondo diapason 'silenzioso', dopo un breve intervallo quest'ultimo

comincia anch'esso a vibrare.Il fenomeno della avviene anche per . Studi che

si sono serviti dell'elettroencefalogramma hanno mostrato un' evidente

correlazione tra lo stimolo che proviene dall'esterno e le onde cerebrali del

soggetto in esame (1). Inizialmente, le ricerche in questo campo

utilizzavano soprattutto la luce; poi, si e' passati ai suoni ed alle stimolazioni

elettromagnetiche. Cio' che si e' osservato e' che se il cervello e' sottoposto a

impulsi (visivi, sonori o elettrici) di una certa frequenza, la sua naturale

tendenza e' quella di sintonizzarsi con essi. Il fenomeno e' detto 'risposta in

frequenza'. Per esempio, se l'attivita' cerebrale di un soggetto e' nella bandadelle onde beta (quindi, nello stato di veglia) e il soggetto viene sottoposto

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 per un certo periodo a uno stimolo di 10 Hz (onde alfa), il suo cervello tende

a modificare la sua attivita' in direzione dello stimolo ricevuto. Il soggetto

 passa dunque ad uno stato di rilassamento proprio delle onde alfa.

figura 3: modello del cervello umano (Riprodotto da Hoppe e Bogen,

1977)

7.6I dueemisferi cerebrali eil ritmo binaurale

Il cervello umano e' suddiviso in due emisferi:

Destro:

- sintetico (comprende l'insieme delle parti), concreto, spaziale (coglie le

relazioni nello spazio), intuitivo (usa sensazioni e immagini), analogico

(usa le metafore), irrazionale, olistico (percepisce le strutture di assieme),

atemporale e non-verbale. E' la sede delle attivita' creative, della fantasia.

Sinistro:

- E' analitico (comprende i dettagli), astratto (giunge all'interno, partendo daldettaglio), lineare (lavora in ordine sequenziale), Logico, numerico,

razionale, simbolico, temporale, verbale. E' la sede di quelle attivita' che

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coinvolgono il linguaggio, la scrittura, il calcolo.

I due emisferi sono uniti da una lamina orizzontale di fibre nervose, il

cosiddetto corpo calloso. Ogni emisfero ha competenze proprie: l'occhio

sinistro, l'orecchio sinistro e tutta la parte sinistra del corpo sono connesse

all'emisfero destro; l'occhio destro, l'orecchio destro e tutta la parte destradel corpo sono connesse all'emisfero sinistro.

I due emisferi, poi, funzionano in modo diverso; elaborano, cioe', tutti i

 processi informativi, secondo modalita' distinte.

Per come si e' finora strutturata, la nostra società da' una maggiore rilevanza

alle modalita' di pensiero dell'emisfero sinistro, tanto che fino a poco tempo

fa i neurologi definivano “minore” l'emisfero destro. Ma, una visione piu'

 bilanciata delle due componenti, un maggiore equilibrio tra le funzioni, una

armonia tra razionalita' e fantasia e' ciò di cui, forse, oggi l'umanita' ha

 bisogno con piu' urgenza.Uno strumento semplice ed efficace per riequilibrare il potere dei due

emisferi cerebrali e' il suono. Come abbiamo visto, ogni attivita' cerebrale

emette onde particolari, che possono entrare in risonanza con le onde sonore

esterne.

Attraverso uno stimolo acustico esterno diventa possibile mutare la

frequenza delle onde del cervello da una condizione ad un'altra.

Per esempio, se una persona è nello stato Beta (allarme) e la sottoponiamo

ad uno stimolo acustico di 10 Hz per un certo tempo, e' probabile, allora,

che la frequenza dello stesso vari, sincronizzandosi a quella cui la si espone.Quando lo stato del cervello e', gia' in precedenza, vicino allo stimolo

applicato, l'induzione agisce piu' efficientemente.

Infatti, se si vuole condurre le cellule cerebrali ad un certo stato di

"emittenza" e' necessario applicare ad esse una frequenza che corrisponda

alla "lunghezza d'onda" in cui si trovano, in quel momento; poi, la si

aumentera', o diminuira', con una velocita' tale che il cervello sia sempre in

sincronia con lo stimolo applicato; sino a che giungera' allo stato desiderato.

In questo modo il cervello viene stimolato a sintonizzarsi su una frequenza

(e quindi sull'attivita' cerebrale che gli corrisponde) e portato a funzionarecome un insieme.

Ma un suono continuo alle frequenze inferiori ai 16-20 Htz non puo’ essere

 percepito dall’ orecchio umano. Ecco entrare in gioco allora quella che

viene chiamata " " (2) che potremmo tradurre come

"frequenza di battimento binaurale". L'avvento dell'elettronica e

dell'informatica applicata al settore musicale ha dato la possibilità di

utilizzare le frequenze inferiori ai 16-20 Htz, veicolandole attraverso onde

sonore.

E’ utilizzata una particolare tecnica, chiamata ritmo binaurale, che opera in

questo modo: se l'orecchio sinistro viene stimolato con un suono portante,

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alla frequenza, poniamo, di 500 Hz (Hertz) e l'orecchio destro con uno a 510

Hz, la differenza di 10 Hz viene percepita dal cervello (e solo dal cervello,

 perché è una frequenza che sta al di fuori dello spettro sonoro).(3)

Il cervello e' così stimolato ad entrare in risonanza con il 'ritmo binaurale' di

10 Hz (onde alfa) e, di conseguenza, con l'attività corrispondente:rilassamento, calma, tranquillità.

Il ritmo binaurale avrebbe il potere di alterare la coscienza per fornire una

vasta gamma di effetti benefici (che inducono rilassamento, sonno,

miglioramento dell’intuizione, della creatività, stati meditativi, guarigione e

condizioni ampliate di apprendimento, ecc.) . Il modello del sistema

d'attivazione reticolare-talamico esteso suggerisce che vi è un meccanismo

neurale responsabile della regolazione dei livelli generalizzati del risveglio

(il ciclo di base di stasi-attività, i cicli del sonno, i ritmi biologici, ecc ). (4)

figura 4: schema tecnicabinaurale

Il ritmo binaurale fornisce le informazioni di variazione di potenziale alsistema d'attivazione reticolare-talamico, che a sua volta altera le condizioni

di risveglio, la soglia di attenzione e il livello di consapevolezza.

Ovviamente il fatto di ascoltare passivamente le frequenze non è

necessariamente sufficiente ad alterare lo stato cerebrale; la capacita', la

forza di volonta' e la concentrazione aiutano molto e donano effetti piu'

intensi. Queste tecniche possono essere utili anche per alleviare mal di testa,

 per la riduzione del fabbisogno di sonno; per l'eliminazione della

depressione, dei disordini nella capacità di attenzione e della

concentrazione, e per molto altro. Infatti, integrato con altre tecniche estrumenti di condizionamento sociale e psicologico e un programma

educativo, l’uso del ritmo binaurale può fornire l'accesso ad una varietà di

applicazioni e di esperienze favorevoli alla persona, consentendole di

ottenere delle condizioni di espansione di coscienza. (5)

I due modi piu' semplici per stimolare, dall'esterno, il cervello sono le

sensazioni auditive e visive.

Già nelle missioni spaziali vengono usate queste tecniche; ad esempio,

quando gli astronauti devono - per emergenze, o per esigenze tecniche -

lavorare, molte ore, senza pausa; oppure, restare svegli per supervisionaregli strumenti. Allora, essi si sottopongono ad un trattamento, a base di suoni

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e di lampi ad intermittenza, che sposta l’ orologio biologico e riattiva la loro

concentrazione, permettendo di vincere il sonno e la stanchezza.

7.7Brain & dreammachines

Mind Gear, BrainMachine, DreamMachine, MindMachine, Light & Sound

sono tutti termini per definire sistemi audio, elettronici ed informatici,

utilizzati per stimolare la mente, forzandola ad una frequenza di attività

relativamente bassa, sotto i 15 hertz.

figura 5: visore ecuffiedi una brain machine

Una Brain Machine di semplice realizzazione può essere costituita da due

led lampeggianti a frequenza variabile ( Dai 15 ai 2 Hz circa ), bisogna

guardare ( ad occhi chiusi ) i due led lampeggianti, si parte dalla frequenza

 più alta (15 Hz) e sempre fissando i led si porta piano piano il lampeggio

alla frequenza piu bassa (2 Hz); diminuendo la frequenza di lampeggio

diminuisce anche quella dell'attività cerebrale ottenendo così uno stato di

rilassamento ottimale. Per quanto riguarda il discorso audio si usano suoniche, data la loro frequenza non vengono percepiti dall'orecchio umano, non

sono rilevati dalla coscienza, quindi non vengono percepiti dal lobo sinistro

del cervello, responsabile delle funzioni razionali; lo sono invece dal lobo

destro, responsabile delle funzioni intuitive. Questi suoni vengono mixati

ad altri suoni udibilissimi, in questo modo all'ascolto abbiamo due

stimolazioni, una per il lobo sinistro ed una per il lobo destro, ottenendo una

armonizzazione delle due parti del cervello ed anche una stimolazione

rilassante.

Le stesse funzioni delle Brain Machines sono svolte anche da programmi disoftware per PC che riproducono immagini pulsanti e suoni particolari: per 

funzionare hanno però bisogno di alcune schede Hardware installate nel

 proprio PC. (6)

Ogni macchina ha un minimo di 6 "programmi" o "sessioni" fino a superare

i 50, che possono essere cosi’ raggruppati:

rilassamento: la base per tutti gli altri programmi, con l’uso continuato e’

 possibile raggiungere lo stato desiderato in pochi minuti (a volte secondi)

invece che in mezz’ora come normalmente accade;

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sonno: si usano quando si avverte il bisogno di dormire ma non ci si riesce,

o addirittura durante l’atterraggio di un aereo per evitare i classici disturbi

dei voli aerei;

meditazione: per produrre profondo rilassamento combinato con una

coscienza vigile, per andare piu’ profondamente verso stati sognanti, ospingersi oltre...;

creativita’: servono per indurre performance mentali cosidette "di picco"

(per esempio quando occorre trovare la soluzione ad un problema), oppure

inducono stati auto-ipnotici per la visualizzazione creativa e l’auto-

modificazione;

apprendimento: utili soprattutto per "fissare" delle nozioni, prima o dopo

una lezione o un convegno. Esistono anche nastri per l’apprendimento (ad

esempio corsi di lingue) da utilizzare in combinazione con questi

 programmi;

energetico: serve per "ricaricarsi" velocemente e per raggiungere stati

 psicofisici cosidetti "di picco";

intrattenimento: suoni e luci che producono effetti caleidoscopici per puro

divertimento.

Figura 6 : il dispositivo Mind Gear

Quali sono gli effetti di simili dispositivi sulla nostra mente? Indurre la

mente ad una bassa frequenza di attività ha lo scopo di far raggiungere

innanzitutto uno stato di rilassamento, infatti lo scopo principale di queste

macchine è questo, ma non solo. Questo particolare stato biofisico

favorirebbe esperienze di sogno lucido e quest'ultimo favorirebbe a sua

volta esperienze fuori dal corpo indotte coscientemente.

Che cos’è un sogno lucido? Viene definito lucido, un sogno nel quale siamo

coscienti di sognare, e del quale possiamo decidere, per così dire la

sceneggiatura. C'è da dire che in Italia si conosce ben poco a riguardo, e per 

sapere qualcosa su questo argomento il consiglio è di visitare un

interessantissimo sito americano, è il sito del Lucidity Institute (7) che offre

una abbondante documentazione sui sogni lucidi e vende su ordinazione

vari apparati per l'induzione di questi e del rilassamento; il dispositivo più

interessante è il Novadreamer. Questo apparecchio è costituito da una

mascherina con all'interno un circuito elettronico con due led e due sensori, i

sensori rilevano il movimento dei bulbi oculari, (infatti il sogno coincide

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con un frenetico movimento degli occhi, la cosidetta fase R.E.M, che stà per 

Rapid Eye Movements, movimenti oculari rapidi ) e ci inviano una

segnalazione facendo lampeggiare i led; in questo modo si è avvertiti che si

sta sognando.

Altro sistema per indurre stati particolari di coscienza è l'Hemi-Sync, è unsistema sonoro messo a punto dall'istituto americano Monroe (8), dove si

studia il fenomeno delle esperienze extracorporee. Lo scopo è comunque

sempre di indurre una frequenza di attività mentale più bassa di quella del

normale stato di coscienza: come già esposto in precedenza per ottenere ciò

si ascoltano due suoni sfasati tra loro di circa 4 hertz ed applicati uno per 

orecchio. La sfasatura, nell'ascolto, induce la stessa frequenza d'attività

cerebrale, rendendo più probabili le esperienze extracorporee; dal sito

dell'istituto è possibile prelevare un file sonoro registrato con tale sistema.

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NOTE CAPITOLO 7

(1): Smith, J. C., Marsh, J. T., & Brown, W. S. , Far-fieldrecorded

frequency-following responses: Evidencefor thelocus of brainstem

sources, Electroencephalography and Clinical Neurophysiology, 39,

1975, pp. 465-472;

Smith, J.C., Marsh, J.T., Greenberg, S., & Brown, W.S. (1978).  Human

auditory frequency- followingresponses toa missingfundamental,

Science, 201, pp. 639-641.

(2): http://www.hemi-sync.com/research/IANS.html

(3): Michael Hutchison, MegaBrain, Ballantine, 1986;

Judith Hooper & Dick Teresi, Would theBuddha Wear a Walkman?,

Simon & Schuster, 1990(4): E.B. Goldstein, Sensation andPerception, , Belmont (CA),1996

B.C.J. Moore, AnIntroductionto thePsycologyof Hearing,

London,1989

J. Baluert , Spatial Hearing, The MIT Press, Cambridge, MA, 1983

(5): H. Moller, Fundamentals of Binaural Technology, Applied

Acoustics vol. 36 (1992) pp. 171-218.

F. Holmes Atwater, InducingStates of Consciousnesswitha Binaural

Beat Technology, Monroe Institute, Eighth International Symposium

on New Science, 1997, pp. 11-15;

http://www.binaural.com

(6): J.Allan Hobson, TheDreamingBrain, NewYork 1988

Putnam H., MindsandMachines, in Hood S. (ed) Dimensionof Mind,

 New York University Press, NY, 1960, pp 138-164 (trad. it. Menti e

Macchine, Adelphi)

(7): www.lucidity.com(8): www.monroe-inst.com

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CAPITOL O 8

Alcunericerchesulla risonanza tra micro emacrocosmo

La forza checi sospingeèla stessa cheincendia il sole

cheanima lemaree

echefafiorire i ciliegi.

La forza checi sospinge

èla stessa cheagitail seme

nel suo messaggio ancestraledi vita.

La danza genera il destino

allestesseleggi

chevincolano il fiorealla brezza.

Nel girasoledell’armonia

 Tutti siamo uno.

Rolando Toro

Questi versi di Rolando Toro ci portano alle antiche tradizioni in cuitroviamo costantemente una visione unitaria dell’uomo inserito

nell’universo inteso in modo olistico, in cui micro e macrocosmo sono

concepiti dall'idea e nell'idea dell'Uno, dell'unicita' del Tutto.

In questo capitolo ho inteso approfondire alcune ricerche, certo per il

momento parziali ed a volte frutto di intuizioni, che tuttavia a mio avviso

aprono dei possibili sentieri di indagine per la ricerca scientifica in questa

direzione. E’ infatti necessario prendere in considerazione programmi di

ricerca in campi attualmente considerati pseudo-scientifici, perché non

riconducibili alle attuali possibilità interpretative e metodologiche dellascienza; vogliamo sostenere che il pluralismo è un valore, nella convinzione

che due teorie siano sempre meglio di una, e che una scelta operata con

consapevolezza sia migliore di una accettazione acritica e passiva in

ossequio al principio di autorità.

La scienza si dovrebbe sviluppare nel rispetto dell'unità e della globalità del

vivente e non di interessi economici e politici, come spesso avviene.

Dobbiamo realizzare un vero e proprio "mutamento di paradigma"

(dal greco "paràdeigma", cioè "modello"); un mutamento profondo

nelle idee, nelle percezioni e nei valori che costituiscono la nostra particolare visione della realtà, in primo luogo nella biologia. La

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complessità dei fenomeni vitali ha messo in crisi il modello

meccanicistico cartesiano. Un singolare ripensamento del ruolo della

scienza, ed in particolare della fisica, è stato proposto dal famoso

testo divulgativo di Capra, " Il Tao della Fisica ". Capra descrive in

una serie di passaggi come la fisica moderna stia veramente uscendodalla visione meccanicistica del mondo e tornando all'idea originaria

di una unità di fondo di tutti i fenomeni naturali. Dall'infinitamente

grande all'infinitamente piccolo, tutto è in movimento ed in

relazione. Questa " danza cosmica " di energia si esprime in

un'enorme varietà di configurazioni. Un altro ricercatore, Ilya

Prigogine, arriva ad una importantissima conclusione: esiste un solo

tempo, uguale per tutti, per le galassie come per i microorganismi,

come per l'uomo.

Prigogine sembra quindi confermare l'intuizione di una profondaconnessione tra i fenomeni fisici e biologici e conseguentemente

riconosce l' inadeguatezza del pensiero deterministico a cogliere tale

aspetto fondamentale della realtà.(1)

8.1L a risonanza di Schumann

“Trattasi di un debole campo elettromagnetico che oscilla in maniera

risonante nella cavità tra la superficie della terra e la ionosfera a frequenze

 prossime a quelle dei ritmi del cervello umano: si è riscontrato che l’isolamento da questo campo ha effetti dannosi sulla salute umana”.(2)

Questo campo vibra ad una particolare frequenza, precisamente 7.83 Hertz,

che e’ la frequenza di risonanza media del campo magnetico terrestre, in

altre parole è uguale al ritmo di pulsazione della Terra.

W.O. Schumann, un ricercatore di Monaco di Baviera, nel 1952 presento'

una sua ricerca in cui dichiarava che, tra la ionosfera e la terra, si crea un

campo elettromagnetico pulsante.(3). Egli dimostrò che la frequenza delle

onde terrestri (7.83hz) corrisponde alla frequenza delle onde cerebrali in

stato rilassato (Alfa) e che senza questa biologica sintonia con la Terra, gliorganismi viventi non possono vivere a lungo. Egli riscontrò che dette onde

aiuterebbero la regolazione dei bio-ritmi del sonno, le secrezioni ormonali, i

cicli mestruali femminili, ecc.. Ed è in seguito alla formulazione di questa

teoria che la Nasa installò simulatori di onde Schumann nelle navicelle

spaziali, viste le conseguenze sulla salute degli astronauti al ritorno dai

 primi voli.

I processi di adattamento e di trasferimento di informazioni tra l’organismo

e l’ambiente ed all’interno dello stesso organismo sono legati ai campi

elettromagnetici; basti pensare all’importanza, oltre alle onde di Schumann,

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 per esempio dell’esposizione alla luce solare ed al campo magnetico

terrestre,.(4)

Alcuni scienziati credono che l’ampio spettro di campi elettromagnetici

artificiali al quale siamo esposti crea una specie di "inquinamento" che

maschera il naturale e benefico pulsare del pianeta.Purtroppo la rivoluzione industriale causata dall'elettricita' e dall'elettronica

ha creato moltissime aree dove, a causa degli apparati creati dall'uomo, sono

 presenti frequenze artificiali che fuoriescono abbondantemente dal campo

di 7.8-10 Hz. La stessa luce domestica, ad. es. genera una frequenza di 50

Hz che immediatamente va ad influenzare il sistema energetico

dell'organismo umano, con danni variabili da individuo ad individuo.

L'inquinamento elettronico crea di certo delle condizioni incredibili di stress

al sistema nervoso centrale.

In che modo il nostro organismo è sensibile ai campi elettromagnetici? Seanalizziamo lo spettro elettromagnetico notiamo che alcune parti di questo

spettro cadono sotto i nostri sensi: la luce visibile, ad esempio. Per queste

lunghezze d'onda infatti abbiamo dei recettori, rappresentati dai coni e dai

 bastoncelli della retina, che riescono a tradurre in un segnale comprensibile

 per il nostro cervello questa radiazione; inoltre siamo in grado di percepire

anche l'infrarosso e l'ultravioletto che sono due bande vicine alla zona di

luce visibile. L'infrarosso è la radiazione del calore, che viene percepita

sotto forma di onda elettromagnetica dai corpuscoli sensibili che si trovano

nell'epidermide e poi trasmessa al cervello; e l'ultravioletto: responsabiledell’abbronzatura quando ci esponiamo al sole che stimola la produzione di

melanina per non far passare i raggi ultravioletti nei tessuti più profondi.

Altri effetti biologici conosciuti sono quelli sulla melatonina, un ormone

molto importante perché è il principale regolatore del funzionamento

metabolico e ormonale dell'organismo. La melatonina viene secreta solo

durante la notte perché è sensibile alla luce naturale: infatti l'esposizione alla

ad essa inibisce la secrezione di tale sostanza; anche l'esposizione a campi

elettromagnetici artificiali inibisce la secrezione di melatonina e nelle

 persone in cui il dosaggio di essa è carente, si ha un andamento irregolare

della cascata ormonale dell'organismo che porta a disturbi vari.

Se facciamo delle analisi per determinare la quantità di questo ormone nel

sangue durante il giorno e la notte, vediamo che di notte la melatonina

aumenta poichè la ghiandola pineale è attiva e la riversa nel torrente

sanguigno, durante il giorno diminuisce, si ha così una regolazione

ormonale che dà origine al ritmo "circadiano", che corrisponde alle fasi di

veglia e sonno. (5)

Il nostro corpo, nella sua globalità, vibra con una sua frequenzafondamentale, che va dai 7,8 agli 8 cicli al secondo, quando è nel suo stato

 più naturale e rilassato. Anche la terra vibra alla frequenza fondamentale di

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circa 8 cicli al secondo. Le onde del cervello quando sono in alfa, cioè in

quello stato di serena vigilanza che si acquisisce ad esempio con la

meditazione, hanno frequenza di circa 8 cicli al secondo. Dunque, una

musica terapeutica per eccellenza - al di là delle personali inclinazioni

musicali - è quella che facilita l'entrata del cervello in queste vibrazioni. Unamusica dove le emozioni si placano, vengono eliminati i picchi, sia negativi

che positivi, permettendo così di riportare l’equilibrio vitale ed armonico

nella nostra realtà organica e psicologica.

Inoltre sembra esserci un nesso tra il campo magnetico terrestre e l'energia

di guarigione. Barbara Ann Brennan nel libro “Mani di Luce” riporta che il

fisico Dr. Robert Becker ha misurato l'attività elettrica del cervello di

guaritori di diverse culture e religioni di tutto il mondo.(6) In questo suo

studio egli ha constatato che tutti loro, mentre effettuavano guarigioni,

mostravano lo stesso modello di onde cerebrali dai 7,8 agli 8 Hertz; ciòavveniva nonostante i loro metodi fossero diversi ed apparentemente in

contrasto tra di loro. La frequenza misurata corrispondeva esattamente alle

oscillazioni del campo magnetico terrestre, le cosiddette onde di Schumann.

figura 1: sintonizzazionedel cervello sui 7,83 Htz (risonanza di

Schumann) ottenuta con il dispositivoMind Gear

Il Dr. Becker scoprì che il modello di onde cerebrali dei guaritori durante i

loro interventi terapeutici era sincronico sia per frequenza che per fase con

le onde di Schumann. I guaritori mostrarono pertanto di essere in qualche

modo "agganciati" al campo magnetico terrestre. (7)Il Dr. John Zimmermann dell'istituto Bio-Electro-Magnetics di Reno,

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 Nevada, si è ampiamente occupato di questa relazione, dovuta ai cosiddetti

campi unificati, ed è arrivato alla seguente conclusione: "I guaritori grazie

alla connessione con la terra si pongono in risonanza con il campo

magnetico terrestre. Quando ciò accade, le metà destra e sinistra del cervello

si armonizzano, entrano "in alfa" e pulsano sincronicamente con le onde diSchumann. Mediante l'imposizione delle mani questo ritmo viene trasferito

al paziente le cui onde cerebrali cominciano pure a sincronizzarsi. In tal

modo il paziente viene collegato all'immensa riserva di energia del campo

magnetico terrestre".(8)

Partendo da questi effetti sull’organismo umano alcuni ricercatori hanno

realizzato vari dispositivi che hanno lo scopo di portare l’organismo ed il

cervello umano a vibrare a questa frequenza. Tra questi apparecchi

ricordiamo le “brain & dream machines” (9) che inglobano dei generatori di

segnale con una frequenza stabilizzata su quella della risonanza diSchumann, così che l’organismo possa rientrare in sintonia con la frequenza

del pianeta. La figura 1 è relativa ad uno di questi dispositivi.

8.2 L ericerchedi Hans Cousto

figura 2: Hans Cousto

Cousto, un matematico svizzero e studioso di musica, ha riscoperto la

cosiddetta "terza misura", una chiave antica e segreta di misura che era

l'oggetto di ricerca del libro di Louis Charpentier "I segreti della cattedrale

di Chartre", in cui l’autore ha cercato l'esistenza di un rapporto fra le forze

che governano la proporzione spaziale e quelle sottostanti la divisione del

tempo. Scrive Louis Charpentier: "Si potrebbe, con l'aiuto di Dio, scoprireil passaggio dai ritmi spaziali nei ritmi temporali, perchéchi dicespaziodicetempo. Colui chevorrà giungere a questopuntodovei ritmi spazialidanno la chiavedei tempi, dovrà trovarela terzamisura, la misura celeste,la "vecchia misura" chefuquella dellePiramidi edel Tempio diSalomone”. (10)

Cousto sostiene di aver scoperto questa unità di misura "nella legge

dell'ottava" che permette di dimostrare apertamente il rapporto diretto tra i

dati astronomici, le frequenze delle orbite dei pianeti, gli edifici

architettonici, i sistemi di misurazione antichi e moderni, il corpo umano, lamusica e la medicina.

L'ottava cosmica ci mostra il collegamento fra i differenti livelli dei

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fenomeni vibratori periodici, come le rivoluzioni dei pianeti che sono

collegate con i suoni musicali così come con i colori e le qualità vibratorie

microcosmiche di una cellula.

Cousto ha messo a punto tutto un sistema relativo alla misura con cui è

 possibile trasporre i movimenti dei pianeti nei ritmi e nei suoni udibili ed incolore.

Questo sistema di misura dimostra chiaramente il rapporto armonico che

esiste fra i differenti generi di fenomeni naturali nei campi dell’ astronomia,

della meteorologia e della microbiologia.

Cousto ha trovato una spiegazione di questo sistema di misura, che, come

l'armonia della musica, è inerente alla struttura generale di tutti gli esseri.

Dice Cousto:” Uno degli obiettivi centrali della mia ricerca èstatoil tonofondamentalesecondocui sono impostati gli strumenti di un'orchestra.

Questotono èconosciutocome"il tono fondamentale di concerto". Nellanostra epoca, si usa generalmentela nota "LA” chevibra 440voltealsecondo(440hertz), comeèstatodeciso al congressotenutoa Londra nel1939. Tuttavia, questo tono, cheora èusato inoccidente, èil risultatodiuna decisionearbitraria enonèinconcordanza coni toni di concerto usatiin India edinCina. I toni impiegati inquesti paesi sono quelli fondamentalia cui ogni generedi musica cosmicaèsintonizzata, einarmonia congliinsegnamenti Confuciani della Cinaantica. Nonappartengo adalcunascuola particolaredi pensiero ma semplicementeprestol'attenzionea ciò

chevedo in natura. Il mio punto di vistadel mondo non èil risultatodellalettura di alcuni libri ma "dell'osservazionedel mondo" eleconclusioni eleimplementazioni del mio lavoro sonobasatesuquesto modo di vederelecose. Naturalmente, studiarela matematicaper molti anni si èrivelatomoltoutile, ma diventarecoscientedi una veritàha pochissimo a chefarecon lo studio. È qualcosa che"accadesemplicemente". È comesintonizzarsi improvvisamentesuuna data"lunghezza d'onda". (11)

Hans Cousto ha osservato che quando determinate frequenze dei corpi

celesti sono convertite nello spettro udibile, i loro toni hanno evidenziato

 proprità di guarigione specifiche. Per esempio, la frequenza della rotazionequotidiana della terra può essere espressa come tono udibile raddoppiando

ripetutamente la frequenza in virtù della legge dell'ottava. Ogni ottava di un

tono, come ad esempio da DO # fino al seguente DO #, ha una frequenza di

cicli al secondo che è esattamente doppia. Questo calcolo può essere fatto

su qualsiasi frequenza per convertirla in una gamma che è udibile. I toni ed

i loro attributi che danno Energia/Estasi sono: il SOL - tono gionaliero della

terra, che è corroborante e stimolante a livello fisico; il DO # - tono

annuale della terra, che conduce a distendersi e rilassare il corpo e la mente;

il SI - tono del sole, è realtivo all’ esperienza a livello di quantum, oltre lospazio e il tempo. Questi suoni sono suggeriti per la meditazione profonda,

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il rilassamento, il sognare lucido, e per liberare le sensibilità, i modelli ed il

comportamento di "attaccamento".

8.2.1L ’ottava cosmica

Hans Cousto fornisce molti particolari sui toni calcolati, nel libro

l'Ottava cosmica.  Il tono udibile ogni vibrazione può esseredeterminato con un'equazione matematica chiamata la legge

dell'ottava (12).

figura 3 :rappresentazionegrafica dell’ottavacosmica

Per trovare la più alta ottava di una nota seguente, semplicemente si

raddoppia la frequenza. Un'ottava è esattamente due volte la

frequenza della nota. L'applicazione di una specifica vibrazionecolpisce per risonanza una particolare banda di energia, in tutte le

ottave. Le armonie ed i ritmi pervadono tutta la creazione e queste

ottave di energia possono essere misurate e calcolate. Kay Gardner 

cita Joachim-.Ernst Berendt: “L'ottava èil piùconvincentesimbolodi unità chepossiamo trovareinnatura. Ed innatura, èonnipresente” (13). Questa legge si applica egualmente alla

chimica. La chimica è un esempio affascinante dei microcosmi

all'interno del macrocosmo dell'universo; gli elettroni, i protoni ed i

neutroni molto piccoli sembrano essere come microscopici pianeti,soli e le lune che si orbitano intorno. “Nella chimica, la maggiorpartedegli elementi tendono a ripetere lecaratteristicheessenzialiadogni ottavo elemento(comela scala musicale), la leggedellaottava èla basedella tabella periodicadegli elementi equindi dellachimica moderna.” (14) (Mark Burstein citato da Gardner ).

L'universo è ordinato ed armonioso; la salute è realizzata attraverso

la vita armoniosa e un collegamento all'universo.

Secondo Cousto per determinare la tonalità di un oggetto, si moltiplica per 

due la frequenza (o si divide per due) fino a che non si ottiene una gamma difrequenza udibile dall’uomo. L'orecchio umano può sentire uno spettro di

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circa 10 ottave: da 20 Hertz, o cicli al secondo fino a 20.000 Hertz. Più una

vibrazione è veloce, più alte sono la frequenza e la nota.

Hans Cousto indica che nella musica terapeutica la distinzione elementare

fra musica con scale cromaticamente ben temperate da un lato e scale dal

tono diatonicamente puro dall' altro lato è un fattore significativo.Il pianeta terra vibra a otto cicli al secondo e una persona in una condizione

rilassata vibra a 7.8 - 8 al secondo. Una condizione distesa produce una

frequenza di vibrazione più lenta. Una persona stressata vibra più

velocemente, o ad una più alta frequenza, che una persona distesa. Ogni

organo del corpo inoltre vibra ad una propria frequenza. Le catene del RNA

e del DNA risuonano armoniosamente con il tono della rotazione della terra

(15). Tutti i fenomeni periodici sono vibrazioni. Ogni persona ha la sua

 propria frequenza che, se è alterata dalla malattia o dallo squilibrio, può

essere modificata con l'applicazione della medicina energetica. Il corpointero risponde al suono, a qualunque tipo di vibrazione o di energia.

Secondo gli insegnamenti cinesi dei Taoisti la musica era uno dei mezzi di

 base per migliorare e perfezionare la vita umana. La musica ha avuto

grande importanza in molte altre culture, nel corso del tempo. In India, si

dice, l'universo è appeso al suono. Non il suono ordinario, ma una

vibrazione cosmica così potente, sottile e avvolgente che ogni cosa (inclusi

gli esseri umani) è pervasa da essa (16). Le vibrazioni del suono

contengono informazioni profonde e ci collegano al nostro universo.

L'universo è nato dal suono, come sostiene la teoria del big bang. I modellivibratori del suono sono la chiave per capire la manifestazione e

l'organizzazione della materia nell'universo fisico (17)

Le onde, sonore o elettromagnetiche, sono in grado di equilibrare la persona

nello spirito, nella mente e nel corpo. Noi, come esseri viventi, entriamo

 perennemente in contatto con una infinita molteplicità di radiazioni che

hanno un profondo effetto sul nostro organismo.

E' importante cercare di approfondire a che livello si manifesta una tale

influenza e quali risposte dà il nostro corpo. I meccanismi regolatori, presenti in noi, reagiscono attivamente, cioè si dispongono in maniera tale

da mantenere l'organismo in equilibrio e nell'armonia necessaria.

In conclusione si intende evidenziare che il grande ordine cosmo-terra-uomo

si riflette anche nelle più piccole componenti della vita, le cellule. Cousto ha

 posto in risalto le influenze che le radiazioni elettromagnetiche, entrando in

vibrazione con le nostre cellule, hanno sulla salute. A tal proposito Cousto

racconta un episodio accaduto ad Hans Baumer, un ingegnere di Monaco di

Baviera incaricato da un’azienda editoriale di scoprire perché la qualità di

stampa variava con il tempo atmosferico. Baumer scoprì la causa di talevariazione nella gelatina proteica usata dalle rotative fotomeccaniche, che

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era influenzata dalle frequenze delle onde elettromagnetiche del tempo

atmosferico .

Gli impulsi elettromagnetici, i cosiddetti “Spherics” (18) influenzavano la

gelatina usata nelle rotative. Questi impulsi elettromagnetici che si formano

nell’atmosfera entrano in contatto anche con le proteine del nostro corpo eovviamente lo influenzano.

A prescindere dal tipo di influsso e da quali effetti esso può avere sullo stato

di salute dell'uomo, risulta chiaro che l'organismo reagisce continuamente

agli stimoli esterni.

Le nostre cellule devono trovarsi in una determinata corrispondenza con il

loro ambiente circostante. Tenendo presente questa corrispondenza tra

l'esterno (l'universo) e l'interno (l'uomo) le onde nelle quali siamo

 perennemente immersi devono essere attivamente coinvolte nei processi

vitali in forma di impulsi regolatori e ne devono anche rappresentare unastruttura essenziale che permette la vita stessa.

In tal senso viene rafforzata sempre più la visione olistica che intende la vita

e l’uomo come fenomeni non separabili dall’ambiente fisico. Per citare

Prigogine “La vitanonèsolamentechimica. La vitadeveaver incorporatotuttelealtreproprietàfisiche, cioèla gravitazione, i campielettromagnetici, la luce, il clima”. (19)

Questa visione è alla base del principio biocentrico su cui si basa la

Biodanza e ne costituisce anzi il fondamento:“Il principio biocentricocolloca il suo interesseinununiversocompresocomeunsistema vivente. Il regno della vitaabbraccia moltodi più cheivegetali, gli animali el’uomo. Tuttoquello cheesiste, dai neutrini fino aiquasar, dalla pietra fino ai pensieri più sottili, fa partedi questosistemaviventeprodigioso. Secondo il principio biocentrico, l’universoesisteperchéesistela vita, enonil contrario.

La vitanonèla conseguenza di processi atomici echimici, ma la strutturaguidadella costruzionedell’universo. Lerelazioni di trasformazione

materia-energia sono degli stadi di integrazionedella vita. L’evoluzionedell’uomo èin realtà l’evoluzionedella vita”. (20)

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figura 4: comparazione, a cura di Cousto, tra strumenti musicali e

Spherics: a) tuningforks, b) flauto, c) clarinetto, d) oboe.

8.3Un esempio di un musicista contemporaneo: Anugama ela

risonanza cosmica

figura 5: il musicistaAnugama

Un musicista che si è ispirato nella sua produzione alle teorie di Cousto è

Anugama.

Werner Hagen (Anugama) è nato a Colonia, Germania. È stato presto

evidente che egli aveva ereditato talenti musicali della sua famiglia. All’ età

di 8 anni ha iniziato a suonare il flauto. Alcuni anni più tardi si è cimentato

con la chitarra con grande entusiasmo. Il flusso di creatività musicale ècontinuato nei suoi anni adolescenziali attraverso i tamburi, uno strumento

 perfetto per la musica rock e soul del tempo. All’ età di 19 anni ha infatti

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iniziato a suonare i tamburi con gruppi soul. In questo periodo egli ha

lavorato anche in un negozio di musica ad Amburgo. Qui era circondato da

tutti i tipi di strumenti musicali che egli è stato libero di provare e benché

non avesse nessun addestramento formale, la musica è fluita attraverso di lui

con naturale facilità. Durante questo periodo vari musicisti molto dotatihanno fatto tappa e si sono esibiti ad Amburgo. Questo gli ha fornito una

meravigliosa opportunità di conoscere molte influenze e tendenze musicali.

Verso i vent’anni una forte spinta l'ha portato a viaggiare molto. Questo ha

esteso ulteriormente la varietà di strumenti e stili musicali che ha

conosciuto. Un interesse forte per le filosofie e la meditazione spirituale l'ha

condotto in Asia. I 5 anni trascorsi in un periodo di vita itinerante, si sono

dimostrati essere un tempo di trasformazione profonda. Essendo ispirato da

così tante e varie culture, Anugama è diventato un abile multi-strumentista.

Gli piace creare tutti i generi di musica ed ha un vasto repertorio che va dai piccanti suoni africani e caraibici, ai ritmi fluenti delle Hawai e allo spirito

meditativo di India e Giappone. Egli è affascinato dal modo in cui varie

frequenze creano musica e dal modo in cui queste frequenze possono

interagire con il nostro intero essere.

La sua intenzione, attraverso tutta la sua musica, è sostenere una guarigione

dello spirito e un'armonia universale più grande.

Egli ha il talento raro di essere non solo un musicista brillante, ma di essere

in grado anche di comporre, organizzare e produrre le sue proprie

registrazioni. Durante gli ultimi 10 anni ha realizzato 16 registrazioni.Attualmente risiede nell'isola di Maui, Hawai, e riceve una grande

ispirazione dai magnifici paesaggi che lo circondano.

Quello che irradia attraverso la sua musica è un amore gioioso per la vita e

un profondo senso di pace. A questo scopo, egli continua a creare e

condividere il suo amore per la musica.

Egli crea una musica meditativa ed eterea impregnata di vastità e silenzio

che permette all'ascoltatore di esplorare la sua propria espansione e

guarigione interna.(21)

La musica di Anugama crea un ambiente di sostegno, conferma e

nutrimento per il cuore e l’anima.

Anugama nelle sue composizioni usa le seguenti tecniche neuro-acustiche

 per modificare la coscienza con benefici effetti nell'ascoltatore:

Sincronizzazionedelleondecerebrali per rallentare l’attività delle onde

cerebrali e per mettere l'ascoltatore in uno stato di serenità.

Ampliamenti dello spettro sonico per nutrire il cervello con suoni che sono

ricchi di ipertoni.

Suoni ecanti primordiali come suoni della natura, suoni del battito cardiaco

e mantra come "Aum" o "Om Shanti."

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Suoni 3 D avanzati per portare la consapevolezza degli ascoltatori nel

momento presente con un effetto di espansione di coscienza.

Induzionedi suoni del pianeta per creare un effetto di armonia

trascendentale in sincronizzazione con la terra e i pianeti che circondano il

nostro emisfero.

figura 6: copertinadel CD “Silent J oy”

Il brano musicale di Anugama che ho deciso di analizzare è “Golden Gate”,

tratto dal CD “Silent Joy”, realizzato e distribuito dalla Open Sky Music.

In questo brano le affascinanti variazioni del flauto ci conducono per una

lunga strada e ci fanno partecipi dell'allegria silenziosa di una persona che

ritorna a casa.

Le musiche, organizzate secondo le scoperte della terapia del suono, sono

gli "elementi" di una composizione armoniosa che ha effetti particolarmente positivi sull'anima. In questa “terapia del suono”, il cervello è ricaricato

energeticamente attraverso musica con un'alta proporzione di alte frequenze,

 portando al risultato della consapevolezza e prontezza della mente.

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NOTE AL CAPITOL O 8

(1): Carlo Splendore, Cosi' in basso cosi' in alto, Centro Italiano Ricerche,

Roma, 1987.

Fritjof Capra, Il Tao della fisica, ed. Adelphi, Milano, 1994

Ilya Prigogine, La Nuova Alleanza, ed. Einaudi, Torino, 1981.

Ilya Prigogine, La nascitadel tempo, ed. Bompiani, Milano,

1991,

(2): PARLAMENTO EUROPEO-STOA – Ufficio per la valutazione delle

scelte scientifiche e tecnologiche, Gli effetti fisiologici edambientali delleradiazioni elettromagnetichenon ionizzanti, Bruxelles, PE n. 297.574,

marzo 2001

(3): W.O Schumann, Über die strahlungslosenEigenschwingeneinerleitendenKugel, dievoneiner Fuftschicht undeiner J onosphärenhülleumgebenist. Zeitschrift für Naturforsch., 1952, 7a, 149.

Hans Volland, Handbookof Atmospheric Electrodynamics, vol. I", CRC

Press, 1955 (Il capitolo 11, a cura di Davis Campbell dell’Istituto geofisico

dell’Universita dell’Alaska, è completamente dedicato alla risonanza di

Schumann)

E.R Williams, TheSchumannResonance: a global tropicalthermometer, Science, 1992, 256, 1184

(4): Bistolfi, F. (1989) Radiazioni NonIonizzanti, Ordine, DisordineeBiostrutture, Ed. Minerva Medica, Torino

(5): J. Arendt, Melatonin, circadianrhythms, andsleep, N Engl J Med.

2000; 343:1114-6

(6): Barbara Ann Brennan, Mani di Luce, Ed. Longanesi, Milano, 1989

(7): Robert O.Becker & Andrew A. Marino, ElectromagnetismandLife,

SUNY Press, Albany, NY, 1982.

R.O. Becker & G. Selden., TheBodyElectric: electromagnetismendthe

foundationof life, William Morrow & Company, New York, 1985(8): J. Zimmerman, & V Rogers, Biomagnetic FieldsasExternal Evidence

of Electromagnetic Bio-information, in Electromagnetic Bio-Information,

Edited by Fritz Popp, et. al., Urban & Schwarzenberg, München-Wien-

Baltimore, pp 226-237, 1990.

(9): vedi il capitolo 7, paragrafo 7

(10): Louis Charpentier, I misteri della cattedraledi Chartres, Arcana

editrice, Torino, 1972.

(11): Hans Cousto, TheCosmic Octave-Originof Harmony(Planets-Tones-Colors, Thepower oninherent vibrations), LifeRythm, Mendocino, 1988

(12): Hans Cousto, op. citata, pg. 19

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71

(13): Kay Gardner, SoundingtheTimer Landscapes Music asMedicine,

Maine: Caduceus, Stonington, 1990

(14): Kay Gardner, op citata

(15): Hans Cousto, op. citata, pg. 38

(16): John Beaulieu, Music andsoundinthehealingarts, Station HillPress, Barrytown-New York, 1987, pg. 35

(17): Richard Gerber, Vibrational medicine: newchoises for healingourselves, Bear and Company, Santa Fe, 1988, pg. 366

(18): Vedi Capitolo 5.1

(19): I. Prigogine, La nascitadel tempo, Bompiani, Milano, 1988, pagg.

26-27

(20): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000,

 pag. 48(21):  http://anugama.com

CAPITOL O 9

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Gli effetti della musica

 Nel 1787, Ernst Chladni, giurista, musicista e fisico tedesco, contemporaneo

di Mozart, pubblica "Entdeckungen über die Theorie des Klanges",

"Scoperte sulla teoria dei suoni"; in questo lavoro pionieristico Chladni getta

le basi della futura scienza dell'acustica, la scienza del suono. In modo particolare Chladni si dedicò a rendere visibile ciò che veniva generato dalle

onde acustiche. Questo fu possibile attraverso della sabbia che, al suono del

violino, si conglomerava in forme geometriche. Questa fu la prima

dimostrazione "scientifica" che indicava chiaramente come il suono

interagisse con la materia.

Ma forse gli esperimenti più eclatanti, per i risultati ottenuti, furono quelli

eseguiti dal medico svizzero e ricercatore, il dottor Hans Jenny verso gli

anni '60. Egli si dedicò, infatti, a studiare a fondo gli effetti dei suoni sulla

materia. Fotografò al microscopio e non, ogni tipo di sostanza: plastica,

impasti, liquidi, polveri e molto altro, mentre venivano sottoposti a dei

suoni. I risultati furono decisamente incredibili: ciò che prima del

trattamento era semplicemente un insieme di materia organica, una volta

sottoposta ai suoni assumeva diverse forme geometriche. In base a quanto

 poté osservare, queste strutture armoniche che venivano prodotte,

corrispondevano sempre a suoni armonici. Così scrive infatti nel suo libro

"Cymatics": "Abbiamo ora la sicurezza che sistemi armonici come quelliche abbiamo osservato nei nostri esperimenti, derivano da oscillazioniprovocate da intervalli e frequenze armoniche".(1) Gli esperimenti del

dottor Jenny furono estremamente meticolosi, ben documentati e

assolutamente riproducibili, a garanzia della totale scientificità con cui

vennero svolti.

9.1Effetti biologici della musica

Per tentare un'analisi delle diverse implicazioni della musica il primo passo

è di vedere che punti di contatto ha con la biologia e con i fenomeni

fisiologici e neurologici.La musica ha una relazione diretta con l'organizzazione nervosa di pose e

movimenti. Queste pose e movimenti sono combinazioni complesse e

ricombinazioni di posture e movimenti più semplici, determinati da alcuni

muscoli che agiscono su ogni articolazione. L'ascolto musicale determina

risposte motorie, avvia sensazioni di movimento, con una successione di

rettifiche della postura o il battito dei piedi. Composizione, esecuzione ed

ascolto implicano un vasto coinvolgimento della corteccia motoria cerebrale

e di quella subcorticale, dei nuclei sensori e del sistema di limbico (2). La

risposta muscolare differisce tra muscoli cranici e quelli delle estremità. In

stato di riposo vi sono piccole differenze tra l'attività muscolare della

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regione frontale e delle gambe. Mentre si ascolta una registrazione di

musica da ballo l'effetto della musica va, per così dire, " nelle gambe': il

 potenziale dell'azione muscolare delle gambe aumenta bruscamente.

Percezioni ed esperienze musicali emozionali conducono a cambiamenti

della pressione sanguigna, del ritmo di pulsazione, della respirazione, delriflesso psico-galvanico ed altre funzioni autonome. Questi cambiamenti

autonomi rappresentano riflessi vegetativi di processi psicologici. Durante l’

esecuzione di un brano musicale, l'alta frequenza delle pulsazioni non

sopraggiunge nei momenti di grande sforzo fisico ma ai passaggi che

inducono una grande risposta emozionale. In questi momenti il ritmo di

 pulsazione aumenta per un po' di tempo fino a due volte il livello del valore

iniziale.

I suoni determinano reazioni consce ed inconsce che provocano risposte

 piacevoli o spiacevoli e cambiamenti biologici e psicologici nel nostroorganismo.(3)

L'ascolto musicale coinvolge sia il corpo che la mente e influenza il cuore,

il sistema nervoso, la pelle, il respiro, il cervello e l'inconscio. I due emisferi

cerebrali vengono coinvolti anche se con modalità diverse: l'emisfero

sinistro controlla la logica e la razionalità mentre il destro cura l'emotività,

l'irrazionalità e le facoltà artistiche.

Un ascolto musicale è completo quando tutti e due gli emisferi lavorano in

sincronia. Questo avviene solamente se riusciamo ad abbandonarci al flusso

della musica e delle emozioni che essa risveglia, prestando al tempo stessoattenzione razionale all'evento musicale che ci coinvolge.

La ricerca moderna dà una chiara risposta affermativa all’influsso

della musica sul corpo umano: non c'è una sola funzione del corpo

che non risenta dell’effetto dai toni musicali. "Leradici dei nerviuditivi sonodiffuseampiamentenel corpo edhanno moltepiùconnessioni rispetto agli altri nervi. La ricerca ha mostrato comelamusicainfluiscasulla digestione, lesecrezioni interne, lacircolazione, la nutrizioneela respirazione. Perfino la reteneurale

del cervello èstatodimostratocheèsensibileai principiarmonici"(4)

I ricercatori hanno scoperto che accordi consoni e dissonanti,

intervalli differenti e altre peculiarità della musica, esercitano un

 profondo effetto sul battito del polso e sulla respirazione, a secondo

che il loro ritmo sia costante, o interrotto e agitato. La pressione

sanguigna viene abbassata dagli accordi "sostenuti" ed alzata dagli

accordi vivaci e ripetuti. È stato anche scoperto che la tensione nella

laringe è influenzata dalla melodia, che alcuni stimoli musicali

hanno un effetto negativo sui muscoli scheletrici, che i ritmi esagitati

e dissonanti possono causare la perdita del ritmo cardiaco. Possiamo

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vedere che la musica influenza il corpo in due modi distinti:

direttamente, con gli effetti che il suono produce sulle cellule e gli

organi, e indirettamente, influenzandone le emozioni, che a loro

volta influenzano numerosi processi biologici. (5)

Interessante è lo studio condotto dal professor Ezio Ghigo, dellaDivisione di Endocrinologia del Dipartimento di Medicina Interna

dell'Università di Torino, e Filippo Massara della Ludi Sounds di

Milano, su pazienti afflitte da amenorrea ipotalamica funzionale

(ovvero la mancanza del ciclo mestruale). Sono state studiate quattro

giovani donne con amenorrea ipotalamica funzionale presente da più

di cinque anni. Prima, durante e dopo quattro settimane di ascolto

musicale, si è potuto constatare un progressivo incremento dei livelli

di gonadotropine e di estradiolo in tutti i soggetti e una spiccata

amplificazione della risposta di LH e FSH, suggerendo che l’ascoltomusicale può determinare modificazioni neuroendocrine. (6)

9.2L ’effettoMozart

Fin dall’antichità la musica è stata utilizzata come mezzo terapeutico:

nell’antica Grecia Apollo era il dio della medicina e della musica. Oltre

duemilacinquecento anni fa il filosofo greco Pitagora sosteneva che la

musica aveva poteri terapeutici. Platone fece della musica il punto centrale

del suo pensiero: egli sostenne che l’educazione ginnica e l’educazionemusicale insieme producessero accordo e armonia perfetta nell’uomo. Per 

venire ai tempi moderni vanno ricordate le celebri "Variazioni Goldberg"

appositamente composte da Bach per "curare" l’insonnia di un nobiluomo

suo contemporaneo. La medicina ha teorizzato per la prima volta verso la

fine dell’ottocento e nel primo novecento il possibile uso della musica come

terapia.

Ma per tornare ai nostri giorni risulta fondamentale l’esperimento effettuato,

nel 1993, da Gordon Shaw e Frances Rauscher, pubblicato sulla rivista

scientifica “Nature”, che ha permesso ai due studiosi di “salire alla ribalta”della ricerca e sperimentazione: 84 studenti appartenenti ad un collegio

furono divisi in 3 gruppi. Il primo ascoltò la sonata per 2 piani in RE, K 448

di Mozart, per 10 minuti ; il secondo gruppo ascoltò una cassetta

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figura 1: raffigurazione

ironicadell’effetto Mozart

di musica rilassante, il terzo gruppo

non ascoltò musica e rimase in

silenzio. Questi giovani partecipanti

all’esperimento alla fine vennero

sottoposti ad una prova diragionamento spaziale sulla base del

test di intelligenza “Stanford-Binet”. I

risultati indicarono che gli studenti

che avevano ascoltato il pezzo di

Mozart avevano ottenuto risultati di

8/9 punti più alti di quelli posti nelle

altre due condizioni. Tale effetto

aveva, però, una durata di soli 10-15

minuti, ed era relativo ad un aspettosettoriale delle capacità intellettive;

inoltre gli autori ritenevano che gli

effetti non fossero limitati all’ascolto

della musica di Mozart, ma che

operassero anche altri aspetti

dell’intelligenza come il

ragionamento verbale o la capacità di

memoria. (7)

Tuttavia i mass media diffusero l’idea che l’ascolto di Mozart incrementasse

l’intelligenza, tanto che nei negozi di musica la sonata per 2 piani K 448

andò rapidamente esaurita.

Lo scetticismo in questo campo è di rigore. Molti studiosi, subito dopo la

 pubblicazione dell´articolo “Music and spatial task performance”, che

dimostrava gli effetti benefici della Sonata K 448 sulle capacità di

elaborazione della percezione, espressero forti dubbi. Alcuni sostennero che

l´effetto benefico (che peraltro durava non più di 15 minuti) fosse legatosoltanto al piacere dell´ascolto, e dipendesse dall´apprezzamento del pezzo e

dalla sensazione di rilassamento che sorge in seguito a una qualsiasi

esperienza piacevole.

Gli autori dell´articolo dimostrarono con un ulteriore esperimento che

l´effetto era prodotto anche in gruppi di topi le cui madri erano state

sottoposte durante la gravidanza all´ascolto della sonata K 448.

Don Campbell, un musicoterapeuta americano, è l’autore di un libro,

edito da Baldini e Castoldi, che si intitola "L’Effetto Mozart". (8)

Egli espone in questo libro la sua esperienza di malattia e diguarigione attraverso il suono. Egli è anche autore di un metodo di

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applicazione degli effetti della musica di Mozart nel campo

dell’educazione, della salute e del benessere.

figura 2: don Campbell

Tale metodo prevede l’ uso della musica per rafforzare la memoria,

la consapevolezza e l’integrazione degli stili di apprendimento, per 

migliorare i deficit di ascolto e attenzione, prevede inoltre l’uso

terapeutico della musica per i disordini mentali e fisici, per l’immaginazione e la visualizzazione, per attivare la creatività e

ridurre la depressione e l’ansia. (9)

Recentemente il prof. J.S. Jenkins dell´Università di Londra, nel

Journal of the Royal Society of Medicine di aprile 2001, ha ribadito

le conclusioni della ricerca di Gordon e Rauscher del 1993. Jenkins

crede che l´effetto possa in parte dipendere dalla maniera in cui la

musica e la percezione delle immagini nello spazio sono elaborate

dal cervello. Parrebbe che l´ascolto della musica di Mozart attivi in

 particolare proprio quelle aree cerebrali che sono coinvolte nella percezione spaziale. (10)

Il ricercatore afferma inoltre che notevoli risultati nella cura dell'epilessia si

ottengono con la musicoterapica, con esiti talmente incoraggianti da

giustificare ulteriori studi. I pazienti epilettici che hanno ascoltato Mozart

 per 10 minuti al giorno hanno infatti migliorato considerevolmente le loro

capacità di compiere azioni legate allo spazio come tagliare un foglio di

carta o ripiegarlo secondo linee e angoli predeterminati. Inoltre, sempre

secondo gli approfondimenti di Jenkins, l´effetto della Sonata K 448 non si

ottiene, per esempio, con la musica minimalista di Philipp Glass, né con lamusica pop. Peraltro lo studio di Jenkins ha dimostrato che gli stessi effetti

della musica di Mozart si ottengono con l’ascolto di altri musicisti come

Bach o compositori contemporanei che hanno composto brani con struttura

musicale molto simili alla sonata k 448, come ad esempio il compositore

greco-americano Yanni.(11)

Altri studi dei ricercatori dell’Università di Irvine, California, (Gli stessi

che hanno “escogitato” l’effetto Mozart), hanno dimostrato che

l’apprendimento e la pratica musicali influenzano positivamente il

comportamento e molti processi mentali, come lo sviluppo intellettivo,

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l’apprendimento del linguaggio, la capacità di leggere, la creatività, le

abilità motorie, l’adattamento personale e sociale. (12)

Questi effetti si ottengono con una continua immersione nella musica; la

gente pensa tuttavia che una breve esposizione ad alcune musiche di Mozart

abbia effetti quasi miracolosi sull’intelligenza. L’effetto Mozart ha generatoun’enorme interesse ma è anche l’aspetto meno conosciuto della ricerca

musicale.

Tutto il corpo subisce il fascino della musica e la cosa non si limita al

campo fisico, ma investe anche quello psichico.

Uno studio sulle risposte fisiologiche agli stimoli musicali è stato condotto

da Jonathan Stoking, su ventisei volontari che hanno ascoltato per quattro

minuti la sonata per pianoforte di Mozart #1 in DO maggiore (16 soggetti)

o sono rimasti in silenzio (10 soggetti.) La frequenza del battito cardiaco e

la pressione del sangue sono state misurate prima e dopo l’ascolto dellamusica o il silenzio. Benché i risultati di frequenza del battito cardiaco non

fossero chiari, c'era una diminuzione statisticamente significativa nella

 pressione del sangue nel gruppo che aveva ascoltato la musica.

Jonathan Smoking ha supposto quindi la frequenza di onde alfa del cervello

aumentasse ascoltando la sonata di Mozart perché la diminuzione della

 pressione del sangue sembra essere in relazione al rilassamento e le onde

alfa sono collegate col rilassamento. Egli ha quindi organizzato un ulteriore

test per seguire due soggetti all'istituto nazionale di salute in Bethesda,

Maryland. Un apparato estremamente sofisticato è stato utilizzato per 

ottenere tracciati da 32 elettrodi posti sul capo, producendo una “ mappa”

completa dei cambiamenti delle attività delle onde cerebrali dell'intero

cervello. Jonathan Smoking ha riferito che benché la maggior parte delle

onde cerebrali fossero invariate, il ritmo alfa è aumentato in relazione alla

musica. (13)

Si può ipotizzare che l’ascolto della musica di Mozart sia in grado di

“organizzare” i circuiti neuronali di alimentazione della corteccia

cerebrale, soprattutto rafforzando i processi creativi dell’emisferodestro associati al ragionamento spazio-temporale.

Ma perché proprio la musica di Mozart risulta essere la più adatta?

Come è stato dimostrato dagli studiosi dell’Università di Irvine certa

musica può apportare miglioramenti alla capacità del cervello di

 percepire il mondo fisico, formare immagini mentali e accorgersi dei

cambiamenti negli oggetti. In altre parole, la musica può influire sul

modo in cui si percepisce lo spazio intorno a noi.

Quali zone del cervello, coinvolte nei processi spaziali , sono

influenzate dell’ascolto musicale?

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Alcune funzioni del cervello, come ad esempio il ragionamento

spazio-temporale, dipendono fondamentalmente da regioni

localizzate e specifiche della corteccia.

Sembra che esista un unico gene, in grado di influenzare la

suddivisione delle aree funzionali della corteccia cerebrale e cheregola l’area del cervello in cui ha sede il pensiero astratto

E’ stato scoperto dall’Equipe dell’Ospedale San Raffaele di Milano

nel 1990: è il gene Emx-2 che progetta e costruisce la corteccia

cerebrale. (14)

figura 3: EdoardoBencinelli, dell’equipedel “san Raffaele” di

Milano

La corteccia cerebrale è divisa in aree funzionali specifiche:

nell’uomo c’è quella per progettare il movimento, quella per 

eseguirlo, quella della parola pronunciata e quella della parola

ascoltata; esistono poi aree associative che coordinano tutte le altre.

Queste aree, sede del pensiero astratto, si trovano nella parte

anteriore (frontale) della corteccia.

Il gene Emx-2 controlla la suddivisione di queste aree. Non tutti gli

individui posseggono tale “elemento” e, conseguentemente hanno le

aree del pensiero astratto più sviluppate di quelle uditive, in una

 parola “capiscono di più ma sentono di meno” situazione in cui

grandi musicisti quali, ad esempio, Beethoven sono venuti a trovarsi

ma non per questo motivo hanno perso il loro ‘orecchio musicale’.

9.3 L ericerchedi Alfred Tomatis

Alfred Tomatis, nel suo ultimo libro Ascoltare l’universo (15) ripercorre la

storia delle origini del cosmo anche sulla base delle moderne teorie (16).

Tutto quello che ci circonda ebbe inizio 15 miliardi di anni fa con una

immane esplosione, il Big Bang: talmente violenta e fragorosa da essere

ancora oggi riconoscibile nella cosiddetta radiazione di fondo. Il tutto,

insomma, ebbe inizio non con la luce, ma con una esplosione sonora: tutti

noi siamo immersi in un universo fatto di suoni.

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Ascoltare l'universo è un viaggio affascinante alla scoperta di quel mare

sonoro, invisibile ma reale, dentro cui ciascuno di noi si trova immerso fin

figura 4: Alfred Tomatis

dalla nascita. Anzi da molto prima, come dimostrano gli studi sulla percezione sonora durante la vita intrauterina. Ma Tomatis ci porta ancora

 più lontano, ricordandoci come ogni fenomeno acustico, in fondo, non sia

che un'eco del “suono primordiale”, di quella immane esplosione da cui

tutto, ma proprio tutto ebbe origine.

La teoria sviluppata dal Dott. Tomatis nel corso degli anni ha preso in

considrazione anche le diverse funzioni dell'orecchio e le connessioni tra

l'udito e la voce. Le funzioni dell'orecchio che sono state più

dettagliatamente esaminate, oltre all'udito, sono la funzione vestibolare e

quella cocleare. La prima è responsabile dell'equilibrio, della coordinazione,della verticalità, del tono muscolare e dei muscoli dell'occhio. Il vestibolo ha

inoltre un ruolo importante nel trasmettere e coordinare le informazioni

sensoriali che il nostro corpo invia al cervello. Problemi a questo livello

causano problemi di integrazione sensoriale. La seconda funzione studiata,

quella della coclea, è responsabile dell'analisi dei suoni, e quindi è

strettamente connessa alla comprensione del linguaggio.

Il sistema vestibo-cocleare quindi filtra ed elabora le informazioni

sensoriali, sia quelle uditive che quelle visive e tattili.

Tomatis ha indirizzato le sue ricerche al miglioramento dell'ascolto e della

qualità della comunicazione. Ascoltare significa prestare attenzione,

interiorizzare i messaggi elaborando una risposta adeguata; l’ascolto

rappresenta la base del linguaggio e della comunicazione, un varco tra il

mondo interiore e l'universo che ci circonda.

Il prof. Tomatis ha chiarito molto bene la differenza tra sentire e ascoltare.

La percezione uditiva è intesa come la percezione passiva dei suoni, la quale

 può essere svolta anche senza l’intervento della coscienza: si tratta cioè

della capacità di far arrivare delle informazioni sonore al Sistema NervosoCentrale. L’ascolto, invece, si aggancia alla funzione uditiva, ma prevede un

intervento attivo per favorire e produrre un’analisi dell’informazione sonora

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che altrimenti arriverebbe al Sistema Nervoso Centrale attraverso messaggi

dai contenuti imprecisi.

 Negli anni '60 Tomatis scoprì che la voce utilizza solo le frequenze che

l’orecchio può percepire e che ogni cambiamento dello schema uditivo

comporta una modificazione della voce. Nel momento in cui possiamo dinuovo sentire le frequenze deficitarie, tali frequenze appaiono anche nella

voce. La qualità e la velocità di emissione migliorano sensibilmente; anche

le facoltà psicomotorie sono coinvolte e la persona può comunicare e

muoversi in modo più appropriato, ricco e preciso. La sua relazione con gli

altri diventa più spontanea ed aperta. Il suo comportamento evolve verso

una forma più equilibrata ed appagante.

In particolare il Metodo Tomatis consiste nel ripercorrere le fasi dello

sviluppo evolutivo d’ascolto del soggetto, dalla vita intrauterina, attraverso

il parto sonoro, il pre-linguaggio e il linguaggio fino alla situazione attuale.La prima fase di ascolto è chiamata fase di Ritorno Sonoro perché riporta il

soggetto ad udire i suoni così come li percepiva nella vita intrauterina

(ascolto acquatico: i suoni giungono attraverso il liquido amniotico). Inizia

un vero e proprio cammino relazionale che ricalca quello vissuto, come feto,

con la madre. Il filtraggio dei suoni permette di eliminare le basse frequenze

che non giungono al feto.

Si ripercorre poi, attraverso le sedute di ascolto, il cammino verso la nascita.

A questa prima fase segue quella del Parto Sonoro: si abbandona progressivamente l’ascolto “acquatico” per passare ad un ascolto aereo, che

ci pone in una nuova relazione con il mondo esterno.

La tappa successiva è quella del Pre-Linguaggio, che, come dice il termine,

è la fase che permette di “rivivere” il momento immediatamente precedente

alla comunicazione verbale, momento che coincide nel bambino con l’inizio

dell’assunzione di una postura verticale. È stato dimostrato che nell’uomo la

capacità di parlare si sviluppa proporzionalmente alla capacità di mantenersi

eretto.

La quarta tappa del cammino terapeutico proposto è la fase del Linguaggio,fase dell’apertura all’ascolto e alla comunicazione. Attraverso questo

itinerario di rieducazione uditiva possiamo utilizzare tutte le risorse per 

raggiungere un migliore equilibrio personale e beneficiare dei processi di

dinamizzazione e di creatività favorite da una buona postura d’ascolto,

quella che ci permette di realizzare una carica ottimale della corteccia

cerebrale.

La ricerca scientifica sa molto poco sui meccanismi di trasmissione

dell’informazione uditiva al cervello e sul trattamento dell’informazione che

giunge da parte dei circuiti cerebrali. Tale conoscenza è poi molto piùlacunosa se consideriamo la vita intrauterina. Resta ancora da fare molto

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lavoro di ricerca per determinare, per esempio, il ruolo del tappo gelatinoso

che ostruisce l’orecchio del feto: ha esso forse la funzione di livellare

l’ascolto aereo e quello osseo? Da questo potrebbe derivare l’assenza di

distinzione fra i suoni fetali e quelli di origine esterna (ossia il corpo

materno e i rumori del mondo esterno)? Il semplice fatto di trovarsiimmerso in un liquido potrebbe ridurre il meccanismo uditivo alla sola

conduzione ossea.

figura 5: l’orecchio elettronico del prof. Tomatis

Partendo da questa intuizione Tomatis ha realizzato uno strumento:

l’orecchio elettronico, progettato e perfezionato progressivamente,

composto di vari apparati elettronici e di una cuffia speciale capace di

trasmettere i suoni anche attraverso la via ossea. Grazie all’orecchio

elettronico, delle registrazioni musicali particolari, strumentali o vocali,

vengono appositamente filtrate, impoverite di frequenze gravi e arricchite di

frequenze acute. (17)

Un’altra intuizione di Tomatis ha portato alla dimostrazione del nesso

esistente nel circuito nervoso tra orecchio destro ed emisfero cerebrale

sinistro e ciò ha effetto sul linguaggio pensato e verbale, sull’ emotività e

sulle relazioni socio-affettive. Infatti i due orecchi non sono utilizzate allo

stesso modo: il controllo dell’ascolto è fatto da un solo orecchio, quello

destro. Ciascuno dei due emisferi del cervello ha una funzione diversa:l’ascolto sonoro è analizzato nella parte esterna dell’emisfero sinistro,

collegata all’orecchio destro, dove è situato il centro del linguaggio. Se si

utilizza invece l’orecchio sinistro, il tempo richiesto per l’ascolto, per motivi

anatomici, è molto più lungo del tempo necessario per l’ascolto a destra e il

messaggio sonoro si trova così a passare per due volte nella zona del

cervello, chiamata Sistema Limbico, dove hanno sede le memorie affettive e

le emozioni. Questo può essere causa di difficoltà nel linguaggio e di

disturbi nella sfera affettiva. Per questo motivo, applicando il Metodo

Tomatis, viene tra l’altro favorito l’ascolto con l’orecchio destro. (18)Svariati sono i campi di applicazione che il Metodo Tomatis si propone di

risolvere: la rieducazione di una serie di turbe posturali e motorie quali la

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scoliosi, la cifosi dorsale, l’iperlordosi lombare, difficoltà di coordinazione e

di controllo del movimento (es. ritardo psicomotorio), stati di ipertono

muscolare, ecc.

Il Metodo Tomatis trova inoltre applicazione nel campo della

 psicosomatica. Nei soggetti con disturbi di natura psicosomatica sono stateosservate e documentate una diminuzione della tensione nervosa, della

irritabilità, dell’apprensività. (19)

Vi è anche un’applicazione nella preparazione al parto in quanto favorisce il

rilassamento, riduce l’ansia, incidendo favorevolmente su travaglio e parto e

migliorando la comunicazione madre-bambino in gravidanza

Un altro importantissimo campo d’applicazione del Metodo Tomatis è

quello delle difficoltà di apprendimento scolastico: problemi di lettura

(dislessia) ,di ortografia, di calcolo, di memoria, di attenzione e

concentrazione.

Analogo discorso per i problemi di linguaggio (balbuzie, ritardo di parola),

tanto che in Francia l’Orecchio Elettronico è riconosciuto ufficialmente e

viene usato anche all’interno della scuola.

Un altro settore di notevole applicazione è l’apprendimento delle lingua

straniere, che richiede un’utilizzazione nuova dei circuiti neuronali legati

all’ascolto e alla parola: il sistema nervoso della persona deve

 progressivamente abituarsi a ritmi e suoni per lui inusuali e ciò avviene

grazie a programmi specifici.Con questo metodo si può inoltre ottenere un grande miglioramento della

voce e della dizione, in quanto si favorisce la disposizione dell’orecchio a

recepire al meglio le diverse sfumature dell’intonazione e del volume della

voce. Ciò può essere molto utile a professionisti quali attori e presentatori.

Il Metodo Tomatis ha dimostrato infine di poter dare un grande beneficio in

campo psicologico e psichiatrico nei casi di insonnia, ansia, angoscia,

depressione, autismo, anoressia e bulimia.

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NOTE CAPITOL O 9

(1): Hans Jenny, Cymatics, Baisilius Presse AG, Basel, 1967

(2): Critchley, Macdonald and R.A, Music andtheBrain, Henson eds.,

1977, London

(3): Terence McLaughlin, Music andcommunication, Faber and Faber,

London, 1970

(4): David Tame, TheSecret Power of Music, Destiny, New York, 1984,

 pag. 136

(5): David Tame, TheSecret Power of Music, Destiny, New

York, 1984, pag. 137

(6): 5° Congresso Europeo di Endocrinologia, Torino, 9-13 giugno

2001, promosso dalla "European Federation of Endocrine Societies",Simposio via satellite sulla Musicoterapia.

(7): Rauscher, F.H., Shaw, G.L. and Ky, K.N., Music andspatial

taskperformance, Nature, 1993, 365:611

(8): Don Campbell, L'effetto Mozart, Baldini & Castoldi Editori

Milano, 1999

(9): ( http://www.mozarteffect.com)

(10): (http://www.rsm.ac.uk/pub/j04-01mozart.pdf )

(11): (www.yanni.com)

(12): (http://www.mindinst.org)

(13): (http://www.musica.uci.edu/mrn/V7I2S00.html#Stocking)

(14): Edoardo Boncinelli, Genoma: il grandelibro della vita,

Mondadori, Milano, 2001

(15): Alfred Tomatis, Ascoltare l’Universo, Baldini & Castoldi,

Milano, 1998

(16): Vedi capitolo 4.5(17): Alfred Tomatis, Dalla comunicazioneintrauterinaal

linguaggio umano, Como – Pavia, Ibis, 1993

(18): Alfred Tomatis, L’orecchio ela voce, Milano, Baldini e

Castoldi, 1993

(19): Alfred Tomatis, L’orecchio ela vita, Milano, Baldini e

Castoldi, 1992

.

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Capitolo 10

Biomusica

Ultimamente, anche con l'aiuto delle tecnologie informatiche, scienza e

musica hanno ritrovato una strada da percorrere insieme. La stretta

collaborazione tra scienziati e artisti ha prodotto i primi nuovi frutti in

comune. La musica, in particolare, sembra aver riacquisito il ruolo di punto

di incontro ravvicinato tra scienza e arte. Se i filosofi antichi immaginavano

il suono di stelle e pianeti, gli artisti-scienziati ci fanno ascoltare armonie

che provengono da mondi piccolissimi, a volte nascosti dentro di noi.

Sostanze organiche come il DNA, le proteine e gli ormoni sono composte da

elementi che somigliano straordinariamente, da un punto di vista strutturale,

ai ritmi musicali.

L'idea che il DNA ela musica possono essere collegati proviene dal lavorodel Dott. Susumu Ohno, un genetista che ha operato all'istituto di ricerca

Beckman della città di Hope in Duarte, California. I geni di ogni organismo

si compongono di frammenti del DNA, che a loro volta sono costituite da

quattro tipi di nucleotidi che contengono le basi adenina, guanina, citosina, e

timina, combinate in sequenze che sono uniche per ogni specie.

figura 1: sequenza di nucleotidi

In un intervallo immaginario, il Dott. Ohno assegnò le note musicali a

queste sostanze - do alla citosina, re e mi all’ adenina, fa e sol alla guanina,

la e si alla timina. Dopo avere assegnato le note musicali ad ogni base, il

Dott. Ohno scelse una chiave ed un tempo particolare, così come la durata di

ogni nota. Il risultato è stata una melodia che è stata composta da sua

moglie Midori, una musicista. Una volta trascritti, gli spartiti sono statieseguiti da musicisti professionali con strumenti come il pianoforte o

l'organo, il violino e la viola. Il Dott. Ohno ha composto le partiture di oltre

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quindici canzoni del DNA di una varietà di organismi viventi. Egli scoprì

che più evoluto è un organismo, più complicata è la musica. Il DNA della

singola cellula di un protozoo, ad esempio, è traducibile in una ripetizione di

quattro semplici note. Ma la musica trascritta dal DNA umano, ad esempio

del recettore dell’insulina , è molto più complessa. Ascoltatori esperti dimusica hanno scambiato queste composizioni basate sul DNA per la musica

di Bach, Brahms, Chopin ed altri grandi compositori . Queste melodie sono

maestose ed infondono ispirazione. Molte persone sentendole per la prima

volta sono mosse alle lacrime; non possono credere che i loro corpi, che

 pensavano essere mere raccolte di prodotti chimici siano musicali e

contengano tali armonie elevatrici ed ispiratrici ...

10.1Lericerchedi Susumu Ohno

figura 2: Susumu Ohno

Susumu Ohno è uno scienziato di fama internazionale, rinomato per il suo

lavoro su genetica ed evoluzione. Il Dott. Ohno si è accreditato nellacomunità scientifica per il lavoro su embrioni e genetica e la determinazione

del sesso, e per lo sviluppo di una teoria rivoluzionaria dell'evoluzione

attraverso la duplicazione dei geni. Il Dott. Ohno ha dedicato quasi 50 anni

della sua rinomata carriera alla ricerca genetica presso il centro per il Cancro

della città di Hope a Los Angeles; era una delle più influenti figure nel

campo della genetica. I suoi contributi hanno grandemente influenzato gli

scienziati in diversi campi della ricerca odierna ed hanno condotto a

numerose anticipazioni innovative. La carriera di Ohno è cominciata come

ricercatore associato nel reparto di patologia sperimentale presso la città diHope, Los Angeles, nel 1952. Come giovane ricercatore , il suo lavoro è

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culminato nella scoperta della forma inattiva di uno dei due cromosomi X

nelle femmine. Questa scoperta ha condotto ad un nuovo tipo di ricerca

genetica nei mammiferi. Nel corso delle sue prime indagini, il Dott. Ohno

scoprì anche che nuovi geni spesso si evolvono dopo che c'è stata una

duplicazione nella sequenza genetica di un gene esistente. Questo lavoro,rivoluzionario per il suo tempo, ha grandemente influenzato la ricerca futura

degli investigatori nel settore della genetica e dell’ evoluzione. Nel 1966 , il

Dott. Ohno divenne presidente della divisione di biologia della città di

Hope, un incarico che tenne fino a 1981. Durante questo periodo, la ricerca

del Dott. Ohno si è concentrata sui geni e proteine che regolano la

determinazione del sesso. Come presidente della divisione di biologia, il

Dott. Ohno ha anche reclutato e sponsorizzato un notevole gruppo di biologi

molecolari includendo Arthur Riggs, PhD e Keiichi Itakura, PhD, che in

cooperazione con Genentech, hanno creato il gene per ottenere l'insulinaumana e l'ormone di crescita umano, grazie ai batteri. Nel 1981 , il Dott.

Ohno ha ottenuto la cattedra per la ricerca genetica dalla città di Hope.

Questo onore, concesso a vita, gli diede l'opportunità di perseguire i suoi

obiettivi scientifici con indipendenza. Durante questo periodo, il Dott. Ohno

decideva di indagare il collegamento tra composizionemusicalee

sequenzedel codicegenetico, poichè spartiti musicali e codici genetici

sono basati sulla ripetizione. Egli ha testato questa correlazione traducendo

varie sequenze genetiche in musica. Durante la sua carriera, il Dott. Ohno

 pubblicava più di 350 articoli in importanti riviste scientifiche negli StatiUniti ed a livello internazionale. Era un membro dell'accademia nazionale

delle scienze degli Stati Uniti e dell'accademia americana di arti e scienze.

Egli era anche membro a vita della società scandinava di immunologia e

della società giapponese di genetica. Nel 1992 , il Dott. Ohno è stato eletto

nella prestigiosa reale accademia danese di scienze e lettere, un onore spesso

concesso a destinatari del premio Nobel. E’ morto il 13 gennaio 2000 all’età

di 71 anni.

La ricerca di Ohno ha rivelato un mondo insospettabile. Nelle profondità

invisibili delle cellule viventi esistono figure meravigliose, eleganti cristalli, perfette spirali, mirabili geometrie. Il materiale ereditario, il famoso DNA

(Acido DesossiriboNucleico) è un nastro a doppia spirale avvolto in una

regolare e lunghissima elica di misure costanti e perfette. Le officine della

sintesi proteica, i ribosomi, formano ordinati cristalli che si aggregano in

tetrameri. I virus sono dei meravigliosi poliedri fedeli alle regole dei solidi

 platonici. L’armonia della natura inizia dalle sue più segrete e minute

strutture, inizia nell’invisibile e si rivela nell’eleganza e nella grazia delle

forme visibili. La più straordinaria escursione nella inosservabile armonia

della natura e’ stata compiuta da Ohno che è riuscito a produrre melodiemusicali dalla struttura del DNA (1).

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figura 3: rappresentazionedella catenadel DNA

Il principio da cui Ohno è partito è che la vita è caratterizzata da una

moltitudine di ricorrenze e da ripetizioni di moduli. Nel bruco come nel

fiore contornato di petali, nelle vertebre di un animale superiore, nelle fibre

muscolari, nei tessuti vegetali, tutto è ripetitivo. Il principio della Ricorrenza

Ripetitiva governa tutto.Anche nella cultura umana la ripetizione fonda la bellezza. Ohno sostiene

che mentre gli ordinari mortali si contentano di imitare gli altri, i geni

creativi sono condannati a plagiare se stessi. Essi inventano raramente più di

un modusoperandi nella loro vita, e persino la civiltà si è in gran parte

fondata sul plagio di un piccolo numero di creazioni. “La grande quantità di

chiese gotiche può essere vista come un plagio paneuropeo della abbazia di

St. Denis o della cattedrale di Sens” (2). Anche la vita si è formata

attraverso la ricorrenza di pochi moduli originari.

Questa è un'idea che Ohno sostiene dal 1970, quando pubblicò EvolutionbyGeneDuplication (Evoluzione per duplicazione di geni). (3)

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In natura il messaggio genetico genera catene di amminoacidi (proteine)

attraverso un codice.

Lo stesso messaggio, processato con un codice musicale, genera catene di

note che si sistemano nel pentagramma a produrre suoni. Che genere di

suoni? Che sorta di musica? Susumu Ohno, con la collaborazione di MartyJabara, musicista a Los Angeles, o della moglie Midori, ha preparato varie

 partiture, alcune pubblicate, alcune destinate agli amici. È’ una musica

tonale, garbata, caratterizzata dalla ricorrenza di un tema musicale

dominante e dalle sue variazioni. Qui ricorda Bach, là Chopin.

Il ritorno del motivo esprime quella ricorrenza ripetitiva che il DNA con i

geni serba nel suo messaggio. La chiave musicale consente di rendere la

ripetizione di un modulo chimico in un motivo musicale ritornante, in un

ritornello. L'operazione di Ohno e del suo amico musicista è stata piuttosto

semplice. Egli ha convertito ognuno delle quattro basi: adenina ( A ), timina(T), citosina ( C) e guanina ( G ) in due possibili note in chiave di violino:

A in do-re, G in mi-fa, T in sol-la, C in si-do concedendosi l'arbitrio di

scegliere tra le due per esigenze musicali.

L 'accompagnamento, in chiave di basso, è anche affidato al gusto musicale;

e così il tempo. Tuttavia il vincolo imposto dal codice genetico rimane forte,

e regola la struttura fondamentale del brano. Ascoltando la Musica del

DNA si percepisce un segno d’ordine, una disposizione armonica che il

DNA contiene e la musica trasmette. Tutta la vita è simmetrica, armoniosa,

modulata, ma si rimane incantati ad ascoltare la melodia espressa da unastruttura chimica sottilissima e invisibile, racchiusa nel cuore più segreto

della cellula. Il codice musicale adottato da Ohno è semi-vincolante, poiché

i nucleotidi sono meno delle note (4 contro 7). Tuttavia da una partitura

musicale si ritorna ad una ed una sola sequenza nucleotidica. Data la chiave

di trasformazione e una serie di note, la sequenza nuclotidica del DNA è

generata univocamente. Allora ci si può chiedere: esistono sequenze

genetiche corrispondenti a musica già composta? Ohno ha iniziato la

ricerca partendo dal Notturno op. 55 n°1 di Chopin che per alcune sue

caratteristiche strutturali si prestava bene. La perlustrazione tra i geniconosciuti è stata lunga, e infine Ohno si è imbattuto, quasi incredulo, in una

sequenza genica che rassomigliava straordinariamente alla versione chimica

del Notturno. Era un frammento del gene per la Polimerasi II (una proteina)

del topolino. Nel Notturno op. 55 n°. 1 di Chopin si incontra un soggetto

ricorrente di nove note:

do-fa-mi-re- do-si-do-re-do

che si presenta invariato o con varianti.

Il nonamero si traduce nella seguente sequenza di basi:CAACCTCCC

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Questo è un modulo ricorrente nel DNA del gene in esame. Si

 presenta ripetutamente nella versione esatta o con leggere

modificazioni. Se il gene è trasformato in sequenza musicale,

nell’ascoltarla, al piano, si prova un’intensa commozione, come

se la natura rivelasse una melodia chopiniana che da milioni emilioni di anni teneva serbata nel suo cifrario chimico; come se

quella melodia, discesa dal mondo degli archetipi, avesse

ispirato Chopin il secolo scorso. Come spiegare questa

 periodicità del DNA? Ecco ricomparire l'Ohno genetista con la

sua idea dell'Evoluzione per Duplicazione del DNA. Le prime

catene di DNA, in un ipotetico "brodo primordiale" pre-biotico,

sarebbero state piccole sequenze di 7-10 basi. Queste si

sarebbero poi allineate, ripetendosi in serie, in modo da formare

strutture modulari. Le susseguenti vicende dell'evoluzionechimica avrebbero poi introdotto variazioni in queste catene

monotone, senza tuttavia abolire la fondamentale ripetitività del

modulo iniziale. Se la natura ha costruito il suo messaggio

genetico (il DNA), mettendo in fila tante stutture eguali e poi

lasciandole variare, essa ha prodotto composizioni chimiche

simili alla sonata di Chopin. Miliardi e miliardi d'anni dopo, un

genetista giapponese ha disposto queste sequenze sul

 pentagramma e ha rivelato musicalmente le armonie primordiali

della vita. In alcune striscioline della magica molecola,abbiamo scoperto interne armonie, decorsi melodici, strutture

ricorrenti. Se il cieco accidente avesse costruito le strutture

viventi, senza una logica generativa e senza armonia,

l'esperimento di Ohno non sarebbe riuscito a nessuno.

10.2Lericerchesulla musicadel DNA

Questa linea di ricerca è stata poi ripresa e sviluppata da altri ricercatori edartisti.

In Internet possiamo trovare materiali di artisti come John Dunn. Questo

artista, che è anche programmatore, è riuscito ad ottenere da ormoni e Dna

umani dei ritmi che vale la pena ascoltare. Inoltre, grazie alla collaborazione

del botanico K.W. Bridges e di M.A. Clark, docentedi biologia presso

l'università Wesleian (Texas) ha sviluppato un programma, il BIO 2 Midi, in

grado di tradurre la struttura degli aminoacidi in sequenze musicali. (4)

Analoghe sinfonie musicali, ottenute ricopiando le sequenze delle quattro

unità chimiche che formano la molecola del Dna, sono state realizzate daDavid Deamer, biofisico dell'Università di Davis e Susan Alexander,

compositrice e docente di musica alla California State University: essi

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hanno sviluppato delle sinfonie che assomigliano proprio alle Quattro

Stagioni di Vivaldi o alla Nona Sinfonia di Beethoven. (5)

Le molecole di DNA che determinano le caratteristiche genetiche di ciascun

individuo variano da persona a persona e le sinfonie sono perciò infinite,

dato che la sequenza delle quattro componenti chimiche è sempre diversa.Alcuni individui hanno un Dna musicale noioso, lento e ripetitivo, sostiene

Deamer, mentre altri possono suggerire musiche simili al jazz, altri al blues,

le possibilità sono davvero infinite.

 Negli U.S.A. è già iniziata la corsa alla conversione dei propri geni in

musica, basta andare in un laboratorio medico, farsi determinare la struttura

del proprio Dna e affidare i risultati a un compositore.

Ma il DNA non è l'unica sostanza biochimica ad essere stata convertita in

armonie musicali. Mary Anne Clark, con l'aiuto di John Dunn e del suo

 programma, ha realizzato la musica delle proteine. Dal suo sito è possibilescaricare interessanti esempi. (6)

figura 4: Mary Ann Clark, biologa della Wesleyan University, Texas

La Clark descrive in modo suggestivo la sua ricerca.” Io amo entrarenell'edificio della musica, chenella mia universitàèaccantoall'edificiodella scienza. Attraversandoleportedellestanzedi pratica musicale, possosentire i frammenti di 1000 anni di musicascritta, suonatao cantata

dall'attuale generazionedi studenti di musica, qualcunoconfinezza,qualcunoconesitazione, qualcuno conimprovvisazioneselvaggia. Pensocheseinqualchemodo potessi entrarein una cellula viva, sentirei qualchecosa di simile– i ribosomi ela sintesi delleproteine, suonano lelorosequenzedi amminoacidi, nota sunota, secondouno spartito genetico cheèriprodottoqualchevoltacon fedeltàassoluta, qualchevoltaconalcunesostituzioni fuori programma, equalchevoltaconassordanti edinventiviabbellimenti. Ogni generazionedi celluleinogni organismo viventesuonalo spartitogeneticodella sua specie. Comunque, mentrela storia della

musicacomenoi la conosciamo ha 1000anni, la storia della musicagenetica ha almeno 3.8 bilioni di anni di preparazione.

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Circa10 anni fa, andai adunseminario di facoltà a sentireundiscorsodiun collega sulla composizione. Mentre lui discuteva sucomeselezionare,cambiareed organizzarei motivi musicali, io ero presa dal parallelismo trala struttura musicale, la struttura delleproteineedi geni cheli codificano.

Ancheleproteine sembrano esserecompostedi frasi organizzatein temi.Da anni ero catturata daquestaimmagine, eprovavo saltuariamenteadinteressare dei musicisti per convertire una sequenzaproteicainunasequenzamusicale.

Mi convincevo chequestoera possibile, chelesequenzedi amminoacidi,pur nella loro complessità, avrebbero rivelato unequilibrio, necessario pergenerare combinazioni musicali esteticamenteinteressanti ebiologicamenteinformative. Ci sono venti amminoacidi nelleproteine, sufficienti per treottavedi una scala diatonica. Essi nonsi combinano a caso, proprio come

le noteinunbrano musicale. Entrambe, leproteineela musica sonosignificative.

Adesempio, la proteinadell'emoglobinaassolvealla funzionedi trasportodell'ossigeno. Alcunecaratteristichedella nota musicaledell' emoglobinasipossono vedereesaminando proteinedi speciediverse, chesuonano questanota comevariazioni di unsolo motivo. Adesempio, il tuatara, unrettileesotico, sembra averepoco incomunecongli umani, ma la

somiglianza tra la sequenzadi aminoacidi della betaglobina di unacreatura umana equella del tuatara indicano cheentrambeleproteinesono

levariazioni di unmotivo cheesisteva prima della divergenza dellelineeevolutivedei mammiferi dai rettili 200 milioni di anni fa.

Figura 5- Betaglobine: Confronto tra le sequenzeumaneeil tuatara

VHLTP EEKSA VTALW GK VNV DEVGG EALGR L LVVY PWTQR FFESF GDLST

VHWTA EEKQL VTSLW TKVNV DECGG EALGR LLIVY PWTQR FFSSF GNLSS

PDAVM GNPKV KAHGK KVLGA FSDGL AHLDN L KGTF ATLSE LHCDK LHVDP

STAIC GNPRV KAHGK KVFTS FGEAV KNLDN IKATY AKLSE LHCEK LHVDP

Uomo

tuatara

ENFRL LGNVL VCVLA HHFGK EFTPP VQAAY QKVVA GVANA L AHKY HQNFNL LGDIF IIVLA AHFGK DFTPA CQAAW QKLVR VVAHA LAYHY H

Altrevariazioni della betaglobinasi possonotrovarenellespecie vertebratedi tutto il mondo, comeadesempio nei pipistrelli australiani, nei tapiribrasiliani, nelleranedagli artigli del Kenia, nel pescedragoneantartico enei pinguini Imperatore. Sebbenelesequenzedi betaglobinanonsianoidenticheinquestespecie, sono tuttavia simili , eseconvertiteinmusicapotrebbero esserericonoscibili comevariazioni di unmotivocomune.

Mentre sembra ovvio cheleproteineabbiano una struttura intrinsecamentemusicale, io nonho sentitouna traduzionemusicaledi una proteina fino al

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1996. Nell'intento di prepararmi per uncorso adhonoremsullesomiglianzestrutturali tra proteineemusica, ho fattouna ricerca in Internet, cercandoaltri ricercatori chepotessero avere interesseper questi parallelismi. Cen’erano alcuni enel sito della musica algoritmicadi J ohnDunn, trovai sia

la musicabasata sul DNA ela sequenza delleproteine, cheil softwarecheeseguela traduzionemusicale. Acquistai uno dei programmi di software, dausareconla classe, escoprii cheleproteineerano piùmusicali di ciò cheavevoimmaginato”. (7)

Un'altra collaborazione tra arte e scienza ci permette di ascoltare alcune

armonie delle radici biochimiche della vita. L 'artista Peter Gena , con la

collaborazione del medico genetistaCharles Strom, ha presentato la

traduzione musicale del DNA in occasione del Sesto Simposio di Arti

Elettroniche (Montreal, Canada, 1995).

Per convertire il DNA in sequenze musicali hanno usato delle sequenze del

DNA primario disponibili in CD ROM, relative al progetto sul genoma

umano che ha determinato un'esplosione di dati disponibili.

Ciò include i genomi completi dei virus, i genomi parziali dei batteri, e le

sequenze complete di centinaia di proteine umane.

Figura 6: Peter Gena(in primo piano) eCharles Stromm

Si è creata una musica generata dal computer che prende i suoi parametri

musicali direttamentedaquelli fisiologici presenti nel DNA. Un tratto diDNA consiste in una sequenza di nucleotidi che codifica una successione

specifica di amminoacidi. Le proprietà fisiche degli amminoacidi (costante

di dissociazione, peso molecolare, e la classe chimica ), combinate con le

 proprietà individuali delle basi, forniscono il punto di partenza dell'

ereditarietà, dell’ evoluzione e delle composizioni musicali di Peter Gena.

Egli ha generato composizioni musicali da diverse sequenze umane, virali, e

 batteriche.

Grazie a queste composizioni musicali, che sembrano invitare al sogno e

alla contemplazione, è stato possibile aggiungere qualche osservazione che

forse potrebbe risultare feconda anche da un punto di vista scientifico.(8)

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Il concertista L orin Hollander ha descritto la ricca visione di immagini che

ha sperimentato nel corso della sua vita mentre suonava i capolavori dei

grandi compositori. Queste immagini, egli afferma, prendono spesso la

forma di disegni geometrici estremamente complessi.

figura 7: L orin Hollander

Lorin Hollander ha una carriera professionale che dura da 50 anni ed è

iniziata con un debutto al Carnegie Hall all'età di undici anni. Egli era un bambino prodigio, ha composto musicagià all'età di tre anni e ha eseguito

Bach a cinque. Ha lavorato con le principali orchestre sinfoniche del

mondo, realizzando quasi 2000 interventi: in orchestre, in recitals, in

conferenze/relazioni, in complessi da camera come pianista, come direttore

sinfonico e corale.

Per più di 30 anni egli ha condotto classi in comunità aperte e residence

universitari, guidando orchestre di giovani, consigliando gli studenti,

tenendo seminari per persone particolarmente dotate e per consiglieri nelle

arti e nelle scienze. Hollander tiene anche conferenze e conduce ricerche

relative alla coscienza e creatività umane, alla psicologia transpersonale, alle

trasformazioni nel campo dell’istruzione ed educazione , alla crescita

spirituale e personale e alla salute intesa globalmente. Egli ha studiato le

disfunzioni criminali e suicide dei nostri bambini e come si può evitare la

violenza, (Columbine High). Egli lavora anche con leader aziendali sul

 processo di trasformazione nel posto di lavoro ed esplora in profondità una

comprensione multi-culturale della natura dell’ essere umano.

Hollander si stupì quando scoprì che le forme, che aveva visualizzato findall' infanzia, erano praticamente identiche a molti dei meravigliosi disegni

regolari delle moschee islamiche cosparse in tutto il Medio Oriente e India.

Le forme pentagonali ed esagonali, che sono ripetute in questi disegni,

mostrano una stretta somiglianza al modo in cui il DNA è rappresentato

nella notazione chimica bidimensionale. Nel corpo i nucleotidi che

costituiscono il DNA non sono, naturalmente, figure bidimensionali; questo

è solo un modo con cui vengono rappresentati sulla carta, nonchè il modo in

cui si rivelano all'immaginazione, sia di Hollander, sia dei biologi

molecolari, o dei grandi artisti che hanno abbellito le moschee dell'Islam.Svelare la musica latente nel DNA suggerisce un’innovativa visuale

riguardo all'evoluzione. Il processo evolutivo, piuttosto che un modo di

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trasmettere geni da una generazione all’altra, può essere considerato come

l’interpretazione musicale di ogni generazione nonchè "creazione di

musica" per le successive. Le mutazioni sarebbero i modi di armeggiare con

la melodia per di creare del nuovo e le note più complesse. Quindi "la

sopravvivenza degli individui più adatti " può volere dire " essereaccordati", "suonare con l'orchestra, " o " mantenere l'armonia." Il mondo

naturale è una sinfonia gigantesca, composta da innumerevoli

strumenti. (9)

Ma il mondo materiale è molto di più del solo DNA delle creature viventi; è

anche i corpi non viventi come rocce, stelle e le galassie . Si può pensare

qualsiasi cosa come musicale. La musica dei nostri geni può riflettere la

musica dell'universo. Dopo tutto, la materia costituente i nostri corpi si è

originata nelle galassie remote, ed i componenti atomici del nostro DNA

sono stati elaborati attraverso le vite di diverse stelle. È’ l'enorme pre-universo, dunque, la fonte delle melodie primordiali che eventualmente sono

 precipitate nel nostro protoplasma? E' forse il cosmo una immensa banca di

motivi da cui la musica del nostro DNA è stata prelevata?

10.3Applicazioni nel campo della diagnosi medica

Un altro importante settore di ricerca è quello relativo alle analisi

biomediche basate sul suono.

In tal senso appare interessante lo studio condotto da Ana Londral, InêsOliveira e Mafalda Pereira dell’Istituto Superiore Tecnico del Portogallo,

seguite dalla Prof. Ana Fred della cattedra di Ingegneria Biomedica, relativo

alla generazione di suoni in MIDI con una scheda musicale per computer,

 partendo dai segnali EEG di un elettroencefalografo ai fini di una più facile

e corretta diagnosi in pazienti affetti da turbe e disturbi del sonno. (10)

Altra indagine interessante è quella realizzata da alcuni ricercatori

dell'Università di Cambridge che potrebbe trovare applicazione nella

diagnosi di molte malattie, dall'Aids all'epatite. I ricercatori hanno sfruttato

la vibrazione di alcuni cristalli di quarzo, ricoperti con un anticorpo al qualesi attaccano le particelle virali. Questi complessi sono immessi in un campo

elettrico, per far "suonare" i virus. Infatti, aumentando il voltaggio, i cristalli

cominciano a vibrare sempre più velocemente fino a quando i virus si

staccano con uno scoppio caratterizzante ogni singolo virus. Tale scoppio è

registrato dal cristallo il quale si comporta come un microfono. "E' comeunosparo", ha dichiarato Matthew Cooper che ha coordinato lo studio,

"anche se l'emissione è simile a quella di un'onda radio FM e quindi è al di

fuori del campo di ascolto umano". Dalla scoperta i ricercatori sperano di

ottenere uno strumento d'indagine più efficace nella diagnosi dei virus"ancheperché", ha spiegato il microbiologo Donald Jungkind della Thomas

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Jefferson University, "letecnicheusatefino adoggi hanno mostratoi lorolimiti".

Questa squadra di scienziati di Cambridge ha inventato un metodo che può

rinnovare radicalmente il modo con cui finora si sono scoperti i virus. La

 procedura, che è descritta nel numero di settembre 2001 della rivista NatureBiotechnology, è stata sviluppata nell'università di Cambridge, Dipartimento

di chimica, da un’equipe che include Victor Ostanin, David Klenerman,

Matthew Cooper, Tony Minson, Alexander Slepstov, Fedor Dultsev, Lianne

Cabuche e Chris Abell.

Dice il Dott Matthew Cooper "Il metodo èpoco costoso, versatileed irisultati si ottengonomolto piùrapidamentechecon letecnicheconvenzionali. Abbiamo ottenutobuoni risultati inlaboratorio, ma letecnichedovrannoessereulteriormenteperfezionateprima di poterle

applicare negli ospedali. Per esempio, nei nostri test, noi usavamo un virussemplicedi herpes, cheèunmodello utileper diagnosticare viruspiùminacciosi comequello dell'HIV edell'epatiteB”.

Il processo intero si completa in meno di due ore: si spera così di poter 

ridurre i periodi di ansiosa attesa per i pazienti che devono essere

diagnosticati. E' stata costituita una compagnia, chiamata Akubio, per 

commercializzare la tecnologia, usando i fondi ottenuti dall'università di

Cambridge e dalla compagnia di capitale Abingworth Management,

specializzata in scienze naturali. L'obiettivo è di approntare uno strumento

 più piccolo ed estendere lo spettro di applicazione a batteri, proteine eDNA.(11)

figura 8: il virus umano dell’herpes

I ricercatori sperano con esso di diagnosticare l’HIV, l’epatite ed

l’influenza. Il loro metodo può offrire una tecnica rapida e sensibile per 

scoprire le infezioni virali. La scoperta rapida di virus può essere un fattore

critico se si sta diagnosticando la meningite o esaminando un'infezione da

HIV: più rapidamente si può ottenere una risposta meglio è ed il team di

ricercatori spera che la tecnica possa essere la base per un detector di virus.

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 Nonostante la metodica sia così sensibile da identificare una singola

 particella virale in una piccola goccia , essa può anche scoprire milioni di

 particelle in un'infezione dilagante. Comunque, gli esami clinici, contenendo

una miscela di proteine ed altre molecole, possono essere più complicati,

afferma cautamente Cooper.“C'èbisogno di metodi di scoperta virali migliori”, dice il microbiologo

Donald Jungkind dell'università Thomas Jefferson di Philadelphia, “letecnichetradizionali hanno i loro limiti. Gli anticorpi per scoprireleproteinevirali hanno una sensibilitàbassa. L'alternativa, la catenaamplificata della polimerasi (PCR) per scoprireil DNA virale, èestremamentesensibilema laboriosa ecostosa”. (12). “Per questo ildetector viralepuò essere postoincampo”, aggiunge l'immunologo Paul

Parren dell'istituto di ricerca "Scripps" di la Jolla, California, “edessere

convertito inuna macchina piùpratica. Inoltreil ceppo virale si potrebbeidentificareusando diversi anticorpi, così da poter realizzareil vaccinogiusto”.

figura 9: il nuovo detector di virus

Ma usare i detectors presenta alcuni problemi, come è emerso dalla recente

epidemia virale di afta epizootica nell'UK. Con l'epidemia non ancora

sconfitta completamente, la scoperta rapida di virus negli animali risulta

interessante. Attualmente, pelle o esemplari di sangue dagli animali sospetti

sono inviati al laboratorio, dove si impiegano fino a 5 giorni per arrivare ad

un verdetto. Con la necessità di rapide diagnosi, un test veloce, accurato e

sensibile sarebbe utile. Con le macchine di PCR bisogna attendere per circa

5 giorni una convalida ufficiale, mentre una macchina futura che usasse

l'analisi del suono, pur dovendo essere decontaminata prima di essere

inviata da una fattoria ad un'altra, potrebbe fornire una diagnosi più rapida. :

Una paura che sta creando una certa "riluttanza" ad abbracciare tale

semplice e rapida tecnologia è che gli animali, identificati come infetti

usando il test liberamente disponibile, siano poi seppelliti con discrezione

senza adeguate norme igieniche.

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10.4L a musica dellepiantemedicinali

Un’altra applicazione interessante viene dalla traduzione in musica delle

sequenze del DNA di piante medicinali. Negli U.S.A. è nata AudioGenetics,

una compagnia registrata nel gennaio del 1997, anche se la sua tecnologia e progetti sono stati sviluppati sin dal 1993.

David Lane, il fondatore e presidente della compagnia, è il responsabile per 

lo sviluppo della biotecnologia ed esegue personalmente gli arrangiamenti

dell'AudioGenetics, Inc.

Il Sig. Lane sta anche completando la laurea in biologia molecolare e

cellulare all'università dell' Arizona e ciò fornisce il "supporto" scientifico

necessario per sviluppare la tecnologia di base di AudioGenetics, , in

risposta alle domande correnti del mercato per la salute alternativa,

 benessere e prodotti omeopatici, di cui il CD “gensong” è il prodotto di

 punta.

figura 10: il sito internet di Audiogenetics

L'AudioGenetics rappresenta la fusione della musica con la biologia

molecolare. (13)

Immaginate di essere in grado di prendere il progetto genetico, cioè il

messaggio, di una pianta o di un'erba; diciamo l’Echinacea o il GinkgoBiloba, catturatelo e trasferitelo in un compact disc senza perdere

l'inequivocabile identità biologica che dà a ogni pianta le sue qualità

 peculiari.

Considerate ora che un messaggio genetico da piante o da animali viventi,

sia lo stesso che la pianta usa in ogni cellula per esplicare le sue

fondamentali ed univoche proprietà. Pensate agli effetti che si possono

ottenere con il suono creato da messaggi genetici naturali.

La tecnologia di Audiogenetics trasforma i geni in suoni udibili, digitali,

senza che vengano perse nel processo l'identità o le qualità del campione.

L'Echinacea suona come solo l'echinacea può, una rosa suona come una

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rosa, un uccello come un uccello. Questa musica vivente, proveniente dal

mondo vegetale ed animale, è disponibile in cd audio.

E’ una semplice terapia musicale, guidata da immagini, progettata per 

formare o fortificare i collegamenti tra corpo e mente e per promuovere il

 benessere facendo comunicare facilmente i circuiti della mente con gli altrisistemi del corpo.

Ho analizzato, come esempi, dei brani musicali relativi al DNA di queste

 piante: Echinacea e Ginkgo Biloba.

Echinacea: questa è una trascrizione musicale di un piano genetico la cui

“espressione” produce la sorprendente echinacea. La pianta dell’ echinacea

è stata utilizzata per molti secoli e si dice abbia la proprietà di togliere gli

effetti spiacevoli tipici dell'umido, del freddo, dei mesi invernali. Oggi sono

note le proprietà anti-infettive di questa pianta che sono state appurate

attraverso una rigorosa verifica clinica e farmacologica nelle università e neicentri sanitari in tutto il mondo. Restiamo in attesa di apprendere di più su

come la scienza rivela i segreti che appartengono a questa erba.

Ginkgo Biloba: erboristi e scienziati argomentano le prove della reputazione

conclamata del Ginkgo Biloba. La cultura popolare applaude questo antico

albero capace di aumentare la memoria, di 'chiarire' alcuni pensieri, e

generalmente rendere il cervello più felice e più calmo. Prima che gli effetti

specifici del Ginkgo Biloba siano stati per così dire 'provati' dalla medicina

moderna, la gente utilizzava Ginkgo Biloba ogni giorno perché di aiuto nel

logorio della vita quotidiana. Ascoltandolo lasciamo spiegare al Ginkgo

stesso perché niente che possiamo dire suonerebbe meglio.

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NoteCapitolo 10

(1): Susumu Ohno & Marty Jabara. Repeats of BaseOligomers (N=3n ±1

or 2) asImmortal CodingSequences of thePrimeval World: Constructionof CodingSequences is basedupon theprincipleof Musical Composition,

Chemnica Scripta 1986 26B; 43\49

(2): Susumu Ohno e Midori Ohno. TheAll pervasivePrincipleof Repetitions RecurrencegovernsNotonlyCodingSequenceConstructionbutalsoHumanEndeavor in musical composition. “Immuno-Genetics” 1986,

24: 71-78

(3): Susumu Ohno, EvolutionbyGeneDuplication. Berlin-New York,

Springer-Verlag, 1970

(4):   http://www.algoart.com/dnamusic/(5):   http://www.healingmusic.org/SusanA/

(6):   http://web.txwes.edu/biology/macclark/

(7): John Dunn and Mary Anne Clark, LifeMusic: TheSonificationof Proteins, Leonardo on line, 1977

http://mitpress2.mit.edu/Leonardo/astn/homestead.html

(8): Peter Gena and Charles Strom, Musical Synthesis of DNA sequences,

Proceedings of the Sixth Symposium on Electronic Arts: Emergent

Senses, Montreal, Canada, 1995(9):   http://www.lorinhollander.com/

(10): red.lx.it.pt/~afred/EB99/midi/biomusic.html

(11): Matthew A. Cooper, Fedor N. Dultsev, Tony Minson, Victor P.

Ostanin, Chris Abell, and David Klenerman, Direct andsensitive

detectionof a humanvirusbyrupture event scanning, Nature

Biotechnology, 19,833-837, Settembre 2001

(12):   http://jeffline.tju.edu/CWIS/DEPT/Pathology/jungkind.html

(13):  http://www.audiogenetics.com/

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Capitolo 11

L a musica in Biodanza

Da quanto ho fin qui esposto emerge chiaramente come le intuizioni e gli

studi condotti dal prof. Rolando Toro Araneda, ideatore del Sistema

Biodanza, hanno trovato larga conferma presso la letteratura e le indagini

scientifiche fino ad oggi condotte.

In particolare intendo mettere in evidenza che l’ascolto musicale non può

essere ridotto solamente ad un automatico meccanismo di funzionamento

del timpano e degli organi uditivi.

Tutto il corpo è implicato, tutti i tessuti da quelli ossei a quelli muscolari,

inviano informazioni al cervello durante la percezione di un brano musicale.

Inoltre la musica ha profondi effetti sulle emozioni interessando il sistemalimbico-ipotalamico che a sua volta agisce sull’equilibrio neurovegetativo

attivando vari neurotrasmettitori.

Tale visione unitaria del fenomeno musicale è propria della Biodanza e gli

studi di Rolando Toro sono in origine partiti dagli effetti euforizzanti o

regressivi di alcuni brani musicali, accompagnati dalla danza, effettuati

 presso il Centro Studi di Antropologia Medica della Scuola di Medicina

dell’ Università di Santiago del Cile. (1)

11.1L a biomusicain Biodanza

Il corpo umano ha ritmi interni che risuonano con la musica. Per questo il

ritmo musicale ha il potere di influire sul corpo, come ad esempio far 

muovere la muscolatura o variare le onde cerebrali. Mentre si esegue un

esercizio di Biodanza, poichè la persona non è focalizzata a livello di

attenzione ma, attraverso la vivencia, ha diminuito questa soglia, il corpo si

sintonizza con il ritmo musicale proprio perché esso stesso è musicale.

Le funzioni biologiche corporee hanno pulsazioni, ritmi, movimenti ed ogni

organo o zona del corpo è in sintonia con le altre, quasi a costituireun’esecuzione musicale caratterizzata da armonia e risonanza ritmica.

Il cuore, i polmoni, le viscere, il cervello mentre sono in attività eseguono

quella che potremmo chiamare la polifonia corporea biologica, quasi che

ogni organo emettesse un suono in perfetto accordo con gli altri.

Il nostro corpo in generale e gli specifici organi in particolare, proprio come

gli strumenti di un’orchestra, possono essere accordati se non producono un

suono armonico. La musica, il suono ed il ritmo vibrano in noi o nelle

specifiche parti e possono apportare l’accordo perfetto ai ritmi della vita e

dell’universo.

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101

Partendo da queste premesse la Biodanza utilizza ampiamente la Biomusica

realizzando tutta una serie di esercizi:

“Scopertadel corpo comeoriginemusicale:

-   Ritmo cardiaco

-   Suono del respiro: Sospiri. Esalazioni forti-   Battiti di mani

-   Voce, grido, lamento, riso

-   Fischio.

Combinazionedi suoni corporali erumori o suoni puri:

-   Corodi “Canna Divina”: “Aaaa…”

-   Cantodell’Emergente

-   Polifonia melodica (Coro Lamaista, Coro dell’Oceano, Coro delVento…)

-   Polifonia Ritmicaconmantra: “A-se-sita-Hum. Samba canandacaminabumba” o contamburo efischietto, Ritmo individualeconTamburo,Ballo conTamburo

Dialogo di voci

Duettodi voci

Coro libero o basedi armonici

Polifonia increscendo

Gorgheggio, ruggito, latrato, grido del passero, ecc.

Introduzioneal grido

Utilizzo di strumenti (campane, gong, flauto, sitar, chitarra, piano, ecc.)

Linguaggio onomatopeicoelinguaggio glossico

Canto ritmicostile“Spirituals”

Esercizi conparole cantate(vocalizzazioni ritmiche, prosodicheearmoniche)

Cori ecanzoni di vincolo consestessi, il prossimo el’universo”. (2)

11.2L a musicain Biodanza

Gli esercizi di Biodanza agiscono sul sistema nervoso autonomo, composto

dal sistema simpatico e parasimpatico. Il sistema simpatico produce risposte

negli organi che preparano all’attività (o all’emergenza) provocando per 

esempio l’aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, della

glicemia (zuccheri nel sangue) e, più in generale, l’aumento dell’attivazione

con le “reazioni di lotta e fuga”.

Il sistema parasimpatico, invece, produce, a livello degli stessi organi,

modificazioni generalmente in direzione opposta. La funzionalità dei due

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sistemi viene modulata da "centri" nervosi posti nel cervello, vera e propria

centrale di comando operativa e analizzatore delle esigenze di tutto il corpo.

 Negli ultimi anni si è dimostrato che i centri sopra citati sono influenzati

direttamente da una particolare zona del cervello denominata "sistema

limbico" che ha la funzione di attivare e manifestare le emozioni.Dunque a ogni emozione non corrisponde solo una reattività affettiva e

comportamentale ma anche una risposta da parte degli organi del corpo

mediata, appunto, dal sistema nervoso autonomo.

Inoltre tra i due sistemi vi è un meccanismo di alternanza d’azione: quando

uno è in attività, l’altro è in stasi.

A tale schema di funzionamento fisiologico si collegano le musiche usate in

Biodanza.

“La musicadal ritmo gioioso edeuforicoeledanzeconessa realizzatehanno un’azionestimolantesul sistema simpatico epossono produrrediversi effetti, tra cui:

-   aumento del ritmo cardiaco (tachicardia)

-   elevazionedella pressionearteriosa

-   vasocostrizionedell’areachecomprendel’apparato digerente,respiratorio eurogenitale

-   afflusso del sangueverso i muscoli chedevono entrareinazione

-   broncodilatazioneper permettere unamiglioredilatazione.

La musicalentaedolce, ledanzecon movimenti rallentati, gli stati ditranceedi regressioneintegranti, invece, attivanoil sistema parasimpaticoproducendo diversi effetti, tra cui:

-   una diminuzionedel ritmo cardiaco

-   unaumentodella secrezionedelleghiandolelacrimali esalivari

-   unaccumulo di riserve

-   una predisposizioneal sonno eal riposo

-   un’attivazionedell’eros ingenerale”. (3)

Le musiche dal ritmo gioioso ed euforico hanno un effetto ergotropico e le

musiche lente e dolci hanno un effetto trofotropico. Questa distinzione è

stata proposta da W. R. Hess (4) per differenziare gli stati dell’organismo in

grado di elevare i livelli di vigilanza e di attenzione, di euforizzare ed

energizzare (effetto ergotropico) e stati che inducono invece tranquillità,

rilassamento, riposo biologico (effetto trofotropico).

La nostra cultura ha veicolato uno stile di vita in cui l’obiettivo della

 produttività e della competizione esasperata ha determinato un ipersviluppo

delle funzioni organiche ergotrofiche come conseguenza di meccanismisociali dai quali è difficile sfuggire e che determinano uno squilibrio del

sistema neurovegetativo.

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La Biodanza intende modulare le due funzioni per riportare l’ equilibrio

organico e ristabilire l’ autoregolazione biologica.

Riportiamo alcuni esempi di musiche usate in Biodanza:

“Musichecon effetto Ergotrofico

1) “Alleluia” del “Messia di Haendel2) Hot J azz

3) Samba, Cumbia

4) Marcemilitari

5) Allegro dalla Sonata n. 3per violino eclavicembalo, Bach

6) “Tempesta”, dalla Sinfonia “Pastorale”, Beethoven

Musichecon effetto Trofotrofico

1) Canzoni d’amore

2) “DafneeCloe”, Ravel (inizio 2.aparte)

3) “Meditazione”, dall’opera “Thais”, Massenet

4) “Consolazionen. 3”, Liszt

5) Adagio dal 1.o Concerto Brandeburghese, Bach

6)   ConcertoGrosso in Reminore, Largo, Vivaldi”. (5)

11.3 Musica organicaemusica inorganica

(classificazioneproposta daRolando Toro)Con riferimento alla infrastruttura biologica in Biodanza possiamo

suddividere la musica in due tipolologie.

L a musica organica presenta attributi biologici quali fluidità, armonia,

ritmo, tono, unità di senso e coerenza. Sono musiche strutturate a partire da

un forte nucleo emozionale o da un proposito fortemente espressivo, come

ad esempio nel Concerto Grosso in Re minore di Vivaldi, nelle partiture di

Bach o in un Quartetto di Beethoven.

 Nella musica organica la struttura musicale forma un tutto unico con

l’emozione che contiene; ad esempio, sarebbe inutile cercare di separare,

nell’Adagio del Concerto Brandeburghese n. 1 di Bach, i segni dai

significati, la semiotica dalla semantica, la struttura musicale dalla dolce

emozione che trasporta. Infatti nonostante l’intelligenza sensibile che ha

concepito la struttura della composizione di questo tipo di musica, essa

contiene emozione ed espressività, può provocare una stimolazione

viscerale e può suscitare vivencias integranti.

L a musica inorganicanon presenta invece tali caratteristiche. In particolare

la musica contemporanea si è progressivamente slegata dagli attributidell’organico, abbandonando nel tempo la caratteristica della coerenza con i

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ritmi biologici ed organici per assumere altresì i connotati dell’astrazione e

della fredda schematicità astratta.

La musica elettronica, la musica con il computer, la musica concreta, il

serialismo, la musica sintetica e la musica aleatoria rispondono a queste

caratteristiche. I ritmi, le armonie, l’equilibrio interno sono stati rotti esostituiti da stridori e rumori, dalla discontinuità, da giochi tra livelli di

volume e silenzi. (6). Una musica che nasce dalla corteccia cerebrale più

che dall’ispirazione creativa e che colpisce prevalentemente l’aspetto

mentale e razionale dell’ascolto, manca quasi del tutto il coinvolgimento

emotivo e la fluidità.

La presenza di fattori eterogenei, come effetti strani, dissonanze, elementi di

shock e sorpresa e la mancanza sia di prolessi (7) che di organicità, esclude

l’uso di queste musiche in Biodanza.

La Biodanza altresì considera la musica per la sua capacità di indurre ilrisveglio dei potenziali biologici ed emozionali, di indurre vivencia, di

essere armonica ed avere uno sviluppo coerente.

11.4Semantica musicale in Biodanza

Il termine semantica deriva dal greco “semainein” e significa indicare con

un segno. La semantica musicale è pertanto una proposta di ricerca

finalizzata allo studio dei significati contenuti nella musica. Alcuni autori

americani (8) ( Hevner, 1936; Gatewood, 1927; Watson, 1942) hannocondotto studi sul rapporto tra stimoli musicali ed il contenuto emozionale o

rappresentativo presente in essi. Tale contenuto era definito da una lista di

aggettivi presentati ai soggetti che partecipavano alla ricerca affinché

scegliessero tra questi aggettivi quelli più idonei a connotare il frammento

musicale. Si è evidenziato chiaramente che quando un frammento musicale

 presenta un contenuto coerente, sottoponendolo ad un gruppo di ascolto a

cui poi era richiesta una valutazione, tra le risposte dei soggetti esiste una

vera convergenza di contenuto per uno stesso frammento musicale, o per un

gruppo di frammenti che presentano caratteristiche formali identiche osimili. Per esempio, ai ritmi definiti e marcati corrispondono a loro volta

aggettivi che designano un certo atteggiamento di tensione muscolare

(vigoroso, robusto, maestoso, marziale, esaltante) ed una certa tensione

spirituale (degno, sacro, solenne, serio, nobile, religioso, ispirato); ai ritmi

flessibili corrispondono, a loro volta, aggettivi che indicano una certa

leggerezza, un umore giocoso ed un certo sentimentalismo. Questa

convergenza semantica di risposte sembra essere relativamente indipendente

dal livello di educazione musicale che si possiede.

Michel Imberty in un articolo del 1975 riprende questa problematica e ,attraverso fatti sperimentali precisi, analizza le relazioni tra i fattori

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di espressività musicale ed i significati verbali indotti dall'opera musicale.

Questi fatti sperimentali precisi consistono, a partire da stimoli

musicali più o meno complessi, nel sollecitare nel soggetto una o più

risposte destinate ad esplicitare il senso degli stessi. Possiamo dire che

questa classe di esperimenti suppongono almeno:1. l'esistenza di un contenuto emozionale o rappresentativo trasmesso da

questi stimoli, che è diverso dalla sua forma;

2. la capacità del soggetto di tradurre questo contenuto per mezzo di parole.

Il lavoro sperimentale consiste nel trasformare queste proposte in

ipotesi che l'esperienza può, di conseguenza, convalidare o invalidare, fuori

da ogni presupposizione normativa:

1. Se un contenuto emozionale o rappresentativo coerente è tradotto in

forma musicale, la distribuzione delle risposte per categorie semantiche tradifferenti frammenti musicali, nel corso dell'esperienza, sarà differente

rispetto ad una distribuzione a caso.

2. Se le risposte verbali traducono effettivamente questo contenuto, allora

sarà possibile stabilire certe relazioni costanti tra esse e determinate

caratteristiche della forma musicale. (9)

Ricerche successive rispetto a 16 frammenti dei Preludi per pianoforte di

Debussy portano Michel Imberty ad elaborare veri e propri schemi di

risonanza emotiva ponendoli in relazione alla personalità integrata-

disintegrata.

“…integrazioneedisintegrazionedella vita interioreedell’Io, ai quali èassimilata l’organizzazioneformale musicale. Infatti , l’integrazioneformalesupponedei tempi rapidi o moderati chefacilitino la percezionediunità organiche. Mentrela disintegrazioneformale supponedei tempi lentichepermettano solo la percezionedi intervalli tra gli accenti principali.Inoltre l’integrazioneformale si manifesta medianteunastruttura dicontinuità, senzaantagonismo, senzacontrasto, senzarottura; ladisintegrazioneformale si manifestainvecemediantela molteplicità degliantagonismi di motivi (melodici, ritmici, ecc.), contrasti, rotture.” (10)

Questa analisi semantica legata ai Preludi di Debussy potrebbe essere

riassunta in questo modo: un movimento semplice e unificante genera la

vita, un movimento in senso inverso genera da un lato il caos e dall’altro

l’immobile, il nulla.

In Biodanza la semantica musicale è la ricerca specifica volta ad analizzare

ed interpretare il contenuto emotivo presente in un componimento musicale,

rispetto alla vivencia. (11)

Gli aggettivi con cui definire il brano musicale sono pertanto organizzati inrelazione alle cinque linee di vivencia (12):

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L inea di vivencia Aggettivi chedescrivonoil branomusicale

vitalità Allegro, vitale, euforizzante

sessualità Erotico, sensuale, appassionato

creatività Profondo, diverso, strano, intenso, grandioso

affettività Tenero, solidale, amabile, caldo

trascendenza Armonico, sublime, oceanico, eterno, senza limiti,

misterioso

E’ su questo schema che in Biodanza si procede alla selezione delle

musiche. “La musica èla prima componentedell’unità metodologicamusica-movimento-vivencia, ela sua funzioneèquella di indurremovimentievivenciasintegranti. Molti anni di ricerca esperimentazionemi hanno

permesso di individuarei requisiti checonferiscono a unamusicalapossibilitàdi svolgere talefunzione. Essi sono:

-   la coerenza tra prolessi esviluppo musicali;

-   uncontenutoemozionale definito eintenso;

-   la presenza di un tema musicalestabile;

-   la presenza di un tema musicaleche, inoltre, esprima unostatod’animoelevato.” (13)

Coerenza tra prolessi esviluppomusicali

Il motivo che ricordiamo più facilmente, è quello di cui meglio riusciamo a

intuire e anticipare gli sviluppi coerenti. Allo stesso modo, uno schema

strategico della memoria musicale è quello che ci consente di registrare - nel

 prolungarsi più o meno ampio dell’espressione tonale, il tipico succedersi di

momenti alterni, caratterizzati da tensione e distensione, stabilità e

sospensione, instabilità e conclusione. Scrivono F. Lerdahl ed R.

Jackendoff: "Uno dei più importanti generi di intuizione che un ascoltatore

 può avere riguarda il modo nel quale il movimento tra le note di un pezzo si

tende e si distende"(14).

Michel Imberty ha sviluppato una riflessione sul tema della ripetizione,

suscettibile di suggerire delle ricerche future da parte della psicologia della

musica. La ripetizione è vista come base di ogni componimento musicale,

struttura il tempo, stabilisce la differenza tra ciò che è identico e ciò che

cambia e fonda inoltre uno degli aspetti maggiori dell'esperienza emozionale

 presso l'ascoltatore. (15)

Rolando Toro descrive così i vari aspetti della musica in Biodanza:

“Nelleprimebattutedi una musicac’è, inuncerto senso, l’embrionedellasua totalità: ciò costituiscela prolessi musicale, incui uno o piùelementivengono anticipati epoi ripresi successivamente. Per questa ragioneuna

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musicainizia nelleprimebattutel’attivazionedi uno schema di rispostaaffettivo-motorio-espressiva, il qualedeterminerà i successivi movimentidella danza; dalla coerenza tra musicaedanza scaturiscela vivencia.

InBiodanza si utilizzano solamentei brani musicali la cui prolessi possa

indurremovimenti evivencia coerenti eintegranti, per cui risultanoesclusedalla suametodologia tuttelemusichedissociativecherinforzinol’immobilitào l’atteggiamentoieraticoechestimolino la realizzazionedigesti emovimenti ripetitivi emeccanici.

Il tema musicale deveesprimereuncontenutoemozionaledefinito eintenso,checonsentadi riconoscerela linea di vivencia a cui corrispondelamusica. Esso può essere, per esempio, triste, allegro, erotico, nostalgico,euforico, malinconico, sereno, felice, tenebroso, disperato. Quandosiutilizzano canzoni, essedebbono avere inoltre untestocoerenterispetto allavivencia daindurre.

L’induzionedi vivencia richiedeun’intensità emotiva della musica chesiverificasoltantoquandoessapresenta untema chesi mantienestabiledurantelo sviluppomusicale.

Il tema stabileèpresentenellemusicheil cui sviluppoècaratterizzatodall’approfondimento, mediantesuccessiveriprese, degli elementi anticipati

dalla prolessi musicale. La stabilitàdel tema genera la forza el’intensitàmusicalenecessarieall’induzionedi vivencia, mentrela combinazionealeatoria di significati emozionali differenti inuna stessa musica precludela possibilitàdi ottenere i medesimi risultati.

E’ importantedistinguere chiaramenteseil tema musicale esprimeo menounostatod’animo elevato. Lemusicheil cui tema è“depressivo” tendonoadavvilire l’umoreendogeno, cheèunamanifestazionedell’inconscio

vitalenell’ambitodella coscienza.Poichéla Biodanza si proponedi stimolarel’inconscio vitale(16), siprediligono lemusichecheesprimono unostato d’animo elevato, senzaperò, per questo, escludere totalmentei temi tristi e malinconici cherappresentano i chiaroscuri dell’anima.

 Tali requisiti debbono verificarsi tutti contemporaneamentenella stessamusica, poichéla mancanzadi uno solo di essi impediscel’induzionedivivencia.

Senonsi conforma a questecondizioni, una musica può presentare valori

interessanti, ma nonessere funzionale alla metodologia dellaBiodanza.”(17)

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NoteCapitolo 11

(1): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000,

 pg. 16

(2): Testo tratto da: Rolando Toro, La musica in Biodanza, dispense del

Corso di Formazione in Biodanza, 1992

(3): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000,

 pp. 40-41

(4): W.R. Hess, Die Funkionelle Organisation des Vegetativen

 Nervensystems, Schwabe, Basilea, 1948

(5): Testo tratto da: Rolando Toro, La musica in Biodanza, dispense del

Corso di Formazione in Biodanza, 1992

(6): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000, pg. 126

(7): Il termine deriva dal greco pròlepsis che significa fare un prologo,

 preannunciare qualcosa, anticipare un tema che verrà esposto

compiutamente in seguito. Nelle prime battute del brano musicale troviamo

quindi in embrione l’intera totalità, anche se lo sviluppo compiuto avverrà

in seguito.

(8): K. Hevner, Experimental studiesintheelements of expressionin

music, American Journal of Psychology, XLVIII, 1936, pgg. 246-268E. Gatewood, Anexperimental studyof thenature of musical

enjoyment,in Max Schoen, Theeffects of music,Kegan Paul, London, 1927,

 pgg. 104-120

K.B. Watson, Thenatureandmeasurementof musical meaning,Psichological Monographs General and Applied, LIV, 224, 1942

(9): Michel IMBERTY, «Perspectives nouvelles dela sémantiquemusicaleexpérimentale», Musique en jeu, 1975, nº 17, pp. 87-109

(10): M.Imberty, Suoni emozioni significati per una semanticapsicologicadella musica, Bologna, Clueb, 1986, ( tr.J.Tafuri e L.Callegari), pg. 119

(11): Il concetto di vivencia fu proposto da Dilthey (W. Dilthey,

Introduzioneallescienzedello spirito: ricerca di unfondamentoallescienzedella societàedella storia,Paravia, Torino, 1949) ed ha influenzatao

la fenomenologia di Maurice Merleau-Ponty, l’ontologia di Martin

Heidegger, la sociologia di Max Weber.

Rolando Toro riprende questo concetto ma con diverse connotazioni:

“ Nella teoria della Biodanza, ho ridefinito il concetto di vivencia come

esperienza vissuta con grande intensità da un individuo nel momento presente, che coinvolge la sinestesia, le funzioni viscerali ed emozionali. La

vivencia conferisce all’esperienza soggettiva di ogni singolo individuo la

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 palpitante qualità esistenziale del vissuto qui ed ora “. ( R. TORO, Biodanza-a cura di Eliane Matuk-,ed. Red, Como, 2000, pg. 25)

(12): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000,

 pg. 128

(13): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000, pg. 128

(14): Lerdahl e R. Jackendoff, Anoverviewof hierarchical structure inmusic, trad. ital. in L. Marconi e G. Stefani (a cura di), I l senso della musica(Grammatica generativa eanalisi), CLUEB, Bologna 1987 pp. 197-220

(15): Michel Imberty, Lescritturedel tempo: semanticapsicologicadellamusica,Unicopli, Milano, 1990

(16): “Ho formulato il concetto di inconscio vitale per riferirmi allo

 psichismo cellulare. … L’inconscio vitale è dunque uno psichismo chegenera regolarità e mantiene stabili le funzioni organiche; esso possiede una

grande autonomia rispetto alla coscienza e al comportamento umano. Le sue

manifestazioni durante la vita quotidiana sono l’umoreendogeno, ilbenessere cinestesicoelo stato generaledi salute” ( R. TORO, Biodanza -a

cura di Eliane Matuk-,ed. Red, Como, 2000, pg. 51)

(17): R. TORO, Biodanza (a cura di Eliane Matuk),ed. Red, Como, 2000,

 pp. 128-130

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12. Il mio gruppo di Biodanza

12.1 Descrizionedel gruppo

Il gruppo si è formato in seguito a delle serate di presentazione del sistemaBiodanza che ho svolto lo scorso autunno a Mestre (Venezia). Alcune

 persone informate attraverso volantini che pubblicizzavano l’iniziativa, vi

hanno partecipato e poi si sono iscritte al corso. Il gruppo è eterogeneo,

formato da persone con interessi, capacità e temperamenti diversi. C'è

quindi meno influenza reciproca, ma dalla diversità dei componenti nasce

anche una maggiore creatività. Funziona molto bene perché dalla

eterogeneità nasce un arricchimento reciproco. Come conseguenza di questa

eterogeneità l’espletamento del lavoro che ho proposto con la Biodanza ha

comportato una maggiore quantità di tempo, ma il prodotto risultaqualitativamente più alto rispetto ad un gruppo omogeneo.

Analizzeremo dettagliatamente ciascun membro del gruppo, riportando i

dati relativi alla data di nascita, alla professione, alle aspettative che

l’allievo ha dichiarato di avere nella scheda di accompagnamento

individuale, ed alle caratteristiche della personalità, dedotte da osservazioni

che ho effettuato nella conduzione del gruppo.

La prospettiva con cui ho considerata la personalità è stata quella dell’

l'insieme di tutte le caratteristiche dell'individuo, che interagiscono tra loro,

ma anche delle variazioni legate all'età, alla capacità di adattamento, ecc.

12.2 I corsisti

Andrea, nato il 27-03-1955, di professione impiegato, si aspetta di acquisire

una maggiore apertura verso il mondo, inteso universalmente come uomo-

animale-vegetale-pietra.

Caratteristiche personali: è molto affabile e socievole anche se dietro questa

maschera nasconde una personalità più complessa che pian piano ha iniziato

a rivelarsi.

Cristina, nata il 22-02-1957, di professione impiegata, si aspetta di

raggiungere un buon livello nell’approccio e nel rapporto con gli altri.

Caratteristiche personali: è a prima vista timida ed impacciata nella

comunicazione, sembra molto chiusa in se stessa e con difficoltà a

rapportarsi agli altri. Pian piano tuttavia ha iniziato un buon processo di

apertura alla comunicazione.

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Elena1, nata il 12-04-1976, di professione studentessa, si aspetta di

acquisire fluidità nei movimenti e nelle emozioni e di sciogliere le tensioni.

Caratteristiche personali: è una persona che oscilla tra l’espressione degli

istinti che quando prorompono sono forti e potenti e la repressione degli

stessi. Il temperamento è remissivo e tende alla passività pur rivelando unanotevole forza interiore. Il carattere è mite e fa trasparire una dolcezza

tipicamente femminile che però raramente si esprime apertamente.

Elena2, nata il 17-04-1971, di professione casalinga, ha come aspettative

quella di crescere a livello personale, avere stimoli per un cambiamento

 positivo, avere occasione di relazionarsi con altre persone.

Caratteristiche personali: è di temperamento socievole, dietro cui tuttavia si

nasconde una notevole timidezza. Il carattere è decisamente gioioso, è molto

solare ed evidenzia disponibilità verso l’altro. C’è una certa difficoltà nello

sciogliere il movimento che a volte è rigido, pur avendo una buona capacità

di adattamento.

Enrico, nato il 6-09-1966, di professione libero professionista, si aspetta di

condividere le gioie e la propria intimità.

Caratteristiche personali: il contatto con gli istinti vitali è labile, prevale

l’aspetto mentale. Il carattere è decisamente introverso, ciò che appare

evidente è la tendenza alla verbalizzazione. Evidenzia una certa difficoltànel movimento, è rigido e poco sciolto.

Fortunato, nato il 15-01-1962, di professione operaio, si aspetta di attivare

le funzioni vitali e motorie dimenticate nella vita quotidiana e di

comprendere le persone che sono al corso.

Caratteristiche personali: è molto socievole, si inserisce con facilità nei

rapporti interpersonali, nonostante qualche difficoltà con la lingua italiana, è

aperto e disponile verso l’altro. Il movimento presenta alcuni aspettischematici pur essendo nel complesso armonico.

L uisa, nata il 12-02-1960, di professione commessa, si aspetta di stare bene,

in sintonia con sè stessa e con gli altri.

Caratteristiche personali: è una persona dagli istinti vivi e presenti, che

sostengono un temperamento ben radicato nella concretezza ma anche

aperto ad energie più sottili, il carattere è gioioso e solare, il movimento è

sciolto e solo a volte impacciato, quando manca il contatto con la propria

 parte interiore.

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L orenzo, nato il 10-12-1951, di professione agricoltore biologico, si aspetta

di acquisire spontaneità nella espressione delle emozioni senza i soliti freni

inibitori.

Caratteristiche personali: è una persona molto timida ed impacciata, anche

se esprime una profondità notevole, è in contatto con un ricco mondointeriore. Ha difficoltà a mantenere lo sguardo, i movimenti sono a volte

rigidi, tende a chiudere gli occhi per entrare in una profonda dimensione

interiore che tuttavia ha difficoltà a condividere con gli altri.

Maddalena, nata l’8-01-1954, di professione insegnante, si aspetta di

acquisire libertà di espressione e di liberare le emozioni.

Caratteristiche personali: è aperta e socievole, molto disponibile al contatto

umano. Il movimento è però poco integrato ed a volte schematico e non

sempre fluido. Rivela una notevole profondità interiore che trasmette e

condivide con gli altri.

Margherita, nata il 28-12-1976, di professione studentessa, spera di poter 

superare alcuni limiti ad avere un contatto con gli altri.

Caratteristiche personali: il movimento è sciolto, libero, armonico e fluido.

E’ veramente un piacere lavorare con lei od osservarla mentre danza.

Tuttavia durante gli esercizi di regressione non riesce a contattare la sua

 parte più profonda se non con difficoltà.

Pietro, nato l’1-12-1965, di professione tecnico informatico, ha come

aspettativa quella di migliorare le capacità di relazione, di avere uno spazio

in cui si dedica ad ascoltarsi.

Caratteristiche personali: è una persona dagli istinti molto repressi, con i

quali ha scarso contatto. Il temperamento rivela notevoli difficoltà di

relazione con gli altri, il carattere è molto timido, il movimento è

impacciato. C’è stato però un notevole cambiamento, anche se lento, nel

corso dello svolgimento del programma ed ora è molto più integrato.

Renato, nato il 7-02-1953, di professione insegnante di scuola media, si

aspetta di migliorare la piacevolezza del vivere, migliorare gli aspetti che

favoriscono l’incontro con gli altri, migliorare la percezione del “sentire”.

Caratteristiche personali: è una persona in contatto con i propri istinti ed il

 proprio sentire. Il temperamento rivela una certa tendenza alla cupezza ed

alla depressione. Il carattere è a volte timido, a volte disponibile

all’apertura. Anche il movimento rispecchia questo aspetto con dei momentidi armonia ed altri di rigidità.

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Silvia, nata il 25-04-1978, laureanda in scienze dell’educazione, spera di

 poter migliorare il suo rapporto con la confidenza corporea, con se stessa e

con gli altri. Si aspetta di divertirsi e rilassarsi conoscendo una cosa per lei

nuova.Caratteristiche personali: è briosa, allegra e vivace, ma dietro questa

apparenza nasconde timidezza e difficoltà di relazionarsi. Il movimento è

abbastanza sciolto ed integrato. Tuttavia durante la regressione ha mostrato

una consistente difficoltà nell’abbandono.

 Tommasina, nata il 24-11-1958, di professione impiegata, ha come

aspettativa quella di liberare le potenzialità latenti, le energie inespresse, leemozioni represse. Caratteristiche personali: è una persona dotata di un

 buon radicamento negli istinti vitali, il temperamento è forte ma nel

contempo rivela una notevole voglia di lasciarsi andare, di abbandonarsi al

 piacere nella vivencia. Il carattere è molto dolce e rivela tutta la sua

femminilità, è oscillante tra la timidezza e l’apertura, quasi a volersi

difendere per paura dell’altro.

12.3Il programma

Il programma è nato dall’esigenza di proporre un momento iniziale in cui

lavorare con esercizi di integrazione corporea, per consentire agli allievi,

con spesso alle spalle un’educazione repressiva a livello fisico, di liberare il

movimento.

Con questo lavoro ho voluto puntare all’acquisizione del ritmo ed

all’abbandono di rigidi schemi corporei radicati, al superamento della

rigidità nel movimento. Proponendo esercizi di fluidità ho cercato direalizzare l’acquisizione di scioltezza e lo scioglimento di tensioni corporee.

Attraverso brani musicali melodici e relativi esercizi di biodanza, ho

lavorato sulla comunicazione affettiva e la comunione.

Le linee di vivencia toccate sono state pertanto la vitalità e l’affettività,

toccando solo con esercizi molto sfumati la linea della sessualità.

La linea della creatività è stata veicolata da semplici danze espressive.

Le posizioni generatrici del Codice I mi sono servite per sviluppare

ulteriormente l’espressività e proporre delle vivencias più delicate, sottili,

che hanno toccato i corsisti nella loro intimità.

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Supervisore didatta: Sonia Boato

9-11-2001

Prima Supervisione

Obiettivo della serata: integrazione affettivo-motoria, espressione dell’intimità.

1- Ronda iniziale di integrazione

2- Marcia fisiologica

3- Sincronizzazione ritmica in coppia

4- Salto sinergico

5- Sincronizzazione melodica in coppia

6- Serie di fluidità I e danza libera

7- Movimento Segmentario del collo

8- Movimento Segmentario delle spalle

9- Posizione generatrice di intimità

10- Ronda di culla

11- Ronda finale di attivazione

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Supervisore didatta: Sonia Boato

30-11-2001

Seconda Supervisione

Obiettivo della serata: ritrovare la gioia di vivere

1- Ronda iniziale di integrazione

2- Marcia sinergica

3- Coordinazione ritmica in coppia

4- Ritmo tropicale a due

5- Trenino

6- Serie I di fluidità

7- Danza libera di fluidità

8- Segmentario del collo

9- Segmentario delle spalle

10- Ronda di culla

11- Ronda finale di riattivazione

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Supervisore didatta: Sonia Boato

1-02-2002

 Terza supervisione

Obiettivo della serata: comunicazione affettiva e comunione.

1- Ronda iniziale di integrazione

2- Marcia fisiologica

3- Coordinazione ritmica a due

4- Sincronizzazione ritmica a due

5- Danza di spostamento con leggerezza

6- Sincronizzazione melodica in coppia

7- Segmentario petto-braccia

8- Danza Yin

9- Incontri affettivi mani e sguardi

10- Ronda di culla

11- Ronda media di attivazione

12- Ronda finale

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Supervisore didatta: Sonia Boato

8-02-2002

Quarta supervisione

Obiettivo della serata: integrazione affettivo-motoria: espressione dell’intimità.

1) Ronda iniziale di integrazione

2) Marcia fisiologica

3) Coordinazione ritmica in coppia

4) Sincronizzazione melodica

5) Estensione armonica

6) Segmentario del collo

7) Segmentario petto-braccia

8) Posizione generatrice di intimità

9) Ronda di culla

10) Ronda di attivazione media

11) Ronda finale

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Supervisore didatta: Sonia Boato

15-02-2002

Quinta Supervisione

Obiettivo della serata: integrazione affettivo-motoria: espressività.

1) Ronda di integrazione

2) Camminata sinergica

3) Sincronizzazione ritmica in coppia

4) Danza Ritmica espressiva

5) Sincronizzazione melodica in coppia

6) Segmentario del collo

7) Segmentario petto-braccia

8) Segmentario del bacino

9) Danza di integrazione motoria dei 3 centri

10) Ronda di culla

11) Ronda di attivazione media

12) Ronda finale

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Supervisore didatta: Sonia Boato

22-02-2002

Sesta Supervisione

Obiettivo della serata: espressività.

1) Ronda di integrazione

2) Marcia sinergica

3) Sincronizzazione ritmica in coppia

4) Danza Yang

5) Danza Yin

6) Danza d’integrazione Yin-Yang

7) Incontri

8) Dare e ricevere il fiore

9) Ronda di culla

10) Ronda di attivazione media

11) Ronda finale

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Supervisore didatta: Sonia Boato

15-03-2002

Settima Supervisione

Obiettivo della serata: integrazione affettivo-motoria: espressività.

1) Ronda di integrazione

2) Marcia sinergica

3) Salto sinergico

4) Danza di spostamento con leggerezza

5) Danza libera di fluidità

6) Segmentario del collo

7) Segmentario delle spalle

8) Posizione generatrice di dare

9) Posizione generatrice di ricevere

10) Ronda di culla

11) Ronda media di attivazione

12) Ronda finale

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Supervisore didatta: Sonia Boato

5-04-2002

Ottava Supervisione

Obiettivo della serata: rieducazione dell’affettività.

1) Ronda di integrazione

2) Marcia con motivazione affettiva

3) Sincronizzazione ritmica in coppia

4) Sincronizzazione melodica in coppia

5) Segmentario del collo

6) Segmentario del petto-braccia

7) Incontri fugaci

8) Un minuto d’eternità

9) Regressione allo stato di bambino

10) Ronde di attivazione progressiva

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12. 4 Il localedi lavoro

 Nell’autunno scorso, essendo a conoscenza che il Consiglio di Quartiere

“Carpenedo-Bissuola” del Comune di Venezia promuove ogni anno nel

 bellissimo Parco pubblico della Bissuola (il più grande di Mestre) una

manifestazione dedicata al benessere in tutte le sue varie articolazioni, hocontattato questa struttura.

Ho così partecipato alle riunioni organizzative di questa manifestazione, in

cui ho avuto modo di parlare della Biodanza, che non ha mancato di

riscuotere il generale interesse. Pertanto sarei dovuto essere presente in uno

degli stand allestiti a cura del Consiglio di Quartiere nel Parco per 

 pubblicizzare la Biodanza, accanto ad altri stand che erano dedicati allo

shiatsu, yoga, meditazione, vari tipi di massaggi, libri dedicati al benessere,

alimentazione biologica, ecc. Purtroppo due domeniche consecutive di

 pioggia hanno impedito il regolare svolgimento dell’iniziativa ma i contattiche ho stabilito con il Consiglio di Quartiere non sono stati inutili.

Infatti, su consiglio di questi nuovi amici, ho provveduto a costituire una

associazione culturale ed a chiedere successivamente l’uso di una palestra di

 proprietà del Comune.

Tale uso, espletata la regolare pratica burocratica, mi è stato concesso poco

dopo. La palestra che mi è stata assegnata è stata quella della Scuola Media

“Silvio Trentin” , a due passi dalla centrale piazza Ferretto di Mestre.

La palestra, pur essendo ubicata in piena zona urbana, è collocata in un’areadestinata alla scuola e pertanto vi si può accedere facilmente in auto,

essendo dotata di un parcheggio interno riservato.

Il pavimento è in legno, e questo le conferisce quelle caratteristiche di

naturalezza proprie di questo materiale; inoltre il fatto che la palestra sia

riscaldata, trasmette una sensazione di calore e benessere.

Le luci purtroppo sono al neon e quindi ho provveduto ad acquistare una

 piantana con un faro alogeno regolabile.

L’ampiezza della palestra, se da un lato consente di muoversi con piena

libertà nella parte adrenergica degli esercizi di biodanza, dall’altro mi haindotto ad acquistare un adeguato impianto di amplificazione in un negozio

specializzato: la scelta è caduta su “Opera 112 MK2”. Si tratta di casse

amplificate della potenza di 140W , risposta in frequenza 65-20.000 Htz,

SPL 117 dB max.

La notevole spesa è stata ampiamente ripagata dai risultati ottenuti nella resa

acustica, che sono veramente buoni.

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12.5Effetti sugli individui esul gruppo

Dopo le prime serate di presentazione, ha iniziato a formarsi il gruppo. Era

toccante vedere ogni sera come le persone che avevano aderito al corso

sentivano dentro il bisogno di esserci, di venire per condividere le vivencias,

emozionarsi e stare con i loro nuovi amici.Certo ognuno aveva i propri impegni che la vita pone a tutti noi e quindi

qualche volta qualcuno non c’era… ma quando tornava non mancava di

esprimere come, anche se non era presente, si sentiva, durante l’orario della

lezione, in una specie di legame a distanza con tutti noi.

A volte veniva verbalizzato, nella parte dedicata al relato di vivencia, che si

era proprio sentita la mancanza della biodanza, come ad esempio dopo la

ripresa del corso, interrotto nel periodo natalizio.

Sembravano persone meravigliose anche se a volte si chiudevano o se i loro

movimenti non erano proprio sciolti ed integrati. Ma c’era, questo si, il

contatto profondo con l’emozione, con la parte autentica e luminosa che c’è

in ognuno di noi. E questo è stato il motore che avviato il cambiamento.

Lentamente le maschere e le rigidità sono cadute, le vivencias sono divenute

 più intense nella comunicazione affettiva, nell’incontro con lo sguardo, nel

feed-back con l’altro.

Anche i movimenti sono diventati progressivamente più sciolti e liberi, più

disinvolti, lo schema corporeo si stava integrando con effetti sorprendenti.

Era bello vederli ballare, esprimevano un perfetto connubio tra movimentiapollinei, pieni di grazie e leggiadria, e movimenti dionisiaci, più legati

all’istinto.

Ho proposto allora i primi incontri affettivi che sono stati accolti come

qualcosa che tutti si aspettavano e di cui avevano bisogno.

E con essi si è avviato nella progressività il contatto affettivo e sensuale, il

 piacere non era più solo cinestesico ma anche nell’incontro con l’altro e

sono scaturiti spontaneamente i primi abbracci.

Anche la vitalità, l’allegria, la propensione ludica sono cresciute pian piano

ed ormai tutti avevano abbandonato le difese e si divertivano con una partecipazione totale.

Ritengo importante, al fine di tracciare un quadro in grado di apportare una

comprensione completa, riportare le parole di alcuni dei corsisti a cui ho

chiesto di scrivere le loro valutazioni sulla esperienza di frequenza al corso

di Biodanza.

Cristina: “Pur essendo molto breve la mia esperienza con la biodanza, ho

notato fin dalle prime lezioni che mi aiutava a riequilibrare l’energia del miocorpo. Avevo bisogno di scaricare delle tensioni accumulate per vari motivi

e la Biodanza mi è stata di aiuto. Dopo un mese ho notato che sono più

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aperta nei rapporti con gli altri, sono più ottimista e più disponibile con il

 prossimo. Spero che questo sia solo l’inizio e che mi aiuti ad avere sempre

 più consapevolezza”.

Fortunato: ”Ho ottenuto più sicurezza nei confronti degli altri. Sono piùfiducioso nelle potenzialità che sono dentro di me. Sono cambiati anche i

rapporti (che sono stati difficili) con alcune persone. Adesso, dopo un

 periodo di Biodanza, posso chiamarle e c’è reciproca stima da entrambe le

 parti. Ho acquisito un benessere, notevolmente amplificato ed una apertura

dopo numerosi abbracci scambiati durante il corso; la capacità di sentire

un’altra persona (e di aiutarla se lo chiede), quindi una comprensione pura

senza l’impronta dell’ego; la sensazione di sentirsi più vivace, più vivo (in

maniera intensa), la forma fisica ritrovata e nello stesso tempo uno stato

mentale rilassato (soprattutto il giorno dopo il corso)”.

Lorenzo: “ I miei riscontri sono: maggiore libertà nell’esprimere le mie

emozioni, miglior approccio con l’altro sesso e minore tensione a livello

fisico”.

Maddalena: “ Ho acquisito maggiore spontaneità, sono più libera di

muovermi in base a quello che sento, che mi viene indipendentemente da

quello che fanno gli altri (meno condizionata). Sono più sicura e più incontatto con le mie emozioni. Le vivencias sono vissute con più giocosità”.

Margherita: “ La mia esperienza con la biodanza è relativamente breve

 poiché ho cominciato a metà anno. Posso, però, ugualmente affermare che

mia ha aiutato moltissimo; quando partecipo ad una lezione di biodanza mi

sento sicuramente caricata ma allo stesso tempo rilassata, questo binomio di

sensazioni è un’esperienza unica. Inoltre se mi capita di saltare la lezione

settimanale mi rendo inevitabilmente conto della mancanza, e durante la

settimana successiva affronto la vita con più difficoltà e nervosismo.Tuttavia non sempre è stato semplice per me abbandonarmi completamente

durante le lezioni: poiché per me è difficile entrare in relazione profonda

con gli altri. Credo che quest’esperienza sia una buona occasione per 

mettersi in gioco”.

Pietro ” La Biodanza mi aiuta a sciogliere le tensioni ed affrontare con

maggiore serenità le situazioni. E’ migliorata la capacità di relazionarmi con

altre persone, perché cerco di guardare gli aspetti buoni. Prima di iniziare laBiodanza mi sentivo più rigido ed impacciato, mentre ora mi sento più

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sciolto ed aperto. Mi sento più creativo e cerco soluzioni diverse dai soliti

schemi che usavo prima”.

Renato: “Ho cominciato Biodanza quest’anno a Mestre con problemi di

depressione, per cause complesse (separazione, difficoltà economiche,chiusura affettiva, ecc.). L’assidua frequenza e non solo a Mestre (Noventa

e poi anche Mirano) mi hanno permesso di trovare modi per sentirmi

stimolato a muovermi, sperimentarmi ed equilibrare l’umore che ora è meno

depresso. Un ringraziamento a Luciano, Sonia e Patrizia che ce l’hanno

messa tutta per portare lo loro conoscenza e il loro amore nella Biodanza

che ho avuto occasione d’incontrare nella mia vita”.

Silvia: “Personalmente ho vissuto l’esperienza di Biodanza in maniera

molto intensa. L’iniziale curiosità per una dimensione a me completamente

sconosciuta, si è presto trasformata in un intenso desiderio di conoscere me

stessa e il modo che ho di rappresentare e vivere il mio corpo in relazione a

ciò che si muove dentro di me ed in relazione agli altri. Ciò che mi piace di

Biodanza è la sua capacità di far uscire allo scoperto aspetti personali fin

troppo nascosti, inibiti. Ritengo che Biodanza abbia un’ottima valenza

educativa (sono Pedagogista!) poiché insegna ad amare se stessi in ogni

aspetto fisico e mentale che ci caratterizza, ed insegna a cercare di

condividere con gli altri i momenti di piacere e sintonia, in una maniera che

nel quotidiano non esiste. Credi di dover approfondire molto di Biodanza,

 però mi piace l’idea di aver molto da imparare su di me e sul modo che ho

di relazionarmi agli altri, quindi credo che continuerò a farlo…”.

12.6L a mia esperienza di conduzione

La mia esperienza di conduzione è ancora in corso. Mi sento bene con il

gruppo che conduco. Sento che il confronto con i corsisti è stato un potente

fattore di deflagrazione del mio sviluppo personale, delle mie capacità e

 possibilità.

Certo che se, fino a qualche anno fa, qualcuno mi avesse detto che avrei

fatto l’insegnante di Biodanza, lo avrei preso per folle. Ma ora so che la Vita

è questo grande enorme utero nel quale tutti noi siamo e che le possibilità,

come le sorprese che essa ci riserva, sono infinite. Per questo è bella e vale

la pena di viverla con la massima intensità, assaporandone ogni attimo con

avidità. Oggi seguo con fluidità il percorso che mi si presenta senza opporreresistenza al cambiamento, alla maturazione, all’evoluzione.

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Mi sento bene e sono felice di condividere il ”dono prezioso” che ho

ricevuto con le persone che incontrerò nei miei corsi , per trasmettere loro la

 bellezza della Vita, dell’Amore, della Comunione e della Gioia.

Inizia la musica

esututti scendela Musa biodanzante.

I corpi si muovono

con sottilegrazia apollinea,

il ritmo crescefino

all’ebbrezza dell’essenza

eci trasmutiamo nella danzadionisiaca.

Sguardi, emozioni, carezze,

l’istinto ci guida,sciogliei nostri corpi,

ci conduceall’estasi mistica, all’abbandono.